Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno


Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di spegnerlo ha a che vedere con motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.
Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera. “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.
“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.
Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno


Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di spegnerlo ha a che vedere con motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.
Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera. “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.
“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.
Manciulli: “Soddisfatti del nuovo governo
Per la Toscana spazi di discussione proficua”



“Anche per la Toscana si aprono spazi positivi per una discussione più proficua con il Governo nazionale, sui temi della riforma dello stato sociale, rivolgendosi in particolare a giovani e nuove famiglie per la crescita demografica, e sul tema delle politiche industriali, vista l’assenza del governo centrale in questi anni, avendo negli occhi il futuro delle grandi aziende come la Breda e la Lucchini, e quello delle piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto principale della Toscana” prosegue Manciulli.
“Oggi vogliamo anche rinnovare il riconoscimento a Bersani e al gruppo dirigente nazionale del partito, che hanno saputo anteporre l’interesse del Paese a qualsiasi interesse di parte. Se lavoreremo bene, questo passaggio potrà contribuire a ridare vigore e nobiltà alla politica, avvicinandola ai problemi dei cittadini e allontanandola dai miraggi nei quali questi anni di berlusconismo l’avevano fatta piombare” conclude Manciulli.
Manciulli: “Soddisfatti del nuovo governo
Per la Toscana spazi di discussione proficua”



“Anche per la Toscana si aprono spazi positivi per una discussione più proficua con il Governo nazionale, sui temi della riforma dello stato sociale, rivolgendosi in particolare a giovani e nuove famiglie per la crescita demografica, e sul tema delle politiche industriali, vista l’assenza del governo centrale in questi anni, avendo negli occhi il futuro delle grandi aziende come la Breda e la Lucchini, e quello delle piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto principale della Toscana” prosegue Manciulli.
“Oggi vogliamo anche rinnovare il riconoscimento a Bersani e al gruppo dirigente nazionale del partito, che hanno saputo anteporre l’interesse del Paese a qualsiasi interesse di parte. Se lavoreremo bene, questo passaggio potrà contribuire a ridare vigore e nobiltà alla politica, avvicinandola ai problemi dei cittadini e allontanandola dai miraggi nei quali questi anni di berlusconismo l’avevano fatta piombare” conclude Manciulli.
Pmi, uno sguardo oltre la crisi: “Sostenere
chi vuole investire per salvare il Paese”



L’incontro, un assaggio della Conferenza nazionale del Pd sul lavoro che si riunirà a Monza il 26 novembre, si aprirà alle 16.30 all’Agenzia dello sviluppo Empolese – Valdelsa (via delle Fiasciaie, 12) e continuerà fino a tarda sera. Tra gli altri, sono attesi il responsabile Economia del Pd nazionale, Stefano Fassina, e l’assessore regionale al Lavoro, Gianfranco Simoncini. Ma soprattutto, prenderanno la parola commercianti, imprenditori e rappresentanti delle categorie economiche che racconteranno dal vivo le conseguenze di una crisi economica senza precedenti acuite finora dall’assenza di politiche nazionali efficaci per contrastarla.
“Piccole e piccolissime imprese, insieme ai distretti industriali, sono la peculiarità del nostro sistema economico. Oggi, in Italia come in Toscana, la crisi colpisce pesantemente queste realtà imprenditoriali. La chiusura di una piccola ditta significa a volte mette in crisi interi gruppi familiari che portano con sé decenni di esperienza. Non c’è niente che danneggi il sistema produttivo più dell’immobilismo e della mancanza di scelte di governo. Per questo – afferma il segretario dei Democratici Andrea Manciulli – speriamo che quanto prima si affronti una nuova politica economica. E’ necessario stare al fianco di chi ha investito, di chi investe e di chi vuole investire, perchè è solo grazie a loro che il Paese potrà risollevarsi”.
“Il tessuto produttivo italiano è fatto al 98% di piccole e piccolissime imprese, ditte individuali e familiari che hanno fatto grande il nostro Paese. La Conferenza di venerdì sarà l’occasione per discutere delle particolari condizioni che stanno attraversando i distretti e le tante piccole realtà imprenditoriali toscane, per elaborare quelle politiche e quelle scelte che dovremo contribuire a far adottare nei prossimi mesi. La ricchezza del nostro Paese è stata fatta da questa rete di micro e piccole imprese, occorre rilanciarlo ripartendo da qui” spiega afferma il responsabile economia del Pd Toscana, Ivan Ferrucci.
“Nella nostra Regione, operare per lo sviluppo e la competitività della piccola impresa significa occuparsi concretamente dei problemi principali della nostra economia – dice il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vittorio Bugli -. In questi ultimi mesi, anche con l’approvazione di alcune leggi regionali, come quella, ad esempio, sulla competitività delle imprese, abbiamo specificato ulteriormente la nostra «filosofia» d’intervento: un ruolo attivo e collaborativo della Regione per favorire i processi di innovazione e di rafforzamento sui mercati internazionali. Anche sul fronte del commercio e della microimpresa, stiamo per approvare alcune riforme che puntano a sostenere un settore che negli ultimi anni ha sentito più di altri il morso della crisi e della restrizione dei consumi”.
“L’Italia – aggiunge la segretaria del Pd Empolese Valdelsa Brenda Barnini – non esce dalla spirale del debito pubblico se non riparte la crescita e senza le PMI italiane e toscane non ce la facciamo. Anche in questi anni difficili l’export ha tenuto grazie al tessuto diffuso di imprese che, senza chiedere aiuti né aspettare che passasse la notte, hanno continuato a produrre ricchezza e occupazione. Il programma economico del Pd deve mettere al centro della sua proposta la questione del credito per le PMI, vero elemento di freno alla ripartenza dello sviluppo nel Paese”.
Pmi, uno sguardo oltre la crisi: “Sostenere
chi vuole investire per salvare il Paese”



L’incontro, un assaggio della Conferenza nazionale del Pd sul lavoro che si riunirà a Monza il 26 novembre, si aprirà alle 16.30 all’Agenzia dello sviluppo Empolese – Valdelsa (via delle Fiasciaie, 12) e continuerà fino a tarda sera. Tra gli altri, sono attesi il responsabile Economia del Pd nazionale, Stefano Fassina, e l’assessore regionale al Lavoro, Gianfranco Simoncini. Ma soprattutto, prenderanno la parola commercianti, imprenditori e rappresentanti delle categorie economiche che racconteranno dal vivo le conseguenze di una crisi economica senza precedenti acuite finora dall’assenza di politiche nazionali efficaci per contrastarla.
“Piccole e piccolissime imprese, insieme ai distretti industriali, sono la peculiarità del nostro sistema economico. Oggi, in Italia come in Toscana, la crisi colpisce pesantemente queste realtà imprenditoriali. La chiusura di una piccola ditta significa a volte mette in crisi interi gruppi familiari che portano con sé decenni di esperienza. Non c’è niente che danneggi il sistema produttivo più dell’immobilismo e della mancanza di scelte di governo. Per questo – afferma il segretario dei Democratici Andrea Manciulli – speriamo che quanto prima si affronti una nuova politica economica. E’ necessario stare al fianco di chi ha investito, di chi investe e di chi vuole investire, perchè è solo grazie a loro che il Paese potrà risollevarsi”.
“Il tessuto produttivo italiano è fatto al 98% di piccole e piccolissime imprese, ditte individuali e familiari che hanno fatto grande il nostro Paese. La Conferenza di venerdì sarà l’occasione per discutere delle particolari condizioni che stanno attraversando i distretti e le tante piccole realtà imprenditoriali toscane, per elaborare quelle politiche e quelle scelte che dovremo contribuire a far adottare nei prossimi mesi. La ricchezza del nostro Paese è stata fatta da questa rete di micro e piccole imprese, occorre rilanciarlo ripartendo da qui” spiega afferma il responsabile economia del Pd Toscana, Ivan Ferrucci.
“Nella nostra Regione, operare per lo sviluppo e la competitività della piccola impresa significa occuparsi concretamente dei problemi principali della nostra economia – dice il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vittorio Bugli -. In questi ultimi mesi, anche con l’approvazione di alcune leggi regionali, come quella, ad esempio, sulla competitività delle imprese, abbiamo specificato ulteriormente la nostra «filosofia» d’intervento: un ruolo attivo e collaborativo della Regione per favorire i processi di innovazione e di rafforzamento sui mercati internazionali. Anche sul fronte del commercio e della microimpresa, stiamo per approvare alcune riforme che puntano a sostenere un settore che negli ultimi anni ha sentito più di altri il morso della crisi e della restrizione dei consumi”.
“L’Italia – aggiunge la segretaria del Pd Empolese Valdelsa Brenda Barnini – non esce dalla spirale del debito pubblico se non riparte la crescita e senza le PMI italiane e toscane non ce la facciamo. Anche in questi anni difficili l’export ha tenuto grazie al tessuto diffuso di imprese che, senza chiedere aiuti né aspettare che passasse la notte, hanno continuato a produrre ricchezza e occupazione. Il programma economico del Pd deve mettere al centro della sua proposta la questione del credito per le PMI, vero elemento di freno alla ripartenza dello sviluppo nel Paese”.
Siderurgia in sciopero domani
Il Pd dalla parte dei lavoratori



Così esprimono il sostegno del Partito Democratico allo sciopero del comparto siderurgia, indetto dai sindacati per domani, il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli, il responsabile Economia e Lavoro Ivan Ferrucci e Matteo Tortolini, consigliere regionale e membro della segreteria che domani sarà alla manifestazione di Piombino in rappresentanza del Pd toscano.
“La crisi mondiale che stiamo attraversando – continuano – sta colpendo inequivocabilmente tutte le multinazionali del settore, ma certamente la latitanza del Governo in questi anni non ha favorito le imprese che vengono a operare in Italia. Con la mutata situazione politica nazionale auspichiamo che il prossimo Governo prenda sul serio la crisi e apra un Tavolo nazionale specifico sulla siderurgia. Il Pd è a fianco dei lavoratori e sostiene le ragioni dello sciopero e della manifestazione di domani: la situazione è delicata per tutto il comparto, non solo in Toscana, e occorre il massimo impegno da parte di tutti per fare in modo che si possano rilanciare questi siti produttivi nella nostra regione”.
Siderurgia in sciopero domani
Il Pd dalla parte dei lavoratori



Così esprimono il sostegno del Partito Democratico allo sciopero del comparto siderurgia, indetto dai sindacati per domani, il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli, il responsabile Economia e Lavoro Ivan Ferrucci e Matteo Tortolini, consigliere regionale e membro della segreteria che domani sarà alla manifestazione di Piombino in rappresentanza del Pd toscano.
“La crisi mondiale che stiamo attraversando – continuano – sta colpendo inequivocabilmente tutte le multinazionali del settore, ma certamente la latitanza del Governo in questi anni non ha favorito le imprese che vengono a operare in Italia. Con la mutata situazione politica nazionale auspichiamo che il prossimo Governo prenda sul serio la crisi e apra un Tavolo nazionale specifico sulla siderurgia. Il Pd è a fianco dei lavoratori e sostiene le ragioni dello sciopero e della manifestazione di domani: la situazione è delicata per tutto il comparto, non solo in Toscana, e occorre il massimo impegno da parte di tutti per fare in modo che si possano rilanciare questi siti produttivi nella nostra regione”.
Berlusconi, Manciulli: “Chiuso un triste capitolo
Ora pagina nuova per la politica e il Paese”



Il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli si esprime così sulle dimissioni di Berlusconi da Presidente del Consiglio.
“Ora noi – continua Manciulli – vogliamo metterci la responsabilità che non ci ha messo lui per risollevare l’Italia, lavorare per la coesione sociale e riacquistare la credibilità internazionale che ci è mancata in questi anni. Chiusa questa fase populista della quale si è nutrita l’Italia per quasi vent’anni, fatta solo di slogan e promesse e mai di realtà, confidiamo nella pagina nuova che si sta aprendo in cui la politica si riapproprierà dei contenuti, del merito nelle questioni, dei fatti per perseguire l’interesse collettivo, perché a questo paese servono scelte di governo e assunzioni di responsabilità per costruire un futuro. Il Partito Democratico della Toscana – conclude il segretario Manciulli – sarà al servizio di questo processo dal quale speriamo possano prodursi quelle politiche e quei risultati che tutti noi aspettiamo da troppo tempo. Occorre guardare avanti al futuro che ci aspetta con la volontà positiva e laboriosa di costruire e ricostruire dopo le macerie lasciate da Berlusconi”.
Berlusconi, Manciulli: “Chiuso un triste capitolo
Ora pagina nuova per la politica e il Paese”



Il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli si esprime così sulle dimissioni di Berlusconi da Presidente del Consiglio.
“Ora noi – continua Manciulli – vogliamo metterci la responsabilità che non ci ha messo lui per risollevare l’Italia, lavorare per la coesione sociale e riacquistare la credibilità internazionale che ci è mancata in questi anni. Chiusa questa fase populista della quale si è nutrita l’Italia per quasi vent’anni, fatta solo di slogan e promesse e mai di realtà, confidiamo nella pagina nuova che si sta aprendo in cui la politica si riapproprierà dei contenuti, del merito nelle questioni, dei fatti per perseguire l’interesse collettivo, perché a questo paese servono scelte di governo e assunzioni di responsabilità per costruire un futuro. Il Partito Democratico della Toscana – conclude il segretario Manciulli – sarà al servizio di questo processo dal quale speriamo possano prodursi quelle politiche e quei risultati che tutti noi aspettiamo da troppo tempo. Occorre guardare avanti al futuro che ci aspetta con la volontà positiva e laboriosa di costruire e ricostruire dopo le macerie lasciate da Berlusconi”.
