Relazione di Simone Naldoni all’assemblea regionale sui temi socio-sanitari


- Relazione di Simone Naldoni, responsabile Sanità del Pd toscano,
all'assemblea regionale sui temi socio-sanitari, svoltasi il 12 luglio a Firenze -

 

 

L’assemblea regionale sulla sanità di venerdì 12 luglio è stata preceduta da alcune iniziative tematiche di approfondimento, tenute con i responsabili sanità del PD delle varie articolazioni territoriali della Toscana. Durante questi incontri preparatori abbiamo affrontato vari temi, dalla riorganizzazione della rete ospedaliera, all’assistenza territoriale, dalle Società della Salute al ridisegno dell’assetto istituzionale delle ASL.
L’incontro plenario è servito ad inserire questi temi nel contesto regionale partendo da alcuni punti cardine:
•    Il PD della Toscana è per il sistema sanitario pubblico, che senza demonizzare il rapporto con gli erogatori privati deve essere prevalente e comunque mantenere la stretta regia dell’intero sistema.
•    La copertura universalistica è irrinunciabile; a sostenerlo sono, finalmente, anche importanti istituzioni internazionali quali l’ONU e l’OMS, insieme a riviste specializzate del settore come Lancet. Si rende evidente che i paesi nei quali l’universalismo in sanità non è garantito sono quelli dove le comunità sono maggiormente a rischio di esclusione dai servizi e soggetti a spese catastrofiche, con grave danno per la crescita economica e sociale dell’intera comunità. L’assioma liberista dominante nei decenni che abbiamo alle spalle viene quindi ribaltato.
•    Pur non dimenticando che la spesa sanitaria va tenuta sotto stretto controllo il tema della sostenibilità non deve essere usato come scusa per tagli indiscriminati. La sanità e il sociale hanno fatto molto nel corso degli ultimi anni per dare il loro contributo alla messa in sicurezza dei conti pubblici e ulteriori sacrifici non sono tollerabili. A maggior ragione se si tiene conto del fatto che la spesa sanitaria in Italia è al di sotto della media dei paesi OCSE, pur offrendo buoni servizi e con risultati migliori anche rispetto a chi spende molto di più.

Per il Pd quindi diritti e risorse non sono incompatibili, soprattutto se smettiamo di vedere la spesa socio sanitaria come un mero fardello e la consideriamo per quello che è cioè fattore determinante di coesione sociale e volano di sviluppo, ricerca e occupazione.

Sappiamo bene però che non è possibile rimanere fermi; i sistemi socio sanitari vanno adeguati continuamente al mutare delle situazioni al contorno di natura epidemiologica, demografica e altro ancora. Per questo la Toscana ha reagito a questi cambiamenti e alla crisi economica accelerando alcuni processi di riforma, con alcuni atti di Giunta a partire dall’agosto 2012, capaci di imprimere una torsione al nostro sistema. L’anno 2012 rischiava di essere un anno di svolta per la sanità toscana, mettere in sicurezza i conti non era impresa facile, accogliamo quindi con particolare sollievo il raggiungimento del pareggio di bilancio anche per l’anno passato, così come certificato dall’apposito tavolo di lavoro del Ministero delle Finanze. Le DGR 754 e la 1235, vanno lette in questa ottica e vanno accompagnate con l’importante accordo con la medicina regionale firmato ad inizio 2013.

Si tratta di atti importanti ai quali però occorre ora fornire la necessaria cornice complessiva che soltanto il Piano sociosanitario può assicurare.
Bisogna quindi procedere al più presto con la revisione del PSSIR fermo da oltre un anno, adeguandolo alle nuove esigenze ma portandolo presto in discussione e approvazione, per non accumulare ulteriori e non più giustificabili ritardi.

All’interno del Piano devono essere risolte alcune situazioni pendenti a partire dalle SdS; non si può aspettare oltre. Le soluzioni ci sono, essendo venuta meno fra l’altro l’impossibilità del mantenimento della forma consortile.

Bisogna assolutamente salvaguardare i livelli di integrazione socio sanitaria e professionale, riconfigurando al meglio la governance fra ASL e Enti Locali, veri punti di forza delle SdS. Si può arrivare, attraverso una profonda revisione del Piano e quindi delle leggi di settore, a fornire a tutta la Toscana quegli strumenti necessari per superare l’attuale situazione di stallo e di incertezza, valorizzando le migliori esperienze locali, senza avvilire l’impegno politico istituzionale e amministrativo di coloro che si sono impegnati nel corso di questi anni all’interno delle SdS.  Non è politicamente tollerabile sentire definire i consorzi SdS carrozzoni e stipendifici per politici e tecnici, sacrificando questa esperienza sull’altare della battaglia ai costi della politica.

D’altra parte la Toscana non è stata ferma in questi anni nemmeno dove le SdS non sono state attuate e possediamo quindi un ventaglio di esperienze dalle quali attingere, possibilmente fornendo una serie di opzioni che possano far leva su alcuni punti fermi:

•    Gestione associata dei servizi sociali
•    Governance effettiva fra ASL e Enti Locali
•    Rapporto fra le gestioni associate e la ASL di riferimento
•    Strumenti per la integrazione professionale.

Per la rete ospedaliera occorre essere chiari: non chiuderemo le strutture piccole ma le doteremo di quelle necessarie funzioni utili a svolgere il compito di presidi inseriti in un contesto territoriale ampio di Area Vasta e in qualche caso di riferimento regionale. Dobbiamo nello stesso tempo tranquillizzare le nostre comunità che vivono con sofferenza questo particolare momento di riorganizzazione e motivare i professionisti sanitari, rendendo esplicito che i protagonisti veri del sistema sanitario sono loro e che su di loro si fa affidamento, per gli ulteriori passi in avanti del nostro sistema.

Le cure primarie hanno avuto una cornice importante grazie all’accordo con la medicina generale di inizio anno; si stanno implementando le AFT e le UCCP e case della salute. Attraverso l’estensione del Chronic Care Model pensiamo di poter dare una risposta di qualità alle esigenze della nostra comunità, in modo appropriato e sostenibile. Il PSSIR deve dare ulteriori certezze, estendendo la copertura territoriale di assistenza alle 24 ore e a tutti i giorni della settimana.

Centrale è il rapporto con le Università; su questo punto non sono sopportabili zone franche. C’è lo spazio per rivedere il sistema universitario toscano nell’ottica duplice della buona formazione universitaria e dell’assistenza sanitaria alla popolazione, la capacità di governo regionale avrà su questo punto un importante banco di prova.

Per quanto riguarda la riforma delle ASL occorre procedere con prudenza e con tappe certe. La riduzione del numero delle Aziende non è un tabù per nessuno, ma dobbiamo mettere in sicurezza conti e qualità dei servizi, oltre alla credibilità politica di mettere in moto un meccanismo che non si inceppi di fronte a localismi, capaci in passato di ritardare processi di riforma di impatto ben minore. Il PD toscano è pronto ad accettare questa sfida che deve essere però interpretata al meglio e senza la furia demagogica e iconoclasta che ha influenzato troppe decisioni dei governi nazionali degli ultimi anni.

Vale la pena fare la battaglia per il superamento dell’istituto dei ticket, iniqua ed esosa tassa sulla salute che colpisce il sistema universalistico, provocando reazioni e comportamenti non virtuosi; a prezzo di rivedere gli stessi LEA, dobbiamo eliminare i ticket attuali e quelli previsti per il futuro. Se non lo pensa la Toscana chi può farlo?
Dobbiamo in conclusione metterci come partito, come governo della regione come professionisti impegnati in sanità, alla testa del processo di innovazione con coraggio e determinazione, per fare in modo di dimostrarci all’altezza del compito e far compiere al sistema toscano un ulteriore passo in avanti.

 

Simone Naldoni, responsabile Sanità Pd Toscana