18 Aprile 2015

“Viva lo spirito di servizio”, Parrini ringrazia i candidati che non hanno fatto i Capolista

foto 2Firenze, 18 aprile 2015 – “Viva lo spirito di servizio”,  il segretario Dario Parrini ringrazia i candidati che hanno non fatto i Capolista. “Importante la scelta odierna della direzione regionale Pd sui capilista per le elezioni del 31 maggio. La legge non ci imponeva la parità di genere ma noi abbiamo deciso lo stesso di garantirla. E poi abbiamo deciso di riservare la stragrande maggioranza dei posti di capolista a dirigenti Pd che, pur senza godere della notorietà legata a ruoli di vertice sovralocali, si sono fatti onore nei territori con la loro passione e la loro competenza, spesso lontano da ogni riflettore. Meritano un plauso, tra i candidati non capilista, i 9 consiglieri regionali uscenti, i 4 segretari di federazione e i 4 presidenti o ex presidenti di provincia. Ognuno di loro poteva essere un ottimo e naturale capolista. E tuttavia, con generosità e spirito di squadra, si sono messi al servizio di una scelta generale non scontata. Li ringrazio tutti di cuore: è con gesti così che una comunità politica dà buoni esempi di apertura e di innovazione e diventa più forte”.

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“Viva lo spirito di servizio”, Parrini ringrazia i candidati che non hanno fatto i Capolista

foto 2Firenze, 18 aprile 2015 – “Viva lo spirito di servizio”,  il segretario Dario Parrini ringrazia i candidati che hanno non fatto i Capolista. “Importante la scelta odierna della direzione regionale Pd sui capilista per le elezioni del 31 maggio. La legge non ci imponeva la parità di genere ma noi abbiamo deciso lo stesso di garantirla. E poi abbiamo deciso di riservare la stragrande maggioranza dei posti di capolista a dirigenti Pd che, pur senza godere della notorietà legata a ruoli di vertice sovralocali, si sono fatti onore nei territori con la loro passione e la loro competenza, spesso lontano da ogni riflettore. Meritano un plauso, tra i candidati non capilista, i 9 consiglieri regionali uscenti, i 4 segretari di federazione e i 4 presidenti o ex presidenti di provincia. Ognuno di loro poteva essere un ottimo e naturale capolista. E tuttavia, con generosità e spirito di squadra, si sono messi al servizio di una scelta generale non scontata. Li ringrazio tutti di cuore: è con gesti così che una comunità politica dà buoni esempi di apertura e di innovazione e diventa più forte”.

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12 Aprile 2015

Parrini, Riforma della sanítà? “Gìà fatta”. Intervista su La Repubblica-Firenze del 12 aprile

parrini sanitàIL PREMIER Renzi chiede di ridurre il numero delle Asl? «La Toscana è un esempio da raccontare, un modello nazionale, perché qui abbiamo avviato da tempo la riorganizzazione sanitaria che ci porterà ad avere solo 3 Asl», rivendica il segretario toscano del Pd Dario Parrini, «E’ proprio la nostra ricetta che oggi si trova all’avanguardia degli obiettivi indicati dal governo al momento di presentare il Def», aggiunge Parrini. E anche per questo il ruolo della Toscana non deve fermarsi alla sanità: «Con tutta la stima che ho per la Serracchiani, sulla questione delle Regioni a statuto speciale  ha ragione Enrico Rossi», dice il segretario toscano. Il motivo? «Non possiamo più permetterci un Paese con 20 Regioni, con 8mila Comuni e 8mila società partecipate e la Toscana deve essere alla guida del cambiamento. E se si parla di riduzione delle Regioni anche il regime dello statuto speciale deve essere rimesso in discussione». Anche perché, continua Parrini, la nostra Regione ha tutte le carte in regola per farlo: «Le tabelle relative al gettito dell’addizionale Irpef dicono chiaramente che in Toscana i cittadini pagano meno: tra le Regioni a statuto ordinario si paga meno solo in Basilicata. E se nel 2015 è stato possibile evitare nella nostra regione nuovi aumenti delle tasse è anche perché è stata messa in cantiere la riforma dell’organizzazione sanitaria», sostiene il segretario dem.

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Parrini, Riforma della sanítà? “Gìà fatta”. Intervista su La Repubblica-Firenze del 12 aprile

parrini sanitàIL PREMIER Renzi chiede di ridurre il numero delle Asl? «La Toscana è un esempio da raccontare, un modello nazionale, perché qui abbiamo avviato da tempo la riorganizzazione sanitaria che ci porterà ad avere solo 3 Asl», rivendica il segretario toscano del Pd Dario Parrini, «E’ proprio la nostra ricetta che oggi si trova all’avanguardia degli obiettivi indicati dal governo al momento di presentare il Def», aggiunge Parrini. E anche per questo il ruolo della Toscana non deve fermarsi alla sanità: «Con tutta la stima che ho per la Serracchiani, sulla questione delle Regioni a statuto speciale  ha ragione Enrico Rossi», dice il segretario toscano. Il motivo? «Non possiamo più permetterci un Paese con 20 Regioni, con 8mila Comuni e 8mila società partecipate e la Toscana deve essere alla guida del cambiamento. E se si parla di riduzione delle Regioni anche il regime dello statuto speciale deve essere rimesso in discussione». Anche perché, continua Parrini, la nostra Regione ha tutte le carte in regola per farlo: «Le tabelle relative al gettito dell’addizionale Irpef dicono chiaramente che in Toscana i cittadini pagano meno: tra le Regioni a statuto ordinario si paga meno solo in Basilicata. E se nel 2015 è stato possibile evitare nella nostra regione nuovi aumenti delle tasse è anche perché è stata messa in cantiere la riforma dell’organizzazione sanitaria», sostiene il segretario dem.

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30 Marzo 2015

L’intervento di Dario Parrini in Direzione Nazionale Pd di lunedì 30 marzo

PARRINI-DIREZIONE-30-MARZOIl video dell’intervento del segretario Dario Parrini in Direzione Nazionale Pd di lunedì 30 marzo – GUARDA

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L’intervento di Dario Parrini in Direzione Nazionale Pd di lunedì 30 marzo

PARRINI-DIREZIONE-30-MARZOIl video dell’intervento del segretario Dario Parrini in Direzione Nazionale Pd di lunedì 30 marzo – GUARDA

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“La giunta Rossi bis? Il Pd toscano non è quello di 5 anni fa”, Intervista al segretario regionale Dario Parrini su Repubblica-Firenze del 30 marzo

parrini-repfi-30marzoIl segretario Parrini in vista delle regionali: lavoro come priorità e il rischio dell’astensionismo’

Intervista di Massimo Vanni al segretario regionale Dario Parrini su Repubblica – Firenze

La giunta del Rossi-bis? Sarà ben più renziana del passato. Così dice il segretario toscano del Pd Dario Parrini al via della campagna regionale.
Segretario Parrini, avete ovunque candidati renziani. Qui puntate su Rossi per coprirvi a sinistra o perché l’avete iscritto tra i renziani?
«La lista del Pd sarà plurale in ogni collegio. Rossi è stato ricandidato perché ha ben governato e per l’elevato consenso di cui gode tra i cittadini. Ciò detto, che apprezzi il governo Renzi non può che farmi piacere».
Almeno 6 degli 8 futuri assessori saranno renziani?
«Ora bisogna contrastare il rischio astensionismo spiegando cosa si è fatto e si farà per la Toscana. Parlare ora di giunta sarebbe fuori luogo. Dopo le elezioni Rossi sceglierà in autonomia, guardando a meriti e competenze, e anche al fatto che il Pd toscano di oggi non è quello di cinque anni fa».
La Marson vi accusa di scorrettezze sul Piano del paesaggio, ma se Rossi la rivolesse?
«Dalla Marson sono venute accuse infondate e scomposte. Imbarazzanti per lei. Abbiamo varato un piano all’avanguardia. Tiene insieme sviluppo e ambiente, bellezza e lavoro. Il Pd ha introdotto correzioni e del risultato dovremmo gioire tutti».
I primi sondaggi vi danno maggioritari: vittoria facile?
«Gli altri non hanno credibilità come forze di governo. Noi però ci impegneremo al massimo».
Se il rischio è l’affluenza non è un autogol votare il 31 maggio?
«L’affluenza non dipende da ragioni di calendario».
La ‘sinistra del sì’ di Fattori?
«Gli auguro buon lavoro. Guida un fronte simile alla Rifondazione degli anni ‘90 e coi limiti tipici del massimalismo: dice sì alle proposte irrealistiche e no a quelle realistiche. Peccato che alla Toscana occorrano concrete soluzioni».
Teme il progetto di Landini?
«Rispetto Landini ma non lo temo: è un nuovo Bertinotti che vuol indebolire la sinistra di governo per costruire una piccola sinistra antagonista. È suo diritto provarci. Certo mi dispiacerebbe veder lesa l’autonomia della Cgil. Ma mi sento garantito da come ha reagito Camusso ».
Il programma? La Tav è al palo e la Tirrenica non si farà.
«Il lavoro, su cui Rossi è stato un presidente eccellente, continuerà ad essere la priorità. Sulle infrastrutture, sia materiali che immateriali, ci sarà la svolta, a partire dalla Tirrenica e dalla Darsena Europa a Livorno. Il governo ci sta dando un grosso sostegno».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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“La giunta Rossi bis? Il Pd toscano non è quello di 5 anni fa”, Intervista al segretario regionale Dario Parrini su Repubblica-Firenze del 30 marzo

parrini-repfi-30marzoIl segretario Parrini in vista delle regionali: lavoro come priorità e il rischio dell’astensionismo’

Intervista di Massimo Vanni al segretario regionale Dario Parrini su Repubblica – Firenze

La giunta del Rossi-bis? Sarà ben più renziana del passato. Così dice il segretario toscano del Pd Dario Parrini al via della campagna regionale.
Segretario Parrini, avete ovunque candidati renziani. Qui puntate su Rossi per coprirvi a sinistra o perché l’avete iscritto tra i renziani?
«La lista del Pd sarà plurale in ogni collegio. Rossi è stato ricandidato perché ha ben governato e per l’elevato consenso di cui gode tra i cittadini. Ciò detto, che apprezzi il governo Renzi non può che farmi piacere».
Almeno 6 degli 8 futuri assessori saranno renziani?
«Ora bisogna contrastare il rischio astensionismo spiegando cosa si è fatto e si farà per la Toscana. Parlare ora di giunta sarebbe fuori luogo. Dopo le elezioni Rossi sceglierà in autonomia, guardando a meriti e competenze, e anche al fatto che il Pd toscano di oggi non è quello di cinque anni fa».
La Marson vi accusa di scorrettezze sul Piano del paesaggio, ma se Rossi la rivolesse?
«Dalla Marson sono venute accuse infondate e scomposte. Imbarazzanti per lei. Abbiamo varato un piano all’avanguardia. Tiene insieme sviluppo e ambiente, bellezza e lavoro. Il Pd ha introdotto correzioni e del risultato dovremmo gioire tutti».
I primi sondaggi vi danno maggioritari: vittoria facile?
«Gli altri non hanno credibilità come forze di governo. Noi però ci impegneremo al massimo».
Se il rischio è l’affluenza non è un autogol votare il 31 maggio?
«L’affluenza non dipende da ragioni di calendario».
La ‘sinistra del sì’ di Fattori?
«Gli auguro buon lavoro. Guida un fronte simile alla Rifondazione degli anni ‘90 e coi limiti tipici del massimalismo: dice sì alle proposte irrealistiche e no a quelle realistiche. Peccato che alla Toscana occorrano concrete soluzioni».
Teme il progetto di Landini?
«Rispetto Landini ma non lo temo: è un nuovo Bertinotti che vuol indebolire la sinistra di governo per costruire una piccola sinistra antagonista. È suo diritto provarci. Certo mi dispiacerebbe veder lesa l’autonomia della Cgil. Ma mi sento garantito da come ha reagito Camusso ».
Il programma? La Tav è al palo e la Tirrenica non si farà.
«Il lavoro, su cui Rossi è stato un presidente eccellente, continuerà ad essere la priorità. Sulle infrastrutture, sia materiali che immateriali, ci sarà la svolta, a partire dalla Tirrenica e dalla Darsena Europa a Livorno. Il governo ci sta dando un grosso sostegno».
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29 Marzo 2015

«Ma quali lobbisti… provo imbarazzo per lei», intervista a Dario Parrini sul Tirreno del 29 marzo

int-parrini-tirreno-29marzoIntervista a Dario Parrini sul Tirreno  del 29 marzo

I lobbisti nelle stanze del Consiglio? «Gravi insinuazioni, provo imbarazzo per lei». Dario Parrini, segretario regionale del Pd, ne è convinto: «Quando la Marson avrà ritrovato la calma, capirà che abbiamo approvato il piano più avanzato di Italia». Va all’attacco il renzianissimo capo deiDem.

Parrini, in aula un consigliere del Pd (Gianluca Parrini, ndr) ha rivolto all’assessore Marson offese pesanti: «Se ci fosse un Nobel per la stupidità politica – ha detto – lei lo avrebbe vinto». Condivide?

«Dico pacatamente all’assessore Marson che chi per difendere le proprie posizioni ricorre non alla critica documentata ma alla delegittimazione dell’altro, accusandolo senza fondamento di essere al servizio di interessi particolari, dimostra poca saggezza politica e di non avere argomenti concreti su cui far leva. Non avere saggezza politica non è una virtù».

Anna Marson ha mosso accuse molto forti al Pd: parla di “Imboscate” per affossare il piano, dice che lei non aveva «favori da restituire» e sarebbe stata mossa solo da interesse collettivo, mentre voi avreste fatto il gioco dei privati, in particolare di alcune multinazionali. Come risponde?

«Penso si sia espressa così in un momento d’ira. Ho provato imbarazzo per lei. Ma io apprezzo sinceramente la passione civile di Anna Marson. Per questo sono sicuro che nemmeno lei, a freddo, si riconoscerà in quello che ha detto in consiglio l’altra sera. Ma lasciamo stare le polemiche e parliamo della sostanza: abbiamo approvato il più avanzato piano paesaggistico italiano. Dovremmo tutti gioirne. Su alcune cose abbiamo condiviso totalmente l’approccio dell’assessore, su altre (ad esempio le norme sull’agricoltura) abbiamo cercato di affermare non interessi privati ma una nostra visione della pianificazione territoriale. Una visione che, sebbene diversa da quella della Marson, è altrettanto legittima. Lei può non condividerla ma non può demonizzarla».

Anche lei più volte ha sostenuto la necessità di salvaguardare il lavoro.

«Noi vogliamo la difesa del paesaggio come la Marson, ma riteniamo che questo obiettivo possa essere raggiunto con norme meno penalizzanti per il lavoro, meno burocraticamente invasive, meno amministrativamente costose e meno testualmente contorte di quelle di alcune parti della versione originaria del piano del paesaggio. Per questo abbiamo voluto e ottenuto modifiche. Per dirla con una battuta: porte aperte al vincoli utili, ma zero vincoli inutili. La divergenza è sempre stata sui mezzi, non sui fini. Sono convinto che anche l’assessore, quando avrà ritrovato la calma, capirà il senso e la bontà di questa posizione. II Pd rispetta lei, lei rispetti il Pd».

L’assessore sostiene che alla scrittura degli emendamenti, nelle stanze del Consiglio, ci fossero consulenti delle aziende, lobbisti insomma. Non è grave?

«Queste sono insinuazioni gravi e prive di basi, pura fiction».

Come giudica il lavoro fatto da Rossi? E Renzi che ne pensa, lo ha sentito?

«Rossi ha fatto un ottimo lavoro. Ha fatto sintesi in maniera ammirevole, con tenacia. Renzi non l’ho sentito ma so come la pensa: ritiene un obiettivo essenziale tanto la difesa del paesaggio quanto la riduzione della burocrazia per favorire i buoni investimenti che creano posti di lavoro».

M.N.

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«Ma quali lobbisti… provo imbarazzo per lei», intervista a Dario Parrini sul Tirreno del 29 marzo

int-parrini-tirreno-29marzoIntervista a Dario Parrini sul Tirreno  del 29 marzo

I lobbisti nelle stanze del Consiglio? «Gravi insinuazioni, provo imbarazzo per lei». Dario Parrini, segretario regionale del Pd, ne è convinto: «Quando la Marson avrà ritrovato la calma, capirà che abbiamo approvato il piano più avanzato di Italia». Va all’attacco il renzianissimo capo deiDem.

Parrini, in aula un consigliere del Pd (Gianluca Parrini, ndr) ha rivolto all’assessore Marson offese pesanti: «Se ci fosse un Nobel per la stupidità politica – ha detto – lei lo avrebbe vinto». Condivide?

«Dico pacatamente all’assessore Marson che chi per difendere le proprie posizioni ricorre non alla critica documentata ma alla delegittimazione dell’altro, accusandolo senza fondamento di essere al servizio di interessi particolari, dimostra poca saggezza politica e di non avere argomenti concreti su cui far leva. Non avere saggezza politica non è una virtù».

Anna Marson ha mosso accuse molto forti al Pd: parla di “Imboscate” per affossare il piano, dice che lei non aveva «favori da restituire» e sarebbe stata mossa solo da interesse collettivo, mentre voi avreste fatto il gioco dei privati, in particolare di alcune multinazionali. Come risponde?

«Penso si sia espressa così in un momento d’ira. Ho provato imbarazzo per lei. Ma io apprezzo sinceramente la passione civile di Anna Marson. Per questo sono sicuro che nemmeno lei, a freddo, si riconoscerà in quello che ha detto in consiglio l’altra sera. Ma lasciamo stare le polemiche e parliamo della sostanza: abbiamo approvato il più avanzato piano paesaggistico italiano. Dovremmo tutti gioirne. Su alcune cose abbiamo condiviso totalmente l’approccio dell’assessore, su altre (ad esempio le norme sull’agricoltura) abbiamo cercato di affermare non interessi privati ma una nostra visione della pianificazione territoriale. Una visione che, sebbene diversa da quella della Marson, è altrettanto legittima. Lei può non condividerla ma non può demonizzarla».

Anche lei più volte ha sostenuto la necessità di salvaguardare il lavoro.

«Noi vogliamo la difesa del paesaggio come la Marson, ma riteniamo che questo obiettivo possa essere raggiunto con norme meno penalizzanti per il lavoro, meno burocraticamente invasive, meno amministrativamente costose e meno testualmente contorte di quelle di alcune parti della versione originaria del piano del paesaggio. Per questo abbiamo voluto e ottenuto modifiche. Per dirla con una battuta: porte aperte al vincoli utili, ma zero vincoli inutili. La divergenza è sempre stata sui mezzi, non sui fini. Sono convinto che anche l’assessore, quando avrà ritrovato la calma, capirà il senso e la bontà di questa posizione. II Pd rispetta lei, lei rispetti il Pd».

L’assessore sostiene che alla scrittura degli emendamenti, nelle stanze del Consiglio, ci fossero consulenti delle aziende, lobbisti insomma. Non è grave?

«Queste sono insinuazioni gravi e prive di basi, pura fiction».

Come giudica il lavoro fatto da Rossi? E Renzi che ne pensa, lo ha sentito?

«Rossi ha fatto un ottimo lavoro. Ha fatto sintesi in maniera ammirevole, con tenacia. Renzi non l’ho sentito ma so come la pensa: ritiene un obiettivo essenziale tanto la difesa del paesaggio quanto la riduzione della burocrazia per favorire i buoni investimenti che creano posti di lavoro».

M.N.

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