14 Aprile 2012

Atto vandalico sede Pd Pisa,
Nocchi: “Fatto inaccettabile”

“E’ accaduto un fatto inaudito: è stata danneggiata con una mazza la porta della nostra sede e sotto l’insegna del partito è apparsa una scritta NO TAV.

L’attacco ad una sede di un partito, ad un presidio della nostra democrazia, al luogo in cui i cittadini organizzano la propria partecipazione politica è un fatto inaccettabile che condanniamo duramente. Ci sono frange, quelle che puntano il dito contro il procuratore Caselli in Piemonte, che mirano ad intimorire i magistrati, che devono essere isolate, frange estreme e violente che nulla hanno a che vedere con chi legittimamente esprime posizioni di dissenso rispetto alla realizzazione della Tav. Proprio per questo, perché non si ripetano stagioni politiche che hanno già tristemente segnato la storia della città di Pisa e dell’Italia, facciamo appello a tutte le forze politiche, alle forze sociali ed economiche affinché si isolino i violenti e si mantenga il confronto all’interno dell’agire democratico.

Il nostro partito continuerà, senza farsi intimidire da nessuno, nel suo lavoro quotidiano. Siamo impegnati a livello locale e nazionale in una iniziativa politica improntata ai valori della libertà e dell’uguaglianza, volta a portare il Paese fuori dalla grave crisi economica che lo attanaglia, e che incide negativamente sui redditi delle famiglie e sulle prospettive di lavoro e di occupazione”.

Francesco Nocchi
segretario provinciale Pd Pisa

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Atto vandalico sede Pd Pisa,
Nocchi: “Fatto inaccettabile”

“E’ accaduto un fatto inaudito: è stata danneggiata con una mazza la porta della nostra sede e sotto l’insegna del partito è apparsa una scritta NO TAV.

L’attacco ad una sede di un partito, ad un presidio della nostra democrazia, al luogo in cui i cittadini organizzano la propria partecipazione politica è un fatto inaccettabile che condanniamo duramente. Ci sono frange, quelle che puntano il dito contro il procuratore Caselli in Piemonte, che mirano ad intimorire i magistrati, che devono essere isolate, frange estreme e violente che nulla hanno a che vedere con chi legittimamente esprime posizioni di dissenso rispetto alla realizzazione della Tav. Proprio per questo, perché non si ripetano stagioni politiche che hanno già tristemente segnato la storia della città di Pisa e dell’Italia, facciamo appello a tutte le forze politiche, alle forze sociali ed economiche affinché si isolino i violenti e si mantenga il confronto all’interno dell’agire democratico.

Il nostro partito continuerà, senza farsi intimidire da nessuno, nel suo lavoro quotidiano. Siamo impegnati a livello locale e nazionale in una iniziativa politica improntata ai valori della libertà e dell’uguaglianza, volta a portare il Paese fuori dalla grave crisi economica che lo attanaglia, e che incide negativamente sui redditi delle famiglie e sulle prospettive di lavoro e di occupazione”.

Francesco Nocchi
segretario provinciale Pd Pisa

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Atto vandalico sede Pd Pisa, la condanna
di Ferrucci e Ferrante

L’atto vandalico commesso stanotte ai danni del Pd di Pisa va condannato fermamente e ci auguriamo che questa condanna sia sentita e unanime. Se espressa in queste forme la protesta è sempre inaccettabile. Come Pd non ci faremo intimidire e continueremo nella nostra azione politica: per il lavoro, per il rilancio dell’economia, per i diritti e per la democrazia.

Così il consigliere regionale del Pd Ivan Ferrucci commenta l’atto vandalico effettuato ai danni della sede del Pd di Pisa nella notte tra il 13 e il 14 aprile. 

 

Ferma anche la condanna di Andrea Ferrante, segretario comunale del Pd di Pisa. 

L’azione vigliacca di chi ha danneggiato la sede Pd di via Fratti chiama a una reazione ferma e netta tutti coloro che hanno a cuore la pienezza della vita democratica della nostra città. Atti intimidatori contro organizzazioni politiche non sono accettabili né compatibili con le tradizioni civili di questo territorio e per questo siamo sicuri che Pisa saprà respingere il tentativo di innescare una deriva pericolosa e degradante”. 

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Atto vandalico sede Pd Pisa, la condanna
di Ferrucci e Ferrante

L’atto vandalico commesso stanotte ai danni del Pd di Pisa va condannato fermamente e ci auguriamo che questa condanna sia sentita e unanime. Se espressa in queste forme la protesta è sempre inaccettabile. Come Pd non ci faremo intimidire e continueremo nella nostra azione politica: per il lavoro, per il rilancio dell’economia, per i diritti e per la democrazia.

Così il consigliere regionale del Pd Ivan Ferrucci commenta l’atto vandalico effettuato ai danni della sede del Pd di Pisa nella notte tra il 13 e il 14 aprile. 

 

Ferma anche la condanna di Andrea Ferrante, segretario comunale del Pd di Pisa. 

L’azione vigliacca di chi ha danneggiato la sede Pd di via Fratti chiama a una reazione ferma e netta tutti coloro che hanno a cuore la pienezza della vita democratica della nostra città. Atti intimidatori contro organizzazioni politiche non sono accettabili né compatibili con le tradizioni civili di questo territorio e per questo siamo sicuri che Pisa saprà respingere il tentativo di innescare una deriva pericolosa e degradante”. 

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13 Aprile 2012

Velo (Pd): “Soddisfazione per il progetto del corridoio transeuropeo”

Anche l’onorevole Silvia Velo commenta positivamente la notizia del consenso ricevuto dal Presidente della Catalogna ad inserire l’importante progetto del corridoio europeo Est-Ovest, sostenuto dal governatore della Toscana Enrico Rossi, tra le priorità dell’Unione Europea. Un corridoio che vedrebbe collegare, via mare e via terra, i Balcani con i porti di Barcellona e Valencia passando dai porti di Livorno e Piombino.

“Mi associo con il presidente Rossi e con la sua idea che ho intenzione di sostenere con tutte le forze – afferma Silvia Velo – sto già lavorando in Parlamento ad una risoluzione che impegni il Governo a sostenere il presidente Rossi in questo importante progetto di ricaduta internazionale, ma anche locale. In particolare ho chiesto di inserire tra le audizioni in corso nella Commissione Trasporti della Camera, che si stanno svolgendo attorno alla Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della Rete Transeuropea dei Trasporti (TEN-T), anche l’audizione del Presidente Enrico Rossi e dei Presidenti della Marche e dell’Umbria”.

L’obiettivo è di arrivare all’approvazione di un parere che preveda l’inserimento dell’autostrada Grosseto-Fano in un nuovo sub corridoio europeo in grado di connettere la penisola balcanica con quella iberica attraverso la piattaforma logistica dell’Italia centrale. Questa è un’eccezionale opportunità per la Toscana, ma anche per la città di Piombino, per lo sviluppo del suo porto e della sua economia”.

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Arezzo, il Pd: “Stop alle dimissioni in bianco sui luoghi di lavoro”

Si è svolta questa mattina presso la sede del coordinamento provinciale Pd di Arezzo la conferenza stampa sui risultati dell’attività della campagna “Io firmo, contro le dimissioni in bianco” lanciata dal Partito Democratico qualche settimana fa.
Grande e continuativa la presenza sul territorio che ha visto tutte le vallate coinvolte nella raccolta delle firme e l’impegno dei consigli comunali a presentare ed approvare rapidamente l’Odg contro le dimissioni in bianco e per il ripristino della legge 188.

“E’ un’iniziativa alla quale diamo un rilevante significato”, ha detto il segretario provinciale Pd Marco Meacci. “In undici Comuni della nostra provincia e dal consiglio provinciale l’Odg è già stato approvato, in alcuni casi all’unanimità proprio perchè la causa che rappresentiamo va oltre le appartenenze politiche e nelle prossime settimane saranno altri i comuni a ratificare l’Odg tra i quali anche Arezzo. La piaga delle dimissioni in bianco è purtroppo presente anche nel nostro territorio, la mobilitazione nella provincia ha voluto lanciare un messaggio forte anche in direzione del governo”.

In sede di conferenza è stata presentata l’iniziativa pubblica che si terrà lunedì 16 alle ore 17 presso il Circolo Aurora alla presenza dell’on. Maria Grazia Gatti, prima firmataria della proposta di legge.
“E’ un lavoro prezioso per la nostra realtà provinciale quello di Meacci e di Erika Falsini, referente per le Politiche di genere – spiega l’on. Donella Mattesini -. La legge che vogliamo reintegrare fu fatta dal governo Prodi e subito cancellata, oggi Maria Grazia Gatti della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, ha riproposto il ripristino della normativa contro le dimissioni in bianco tema che coinvolge in special modo le donne ma anche gli uomini. I numeri fanno riflettere, si pensi che nel biennio 2009-2010, nel corso di una delle più devastanti crisi economiche, sono 36.693 le lavoratrici che hanno abbandonato il posto di lavoro a seguito della maternità”.

Ed è proprio dalla riflessione che è partita l’iniziativa ad Arezzo.
“Tutti i circoli si sono confrontati con i tanti cittadini che hanno posto la propria firma nei moduli indirizzati alla ministra Fornero – dice Erika Falsini, referente per le politiche di genere -. Il nostro è stato un impegno a tutto tondo che è partito dal basso, dalle donne e dagli uomini che si sono dedicati ai gazebo, ai volantinaggi e al confronto con le persone interessate alla causa. E’ stato recepito come lavoro sistematico all’interno dell’assemblea provinciale permanente delle donne del Partito Democratico che si impegnano anche dopo questa ottima riuscita a portare l’intervento anche in sede di assemblea regionale delle donne. L’impegno che portiamo avanti come gruppo per le politiche di genere è un lavoro strutturato che oggi si dota di un altro importante tassello volto a migliorare la qualità della vita di ogni donna, il lavoro è una parte fondamentale dell’esistenza dell’individuo e non è accettabile lasciare sole le lavoratrici in un momento di difficoltà come questo”.

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12 Aprile 2012

Pd Pistoia, 139 lasciano partito. Manciulli: “Scelta sbagliata”

“Ritengo sbagliata la scelta di quei 139 nostri iscritti che hanno deciso di lasciare il Partito di Pistoia”.  Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli si esprime al riguardo del gruppo di iscritti che oggi hanno annunciato di non voler rinnovare la tessera al Pd di Pistoia polemizzando con i vertici del partito.  

“È sbagliato – dice Manciulli – in primo luogo perché avviene nel pieno della campagna elettorale, che dovrebbe vedere tutti, non soltanto gli iscritti ma anche i simpatizzanti, protesi e concentrati a vincere le elezioni del 6 e 7 maggio prossimi. Elezioni che sono importanti non solo per Pistoia ma per tutto il Paese. In secondo luogo perché lasciare un partito è un gesto estremo che non mi pare giustificato in questa circostanza: qualsiasi siano le ragioni che si portano, anche quando ve ne sono, vanno poste nei termini e nei momenti opportuni. È più giusto aprire una discussione all’interno del partito in una fase successiva al voto nelle sedi e negli organismi preposti. Decidere da subito di non affrontare questa discussione interna è sbagliato e invito quindi tutti quegli iscritti a ripensarci e impegnarsi in questa campagna elettorale per riservare le loro riflessioni alla fase che si aprirà in seguito, come si fa in tutti i partiti che si rispettino”.  

“Io – conclude Manciulli – sono sempre stato convinto che bisogna ascoltare le ragioni di tutti, ma questo è il momento dell’unità e non della divisione. Adesso c’è la campagna elettorale e occorre ritrovare l’impegno di tutti a partire da domani con la venuta del nostro segretario Bersani proprio a Pistoia”.

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Finanziamenti ai partiti, Sani: “Impedire che qualcuno si trovi la campagna elettorale pagata a sua insaputa. Norme drastiche sui finanziamenti pubblici, ma anche su quelli provenienti da privati”

«Se non ora, quando? Considerata l’imbarazzante vicenda del corrotto familismo leghista? Subito l’introduzione di controlli su come vengono spesi i finanziamenti pubblici ai partiti e di meccanismi trasparenti per i contributi erogati dai privati, ma parallelamente anche il provvedimento legislativo di contrasto alla corruzione con l’inasprimento delle pene». A chiederlo è l’onorevole Luca Sani, coordinatore della segreteria regionale del Pd della Toscana, che nel giorno in cui ricorre l’anniversario della scomparsa di Primo Levi, parafrasando una delle sue opere più note, entra nel merito del dibattito sulla trasparenza dei fondi destinati ai partiti.

«Da anni il Partito Democratico, l’unico ad avere i bilanci certificati da una società di revisione contabile – dice Sani – propone inascoltato una legge che dia riconoscimento giuridico ai partiti e li sottoponga a controlli rispetto alla gestione dei bilanci. Pierluigi Bersani ha ragione da vendere quando sottolinea che è dai tempi di Pericle che la Democrazia funziona con il sostegno pubblico per sottrarla all’arbitrio dei ricchi che potrebbero manovrarla.
Per questo, oggi più che mai, è il momento, insieme ad una normativa che introduca meccanismi di controllo sull’utilizzo dei rimborsi elettorali, di mettere sotto la lente d’ingrandimento anche i contributi dei privati, che costituiscono la forma di finanziamento alla politica meno trasparente e controllata. Tanto che per le donazioni fino a 50.000 euro non vige l’obbligo di rendere noto chi sia il sostenitore. Questa norma, infatti, impedisce oggettivamente di distinguere in modo chiaro il confine tra finanziamento legittimo e, se non proprio la corruzione, i possibili condizionamenti dell’azione di governo e delle scelte politiche. Pertanto va immediatamente cambiata, portando la soglia al di sopra della quale scatta l’obbligo di dichiarare l’identità del donatore almeno a 5.000 euro».

«Ad ogni modo, qualunque sia la soglia, ritengo che chi appartiene al Partito Democratico debba attenersi ad un codice di autoregolamentazione e dichiarare sempre da chi ha ricevuto qualsiasi finanziamento privato. Aldilà dei proclami, infatti, come avviene con la certificazione del bilancio del Pd, non c’è bisogno di un obbligo di legge per fare politica con trasparenza. Dico questo anche al fine di evitare che qualcuno si trovi la campagna elettorale interamente pagata a sua insaputa».

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Esodati, in provincia di Pisa 300 lavoratori a rischio: il sostegno del Pd provinciale alla manifestazione dei sindacati di domani

Il Pd di Pisa condivide ragioni e obiettivi della manifestazione nazionale unitaria indetta da Cgil, Cisl e UIl per domani a Roma per risolvere la questione degli “esodati”. Si tratta di quei lavoratori, circa 300 in provincia di Pisa, che sono stati incentivati a dimettersi in cambio di una copertura economica (mobilità, disoccupazione, cassa integrazione) che avrebbe dovuto accompagnarli fino alla pensione, ma che in seguito alla riforma rischiano di rimanere senza lavoro, pensione e ammortizzatori sociali.

I deputati Pd della Commissione Lavoro, in particolare la pisana Maria Grazia Gatti, hanno posto da tempo questo tema all’attenzione del governo e proposto atti parlarmentari per risolverlo. Purtroppo ci sono state colpevoli sottovalutazioni, evidenziate anche dalle cifre poco credibili sull’entità del fenomeno fornite in un primo momento dal ministero.
La ministra Fornero si è impegnata ad emanare un decreto entro giugno: ci impegneremo affinché esso affronti e risolva anche i problemi di tutti i lavoratori coinvolti.

Il Pd appoggia lealmente il governo Monti in una situazione di emergenza nazionale, dopo che il centrodestra ha portato il Paese sull’orlo del baratro, ma lo fa evidenziando su ogni tema il punto di vista dei lavoratori e dei ceti più deboli.
E’ stato grazie alla pressione del Pd, oltre che alla mobilitazione dei lavoratori e del sindacato, che sull’art.18 è stato possibile reintrodurre il principio del reintegro stabilito dal giudice anche nei licenziamenti per ragioni economiche.

E pur nell’impegno ad approvare una riforma del mercato del lavoro che contiene elementi positivi, come il fatto che un’ora di lavoro a termine costi di più di un’ora di lavoro a tempo indeterminato, o l’abolizione delle “dimissioni in bianco”, il Pd si impegna a un lavoro parlamentare certosino per garantire che non vengano nascosti elementi di criticità nei dettagli del testo e per migliorare le parti del provvedimento relative agli ammortizzatori sociali, con particolare attenzione all’allargamento delle tipologie dei lavoratori tutelati, e alle tipologie contrattuali, per migliorare le condizioni economiche e di lavoro dei collaboratori a progetto e delle partite Iva. Ma soprattutto siamo consapevoli che la riforma del mercato del lavoro non riattiverà di per sé la crescita, che è ciò che serve all’Italia in questo momento.
Per questo obiettivo c’è bisogno soprattutto di ridurre le disuguaglianze sociali e di ridare sicurezza e rimettere in moto i consumi delle famiglie e dei ceti popolari.

 

Francesco Nocchi
segretario provinciale Pd Pisa

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11 Aprile 2012

Ilio Pasqui, tesoriere del Pd toscano, a l’Unità: “Troppi soldi pubblici perché i partiti o sono liquidi o di proprietà del Capo”

Intervista pubblicata da l’Unità Toscana il 10 aprile 2012, a firma di Vladimiro Frulletti

 

«Meglio tardi che mai». Così Ilio Pasqui, tesoriere del Pd della Toscana, già sindaco di Cortona e consigliere regionale, commenta l’appello del presidente Rossi e la decisione di Bersani, con Alfano e Casini, di far votare subito in Parlamento una riforma urgente per il finanziamento dei partiti.
Pasqui, manca la trasparenza.
«I bilanci del Pd toscano assieme alle varie relazioni sono su internet, tutti li possono vedere. Poi quest’anno saranno certificati da una società esterna anche se noi già abbiamo il controllo del professore Pozzoli che non è del Pd. Del resto da noi il 98% dei movimenti avviene per bonifico bancario. Da noi non esiste il “maneggio” dei soldi. Di contante saranno 20-30mila ero al massimo all’anno. Taxi, treni, ristoranti. Ogni spesa ha la sua pezza d’appoggio. Tutto il resto passa attraverso banca. Siamo trasparenti e precisi, ma è giusto dire anche questo non basta più».
Perché?
«Perché è l’ora di farla finita con l’equivoco».
Che equivoco?
«È una stupidaggine che siano stati dati soldi a partiti morti. E non parliamo più di rimborso elettorale, è un finanziamento ai partiti bello e buono. Ed è in quantità enorme perché oltre ai rimborsi per ogni campagna elettorale vanno considerati anche i finanziamenti ai gruppi Parlamentari e regionali».
Se poi c’è chi li usa per auto o ville.
«Ora parlano di “incidente” della Lega. Ma che incidente! Chi non immaginava l’opportunismo di quei personaggi. Del federalismo, del decentramento non gliene importava nulla. Volevano far man bassa e trafficavano. Hanno fatto passare tutte le leggi a favore di Berlusconi e contro la magistratura».
Però è tutta la politica a essere sotto scacco.
«È per questo che serve il colpo di reni. Questo finanziamento infatti è indispensabile per i partiti liquidi o quelli del Capo. Invece servono partiti veri con gli iscritti veri che contano e con gli eletti che contribuiscono. Servono partiti democratici. Se con due euro decidi senza doverti iscrivere, che cosa conta più la militanza. Per questo gli iscritti calano anche qui in Toscana».
Lei che propone?
«Io sono per il finanziamento pubblico, altrimenti si finisce nelle mani delle varie lobby. Ma serve una legge che dica che i partiti fanno un congresso almeno ogni legislatura se vogliono avere il finanziamento pubblico. E che in questi congressi la regola deve essere quella della democrazia: una testa, un voto. Così si farà chiarezza su noi stessi».
In che senso?
«Su quale partiti vogliamo. Io sono per un partito che abbia militanza, regole e anche disciplina. Le primarie vanno salvate ma per le cariche istituzionali e lì il Pd deve avere un solo nome. È troppo facile scaricare tutto sugli elettori per non voler mai decidere».
E che c’entra il finanziamento pubblico?
«C’entra eccome. Perché è ovvio che a quei partiti che non hanno la base, non hanno iscritti, non hanno la contribuzione degli eletti, servono tante risorse. E infatti coi partiti liquidi o del Capo il sistema è lievitato. È ora che noi come Pd ci tiriamo fuori da questo equivoco. Che senso ha dare soldi a un partito che non fai congressi. Quelli della Lega dicevano “Bossi, il Capo”. Il capo? E che democrazia è? Vuoi avere il capo? Tienitelo, ma non ti do i soldi dei cittadini. Non basta una scorciatoia, serve una vera riforma dell’articolo 49 della Costituzione».

 

Scarica l’intervista in pdf

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