Val di Cornia-Elba, documento della direzione Pd sul Piano di Rimigliano
Le scelte di pianificazione sulla tenuta di Rimigliano sono indubbiamente legate all’autonomia e agli indirizzi dell’amministrazione comunale di San Vincenzo che si è misurata su questo tema da anni che, fra le altre cose, sono stati attraversati da due elezioni amministrative dove il centrosinistra ha mantenuto larghi livelli di consenso.
Queste scelte sono state anche il frutto di una elaborazione territoriale a cui il Pd e le amministrazioni della Val di Cornia hanno partecipato attivamente, con l’obiettivo di aprire un “nuovo corso” nella vicenda urbanistica comprensoriale attraverso il contributo attivo del Comune di San Vincenzo e delle sue politiche urbanistiche che si stanno progressivamente riallineando ed integrando con la pianificazione del resto del territorio.
A questo cambio di strategia la Regione Toscana ha partecipato attivamente, nel segno della migliore tradizione di cooperazione istituzionale che da sempre ha caratterizzato l’impronta culturale, prima ancora che politica, del governo regionale.
Attraverso anni di lavoro intenso sul piano di Rimigliano sono stati rimessi in discussione diritti edificatori acquisiti da parte della proprietà, cancellate le edificazioni che andavano ad occupare suolo nuovo, trasformata una Rta in albergo e portata ad un terzo delle volumetrie precedenti, sancita l’indivisibilità della proprietà che è il principale strumento con cui si può impedire un processo realmente speculativo.
Sono state scelte pubbliche, trasparenti, nonché suffragate da due elezioni democratiche che hanno determinato questo nuovo orientamento.
Non vogliamo dare lezioni a nessuno ma nemmeno pensiamo di riceverne, tanto meno dalla destra, dal partito di Verdini e Bertolaso, in questa vicenda stranamente alleato con quei comitati del no che nascono, muoiono e poi si riformano al bisogno. Aldilà di Rimigliano ci preme sottolineare un punto politico di fondo.
La Toscana tra errori e intuizioni, ritardi e innovazioni, si è sempre caratterizzata per un modello di governo fondato sulla cooperazione tra i livelli istituzionale.
Questo è stato il solco nel quale si è mossa anche una cultura politica, quella che ha segnato decenni di governo della regione e dei suoi territori, forte di un rapporto virtuoso con il mondo del lavoro dipendente e autonomo, nel rispetto di un principio inderogabile quale quello dell’autonomia della politica rispetto alla rendita fondiaria cosi come da quella cultura anti industriale che spesso trova sede in quei comitati portatori di interessi particolari e non certo generali.
Crediamo fermamente che lo slogan “ La Toscana avanti tutta”, con cui ci siamo presentati alle elezioni del 2010, si possa concretizzare rinnovando quel rapporto tra istituzioni e società che ha caratterizzato la storia della nostra Regione, facendo le scelte utili per rilanciare la modernizzazione di un territorio regionale che altrimenti rischia sempre di più la marginalità e l’arretratezza.
In questo senso la vicenda di Rimigliano non è che un piccolo esempio di un fenomeno più ampio e che drammaticamente rischia di ingessare ulteriormente una programmazione che già sconta le difficoltà legate alla crisi e alla mancanza di investimenti e che mette in luce la necessità di aggiornare profondamente il modello di governo della Toscana.
Questo cambiamento non potrà che avvenire attraverso un confronto ampio che chiediamo venga aperto fra le forze politiche e nella società toscana e non certo attraverso forzature né tantomeno con l’apertura di conflitti istituzionali. Sette anni per approvare un piano, che nel frattempo è cambiato radicalmente all’insegna dell’ambiente e del corretto uso del territorio, ci appare davvero un tempo sufficiente e forse eccessivo per una regione che nei programmi elettorali si pone obiettivi ambiziosi di efficienza e di trasformazione.
Come il Comune di San Vincenzo anche il Pd ritiene che il Piano di Rimigliano sia in linea con il Pit della Regione Toscana, del resto i principi del Pit sono proprio quelli che hanno ispirato le scelte urbanistiche e politiche su quella pregiata porzione di territorio.
Il Comune di San Vincenzo, nella sua autonomia, fa bene a valutare gli atti al fine di tutelare il buon operato di amministratori onesti che hanno sempre agito nell’interesse generale, del resto proprio la Costituzione Italiana dice chiaramente che la Repubblica è costituita oltre che dalle Regioni e dallo Stato, anche dai Comuni, dalle Province e dalle Città Metropolitane.
Per questi motivi il Comune di San Vincenzo parteciperà alla Commissione Paritetica confrontandosi come ha sempre fatto in questi anni nella massima trasparenza e correttezza istituzionale.
Della Monica interviene in Aula su DL Liberalizzazioni
L’intervento in Aula della senatrice Silvia Della Monica, responsabile Giustizia del Pd della Toscana, nell’ambito del dibattito sul DL Liberalizzazione su Tribunale delle imprese e libere professioni.
Della Monica interviene in Aula su DL Liberalizzazioni
L’intervento in Aula della senatrice Silvia Della Monica, responsabile Giustizia del Pd della Toscana, nell’ambito del dibattito sul DL Liberalizzazione su Tribunale delle imprese e libere professioni.
Marcucci ed Orfini per il candidato sindaco Tambellini
SABATO 10 FORUM CULTURA DEL PD: MARCUCCI ED ORFINI PER IL CANDIDATO SINDACO TAMBELLINI
Lucca, “Card unica per visitare i musei ed i luoghi di cultura di Lucca e della provincia, e collaborazione nel nome di Puccini tra Teatro del Giglio, Fondazione di Torre del Lago e la Pergola di Firenze. Sono i temi al centro del forum sulla cultura, organizzato dal Pd della Toscana, sabato 10 marzo (ore 10 centro Agorà, Piazza dei Servi) e che vede la partecipazione del candidato sindaco del centrosinistra Alessandro Tambellini, e dei responsabili cultura, regionale e nazionale, Andrea Marcucci e Matteo Orfini.
“Sono ormai molte le realtà, anche in Toscana, che hanno lanciato una card unica che consenta l’accesso a musei nazionali e comunali ed ad una serie di altri servizi turistici- spiega il senatore Andrea Marcucci- un’ opportunità che il Pd metterà in campo con la prossima amministrazione comunale. La card porterà l’effige di Giacomo Puccini, così come a Firenze è stata caratterizzata con l’immagine del David”.
L’incontro metterà allo stesso tavolo, nel corso della prima sessione ‘In nome di Puccini’, Marco Giorgetti, direttore del teatro fiorentino, Franco Moretti, direttore della Fondazione Puccini di Torre del Lago, insieme al segretario territoriale del Pd Patrizio Andreuccetti e a Paolo Marcesini, direttore della rivista nazionale “Memo. Grandi Magazzini culturali”. Nella seconda sessione, dedicata ai luoghi, agli eventi e alle professioni culturali, sono previsti gli interventi di Maria Teresa Filieri, già direttore dei musei nazionali di Lucca, di Vittorio Barsotti, presidente del circolo del jazz, di Massimiliano Dotto, animatore del circolo cinematografico ‘Ezechiele’ e di Luca Baccelli, responsabile cultura del Pd cittadino. A concludere gli interventi di Tambellini ed Orfini
Arezzo, Pd impegnato a tutto campo per le pari opportunità: priorità i diritti della donna nel mondo del lavoro
Questa mattina, nella ricorrenza della Festa della Donna, il coordinamento provinciale Pd e quello comunale di Arezzo hanno presentato le molteplici iniziative messe in campo dal partito sulle tematiche della pari opportunità.
“Il tema centrale di quest’anno è la tutela della donna nel mondo del lavoro – dichiara il segretario rovinciale Marco Meacci – e per questo porteremo avanti Comune per Comune, con specifici ordini del giorno e altre iniziative, la battaglia per il ripristino della legge 188 del 2007 che tutelava il mondo femminile dall’inaccettabile piaga delle dimissioni in bianco. E’ questa la punta di un iceberg di un mercato del lavoro che vede ancora le donne troppo penalizzate. Ma l’impegno del Pd è su tutti i livelli e su molteplici piani, anche quello della rappresentanza politica: in questo su scala provinciale crediamo di aver compiuto passi importanti, e la parte femminile è sempre più qualificata e qualificante per il nostro partito, che ha costituito un apposito coordinamento per le politiche di genere, come pure per i nostri circoli e le Unioni Comunali, per le amministrazioni locali e le istituzioni in cui abbiamo dato un contributo per aumentare e consolidare la presenza femminile. Su questo abbiamo fatto una scelta di campo forte, che non si limita a semplici dichiarazioni di intenti, e continueremo a portarla avanti con forza”.
Alla conferenza stampa di stamani hanno preso parte Massimo Macconi della segreteria provinciale Pd, Erika Falsini, responsabile delle politiche di genere del coordinamento provinciale, il segretario comunale di Arezzo Andrea Lanzi e la responsabile politiche di genere del coordinamento comunale Sabrina Candi.
“Come prima cosa in queste ore e nei prossimi giorni il Pd si attiverà con volantinaggi in tutto il territorio, nei luoghi sociali e anche fuori dalle sedi delle principiali aziende – ha dichiarato Erika Falsini –. Il tema primario sarà quello di evidenziare, dati alla mano, la situazione penalizzante per le donne nel mondo del lavoro. Il quadro è allarmante e su questo l’Italia deve compiere scelte importanti. Il Pd ha molte proposte e si è attivato su svariati fronti, anche in sede parlamentare: dal ripristino della legge 188 contro le dimissioni in bianco, per la quale un anno fa è stata depositata in parlamento una specifica richiesta, alla tutela della donna contro fenomeni come quelli del mobbing, un tema che necessita quanto prima di una chiara regolamentazione. Anche una legge come la Golfo-Mosca, che finalmente arriva a una prima disciplina della presenza di genere nei Cda delle aziende quotate in borsa e nei collegi sindacali è un passo importante su cui è opportuno continuare a lavorare”.
Minacce a Renzi, la solidarietà di Manciulli: “La scritta contro di lui è da condannare con forza e nettezza”
“Piena solidarietà a Matteo Renzi. La scritta di minacce contro di lui lasciata su un muro a Firenze evoca una stagione buia del passato e va condannata con forza e nettezza”. Così il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli, appresa la notizia della scritta minatoria contro Matteo Renzi tracciata su un muro a Firenze.
“UnoAerre, positivo l’interesse delle realtà imprenditoriali aretine”
Seguiamo con attenzione le vicende legate al futuro della UnoAerre, marchio storico del mondo imprenditoriale aretino, azienda-simbolo della nostra provincia e riferimento tuttora fondamentale per il settore orafo e tutto il suo indotto.
Siamo convinti che questa azienda possa ancora svolgere un ruolo fondamentale ed essere uno dei pilastri su cui fondare il complessivo rilancio del nostro sistema economico locale. Da questo punto di vista valutiamo positivamente la presenza di più manifestazioni di interesse riguardo all’acquisto di questo importante marchio, segno evidente che questa realtà ha ancora possibilità di sviluppo importanti e che l’opportunità non sfugge all’attenzione del mondo imprenditoriale.
Ci auguriamo che su queste basi si possa arrivare ad un rilancio vero che vada oltre la semplice operazione di salvataggio e porti future ricadute positive sia per quanto riguarda l’occupazione e lo sviluppo che il marketing territoriale. Valutiamo positivamente che a manifestare interesse sia stato in queste ultime ore anche uno fra i principali imprenditori della nostra provincia, segnale della volontà di continuare a investire mantenendo un forte legame con il territorio, conservando quindi al marchio UnoAerre un’identità prettamente aretina che riteniamo importante anche in vista delle future sfide sul mercato internazionale.
coordinamento provinciale Pd Arezzo
Sani risponde a Fuscagni: “La maggioranza che governa la Toscana è solida. La nostra idea di apertura ai moderati non vuole escludere nessuno”
“La maggioranza del presidente Rossi che governa la Toscana è solida e sta portando avanti riforme importanti. Sono fantasie quelle del Pdl che ipotizza che venga messa in discussione. Immaginiamo che per l’opposizione sia un problema il consenso che il centrosinistra ha in Toscana, in un momento oltretutto in cui il Pdl è alle prese con i propri problemi interni oltre che con la Lega, come abbiamo sentito da Alfano”.
Così Luca Sani, coordinatore della segreteria del Pd toscano, risponde alla nota di Stefania Fuscagni.
“Il Pdl regionale, alle prese con i congressi che stanno spaccando quel partito, non si è accorto che nel Paese si è aperta una nuova fase politica con il loro fallimento di governo, con i disastri combinati per i conti pubblici dello Stato. La nostra idea di apertura ai moderati che abbiamo avviato per le amministrative è un’idea di politica che legge proprio la nuova fase del Paese, che non vuole escludere nessuno e non vuole riconsegnare l’Italia nelle mani di un centrodestra che l’ha rovinata. E’ comprensibile che il Pdl tema questo dialogo, soprattutto alle porte delle elezioni amministrative, e cerchi di strumentalizzare le nostre posizioni fantasticando su contrapposizioni interne al Pd e al centrosinistra”, conclude Sani.
Europa, alleanze, governo Monti e grandi opereIntervista all’Unità di Andrea Manciulli
Intervista pubblicata il 7 marzo 2012 da l’Unità – Toscana, a cura di Vladimiro Frulletti


A Roma sostenete il governo. In Toscana lei apre all’Udc. È l’effetto Monti?
«No, ma c’è un punto essenziale da tener presente che dopo la caduta di Berlusconi e la grave difficoltà che il Paese sta vivendo i temi della discussione sono cambiati».
Cambiati come?
«Non sono più sufficienti alleanze basate sull’essere contro Berlusconi. L’effetto positivo prodotto da Monti è che si è tornati a discutere di politica, che ci si confronta sul merito delle cose, su cui poi si può essere o no concordi, non su slogan. Siamo in un altro campo da gioco, l’asticella s’è alzata e anche le alleanze devono esserne all’altezza. Serve un evoluzione del centrosinistra».
Per andare dove?
«Per costruire un progetto di cambiamento del Paese perché sul risanamento siamo tutti d’accordo, ma servono anche crescita e sviluppo. Questa è la proposta che deve fare il Pd, ed è su questo che il Pd deve costruire alleanze coerenti. Non sono più concesse ambiguità».
È un avviso a Idv e Sel? La foto di Vasto è già invecchiata?
«Non mi piace discutere di etichette o fotografie, ma di questioni concrete».
E qui nascono i problemi, a cominciare dalla Tav.
«Mi domando ma una coalizione che vuole governare deve proporre o no più linee dell’Alta Velocità, più infrastrutture? Per me deve fare più linee Tav, non meno».
A sinistra però…
«Alt. La sinistra in Europa non è mica solo il luogo di critica alla finanziarizzazione e al liberismo. Questa è una caricatura del Socialismo europeo. In Francia l’Alta Velocità l’ha fatta la sinistra mentre la destra cavalcava la protesta degli agricoltori. Berlino è governata da 30 dalla sinistra che l’ha profondamente modernizzata. La sinistra europea, il Pse, non è arroccata sulla conservazione, ma produce idee per lo sviluppo e quando governa le attua».
I suoi riferimenti al Pse faranno venire l’orticaria agli ex Dc nel Pd.
«Non credo. Il Pd è stata ed è la scelta giusta perché in Italia i confini del centrosinistra e della sinistra non stanno esclusivamente nel recinto socialista. Nella Dc c’è sempre stata una larga parte di cattolici ancorata a un profondo disegno di centrosinistra. E non è un dettaglio se in Italia abbiamo la capitale della cristianità nel mondo. Le nostre specificità sono un valore aggiunto nella sinistra europea, ecco perché è un bene che il Pd dialoghi col Pse portando i suoi elementi peculiari. Più che dividerci sulle famiglie di provenienza dobbiamo confrontarci sull’Europa del futuro».
E in Toscana lei andrà avanti nel dialogo con l’Udc?
«Certo, rompendo col centrodestra l’Udc ha scelto una nuova prospettiva e nelle città in cui si vota o va da solo o si allea con noi. È già successo a Grosseto e può succedere anche a Carrara. E dove, come a Lucca, rompe l’alleanza col Pdl, dà al centrosinistra più chance di vincere. Questi sono fatti difficilmente confutabili. Sinceramente mi meraviglio della meraviglia che le mia disponibilità al dialogo ha provocato».
Anche in Regione? L’Udc vi ha mandato un esplicito invito.
«Le distanze ci sono, ma il dialogo va aperto perché anche qui un’evoluzione dell’Udc c’è stata. Con Martini erano all’opposizione col centrodestra, invece alle regionali del 2010 si sono presentati da soli: non è la stessa cosa. Ho apprezzato che non abbiano chiesto a nessuno di rinnegare le proprie alleanze. Se son rose…».
Sia sull’apertura all’Udc che sul governo Monti il presidente Rossi però non pare, per usare un eufemismo, troppo entusiasta.
«Enrico ha la sua impronta culturale ed è una nostra ricchezza. Ha ragione quando dice che il Pd deve coltivare una propria proposta di governo, però allo stesso tempo penso che rispetto a un anno fa molte cose siano cambiate in meglio. Prima il Paese all’estero era deriso, adesso tutti ci guardano con rispetto e per me, che vengo da una cultura dove gli interessi del Paese vengono prima di tutto, è un fatto importante. Però visto che nel 2013 si voterà e il Pd dovrà avere un proprio progetto politico, è in quest’ottica che non solo le parole ma anche le riforme fatte da Enrico alla guida della Toscana saranno il biglietto da visita migliore di quello che il Pd ha intenzione di fare per tutto il Paese».
Che idea si è fatto della vicenda Lusi-Renzi?
«Che vada fatto tutto il possibile per chiarire quello che è accaduto, dicendo tutto nella massima chiarezza. Semmai sono dispiaciuto per le argomentazioni di alcune giustificazioni».
Quali?
«Non mi è piaciuto che ci sia stato chi si sentiva parte di una guerra fra ex Ds e ex Margherita all’interno del Pd. Sono argomentazioni, che al di là della questione delle risorse, mi paiono dannose per il Pd».
A Palermo, ancora una volta, le primarie si sono rivelate amare per il Pd. Meglio rinunciarci?
«No, ma ricordando sempre che le primarie sono un mezzo non un fine. Invece a volte più che per consentire ai cittadini di scegliere, servono a qualcuno per candidarsi. Ci sono difetti da correggere se vogliamo salvarle e io voglio salvarle».
Lei difende le primarie perché in Toscana a differenza che nel resto d’Italia il Pd di solito le vince?
«Per me le primarie non possono sostituire la politica. Dietro ci deve essere un processo politico che porta alla costruzione di una candidatura. In Toscana facciamo così e funziona. Dove invece si organizzano guerre fra bande non funzionano. Anche nelle primarie la politica non è un ingrediente secondario, ma quello fondamentale».
Europa, alleanze, governo Monti e grandi opereIntervista all’Unità di Andrea Manciulli
Intervista pubblicata il 7 marzo 2012 da l’Unità – Toscana, a cura di Vladimiro Frulletti


A Roma sostenete il governo. In Toscana lei apre all’Udc. È l’effetto Monti?
«No, ma c’è un punto essenziale da tener presente che dopo la caduta di Berlusconi e la grave difficoltà che il Paese sta vivendo i temi della discussione sono cambiati».
Cambiati come?
«Non sono più sufficienti alleanze basate sull’essere contro Berlusconi. L’effetto positivo prodotto da Monti è che si è tornati a discutere di politica, che ci si confronta sul merito delle cose, su cui poi si può essere o no concordi, non su slogan. Siamo in un altro campo da gioco, l’asticella s’è alzata e anche le alleanze devono esserne all’altezza. Serve un evoluzione del centrosinistra».
Per andare dove?
«Per costruire un progetto di cambiamento del Paese perché sul risanamento siamo tutti d’accordo, ma servono anche crescita e sviluppo. Questa è la proposta che deve fare il Pd, ed è su questo che il Pd deve costruire alleanze coerenti. Non sono più concesse ambiguità».
È un avviso a Idv e Sel? La foto di Vasto è già invecchiata?
«Non mi piace discutere di etichette o fotografie, ma di questioni concrete».
E qui nascono i problemi, a cominciare dalla Tav.
«Mi domando ma una coalizione che vuole governare deve proporre o no più linee dell’Alta Velocità, più infrastrutture? Per me deve fare più linee Tav, non meno».
A sinistra però…
«Alt. La sinistra in Europa non è mica solo il luogo di critica alla finanziarizzazione e al liberismo. Questa è una caricatura del Socialismo europeo. In Francia l’Alta Velocità l’ha fatta la sinistra mentre la destra cavalcava la protesta degli agricoltori. Berlino è governata da 30 dalla sinistra che l’ha profondamente modernizzata. La sinistra europea, il Pse, non è arroccata sulla conservazione, ma produce idee per lo sviluppo e quando governa le attua».
I suoi riferimenti al Pse faranno venire l’orticaria agli ex Dc nel Pd.
«Non credo. Il Pd è stata ed è la scelta giusta perché in Italia i confini del centrosinistra e della sinistra non stanno esclusivamente nel recinto socialista. Nella Dc c’è sempre stata una larga parte di cattolici ancorata a un profondo disegno di centrosinistra. E non è un dettaglio se in Italia abbiamo la capitale della cristianità nel mondo. Le nostre specificità sono un valore aggiunto nella sinistra europea, ecco perché è un bene che il Pd dialoghi col Pse portando i suoi elementi peculiari. Più che dividerci sulle famiglie di provenienza dobbiamo confrontarci sull’Europa del futuro».
E in Toscana lei andrà avanti nel dialogo con l’Udc?
«Certo, rompendo col centrodestra l’Udc ha scelto una nuova prospettiva e nelle città in cui si vota o va da solo o si allea con noi. È già successo a Grosseto e può succedere anche a Carrara. E dove, come a Lucca, rompe l’alleanza col Pdl, dà al centrosinistra più chance di vincere. Questi sono fatti difficilmente confutabili. Sinceramente mi meraviglio della meraviglia che le mia disponibilità al dialogo ha provocato».
Anche in Regione? L’Udc vi ha mandato un esplicito invito.
«Le distanze ci sono, ma il dialogo va aperto perché anche qui un’evoluzione dell’Udc c’è stata. Con Martini erano all’opposizione col centrodestra, invece alle regionali del 2010 si sono presentati da soli: non è la stessa cosa. Ho apprezzato che non abbiano chiesto a nessuno di rinnegare le proprie alleanze. Se son rose…».
Sia sull’apertura all’Udc che sul governo Monti il presidente Rossi però non pare, per usare un eufemismo, troppo entusiasta.
«Enrico ha la sua impronta culturale ed è una nostra ricchezza. Ha ragione quando dice che il Pd deve coltivare una propria proposta di governo, però allo stesso tempo penso che rispetto a un anno fa molte cose siano cambiate in meglio. Prima il Paese all’estero era deriso, adesso tutti ci guardano con rispetto e per me, che vengo da una cultura dove gli interessi del Paese vengono prima di tutto, è un fatto importante. Però visto che nel 2013 si voterà e il Pd dovrà avere un proprio progetto politico, è in quest’ottica che non solo le parole ma anche le riforme fatte da Enrico alla guida della Toscana saranno il biglietto da visita migliore di quello che il Pd ha intenzione di fare per tutto il Paese».
Che idea si è fatto della vicenda Lusi-Renzi?
«Che vada fatto tutto il possibile per chiarire quello che è accaduto, dicendo tutto nella massima chiarezza. Semmai sono dispiaciuto per le argomentazioni di alcune giustificazioni».
Quali?
«Non mi è piaciuto che ci sia stato chi si sentiva parte di una guerra fra ex Ds e ex Margherita all’interno del Pd. Sono argomentazioni, che al di là della questione delle risorse, mi paiono dannose per il Pd».
A Palermo, ancora una volta, le primarie si sono rivelate amare per il Pd. Meglio rinunciarci?
«No, ma ricordando sempre che le primarie sono un mezzo non un fine. Invece a volte più che per consentire ai cittadini di scegliere, servono a qualcuno per candidarsi. Ci sono difetti da correggere se vogliamo salvarle e io voglio salvarle».
Lei difende le primarie perché in Toscana a differenza che nel resto d’Italia il Pd di solito le vince?
«Per me le primarie non possono sostituire la politica. Dietro ci deve essere un processo politico che porta alla costruzione di una candidatura. In Toscana facciamo così e funziona. Dove invece si organizzano guerre fra bande non funzionano. Anche nelle primarie la politica non è un ingrediente secondario, ma quello fondamentale».
