Cultura, le idee del Pd Toscana
agli Stati Generali


Sono solo alcune delle proposte emerse dagli Stati Generali della Cultura organizzati dal Pd della Toscana, che si sono svolti sabato 19 novembre alla Casa della Creatività a Firenze.
E’ stata l’occasione per un confronto a 360 gradi sui temi della cultura tra gli operatori del settore, gli amministratori e anche tanti appassionati.
A presentare le proposte del Pd sono stati Andrea Manciulli, segretario dei democratici toscani, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore Cultura, e Nicola Danti, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale.
“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.
Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.
Il segretario Manciulli ha ricordato come da troppo tempo “la Toscana sia seduta sul suo passato”. “La cultura – ha aggiunto nell’intervento conclusivo – non può essere solo commentata. Va fatta vivere, va fatta vivere nella coscienza collettiva e anche nelle nostre città, che richiedono oggi una trasformazione contemporanea“.
Agli Stati Generali hanno preso parte tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’Ort Claudio Martini.
Ad aprire i lavori sono stati la senatrice del Pd Vittoria Franco e Marco Lolli Ghetti, ex direttore dei Beni culturali, che ha ricordato la carenza di personale e il blocco delle assunzioni e che negli ultimi anno hanno mandato in sofferenza le Soprintendenze. Poi è stata la volta di Libero Rossi, sindacalista della Cgil e membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, che ha illustrato il “bollettino” provocato da dieci anni di tagli lineari alla cultura: dal 2001 ad esempio sono costati il posto di lavoro a ben 8.200 persone del Mibac. Pietro Celli, presidente dell’associazione “Le ragioni del restauro” ha ricordato che il “patrimonio da tutelare non è solo quello materiale, perchè parimenti prezioso è quello umano, composto dagli operatori specializzati”. Al centro del suo intervento il disegno di legge sulla figura e lo status dei restauratori, “già presentato e da approvare in tempi brevi”. Con un invito a riappropriarci delle cultura, “valore aggiunto per tutto il territorio”, Alessandro Capocchi della Fondazione Campus ha chiuso la prima tavola rotonda.
La seconda, sul “Crollo dei finanziamenti pubblici”, si apre con una riflessione della sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Francesca Colombo, che si rivolge ai privati e li invita a considerare “gli sponsor come investimenti veri e propri”. I tagli mettono a rischio la prossima stagione del Teatro Puccini. E il presidente della Fondazione di Torre del Lago, Paolo Spadaccini, suona l’allarme. “Sono necessari dei criteri oggettivi rapportati ai risultati per la definizione dei finanziamenti” afferma.
Paolo Marcesini, direttore Memo grandi magazzini culturali dà qualche numero: “La cultura – spiega – porta al Pil 68 miliardi di euro all’anno, pari al 4,9% del Pil, e a 1.400.000 occupati, il 5,7% del totale in Italia”. Ma il “costo del mantenimento del patrimonio culturale – aggiunge – è invece inferiore ai 9 miliardi di euro annui”.Presente anche Manrico Ferrucci della Fondazione Teatro Verdi di Pisa, città, spiega, “prima in Italia per investimenti pro capite nel teatro”. Ferrucci invita a investire sui patrimoni regionali con una sorta di federalismo culturale. Chiude la seconda tavola rotonda Andrea Milani del Pd Siena. La successiva si apre con gli interventi di Luca Dini, della Fondazione Teatro di Pontedera, e di Beatrice Magnolfi, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo.
Marco Giorgetti, del teatro La Pergola, chiede più “attenzione ai giovani”. Claudio Martini, presidente dell’Ort, elogia la Toscana, “consapevole dell’importanza del patrimonio culturale” ma lamenta lo “scarso intervento dei privati, per cui rimane indipensabile l’investimento pubblico”. In tempi di tagli, serve “un nuovo equilibrio fra risorse pubbliche e private, altrimenti è impossibile effettuare programmazioni di lungo periodo”. Chiude la mattinata di lavori l’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti che, buona nuova, riconferma i finanziamenti della Regione Toscana per le politiche culturali anche per il 2012.
Durante il Case History si susseguono gli interventi di Stefania Ippoliti, di Cesare Bindi e Alessandro Formichella del Pd Prato (che invita a non considerare la creatività come mero prodotto culturale al servizio del turismo). Poi è la volta di Leonardo Bieber del Pd fiorentino che ribadisce la necessità di “tempi certi e regole chiare per l’erogazione dei finanziamenti pubblici degli enti locali alla cultura”. Il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, e Carla Lassini del Pd di Arezzo raccontano l’esperienza degli Stati Generali della Cultura nelle due città. Intanto si alternano gli interventi di Alessandro Agostinelli del Festival del Viaggio, Adalgisa Mazza del Pd della Versilia e Carlo Cortesi del Pd Pistoia.
Il sindaco di Stazzema, Michele Silicani, porta all’attenzione la delicata situazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, messo a rischio dai tagli del governo Berlusconi. “Occorre difenderlo con forza – è il suo impegno -. Ogni anno registra 70mila presenze, metà delle quali composte da studenti e un quarto da visitatori stranieri”. Sarebbe un oltraggio chiudere i battenti a uno dei luoghi più significativi della Storia e della Memoria del Paese.
Cultura, le idee del Pd Toscana
agli Stati Generali


Sono solo alcune delle proposte emerse dagli Stati Generali della Cultura organizzati dal Pd della Toscana, che si sono svolti sabato 19 novembre alla Casa della Creatività a Firenze.
E’ stata l’occasione per un confronto a 360 gradi sui temi della cultura tra gli operatori del settore, gli amministratori e anche tanti appassionati.
A presentare le proposte del Pd sono stati Andrea Manciulli, segretario dei democratici toscani, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore Cultura, e Nicola Danti, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale.
“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.
Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.
Il segretario Manciulli ha ricordato come da troppo tempo “la Toscana sia seduta sul suo passato”. “La cultura – ha aggiunto nell’intervento conclusivo – non può essere solo commentata. Va fatta vivere, va fatta vivere nella coscienza collettiva e anche nelle nostre città, che richiedono oggi una trasformazione contemporanea“.
Agli Stati Generali hanno preso parte tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’Ort Claudio Martini.
Ad aprire i lavori sono stati la senatrice del Pd Vittoria Franco e Marco Lolli Ghetti, ex direttore dei Beni culturali, che ha ricordato la carenza di personale e il blocco delle assunzioni e che negli ultimi anno hanno mandato in sofferenza le Soprintendenze. Poi è stata la volta di Libero Rossi, sindacalista della Cgil e membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, che ha illustrato il “bollettino” provocato da dieci anni di tagli lineari alla cultura: dal 2001 ad esempio sono costati il posto di lavoro a ben 8.200 persone del Mibac. Pietro Celli, presidente dell’associazione “Le ragioni del restauro” ha ricordato che il “patrimonio da tutelare non è solo quello materiale, perchè parimenti prezioso è quello umano, composto dagli operatori specializzati”. Al centro del suo intervento il disegno di legge sulla figura e lo status dei restauratori, “già presentato e da approvare in tempi brevi”. Con un invito a riappropriarci delle cultura, “valore aggiunto per tutto il territorio”, Alessandro Capocchi della Fondazione Campus ha chiuso la prima tavola rotonda.
La seconda, sul “Crollo dei finanziamenti pubblici”, si apre con una riflessione della sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Francesca Colombo, che si rivolge ai privati e li invita a considerare “gli sponsor come investimenti veri e propri”. I tagli mettono a rischio la prossima stagione del Teatro Puccini. E il presidente della Fondazione di Torre del Lago, Paolo Spadaccini, suona l’allarme. “Sono necessari dei criteri oggettivi rapportati ai risultati per la definizione dei finanziamenti” afferma.
Paolo Marcesini, direttore Memo grandi magazzini culturali dà qualche numero: “La cultura – spiega – porta al Pil 68 miliardi di euro all’anno, pari al 4,9% del Pil, e a 1.400.000 occupati, il 5,7% del totale in Italia”. Ma il “costo del mantenimento del patrimonio culturale – aggiunge – è invece inferiore ai 9 miliardi di euro annui”.Presente anche Manrico Ferrucci della Fondazione Teatro Verdi di Pisa, città, spiega, “prima in Italia per investimenti pro capite nel teatro”. Ferrucci invita a investire sui patrimoni regionali con una sorta di federalismo culturale. Chiude la seconda tavola rotonda Andrea Milani del Pd Siena. La successiva si apre con gli interventi di Luca Dini, della Fondazione Teatro di Pontedera, e di Beatrice Magnolfi, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo.
Marco Giorgetti, del teatro La Pergola, chiede più “attenzione ai giovani”. Claudio Martini, presidente dell’Ort, elogia la Toscana, “consapevole dell’importanza del patrimonio culturale” ma lamenta lo “scarso intervento dei privati, per cui rimane indipensabile l’investimento pubblico”. In tempi di tagli, serve “un nuovo equilibrio fra risorse pubbliche e private, altrimenti è impossibile effettuare programmazioni di lungo periodo”. Chiude la mattinata di lavori l’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti che, buona nuova, riconferma i finanziamenti della Regione Toscana per le politiche culturali anche per il 2012.
Durante il Case History si susseguono gli interventi di Stefania Ippoliti, di Cesare Bindi e Alessandro Formichella del Pd Prato (che invita a non considerare la creatività come mero prodotto culturale al servizio del turismo). Poi è la volta di Leonardo Bieber del Pd fiorentino che ribadisce la necessità di “tempi certi e regole chiare per l’erogazione dei finanziamenti pubblici degli enti locali alla cultura”. Il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, e Carla Lassini del Pd di Arezzo raccontano l’esperienza degli Stati Generali della Cultura nelle due città. Intanto si alternano gli interventi di Alessandro Agostinelli del Festival del Viaggio, Adalgisa Mazza del Pd della Versilia e Carlo Cortesi del Pd Pistoia.
Il sindaco di Stazzema, Michele Silicani, porta all’attenzione la delicata situazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, messo a rischio dai tagli del governo Berlusconi. “Occorre difenderlo con forza – è il suo impegno -. Ogni anno registra 70mila presenze, metà delle quali composte da studenti e un quarto da visitatori stranieri”. Sarebbe un oltraggio chiudere i battenti a uno dei luoghi più significativi della Storia e della Memoria del Paese.
Cultura, le proposte del Pd Toscana
al nuovo governo
“Defiscalizzazione degli investimentimenti privati in cultura, una legge ordinaria per l’Accademia della Crusca, fondi del Fus su base triennale”.
Sono le proposte emerse dagli stati generali della cultura organizzati oggi dal Pd della Toscana alla casa della creativita’ di Firenze.
A presentarle Andrea Manciulli, segretario dei democratici, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore e Nicola Danti, presidente della commissione cultura del consiglio regionale.
“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.
Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.
Nel corso dei lavori degli stati generali, sono intervenuti tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’ Ort Claudio Martini.
Cultura, le proposte del Pd Toscana
al nuovo governo
“Defiscalizzazione degli investimentimenti privati in cultura, una legge ordinaria per l’Accademia della Crusca, fondi del Fus su base triennale”.
Sono le proposte emerse dagli stati generali della cultura organizzati oggi dal Pd della Toscana alla casa della creativita’ di Firenze.
A presentarle Andrea Manciulli, segretario dei democratici, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore e Nicola Danti, presidente della commissione cultura del consiglio regionale.
“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.
Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.
Nel corso dei lavori degli stati generali, sono intervenuti tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’ Ort Claudio Martini.
Martini: “Lega allergica alla coesione territoriale”
L’intervento di Claudio Martini, responsabile Forum Enti Locali del Pd, pubblicato su l’Unità, venerdì 18 novembre 2011.
Martini: “Lega allergica alla coesione territoriale”
L’intervento di Claudio Martini, responsabile Forum Enti Locali del Pd, pubblicato su l’Unità, venerdì 18 novembre 2011.
Pmi, un nuovo Patto sociale dell’economia toscana
Le piccole e medie imprese sono state al centro della Conferenza regionale del Pd “Lavoro autonomo, micro e piccola impresa”, che si è svolta a Empoli venerdì 18 novembre, e a cui ha preso parte anche il responsabile nazionale Economia e Lavoro del Partito Democratico Stefano Fassina.
Oltre cento i presenti e quasi trenta gli interventi dei tanti imprenditori, commercianti e rappresentanti di categorie che hanno portato al confronto di tutti problematiche e proposte da mettere sul piatto per sostenere le pmi, la vera ossatura del nostro sistema produttivo.
Oltre a Fassina, hanno preso parte all’iniziativa il segretario e il responsabile Economia regionale del Pd Andrea Manciulli e Ivan Ferrucci, il capogruppo in consiglio regionale Vittorio Bugli, l’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, il senatore Achille Passoni, la segretaria empolese del Pd Brenda Barnini e il sindaco Luciana Cappelli, che ha fatto i saluti iniziali.
“Con questa conferenza sul lavoro autonomo, micro e piccola impresa continuiamo il nostro percorso nel mondo economico toscano – ha detto Ivan Ferrucci introducendo l’iniziativa – e lo facciamo con la consapevolezza che di Pmi è fatto il 98% del nostro tessuto produttivo. La forza della nostra economia è nei distretti, nelle eccellenze e nelle esperienze, che hanno fatto crescere il Paese. Il Pd vuole impegnarsi su questo sempre di più favorendo politiche in loro sostegno, ed è un nuovo patto sociale con tutte le forze economiche e produttive che sia punto di riferimento per uscire dalla crisi quello che proponiamo a tutto il sistema-toscana”.
“L’impresa toscana deve crescere per superare la crisi e affrontare la concorrenza globale. È con questo obiettivo – ha iniziato il suo intervento Andrea Manciulli – che sono stati pensati gli ultimi tre Piani Regionali di Sviluppo, perché occorre favorire l’investimento e chi ha investito in passato, per aiutare chi è in mezzo al guado a superare la fase critica e risalire la china. Ci confrontiamo con chi produce e investe perché vogliamo interpretare al meglio questa nuova fase di concretezza e di rilancio del paese di cui c’è bisogno”.
“Il Pd – ha detto Stefano Fassina – è impegnato per una svolta in questo paese, per una ricostruzione economica, morale e sociale. Il lavoro autonomo, la piccola e la micro impresa sono il cuore di questa ricostruzione e quindi il nostro impegno è per approvare rapidamente una riforma del fisco, della pubblica amministrazione, misure di sostegno al credito per i più piccoli. Sappiamo bene che la pmi e i lavoratori autonomi sono in grandissima sofferenza, e soltanto se loro ripartono l’Italia ce la farà”.
“L’impegno che la regione porta avanti nei confronti della piccola impresa – ha ricordato l’assessore Gianfranco Simoncini – sostanzialmente persegue tre obiettivi. Uno è quello di favorire processi di aggregazione perchè abbiamo consapevolezza che con la dimensione attuale che hanno le imprese toscane, se non trovano sinergie rischiano di essere spazzate via nella competizione globale. Inoltre stiamo lavorando molto per valorizzare lo strumento delle reti d’imprese e stiamo cercando di mettere a disposizione delle aziende un sistema di trasferimento tecnologico che permetta loro di fare un salto di qualità. E, da ultimo, forte è l’impegno sul fronte del credito. Come Regione Toscana abbiamo il fondo rotativo che va avanti e stiamo lavorando per garantire l’accesso ai fondi di liquidità e investimenti: dall’inizio del prossimo anno il fondo rotativo verrà finanziato con altri 60 milioni di euro. Crediti, quindi, a tassi vicini allo zero, per imprese che fanno investimenti per aiutare il rilancio”.
“In Toscana abbiamo un impianto di norme su innovazione, competitività, internazionalizzazione e sostegno nei momenti difficoltà alle imprese che è stato realizzato proprio per favorirle: sappiamo infatti che il rilancio dell’economia o passa dal sistema delle piccole-medie imprese o non c’è” ha detto Vittorio Bugli. “Abbiamo messo in campo normative – ha continuato – per sveltire tutti gli investimenti e anche sbloccare le opere ferme, cerchiamo di rimettere in moto le infrastrutture con project financing, si tratta di fare quelle cose che servono con decisione perché non possiamo rimanere fermi e l’impegno del Pd e in regione in questo senso è massimo”.
“Questo territorio – ha detto il segretario del Pd dell’empolese-valdelsa Brenda Barnini – ha da dire molto, sia in termini di storia , tradizione, ma anche in termini di sviluppo industriale. L’empolese valdelsa è da sempre uno dei luoghi a maggior densità di piccole e medie imprese e negli ultimi anni penso abbiano saputo fare un salto di qualità dal punto di vista dell’innovazione. E abbiamo deciso di ospitare la conferenza dentro la sede dell’Agenzia per lo sviluppo perché è uno strumento particolare del nostro territorio che tiene insieme tutte le categorie, tutta la parte privata ma anche i comuni dell’empolese valdelsa: è un po’ il luogo in cui le politiche pubbliche cercano di incontrare le esigenze delle imprese”.
Pmi, un nuovo Patto sociale dell’economia toscana
Le piccole e medie imprese sono state al centro della Conferenza regionale del Pd “Lavoro autonomo, micro e piccola impresa”, che si è svolta a Empoli venerdì 18 novembre, e a cui ha preso parte anche il responsabile nazionale Economia e Lavoro del Partito Democratico Stefano Fassina.
Oltre cento i presenti e quasi trenta gli interventi dei tanti imprenditori, commercianti e rappresentanti di categorie che hanno portato al confronto di tutti problematiche e proposte da mettere sul piatto per sostenere le pmi, la vera ossatura del nostro sistema produttivo.
Oltre a Fassina, hanno preso parte all’iniziativa il segretario e il responsabile Economia regionale del Pd Andrea Manciulli e Ivan Ferrucci, il capogruppo in consiglio regionale Vittorio Bugli, l’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, il senatore Achille Passoni, la segretaria empolese del Pd Brenda Barnini e il sindaco Luciana Cappelli, che ha fatto i saluti iniziali.
“Con questa conferenza sul lavoro autonomo, micro e piccola impresa continuiamo il nostro percorso nel mondo economico toscano – ha detto Ivan Ferrucci introducendo l’iniziativa – e lo facciamo con la consapevolezza che di Pmi è fatto il 98% del nostro tessuto produttivo. La forza della nostra economia è nei distretti, nelle eccellenze e nelle esperienze, che hanno fatto crescere il Paese. Il Pd vuole impegnarsi su questo sempre di più favorendo politiche in loro sostegno, ed è un nuovo patto sociale con tutte le forze economiche e produttive che sia punto di riferimento per uscire dalla crisi quello che proponiamo a tutto il sistema-toscana”.
“L’impresa toscana deve crescere per superare la crisi e affrontare la concorrenza globale. È con questo obiettivo – ha iniziato il suo intervento Andrea Manciulli – che sono stati pensati gli ultimi tre Piani Regionali di Sviluppo, perché occorre favorire l’investimento e chi ha investito in passato, per aiutare chi è in mezzo al guado a superare la fase critica e risalire la china. Ci confrontiamo con chi produce e investe perché vogliamo interpretare al meglio questa nuova fase di concretezza e di rilancio del paese di cui c’è bisogno”.
“Il Pd – ha detto Stefano Fassina – è impegnato per una svolta in questo paese, per una ricostruzione economica, morale e sociale. Il lavoro autonomo, la piccola e la micro impresa sono il cuore di questa ricostruzione e quindi il nostro impegno è per approvare rapidamente una riforma del fisco, della pubblica amministrazione, misure di sostegno al credito per i più piccoli. Sappiamo bene che la pmi e i lavoratori autonomi sono in grandissima sofferenza, e soltanto se loro ripartono l’Italia ce la farà”.
“L’impegno che la regione porta avanti nei confronti della piccola impresa – ha ricordato l’assessore Gianfranco Simoncini – sostanzialmente persegue tre obiettivi. Uno è quello di favorire processi di aggregazione perchè abbiamo consapevolezza che con la dimensione attuale che hanno le imprese toscane, se non trovano sinergie rischiano di essere spazzate via nella competizione globale. Inoltre stiamo lavorando molto per valorizzare lo strumento delle reti d’imprese e stiamo cercando di mettere a disposizione delle aziende un sistema di trasferimento tecnologico che permetta loro di fare un salto di qualità. E, da ultimo, forte è l’impegno sul fronte del credito. Come Regione Toscana abbiamo il fondo rotativo che va avanti e stiamo lavorando per garantire l’accesso ai fondi di liquidità e investimenti: dall’inizio del prossimo anno il fondo rotativo verrà finanziato con altri 60 milioni di euro. Crediti, quindi, a tassi vicini allo zero, per imprese che fanno investimenti per aiutare il rilancio”.
“In Toscana abbiamo un impianto di norme su innovazione, competitività, internazionalizzazione e sostegno nei momenti difficoltà alle imprese che è stato realizzato proprio per favorirle: sappiamo infatti che il rilancio dell’economia o passa dal sistema delle piccole-medie imprese o non c’è” ha detto Vittorio Bugli. “Abbiamo messo in campo normative – ha continuato – per sveltire tutti gli investimenti e anche sbloccare le opere ferme, cerchiamo di rimettere in moto le infrastrutture con project financing, si tratta di fare quelle cose che servono con decisione perché non possiamo rimanere fermi e l’impegno del Pd e in regione in questo senso è massimo”.
“Questo territorio – ha detto il segretario del Pd dell’empolese-valdelsa Brenda Barnini – ha da dire molto, sia in termini di storia , tradizione, ma anche in termini di sviluppo industriale. L’empolese valdelsa è da sempre uno dei luoghi a maggior densità di piccole e medie imprese e negli ultimi anni penso abbiano saputo fare un salto di qualità dal punto di vista dell’innovazione. E abbiamo deciso di ospitare la conferenza dentro la sede dell’Agenzia per lo sviluppo perché è uno strumento particolare del nostro territorio che tiene insieme tutte le categorie, tutta la parte privata ma anche i comuni dell’empolese valdelsa: è un po’ il luogo in cui le politiche pubbliche cercano di incontrare le esigenze delle imprese”.
Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno



Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di spegnerlo ha a che vedere con motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.
Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera. “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.
“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.
Lucchini, chiesto incontro con ministro Passera
Preoccupazione per stop altoforno



Ad annunciare lo stop è stata una breve nota dell’azienda in cui si spiega che l’altoforno rimarrà inattivo fino al 18 gennaio e che la scelta di spegnerlo ha a che vedere con motivi industriali e commerciali (gli ordini scarseggiano) e non con il piano di ristrutturazione attualmente in fase di definizione. Ma i timori per la sorte dei lavoratori e dello stabilimento di Piombino rimangono, anche perchè dal 15 dicembre 400 operai andranno già in cig indipendentemente dallo stop del forno.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale del settore siderurgico e dalla grande manifestazione che martedì 15 novembre ha portato nelle strade di Piombino oltre 4mila persone – i cittadini al fianco dei lavoratori – all’insegna dello slogan “Sciopero oggi per lavorare domani”.
Fortemente preoccupato è il Pd della Toscana, che chiede con urgenza l’intervento del nuovo governo e un incontro con il neo ministro allo Sviluppo Passera. “Siamo molto preoccupati per la scelta di spegnere l’altoforno e per l’aggravarsi della situazione dell’azienda. La cassa integrazione per 2.200 lavoratori e’ un duro colpo per tutta la Val di Cornia e la Toscana”, commentano il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli, il responsabile Lavoro Ivan Ferrucci, e il consigliere regionale Matteo Tortolini.
“Auspichiamo che quanto prima – continuano – il nuovo ministro incontri i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali e le istituzioni, e apra subito il Tavolo nazionale sulla siderurgia come chiesto dall’assessore regionale Simoncini. La Lucchini e le acciaierie di Piombino sono il secondo principale polo siderurgico del Paese e come tale la questione è nazionale: è una realtà industriale determinante per il tessuto economico non solo piombinese e toscano ma anche per quello italiano. Per questo deve essere difeso il ciclo integrato e per essere competitivo servono, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture nella zona. Non abbiamo molto tempo. Occorre che il nuovo Governo a differenza del passato si interessi subito di questa grave crisi: i lavoratori non devono pagare gli errori di altri e il nostro Paese deve rimanere nella siderurgia, non c’e’ una politica economica efficace se abbandoniamo settori industriali importanti come questo”.
