22 Novembre 2011

Ad Arezzo prime pietre della ricostruzione
Grande successo per la manifestazione del Pd

Un’Italia da ricostruire col lavoro e il confronto quotidiano e costante fra politica e cittadini, fra amministratori e realtà sociale. E’ un PD attivo e aperto quello che si candida a essere la forza politica più credibile per il Governo del Paese e fa questo ripartendo dai territori, dalle comunità locali, dall’incontro con le persone. Ad Arezzo questo “esperimento” di nuova politica funziona ed è stato sorprendente, ieri sera, il successo raccolto dalla manifestazione promossa dal Coordinamento Provinciale alla Borsa Merci a cui ha partecipato l’on. Paolo Gentiloni. Erano presenti tantissimi militanti, rappresentanti istituzionali, tanti cittadini ed esponenti del mondo del lavoro, delle associazioni e della parte più vitale della nostro tessuto sociale. Tutti insieme per porre insieme le prime pietre della ricostruzione.
Dopo l’introduzione del segretario provinciale Marco Meacci si sono susseguiti interventi volti a offrire un quadro, ovviamente parziale, della realtà sociale e produttiva aretina. Sul palco sono saliti il delegato RSU della Beltrame Antonio Fascetto, il responsabile produzione di Power-One Luciano Raviola, la delegata PD per le politiche di genere Erika Falsini, il responsabile dell’Osservatorio Caritas Andrea Dalla Verde, il sindaco Maurizio Seri, membro della consulta dei piccoli Comuni di ANCI.
Esperienze dirette e proposte utili per una prima analisi della situazione nel mondo del lavoro e dell’impresa, degli effetti della crisi sulle categorie più esposte al disagio sociale, delle difficoltà crescenti per gli enti locali.
“Abbiamo creduto molto in questa iniziativa e siamo stati ripagati”, dichiara Marco Meacci. “Siamo convinti che il PD in questa cruciale fase di svolta non possa giocare un ruolo di secondo piano. Essenziale è la concretezza. Tanto c’è da fare, per l’Italia e anche per la nostra realtà locale: tanto potrà e dovrà fare la politica nazionale, ma sta anche a noi dare il buon esempio, a tutti i livelli. Iniziamo a fissare le priorità: veniamo da un anno di grande impegno e grandi risultati, ma il lavoro vero inizia adesso. Pensiamo prima di tutto alla coesione sociale, al lavoro, al rilancio occupazionale, al sostegno ai giovani e al loro spirito di iniziativa, alle politiche culturali, alla scuola. Ma lavoriamo anche per una politica che si riavvicini alla gente. Opportuno, come abbiamo detto ieri sera, un ridimensionamento dei costi e dei privilegi, la riduzione di tanti inutili orpelli e burocrazie, ma bisogna andare a colpire dove c’è reale necessità, non penalizzando gli enti locali. Serve poi una nuova legge elettorale nazionale che ci auguriamo figuri nell’agenda politica del nuovo governo: se non dovesse arrivare saremo noi a proporre nel 2013 le primarie. La grande voglia di rinnovamento, di impegno civile per un’Italia migliore che si respira in questi giorni è un grande tesoro che non va disperso”.

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21 Novembre 2011

Manciulli: «Bene Monti, ma ora
dal Pd spinta per l’equità»

Intervista al segretario regionale del Pd,  Andrea Manciulli,
pubblicata su l’Unità – Toscana,  domenica 20 novembre 2011.

 

«Bene Monti, ma ora dal Pd spinta per l’equità».
Il segretario Pd chiede al neoministro Passera
un incontro con le istituzioni toscane per Lucchini e Breda:
«Serve riavviare una vera politica industriale».

di Vladimiro Frulletti.

“Ora il Pd spinga per l’equità». Il segretario dei democratici toscani, Andrea Manciulli promuove il nuovo Governo, ma lo mette subito alla prova chiedendo che il neo ministro convochi subito un incontro con le istituzioni toscane sulle vertenze Lucchini e Breda.
Cosa chiede al Governo?
«Vista la qualità del ministro allo sviluppo economico ci aspettiamo molto sul rilancio delle politiche industriali per venire incontro alle difficoltà delle piccole e medie imprese toscane e per risolvere le vicende di alcune grandi aziende a cominciare dalla Lucchini, dove è stato chiuso l’alto forno per mancanza di ordini, e dalla Breda che rientra nella complicata partita Finmeccanica. Chiediamo un incontro fra istituzioni toscane e Governo perché la nuova fase deve partire proprio dalla centralità del lavoro e dello sviluppo che sono gli unici elementi che possono rilanciare la crescita del Paese».
Ma intanto lei che idea s’è fatto del Governo Monti?
“Il primo effetto positivo è che c’è un altro stile. Sta facendo vedere che un altro modo di governare e possibile».
Quale altro modo?
«Monti entra nel merito delle cose. Dopo anni di battute e toni superficiali è evidente la crescita culturale e di orizzonte. È un punto fondamentale perché per risollevare Paese c’è da togliere la politica dalla palude in cui berlusconismo l’ha fatta sprofondare. Finalmente possiamo confrontarci sui contenuti».
Delle proposte del nuovo Governo quali trova più convincenti?
«Mi piace il fatto che non parli solo di risanamento ma anche di crescita. E dopo anni in cui si è negato che c’era la crisi, salta agli occhi anche l’estrema franchezza. E poi apprezzo fortemente la volontà di coesione che Monti ha espresso. Perché in questi anni c’è stato approccio ideologico ai problemi che ha impedito di trovare soluzioni».
E sulle scelte concrete?
«Mi piace l’idea della patrimoniale e l’approccio costruttivo che ha assunto sulle pensioni e il lavoro. La priorità è liberare risorse da destinare alle nuove generazioni che sono la parte produttiva del Paese, se non riusciremo a tutelare queste non aiuteremo nemmeno le altre».
Sul lavoro di Monti accoglie le tesi di Ichino su cui però non tutto il Pd è d’accordo. E lei?
«Che l’impostazione di Monti sia liberale si sa, ma mi pare propenso al dialogo e a trovare soluzioni condivise. Del resto il ruolo del Pd dovrà essere, appunto, quello di far vivere con forza una dimensione sociale».
Che vuol dire?
«Che si debbano fare cose non gradevoli lo sappiamo tutto, ma se si parte dal presupposto che sarà l’equità la bussola di queste scelte tutto sarà più semplice. Dovranno pagare soprattutto quelli che possono permetterselo. Chi ha di più deve dare di più. E il Pd dovrà svolgere questo compito, dare questa spinta all’ equità».
Resta il fatto che ci sono misure che il Governo dovrà prendere che rischiano di farvi perdere voti.
«Quando le cose si fanno seriamente con equità e esercitando nell’interesse dei cittadini il principio di responsabilità il consenso non si perde. Gli italiani sanno che alcuni sacrifici vanno fatti e sanno che il governo Berlusconi, che come uno struzzo ha messo la testa sotto la sabbia per non vedere problemi, ha fatto deteriorare ulteriormente la situazione. In Toscana oggi la sanità pubblica e il sistema sociale funzionano. Sono il nostro fiore a occhiello. Ma sono il frutto di riforme fatte attraverso scelte non sempre gradevoli nell’immediato. C’è da tornare a un’idea di politica in cui non si insegue consenso a breve, ma si risolvono i problemi della gente. C’è da guardare oltre le mode e il vento. I sondaggi dicevano che l’80% dei tedeschi era contrario a comprare titoli di Stato italiani. Se il governo Merkel avesse guardato ai sondaggi noi oggi saremmo al disastro. Invece ha guardato al futuro dell’Europa e si è assunta quella responsabilità. Questa è politica».
Al Pd e Bersani non conveniva andare alle elezioni?
«Bersani ha dimostrato di essere un uomo di Stato perché un partito come il nostro deve sempre anteporre il Paese a qualsiasi convenienza di parte. Questa generosità farà crescere il nostro consenso e radicamento. Ma il più grande merito è di Napolitano che con forza e tempestività ha ridato ruolo a istituzioni e senso Stato».
Anche l’Europa è parecchio malata.
«L’epicentro di questa crisi è proprio il tema dell’Europa politica e del rapporto fra politica e economia. Il 9 dicembre discuteremo di questo con Martin Schulz e numerosi esponenti dell’economia e della politica europea».
Ma non dovreste riflettere anche sul ruolo del mercato?
«La sfida è come la democrazia può tornare a essere motore dello sviluppo perché è evidente che il mercato come regolatore di democrazia non è sufficiente. Ed è chiaro anche che uno dei grandi slogan di questi anni nel quale in troppi hanno creduto, e cioè che ci vuole meno politica, sia profondamente sbagliato. Italia e Europa torneranno a crescere quando oltre allo sviluppo si saranno capaci di rilegittimare ruolo della politica e delle istituzioni».

 

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Manciulli: «Bene Monti, ma ora
dal Pd spinta per l’equità»

Intervista al segretario regionale del Pd,  Andrea Manciulli,
pubblicata su l’Unità – Toscana,  domenica 20 novembre 2011.

 

«Bene Monti, ma ora dal Pd spinta per l’equità».
Il segretario Pd chiede al neoministro Passera
un incontro con le istituzioni toscane per Lucchini e Breda:
«Serve riavviare una vera politica industriale».

di Vladimiro Frulletti.

“Ora il Pd spinga per l’equità». Il segretario dei democratici toscani, Andrea Manciulli promuove il nuovo Governo, ma lo mette subito alla prova chiedendo che il neo ministro convochi subito un incontro con le istituzioni toscane sulle vertenze Lucchini e Breda.
Cosa chiede al Governo?
«Vista la qualità del ministro allo sviluppo economico ci aspettiamo molto sul rilancio delle politiche industriali per venire incontro alle difficoltà delle piccole e medie imprese toscane e per risolvere le vicende di alcune grandi aziende a cominciare dalla Lucchini, dove è stato chiuso l’alto forno per mancanza di ordini, e dalla Breda che rientra nella complicata partita Finmeccanica. Chiediamo un incontro fra istituzioni toscane e Governo perché la nuova fase deve partire proprio dalla centralità del lavoro e dello sviluppo che sono gli unici elementi che possono rilanciare la crescita del Paese».
Ma intanto lei che idea s’è fatto del Governo Monti?
“Il primo effetto positivo è che c’è un altro stile. Sta facendo vedere che un altro modo di governare e possibile».
Quale altro modo?
«Monti entra nel merito delle cose. Dopo anni di battute e toni superficiali è evidente la crescita culturale e di orizzonte. È un punto fondamentale perché per risollevare Paese c’è da togliere la politica dalla palude in cui berlusconismo l’ha fatta sprofondare. Finalmente possiamo confrontarci sui contenuti».
Delle proposte del nuovo Governo quali trova più convincenti?
«Mi piace il fatto che non parli solo di risanamento ma anche di crescita. E dopo anni in cui si è negato che c’era la crisi, salta agli occhi anche l’estrema franchezza. E poi apprezzo fortemente la volontà di coesione che Monti ha espresso. Perché in questi anni c’è stato approccio ideologico ai problemi che ha impedito di trovare soluzioni».
E sulle scelte concrete?
«Mi piace l’idea della patrimoniale e l’approccio costruttivo che ha assunto sulle pensioni e il lavoro. La priorità è liberare risorse da destinare alle nuove generazioni che sono la parte produttiva del Paese, se non riusciremo a tutelare queste non aiuteremo nemmeno le altre».
Sul lavoro di Monti accoglie le tesi di Ichino su cui però non tutto il Pd è d’accordo. E lei?
«Che l’impostazione di Monti sia liberale si sa, ma mi pare propenso al dialogo e a trovare soluzioni condivise. Del resto il ruolo del Pd dovrà essere, appunto, quello di far vivere con forza una dimensione sociale».
Che vuol dire?
«Che si debbano fare cose non gradevoli lo sappiamo tutto, ma se si parte dal presupposto che sarà l’equità la bussola di queste scelte tutto sarà più semplice. Dovranno pagare soprattutto quelli che possono permetterselo. Chi ha di più deve dare di più. E il Pd dovrà svolgere questo compito, dare questa spinta all’ equità».
Resta il fatto che ci sono misure che il Governo dovrà prendere che rischiano di farvi perdere voti.
«Quando le cose si fanno seriamente con equità e esercitando nell’interesse dei cittadini il principio di responsabilità il consenso non si perde. Gli italiani sanno che alcuni sacrifici vanno fatti e sanno che il governo Berlusconi, che come uno struzzo ha messo la testa sotto la sabbia per non vedere problemi, ha fatto deteriorare ulteriormente la situazione. In Toscana oggi la sanità pubblica e il sistema sociale funzionano. Sono il nostro fiore a occhiello. Ma sono il frutto di riforme fatte attraverso scelte non sempre gradevoli nell’immediato. C’è da tornare a un’idea di politica in cui non si insegue consenso a breve, ma si risolvono i problemi della gente. C’è da guardare oltre le mode e il vento. I sondaggi dicevano che l’80% dei tedeschi era contrario a comprare titoli di Stato italiani. Se il governo Merkel avesse guardato ai sondaggi noi oggi saremmo al disastro. Invece ha guardato al futuro dell’Europa e si è assunta quella responsabilità. Questa è politica».
Al Pd e Bersani non conveniva andare alle elezioni?
«Bersani ha dimostrato di essere un uomo di Stato perché un partito come il nostro deve sempre anteporre il Paese a qualsiasi convenienza di parte. Questa generosità farà crescere il nostro consenso e radicamento. Ma il più grande merito è di Napolitano che con forza e tempestività ha ridato ruolo a istituzioni e senso Stato».
Anche l’Europa è parecchio malata.
«L’epicentro di questa crisi è proprio il tema dell’Europa politica e del rapporto fra politica e economia. Il 9 dicembre discuteremo di questo con Martin Schulz e numerosi esponenti dell’economia e della politica europea».
Ma non dovreste riflettere anche sul ruolo del mercato?
«La sfida è come la democrazia può tornare a essere motore dello sviluppo perché è evidente che il mercato come regolatore di democrazia non è sufficiente. Ed è chiaro anche che uno dei grandi slogan di questi anni nel quale in troppi hanno creduto, e cioè che ci vuole meno politica, sia profondamente sbagliato. Italia e Europa torneranno a crescere quando oltre allo sviluppo si saranno capaci di rilegittimare ruolo della politica e delle istituzioni».

 

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19 Novembre 2011

Cultura, le idee del Pd Toscana
agli Stati Generali

“Defiscalizzazione degli investimentimenti privati in cultura, una legge ordinaria per l’Accademia della Crusca, fondi del Fus su base triennale”.

Sono  solo alcune delle proposte emerse dagli Stati Generali della Cultura organizzati dal Pd della Toscana, che si sono svolti sabato 19 novembre alla Casa della Creatività a Firenze.

E’ stata l’occasione per un confronto a 360 gradi sui temi della cultura tra gli operatori del settore, gli amministratori e anche tanti  appassionati.

A presentare le proposte del Pd sono stati Andrea Manciulli, segretario dei democratici toscani, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore Cultura, e Nicola Danti, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale.

“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.

Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.

Il segretario Manciulli ha ricordato come da troppo tempo “la Toscana sia seduta sul suo passato”. “La cultura – ha aggiunto nell’intervento conclusivo – non può essere solo commentata. Va fatta vivere, va fatta vivere nella coscienza collettiva e anche nelle nostre città, che richiedono oggi una trasformazione contemporanea“.

Agli Stati Generali hanno preso parte tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’Ort Claudio Martini.

Ad aprire i lavori sono stati la senatrice del Pd Vittoria Franco e Marco Lolli Ghetti, ex direttore dei Beni culturali, che ha ricordato la carenza di personale e il blocco delle assunzioni e che negli ultimi anno hanno mandato in sofferenza le Soprintendenze. Poi è stata la volta di Libero Rossi, sindacalista della Cgil e membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, che ha illustrato il “bollettino” provocato da dieci anni di tagli lineari alla cultura: dal 2001 ad esempio sono costati il posto di lavoro a ben 8.200 persone del Mibac. Pietro Celli, presidente dell’associazione “Le ragioni del restauro” ha ricordato che il “patrimonio da tutelare non è solo quello materiale, perchè parimenti prezioso è quello umano, composto dagli operatori specializzati”. Al centro del suo intervento il disegno di legge sulla figura e lo status dei restauratori, “già presentato e da approvare in tempi brevi”. Con un invito a riappropriarci delle cultura, “valore aggiunto per tutto il territorio”, Alessandro Capocchi della Fondazione Campus ha chiuso la prima tavola rotonda.

La seconda, sul “Crollo dei finanziamenti pubblici”, si apre con una riflessione della sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Francesca Colombo, che si rivolge ai privati e li invita a considerare “gli sponsor come investimenti veri e propri”. I tagli mettono a rischio la prossima stagione del Teatro Puccini. E il presidente della Fondazione di Torre del Lago, Paolo Spadaccini, suona l’allarme. “Sono necessari dei criteri oggettivi rapportati ai risultati per la definizione dei finanziamenti” afferma.

Paolo Marcesini, direttore Memo grandi magazzini culturali dà qualche numero: “La cultura – spiega – porta al Pil 68 miliardi di euro all’anno, pari al 4,9% del Pil, e a 1.400.000 occupati, il 5,7% del totale in Italia”. Ma il “costo del mantenimento del patrimonio culturale – aggiunge – è invece inferiore ai 9 miliardi di euro annui”.Presente anche Manrico Ferrucci della Fondazione Teatro Verdi di Pisa, città, spiega, “prima in Italia per investimenti pro capite nel teatro”. Ferrucci invita a investire sui patrimoni regionali con una sorta di federalismo culturale. Chiude la seconda tavola rotonda Andrea Milani del Pd Siena. La successiva si apre con gli interventi di Luca Dini, della Fondazione Teatro di Pontedera, e di Beatrice Magnolfi, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo.

Marco Giorgetti, del teatro La Pergola, chiede più “attenzione ai giovani”. Claudio Martini, presidente dell’Ort, elogia la Toscana, “consapevole dell’importanza del patrimonio culturale” ma lamenta lo “scarso intervento dei privati, per cui rimane indipensabile l’investimento pubblico”. In tempi di tagli, serve “un nuovo equilibrio fra risorse pubbliche e private, altrimenti è impossibile effettuare programmazioni di lungo periodo”. Chiude la mattinata di lavori l’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti che, buona nuova, riconferma i finanziamenti della Regione Toscana per le politiche culturali anche per il 2012.

Durante il Case History si susseguono gli interventi di Stefania Ippoliti, di Cesare Bindi e Alessandro Formichella del Pd Prato (che invita a non considerare la creatività come mero prodotto culturale al servizio del turismo). Poi è la volta di Leonardo Bieber del Pd fiorentino che ribadisce la necessità di “tempi certi e regole chiare per l’erogazione dei finanziamenti pubblici degli enti locali alla cultura”. Il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, e Carla Lassini del Pd di Arezzo raccontano l’esperienza degli Stati Generali della Cultura nelle due città. Intanto si alternano gli interventi di Alessandro Agostinelli del Festival del Viaggio, Adalgisa Mazza del Pd della Versilia e Carlo Cortesi del Pd Pistoia.

Il sindaco di Stazzema, Michele Silicani, porta all’attenzione la delicata situazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, messo a rischio dai tagli del governo Berlusconi. “Occorre difenderlo con forza – è il suo impegno -. Ogni anno registra 70mila presenze, metà delle quali composte da studenti e un quarto da visitatori stranieri”. Sarebbe un oltraggio chiudere i battenti a uno dei luoghi più significativi della Storia e della Memoria del Paese.

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Cultura, le idee del Pd Toscana
agli Stati Generali

“Defiscalizzazione degli investimentimenti privati in cultura, una legge ordinaria per l’Accademia della Crusca, fondi del Fus su base triennale”.

Sono  solo alcune delle proposte emerse dagli Stati Generali della Cultura organizzati dal Pd della Toscana, che si sono svolti sabato 19 novembre alla Casa della Creatività a Firenze.

E’ stata l’occasione per un confronto a 360 gradi sui temi della cultura tra gli operatori del settore, gli amministratori e anche tanti  appassionati.

A presentare le proposte del Pd sono stati Andrea Manciulli, segretario dei democratici toscani, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore Cultura, e Nicola Danti, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale.

“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.

Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.

Il segretario Manciulli ha ricordato come da troppo tempo “la Toscana sia seduta sul suo passato”. “La cultura – ha aggiunto nell’intervento conclusivo – non può essere solo commentata. Va fatta vivere, va fatta vivere nella coscienza collettiva e anche nelle nostre città, che richiedono oggi una trasformazione contemporanea“.

Agli Stati Generali hanno preso parte tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’Ort Claudio Martini.

Ad aprire i lavori sono stati la senatrice del Pd Vittoria Franco e Marco Lolli Ghetti, ex direttore dei Beni culturali, che ha ricordato la carenza di personale e il blocco delle assunzioni e che negli ultimi anno hanno mandato in sofferenza le Soprintendenze. Poi è stata la volta di Libero Rossi, sindacalista della Cgil e membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, che ha illustrato il “bollettino” provocato da dieci anni di tagli lineari alla cultura: dal 2001 ad esempio sono costati il posto di lavoro a ben 8.200 persone del Mibac. Pietro Celli, presidente dell’associazione “Le ragioni del restauro” ha ricordato che il “patrimonio da tutelare non è solo quello materiale, perchè parimenti prezioso è quello umano, composto dagli operatori specializzati”. Al centro del suo intervento il disegno di legge sulla figura e lo status dei restauratori, “già presentato e da approvare in tempi brevi”. Con un invito a riappropriarci delle cultura, “valore aggiunto per tutto il territorio”, Alessandro Capocchi della Fondazione Campus ha chiuso la prima tavola rotonda.

La seconda, sul “Crollo dei finanziamenti pubblici”, si apre con una riflessione della sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Francesca Colombo, che si rivolge ai privati e li invita a considerare “gli sponsor come investimenti veri e propri”. I tagli mettono a rischio la prossima stagione del Teatro Puccini. E il presidente della Fondazione di Torre del Lago, Paolo Spadaccini, suona l’allarme. “Sono necessari dei criteri oggettivi rapportati ai risultati per la definizione dei finanziamenti” afferma.

Paolo Marcesini, direttore Memo grandi magazzini culturali dà qualche numero: “La cultura – spiega – porta al Pil 68 miliardi di euro all’anno, pari al 4,9% del Pil, e a 1.400.000 occupati, il 5,7% del totale in Italia”. Ma il “costo del mantenimento del patrimonio culturale – aggiunge – è invece inferiore ai 9 miliardi di euro annui”.Presente anche Manrico Ferrucci della Fondazione Teatro Verdi di Pisa, città, spiega, “prima in Italia per investimenti pro capite nel teatro”. Ferrucci invita a investire sui patrimoni regionali con una sorta di federalismo culturale. Chiude la seconda tavola rotonda Andrea Milani del Pd Siena. La successiva si apre con gli interventi di Luca Dini, della Fondazione Teatro di Pontedera, e di Beatrice Magnolfi, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo.

Marco Giorgetti, del teatro La Pergola, chiede più “attenzione ai giovani”. Claudio Martini, presidente dell’Ort, elogia la Toscana, “consapevole dell’importanza del patrimonio culturale” ma lamenta lo “scarso intervento dei privati, per cui rimane indipensabile l’investimento pubblico”. In tempi di tagli, serve “un nuovo equilibrio fra risorse pubbliche e private, altrimenti è impossibile effettuare programmazioni di lungo periodo”. Chiude la mattinata di lavori l’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti che, buona nuova, riconferma i finanziamenti della Regione Toscana per le politiche culturali anche per il 2012.

Durante il Case History si susseguono gli interventi di Stefania Ippoliti, di Cesare Bindi e Alessandro Formichella del Pd Prato (che invita a non considerare la creatività come mero prodotto culturale al servizio del turismo). Poi è la volta di Leonardo Bieber del Pd fiorentino che ribadisce la necessità di “tempi certi e regole chiare per l’erogazione dei finanziamenti pubblici degli enti locali alla cultura”. Il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, e Carla Lassini del Pd di Arezzo raccontano l’esperienza degli Stati Generali della Cultura nelle due città. Intanto si alternano gli interventi di Alessandro Agostinelli del Festival del Viaggio, Adalgisa Mazza del Pd della Versilia e Carlo Cortesi del Pd Pistoia.

Il sindaco di Stazzema, Michele Silicani, porta all’attenzione la delicata situazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, messo a rischio dai tagli del governo Berlusconi. “Occorre difenderlo con forza – è il suo impegno -. Ogni anno registra 70mila presenze, metà delle quali composte da studenti e un quarto da visitatori stranieri”. Sarebbe un oltraggio chiudere i battenti a uno dei luoghi più significativi della Storia e della Memoria del Paese.

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18 Novembre 2011

Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno

Non sarà un Natale facile per i lavoratori della Lucchini. Il 24 dicembre l’altoforno dell’acciaieria si spegnerà e le duemila tute blu andranno in cassa integrazione. Il Pd della Toscana chiede un incontro urgente con il neo ministro allo Sviluppo per salvare il secondo polo siderurgico d’Italia.

Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di  spegnerlo ha a che vedere con  motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino  rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai  andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.

La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.

Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera.  “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.

“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.

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Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno

Non sarà un Natale facile per i lavoratori della Lucchini. Il 24 dicembre l’altoforno dell’acciaieria si spegnerà e le duemila tute blu andranno in cassa integrazione. Il Pd della Toscana chiede un incontro urgente con il neo ministro allo Sviluppo per salvare il secondo polo siderurgico d’Italia.

Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di  spegnerlo ha a che vedere con  motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino  rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai  andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.

La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.

Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera.  “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.

“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.

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17 Novembre 2011

Il PD lancia gli Stati Generali della Cultura
“La crescita dell’Italia riparte anche da qui”

Artisti, responsabili delle istituzioni culturali e politici: tutti intorno ad un tavolo per fare il punto sulla cultura in Toscana. Il PD lancia gli Stati Generali della cultura: sabato 19 novembre alla Casa della creatività di Firenze, dalle 9.30 alle 17.30, si confronteranno operatori del settore e amministratori come la sovrintendente del Maggio Francesca Colombo, l’assessore regionale Cristina Scaletti, l’ex direttore dei beni culturali Mario Lolli Ghetti, il presidente dell’Ort Claudio Martini, lo scrittore Edoardo Nesi, l’assessore senese Lucia Cresti (la città è candidata a capitale della cultura nel 2019), il presidente del Festival Puccini Paolo Spadaccini, la senatrice Vittoria Franco, il presidente del teatro La Pergola Marco Giorgetti, la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo Beatrice Magnolfi.

“La cultura – dice il segretario del PD toscano Andrea Manciulli – non e’ spreco, inutilità o privilegio come propagandato in questi anni, bensì una risorsa per la crescita del Paese, una consapevolezza che in Toscana abbiamo profondamente radicata. Ora con il nuovo governo ripartiamo dall’esigenza di ricostruire un tessuto favorevole al rilancio delle nostre eccellenze, in un rapporto costruttivo con Regione ed enti locali”.

E Andrea Marcucci, responsabile Cultura dei Democratici toscani, aggiunge: “L’incontro del 19 novembre serve a preparare una proposta costruttiva di gestione dei beni culturali. Serve una maggiore presenza dei privati, con la defiscalizzazione degli investimenti e la semplificazione delle erogazioni liberali. Un sistema che contribuirebbe anche a risolvere molte situazioni delicate in Toscana, a partire dal Maggio Fiorentino”.

Ad aprire i lavori sabato mattina tre tavole rotonde su beni culturali, rapporto con i privati e politiche regionali. Nel pomeriggio invece gli interventi dello scrittore Edoardo Nesi, Marco Giorgetti, Stefania Ippoliti e Cesare Bindi. Dalle 15 alle 17 il dibattito con i contributi dei responsabili cultura del PD delle province toscane e a concludere le relazioni di Marcucci, Manciulli e del presidente della Regione Enrico Rossi.

“La Toscana – dice il presidente della commissione Cultura della Regione – è il luogo dove si potrà misurare l’inversione delle politiche nazionali. Dalle fondazioni liriche ai musei, per arrivare all’Accademia della Crusca, in questi anni con Tremonti abbiamo sofferto la follia dei tagli lineari. Il Pd, anche con l’iniziativa di sabato, punta a riscrivere i fondamentali”.

Prima dell’incontro alla Casa della creatività, in Toscana si sono svolte sei convention provinciali (Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Arezzo e Versilia), mentre gli Stati Generali della cultura si concluderanno a Roma con una grande assemblea nazionale che si terrà il 3 ed il 4 dicembre.

Il Programma in PDF

 

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Il PD lancia gli Stati Generali della Cultura
“La crescita dell’Italia riparte anche da qui”

Artisti, responsabili delle istituzioni culturali e politici: tutti intorno ad un tavolo per fare il punto sulla cultura in Toscana. Il PD lancia gli Stati Generali della cultura: sabato 19 novembre alla Casa della creatività di Firenze, dalle 9.30 alle 17.30, si confronteranno operatori del settore e amministratori come la sovrintendente del Maggio Francesca Colombo, l’assessore regionale Cristina Scaletti, l’ex direttore dei beni culturali Mario Lolli Ghetti, il presidente dell’Ort Claudio Martini, lo scrittore Edoardo Nesi, l’assessore senese Lucia Cresti (la città è candidata a capitale della cultura nel 2019), il presidente del Festival Puccini Paolo Spadaccini, la senatrice Vittoria Franco, il presidente del teatro La Pergola Marco Giorgetti, la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo Beatrice Magnolfi.

“La cultura – dice il segretario del PD toscano Andrea Manciulli – non e’ spreco, inutilità o privilegio come propagandato in questi anni, bensì una risorsa per la crescita del Paese, una consapevolezza che in Toscana abbiamo profondamente radicata. Ora con il nuovo governo ripartiamo dall’esigenza di ricostruire un tessuto favorevole al rilancio delle nostre eccellenze, in un rapporto costruttivo con Regione ed enti locali”.

E Andrea Marcucci, responsabile Cultura dei Democratici toscani, aggiunge: “L’incontro del 19 novembre serve a preparare una proposta costruttiva di gestione dei beni culturali. Serve una maggiore presenza dei privati, con la defiscalizzazione degli investimenti e la semplificazione delle erogazioni liberali. Un sistema che contribuirebbe anche a risolvere molte situazioni delicate in Toscana, a partire dal Maggio Fiorentino”.

Ad aprire i lavori sabato mattina tre tavole rotonde su beni culturali, rapporto con i privati e politiche regionali. Nel pomeriggio invece gli interventi dello scrittore Edoardo Nesi, Marco Giorgetti, Stefania Ippoliti e Cesare Bindi. Dalle 15 alle 17 il dibattito con i contributi dei responsabili cultura del PD delle province toscane e a concludere le relazioni di Marcucci, Manciulli e del presidente della Regione Enrico Rossi.

“La Toscana – dice il presidente della commissione Cultura della Regione – è il luogo dove si potrà misurare l’inversione delle politiche nazionali. Dalle fondazioni liriche ai musei, per arrivare all’Accademia della Crusca, in questi anni con Tremonti abbiamo sofferto la follia dei tagli lineari. Il Pd, anche con l’iniziativa di sabato, punta a riscrivere i fondamentali”.

Prima dell’incontro alla Casa della creatività, in Toscana si sono svolte sei convention provinciali (Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Arezzo e Versilia), mentre gli Stati Generali della cultura si concluderanno a Roma con una grande assemblea nazionale che si terrà il 3 ed il 4 dicembre.

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16 Novembre 2011

Manciulli: “Soddisfatti del nuovo governo
Per la Toscana spazi di discussione proficua”

“Esprimiamo la nostra soddisfazione per la formazione del nuovo Governo guidato da Mario Monti e composto da nomi di alto profilo. Siamo convinti che si possa aprire una nuova fase per il Paese, per ricostruirlo e ridare slancio alla crescita. La qualità delle personalità che danno vita al nuovo Governo imporranno a tutti di concentrarci fortemente sul merito e sulla concretezza delle decisioni da prendere. Questo è senza dubbio un fatto positivo, dopo anni di una politica fatta di slogan vuoti e di decisioni non prese. Noi dobbiamo partecipare a questa discussione con uno spirito costruttivo e positivo, avendo sempre come faro l’interesse del Paese, come ci ha dimostrato, con il suo esempio, il Presidente Napolitano”. Così il segretario del PD toscano, Andrea Manciulli, dopo che Mario Monti ha sciolto la riserva e presentato la lista dei Ministri.

Anche per la Toscana si aprono spazi positivi per una discussione più proficua con il Governo nazionale, sui temi della riforma dello stato sociale, rivolgendosi in particolare a giovani e nuove famiglie per la crescita demografica, e sul tema delle politiche industriali, vista l’assenza del governo centrale in questi anni, avendo negli occhi il futuro delle grandi aziende come la Breda e la Lucchini, e quello delle piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto principale della Toscana” prosegue Manciulli.

“Oggi vogliamo anche rinnovare il riconoscimento a Bersani e al gruppo dirigente nazionale del partito, che hanno saputo anteporre l’interesse del Paese a qualsiasi interesse di parte. Se lavoreremo bene, questo passaggio potrà contribuire a ridare vigore e nobiltà alla politica, avvicinandola ai problemi dei cittadini e allontanandola dai miraggi nei quali questi anni di berlusconismo l’avevano fatta piombare” conclude Manciulli.

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