19 Luglio 2013

Politiche Socio-Sanitarie. Nasce a Firenze il coordinamento nazionale dei consiglieri regionali Pd

Helatnetwork19 luglio 2013 – Costituzione di un coordinamento nazionale dei consiglieri regionali del PD che si occupano di politiche sociosanitarie. Richiesta di audizione con le commissioni di Camera e Senato sulla sostenibilità del SSN. Elaborazione di una risoluzione da presentare nei Consigli Regionali a sostegno dell’iniziativa ed apertura di un confronto dentro e fuori il partito.

Sono alcune delle proposte che oggi a Firenze una ventina di consiglieri regionali del Pd, in rappresentanza di quasi tutte le Regioni italiane, hanno discusso durante una giornata di lavoro promossa dal consigliere e responsabile sanità del partito toscano, Simone Naldoni.
Nasce dunque un coordinamento nazionale degli eletti Pd che seguono, a vario titolo, le problematiche della salute e del sistema sociosanitario. Con tanto di logo (una croce con spicchio di emiciclo e scritta HealthNetwork), che vuole battezzare una rete in grado di produrre idee e confronto tra le diverse esperienze e guarda lontano, fino alle riforme costituzionali che dovrebbero sancire un diverso assetto del rapporto tra Stato, Regioni ed Autonomie locali.

« Nel nostro paese – spiega Simone Naldoni –  il dibattito su questo temi è di grande attualità e coinvolge cittadini, associazioni, istituzioni a tutti i livelli, mondo del lavoro, organizzazioni sindacali. Ma registra una importante assenza: i Consiglieri Regionali. Le due commissioni parlamentari istituite allo scopo di misurare la sostenibilità del sistema stanno procedendo ad audizioni di vari stakeholders, esperti e istituzioni, ma ad oggi non risultano inviti ai Consigli Regionali. I governi regionali e il governo nazionale si confrontano nella Conferenza Stato Regioni, come è giusto, poi il dibattito e le decisioni filtrano a livello regionale, arrivano nei Consigli, dove in fin dei conti dobbiamo prendere le decisioni: varare i piani, cambiare le leggi, stabilire se introdurre o meno ticket, programmare l’assistenza e la prevenzione. Per questo occorre far crescere la consapevolezza che al legislatore regionale non può essere lasciato un ruolo “ancillare” di esecutore di decisioni prese altrove. In attesa della riforma istituzionale che a detta di molti dovrebbe prevedere una Camera  degli enti locali e alle Regioni, nella quale finalmente possano trovare peso anche gli eletti nei consigli regionali, pensiamo utile avviare un coordinamento nazionale dei Consiglieri Regionali che parta dal PD e dalle materie socio sanitarie, per poi magari estendersi ad altri partiti ed a altre materie, utile per attivare inoltre fuori e dentro il partito una discussioni approfondita».

E i punti da discutere sono tanti, molti già fissati in un primo documento discusso oggi durante la giornata di lavoro dai consiglieri regionali. Si va dal “rifinanziamento dei Fondi Sociale e Sanitario a partire dai due miliardi non previsti a valere sul 2014” al “superamento del sistema dei ticket introducendo eventualmente un più equo sistema di compartecipazione per alcune prestazioni”. E ancora: “superamento dei Piani di Rientro, fermi restando i vincoli di bilancio, attraverso una pianificazione capace di eliminare le storture prodotte da tagli non più sostenibili.
Rivisitazione dei LEA; nuovo Patto della Salute con il coinvolgimento delle Assemblee elettive regionali; rilancio della integrazione sociosanitaria; sviluppo della rete territoriale e implementazione dell’assistenza domiciliare e letti di cure intermedie; sviluppo della rete delle eccellenze con bacini anche sovra regionali per centri di altissima specializzazione; sviluppo della governance fra ASL e Enti locali; sviluppo della partecipazione della cittadinanza attiva e della advocacy dell’utenza alla programmazione sanitaria regionale e nazionale, superando il mero ricorso alle audizioni; superamento delle sacche di precariato presenti nel SSN e nel mondo delle professioni sociali”.

«E’ questo il partito democratico che più mi piace – ha commentato il segretario regionale Ivan Ferrucci, che ha preso parte al workshop di Firenze – Un partito che, soprattutto nelle istituzioni, si sforza di creare un lavoro e di produrre idee sulle cose concrete, sui bisogni della gente. E sicuramente, quello delle politiche sociosanitarie, in una società che cambia e nel pieno di una crisi di risorse pubbliche, è uno dei temi più sensibili, che presenta il maggiore impatto, insieme al lavoro, sulla vita quotidiana delle persone. Questo coordinamento che nasce a Firenze, nella Toscana che ha fatto del sistema sanitario pubblico il suo miglior biglietto da visita – ha concluso Ferrucci – sia anche un segnale forte per riaffermare un primato della politica, della buona politica al servizio della società e del bene comune principale: la salute».

Alla giornata di lavoro hanno partecipano consiglieri regionali del Pd delle Regioni:  Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

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18 Luglio 2013

Relazione di Simone Naldoni all’assemblea regionale sui temi socio-sanitari


- Relazione di Simone Naldoni, responsabile Sanità del Pd toscano,
all'assemblea regionale sui temi socio-sanitari, svoltasi il 12 luglio a Firenze -

 

 

L’assemblea regionale sulla sanità di venerdì 12 luglio è stata preceduta da alcune iniziative tematiche di approfondimento, tenute con i responsabili sanità del PD delle varie articolazioni territoriali della Toscana. Durante questi incontri preparatori abbiamo affrontato vari temi, dalla riorganizzazione della rete ospedaliera, all’assistenza territoriale, dalle Società della Salute al ridisegno dell’assetto istituzionale delle ASL.
L’incontro plenario è servito ad inserire questi temi nel contesto regionale partendo da alcuni punti cardine:
•    Il PD della Toscana è per il sistema sanitario pubblico, che senza demonizzare il rapporto con gli erogatori privati deve essere prevalente e comunque mantenere la stretta regia dell’intero sistema.
•    La copertura universalistica è irrinunciabile; a sostenerlo sono, finalmente, anche importanti istituzioni internazionali quali l’ONU e l’OMS, insieme a riviste specializzate del settore come Lancet. Si rende evidente che i paesi nei quali l’universalismo in sanità non è garantito sono quelli dove le comunità sono maggiormente a rischio di esclusione dai servizi e soggetti a spese catastrofiche, con grave danno per la crescita economica e sociale dell’intera comunità. L’assioma liberista dominante nei decenni che abbiamo alle spalle viene quindi ribaltato.
•    Pur non dimenticando che la spesa sanitaria va tenuta sotto stretto controllo il tema della sostenibilità non deve essere usato come scusa per tagli indiscriminati. La sanità e il sociale hanno fatto molto nel corso degli ultimi anni per dare il loro contributo alla messa in sicurezza dei conti pubblici e ulteriori sacrifici non sono tollerabili. A maggior ragione se si tiene conto del fatto che la spesa sanitaria in Italia è al di sotto della media dei paesi OCSE, pur offrendo buoni servizi e con risultati migliori anche rispetto a chi spende molto di più.

Per il Pd quindi diritti e risorse non sono incompatibili, soprattutto se smettiamo di vedere la spesa socio sanitaria come un mero fardello e la consideriamo per quello che è cioè fattore determinante di coesione sociale e volano di sviluppo, ricerca e occupazione.

Sappiamo bene però che non è possibile rimanere fermi; i sistemi socio sanitari vanno adeguati continuamente al mutare delle situazioni al contorno di natura epidemiologica, demografica e altro ancora. Per questo la Toscana ha reagito a questi cambiamenti e alla crisi economica accelerando alcuni processi di riforma, con alcuni atti di Giunta a partire dall’agosto 2012, capaci di imprimere una torsione al nostro sistema. L’anno 2012 rischiava di essere un anno di svolta per la sanità toscana, mettere in sicurezza i conti non era impresa facile, accogliamo quindi con particolare sollievo il raggiungimento del pareggio di bilancio anche per l’anno passato, così come certificato dall’apposito tavolo di lavoro del Ministero delle Finanze. Le DGR 754 e la 1235, vanno lette in questa ottica e vanno accompagnate con l’importante accordo con la medicina regionale firmato ad inizio 2013.

Si tratta di atti importanti ai quali però occorre ora fornire la necessaria cornice complessiva che soltanto il Piano sociosanitario può assicurare.
Bisogna quindi procedere al più presto con la revisione del PSSIR fermo da oltre un anno, adeguandolo alle nuove esigenze ma portandolo presto in discussione e approvazione, per non accumulare ulteriori e non più giustificabili ritardi.

All’interno del Piano devono essere risolte alcune situazioni pendenti a partire dalle SdS; non si può aspettare oltre. Le soluzioni ci sono, essendo venuta meno fra l’altro l’impossibilità del mantenimento della forma consortile.

Bisogna assolutamente salvaguardare i livelli di integrazione socio sanitaria e professionale, riconfigurando al meglio la governance fra ASL e Enti Locali, veri punti di forza delle SdS. Si può arrivare, attraverso una profonda revisione del Piano e quindi delle leggi di settore, a fornire a tutta la Toscana quegli strumenti necessari per superare l’attuale situazione di stallo e di incertezza, valorizzando le migliori esperienze locali, senza avvilire l’impegno politico istituzionale e amministrativo di coloro che si sono impegnati nel corso di questi anni all’interno delle SdS.  Non è politicamente tollerabile sentire definire i consorzi SdS carrozzoni e stipendifici per politici e tecnici, sacrificando questa esperienza sull’altare della battaglia ai costi della politica.

D’altra parte la Toscana non è stata ferma in questi anni nemmeno dove le SdS non sono state attuate e possediamo quindi un ventaglio di esperienze dalle quali attingere, possibilmente fornendo una serie di opzioni che possano far leva su alcuni punti fermi:

•    Gestione associata dei servizi sociali
•    Governance effettiva fra ASL e Enti Locali
•    Rapporto fra le gestioni associate e la ASL di riferimento
•    Strumenti per la integrazione professionale.

Per la rete ospedaliera occorre essere chiari: non chiuderemo le strutture piccole ma le doteremo di quelle necessarie funzioni utili a svolgere il compito di presidi inseriti in un contesto territoriale ampio di Area Vasta e in qualche caso di riferimento regionale. Dobbiamo nello stesso tempo tranquillizzare le nostre comunità che vivono con sofferenza questo particolare momento di riorganizzazione e motivare i professionisti sanitari, rendendo esplicito che i protagonisti veri del sistema sanitario sono loro e che su di loro si fa affidamento, per gli ulteriori passi in avanti del nostro sistema.

Le cure primarie hanno avuto una cornice importante grazie all’accordo con la medicina generale di inizio anno; si stanno implementando le AFT e le UCCP e case della salute. Attraverso l’estensione del Chronic Care Model pensiamo di poter dare una risposta di qualità alle esigenze della nostra comunità, in modo appropriato e sostenibile. Il PSSIR deve dare ulteriori certezze, estendendo la copertura territoriale di assistenza alle 24 ore e a tutti i giorni della settimana.

Centrale è il rapporto con le Università; su questo punto non sono sopportabili zone franche. C’è lo spazio per rivedere il sistema universitario toscano nell’ottica duplice della buona formazione universitaria e dell’assistenza sanitaria alla popolazione, la capacità di governo regionale avrà su questo punto un importante banco di prova.

Per quanto riguarda la riforma delle ASL occorre procedere con prudenza e con tappe certe. La riduzione del numero delle Aziende non è un tabù per nessuno, ma dobbiamo mettere in sicurezza conti e qualità dei servizi, oltre alla credibilità politica di mettere in moto un meccanismo che non si inceppi di fronte a localismi, capaci in passato di ritardare processi di riforma di impatto ben minore. Il PD toscano è pronto ad accettare questa sfida che deve essere però interpretata al meglio e senza la furia demagogica e iconoclasta che ha influenzato troppe decisioni dei governi nazionali degli ultimi anni.

Vale la pena fare la battaglia per il superamento dell’istituto dei ticket, iniqua ed esosa tassa sulla salute che colpisce il sistema universalistico, provocando reazioni e comportamenti non virtuosi; a prezzo di rivedere gli stessi LEA, dobbiamo eliminare i ticket attuali e quelli previsti per il futuro. Se non lo pensa la Toscana chi può farlo?
Dobbiamo in conclusione metterci come partito, come governo della regione come professionisti impegnati in sanità, alla testa del processo di innovazione con coraggio e determinazione, per fare in modo di dimostrarci all’altezza del compito e far compiere al sistema toscano un ulteriore passo in avanti.

 

Simone Naldoni, responsabile Sanità Pd Toscana

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Relazione di Simone Naldoni all’assemblea regionale sui temi socio-sanitari


- Relazione di Simone Naldoni, responsabile Sanità del Pd toscano,
all'assemblea regionale sui temi socio-sanitari, svoltasi il 12 luglio a Firenze -

 

 

L’assemblea regionale sulla sanità di venerdì 12 luglio è stata preceduta da alcune iniziative tematiche di approfondimento, tenute con i responsabili sanità del PD delle varie articolazioni territoriali della Toscana. Durante questi incontri preparatori abbiamo affrontato vari temi, dalla riorganizzazione della rete ospedaliera, all’assistenza territoriale, dalle Società della Salute al ridisegno dell’assetto istituzionale delle ASL.
L’incontro plenario è servito ad inserire questi temi nel contesto regionale partendo da alcuni punti cardine:
•    Il PD della Toscana è per il sistema sanitario pubblico, che senza demonizzare il rapporto con gli erogatori privati deve essere prevalente e comunque mantenere la stretta regia dell’intero sistema.
•    La copertura universalistica è irrinunciabile; a sostenerlo sono, finalmente, anche importanti istituzioni internazionali quali l’ONU e l’OMS, insieme a riviste specializzate del settore come Lancet. Si rende evidente che i paesi nei quali l’universalismo in sanità non è garantito sono quelli dove le comunità sono maggiormente a rischio di esclusione dai servizi e soggetti a spese catastrofiche, con grave danno per la crescita economica e sociale dell’intera comunità. L’assioma liberista dominante nei decenni che abbiamo alle spalle viene quindi ribaltato.
•    Pur non dimenticando che la spesa sanitaria va tenuta sotto stretto controllo il tema della sostenibilità non deve essere usato come scusa per tagli indiscriminati. La sanità e il sociale hanno fatto molto nel corso degli ultimi anni per dare il loro contributo alla messa in sicurezza dei conti pubblici e ulteriori sacrifici non sono tollerabili. A maggior ragione se si tiene conto del fatto che la spesa sanitaria in Italia è al di sotto della media dei paesi OCSE, pur offrendo buoni servizi e con risultati migliori anche rispetto a chi spende molto di più.

Per il Pd quindi diritti e risorse non sono incompatibili, soprattutto se smettiamo di vedere la spesa socio sanitaria come un mero fardello e la consideriamo per quello che è cioè fattore determinante di coesione sociale e volano di sviluppo, ricerca e occupazione.

Sappiamo bene però che non è possibile rimanere fermi; i sistemi socio sanitari vanno adeguati continuamente al mutare delle situazioni al contorno di natura epidemiologica, demografica e altro ancora. Per questo la Toscana ha reagito a questi cambiamenti e alla crisi economica accelerando alcuni processi di riforma, con alcuni atti di Giunta a partire dall’agosto 2012, capaci di imprimere una torsione al nostro sistema. L’anno 2012 rischiava di essere un anno di svolta per la sanità toscana, mettere in sicurezza i conti non era impresa facile, accogliamo quindi con particolare sollievo il raggiungimento del pareggio di bilancio anche per l’anno passato, così come certificato dall’apposito tavolo di lavoro del Ministero delle Finanze. Le DGR 754 e la 1235, vanno lette in questa ottica e vanno accompagnate con l’importante accordo con la medicina regionale firmato ad inizio 2013.

Si tratta di atti importanti ai quali però occorre ora fornire la necessaria cornice complessiva che soltanto il Piano sociosanitario può assicurare.
Bisogna quindi procedere al più presto con la revisione del PSSIR fermo da oltre un anno, adeguandolo alle nuove esigenze ma portandolo presto in discussione e approvazione, per non accumulare ulteriori e non più giustificabili ritardi.

All’interno del Piano devono essere risolte alcune situazioni pendenti a partire dalle SdS; non si può aspettare oltre. Le soluzioni ci sono, essendo venuta meno fra l’altro l’impossibilità del mantenimento della forma consortile.

Bisogna assolutamente salvaguardare i livelli di integrazione socio sanitaria e professionale, riconfigurando al meglio la governance fra ASL e Enti Locali, veri punti di forza delle SdS. Si può arrivare, attraverso una profonda revisione del Piano e quindi delle leggi di settore, a fornire a tutta la Toscana quegli strumenti necessari per superare l’attuale situazione di stallo e di incertezza, valorizzando le migliori esperienze locali, senza avvilire l’impegno politico istituzionale e amministrativo di coloro che si sono impegnati nel corso di questi anni all’interno delle SdS.  Non è politicamente tollerabile sentire definire i consorzi SdS carrozzoni e stipendifici per politici e tecnici, sacrificando questa esperienza sull’altare della battaglia ai costi della politica.

D’altra parte la Toscana non è stata ferma in questi anni nemmeno dove le SdS non sono state attuate e possediamo quindi un ventaglio di esperienze dalle quali attingere, possibilmente fornendo una serie di opzioni che possano far leva su alcuni punti fermi:

•    Gestione associata dei servizi sociali
•    Governance effettiva fra ASL e Enti Locali
•    Rapporto fra le gestioni associate e la ASL di riferimento
•    Strumenti per la integrazione professionale.

Per la rete ospedaliera occorre essere chiari: non chiuderemo le strutture piccole ma le doteremo di quelle necessarie funzioni utili a svolgere il compito di presidi inseriti in un contesto territoriale ampio di Area Vasta e in qualche caso di riferimento regionale. Dobbiamo nello stesso tempo tranquillizzare le nostre comunità che vivono con sofferenza questo particolare momento di riorganizzazione e motivare i professionisti sanitari, rendendo esplicito che i protagonisti veri del sistema sanitario sono loro e che su di loro si fa affidamento, per gli ulteriori passi in avanti del nostro sistema.

Le cure primarie hanno avuto una cornice importante grazie all’accordo con la medicina generale di inizio anno; si stanno implementando le AFT e le UCCP e case della salute. Attraverso l’estensione del Chronic Care Model pensiamo di poter dare una risposta di qualità alle esigenze della nostra comunità, in modo appropriato e sostenibile. Il PSSIR deve dare ulteriori certezze, estendendo la copertura territoriale di assistenza alle 24 ore e a tutti i giorni della settimana.

Centrale è il rapporto con le Università; su questo punto non sono sopportabili zone franche. C’è lo spazio per rivedere il sistema universitario toscano nell’ottica duplice della buona formazione universitaria e dell’assistenza sanitaria alla popolazione, la capacità di governo regionale avrà su questo punto un importante banco di prova.

Per quanto riguarda la riforma delle ASL occorre procedere con prudenza e con tappe certe. La riduzione del numero delle Aziende non è un tabù per nessuno, ma dobbiamo mettere in sicurezza conti e qualità dei servizi, oltre alla credibilità politica di mettere in moto un meccanismo che non si inceppi di fronte a localismi, capaci in passato di ritardare processi di riforma di impatto ben minore. Il PD toscano è pronto ad accettare questa sfida che deve essere però interpretata al meglio e senza la furia demagogica e iconoclasta che ha influenzato troppe decisioni dei governi nazionali degli ultimi anni.

Vale la pena fare la battaglia per il superamento dell’istituto dei ticket, iniqua ed esosa tassa sulla salute che colpisce il sistema universalistico, provocando reazioni e comportamenti non virtuosi; a prezzo di rivedere gli stessi LEA, dobbiamo eliminare i ticket attuali e quelli previsti per il futuro. Se non lo pensa la Toscana chi può farlo?
Dobbiamo in conclusione metterci come partito, come governo della regione come professionisti impegnati in sanità, alla testa del processo di innovazione con coraggio e determinazione, per fare in modo di dimostrarci all’altezza del compito e far compiere al sistema toscano un ulteriore passo in avanti.

 

Simone Naldoni, responsabile Sanità Pd Toscana

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Quarta Assemblea regionale dei segretari di circolo del Pd della Toscana, la relazione del segretario regionale Ivan Ferrucci.



- I PUNTI DELL'INTERVENTO DI IVAN FERRUCCI -

- BOZZA NON CORRETTA -


San Miniato Basso, 13 luglio 2013 – Questa assemblea si tiene in un momento delicato per il Paese. La crisi economica non dà tregua e nonostante i primi provvedimenti del governo Letta a settembre c’è il rischio concreto che la mancanza di risorse per gli ammortizzatori sociali, faccia precipitare la situazione per la ex ISI e anche di altre aziende in crisi della nostra Regione. Ricordo in Toscana ci sono 25.000 lavoratori in cassa integrazione in deroga e  molte imprese che chiudono.

Ecco perché le risorse ottenute dalla commissione europea non potranno essere utilizzate per l’abolizione dell’Imu, che andrà certamente  ripensata per renderla più equa, ma dovranno essere indirizzate all’abbattimento della pressione fiscale per le aziende che investono in competitività, oltre che  alle politiche del lavoro che riguardano sopratutto giovani e donne.

Un quadro generale che vede un crescente fabbisogno di risorse per le politiche sociali a causa di un aumento della povertà, e lo stato sociale che rischia una regressione complessiva dei servizi e delle prestazioni sanitarie, mettendone in discussione il valore universalistico.
Di questo abbiamo discusso ieri nell’ambito di un’assemblea regionale dedicata  a questi temi e ne parleremo di nuovo venerdì prossimo a un’iniziativa alla quale sono stati invitati molti responsabili regionali del settore sanità Pd e assessori regionali Pd di varie regioni, i quali saranno a Firenze per definire una piattaforma programmatica comune da sottoporre al governo nazionale.

L’assemblea di oggi è un momento di confronto e verifica dello stato del Pd sopratutto in vista del prossimo congresso, Zoggia ci aggiornerà sul lavoro di definizione delle regole. Come ho già avuto modo di dichiarare, credo che un partito che in occasione del congresso ne cambi le regole, dà una dimostrazione di debolezza sia sul piano politico che sul piano culturale e identitario.
 
Penso inoltre  che le regole di un partito debbano tener conto del sistema istituzionale, mi riferisco al fatto che la nostra è una repubblica parlamentare e non presidenziale, e con la riforma del Titolo V abbiamo un rapporto nuovo rispetto al passato fra enti locali e stato centrale. Ecco perché penso che la figura del segretario del partito non debba coincidere con quella di candidato premier. Non funziona, lo abbiamo già sperimentato due volte, con Veltroni prima e Bersani poi, e la risposta dell’elettorato è stata chiara: due segretari vincitori delle primarie a casa e il vice segretario al governo.
Solo se cambia il nostro assetto istituzionale allora la figura del segretario e del premier potranno coincidere.

Sono altresì convinto che i congressi di circolo e provinciali debbano svolgersi in momenti diversi da quello nazionale, come credo sia auspicabile che negli organi dirigenti nazionali vi sia almeno il 50% dei membri provenienti dalle unioni regionali e coordinamenti territoriali.

Il nostro partito dovrà affrontare anche il cambiamento dell’assetto istituzionale in atto, ad esempio nel momento in cui le province non ci saranno più, che fine faranno i coordinamenti territoriali del Pd che in Toscana sono 13?
Per affrontare il tema delle riforme istituzionale svolgeremo un seminario a settembre.

Ma un partito non è fatto solo di regole, un partito è identità culturale e politica ed è progettualità. Un confronto programmatico comune deve venire prima di nomi e candidature, per questo ho deciso di convocare la seconda conferenza programmatica del Partito democratico della Toscana, in quella sede definiremo una piattaforma programmatica che sarà il contributo alla fase congressuale e alla definizione delle candidature.
Non sarà un documento che pretende di definire tutto, ma metterà in fila una serie di punti che ritengo importanti per la definizione di un nuovo modello  di sviluppo e di governance della nostra regione.

Tre passaggi di discussione importante in vista del congresso: il seminario sui nuovi assetti istituzionali; la conferenza programmatica e l’assemblea di oggi, tutti  contributi fondamentali per avviare una discussione non solo sulle regole ma sulle questioni di merito che riguardano il Paese e il Partito.

Siamo qui oggi con i segretari di circolo per discutere della situazione del partito e non solo. Anche l’assenza di una legge sui partiti è una delle tante riforme mancate.

Il Pd non è esente dalla disaffezione alla politica e alle istituzioni dei cittadini, una situazione che ormai da oltre venti anni ci affligge anche per l’incapacità di fare riforme che aprissero una fase nuova per la nostra Repubblica.
Sono tante le cause che hanno allontanato i cittadini dalla politica, prova ne è il drammatico dato dell’affluenza alle elezioni politiche del febbraio scorso con una percentuale votanti del 72%, la più bassa dal dopo guerra ad oggi, ancora più accentuata alle amministrative di maggio con punte di astensionismo del 50% .
 
I dati che vi abbiamo consegnato evidenziano che in Toscana siamo l’unico partito ancora organizzato sul territorio. Anche se abbiamo un calo di iscritti, ad oggi contiamo 53.000 iscritti rispetto ai 72.000 del 2009, anno dell’ultimo congresso, voglio sottolineare un dato molto importante: dalla nascita del Pd ad oggi ci sono 90.000 toscani che hanno preso almeno una volta la nostra tessera. Questo vuol dire che ogni anno ci sono tanti nuovi iscritti, al contempo però altri non rinnovano la tessera, e questo è un dato su cui riflettere. Per questo il lavoro dei circoli è fondamentale per capire le motivazioni di questi “abbandoni”.
 
Gli oltre 800 circoli sul territorio dimostrano il nostro radicamento e nonostante i contributi derivanti dal tesseramento, dalle quote versate dai nostri eletti e dalle feste democratiche, le risorse sono sempre più insufficienti al mantenimento degli stessi. E le risorse sono un elemento determinante per l’esistenza di un minimo di organizzazione sul territorio, per il mantenimento delle sedi e per l’attività politica. Da qui nasce la mia proposta: l’unione regionale con i versamenti delle indennità del gruppo consiliare regionale e con una campagna regionale di sottoscrizione può arrivare ad avere un bilancio nel 2013 che faccia a meno di gran parte del finanziamento pubblico ai partiti, riconosciutoci in base al regolamento finanziario nazionale del partito.
Se il finanziamento rimane potremmo destinarlo in gran parte ai coordinamenti territoriali  e ai circoli, attraverso la definizione di un regolamento finanziario da approvare dalla direzione regionale entro la fine del mese di luglio.

Infine, non meno importanti, la campagna di tesseramento 2013 e la stagione delle feste che è già iniziata – motivo per cui molti segretari di circoli oggi non possono essere presenti.
Il tesseramento è la base di qualsiasi associazione organizzata, se non ci sono gli iscritti non esiste nessuna associazione o partito, su questo punto bisognerebbe ridefinire un ruolo attivo dell’iscritto.

Abbiamo bisogno di stabilità politica, di almeno due anni per fare le riforme urgenti e necessarie a far ripartire il Paese, per dare risposte concrete alla crisi e per svolgere con responsabilità il semestre di presidenza italiana del consiglio europeo nel 2014, subito dopo un altro appuntamento elettorale importante con le elezioni europee.

Abbiamo anche un congresso importante per il nostro partito, prepariamoci nel modo migliore.

 

Ivan Ferrucci, segretario Pd Toscana

 

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Quarta Assemblea regionale dei segretari di circolo del Pd della Toscana, la relazione del segretario regionale Ivan Ferrucci.



- I PUNTI DELL'INTERVENTO DI IVAN FERRUCCI -

- BOZZA NON CORRETTA -


San Miniato Basso, 13 luglio 2013 – Questa assemblea si tiene in un momento delicato per il Paese. La crisi economica non dà tregua e nonostante i primi provvedimenti del governo Letta a settembre c’è il rischio concreto che la mancanza di risorse per gli ammortizzatori sociali, faccia precipitare la situazione per la ex ISI e anche di altre aziende in crisi della nostra Regione. Ricordo in Toscana ci sono 25.000 lavoratori in cassa integrazione in deroga e  molte imprese che chiudono.

Ecco perché le risorse ottenute dalla commissione europea non potranno essere utilizzate per l’abolizione dell’Imu, che andrà certamente  ripensata per renderla più equa, ma dovranno essere indirizzate all’abbattimento della pressione fiscale per le aziende che investono in competitività, oltre che  alle politiche del lavoro che riguardano sopratutto giovani e donne.

Un quadro generale che vede un crescente fabbisogno di risorse per le politiche sociali a causa di un aumento della povertà, e lo stato sociale che rischia una regressione complessiva dei servizi e delle prestazioni sanitarie, mettendone in discussione il valore universalistico.
Di questo abbiamo discusso ieri nell’ambito di un’assemblea regionale dedicata  a questi temi e ne parleremo di nuovo venerdì prossimo a un’iniziativa alla quale sono stati invitati molti responsabili regionali del settore sanità Pd e assessori regionali Pd di varie regioni, i quali saranno a Firenze per definire una piattaforma programmatica comune da sottoporre al governo nazionale.

L’assemblea di oggi è un momento di confronto e verifica dello stato del Pd sopratutto in vista del prossimo congresso, Zoggia ci aggiornerà sul lavoro di definizione delle regole. Come ho già avuto modo di dichiarare, credo che un partito che in occasione del congresso ne cambi le regole, dà una dimostrazione di debolezza sia sul piano politico che sul piano culturale e identitario.
 
Penso inoltre  che le regole di un partito debbano tener conto del sistema istituzionale, mi riferisco al fatto che la nostra è una repubblica parlamentare e non presidenziale, e con la riforma del Titolo V abbiamo un rapporto nuovo rispetto al passato fra enti locali e stato centrale. Ecco perché penso che la figura del segretario del partito non debba coincidere con quella di candidato premier. Non funziona, lo abbiamo già sperimentato due volte, con Veltroni prima e Bersani poi, e la risposta dell’elettorato è stata chiara: due segretari vincitori delle primarie a casa e il vice segretario al governo.
Solo se cambia il nostro assetto istituzionale allora la figura del segretario e del premier potranno coincidere.

Sono altresì convinto che i congressi di circolo e provinciali debbano svolgersi in momenti diversi da quello nazionale, come credo sia auspicabile che negli organi dirigenti nazionali vi sia almeno il 50% dei membri provenienti dalle unioni regionali e coordinamenti territoriali.

Il nostro partito dovrà affrontare anche il cambiamento dell’assetto istituzionale in atto, ad esempio nel momento in cui le province non ci saranno più, che fine faranno i coordinamenti territoriali del Pd che in Toscana sono 13?
Per affrontare il tema delle riforme istituzionale svolgeremo un seminario a settembre.

Ma un partito non è fatto solo di regole, un partito è identità culturale e politica ed è progettualità. Un confronto programmatico comune deve venire prima di nomi e candidature, per questo ho deciso di convocare la seconda conferenza programmatica del Partito democratico della Toscana, in quella sede definiremo una piattaforma programmatica che sarà il contributo alla fase congressuale e alla definizione delle candidature.
Non sarà un documento che pretende di definire tutto, ma metterà in fila una serie di punti che ritengo importanti per la definizione di un nuovo modello  di sviluppo e di governance della nostra regione.

Tre passaggi di discussione importante in vista del congresso: il seminario sui nuovi assetti istituzionali; la conferenza programmatica e l’assemblea di oggi, tutti  contributi fondamentali per avviare una discussione non solo sulle regole ma sulle questioni di merito che riguardano il Paese e il Partito.

Siamo qui oggi con i segretari di circolo per discutere della situazione del partito e non solo. Anche l’assenza di una legge sui partiti è una delle tante riforme mancate.

Il Pd non è esente dalla disaffezione alla politica e alle istituzioni dei cittadini, una situazione che ormai da oltre venti anni ci affligge anche per l’incapacità di fare riforme che aprissero una fase nuova per la nostra Repubblica.
Sono tante le cause che hanno allontanato i cittadini dalla politica, prova ne è il drammatico dato dell’affluenza alle elezioni politiche del febbraio scorso con una percentuale votanti del 72%, la più bassa dal dopo guerra ad oggi, ancora più accentuata alle amministrative di maggio con punte di astensionismo del 50% .
 
I dati che vi abbiamo consegnato evidenziano che in Toscana siamo l’unico partito ancora organizzato sul territorio. Anche se abbiamo un calo di iscritti, ad oggi contiamo 53.000 iscritti rispetto ai 72.000 del 2009, anno dell’ultimo congresso, voglio sottolineare un dato molto importante: dalla nascita del Pd ad oggi ci sono 90.000 toscani che hanno preso almeno una volta la nostra tessera. Questo vuol dire che ogni anno ci sono tanti nuovi iscritti, al contempo però altri non rinnovano la tessera, e questo è un dato su cui riflettere. Per questo il lavoro dei circoli è fondamentale per capire le motivazioni di questi “abbandoni”.
 
Gli oltre 800 circoli sul territorio dimostrano il nostro radicamento e nonostante i contributi derivanti dal tesseramento, dalle quote versate dai nostri eletti e dalle feste democratiche, le risorse sono sempre più insufficienti al mantenimento degli stessi. E le risorse sono un elemento determinante per l’esistenza di un minimo di organizzazione sul territorio, per il mantenimento delle sedi e per l’attività politica. Da qui nasce la mia proposta: l’unione regionale con i versamenti delle indennità del gruppo consiliare regionale e con una campagna regionale di sottoscrizione può arrivare ad avere un bilancio nel 2013 che faccia a meno di gran parte del finanziamento pubblico ai partiti, riconosciutoci in base al regolamento finanziario nazionale del partito.
Se il finanziamento rimane potremmo destinarlo in gran parte ai coordinamenti territoriali  e ai circoli, attraverso la definizione di un regolamento finanziario da approvare dalla direzione regionale entro la fine del mese di luglio.

Infine, non meno importanti, la campagna di tesseramento 2013 e la stagione delle feste che è già iniziata – motivo per cui molti segretari di circoli oggi non possono essere presenti.
Il tesseramento è la base di qualsiasi associazione organizzata, se non ci sono gli iscritti non esiste nessuna associazione o partito, su questo punto bisognerebbe ridefinire un ruolo attivo dell’iscritto.

Abbiamo bisogno di stabilità politica, di almeno due anni per fare le riforme urgenti e necessarie a far ripartire il Paese, per dare risposte concrete alla crisi e per svolgere con responsabilità il semestre di presidenza italiana del consiglio europeo nel 2014, subito dopo un altro appuntamento elettorale importante con le elezioni europee.

Abbiamo anche un congresso importante per il nostro partito, prepariamoci nel modo migliore.

 

Ivan Ferrucci, segretario Pd Toscana

 

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NEWSLETTER PD TOSCANA n. 16/2013 – 18 luglio

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NEWSLETTER PD TOSCANA
N. 16/2013
– 18 luglio

 


PD TOSCANA. LA SEGRETERIA DI IVAN FERRUCCILeggi

NON SOLO REGOLE O NOMI: SERVE UN CONFRONTO DI MERITO”. INTERVENTO DEL SEGRETARIO REGIONALE IVAN FERRUCCI SU IL TIRRENO DEL 17 LUGLIO 2013 – Leggi

QUARTA ASSEMBLEA REGIONALE DEI SEGRETARI DI CIRCOLO DEL PD DELLA TOSCANA, LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO REGIONALE IVAN FERRUCCI. – Leggi

RELAZIONE DI SIMONE NALDONI ALL’ASSEMBLEA REGIONALE SUI TEMI SOCIO-SANITARILeggi

PD TOSCANA: “CALDEROLI SI DIMETTA”Leggi

LAVORO. FERRUCCI: “GIOVANI E AMMORTIZZATORI SOCIALI PRIORITA’. GOVERNO ASCOLTI REGIONI” Leggi

VENERDÌ EPIFANI A PISTOIA E MONSUMMANO TERME – Leggi

“CULTURA RISORSA STRATEGICA. DOVE SIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE”. IL 25 LUGLIO INCONTRO A SAN MINIATO Leggi

CON NOI PER L’ITALIA GIUSTA. CAMPAGNA TESSERAMENTO 2013 – Leggi

FESTE DEMOCRATICHE. GUARDA L’AGENDA DELL’ESTATE 2013 IN TOSCANA E SEGNALACI QUELLA DEL TUO COMUNE E DEL TUO CIRCOLO – Leggi


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Unione Regionale PD della Toscana

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17 Luglio 2013

Debiti alle p.a e politiche del lavoro, Ruggeri (Pd): “Soddisfazione per il risultato raggiunto. Andiamo avanti su questa strada”

17 luglio 2013 – “Riduzione dei tempi per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni e una tranche di investimenti da destinare alle politiche del lavoro, al microcredito e allo sviluppo di alcune aree strategiche per l’economia del territorio. Oggi come Regione abbiamo messo a segno un risultato importante e per questo che non posso che esprimere la mia soddisfazione per il risultato raggiunto; ora più che mai è necessario proseguire su questa strada. In una visione positiva ho colto e apprezzato il segnale arrivato dai consiglieri del gruppo dell’Udc che si sono astenuti durante la votazione finale sulla finanziaria; un gesto che dimostra come su questioni importanti per la Toscana, si possono trovare convergenze interessanti. Infatti, con l’approvazione da parte del consiglio regionale della variazione alla finanziaria e al bilancio – modifiche che erano già state approvate grazie ad un emendamento ad hoc all’interno della commissione affari istituzionali – di fatto siamo riusciti a dare una boccata d’ossigeno ad una parte delle aziende che si vedranno pagare, entro il mese di agosto, i crediti contratti con le pubbliche amministrazione. Tra i settori interessati ci sono quello delle imprese che si occupano di forniture non sanitarie (38 mln) e quello degli enti del servizio sanitario nazionale (230,7 mln). Si tratta di misure importanti che oltre a sanare i debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni, prevedono anche la messa in atto di politiche del lavoro, come gli otto milioni per incentivi alle assunzioni e ai contratti di solidarietà e i tre milioni per i progetti di microcredito destinati alle piccole e piccolissime imprese”.

Così Marco Ruggeri capogruppo Pd in consiglio regionale, sulle misure adottate a seguito dell’approvazione in consiglio regionale, con la variazioni del bilancio e della finanziaria regionali.

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Debiti alle p.a e politiche del lavoro, Ruggeri (Pd): “Soddisfazione per il risultato raggiunto. Andiamo avanti su questa strada”

17 luglio 2013 – “Riduzione dei tempi per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni e una tranche di investimenti da destinare alle politiche del lavoro, al microcredito e allo sviluppo di alcune aree strategiche per l’economia del territorio. Oggi come Regione abbiamo messo a segno un risultato importante e per questo che non posso che esprimere la mia soddisfazione per il risultato raggiunto; ora più che mai è necessario proseguire su questa strada. In una visione positiva ho colto e apprezzato il segnale arrivato dai consiglieri del gruppo dell’Udc che si sono astenuti durante la votazione finale sulla finanziaria; un gesto che dimostra come su questioni importanti per la Toscana, si possono trovare convergenze interessanti. Infatti, con l’approvazione da parte del consiglio regionale della variazione alla finanziaria e al bilancio – modifiche che erano già state approvate grazie ad un emendamento ad hoc all’interno della commissione affari istituzionali – di fatto siamo riusciti a dare una boccata d’ossigeno ad una parte delle aziende che si vedranno pagare, entro il mese di agosto, i crediti contratti con le pubbliche amministrazione. Tra i settori interessati ci sono quello delle imprese che si occupano di forniture non sanitarie (38 mln) e quello degli enti del servizio sanitario nazionale (230,7 mln). Si tratta di misure importanti che oltre a sanare i debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni, prevedono anche la messa in atto di politiche del lavoro, come gli otto milioni per incentivi alle assunzioni e ai contratti di solidarietà e i tre milioni per i progetti di microcredito destinati alle piccole e piccolissime imprese”.

Così Marco Ruggeri capogruppo Pd in consiglio regionale, sulle misure adottate a seguito dell’approvazione in consiglio regionale, con la variazioni del bilancio e della finanziaria regionali.

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“Non solo regole o nomi: serve un confronto di merito”. Intervento del segretario regionale Ivan Ferrucci su Il Tirreno del 17 luglio 2013

intervento-ferrucci-tirreno-17luglio2013

17 luglio 2013 – L’editoriale del direttore Roberto Bernabò domenica scorsa fa emergere giusti elementi di riflessione sul Pd Toscano. Siamo di fronte ad una questione di fondo che riguarda la governance e il modello di sviluppo della nostra Regione. La recessione ci pone di fronte scelte strutturali che avranno un impatto sul modello di sviluppo, sullo stato sociale e sul rapporto tra istituzioni locali e Regione e tra Regione e Stato, soprattutto dopo la “mezza” riforma del titolo quinto agli inizi degli anni 2000. Quando un Paese è attraversato da profondi cambiamenti socioeconomici, la classe dirigente viene messa in discussione. E non intendo solo la classe dirigente politica ma tutti i soggetti di rappresentanza economici e sociali. Non c’è dubbio che chi governa è il primo a dover affrontare tale cambiamento, e che in Toscana siamo in grado di affrontarlo più forti di altre realtà, grazie alla virtuosità del modello affermatosi in questi anni. Ma oggi non è sufficiente rimarcare i risultati del nostro sistema socio-sanitario negli ultimi quindici anni o di un diffuso sistema di servizi, messo a punto grazie al decentramento sui territori, avvenuto dalla metà degli anni ’90. Siamo di fronte ad una nuova sfida, lavoriamo con una cronicamancanza di risorse, certo, ma che nello stesso tempo apre la possibilità a nuove opportunità. Ad esempio, il sistema di promozione turistica deve cambiare. Abbiamo tolto le agenzie provinciali ma non abbiamo ancora ridefinito un nuovo modello che promuova la Toscana come un’unica identità caratterizzata però da molteplici realtà: mi riferisco a un nuovo modello istituzionale a livello locale e a un nuovo sistema di programmazione a livello regionale, che ponga le basi per una maggiore competitività e sostenibilità. Noi non vogliamo tornare indietro rispetto alle conquiste che abbiamo ottenuto in questi anni, ovvero, per menzionarne alcune, l’alto tasso di occupazione femminile che avevamo prima della crisi, l’efficienza del sistema di servizi sul territorio, un tessuto economico in grado di competere a livello internazionale, grazie a un forte radicamento di piccole e medie imprese ma anche di grandi realtà imprenditoriali e forti cooperative. All’assemblea regionale ho definito due appuntamenti che voglio realizzare nel mio breve periodo da segretario: un seminario sul riordino delle funzioni istituzionali e la conferenza programmatica. Oggi la discussione è caratterizzata da regole e nomi; e non da contenuti. «Prima i contenuti e programmi poi i candidati», è quello che tutti ci dicono. È quanto voglio fare, ecco perché ho chiesto un passo indietro. È questa la vecchia politica? Non credo. Penso che sia piuttosto un tentativo di dare credibilità alla politica. Qualcuno sa cosa pensa Ferrucci o Parrini o chiunque altro su temi come le infrastrutture, il piano socio-sanitario, l’economia, il lavoro, la scuola? Sono convinto che ci siano più elementi di unione che di divisione. È forse un’utopia la mia volontà di chiamare a un confronto di merito il Pd toscano prima del confronto congressuale? Io ci provo. Un percorso con queste caratteristiche può dimostrare che sulle questioni di fondo siamo d’accordo; è ovvio che ci siano divergenze ma dubito che esista una divario di posizioni così largo al nostro interno. Rispetto a questo percorso, io non sarò di ostacolo a una candidatura congressuale che possa rappresentare ampiamente iscritti ed elettori del Pd toscano.

Ivan Ferrucci, segretario regionale del Pd  

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