28 Luglio 2012

Manciulli e Tortolini: “Serve una politica pubblica per l’industria”

L’intervento del segretario regionale del Pd Toscana Andrea Manciulli e del responsabile Infrastrutture del Pd Toscana Matteo Tortolini pubblicato su L’Unità Toscana sabato 28 luglio 2012

 

“La vicenda della siderurgia piombinese per dimensioni del problema, per le implicazioni territoriali e regionali che porta con sé non può che entrare in cima all’agenda del Governo.

Per le aziende siderurgiche piombinesi la questione è trovare un acquirente, nonostante le condizioni difficilissime viste le incognite del mercato e il pesante monte debitorio, sopratutto per Lucchini. 

Un aquirente è più probabile trovarlo se si affrontano alla radice i nodi irrisolti della competitività del comparto siderurgico di Piombino la cui situazione si è aggravata anche per effetto della crisi globale. Non c’è altra strada: dobbiamo immaginare un intervento pubblico dei tempi moderni, che non si configuri cioè come un illegittimo aiuto di stato, ma che affronti i costi per le bonifiche, i costi per l’energia, le infrastrutture, aprendo lo spazio a potenziali interessi che si potrebbero affacciare.

Occorre una politica pubblica non assistenzialista ma seria e contemporanea come dovrebbe mettere in campo uno stato autorevole che pensa al proprio futuro industriale, in un territorio dove, a differenza di Taranto, non senza conflitti, si è marciato verso un processo di ambientalizzazione che oggi non ci pone di fronte alla drammatica alternativa tra il lavoro e l’ambiente.

Del resto in tutt’altre condizioni economiche e normative certamente non riproponibili, negli anni ’50 e ’60, l’Italia scommise su di sé diventando un grande paese industriale proprio perché investì su infrastrutture, strade e ferrovie modernizzando un paese distrutto e coperto dalle macerie della guerra.

Ieri a Piombino c’era tutta la città e il territorio, operai, artigiani, studenti, e i commercianti che hanno accompagnato il corteo abbassando le serrande in segno di partecipazione. Un mondo operaio e piccolo imprenditoriale consapevole che il futuro del territorio dovrà essere sempre più articolato rispetto al solo motore siderurgico, ma che oggi la chiusura degli stabilimenti aprirebbe un dramma sociale senza precendenti.

Ieri Piombino era l’emblema di ciò che dovrebbe essere l’Italia: il lavoro, l’impresa e le istituzioni unite per il futuro del paese.

Il PD, come sempre, farà la sua parte insieme ad Enrico Rossi e al Sindaco Gianni Anselmi, a fianco dei lavoratori e delle imprese. Per Piombino e per l’Italia”.

 

Continua a leggere

Manciulli e Tortolini: “Serve una politica pubblica per l’industria”

L’intervento del segretario regionale del Pd Toscana Andrea Manciulli e del responsabile Infrastrutture del Pd Toscana Matteo Tortolini pubblicato su L’Unità Toscana sabato 28 luglio 2012

 

“La vicenda della siderurgia piombinese per dimensioni del problema, per le implicazioni territoriali e regionali che porta con sé non può che entrare in cima all’agenda del Governo.

Per le aziende siderurgiche piombinesi la questione è trovare un acquirente, nonostante le condizioni difficilissime viste le incognite del mercato e il pesante monte debitorio, sopratutto per Lucchini. 

Un aquirente è più probabile trovarlo se si affrontano alla radice i nodi irrisolti della competitività del comparto siderurgico di Piombino la cui situazione si è aggravata anche per effetto della crisi globale. Non c’è altra strada: dobbiamo immaginare un intervento pubblico dei tempi moderni, che non si configuri cioè come un illegittimo aiuto di stato, ma che affronti i costi per le bonifiche, i costi per l’energia, le infrastrutture, aprendo lo spazio a potenziali interessi che si potrebbero affacciare.

Occorre una politica pubblica non assistenzialista ma seria e contemporanea come dovrebbe mettere in campo uno stato autorevole che pensa al proprio futuro industriale, in un territorio dove, a differenza di Taranto, non senza conflitti, si è marciato verso un processo di ambientalizzazione che oggi non ci pone di fronte alla drammatica alternativa tra il lavoro e l’ambiente.

Del resto in tutt’altre condizioni economiche e normative certamente non riproponibili, negli anni ’50 e ’60, l’Italia scommise su di sé diventando un grande paese industriale proprio perché investì su infrastrutture, strade e ferrovie modernizzando un paese distrutto e coperto dalle macerie della guerra.

Ieri a Piombino c’era tutta la città e il territorio, operai, artigiani, studenti, e i commercianti che hanno accompagnato il corteo abbassando le serrande in segno di partecipazione. Un mondo operaio e piccolo imprenditoriale consapevole che il futuro del territorio dovrà essere sempre più articolato rispetto al solo motore siderurgico, ma che oggi la chiusura degli stabilimenti aprirebbe un dramma sociale senza precendenti.

Ieri Piombino era l’emblema di ciò che dovrebbe essere l’Italia: il lavoro, l’impresa e le istituzioni unite per il futuro del paese.

Il PD, come sempre, farà la sua parte insieme ad Enrico Rossi e al Sindaco Gianni Anselmi, a fianco dei lavoratori e delle imprese. Per Piombino e per l’Italia”.

 

Continua a leggere

27 Luglio 2012

Manciulli: “Piombino non deve chiudere
Tutti mobilitati per questo impegno”

“Quello che si leva da Piombino è il grido di allarme di un intero comprensorio che rischia una crisi occupazionale mai vista. Le incertezze su Lucchini e Magona che perdurano da tempo creano una preoccupazione diffusa non soltanto per i migliaia di lavoratori delle acciaierie e dell’indotto ma anche per l’intera economia toscana. Questo allarme non deve essere sottovalutato”.

Il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli manifesta la sua preoccupazione sulla situazione di crisi delle aziende piombinesi nel giorno dello sciopero generale indetto dai sindacati.

“E’ necessario – continua Manciulli – un rilancio del comparto siderurgico all’interno di un organico progetto nazionale, dove Piombino ne sia uno degli snodi centrali, e dove il Governo sia parte attiva di questa nuova fase.  Governo che dovrà muoversi con determinazione anche nella ricerca di nuovi acquirenti per quei soggetti ora presenti sul territorio che si volessero disimpegnare. La vicenda Piombino deve diventare una vertenza nazionale perché se non ci sarà una svolta e le imprese non torneranno a investire qui il danno sarà per l’intera economia italiana. Al Ministro e al Presidente del Consiglio chiediamo di farsi carico al più presto di quanto sta avvenendo: ‘Piombino non deve chiudere’ è l’ammonimento che si è alzato dalla giornata di oggi, questa è la sfida e l’impegno che devono e dobbiamo assumerci tutti. Il Pd è in prima fila in questa battaglia a fianco dei lavoratori”.

“Bisogna che il governo abbia la consapevolezza – ribadisce il consigliere regionale Matteo Tortolini, responsabile ambiente e infrastrutture del Pd toscano – che c’è bisogno non di un illegittimo aiuto di stato a questo territorio, ma  di un intervento pubblico dei tempi moderni, perché la competitività del comparto piombinese dipende anche da politiche pubbliche su bonifiche, energia e infrastrutture”.

“Con le risorse messe in campo per tutta una sere di interventi su Piombino la Regione continua il suo impegno per creare le condizioni affinchè le imprese possano lavorare e svilupparsi, con infrastrutture di supporto e opere per la città”, aggiunge il responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana Ivan Ferrucci. Che commenta positivamente il protocollo d’intesa firmato oggi dal sindaco Gianni Anselmi e dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

“Le istituzioni locali – continua Ferrucci – stanno facendo quanto nelle loro possibilità per rendere questo territorio capace di mantenere gli insediamenti produttivi e anzi essere in grado di attrarre nuovi investimenti e attività. Piombino deve avere un futuro e su questo si gioca una fetta importante della politica industriale del paese”.

Leggi l’intervento del segretario Manciulli e del responsabile Infrastrutture del Pd Toscana Matteo Tortolini pubblicato su L’Unità Toscana sabato 28 luglio 2012

Continua a leggere

Manciulli: “Piombino non deve chiudere
Tutti mobilitati per questo impegno”

“Quello che si leva da Piombino è il grido di allarme di un intero comprensorio che rischia una crisi occupazionale mai vista. Le incertezze su Lucchini e Magona che perdurano da tempo creano una preoccupazione diffusa non soltanto per i migliaia di lavoratori delle acciaierie e dell’indotto ma anche per l’intera economia toscana. Questo allarme non deve essere sottovalutato”.

Il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli manifesta la sua preoccupazione sulla situazione di crisi delle aziende piombinesi nel giorno dello sciopero generale indetto dai sindacati.

“E’ necessario – continua Manciulli – un rilancio del comparto siderurgico all’interno di un organico progetto nazionale, dove Piombino ne sia uno degli snodi centrali, e dove il Governo sia parte attiva di questa nuova fase.  Governo che dovrà muoversi con determinazione anche nella ricerca di nuovi acquirenti per quei soggetti ora presenti sul territorio che si volessero disimpegnare. La vicenda Piombino deve diventare una vertenza nazionale perché se non ci sarà una svolta e le imprese non torneranno a investire qui il danno sarà per l’intera economia italiana. Al Ministro e al Presidente del Consiglio chiediamo di farsi carico al più presto di quanto sta avvenendo: ‘Piombino non deve chiudere’ è l’ammonimento che si è alzato dalla giornata di oggi, questa è la sfida e l’impegno che devono e dobbiamo assumerci tutti. Il Pd è in prima fila in questa battaglia a fianco dei lavoratori”.

“Bisogna che il governo abbia la consapevolezza – ribadisce il consigliere regionale Matteo Tortolini, responsabile ambiente e infrastrutture del Pd toscano – che c’è bisogno non di un illegittimo aiuto di stato a questo territorio, ma  di un intervento pubblico dei tempi moderni, perché la competitività del comparto piombinese dipende anche da politiche pubbliche su bonifiche, energia e infrastrutture”.

“Con le risorse messe in campo per tutta una sere di interventi su Piombino la Regione continua il suo impegno per creare le condizioni affinchè le imprese possano lavorare e svilupparsi, con infrastrutture di supporto e opere per la città”, aggiunge il responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana Ivan Ferrucci. Che commenta positivamente il protocollo d’intesa firmato oggi dal sindaco Gianni Anselmi e dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

“Le istituzioni locali – continua Ferrucci – stanno facendo quanto nelle loro possibilità per rendere questo territorio capace di mantenere gli insediamenti produttivi e anzi essere in grado di attrarre nuovi investimenti e attività. Piombino deve avere un futuro e su questo si gioca una fetta importante della politica industriale del paese”.

Leggi l’intervento del segretario Manciulli e del responsabile Infrastrutture del Pd Toscana Matteo Tortolini pubblicato su L’Unità Toscana sabato 28 luglio 2012

Continua a leggere

Fabiani su Province

Il decreto del Governo in materia di Spending Review è decisamente poco chiaro e rischia di lasciare gli enti locali in una situazione di precarietà circa il proprio futuro oltreché rispetto alle risorse disponibili e questo potrebbe compromettere lo svolgimento di servizi importanti per i cittadini” così il Segretario PD Val di Cornia-Elba Valerio Fabiani interviene sulla questione della Province.

“La Pubblica Amministrazione deve essere riformata, le istituzioni riorganizzate per renderle più efficienti e metterle al passo con una società che è radicalmente cambiata in questi anni. È difficile capire cosa accadrà delle province, di fronte a tutta questa confusione ed è quantomeno legittimo domandarsi se non sarebbe stato più opportuno immaginare una riforma più coraggiosa orientata al superamento definitivo di questo livello istituzionale e al rafforzamento dei comuni spingendoli a cooperare e incoraggiando forme di accorpamento “dal basso”, per volontà dei comuni stessi e dei cittadini – Prosegue Fabiani – Penso che rifiutare l’ipotesi di riforma proposta da Rossi e dalla Regione Toscana ben prima che il Governo Monti assumesse un’iniziativa in questa direzione, sia stato un grave errore.

Se in quel momento avessimo affrontato noi per primi questa discussione andando verso una forte semplificazione, immaginando tre macro province, forse il decreto del governo oggi ci avrebbe trovati meno impreparati e quanto meno già con una proposta “toscana” concertata con i territori da portare al tavolo del confronto con il governo centrale.

Tuttavia oggi il quadro è un altro e aldilà di certe discussioni un po’ folcloristiche cui assistiamo, come quelle che riguardano Pisa e Livorno, la verità è che i territori più piccoli e periferici, come il nostro, sono quelli che rischiano di più, all’interno di accorpamenti di grandi aree.

Il nostro territorio deve restare unito e l’unico modo per aumentare il peso specifico politico e istituzionale di questa nostra area è guardarla nella sua dimensione più vasta e omogenea. Non solo la Val di Cornia ma, insieme a noi, Castagneto che con i nostri comuni già condivide molto e che, per bocca del suo sindaco, intende proseguire su questa strada mettendo sempre più servizi e funzioni in comune; l’Isola d’Elba e la costa antistante che rappresentano sempre di più le due facce di una stessa medaglia legate da medesimi problemi e comuni ambizioni – e così conclude il Segretario PD – Dobbiamo rimanere insieme per fare massa critica e scongiurare il rischio di diventare territori marginali. Sarebbe auspicabile restare insieme anche all’area delle Colline Metallifere, perché tutti insieme rappresentiamo quel bacino omogeneo entro il quale è possibile mantenere un adeguato livello di prestazioni dal punto di vista dei servizi al cittadino e per poter meglio progettar il futuro, in termini di sviluppo. Anche per questo motivo, all’interno di una discussione circa una nuova riorganizzazione delle province, dovremmo porre il tema della nostra integrazione con la Toscana meridionale. Non solo per questo, ma anche perché così saremmo più coerenti con un disegno strategico al quale stiamo lavorando da anni. Questa porzione di Toscana che insiste fra Livorno e Grosseto nell’ambito della Toscana meridionale può giocare un ruolo forte all’insegna di un nuovo protagonismo determinato dai fatti e non più da discorsi”.

E conclude “So perfettamente che esistono delle consuetudini nei legami e nei rapporti con la parte settentrionale della Provincia, ma non è questo ad essere messo in discussione. La crisi ha ridotto all’osso le risorse pubbliche, i servizi sono rischio e sappiamo bene che l’unica via d’uscita per garantire l’efficienza è che ci si rivolga ad un bacino più ampio, così come sappiamo bene che il futuro di questo territorio dipenderà in gran parte dalla nostra capacità di candidarsi come sbocco a mare della Toscana meridionale e come snodo logistico strategico dell’Italia centrale. In ogni caso, dopo aver capito cosa succederà con questo decreto, dovremo discutere per giocare tutti insieme le nostre carte”.

Continua a leggere

Fabiani su Province

Il decreto del Governo in materia di Spending Review è decisamente poco chiaro e rischia di lasciare gli enti locali in una situazione di precarietà circa il proprio futuro oltreché rispetto alle risorse disponibili e questo potrebbe compromettere lo svolgimento di servizi importanti per i cittadini” così il Segretario PD Val di Cornia-Elba Valerio Fabiani interviene sulla questione della Province.

“La Pubblica Amministrazione deve essere riformata, le istituzioni riorganizzate per renderle più efficienti e metterle al passo con una società che è radicalmente cambiata in questi anni. È difficile capire cosa accadrà delle province, di fronte a tutta questa confusione ed è quantomeno legittimo domandarsi se non sarebbe stato più opportuno immaginare una riforma più coraggiosa orientata al superamento definitivo di questo livello istituzionale e al rafforzamento dei comuni spingendoli a cooperare e incoraggiando forme di accorpamento “dal basso”, per volontà dei comuni stessi e dei cittadini – Prosegue Fabiani – Penso che rifiutare l’ipotesi di riforma proposta da Rossi e dalla Regione Toscana ben prima che il Governo Monti assumesse un’iniziativa in questa direzione, sia stato un grave errore.

Se in quel momento avessimo affrontato noi per primi questa discussione andando verso una forte semplificazione, immaginando tre macro province, forse il decreto del governo oggi ci avrebbe trovati meno impreparati e quanto meno già con una proposta “toscana” concertata con i territori da portare al tavolo del confronto con il governo centrale.

Tuttavia oggi il quadro è un altro e aldilà di certe discussioni un po’ folcloristiche cui assistiamo, come quelle che riguardano Pisa e Livorno, la verità è che i territori più piccoli e periferici, come il nostro, sono quelli che rischiano di più, all’interno di accorpamenti di grandi aree.

Il nostro territorio deve restare unito e l’unico modo per aumentare il peso specifico politico e istituzionale di questa nostra area è guardarla nella sua dimensione più vasta e omogenea. Non solo la Val di Cornia ma, insieme a noi, Castagneto che con i nostri comuni già condivide molto e che, per bocca del suo sindaco, intende proseguire su questa strada mettendo sempre più servizi e funzioni in comune; l’Isola d’Elba e la costa antistante che rappresentano sempre di più le due facce di una stessa medaglia legate da medesimi problemi e comuni ambizioni – e così conclude il Segretario PD – Dobbiamo rimanere insieme per fare massa critica e scongiurare il rischio di diventare territori marginali. Sarebbe auspicabile restare insieme anche all’area delle Colline Metallifere, perché tutti insieme rappresentiamo quel bacino omogeneo entro il quale è possibile mantenere un adeguato livello di prestazioni dal punto di vista dei servizi al cittadino e per poter meglio progettar il futuro, in termini di sviluppo. Anche per questo motivo, all’interno di una discussione circa una nuova riorganizzazione delle province, dovremmo porre il tema della nostra integrazione con la Toscana meridionale. Non solo per questo, ma anche perché così saremmo più coerenti con un disegno strategico al quale stiamo lavorando da anni. Questa porzione di Toscana che insiste fra Livorno e Grosseto nell’ambito della Toscana meridionale può giocare un ruolo forte all’insegna di un nuovo protagonismo determinato dai fatti e non più da discorsi”.

E conclude “So perfettamente che esistono delle consuetudini nei legami e nei rapporti con la parte settentrionale della Provincia, ma non è questo ad essere messo in discussione. La crisi ha ridotto all’osso le risorse pubbliche, i servizi sono rischio e sappiamo bene che l’unica via d’uscita per garantire l’efficienza è che ci si rivolga ad un bacino più ampio, così come sappiamo bene che il futuro di questo territorio dipenderà in gran parte dalla nostra capacità di candidarsi come sbocco a mare della Toscana meridionale e come snodo logistico strategico dell’Italia centrale. In ogni caso, dopo aver capito cosa succederà con questo decreto, dovremo discutere per giocare tutti insieme le nostre carte”.

Continua a leggere

Province, il commento di Silvia Velo

Si è aperto un dibattito in tutta Italia in generale e naturalmente in Toscana in particolare in seguito all’approvazione della cosiddetta Spending Review sul futuro delle province.

Un dibattito tipicamente italiano in cui emergono campanilismo, idee più o meno brillanti, per non dire stravaganti, per arginare gli effetti del decreto, rivalità storiche tra città e territori ecc. Il bello, ma anche il limite della cultura e della tradizione del nostro paese. Sarebbe invece importante che una misura come questa, pur inserita in un provvedimento emergenziale quale il decreto per il contenimento della spesa pubblica, fosse l’occasione per ripensare in termini di efficienza e modernizzazione la geografia istituzionale del nostro Paese.

Certo non aiuta a questo scopo il modo in cui il provvedimento è stato scritto; per la Regione Toscana questi limiti sono particolarmente evidenti: l’impossibilità di accorpare province alle città metropolitane che impedisce la costituzione dell’area metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia; il limite perentorio di 350.000 abitanti che impedisce alla provincia di Arezzo (circa 345.000 abitanti) di rimanere in vita ecc.

Occorre aver presente questo quadro anche nella discussione che si è avviata nel nostro territorio, Val di Cornia – Isola d’Elba, che coinvolge utilmente e auspicabilmente anche Castagneto Carducci. Penso anche io come il sindaco di Piombino che le prospettive del nostro territorio ci stiano spingendo sempre di più verso l’area grossetana: organizzazione di servizi, quali rifiuti, sanità e trasporti, ruolo del porto di Piombino ecc. Tuttavia non è indifferente se il quadro che si sta componendo porterà ad una provincia generata dall’accorpamento di Siena e Grosseto, con Grosseto capoluogo, o a una provincia che comprenda Arezzo, Siena e Grosseto, con Arezzo capoluogo. C’è una priorità comunque inderogabile, l’unità di tutto il territorio della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. La nostra storia, le politiche in atto, il ruolo che svolgiamo nel panorama regionale non possono prescindere da questo e nessuna decisione che prenderemo a mio avviso potrà mettere in discussione questo principio di unità territoriale.

Oltretutto la Spending Review non permette di effettuare l’accorpamento delle provincie con il contemporaneo distaccamento di comuni per aggregarli ad un’altra provincia. Per fare questo occorre attivare la procedura prevista dall’art 133 della Costituzione, una procedura non complicata ma che richiede tempi più lunghi. Tempi che dovranno da subito essere utilizzati per una riflessione approfondita che porti ad una decisione condivisa, senza rotture e contrapposizioni, sia all’interno del nostro territorio, sia nei confronti delle altre realtà provinciali e con un ruolo da protagonista di tutte le comunità locali.

On. Silvia Velo

Continua a leggere

Province, il commento di Silvia Velo

Si è aperto un dibattito in tutta Italia in generale e naturalmente in Toscana in particolare in seguito all’approvazione della cosiddetta Spending Review sul futuro delle province.

Un dibattito tipicamente italiano in cui emergono campanilismo, idee più o meno brillanti, per non dire stravaganti, per arginare gli effetti del decreto, rivalità storiche tra città e territori ecc. Il bello, ma anche il limite della cultura e della tradizione del nostro paese. Sarebbe invece importante che una misura come questa, pur inserita in un provvedimento emergenziale quale il decreto per il contenimento della spesa pubblica, fosse l’occasione per ripensare in termini di efficienza e modernizzazione la geografia istituzionale del nostro Paese.

Certo non aiuta a questo scopo il modo in cui il provvedimento è stato scritto; per la Regione Toscana questi limiti sono particolarmente evidenti: l’impossibilità di accorpare province alle città metropolitane che impedisce la costituzione dell’area metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia; il limite perentorio di 350.000 abitanti che impedisce alla provincia di Arezzo (circa 345.000 abitanti) di rimanere in vita ecc.

Occorre aver presente questo quadro anche nella discussione che si è avviata nel nostro territorio, Val di Cornia – Isola d’Elba, che coinvolge utilmente e auspicabilmente anche Castagneto Carducci. Penso anche io come il sindaco di Piombino che le prospettive del nostro territorio ci stiano spingendo sempre di più verso l’area grossetana: organizzazione di servizi, quali rifiuti, sanità e trasporti, ruolo del porto di Piombino ecc. Tuttavia non è indifferente se il quadro che si sta componendo porterà ad una provincia generata dall’accorpamento di Siena e Grosseto, con Grosseto capoluogo, o a una provincia che comprenda Arezzo, Siena e Grosseto, con Arezzo capoluogo. C’è una priorità comunque inderogabile, l’unità di tutto il territorio della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. La nostra storia, le politiche in atto, il ruolo che svolgiamo nel panorama regionale non possono prescindere da questo e nessuna decisione che prenderemo a mio avviso potrà mettere in discussione questo principio di unità territoriale.

Oltretutto la Spending Review non permette di effettuare l’accorpamento delle provincie con il contemporaneo distaccamento di comuni per aggregarli ad un’altra provincia. Per fare questo occorre attivare la procedura prevista dall’art 133 della Costituzione, una procedura non complicata ma che richiede tempi più lunghi. Tempi che dovranno da subito essere utilizzati per una riflessione approfondita che porti ad una decisione condivisa, senza rotture e contrapposizioni, sia all’interno del nostro territorio, sia nei confronti delle altre realtà provinciali e con un ruolo da protagonista di tutte le comunità locali.

On. Silvia Velo

Continua a leggere

Direttivo Pd Piombino su siderurgia

Il Direttivo del Circolo due Giugno del Partito Democratico partendo dall’esame della relazione del segretario Bersani all’ assemblea nazionale del PD del 14 Luglio, condividendone integralmente il contenuto, ha ritenuto di esprimere un documento politico di sintesi che accompagnasse ed integrasse la relazione stessa.

Occorre evidenziare che i lavori attorno alla posizione del Partito Democratico, posizione espressa con grande chiarezza da Bersani, hanno dimostrato come sia presente una piattaforma politica del PD che mette in fila punto per punto tutti gli aspetti che caratterizzano l’insieme di una società moderna, al passo con i tempi, che superi le attuali difficoltà attraverso un concorso di interventi basati davvero sulla equità sociale, a partire dalla salvaguardia dei diritti e delle aspettative dei giovani e delle donne fino alla concreta attuazione dei diritti civili.

Ci si è espressi anche in merito al Governo Monti: in particolare si è rilevato come con molta tempestività si siano avviate e realizzate riforme come quella sulle pensioni che vanno ad incidere seriamente e negativamente sulla popolazione più esposta e debole, così come il tentativo di eliminare totalmente l’art. 18 dallo Statuto dei lavoratori, tentativo rintuzzato e contenuto grazie all’azione del nostro Partito, che ancora una volta colpisce le fasce più deboli, mentre sulla vera ricchezza e sui grandi patrimoni non si è ancora fatto niente per l’opposizione delle  forze conservatrici come il PDL e la Lega che rappresentano ancora oggi la maggioranza in sede parlamentare.

La crisi è in pieno svolgimento ed attanaglia l’intero pianeta, in questo quadro di difficoltà generali è emersa con chiarezza la difficilissima fase che sta attraversando l’industria nel nostro territorio e conseguentemente tutto l’indotto che, oltre alle imprese orbitanti nelle fabbriche, è rappresentato dall’intera economia di Piombino e della Val di Cornia a cominciare dal commercio. Su questo aspetto la relazione è stata necessariamente molto sui titoli e non ha accentuato la necessità di avere finalmente un piano industriale basato su politiche che rappresentino un riferimento certo per l’industria nel nostro Paese e che sappia finalmente coniugare gli aspetti finanziari alla economia reale del Paese e quindi del nostro comprensorio.

In questo senso il direttivo ha espresso solidarietà e appoggio alla lotta che i Sindacati C.G.I.L. C.I.S.L. e U.I.L. stanno sostenendo da tempo per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto l’imprenditoria affinché si possa uscire da questo tunnel senza fine che vede le nostre fabbriche ed in particolare la Lucchini e la Magona d’Italia in grande pericolo di sopravvivenza e con loro tutto l’indotto diretto rappresentato da decine di imprese.

Il Direttivo ha raccolto il messaggio di fiducia e di sicurezza che la relazione intende trasmettere al suo interno ai militanti ed agli iscritti, ma soprattutto all’intera cittadinanza invitandola a farsi avanti, ad entrare da cittadini nel nostro Circolo che è sempre aperto e disponibile, a porre domande e pretendere risposte, noi ci siamo e saremo sempre presenti a fianco dei lavoratori, delle imprese e dei cittadini per la tutela dei loro diritti e della loro vita sociale in sicurezza e serenità.

Il Direttivo del Circolo due Giugno – Partito Democratico
Piombino

Continua a leggere

Direttivo Pd Piombino su siderurgia

Il Direttivo del Circolo due Giugno del Partito Democratico partendo dall’esame della relazione del segretario Bersani all’ assemblea nazionale del PD del 14 Luglio, condividendone integralmente il contenuto, ha ritenuto di esprimere un documento politico di sintesi che accompagnasse ed integrasse la relazione stessa.

Occorre evidenziare che i lavori attorno alla posizione del Partito Democratico, posizione espressa con grande chiarezza da Bersani, hanno dimostrato come sia presente una piattaforma politica del PD che mette in fila punto per punto tutti gli aspetti che caratterizzano l’insieme di una società moderna, al passo con i tempi, che superi le attuali difficoltà attraverso un concorso di interventi basati davvero sulla equità sociale, a partire dalla salvaguardia dei diritti e delle aspettative dei giovani e delle donne fino alla concreta attuazione dei diritti civili.

Ci si è espressi anche in merito al Governo Monti: in particolare si è rilevato come con molta tempestività si siano avviate e realizzate riforme come quella sulle pensioni che vanno ad incidere seriamente e negativamente sulla popolazione più esposta e debole, così come il tentativo di eliminare totalmente l’art. 18 dallo Statuto dei lavoratori, tentativo rintuzzato e contenuto grazie all’azione del nostro Partito, che ancora una volta colpisce le fasce più deboli, mentre sulla vera ricchezza e sui grandi patrimoni non si è ancora fatto niente per l’opposizione delle  forze conservatrici come il PDL e la Lega che rappresentano ancora oggi la maggioranza in sede parlamentare.

La crisi è in pieno svolgimento ed attanaglia l’intero pianeta, in questo quadro di difficoltà generali è emersa con chiarezza la difficilissima fase che sta attraversando l’industria nel nostro territorio e conseguentemente tutto l’indotto che, oltre alle imprese orbitanti nelle fabbriche, è rappresentato dall’intera economia di Piombino e della Val di Cornia a cominciare dal commercio. Su questo aspetto la relazione è stata necessariamente molto sui titoli e non ha accentuato la necessità di avere finalmente un piano industriale basato su politiche che rappresentino un riferimento certo per l’industria nel nostro Paese e che sappia finalmente coniugare gli aspetti finanziari alla economia reale del Paese e quindi del nostro comprensorio.

In questo senso il direttivo ha espresso solidarietà e appoggio alla lotta che i Sindacati C.G.I.L. C.I.S.L. e U.I.L. stanno sostenendo da tempo per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto l’imprenditoria affinché si possa uscire da questo tunnel senza fine che vede le nostre fabbriche ed in particolare la Lucchini e la Magona d’Italia in grande pericolo di sopravvivenza e con loro tutto l’indotto diretto rappresentato da decine di imprese.

Il Direttivo ha raccolto il messaggio di fiducia e di sicurezza che la relazione intende trasmettere al suo interno ai militanti ed agli iscritti, ma soprattutto all’intera cittadinanza invitandola a farsi avanti, ad entrare da cittadini nel nostro Circolo che è sempre aperto e disponibile, a porre domande e pretendere risposte, noi ci siamo e saremo sempre presenti a fianco dei lavoratori, delle imprese e dei cittadini per la tutela dei loro diritti e della loro vita sociale in sicurezza e serenità.

Il Direttivo del Circolo due Giugno – Partito Democratico
Piombino

Continua a leggere