“La giunta Rossi bis? Il Pd toscano non è quello di 5 anni fa”, Intervista al segretario regionale Dario Parrini su Repubblica-Firenze del 30 marzo
‘Il segretario Parrini in vista delle regionali: lavoro come priorità e il rischio dell’astensionismo’
Intervista di Massimo Vanni al segretario regionale Dario Parrini su Repubblica – Firenze
La giunta del Rossi-bis? Sarà ben più renziana del passato. Così dice il segretario toscano del Pd Dario Parrini al via della campagna regionale.
Segretario Parrini, avete ovunque candidati renziani. Qui puntate su Rossi per coprirvi a sinistra o perché l’avete iscritto tra i renziani?
«La lista del Pd sarà plurale in ogni collegio. Rossi è stato ricandidato perché ha ben governato e per l’elevato consenso di cui gode tra i cittadini. Ciò detto, che apprezzi il governo Renzi non può che farmi piacere».
Almeno 6 degli 8 futuri assessori saranno renziani?
«Ora bisogna contrastare il rischio astensionismo spiegando cosa si è fatto e si farà per la Toscana. Parlare ora di giunta sarebbe fuori luogo. Dopo le elezioni Rossi sceglierà in autonomia, guardando a meriti e competenze, e anche al fatto che il Pd toscano di oggi non è quello di cinque anni fa».
La Marson vi accusa di scorrettezze sul Piano del paesaggio, ma se Rossi la rivolesse?
«Dalla Marson sono venute accuse infondate e scomposte. Imbarazzanti per lei. Abbiamo varato un piano all’avanguardia. Tiene insieme sviluppo e ambiente, bellezza e lavoro. Il Pd ha introdotto correzioni e del risultato dovremmo gioire tutti».
I primi sondaggi vi danno maggioritari: vittoria facile?
«Gli altri non hanno credibilità come forze di governo. Noi però ci impegneremo al massimo».
Se il rischio è l’affluenza non è un autogol votare il 31 maggio?
«L’affluenza non dipende da ragioni di calendario».
La ‘sinistra del sì’ di Fattori?
«Gli auguro buon lavoro. Guida un fronte simile alla Rifondazione degli anni ‘90 e coi limiti tipici del massimalismo: dice sì alle proposte irrealistiche e no a quelle realistiche. Peccato che alla Toscana occorrano concrete soluzioni».
Teme il progetto di Landini?
«Rispetto Landini ma non lo temo: è un nuovo Bertinotti che vuol indebolire la sinistra di governo per costruire una piccola sinistra antagonista. È suo diritto provarci. Certo mi dispiacerebbe veder lesa l’autonomia della Cgil. Ma mi sento garantito da come ha reagito Camusso ».
Il programma? La Tav è al palo e la Tirrenica non si farà.
«Il lavoro, su cui Rossi è stato un presidente eccellente, continuerà ad essere la priorità. Sulle infrastrutture, sia materiali che immateriali, ci sarà la svolta, a partire dalla Tirrenica e dalla Darsena Europa a Livorno. Il governo ci sta dando un grosso sostegno».
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