Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno

Non sarà un Natale facile per i lavoratori della Lucchini. Il 24 dicembre l’altoforno dell’acciaieria si spegnerà e le duemila tute blu andranno in cassa integrazione. Il Pd della Toscana chiede un incontro urgente con il neo ministro allo Sviluppo per salvare il secondo polo siderurgico d’Italia.

Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di  spegnerlo ha a che vedere con  motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino  rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai  andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.

La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.

Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera.  “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.

“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.