15 Giugno 2011

Manciulli: “Berlusconi bocciato dai suoi elettori
Ora elezioni anticipate”

Intervista al segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli su L’Unità – Toscana del 15 giugno 2011

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Manciulli: “Berlusconi bocciato dai suoi elettori
Ora elezioni anticipate”

Intervista al segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli su L’Unità – Toscana del 15 giugno 2011

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14 Giugno 2011

Referendum, Manciulli: “Anche dal centrodestra
tanti Sì contro legittimo impedimento”

Il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli: “400mila Sì in Toscana contro il legittimo impedimento sono un dissenso esplicito a Berlusconi dei suoi elettori. Non si può minimizzare”

 

Firenze  – “Con il passare delle ore ed un’analisi più attenta dei voti, non vorrei che non si sottolineasse abbastanza la portata dirompente di un dato. Come già avevamo notato ieri, il centrosinistra in Toscana, quando c’è stata la partecipazione più alta, superiore all’80 percento, è arrivato al massimo a 1 milione 300mila voti. Ieri i Sì sono stati oltre 1milione e 700mila, non soltanto sull’acqua e sul nucleare, ma anche, e questo è il punto fondamentale, sul legittimo impedimento. Il che vuol dire che in Toscana ci sono centinaia di migliaia di persone di centrodestra che hanno deciso di votare per esprimere dissenso evidente ed esplicito al proprio leader: perché quella era una legge di Silvio Berlusconi per Silvio Berlusconi”. Così Andrea Manciulli, segretario del PD della Toscana, il giorno dopo i referendum.

“Questo dato non può passare inosservato, perchè dà più di ogni altro la cifra politica di questo passaggio e rende evidente quanto sia grave la crisi del centrodestra. I tentativi imbarazzanti con i quali si sta cercando di minimizzare l’effetto del voto denotano scarsa responsabilità, anche perché questo dato, che è comune a tutte le altre regioni, a livello nazionale diventa di milioni di cittadini di centrodestra che hanno compiuto una chiara scelta politica. Questo dato è ancora più importante perchè una delle caratteristiche del voto di questi 15 anni è stata l’impermeabilità elettorale degli schieramenti contrapposti senza che mai ci fossero cedimenti così significativi – continua Manciulli -. Oggi siamo di fronte a un evento di portata amplissima che riguarda direttamente la leadership del centrodestra. Il carattere politico di questo voto chiama ancora di più in causa la nostra responsabilità e il nostro spirito costruttivo, perché è un dovere lavorare da subito per un progetto alternativo di governo e perché si voti il prima possibile”.

 

 

 

 

 

 

 

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Referendum, Manciulli: “Anche dal centrodestra
tanti Sì contro legittimo impedimento”

Il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli: “400mila Sì in Toscana contro il legittimo impedimento sono un dissenso esplicito a Berlusconi dei suoi elettori. Non si può minimizzare”

 

Firenze  – “Con il passare delle ore ed un’analisi più attenta dei voti, non vorrei che non si sottolineasse abbastanza la portata dirompente di un dato. Come già avevamo notato ieri, il centrosinistra in Toscana, quando c’è stata la partecipazione più alta, superiore all’80 percento, è arrivato al massimo a 1 milione 300mila voti. Ieri i Sì sono stati oltre 1milione e 700mila, non soltanto sull’acqua e sul nucleare, ma anche, e questo è il punto fondamentale, sul legittimo impedimento. Il che vuol dire che in Toscana ci sono centinaia di migliaia di persone di centrodestra che hanno deciso di votare per esprimere dissenso evidente ed esplicito al proprio leader: perché quella era una legge di Silvio Berlusconi per Silvio Berlusconi”. Così Andrea Manciulli, segretario del PD della Toscana, il giorno dopo i referendum.

“Questo dato non può passare inosservato, perchè dà più di ogni altro la cifra politica di questo passaggio e rende evidente quanto sia grave la crisi del centrodestra. I tentativi imbarazzanti con i quali si sta cercando di minimizzare l’effetto del voto denotano scarsa responsabilità, anche perché questo dato, che è comune a tutte le altre regioni, a livello nazionale diventa di milioni di cittadini di centrodestra che hanno compiuto una chiara scelta politica. Questo dato è ancora più importante perchè una delle caratteristiche del voto di questi 15 anni è stata l’impermeabilità elettorale degli schieramenti contrapposti senza che mai ci fossero cedimenti così significativi – continua Manciulli -. Oggi siamo di fronte a un evento di portata amplissima che riguarda direttamente la leadership del centrodestra. Il carattere politico di questo voto chiama ancora di più in causa la nostra responsabilità e il nostro spirito costruttivo, perché è un dovere lavorare da subito per un progetto alternativo di governo e perché si voti il prima possibile”.

 

 

 

 

 

 

 

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13 Giugno 2011

Referendum, Manciulli: “Vittoria schiacciante
Berlusconi si dimetta”

“Anche elettori del centrodestra hanno votato Sì. Berlusconi vada a casa”. Così il segretario del Pd Toscana commenta la vittoria dei Sì al Referendum.

Firenze – “L’affluenza e’stata altissima e il Sì schiacciante. I nostri elettori hanno risposto in tantissimi a questa consultazione. E’ un impegno il loro, per un paese migliore, che si rinnova ogni volta. Ma c’è un dato ulteriore che emerge: anche gli elettori del centrodestra sono andati ai seggi e hanno votato Si’. Ci pare oltremodo palese che Berlusconi debba prendere atto della situazione e dimettersi. In Toscana dalle primissime analisi del voto referendario, infatti, è evidente che larga parte degli elettori di centrodestra sia andata a votare e abbia votato come noi, considerando che i Sì sono più di un milione e 700mila e che storicamente, al massimo, il centrosinistra nella nostra regione ha raccolto circa 1milione e 300mila voti. È la prima volta che accade che Berlusconi mostri un cedimento così evidente nel suo elettorato. Questo è un fatto importante che rende chiaro quanto le persone vogliano esternare il loro disagio: tutti sono stanchi di questo governo e della sua politica. È il momento che il Presidente del Consiglio prenda atto di quello che il Paese sta chiedendo e ne tragga le conseguenze”.

Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli sui risultati dei referendum.

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Referendum, Manciulli: “Vittoria schiacciante
Berlusconi si dimetta”

“Anche elettori del centrodestra hanno votato Sì. Berlusconi vada a casa”. Così il segretario del Pd Toscana commenta la vittoria dei Sì al Referendum.

Firenze – “L’affluenza e’stata altissima e il Sì schiacciante. I nostri elettori hanno risposto in tantissimi a questa consultazione. E’ un impegno il loro, per un paese migliore, che si rinnova ogni volta. Ma c’è un dato ulteriore che emerge: anche gli elettori del centrodestra sono andati ai seggi e hanno votato Si’. Ci pare oltremodo palese che Berlusconi debba prendere atto della situazione e dimettersi. In Toscana dalle primissime analisi del voto referendario, infatti, è evidente che larga parte degli elettori di centrodestra sia andata a votare e abbia votato come noi, considerando che i Sì sono più di un milione e 700mila e che storicamente, al massimo, il centrosinistra nella nostra regione ha raccolto circa 1milione e 300mila voti. È la prima volta che accade che Berlusconi mostri un cedimento così evidente nel suo elettorato. Questo è un fatto importante che rende chiaro quanto le persone vogliano esternare il loro disagio: tutti sono stanchi di questo governo e della sua politica. È il momento che il Presidente del Consiglio prenda atto di quello che il Paese sta chiedendo e ne tragga le conseguenze”.

Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli sui risultati dei referendum.

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11 Giugno 2011

“Votare Sì sul nucleare
per allontanare i pericoli”

Intervento di Vannino Chiti e Andrea Manciulli pubblicato su La Repubblica-Firenze dell’11 giugno 2011

 

“Il nostro appello per andare a votare Sì al referendum del 12 e 13 di Giugno per dire no al nucleare non rappresenta una contrapposizione tra Governo e opposizione. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini affinché si eviti un probabile pericolo per la Toscana e per il Lazio, aprendo, al tempo stesso, una prospettiva diversa per lo sviluppo dell’Italia.

Pensare di poter realizzare una centrale a Montalto di Castro e un deposito di scorie nucleari in provincia di Grosseto è un’idea pericolosa, sia dal punto di vista ambientale che economico, considerato che questo territorio è uno dei distretti turistici e agroalimentari più noti d’Italia, anche per la sua elevata qualità ambientale e paesaggistica. Senza campanilismi che non ci appartengono e con un’idea del futuro del nostro paese, ci rivolgiamo a tutti i cittadini della Toscana e del Lazio, al di là delle appartenenze politiche, perché votare Sì significa scongiurare questo pericolo, evitando di lasciare alle giovani generazioni una ferita paesaggistica, ambientale e anche economica.

Dopo la tragedia avvenuta in Giappone e dopo le decisioni annunciate dalla Germania ed altri paesi, anche l’Italia deve prendere una posizione netta contro il nucleare – le cui attuali tecnologie produttive non garantiscono nè rispetto alla sicurezza nè riguardo allo smaltimento di scorie che restano radioattive per migliaia di anni – e aprire allo sviluppo delle energie rinnovabili. Nel sole, dal vento, nella geotermia e nelle biomasse a filiera corta possiamo scorgere un pezzo importante di una politica energetica moderna, sicura e di qualità, capace di aprire le porte ad una imprenditorialità innovativa in grado di produrre posti di lavoro di qualità, oltre che ad un modo di abitare e di vivere le nostre città più pulito e anche meno dispendioso.

Il futuro è oggi. È dalle scelte che faremo nel presente che misureremo la cifra del paese che lasceremo alle giovani generazioni.

Il 12 e 13 giugno votiamo Sì per dire un no chiaro e fermo al nucleare e per dire sì ad un modo diverso per far crescere un paese che guarda al futuro”.

 

 

Vannino Chiti, Vicepresidente Senato e Commissario PD Lazio

Andrea Manciulli, Segretario PD Toscana

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“Votare Sì sul nucleare
per allontanare i pericoli”

Intervento di Vannino Chiti e Andrea Manciulli pubblicato su La Repubblica-Firenze dell’11 giugno 2011

 

“Il nostro appello per andare a votare Sì al referendum del 12 e 13 di Giugno per dire no al nucleare non rappresenta una contrapposizione tra Governo e opposizione. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini affinché si eviti un probabile pericolo per la Toscana e per il Lazio, aprendo, al tempo stesso, una prospettiva diversa per lo sviluppo dell’Italia.

Pensare di poter realizzare una centrale a Montalto di Castro e un deposito di scorie nucleari in provincia di Grosseto è un’idea pericolosa, sia dal punto di vista ambientale che economico, considerato che questo territorio è uno dei distretti turistici e agroalimentari più noti d’Italia, anche per la sua elevata qualità ambientale e paesaggistica. Senza campanilismi che non ci appartengono e con un’idea del futuro del nostro paese, ci rivolgiamo a tutti i cittadini della Toscana e del Lazio, al di là delle appartenenze politiche, perché votare Sì significa scongiurare questo pericolo, evitando di lasciare alle giovani generazioni una ferita paesaggistica, ambientale e anche economica.

Dopo la tragedia avvenuta in Giappone e dopo le decisioni annunciate dalla Germania ed altri paesi, anche l’Italia deve prendere una posizione netta contro il nucleare – le cui attuali tecnologie produttive non garantiscono nè rispetto alla sicurezza nè riguardo allo smaltimento di scorie che restano radioattive per migliaia di anni – e aprire allo sviluppo delle energie rinnovabili. Nel sole, dal vento, nella geotermia e nelle biomasse a filiera corta possiamo scorgere un pezzo importante di una politica energetica moderna, sicura e di qualità, capace di aprire le porte ad una imprenditorialità innovativa in grado di produrre posti di lavoro di qualità, oltre che ad un modo di abitare e di vivere le nostre città più pulito e anche meno dispendioso.

Il futuro è oggi. È dalle scelte che faremo nel presente che misureremo la cifra del paese che lasceremo alle giovani generazioni.

Il 12 e 13 giugno votiamo Sì per dire un no chiaro e fermo al nucleare e per dire sì ad un modo diverso per far crescere un paese che guarda al futuro”.

 

 

Vannino Chiti, Vicepresidente Senato e Commissario PD Lazio

Andrea Manciulli, Segretario PD Toscana

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10 Giugno 2011

Digitale terrestre, a rischio decine di aziende
televisive in Toscana

Firenze –  “Il digitale cambia la tv”. Questo il titolo di un incontro che si è svolto questa mattina a Firenze organizzato dal gruppo consiliare e dal Partito democratico toscani. Ma il digitale terrestre, da tecnologia che apre scenari e opportunità tutti nuovi, in Toscana, rischia di provocare un certo scompiglio nell’emittenza locale, con ripercussioni anche gravi sia sul pluralismo che sui livelli occupazionali.

Queste preoccupazioni sono state al centro dei relatori: il presidente della Commissione Cultura e informazione del Consiglio regionale, Nicola Danti, il capogruppo Vittorio Bugli, il segretario regionale Andrea Manciulli e il deputato ed ex ministro Paolo Gentiloni.

Presenti molti operatori e imprenditori dell’emittenza locale che hanno anche preso la parola per raccontare le loro esperienze e proporre soluzioni alle questioni che si presentano con il passaggio al digitale. In gioco ci sono le frequenze, che per la Toscana– secondo quanto prevede il piano nazionale del governo – penalizzano fortemente l’emittenza locale anche in considerazione della vendita di 9 canali alla telefonia mobile. Quindi si tratta di capire quanti sono i canali per operatori di rete che il governo dovrà distribuire in base a una classifica redatta sulla scorta di alcuni criteri: il patrimonio; il numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato; la copertura della popolazione; l’anzianità dell’emittente.

«Parliamo di una realtà importante – ha spiegato Nicola Danti – In Toscana ci sono una quarantina di emittenti, molto seguite per il loro palinsesto di informazione locale, per un servizio, quindi, che altri non offrono. Parliamo quindi di 40 imprese che dovranno fare i conti con la fatidica scadenza che non è ancora definita e che potrebbe essere anticipata a fine 2011 per il passaggio al digitale, un’innovazione che va sostenuta come si sostiene l’innovazione tecnologica delle altre imprese toscane. Certo – ha aggiunto Danti – il digitale è una grande opportunità, ma questa “rivoluzione”, se non accompagnata e gestita bene, rischia di provocare gravi danni al pluralismo e all’occupazione. Inoltre, in alcune zone della regione, in particolare quelle montane, ci sarà il rischio di un vero e proprio black-out televisivo se non si fa chiarezza sulla gestione degli impianti di ripetizione del segnale e sugli investimenti».

Danti ha anche ricordato che, sul fronte Regione, le cose si stanno muovendo: già nell’ottobre scorso il Consiglio ha approvato all’unanimità un documento e ora la Giunta sta elaborando una specifica normativa che probabilmente tratterà di “misure di sostegno al sistema radiotelevisivo per il passaggio al digitale” e sui cui è aperto un confronto con tutti.

Cosa può fare la Regione per rispondere ai diversi problemi? E’ stato il capogruppo del Pd, Vittorio Bugli, a indicare un percorso istituzionale e di confronto.

«Dobbiamo riportare la questione in Consiglio – ha detto Bugli – aggiornandola perché ora è il momento di fare un’azione stringente nei confronti del governo per chiedere i cambiamenti necessari a consentire un passaggio indolore al digitale. E dobbiamo impegnarci per portare su questa posizione anche le altre Regioni interessata e la stessa Conferenza delle Regioni. E’ una battaglia utile e importante. Noi, come Pd, ci siamo e ci crediamo».

«L’impegno per l’emittenza locale è un impegno che prendiamo non solo per voi, ma per tutti i cittadini – ha spiegato Andrea Manciulli, rivolgendosi alla platea di operatori del settore –. Perché si tratta di una questione di qualità democratica, di rappresentanza nella nostra società, di un settore che svolge un servizio prezioso ed insostituibile di informazione nel territorio, anche per la politica».

Infine, Paolo Gentiloni, che è anche presidente del Forum nazionale Informazione e telecomunicazioni del Pd su, ha fatto il punto sulla situazione ricordando che «la partita non è ancora chiusa e che le Regioni possono esercitare un ruolo che la stessa Costituzione prevede».

«In particolare c’è da rispettare la legge che prevede l’assegnazione delle frequenze nazionali e regionali nella misura, rispettivamente, di 2/3 e 1/3, facendo passare un’interpretazione giusta che non penalizzi le tv locali. Ci sono i presupposti – ha concluso Gentiloni – per vincere questa battaglia e noi ci faremo sentire».

 

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Digitale terrestre, a rischio decine di aziende
televisive in Toscana

Firenze –  “Il digitale cambia la tv”. Questo il titolo di un incontro che si è svolto questa mattina a Firenze organizzato dal gruppo consiliare e dal Partito democratico toscani. Ma il digitale terrestre, da tecnologia che apre scenari e opportunità tutti nuovi, in Toscana, rischia di provocare un certo scompiglio nell’emittenza locale, con ripercussioni anche gravi sia sul pluralismo che sui livelli occupazionali.

Queste preoccupazioni sono state al centro dei relatori: il presidente della Commissione Cultura e informazione del Consiglio regionale, Nicola Danti, il capogruppo Vittorio Bugli, il segretario regionale Andrea Manciulli e il deputato ed ex ministro Paolo Gentiloni.

Presenti molti operatori e imprenditori dell’emittenza locale che hanno anche preso la parola per raccontare le loro esperienze e proporre soluzioni alle questioni che si presentano con il passaggio al digitale. In gioco ci sono le frequenze, che per la Toscana– secondo quanto prevede il piano nazionale del governo – penalizzano fortemente l’emittenza locale anche in considerazione della vendita di 9 canali alla telefonia mobile. Quindi si tratta di capire quanti sono i canali per operatori di rete che il governo dovrà distribuire in base a una classifica redatta sulla scorta di alcuni criteri: il patrimonio; il numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato; la copertura della popolazione; l’anzianità dell’emittente.

«Parliamo di una realtà importante – ha spiegato Nicola Danti – In Toscana ci sono una quarantina di emittenti, molto seguite per il loro palinsesto di informazione locale, per un servizio, quindi, che altri non offrono. Parliamo quindi di 40 imprese che dovranno fare i conti con la fatidica scadenza che non è ancora definita e che potrebbe essere anticipata a fine 2011 per il passaggio al digitale, un’innovazione che va sostenuta come si sostiene l’innovazione tecnologica delle altre imprese toscane. Certo – ha aggiunto Danti – il digitale è una grande opportunità, ma questa “rivoluzione”, se non accompagnata e gestita bene, rischia di provocare gravi danni al pluralismo e all’occupazione. Inoltre, in alcune zone della regione, in particolare quelle montane, ci sarà il rischio di un vero e proprio black-out televisivo se non si fa chiarezza sulla gestione degli impianti di ripetizione del segnale e sugli investimenti».

Danti ha anche ricordato che, sul fronte Regione, le cose si stanno muovendo: già nell’ottobre scorso il Consiglio ha approvato all’unanimità un documento e ora la Giunta sta elaborando una specifica normativa che probabilmente tratterà di “misure di sostegno al sistema radiotelevisivo per il passaggio al digitale” e sui cui è aperto un confronto con tutti.

Cosa può fare la Regione per rispondere ai diversi problemi? E’ stato il capogruppo del Pd, Vittorio Bugli, a indicare un percorso istituzionale e di confronto.

«Dobbiamo riportare la questione in Consiglio – ha detto Bugli – aggiornandola perché ora è il momento di fare un’azione stringente nei confronti del governo per chiedere i cambiamenti necessari a consentire un passaggio indolore al digitale. E dobbiamo impegnarci per portare su questa posizione anche le altre Regioni interessata e la stessa Conferenza delle Regioni. E’ una battaglia utile e importante. Noi, come Pd, ci siamo e ci crediamo».

«L’impegno per l’emittenza locale è un impegno che prendiamo non solo per voi, ma per tutti i cittadini – ha spiegato Andrea Manciulli, rivolgendosi alla platea di operatori del settore –. Perché si tratta di una questione di qualità democratica, di rappresentanza nella nostra società, di un settore che svolge un servizio prezioso ed insostituibile di informazione nel territorio, anche per la politica».

Infine, Paolo Gentiloni, che è anche presidente del Forum nazionale Informazione e telecomunicazioni del Pd su, ha fatto il punto sulla situazione ricordando che «la partita non è ancora chiusa e che le Regioni possono esercitare un ruolo che la stessa Costituzione prevede».

«In particolare c’è da rispettare la legge che prevede l’assegnazione delle frequenze nazionali e regionali nella misura, rispettivamente, di 2/3 e 1/3, facendo passare un’interpretazione giusta che non penalizzi le tv locali. Ci sono i presupposti – ha concluso Gentiloni – per vincere questa battaglia e noi ci faremo sentire».

 

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