Riforma Province, Manciulli risponde agli attacchi del Pdl a Rossi
“Nell’ambito della riforma delle istituzioni riteniamo, come già detto, che le aree vaste siano quelle che meglio possono rispondere ai criteri di razionalizzazione necessari ad andare incontro ai problemi reali e alle necessità dell’economia.
Il PD è al fianco del presidente Rossi e del suo programma di riforme e di innovazione, a partire dalle istituzioni e dall’idea delle aree vaste e per questo non accettiamo i tentativi di strumentalizzazione del centrodestra.
Il PD, insieme al Presidente della Regione e ai territori, come siamo abituati a fare, porterà avanti la discussione sulla riforma. Forse, anche per questo modo di affrontare le questioni, il PD è un partito di governo.
Contrariamente alla destra non abbiamo paura delle riforme e delle discussioni per arrivarci.
Il PDL, a corto di argomenti, continui pure a cercare le fessure. Ma passare dalle fessure non rappresenta un progetto politico e i risultati elettorali lo dimostrano”.
Così il segretario del PD della Toscana Andrea Manciulli risponde agli attacchi di questa mattina del PDL a Rossi in merito alla riforma delle Province.
Riforma Province, Manciulli risponde agli attacchi del Pdl a Rossi
“Nell’ambito della riforma delle istituzioni riteniamo, come già detto, che le aree vaste siano quelle che meglio possono rispondere ai criteri di razionalizzazione necessari ad andare incontro ai problemi reali e alle necessità dell’economia.
Il PD è al fianco del presidente Rossi e del suo programma di riforme e di innovazione, a partire dalle istituzioni e dall’idea delle aree vaste e per questo non accettiamo i tentativi di strumentalizzazione del centrodestra.
Il PD, insieme al Presidente della Regione e ai territori, come siamo abituati a fare, porterà avanti la discussione sulla riforma. Forse, anche per questo modo di affrontare le questioni, il PD è un partito di governo.
Contrariamente alla destra non abbiamo paura delle riforme e delle discussioni per arrivarci.
Il PDL, a corto di argomenti, continui pure a cercare le fessure. Ma passare dalle fessure non rappresenta un progetto politico e i risultati elettorali lo dimostrano”.
Così il segretario del PD della Toscana Andrea Manciulli risponde agli attacchi di questa mattina del PDL a Rossi in merito alla riforma delle Province.
Cenni: “Tutelare agrobiodiversità e valorizzare cultura contadina”. Salvadori: “Fare rete e fare impresa, fondamentale in agricoltura”
Proteggere l’agrobiodiversità, definire norme certe in materia di controlli e di etichettatura e valorizzare la cultura contadina, recuperando materiale, memorie, esperienze e lavorando per istituire una Giornata Nazionale sul tema.
Sono gli obiettivi di due proposte di legge presentate dalla deputata Pd Susanna Cenni, che ne ha parlato ieri alla Festa Democratica regionale e metropolitana in corso alle Cascine, nel dibattito “Agri-Cultura: eccellenze e sviluppo” con Gianni Salvadori, assessore regionale all’Agricoltura, Antonio Leotti e Marco Vichi, scrittori, Stefano Gamberi, coordinatore Forum agricoltura del Pd metropolitano di Firenze.
“Ci vogliono incentivi perché i giovani scelgano di lavorare nell’agricoltura, settore per cui deve essere messa in campo una fetta importante di risorse.- fa presente Cenni – Modernizzazione non è solo la grande impresa che lavora nell’export ma anche piccole aziende locali che fanno di tutto per avere prodotti di livello. È fondamentale mantenere la tracciabilità e il riconoscimento del made in Italy come garanzia di qualità”.
“Fare impresa e fare rete è una necessità per l’agricoltura di oggi, un settore che va rimesso al centro del dibattito perchè trainante, nonché uno dei pochi che non può essere delocalizzato e copiabile.– sostiene Salvadori – Per questo il 21 settembre proprio alle Cascine, alla Facoltà di Agraria, si terrà l’Assemblea nazionale delle cooperative operanti nel settore della forestazione”.
Presenti al dibattito anche gli scrittori Antonio Leotti e Marco Vichi, entrambi legati al mondo delle campagne. Vichi, autore dei celebri gialli ambientati a Firenze che hanno dato vita alla figura del commissario Bordelli, vive da sempre a Impruneta e afferma “mai mi sposterò dalle campagne, ma noto che le abitudini sono cambiate, ora le persone invece di fare le domeniche fuori porta vanno nei centri commerciali, meglio per me, certo, che godo di più tranquillità”.
Antonio Leotti, autore del romanzo “Il mestiere più antico del mondo”, (Fandango 2011), che racconta proprio la storia di un agricoltore, sottolinea : “Il mio compito di scrittore è sollevare una voce critica, lamentare e denunciare le storture di un mondo, quello agricolo, che a volte, in passato e anche adesso, si dimostra incivile”.
Cenni: “Tutelare agrobiodiversità e valorizzare cultura contadina”. Salvadori: “Fare rete e fare impresa, fondamentale in agricoltura”
Proteggere l’agrobiodiversità, definire norme certe in materia di controlli e di etichettatura e valorizzare la cultura contadina, recuperando materiale, memorie, esperienze e lavorando per istituire una Giornata Nazionale sul tema.
Sono gli obiettivi di due proposte di legge presentate dalla deputata Pd Susanna Cenni, che ne ha parlato ieri alla Festa Democratica regionale e metropolitana in corso alle Cascine, nel dibattito “Agri-Cultura: eccellenze e sviluppo” con Gianni Salvadori, assessore regionale all’Agricoltura, Antonio Leotti e Marco Vichi, scrittori, Stefano Gamberi, coordinatore Forum agricoltura del Pd metropolitano di Firenze.
“Ci vogliono incentivi perché i giovani scelgano di lavorare nell’agricoltura, settore per cui deve essere messa in campo una fetta importante di risorse.- fa presente Cenni – Modernizzazione non è solo la grande impresa che lavora nell’export ma anche piccole aziende locali che fanno di tutto per avere prodotti di livello. È fondamentale mantenere la tracciabilità e il riconoscimento del made in Italy come garanzia di qualità”.
“Fare impresa e fare rete è una necessità per l’agricoltura di oggi, un settore che va rimesso al centro del dibattito perchè trainante, nonché uno dei pochi che non può essere delocalizzato e copiabile.– sostiene Salvadori – Per questo il 21 settembre proprio alle Cascine, alla Facoltà di Agraria, si terrà l’Assemblea nazionale delle cooperative operanti nel settore della forestazione”.
Presenti al dibattito anche gli scrittori Antonio Leotti e Marco Vichi, entrambi legati al mondo delle campagne. Vichi, autore dei celebri gialli ambientati a Firenze che hanno dato vita alla figura del commissario Bordelli, vive da sempre a Impruneta e afferma “mai mi sposterò dalle campagne, ma noto che le abitudini sono cambiate, ora le persone invece di fare le domeniche fuori porta vanno nei centri commerciali, meglio per me, certo, che godo di più tranquillità”.
Antonio Leotti, autore del romanzo “Il mestiere più antico del mondo”, (Fandango 2011), che racconta proprio la storia di un agricoltore, sottolinea : “Il mio compito di scrittore è sollevare una voce critica, lamentare e denunciare le storture di un mondo, quello agricolo, che a volte, in passato e anche adesso, si dimostra incivile”.
Riforma Province, nota coordinamento Pd Toscana: “Bene la proposta delle Aree vaste, inopportuno partire dall’individuazione dei capoluoghi”
Si è riunito questa mattina il Coordinamento regionale del Pd della Toscana.
All’ordine del giorno anche la questione della modifica del sistema istituzionale con la riorganizzazione delle province. La discussione di questa mattina si è svolta alla luce del fatto che l’obiettivo del Pd è quello di contribuire a far uscire l’Italia dalla crisi con politiche di crescita dell’economia e del lavoro e una riorganizzazione e riduzione della spesa dello Stato anche attraverso l’efficientamento della macchina amministrativa.
Da questo punto di vista non si può prescindere da quella elaborazione che in Toscana nel corso degli anni è stata svolta sulla programmazione strategica delle politiche di sviluppo e di organizzazione dei servizi rappresentata dalle aree vaste.
Ciò andrà assunto nella definizione della proposta di riordino delle nuove province: dovranno essere valutate a fondo le competenze e le funzioni che queste andranno ad assumere nella nuova legislazione e allo stesso modo dovrà essere considerata la ridefinizione dei servizi e la nuova organizzazione periferica dello Stato con i suoi uffici e strutture.
Tutto questo dovrà coniugarsi con quegli obiettivi di crescita e di sviluppo che la Toscana intende darsi concorrendo a raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica senza incidere sui servizi ai cittadini, consapevoli che, per gli impegni che l’Italia si è assunta in Europa, gli anni a venire continueranno a chiedere un attento contenimento delle spese. Per questo ha valore la proposta sulle aree vaste lanciata dal Presidente Rossi.
Rispetto a tali obiettivi rischia però di essere fuorviante porre l’accento solo sulle identità ed è stato inopportuno sollevare la questione dei nuovi capoluoghi perché, per come è stata posta e per come si è sviluppata, si è rischiato di allontanare la discussione e l’individuazione delle soluzioni rispetto ai problemi reali percepiti da un numero sempre maggiore di cittadini.
Per questo già da stamani il Partito Democratico toscano, dopo aver avviato un primo confronto, prima della pausa estiva, con i soggetti politici e istituzionali interessati, ha ripreso a discuterne con l’obbiettivo di contribuire nei tempi previsti dalla legge ad una proposta di riordino degli enti provinciali che valorizzi quella programmazione strategica che in questa regione nei fatti stiamo portando avanti ormai da alcuni lustri.
L’impegno è che il Pd affronti il dibattito nel merito e nelle opportune sedi politiche e istituzionali, nel rispetto di tutte le posizioni espresse, rifiutando i toni inadeguati registrati nelle scorse settimane. Discussione che dovrà essere svolta con l’unico intento di definire la migliore soluzione che le caratteristiche della Toscana richiedono.
Riforma Province, nota coordinamento Pd Toscana: “Bene la proposta delle Aree vaste, inopportuno partire dall’individuazione dei capoluoghi”
Si è riunito questa mattina il Coordinamento regionale del Pd della Toscana.
All’ordine del giorno anche la questione della modifica del sistema istituzionale con la riorganizzazione delle province. La discussione di questa mattina si è svolta alla luce del fatto che l’obiettivo del Pd è quello di contribuire a far uscire l’Italia dalla crisi con politiche di crescita dell’economia e del lavoro e una riorganizzazione e riduzione della spesa dello Stato anche attraverso l’efficientamento della macchina amministrativa.
Da questo punto di vista non si può prescindere da quella elaborazione che in Toscana nel corso degli anni è stata svolta sulla programmazione strategica delle politiche di sviluppo e di organizzazione dei servizi rappresentata dalle aree vaste.
Ciò andrà assunto nella definizione della proposta di riordino delle nuove province: dovranno essere valutate a fondo le competenze e le funzioni che queste andranno ad assumere nella nuova legislazione e allo stesso modo dovrà essere considerata la ridefinizione dei servizi e la nuova organizzazione periferica dello Stato con i suoi uffici e strutture.
Tutto questo dovrà coniugarsi con quegli obiettivi di crescita e di sviluppo che la Toscana intende darsi concorrendo a raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica senza incidere sui servizi ai cittadini, consapevoli che, per gli impegni che l’Italia si è assunta in Europa, gli anni a venire continueranno a chiedere un attento contenimento delle spese. Per questo ha valore la proposta sulle aree vaste lanciata dal Presidente Rossi.
Rispetto a tali obiettivi rischia però di essere fuorviante porre l’accento solo sulle identità ed è stato inopportuno sollevare la questione dei nuovi capoluoghi perché, per come è stata posta e per come si è sviluppata, si è rischiato di allontanare la discussione e l’individuazione delle soluzioni rispetto ai problemi reali percepiti da un numero sempre maggiore di cittadini.
Per questo già da stamani il Partito Democratico toscano, dopo aver avviato un primo confronto, prima della pausa estiva, con i soggetti politici e istituzionali interessati, ha ripreso a discuterne con l’obbiettivo di contribuire nei tempi previsti dalla legge ad una proposta di riordino degli enti provinciali che valorizzi quella programmazione strategica che in questa regione nei fatti stiamo portando avanti ormai da alcuni lustri.
L’impegno è che il Pd affronti il dibattito nel merito e nelle opportune sedi politiche e istituzionali, nel rispetto di tutte le posizioni espresse, rifiutando i toni inadeguati registrati nelle scorse settimane. Discussione che dovrà essere svolta con l’unico intento di definire la migliore soluzione che le caratteristiche della Toscana richiedono.
Gianassi, “La Ginori deve restare a Sesto e mantenere la sua qualità”
“La Ginori è da sempre paradigma di qualità: vogliamo che resti a Sesto e mantenga la sua produzione in linea con il passato, con i parametri che l’hanno resa unica e senza rivali nei mercati emergenti”.
È quanto ha detto il sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso alle Cascine, durante il dibattito “Le città e il lavoro. Fabbriche, identità, territori”, riguardo alla fabbrica Richard Ginori, i cui dipendenti sono al momento in cassa integrazione per cessazione d’attività, in attesa di una ristrutturazione aziendale.
Con lui anche Giovanni Mari, docente di Storia della Filosofia all’Università di Firenze Rodolfo Zanieri, di Uil Toscana, Simone Millozzi, sindaco di Pontedera e Giacomo Scarpelli, responsabile organizzazione Pd metropolitano di Firenze.
“Speriamo nelle prossime settimane di avere un chiarimento della situazione aziendale: gruppi molto importanti e solidi industrialmente hanno dimostrato interesse, è un fatto positivo e vogliamo essere fiduciosi”, continua Gianassi.
“Con gli anni è cambiata la produzione, è cambiato il volto delle fabbriche storiche, è cambiata anche la Piaggio: è emersa la necessità di confrontarsi con un modello nuovo, basato su internazionalizzazione e globalizzazione, che però va saputo governare per poter ricavarne effetti positivi per il territorio.- fa presente Millozzi – Da parte mia, chiedo all’azienda non solo di restare sul territorio ma anche di mettere in campo strumenti nuovi da un punto di vista tecnologico e operativo, per avere un prodotto all’avanguardia, magari a minor impatto ambientale”.
“In un momento di grave crisi come questo, scommettere sull’attività manifatturiera in Toscana è e resta un obiettivo fondamentale”, aggiunge Zanieri.
Gianassi, “La Ginori deve restare a Sesto e mantenere la sua qualità”
“La Ginori è da sempre paradigma di qualità: vogliamo che resti a Sesto e mantenga la sua produzione in linea con il passato, con i parametri che l’hanno resa unica e senza rivali nei mercati emergenti”.
È quanto ha detto il sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso alle Cascine, durante il dibattito “Le città e il lavoro. Fabbriche, identità, territori”, riguardo alla fabbrica Richard Ginori, i cui dipendenti sono al momento in cassa integrazione per cessazione d’attività, in attesa di una ristrutturazione aziendale.
Con lui anche Giovanni Mari, docente di Storia della Filosofia all’Università di Firenze Rodolfo Zanieri, di Uil Toscana, Simone Millozzi, sindaco di Pontedera e Giacomo Scarpelli, responsabile organizzazione Pd metropolitano di Firenze.
“Speriamo nelle prossime settimane di avere un chiarimento della situazione aziendale: gruppi molto importanti e solidi industrialmente hanno dimostrato interesse, è un fatto positivo e vogliamo essere fiduciosi”, continua Gianassi.
“Con gli anni è cambiata la produzione, è cambiato il volto delle fabbriche storiche, è cambiata anche la Piaggio: è emersa la necessità di confrontarsi con un modello nuovo, basato su internazionalizzazione e globalizzazione, che però va saputo governare per poter ricavarne effetti positivi per il territorio.- fa presente Millozzi – Da parte mia, chiedo all’azienda non solo di restare sul territorio ma anche di mettere in campo strumenti nuovi da un punto di vista tecnologico e operativo, per avere un prodotto all’avanguardia, magari a minor impatto ambientale”.
“In un momento di grave crisi come questo, scommettere sull’attività manifatturiera in Toscana è e resta un obiettivo fondamentale”, aggiunge Zanieri.
Immigrazione, dibattito della Festa del Pd a Firenze. Il professor Santoro: “Il Consiglio d’Europa apprezza l’esperienza di Campi Bisenzio”
“Il Consiglio d’Europa apprezza l’esperienza di Campi Bisenzio”, a rivelarlo alla Festa Democratica in corso a Firenze è stato il docente universitario Emilio Santoro che da anni si occupa delle questioni legate ai diritti degli immigrati e al quadro normativo italiano, collaborando per questo con l’istituzione che raggruppa i capi di stato europei.
Ieri il professor Santoro è intervenuto al dibattito dal titolo “Più diritti per tutti: cittadinanza, diritto al voto, diritti sociali per i nuovi italiani” insieme allo stesso sindaco di Campi Bisenzio Adriano Chini, e ai responsabili Forum Immigrazione del Pd fiorentino Stefano Fusi, e del Pd nazionale Marco Pacciotti.
Santoro ha citato il comune di Campi come esempio di buona integrazione facendo notare come, al contrario, in Italia “l’immigrazione è stata vissuta come un problema da ‘governare’ basandosi su sfruttamento e paura del fenomeno. Di fatto dalla legge Martelli in poi è stato ‘assunto’ che gli immigrati nel nostro Paese entrassero solo come irregolari e i comportamenti che ne sono conseguiti derivano da questo. Sanatorie ogni 2-3 anni fino al 2002 quando con la Bossi-Fini c’è stata una maxi sanatoria da 700mila persone. Tutte persone che in realtà costruiscono la nostra economia perché settori come edilizia, turismo, agricoltura, lavori di assistenza o cura sono retti da lavoratori stranieri. Quindi problemi sociali, come l’assistenza agli anziani, e delle nostre imprese sono stati risolti da queste persone con l’utilizzo o di nessun contratto o con condizioni lavorative e contrattuali al limite dello sfruttamento”.
Dati confermati dallo stesso responsabile nazionale del Forum Immigrazione del Pd Pacciotti che ha ricordato che “il lavoro dei 5 milioni di immigrati nel nostro paese vale il 10% del Pil e che gli stranieri pagano ogni anno 4 miliardi di euro di contributi pensionistici di cui probabilmente non godranno mai e che andranno a vantaggio dei pensionati italiani. Gli immigrati non sono un nemico di cui aver paura, un competitore sociale o mera forza lavoro – ha sostenuto Pacciotti – ma cittadini che devono avere gli stessi diritti”.
“Occorre cambiare linguaggio e servono percorsi di inclusione nel nostro Paese, questo è un tema centrale della società e i governi di centrodestra succedutisi negli ultimi 20 anni hanno portato ad un arretramento culturale e ad un impianto normativo che nega diritti a coloro che sono nostri concittadini” ha detto Stefano Fusi sostenendo che “leggi come la Bossi-Fini hanno creato una categoria di sotto-cittadini con meno diritti utilizzati per risolvere i problemi della crisi. Questa è l’affermazione di un modello socio-economico devastante per la società che noi vogliamo cambiare”.
Dello stesso avviso Pacciotti per il quale “la Bossi-Fini sarà da cassare in toto: quando il centrosinistra sarà al governo questa sarà una delle priorità insieme all’eliminazione dei due ‘pacchetti-sicurezza’ del ministro Maroni. In cima all’agenda dell’impegno del Pd ci sarà anche una legge sui richiedenti asilo, dal momento che l’Italia ne è totalmente sprovvista, una legge sulla libertà religiosa e una sul diritto di voto agli stranieri: il nostro Paese ha recepito nel 1994 la Direttiva europea su questo ma non l’ha mai applicata”.
Il sindaco di Campi Adriano Chini ha parlato dell’esperienza che il suo comune sta vivendo con residenti originari di 70 etnie diverse, sfatando molti luoghi comuni sulla convivenza con e tra cittadini di paesi diversi. “Se effettivamente al fenomeno dell’immigrazione è legato quello della criminalità a Campi Bisenzio, avendo il 18 per cento dei residenti di origine straniera, dovremmo avere un tasso di criminalità molto alto. Ma è esattamente il contrario, siamo anzi sotto la media. La destra sta ritardando quel percorso culturale e di rapporto tra etnie e popoli che è necessario e naturale. Fin tanto che nel mondo ci saranno conflitti e povertà il fenomeno immigrazione è strutturale e non si può dunque evitare di farci i conti pensando che sia un fatto contingente da gestire con respingimenti o politiche di chiusura dei confini come pensa la destra”.
All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti di varie comunità straniere tra cui Pape Diaw che nell’intervento ha detto che quando il Pd sarà al governo “potrebbe partire dalla legge sull’immigrazione della Regione Toscana”.
Immigrazione, dibattito della Festa del Pd a Firenze. Il professor Santoro: “Il Consiglio d’Europa apprezza l’esperienza di Campi Bisenzio”
“Il Consiglio d’Europa apprezza l’esperienza di Campi Bisenzio”, a rivelarlo alla Festa Democratica in corso a Firenze è stato il docente universitario Emilio Santoro che da anni si occupa delle questioni legate ai diritti degli immigrati e al quadro normativo italiano, collaborando per questo con l’istituzione che raggruppa i capi di stato europei.
Ieri il professor Santoro è intervenuto al dibattito dal titolo “Più diritti per tutti: cittadinanza, diritto al voto, diritti sociali per i nuovi italiani” insieme allo stesso sindaco di Campi Bisenzio Adriano Chini, e ai responsabili Forum Immigrazione del Pd fiorentino Stefano Fusi, e del Pd nazionale Marco Pacciotti.
Santoro ha citato il comune di Campi come esempio di buona integrazione facendo notare come, al contrario, in Italia “l’immigrazione è stata vissuta come un problema da ‘governare’ basandosi su sfruttamento e paura del fenomeno. Di fatto dalla legge Martelli in poi è stato ‘assunto’ che gli immigrati nel nostro Paese entrassero solo come irregolari e i comportamenti che ne sono conseguiti derivano da questo. Sanatorie ogni 2-3 anni fino al 2002 quando con la Bossi-Fini c’è stata una maxi sanatoria da 700mila persone. Tutte persone che in realtà costruiscono la nostra economia perché settori come edilizia, turismo, agricoltura, lavori di assistenza o cura sono retti da lavoratori stranieri. Quindi problemi sociali, come l’assistenza agli anziani, e delle nostre imprese sono stati risolti da queste persone con l’utilizzo o di nessun contratto o con condizioni lavorative e contrattuali al limite dello sfruttamento”.
Dati confermati dallo stesso responsabile nazionale del Forum Immigrazione del Pd Pacciotti che ha ricordato che “il lavoro dei 5 milioni di immigrati nel nostro paese vale il 10% del Pil e che gli stranieri pagano ogni anno 4 miliardi di euro di contributi pensionistici di cui probabilmente non godranno mai e che andranno a vantaggio dei pensionati italiani. Gli immigrati non sono un nemico di cui aver paura, un competitore sociale o mera forza lavoro – ha sostenuto Pacciotti – ma cittadini che devono avere gli stessi diritti”.
“Occorre cambiare linguaggio e servono percorsi di inclusione nel nostro Paese, questo è un tema centrale della società e i governi di centrodestra succedutisi negli ultimi 20 anni hanno portato ad un arretramento culturale e ad un impianto normativo che nega diritti a coloro che sono nostri concittadini” ha detto Stefano Fusi sostenendo che “leggi come la Bossi-Fini hanno creato una categoria di sotto-cittadini con meno diritti utilizzati per risolvere i problemi della crisi. Questa è l’affermazione di un modello socio-economico devastante per la società che noi vogliamo cambiare”.
Dello stesso avviso Pacciotti per il quale “la Bossi-Fini sarà da cassare in toto: quando il centrosinistra sarà al governo questa sarà una delle priorità insieme all’eliminazione dei due ‘pacchetti-sicurezza’ del ministro Maroni. In cima all’agenda dell’impegno del Pd ci sarà anche una legge sui richiedenti asilo, dal momento che l’Italia ne è totalmente sprovvista, una legge sulla libertà religiosa e una sul diritto di voto agli stranieri: il nostro Paese ha recepito nel 1994 la Direttiva europea su questo ma non l’ha mai applicata”.
Il sindaco di Campi Adriano Chini ha parlato dell’esperienza che il suo comune sta vivendo con residenti originari di 70 etnie diverse, sfatando molti luoghi comuni sulla convivenza con e tra cittadini di paesi diversi. “Se effettivamente al fenomeno dell’immigrazione è legato quello della criminalità a Campi Bisenzio, avendo il 18 per cento dei residenti di origine straniera, dovremmo avere un tasso di criminalità molto alto. Ma è esattamente il contrario, siamo anzi sotto la media. La destra sta ritardando quel percorso culturale e di rapporto tra etnie e popoli che è necessario e naturale. Fin tanto che nel mondo ci saranno conflitti e povertà il fenomeno immigrazione è strutturale e non si può dunque evitare di farci i conti pensando che sia un fatto contingente da gestire con respingimenti o politiche di chiusura dei confini come pensa la destra”.
All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti di varie comunità straniere tra cui Pape Diaw che nell’intervento ha detto che quando il Pd sarà al governo “potrebbe partire dalla legge sull’immigrazione della Regione Toscana”.
