13 Giugno 2011

Quorum raggiunto!

Firenze  – È visibilmente allegro, soddisfatto, il segretario regionale del Partito Democratico della Toscana Andrea Manciulli. Il quorum per la validità dei Referendum è raggiunto.

“La risposta che attendevamo e a cui abbiamo lavorato con tenacia è arrivata” commenta a caldo Manciulli. “Non sono bastati i giochini di palazzo, i sotterfugi, i tentativi di scippo, per tenere lontani dalle urne i cittadini. Si è voluto e si è realizzato un nuovo grande risultato politico: i quattro referendum si impongono e un giudizio interviene con forza sul futuro del nostro paese. Dalle urne in meno di un mese una Italia viva che vuole il controllo del proprio destino si è mostrata. È finalmente l’ora della bella politica: la politica che affronta le questioni, che offre soluzioni, che mostra coraggio. È un’onda alta e forte, gonfiata dal vento del cambiamento, dalla voglia di alternativa. È un fatto, è preciso e chiaro: ‘come può uno scoglio arginare il mare’? Il mare spazza la spiaggia e all’orizzonte una luce nuova s’impone. Grazie ancora una volta a tutti i cittadini della nostra Toscana. Un nuovo primato non si è fatto attendere. C’è molto da fare, è evidente, ma il futuro a cui lavoriamo e già qui”.

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10 Giugno 2011

Digitale terrestre, a rischio decine di aziende
televisive in Toscana

Firenze –  “Il digitale cambia la tv”. Questo il titolo di un incontro che si è svolto questa mattina a Firenze organizzato dal gruppo consiliare e dal Partito democratico toscani. Ma il digitale terrestre, da tecnologia che apre scenari e opportunità tutti nuovi, in Toscana, rischia di provocare un certo scompiglio nell’emittenza locale, con ripercussioni anche gravi sia sul pluralismo che sui livelli occupazionali.

Queste preoccupazioni sono state al centro dei relatori: il presidente della Commissione Cultura e informazione del Consiglio regionale, Nicola Danti, il capogruppo Vittorio Bugli, il segretario regionale Andrea Manciulli e il deputato ed ex ministro Paolo Gentiloni.

Presenti molti operatori e imprenditori dell’emittenza locale che hanno anche preso la parola per raccontare le loro esperienze e proporre soluzioni alle questioni che si presentano con il passaggio al digitale. In gioco ci sono le frequenze, che per la Toscana– secondo quanto prevede il piano nazionale del governo – penalizzano fortemente l’emittenza locale anche in considerazione della vendita di 9 canali alla telefonia mobile. Quindi si tratta di capire quanti sono i canali per operatori di rete che il governo dovrà distribuire in base a una classifica redatta sulla scorta di alcuni criteri: il patrimonio; il numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato; la copertura della popolazione; l’anzianità dell’emittente.

«Parliamo di una realtà importante – ha spiegato Nicola Danti – In Toscana ci sono una quarantina di emittenti, molto seguite per il loro palinsesto di informazione locale, per un servizio, quindi, che altri non offrono. Parliamo quindi di 40 imprese che dovranno fare i conti con la fatidica scadenza che non è ancora definita e che potrebbe essere anticipata a fine 2011 per il passaggio al digitale, un’innovazione che va sostenuta come si sostiene l’innovazione tecnologica delle altre imprese toscane. Certo – ha aggiunto Danti – il digitale è una grande opportunità, ma questa “rivoluzione”, se non accompagnata e gestita bene, rischia di provocare gravi danni al pluralismo e all’occupazione. Inoltre, in alcune zone della regione, in particolare quelle montane, ci sarà il rischio di un vero e proprio black-out televisivo se non si fa chiarezza sulla gestione degli impianti di ripetizione del segnale e sugli investimenti».

Danti ha anche ricordato che, sul fronte Regione, le cose si stanno muovendo: già nell’ottobre scorso il Consiglio ha approvato all’unanimità un documento e ora la Giunta sta elaborando una specifica normativa che probabilmente tratterà di “misure di sostegno al sistema radiotelevisivo per il passaggio al digitale” e sui cui è aperto un confronto con tutti.

Cosa può fare la Regione per rispondere ai diversi problemi? E’ stato il capogruppo del Pd, Vittorio Bugli, a indicare un percorso istituzionale e di confronto.

«Dobbiamo riportare la questione in Consiglio – ha detto Bugli – aggiornandola perché ora è il momento di fare un’azione stringente nei confronti del governo per chiedere i cambiamenti necessari a consentire un passaggio indolore al digitale. E dobbiamo impegnarci per portare su questa posizione anche le altre Regioni interessata e la stessa Conferenza delle Regioni. E’ una battaglia utile e importante. Noi, come Pd, ci siamo e ci crediamo».

«L’impegno per l’emittenza locale è un impegno che prendiamo non solo per voi, ma per tutti i cittadini – ha spiegato Andrea Manciulli, rivolgendosi alla platea di operatori del settore –. Perché si tratta di una questione di qualità democratica, di rappresentanza nella nostra società, di un settore che svolge un servizio prezioso ed insostituibile di informazione nel territorio, anche per la politica».

Infine, Paolo Gentiloni, che è anche presidente del Forum nazionale Informazione e telecomunicazioni del Pd su, ha fatto il punto sulla situazione ricordando che «la partita non è ancora chiusa e che le Regioni possono esercitare un ruolo che la stessa Costituzione prevede».

«In particolare c’è da rispettare la legge che prevede l’assegnazione delle frequenze nazionali e regionali nella misura, rispettivamente, di 2/3 e 1/3, facendo passare un’interpretazione giusta che non penalizzi le tv locali. Ci sono i presupposti – ha concluso Gentiloni – per vincere questa battaglia e noi ci faremo sentire».

 

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Digitale terrestre, a rischio decine di aziende
televisive in Toscana

Firenze –  “Il digitale cambia la tv”. Questo il titolo di un incontro che si è svolto questa mattina a Firenze organizzato dal gruppo consiliare e dal Partito democratico toscani. Ma il digitale terrestre, da tecnologia che apre scenari e opportunità tutti nuovi, in Toscana, rischia di provocare un certo scompiglio nell’emittenza locale, con ripercussioni anche gravi sia sul pluralismo che sui livelli occupazionali.

Queste preoccupazioni sono state al centro dei relatori: il presidente della Commissione Cultura e informazione del Consiglio regionale, Nicola Danti, il capogruppo Vittorio Bugli, il segretario regionale Andrea Manciulli e il deputato ed ex ministro Paolo Gentiloni.

Presenti molti operatori e imprenditori dell’emittenza locale che hanno anche preso la parola per raccontare le loro esperienze e proporre soluzioni alle questioni che si presentano con il passaggio al digitale. In gioco ci sono le frequenze, che per la Toscana– secondo quanto prevede il piano nazionale del governo – penalizzano fortemente l’emittenza locale anche in considerazione della vendita di 9 canali alla telefonia mobile. Quindi si tratta di capire quanti sono i canali per operatori di rete che il governo dovrà distribuire in base a una classifica redatta sulla scorta di alcuni criteri: il patrimonio; il numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato; la copertura della popolazione; l’anzianità dell’emittente.

«Parliamo di una realtà importante – ha spiegato Nicola Danti – In Toscana ci sono una quarantina di emittenti, molto seguite per il loro palinsesto di informazione locale, per un servizio, quindi, che altri non offrono. Parliamo quindi di 40 imprese che dovranno fare i conti con la fatidica scadenza che non è ancora definita e che potrebbe essere anticipata a fine 2011 per il passaggio al digitale, un’innovazione che va sostenuta come si sostiene l’innovazione tecnologica delle altre imprese toscane. Certo – ha aggiunto Danti – il digitale è una grande opportunità, ma questa “rivoluzione”, se non accompagnata e gestita bene, rischia di provocare gravi danni al pluralismo e all’occupazione. Inoltre, in alcune zone della regione, in particolare quelle montane, ci sarà il rischio di un vero e proprio black-out televisivo se non si fa chiarezza sulla gestione degli impianti di ripetizione del segnale e sugli investimenti».

Danti ha anche ricordato che, sul fronte Regione, le cose si stanno muovendo: già nell’ottobre scorso il Consiglio ha approvato all’unanimità un documento e ora la Giunta sta elaborando una specifica normativa che probabilmente tratterà di “misure di sostegno al sistema radiotelevisivo per il passaggio al digitale” e sui cui è aperto un confronto con tutti.

Cosa può fare la Regione per rispondere ai diversi problemi? E’ stato il capogruppo del Pd, Vittorio Bugli, a indicare un percorso istituzionale e di confronto.

«Dobbiamo riportare la questione in Consiglio – ha detto Bugli – aggiornandola perché ora è il momento di fare un’azione stringente nei confronti del governo per chiedere i cambiamenti necessari a consentire un passaggio indolore al digitale. E dobbiamo impegnarci per portare su questa posizione anche le altre Regioni interessata e la stessa Conferenza delle Regioni. E’ una battaglia utile e importante. Noi, come Pd, ci siamo e ci crediamo».

«L’impegno per l’emittenza locale è un impegno che prendiamo non solo per voi, ma per tutti i cittadini – ha spiegato Andrea Manciulli, rivolgendosi alla platea di operatori del settore –. Perché si tratta di una questione di qualità democratica, di rappresentanza nella nostra società, di un settore che svolge un servizio prezioso ed insostituibile di informazione nel territorio, anche per la politica».

Infine, Paolo Gentiloni, che è anche presidente del Forum nazionale Informazione e telecomunicazioni del Pd su, ha fatto il punto sulla situazione ricordando che «la partita non è ancora chiusa e che le Regioni possono esercitare un ruolo che la stessa Costituzione prevede».

«In particolare c’è da rispettare la legge che prevede l’assegnazione delle frequenze nazionali e regionali nella misura, rispettivamente, di 2/3 e 1/3, facendo passare un’interpretazione giusta che non penalizzi le tv locali. Ci sono i presupposti – ha concluso Gentiloni – per vincere questa battaglia e noi ci faremo sentire».

 

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Autopalio, Pd: “No al pedaggio
E’ tassa indiretta su strada dissestata”

Firenze – “La decisione del Governo di andare avanti sull’introduzione del pedaggio su una strada come la Firenze-Siena e’ una vera e propria tassa indiretta che colpisce ingiustamente un territorio che e’ costretto ad utilizzare una strada che e’ al dissesto e che urge di ammodernamento e messa in sicurezza. Pdl e Lega aldila’ delle parole, pensano solo a fare cassa non sapendo come far tornare i conti: chiunque conosce l’autopalio sa di quanti e quali interventi avrebbe bisogno e che da anni le istituzioni locali chiedono, inascoltate, ad Anas e Governo”. Cosi interviene Andrea Manciulli, segretario del Pd Toscana dopo l’annuncio del Viceministro Castelli di voler proseguire con l’introduzione del pedaggio su raccordi Anas, come appunto la Firenze-Siena.

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Autopalio, Pd: “No al pedaggio
E’ tassa indiretta su strada dissestata”

Firenze – “La decisione del Governo di andare avanti sull’introduzione del pedaggio su una strada come la Firenze-Siena e’ una vera e propria tassa indiretta che colpisce ingiustamente un territorio che e’ costretto ad utilizzare una strada che e’ al dissesto e che urge di ammodernamento e messa in sicurezza. Pdl e Lega aldila’ delle parole, pensano solo a fare cassa non sapendo come far tornare i conti: chiunque conosce l’autopalio sa di quanti e quali interventi avrebbe bisogno e che da anni le istituzioni locali chiedono, inascoltate, ad Anas e Governo”. Cosi interviene Andrea Manciulli, segretario del Pd Toscana dopo l’annuncio del Viceministro Castelli di voler proseguire con l’introduzione del pedaggio su raccordi Anas, come appunto la Firenze-Siena.

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Diritto allo studio, Gd: “Toscana risponda
con forza ai tagli del governo”

Firenze  – “Anche per quest’anno sono previsti tagli nel settore del diritto allo studio da parte del Governo che andranno a ridurre ulteriormente le già scarse risorse attuali destinate per le borse di studio. Noi crediamo che almeno in Toscana si debba lavorare per non smantellare un sistema virtuoso maturato negli anni che ha visto coprire il 100% delle borse di studio, sono circa 11mila i borsisti nel 2010, e alzare due anni fa i livelli ISEE e ISPE per l’accesso alla borsa di studio e aumentarne la platea dei beneficiari. Riteniamo che sul diritto allo studio non ci possano essere passi indietro e vogliamo esprimere le nostre preoccupazioni su delle questioni su cui vogliamo batterci per difendere il diritto allo studio in Toscana”. Così interviene Gaetano Caravella, responsabile regionale Università dei Giovani Democratici della Toscana sui prossimi tagli al Fondo integrativo statale finalizzato all’erogazione delle borse di studio per gli studenti universitari.

“Per questo chiediamo alla Regione, e quindi all’assessorato e all’ARDSU-Azienda Regionale per il diritto allo Studio Universitario, di porre attenzione alle nostre preoccupazioni e a quelle di tutto il corpo studentesco” continua Caravella, che elenca:

 

-Chiediamo che non venga ridotto l’importo della borsa di studio, sottolineando come già sia inadeguato a coprire i costi del materiale per la didattica in molte facoltà.

 

-Chiediamo di non modificare i criteri di valutazione del merito, attraverso cui si stabilisce la graduatoria per ottenere la borsa di studio. I criteri fissati ad oggi risultano completi e vanno incontro agli studenti fissando limiti e obiettivi, in termini di crediti, che sono in linea con i tempi medi di durata della laurea e che fanno sì che la borsa spetti ai capaci e meritevoli ai sensi dell’articolo 34 della Costituzione.

 

-Chiediamo di non abbassare i livelli dei parametri e degli indicatori economici ISEE, ISP e ISPE richiesti per presentare domanda di borsa di studio e per l’alloggio.

 

-Chiediamo di posticipare in via straordinaria e solo per quest’anno dal 10 agosto al 30 settembre il termine per il conseguimento dei crediti necessari per mantenere la borsa di studio, venendo così incontro alle esigenze degli studenti di quelle facoltà in cui sono state eliminate alcune sessioni d’esame, a causa delle mobilitazioni dello scorso autunno che hanno coinvolto studenti, ricercatori e corpo docente.

 

“Su questi punti crediamo – dice Andrea Giorgio, segretario regionale GD Toscana – che malgrado i tagli del Governo, la nostra Regione debba ancora una volta distinguersi nel panorama nazionale mettendo in campo scelte di razionalizzazione e contenimento dei costi che non vadano però a ledere i servizi e gli strumenti a disposizione degli studenti. I Giovani Democratici sono pronti ad un confronto serio con l’ARDSU e la Regione, aperto alle rappresentanze studentesche, per trovare assieme le soluzioni” conclude Andrea Giorgio.

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Diritto allo studio, Gd: “Toscana risponda
con forza ai tagli del governo”

Firenze  – “Anche per quest’anno sono previsti tagli nel settore del diritto allo studio da parte del Governo che andranno a ridurre ulteriormente le già scarse risorse attuali destinate per le borse di studio. Noi crediamo che almeno in Toscana si debba lavorare per non smantellare un sistema virtuoso maturato negli anni che ha visto coprire il 100% delle borse di studio, sono circa 11mila i borsisti nel 2010, e alzare due anni fa i livelli ISEE e ISPE per l’accesso alla borsa di studio e aumentarne la platea dei beneficiari. Riteniamo che sul diritto allo studio non ci possano essere passi indietro e vogliamo esprimere le nostre preoccupazioni su delle questioni su cui vogliamo batterci per difendere il diritto allo studio in Toscana”. Così interviene Gaetano Caravella, responsabile regionale Università dei Giovani Democratici della Toscana sui prossimi tagli al Fondo integrativo statale finalizzato all’erogazione delle borse di studio per gli studenti universitari.

“Per questo chiediamo alla Regione, e quindi all’assessorato e all’ARDSU-Azienda Regionale per il diritto allo Studio Universitario, di porre attenzione alle nostre preoccupazioni e a quelle di tutto il corpo studentesco” continua Caravella, che elenca:

 

-Chiediamo che non venga ridotto l’importo della borsa di studio, sottolineando come già sia inadeguato a coprire i costi del materiale per la didattica in molte facoltà.

 

-Chiediamo di non modificare i criteri di valutazione del merito, attraverso cui si stabilisce la graduatoria per ottenere la borsa di studio. I criteri fissati ad oggi risultano completi e vanno incontro agli studenti fissando limiti e obiettivi, in termini di crediti, che sono in linea con i tempi medi di durata della laurea e che fanno sì che la borsa spetti ai capaci e meritevoli ai sensi dell’articolo 34 della Costituzione.

 

-Chiediamo di non abbassare i livelli dei parametri e degli indicatori economici ISEE, ISP e ISPE richiesti per presentare domanda di borsa di studio e per l’alloggio.

 

-Chiediamo di posticipare in via straordinaria e solo per quest’anno dal 10 agosto al 30 settembre il termine per il conseguimento dei crediti necessari per mantenere la borsa di studio, venendo così incontro alle esigenze degli studenti di quelle facoltà in cui sono state eliminate alcune sessioni d’esame, a causa delle mobilitazioni dello scorso autunno che hanno coinvolto studenti, ricercatori e corpo docente.

 

“Su questi punti crediamo – dice Andrea Giorgio, segretario regionale GD Toscana – che malgrado i tagli del Governo, la nostra Regione debba ancora una volta distinguersi nel panorama nazionale mettendo in campo scelte di razionalizzazione e contenimento dei costi che non vadano però a ledere i servizi e gli strumenti a disposizione degli studenti. I Giovani Democratici sono pronti ad un confronto serio con l’ARDSU e la Regione, aperto alle rappresentanze studentesche, per trovare assieme le soluzioni” conclude Andrea Giorgio.

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9 Giugno 2011

Referendum, appello al voto di Manciulli

Carissimi,

i referendum del 12 e 13 giugno sono una nuova occasione per un nuovo importante risultato.

Non vogliamo il nucleare, non vogliamo le scorie in provincia di Grosseto, non vogliamo una centrale a Montalto di Castro, alle porte della Toscana. Non vogliamo un Governo che cerca di truccare la partita sulla pelle del futuro.

L’esito del voto della ormai prossima consultazione elettorale chiarirà in modo definitivo l’intenzione degli italiani di voltare pagina. L’Italia è pronta a curare i suoi mali, a dare vita ad una nuova stagione di governo.

Quattro quesiti che meritano la nostra risposta. Quattro risposte che si misurano con provvedimenti legislativi che non hanno alcuna possibilità di affermarsi con il voto popolare. Come potrebbero?

Come potrebbe essere condivisa la decisione di piazzare nel nostro paese un sistema di centrali nucleari che oltre ad essere molto costose finiscono per essere drammaticamente pericolose, mentre invece abbiamo tutte le risorse per puntare sulle energie rinnovabili?

Come potrebbe essere condivisa la legge per cui le illegalità del Presidente del Consiglio finiscano protette dal fatto che il “reo” è costretto dalle fatiche del governare?

Poi c’è la questione dell’acqua. Ci sono opinioni diverse, esperienze importanti, come quelle in corso, qui da noi in Toscana, ci sono proposte e progetti che meritano approfondimenti e la nostra attenzione. La Toscana può giocare un ruolo con la propria specificità, con il suo modello avanzato di gestione pubblica dell’acqua.

Ora è ancora una volta il Presidente Napolitano a dare luce alla strada da intraprendere. “Il dovere di rispondere all’invito, il diritto di esprimere la propria opinione, di manifestare la scelta”: questo è il richiamo, questo l’impegno a cui non ci sottrarremo.

C’è un motivo forte dentro i quesiti referendari che va persino oltre le tante ragioni dei Si. Ricordo, anche, che è grazie agli Istituti di garanzia costituzionale che è stato sventato il tentativo di sottrarre il quesito sul nucleare dalla consultazione referendaria. Temono il raggiungimento del quorum. Si teme la valanga di Si che travolgeranno il privilegio del legittimo impedimento e questo brucia e credo che faremo tutto il possibile, e forse anche qualcosa di più, perché bruci davvero.

Fu un referendum a liberarci dalla monarchia e a sancire la nascita della nostra Repubblica. Con i referendum si conquistarono il divorzio e la libertà dall’aborto clandestino e dalle pratiche delle mammane. Vengono alla mente momenti significativi di grandi conquiste di civiltà e di democrazia per il nostro Paese. Ecco, tocca di nuovo a noi. Il 14 giugno vogliamo che sia una nuova giornata di gioia per noi, per il nostro paese e per un futuro che ora guardiamo negli occhi. Siamo noi il futuro di una Italia che sta facendosi nuova e allegra.

 

Non perdiamo un voto. Il quorum è possibile. Nessuno dimentichi il suo dovere: andiamo e diciamo di andare a votare.

 

Andrea Manciulli

segretario Pd Toscana

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Referendum, appello al voto di Manciulli

Carissimi,

i referendum del 12 e 13 giugno sono una nuova occasione per un nuovo importante risultato.

Non vogliamo il nucleare, non vogliamo le scorie in provincia di Grosseto, non vogliamo una centrale a Montalto di Castro, alle porte della Toscana. Non vogliamo un Governo che cerca di truccare la partita sulla pelle del futuro.

L’esito del voto della ormai prossima consultazione elettorale chiarirà in modo definitivo l’intenzione degli italiani di voltare pagina. L’Italia è pronta a curare i suoi mali, a dare vita ad una nuova stagione di governo.

Quattro quesiti che meritano la nostra risposta. Quattro risposte che si misurano con provvedimenti legislativi che non hanno alcuna possibilità di affermarsi con il voto popolare. Come potrebbero?

Come potrebbe essere condivisa la decisione di piazzare nel nostro paese un sistema di centrali nucleari che oltre ad essere molto costose finiscono per essere drammaticamente pericolose, mentre invece abbiamo tutte le risorse per puntare sulle energie rinnovabili?

Come potrebbe essere condivisa la legge per cui le illegalità del Presidente del Consiglio finiscano protette dal fatto che il “reo” è costretto dalle fatiche del governare?

Poi c’è la questione dell’acqua. Ci sono opinioni diverse, esperienze importanti, come quelle in corso, qui da noi in Toscana, ci sono proposte e progetti che meritano approfondimenti e la nostra attenzione. La Toscana può giocare un ruolo con la propria specificità, con il suo modello avanzato di gestione pubblica dell’acqua.

Ora è ancora una volta il Presidente Napolitano a dare luce alla strada da intraprendere. “Il dovere di rispondere all’invito, il diritto di esprimere la propria opinione, di manifestare la scelta”: questo è il richiamo, questo l’impegno a cui non ci sottrarremo.

C’è un motivo forte dentro i quesiti referendari che va persino oltre le tante ragioni dei Si. Ricordo, anche, che è grazie agli Istituti di garanzia costituzionale che è stato sventato il tentativo di sottrarre il quesito sul nucleare dalla consultazione referendaria. Temono il raggiungimento del quorum. Si teme la valanga di Si che travolgeranno il privilegio del legittimo impedimento e questo brucia e credo che faremo tutto il possibile, e forse anche qualcosa di più, perché bruci davvero.

Fu un referendum a liberarci dalla monarchia e a sancire la nascita della nostra Repubblica. Con i referendum si conquistarono il divorzio e la libertà dall’aborto clandestino e dalle pratiche delle mammane. Vengono alla mente momenti significativi di grandi conquiste di civiltà e di democrazia per il nostro Paese. Ecco, tocca di nuovo a noi. Il 14 giugno vogliamo che sia una nuova giornata di gioia per noi, per il nostro paese e per un futuro che ora guardiamo negli occhi. Siamo noi il futuro di una Italia che sta facendosi nuova e allegra.

 

Non perdiamo un voto. Il quorum è possibile. Nessuno dimentichi il suo dovere: andiamo e diciamo di andare a votare.

 

Andrea Manciulli

segretario Pd Toscana

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7 Giugno 2011

Referendum, Manciulli: “Fallito goffo tentativo
del governo di negare il voto al Paese”

Il segretario del Pd Toscana: “Adesso tutti impegnati per raggiungimento quorum”

 

Firenze  – “Adesso che anche la Corte Costituzionale ha dato il via libera al quesito sul nucleare dopo l’ultimo e goffo tentativo del Governo di non far votare gli italiani dobbiamo tutti impegnarci per far sì che l’affluenza alle urne domenica e lunedì sia la più alta possibile. Il raggiungimento del quorum è alla nostra portata e la mobilitazione per far andare tutti a votare deve essere l’obiettivo di questa settimana: facciamo sentire a questa maggioranza ormai a pezzi, che sta cercando in tutti i modi di evitare l’ennesimo severo giudizio sul proprio operato, la voce degli italiani”.

Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli interviene dopo la decisione della Corte Costituzionale che oggi ha stabilito l’ammissibilità del quesito referendario sul nucleare dopo il ricorso avanzato dal Governo.

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