«Ma quali lobbisti… provo imbarazzo per lei», intervista a Dario Parrini sul Tirreno del 29 marzo

int-parrini-tirreno-29marzoIntervista a Dario Parrini sul Tirreno  del 29 marzo

I lobbisti nelle stanze del Consiglio? «Gravi insinuazioni, provo imbarazzo per lei». Dario Parrini, segretario regionale del Pd, ne è convinto: «Quando la Marson avrà ritrovato la calma, capirà che abbiamo approvato il piano più avanzato di Italia». Va all’attacco il renzianissimo capo deiDem.

Parrini, in aula un consigliere del Pd (Gianluca Parrini, ndr) ha rivolto all’assessore Marson offese pesanti: «Se ci fosse un Nobel per la stupidità politica – ha detto – lei lo avrebbe vinto». Condivide?

«Dico pacatamente all’assessore Marson che chi per difendere le proprie posizioni ricorre non alla critica documentata ma alla delegittimazione dell’altro, accusandolo senza fondamento di essere al servizio di interessi particolari, dimostra poca saggezza politica e di non avere argomenti concreti su cui far leva. Non avere saggezza politica non è una virtù».

Anna Marson ha mosso accuse molto forti al Pd: parla di “Imboscate” per affossare il piano, dice che lei non aveva «favori da restituire» e sarebbe stata mossa solo da interesse collettivo, mentre voi avreste fatto il gioco dei privati, in particolare di alcune multinazionali. Come risponde?

«Penso si sia espressa così in un momento d’ira. Ho provato imbarazzo per lei. Ma io apprezzo sinceramente la passione civile di Anna Marson. Per questo sono sicuro che nemmeno lei, a freddo, si riconoscerà in quello che ha detto in consiglio l’altra sera. Ma lasciamo stare le polemiche e parliamo della sostanza: abbiamo approvato il più avanzato piano paesaggistico italiano. Dovremmo tutti gioirne. Su alcune cose abbiamo condiviso totalmente l’approccio dell’assessore, su altre (ad esempio le norme sull’agricoltura) abbiamo cercato di affermare non interessi privati ma una nostra visione della pianificazione territoriale. Una visione che, sebbene diversa da quella della Marson, è altrettanto legittima. Lei può non condividerla ma non può demonizzarla».

Anche lei più volte ha sostenuto la necessità di salvaguardare il lavoro.

«Noi vogliamo la difesa del paesaggio come la Marson, ma riteniamo che questo obiettivo possa essere raggiunto con norme meno penalizzanti per il lavoro, meno burocraticamente invasive, meno amministrativamente costose e meno testualmente contorte di quelle di alcune parti della versione originaria del piano del paesaggio. Per questo abbiamo voluto e ottenuto modifiche. Per dirla con una battuta: porte aperte al vincoli utili, ma zero vincoli inutili. La divergenza è sempre stata sui mezzi, non sui fini. Sono convinto che anche l’assessore, quando avrà ritrovato la calma, capirà il senso e la bontà di questa posizione. II Pd rispetta lei, lei rispetti il Pd».

L’assessore sostiene che alla scrittura degli emendamenti, nelle stanze del Consiglio, ci fossero consulenti delle aziende, lobbisti insomma. Non è grave?

«Queste sono insinuazioni gravi e prive di basi, pura fiction».

Come giudica il lavoro fatto da Rossi? E Renzi che ne pensa, lo ha sentito?

«Rossi ha fatto un ottimo lavoro. Ha fatto sintesi in maniera ammirevole, con tenacia. Renzi non l’ho sentito ma so come la pensa: ritiene un obiettivo essenziale tanto la difesa del paesaggio quanto la riduzione della burocrazia per favorire i buoni investimenti che creano posti di lavoro».

M.N.