Quarta Assemblea regionale dei segretari di circolo del Pd della Toscana, la relazione del segretario regionale Ivan Ferrucci.



- I PUNTI DELL'INTERVENTO DI IVAN FERRUCCI -

- BOZZA NON CORRETTA -


San Miniato Basso, 13 luglio 2013 – Questa assemblea si tiene in un momento delicato per il Paese. La crisi economica non dà tregua e nonostante i primi provvedimenti del governo Letta a settembre c’è il rischio concreto che la mancanza di risorse per gli ammortizzatori sociali, faccia precipitare la situazione per la ex ISI e anche di altre aziende in crisi della nostra Regione. Ricordo in Toscana ci sono 25.000 lavoratori in cassa integrazione in deroga e  molte imprese che chiudono.

Ecco perché le risorse ottenute dalla commissione europea non potranno essere utilizzate per l’abolizione dell’Imu, che andrà certamente  ripensata per renderla più equa, ma dovranno essere indirizzate all’abbattimento della pressione fiscale per le aziende che investono in competitività, oltre che  alle politiche del lavoro che riguardano sopratutto giovani e donne.

Un quadro generale che vede un crescente fabbisogno di risorse per le politiche sociali a causa di un aumento della povertà, e lo stato sociale che rischia una regressione complessiva dei servizi e delle prestazioni sanitarie, mettendone in discussione il valore universalistico.
Di questo abbiamo discusso ieri nell’ambito di un’assemblea regionale dedicata  a questi temi e ne parleremo di nuovo venerdì prossimo a un’iniziativa alla quale sono stati invitati molti responsabili regionali del settore sanità Pd e assessori regionali Pd di varie regioni, i quali saranno a Firenze per definire una piattaforma programmatica comune da sottoporre al governo nazionale.

L’assemblea di oggi è un momento di confronto e verifica dello stato del Pd sopratutto in vista del prossimo congresso, Zoggia ci aggiornerà sul lavoro di definizione delle regole. Come ho già avuto modo di dichiarare, credo che un partito che in occasione del congresso ne cambi le regole, dà una dimostrazione di debolezza sia sul piano politico che sul piano culturale e identitario.
 
Penso inoltre  che le regole di un partito debbano tener conto del sistema istituzionale, mi riferisco al fatto che la nostra è una repubblica parlamentare e non presidenziale, e con la riforma del Titolo V abbiamo un rapporto nuovo rispetto al passato fra enti locali e stato centrale. Ecco perché penso che la figura del segretario del partito non debba coincidere con quella di candidato premier. Non funziona, lo abbiamo già sperimentato due volte, con Veltroni prima e Bersani poi, e la risposta dell’elettorato è stata chiara: due segretari vincitori delle primarie a casa e il vice segretario al governo.
Solo se cambia il nostro assetto istituzionale allora la figura del segretario e del premier potranno coincidere.

Sono altresì convinto che i congressi di circolo e provinciali debbano svolgersi in momenti diversi da quello nazionale, come credo sia auspicabile che negli organi dirigenti nazionali vi sia almeno il 50% dei membri provenienti dalle unioni regionali e coordinamenti territoriali.

Il nostro partito dovrà affrontare anche il cambiamento dell’assetto istituzionale in atto, ad esempio nel momento in cui le province non ci saranno più, che fine faranno i coordinamenti territoriali del Pd che in Toscana sono 13?
Per affrontare il tema delle riforme istituzionale svolgeremo un seminario a settembre.

Ma un partito non è fatto solo di regole, un partito è identità culturale e politica ed è progettualità. Un confronto programmatico comune deve venire prima di nomi e candidature, per questo ho deciso di convocare la seconda conferenza programmatica del Partito democratico della Toscana, in quella sede definiremo una piattaforma programmatica che sarà il contributo alla fase congressuale e alla definizione delle candidature.
Non sarà un documento che pretende di definire tutto, ma metterà in fila una serie di punti che ritengo importanti per la definizione di un nuovo modello  di sviluppo e di governance della nostra regione.

Tre passaggi di discussione importante in vista del congresso: il seminario sui nuovi assetti istituzionali; la conferenza programmatica e l’assemblea di oggi, tutti  contributi fondamentali per avviare una discussione non solo sulle regole ma sulle questioni di merito che riguardano il Paese e il Partito.

Siamo qui oggi con i segretari di circolo per discutere della situazione del partito e non solo. Anche l’assenza di una legge sui partiti è una delle tante riforme mancate.

Il Pd non è esente dalla disaffezione alla politica e alle istituzioni dei cittadini, una situazione che ormai da oltre venti anni ci affligge anche per l’incapacità di fare riforme che aprissero una fase nuova per la nostra Repubblica.
Sono tante le cause che hanno allontanato i cittadini dalla politica, prova ne è il drammatico dato dell’affluenza alle elezioni politiche del febbraio scorso con una percentuale votanti del 72%, la più bassa dal dopo guerra ad oggi, ancora più accentuata alle amministrative di maggio con punte di astensionismo del 50% .
 
I dati che vi abbiamo consegnato evidenziano che in Toscana siamo l’unico partito ancora organizzato sul territorio. Anche se abbiamo un calo di iscritti, ad oggi contiamo 53.000 iscritti rispetto ai 72.000 del 2009, anno dell’ultimo congresso, voglio sottolineare un dato molto importante: dalla nascita del Pd ad oggi ci sono 90.000 toscani che hanno preso almeno una volta la nostra tessera. Questo vuol dire che ogni anno ci sono tanti nuovi iscritti, al contempo però altri non rinnovano la tessera, e questo è un dato su cui riflettere. Per questo il lavoro dei circoli è fondamentale per capire le motivazioni di questi “abbandoni”.
 
Gli oltre 800 circoli sul territorio dimostrano il nostro radicamento e nonostante i contributi derivanti dal tesseramento, dalle quote versate dai nostri eletti e dalle feste democratiche, le risorse sono sempre più insufficienti al mantenimento degli stessi. E le risorse sono un elemento determinante per l’esistenza di un minimo di organizzazione sul territorio, per il mantenimento delle sedi e per l’attività politica. Da qui nasce la mia proposta: l’unione regionale con i versamenti delle indennità del gruppo consiliare regionale e con una campagna regionale di sottoscrizione può arrivare ad avere un bilancio nel 2013 che faccia a meno di gran parte del finanziamento pubblico ai partiti, riconosciutoci in base al regolamento finanziario nazionale del partito.
Se il finanziamento rimane potremmo destinarlo in gran parte ai coordinamenti territoriali  e ai circoli, attraverso la definizione di un regolamento finanziario da approvare dalla direzione regionale entro la fine del mese di luglio.

Infine, non meno importanti, la campagna di tesseramento 2013 e la stagione delle feste che è già iniziata – motivo per cui molti segretari di circoli oggi non possono essere presenti.
Il tesseramento è la base di qualsiasi associazione organizzata, se non ci sono gli iscritti non esiste nessuna associazione o partito, su questo punto bisognerebbe ridefinire un ruolo attivo dell’iscritto.

Abbiamo bisogno di stabilità politica, di almeno due anni per fare le riforme urgenti e necessarie a far ripartire il Paese, per dare risposte concrete alla crisi e per svolgere con responsabilità il semestre di presidenza italiana del consiglio europeo nel 2014, subito dopo un altro appuntamento elettorale importante con le elezioni europee.

Abbiamo anche un congresso importante per il nostro partito, prepariamoci nel modo migliore.

 

Ivan Ferrucci, segretario Pd Toscana