Manifestazione AnsaldoBreda
Pd: “Si tuteli l’occupazione”



“L’AnsaldoBreda deve essere valorizzata e resa in grado di competere con le grandi aziende internazionali del settore. Occorre guardare al futuro del comparto ferroviario come a un settore su cui investire e per questo serve un piano industriale e serve creare le condizioni che possano permetterne il rilancio. Il Pd è al fianco dei lavoratori: sosteniamo la manifestazione di domani a Roma e chiediamo che tutte le decisioni che verranno prese abbiano tra gli obiettivi la tutela occupazionale”, affermano il segretario regionale e il responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana, Andrea Manciulli e Ivan Ferrucci, e il segretario provinciale Pd di Pistoia Marco Niccolai, che domani parteciperà alla manifestazione.
“Al Ministro Passera – continuano – chiediamo di prendere velocemente in mano la situazione del Gruppo Finmeccanica, che in Toscana vede la presenza oltre all’AnsaldoBreda di altre realtà importanti come la Selex di Firenze, e prestare attenzione a quelle che sono delle eccellenze dell’industria nazionale. Se l’Italia non punta sul manifatturiero e l’innovazione per uscire dalla crisi saremo sempre più soggetti alle crisi finanziarie globali”.
Manifestazione AnsaldoBreda
Pd: “Si tuteli l’occupazione”



“L’AnsaldoBreda deve essere valorizzata e resa in grado di competere con le grandi aziende internazionali del settore. Occorre guardare al futuro del comparto ferroviario come a un settore su cui investire e per questo serve un piano industriale e serve creare le condizioni che possano permetterne il rilancio. Il Pd è al fianco dei lavoratori: sosteniamo la manifestazione di domani a Roma e chiediamo che tutte le decisioni che verranno prese abbiano tra gli obiettivi la tutela occupazionale”, affermano il segretario regionale e il responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana, Andrea Manciulli e Ivan Ferrucci, e il segretario provinciale Pd di Pistoia Marco Niccolai, che domani parteciperà alla manifestazione.
“Al Ministro Passera – continuano – chiediamo di prendere velocemente in mano la situazione del Gruppo Finmeccanica, che in Toscana vede la presenza oltre all’AnsaldoBreda di altre realtà importanti come la Selex di Firenze, e prestare attenzione a quelle che sono delle eccellenze dell’industria nazionale. Se l’Italia non punta sul manifatturiero e l’innovazione per uscire dalla crisi saremo sempre più soggetti alle crisi finanziarie globali”.
«Per uscire dalla crisi, bisogna
rendere fiato a giovani e lavoratori»
“La vera sfida del futuro del Paese è rendere fiato ai lavoratori e alle giovani generazioni. In passato non si è puntato su di loro, ed è stato l’errore più grave”. Il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli, interviene ai microfoni del Tgr della Rai.
“Monti – prosegue il segretario – ha esordito bene perchè è tornato a parlare del merito delle questioni. Il Pd cerchi di portare l’Italia su un versante più sociale perchè la crisi non possono continuare a pagarla sempre gli stessi. Le misure che devono essere prese siano ispirate al criterio dell’equità”.
«Per uscire dalla crisi, bisogna
rendere fiato a giovani e lavoratori»
“La vera sfida del futuro del Paese è rendere fiato ai lavoratori e alle giovani generazioni. In passato non si è puntato su di loro, ed è stato l’errore più grave”. Il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli, interviene ai microfoni del Tgr della Rai.
“Monti – prosegue il segretario – ha esordito bene perchè è tornato a parlare del merito delle questioni. Il Pd cerchi di portare l’Italia su un versante più sociale perchè la crisi non possono continuare a pagarla sempre gli stessi. Le misure che devono essere prese siano ispirate al criterio dell’equità”.
Manciulli: «Bene Monti, ma ora
dal Pd spinta per l’equità»



pubblicata su l’Unità – Toscana, domenica 20 novembre 2011.
«Bene Monti, ma ora dal Pd spinta per l’equità».
Il segretario Pd chiede al neoministro Passera
un incontro con le istituzioni toscane per Lucchini e Breda:
«Serve riavviare una vera politica industriale».
di Vladimiro Frulletti.
“Ora il Pd spinga per l’equità». Il segretario dei democratici toscani, Andrea Manciulli promuove il nuovo Governo, ma lo mette subito alla prova chiedendo che il neo ministro convochi subito un incontro con le istituzioni toscane sulle vertenze Lucchini e Breda.
Cosa chiede al Governo?
«Vista la qualità del ministro allo sviluppo economico ci aspettiamo molto sul rilancio delle politiche industriali per venire incontro alle difficoltà delle piccole e medie imprese toscane e per risolvere le vicende di alcune grandi aziende a cominciare dalla Lucchini, dove è stato chiuso l’alto forno per mancanza di ordini, e dalla Breda che rientra nella complicata partita Finmeccanica. Chiediamo un incontro fra istituzioni toscane e Governo perché la nuova fase deve partire proprio dalla centralità del lavoro e dello sviluppo che sono gli unici elementi che possono rilanciare la crescita del Paese».
Ma intanto lei che idea s’è fatto del Governo Monti?
“Il primo effetto positivo è che c’è un altro stile. Sta facendo vedere che un altro modo di governare e possibile».
Quale altro modo?
«Monti entra nel merito delle cose. Dopo anni di battute e toni superficiali è evidente la crescita culturale e di orizzonte. È un punto fondamentale perché per risollevare Paese c’è da togliere la politica dalla palude in cui berlusconismo l’ha fatta sprofondare. Finalmente possiamo confrontarci sui contenuti».
Delle proposte del nuovo Governo quali trova più convincenti?
«Mi piace il fatto che non parli solo di risanamento ma anche di crescita. E dopo anni in cui si è negato che c’era la crisi, salta agli occhi anche l’estrema franchezza. E poi apprezzo fortemente la volontà di coesione che Monti ha espresso. Perché in questi anni c’è stato approccio ideologico ai problemi che ha impedito di trovare soluzioni».
E sulle scelte concrete?
«Mi piace l’idea della patrimoniale e l’approccio costruttivo che ha assunto sulle pensioni e il lavoro. La priorità è liberare risorse da destinare alle nuove generazioni che sono la parte produttiva del Paese, se non riusciremo a tutelare queste non aiuteremo nemmeno le altre».
Sul lavoro di Monti accoglie le tesi di Ichino su cui però non tutto il Pd è d’accordo. E lei?
«Che l’impostazione di Monti sia liberale si sa, ma mi pare propenso al dialogo e a trovare soluzioni condivise. Del resto il ruolo del Pd dovrà essere, appunto, quello di far vivere con forza una dimensione sociale».
Che vuol dire?
«Che si debbano fare cose non gradevoli lo sappiamo tutto, ma se si parte dal presupposto che sarà l’equità la bussola di queste scelte tutto sarà più semplice. Dovranno pagare soprattutto quelli che possono permetterselo. Chi ha di più deve dare di più. E il Pd dovrà svolgere questo compito, dare questa spinta all’ equità».
Resta il fatto che ci sono misure che il Governo dovrà prendere che rischiano di farvi perdere voti.
«Quando le cose si fanno seriamente con equità e esercitando nell’interesse dei cittadini il principio di responsabilità il consenso non si perde. Gli italiani sanno che alcuni sacrifici vanno fatti e sanno che il governo Berlusconi, che come uno struzzo ha messo la testa sotto la sabbia per non vedere problemi, ha fatto deteriorare ulteriormente la situazione. In Toscana oggi la sanità pubblica e il sistema sociale funzionano. Sono il nostro fiore a occhiello. Ma sono il frutto di riforme fatte attraverso scelte non sempre gradevoli nell’immediato. C’è da tornare a un’idea di politica in cui non si insegue consenso a breve, ma si risolvono i problemi della gente. C’è da guardare oltre le mode e il vento. I sondaggi dicevano che l’80% dei tedeschi era contrario a comprare titoli di Stato italiani. Se il governo Merkel avesse guardato ai sondaggi noi oggi saremmo al disastro. Invece ha guardato al futuro dell’Europa e si è assunta quella responsabilità. Questa è politica».
Al Pd e Bersani non conveniva andare alle elezioni?
«Bersani ha dimostrato di essere un uomo di Stato perché un partito come il nostro deve sempre anteporre il Paese a qualsiasi convenienza di parte. Questa generosità farà crescere il nostro consenso e radicamento. Ma il più grande merito è di Napolitano che con forza e tempestività ha ridato ruolo a istituzioni e senso Stato».
Anche l’Europa è parecchio malata.
«L’epicentro di questa crisi è proprio il tema dell’Europa politica e del rapporto fra politica e economia. Il 9 dicembre discuteremo di questo con Martin Schulz e numerosi esponenti dell’economia e della politica europea».
Ma non dovreste riflettere anche sul ruolo del mercato?
«La sfida è come la democrazia può tornare a essere motore dello sviluppo perché è evidente che il mercato come regolatore di democrazia non è sufficiente. Ed è chiaro anche che uno dei grandi slogan di questi anni nel quale in troppi hanno creduto, e cioè che ci vuole meno politica, sia profondamente sbagliato. Italia e Europa torneranno a crescere quando oltre allo sviluppo si saranno capaci di rilegittimare ruolo della politica e delle istituzioni».
Manciulli: «Bene Monti, ma ora
dal Pd spinta per l’equità»



pubblicata su l’Unità – Toscana, domenica 20 novembre 2011.
«Bene Monti, ma ora dal Pd spinta per l’equità».
Il segretario Pd chiede al neoministro Passera
un incontro con le istituzioni toscane per Lucchini e Breda:
«Serve riavviare una vera politica industriale».
di Vladimiro Frulletti.
“Ora il Pd spinga per l’equità». Il segretario dei democratici toscani, Andrea Manciulli promuove il nuovo Governo, ma lo mette subito alla prova chiedendo che il neo ministro convochi subito un incontro con le istituzioni toscane sulle vertenze Lucchini e Breda.
Cosa chiede al Governo?
«Vista la qualità del ministro allo sviluppo economico ci aspettiamo molto sul rilancio delle politiche industriali per venire incontro alle difficoltà delle piccole e medie imprese toscane e per risolvere le vicende di alcune grandi aziende a cominciare dalla Lucchini, dove è stato chiuso l’alto forno per mancanza di ordini, e dalla Breda che rientra nella complicata partita Finmeccanica. Chiediamo un incontro fra istituzioni toscane e Governo perché la nuova fase deve partire proprio dalla centralità del lavoro e dello sviluppo che sono gli unici elementi che possono rilanciare la crescita del Paese».
Ma intanto lei che idea s’è fatto del Governo Monti?
“Il primo effetto positivo è che c’è un altro stile. Sta facendo vedere che un altro modo di governare e possibile».
Quale altro modo?
«Monti entra nel merito delle cose. Dopo anni di battute e toni superficiali è evidente la crescita culturale e di orizzonte. È un punto fondamentale perché per risollevare Paese c’è da togliere la politica dalla palude in cui berlusconismo l’ha fatta sprofondare. Finalmente possiamo confrontarci sui contenuti».
Delle proposte del nuovo Governo quali trova più convincenti?
«Mi piace il fatto che non parli solo di risanamento ma anche di crescita. E dopo anni in cui si è negato che c’era la crisi, salta agli occhi anche l’estrema franchezza. E poi apprezzo fortemente la volontà di coesione che Monti ha espresso. Perché in questi anni c’è stato approccio ideologico ai problemi che ha impedito di trovare soluzioni».
E sulle scelte concrete?
«Mi piace l’idea della patrimoniale e l’approccio costruttivo che ha assunto sulle pensioni e il lavoro. La priorità è liberare risorse da destinare alle nuove generazioni che sono la parte produttiva del Paese, se non riusciremo a tutelare queste non aiuteremo nemmeno le altre».
Sul lavoro di Monti accoglie le tesi di Ichino su cui però non tutto il Pd è d’accordo. E lei?
«Che l’impostazione di Monti sia liberale si sa, ma mi pare propenso al dialogo e a trovare soluzioni condivise. Del resto il ruolo del Pd dovrà essere, appunto, quello di far vivere con forza una dimensione sociale».
Che vuol dire?
«Che si debbano fare cose non gradevoli lo sappiamo tutto, ma se si parte dal presupposto che sarà l’equità la bussola di queste scelte tutto sarà più semplice. Dovranno pagare soprattutto quelli che possono permetterselo. Chi ha di più deve dare di più. E il Pd dovrà svolgere questo compito, dare questa spinta all’ equità».
Resta il fatto che ci sono misure che il Governo dovrà prendere che rischiano di farvi perdere voti.
«Quando le cose si fanno seriamente con equità e esercitando nell’interesse dei cittadini il principio di responsabilità il consenso non si perde. Gli italiani sanno che alcuni sacrifici vanno fatti e sanno che il governo Berlusconi, che come uno struzzo ha messo la testa sotto la sabbia per non vedere problemi, ha fatto deteriorare ulteriormente la situazione. In Toscana oggi la sanità pubblica e il sistema sociale funzionano. Sono il nostro fiore a occhiello. Ma sono il frutto di riforme fatte attraverso scelte non sempre gradevoli nell’immediato. C’è da tornare a un’idea di politica in cui non si insegue consenso a breve, ma si risolvono i problemi della gente. C’è da guardare oltre le mode e il vento. I sondaggi dicevano che l’80% dei tedeschi era contrario a comprare titoli di Stato italiani. Se il governo Merkel avesse guardato ai sondaggi noi oggi saremmo al disastro. Invece ha guardato al futuro dell’Europa e si è assunta quella responsabilità. Questa è politica».
Al Pd e Bersani non conveniva andare alle elezioni?
«Bersani ha dimostrato di essere un uomo di Stato perché un partito come il nostro deve sempre anteporre il Paese a qualsiasi convenienza di parte. Questa generosità farà crescere il nostro consenso e radicamento. Ma il più grande merito è di Napolitano che con forza e tempestività ha ridato ruolo a istituzioni e senso Stato».
Anche l’Europa è parecchio malata.
«L’epicentro di questa crisi è proprio il tema dell’Europa politica e del rapporto fra politica e economia. Il 9 dicembre discuteremo di questo con Martin Schulz e numerosi esponenti dell’economia e della politica europea».
Ma non dovreste riflettere anche sul ruolo del mercato?
«La sfida è come la democrazia può tornare a essere motore dello sviluppo perché è evidente che il mercato come regolatore di democrazia non è sufficiente. Ed è chiaro anche che uno dei grandi slogan di questi anni nel quale in troppi hanno creduto, e cioè che ci vuole meno politica, sia profondamente sbagliato. Italia e Europa torneranno a crescere quando oltre allo sviluppo si saranno capaci di rilegittimare ruolo della politica e delle istituzioni».
Cultura, le idee del Pd Toscana
agli Stati Generali


Sono solo alcune delle proposte emerse dagli Stati Generali della Cultura organizzati dal Pd della Toscana, che si sono svolti sabato 19 novembre alla Casa della Creatività a Firenze.
E’ stata l’occasione per un confronto a 360 gradi sui temi della cultura tra gli operatori del settore, gli amministratori e anche tanti appassionati.
A presentare le proposte del Pd sono stati Andrea Manciulli, segretario dei democratici toscani, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore Cultura, e Nicola Danti, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale.
“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.
Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.
Il segretario Manciulli ha ricordato come da troppo tempo “la Toscana sia seduta sul suo passato”. “La cultura – ha aggiunto nell’intervento conclusivo – non può essere solo commentata. Va fatta vivere, va fatta vivere nella coscienza collettiva e anche nelle nostre città, che richiedono oggi una trasformazione contemporanea“.
Agli Stati Generali hanno preso parte tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’Ort Claudio Martini.
Ad aprire i lavori sono stati la senatrice del Pd Vittoria Franco e Marco Lolli Ghetti, ex direttore dei Beni culturali, che ha ricordato la carenza di personale e il blocco delle assunzioni e che negli ultimi anno hanno mandato in sofferenza le Soprintendenze. Poi è stata la volta di Libero Rossi, sindacalista della Cgil e membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, che ha illustrato il “bollettino” provocato da dieci anni di tagli lineari alla cultura: dal 2001 ad esempio sono costati il posto di lavoro a ben 8.200 persone del Mibac. Pietro Celli, presidente dell’associazione “Le ragioni del restauro” ha ricordato che il “patrimonio da tutelare non è solo quello materiale, perchè parimenti prezioso è quello umano, composto dagli operatori specializzati”. Al centro del suo intervento il disegno di legge sulla figura e lo status dei restauratori, “già presentato e da approvare in tempi brevi”. Con un invito a riappropriarci delle cultura, “valore aggiunto per tutto il territorio”, Alessandro Capocchi della Fondazione Campus ha chiuso la prima tavola rotonda.
La seconda, sul “Crollo dei finanziamenti pubblici”, si apre con una riflessione della sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Francesca Colombo, che si rivolge ai privati e li invita a considerare “gli sponsor come investimenti veri e propri”. I tagli mettono a rischio la prossima stagione del Teatro Puccini. E il presidente della Fondazione di Torre del Lago, Paolo Spadaccini, suona l’allarme. “Sono necessari dei criteri oggettivi rapportati ai risultati per la definizione dei finanziamenti” afferma.
Paolo Marcesini, direttore Memo grandi magazzini culturali dà qualche numero: “La cultura – spiega – porta al Pil 68 miliardi di euro all’anno, pari al 4,9% del Pil, e a 1.400.000 occupati, il 5,7% del totale in Italia”. Ma il “costo del mantenimento del patrimonio culturale – aggiunge – è invece inferiore ai 9 miliardi di euro annui”.Presente anche Manrico Ferrucci della Fondazione Teatro Verdi di Pisa, città, spiega, “prima in Italia per investimenti pro capite nel teatro”. Ferrucci invita a investire sui patrimoni regionali con una sorta di federalismo culturale. Chiude la seconda tavola rotonda Andrea Milani del Pd Siena. La successiva si apre con gli interventi di Luca Dini, della Fondazione Teatro di Pontedera, e di Beatrice Magnolfi, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo.
Marco Giorgetti, del teatro La Pergola, chiede più “attenzione ai giovani”. Claudio Martini, presidente dell’Ort, elogia la Toscana, “consapevole dell’importanza del patrimonio culturale” ma lamenta lo “scarso intervento dei privati, per cui rimane indipensabile l’investimento pubblico”. In tempi di tagli, serve “un nuovo equilibrio fra risorse pubbliche e private, altrimenti è impossibile effettuare programmazioni di lungo periodo”. Chiude la mattinata di lavori l’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti che, buona nuova, riconferma i finanziamenti della Regione Toscana per le politiche culturali anche per il 2012.
Durante il Case History si susseguono gli interventi di Stefania Ippoliti, di Cesare Bindi e Alessandro Formichella del Pd Prato (che invita a non considerare la creatività come mero prodotto culturale al servizio del turismo). Poi è la volta di Leonardo Bieber del Pd fiorentino che ribadisce la necessità di “tempi certi e regole chiare per l’erogazione dei finanziamenti pubblici degli enti locali alla cultura”. Il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, e Carla Lassini del Pd di Arezzo raccontano l’esperienza degli Stati Generali della Cultura nelle due città. Intanto si alternano gli interventi di Alessandro Agostinelli del Festival del Viaggio, Adalgisa Mazza del Pd della Versilia e Carlo Cortesi del Pd Pistoia.
Il sindaco di Stazzema, Michele Silicani, porta all’attenzione la delicata situazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, messo a rischio dai tagli del governo Berlusconi. “Occorre difenderlo con forza – è il suo impegno -. Ogni anno registra 70mila presenze, metà delle quali composte da studenti e un quarto da visitatori stranieri”. Sarebbe un oltraggio chiudere i battenti a uno dei luoghi più significativi della Storia e della Memoria del Paese.
Cultura, le idee del Pd Toscana
agli Stati Generali


Sono solo alcune delle proposte emerse dagli Stati Generali della Cultura organizzati dal Pd della Toscana, che si sono svolti sabato 19 novembre alla Casa della Creatività a Firenze.
E’ stata l’occasione per un confronto a 360 gradi sui temi della cultura tra gli operatori del settore, gli amministratori e anche tanti appassionati.
A presentare le proposte del Pd sono stati Andrea Manciulli, segretario dei democratici toscani, il senatore Andrea Marcucci, responsabile del settore Cultura, e Nicola Danti, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale.
“Al nuovo governo chiediamo di chiudere le partite rimaste aperte in Toscana – hanno detto Manciulli e Danti- dal completamento del finanziamento per il Parco della Musica alla legge per la Crusca. Si deve passare dalla follia dei tagli lineari ad una qualificazione della spesa pubblica culturale”.
Secondo il senatore Andrea Marcucci “Non possiamo però fare affidamento solo sui soldi pubblici. Per aiutare il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Puccini e le nostre istituzioni culturali-ha proseguito il parlamentare- dobbiamo far approvare una normativa che stabilisca un credito di imposta per le aziende che investono in cultura. La prossima settimana depositerò in Senato una proposta di legge in tal senso. Ultima questione riguarda i criteri di assegnazione del Fus, per dare equilibrio e certezze- ha concluso Marcucci- ai nostri teatri e alle nostre compagnie, chiederemo al nuovo ministro Ornaghi di prevederne l’ assegnazione su base triennale“.
Il segretario Manciulli ha ricordato come da troppo tempo “la Toscana sia seduta sul suo passato”. “La cultura – ha aggiunto nell’intervento conclusivo – non può essere solo commentata. Va fatta vivere, va fatta vivere nella coscienza collettiva e anche nelle nostre città, che richiedono oggi una trasformazione contemporanea“.
Agli Stati Generali hanno preso parte tra gli altri la sovrintendente del Maggio Musicale Francesca Colombo (“Abbiamo chiuso – ha spiegato – un accordo storico con i sindacati ma il governo deve darci gli strumenti per aumentare produttività e flessibilità) , l’ assessore regionale Cristina Scaletti( “Nel 2012 – ha commentato – la Regione Toscana avrà in bilancio per la cultura la stessa cifra prevista nell’anno in corso”), il direttore del Festival Puccini Franco Moretti, la senatrice Vittoria Franco ed il presidente dell’Ort Claudio Martini.
Ad aprire i lavori sono stati la senatrice del Pd Vittoria Franco e Marco Lolli Ghetti, ex direttore dei Beni culturali, che ha ricordato la carenza di personale e il blocco delle assunzioni e che negli ultimi anno hanno mandato in sofferenza le Soprintendenze. Poi è stata la volta di Libero Rossi, sindacalista della Cgil e membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, che ha illustrato il “bollettino” provocato da dieci anni di tagli lineari alla cultura: dal 2001 ad esempio sono costati il posto di lavoro a ben 8.200 persone del Mibac. Pietro Celli, presidente dell’associazione “Le ragioni del restauro” ha ricordato che il “patrimonio da tutelare non è solo quello materiale, perchè parimenti prezioso è quello umano, composto dagli operatori specializzati”. Al centro del suo intervento il disegno di legge sulla figura e lo status dei restauratori, “già presentato e da approvare in tempi brevi”. Con un invito a riappropriarci delle cultura, “valore aggiunto per tutto il territorio”, Alessandro Capocchi della Fondazione Campus ha chiuso la prima tavola rotonda.
La seconda, sul “Crollo dei finanziamenti pubblici”, si apre con una riflessione della sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Francesca Colombo, che si rivolge ai privati e li invita a considerare “gli sponsor come investimenti veri e propri”. I tagli mettono a rischio la prossima stagione del Teatro Puccini. E il presidente della Fondazione di Torre del Lago, Paolo Spadaccini, suona l’allarme. “Sono necessari dei criteri oggettivi rapportati ai risultati per la definizione dei finanziamenti” afferma.
Paolo Marcesini, direttore Memo grandi magazzini culturali dà qualche numero: “La cultura – spiega – porta al Pil 68 miliardi di euro all’anno, pari al 4,9% del Pil, e a 1.400.000 occupati, il 5,7% del totale in Italia”. Ma il “costo del mantenimento del patrimonio culturale – aggiunge – è invece inferiore ai 9 miliardi di euro annui”.Presente anche Manrico Ferrucci della Fondazione Teatro Verdi di Pisa, città, spiega, “prima in Italia per investimenti pro capite nel teatro”. Ferrucci invita a investire sui patrimoni regionali con una sorta di federalismo culturale. Chiude la seconda tavola rotonda Andrea Milani del Pd Siena. La successiva si apre con gli interventi di Luca Dini, della Fondazione Teatro di Pontedera, e di Beatrice Magnolfi, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo.
Marco Giorgetti, del teatro La Pergola, chiede più “attenzione ai giovani”. Claudio Martini, presidente dell’Ort, elogia la Toscana, “consapevole dell’importanza del patrimonio culturale” ma lamenta lo “scarso intervento dei privati, per cui rimane indipensabile l’investimento pubblico”. In tempi di tagli, serve “un nuovo equilibrio fra risorse pubbliche e private, altrimenti è impossibile effettuare programmazioni di lungo periodo”. Chiude la mattinata di lavori l’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti che, buona nuova, riconferma i finanziamenti della Regione Toscana per le politiche culturali anche per il 2012.
Durante il Case History si susseguono gli interventi di Stefania Ippoliti, di Cesare Bindi e Alessandro Formichella del Pd Prato (che invita a non considerare la creatività come mero prodotto culturale al servizio del turismo). Poi è la volta di Leonardo Bieber del Pd fiorentino che ribadisce la necessità di “tempi certi e regole chiare per l’erogazione dei finanziamenti pubblici degli enti locali alla cultura”. Il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, e Carla Lassini del Pd di Arezzo raccontano l’esperienza degli Stati Generali della Cultura nelle due città. Intanto si alternano gli interventi di Alessandro Agostinelli del Festival del Viaggio, Adalgisa Mazza del Pd della Versilia e Carlo Cortesi del Pd Pistoia.
Il sindaco di Stazzema, Michele Silicani, porta all’attenzione la delicata situazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, messo a rischio dai tagli del governo Berlusconi. “Occorre difenderlo con forza – è il suo impegno -. Ogni anno registra 70mila presenze, metà delle quali composte da studenti e un quarto da visitatori stranieri”. Sarebbe un oltraggio chiudere i battenti a uno dei luoghi più significativi della Storia e della Memoria del Paese.
Pmi, un nuovo Patto sociale dell’economia toscana
Le piccole e medie imprese sono state al centro della Conferenza regionale del Pd “Lavoro autonomo, micro e piccola impresa”, che si è svolta a Empoli venerdì 18 novembre, e a cui ha preso parte anche il responsabile nazionale Economia e Lavoro del Partito Democratico Stefano Fassina.
Oltre cento i presenti e quasi trenta gli interventi dei tanti imprenditori, commercianti e rappresentanti di categorie che hanno portato al confronto di tutti problematiche e proposte da mettere sul piatto per sostenere le pmi, la vera ossatura del nostro sistema produttivo.
Oltre a Fassina, hanno preso parte all’iniziativa il segretario e il responsabile Economia regionale del Pd Andrea Manciulli e Ivan Ferrucci, il capogruppo in consiglio regionale Vittorio Bugli, l’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, il senatore Achille Passoni, la segretaria empolese del Pd Brenda Barnini e il sindaco Luciana Cappelli, che ha fatto i saluti iniziali.
“Con questa conferenza sul lavoro autonomo, micro e piccola impresa continuiamo il nostro percorso nel mondo economico toscano – ha detto Ivan Ferrucci introducendo l’iniziativa – e lo facciamo con la consapevolezza che di Pmi è fatto il 98% del nostro tessuto produttivo. La forza della nostra economia è nei distretti, nelle eccellenze e nelle esperienze, che hanno fatto crescere il Paese. Il Pd vuole impegnarsi su questo sempre di più favorendo politiche in loro sostegno, ed è un nuovo patto sociale con tutte le forze economiche e produttive che sia punto di riferimento per uscire dalla crisi quello che proponiamo a tutto il sistema-toscana”.
“L’impresa toscana deve crescere per superare la crisi e affrontare la concorrenza globale. È con questo obiettivo – ha iniziato il suo intervento Andrea Manciulli – che sono stati pensati gli ultimi tre Piani Regionali di Sviluppo, perché occorre favorire l’investimento e chi ha investito in passato, per aiutare chi è in mezzo al guado a superare la fase critica e risalire la china. Ci confrontiamo con chi produce e investe perché vogliamo interpretare al meglio questa nuova fase di concretezza e di rilancio del paese di cui c’è bisogno”.
“Il Pd – ha detto Stefano Fassina – è impegnato per una svolta in questo paese, per una ricostruzione economica, morale e sociale. Il lavoro autonomo, la piccola e la micro impresa sono il cuore di questa ricostruzione e quindi il nostro impegno è per approvare rapidamente una riforma del fisco, della pubblica amministrazione, misure di sostegno al credito per i più piccoli. Sappiamo bene che la pmi e i lavoratori autonomi sono in grandissima sofferenza, e soltanto se loro ripartono l’Italia ce la farà”.
“L’impegno che la regione porta avanti nei confronti della piccola impresa – ha ricordato l’assessore Gianfranco Simoncini – sostanzialmente persegue tre obiettivi. Uno è quello di favorire processi di aggregazione perchè abbiamo consapevolezza che con la dimensione attuale che hanno le imprese toscane, se non trovano sinergie rischiano di essere spazzate via nella competizione globale. Inoltre stiamo lavorando molto per valorizzare lo strumento delle reti d’imprese e stiamo cercando di mettere a disposizione delle aziende un sistema di trasferimento tecnologico che permetta loro di fare un salto di qualità. E, da ultimo, forte è l’impegno sul fronte del credito. Come Regione Toscana abbiamo il fondo rotativo che va avanti e stiamo lavorando per garantire l’accesso ai fondi di liquidità e investimenti: dall’inizio del prossimo anno il fondo rotativo verrà finanziato con altri 60 milioni di euro. Crediti, quindi, a tassi vicini allo zero, per imprese che fanno investimenti per aiutare il rilancio”.
“In Toscana abbiamo un impianto di norme su innovazione, competitività, internazionalizzazione e sostegno nei momenti difficoltà alle imprese che è stato realizzato proprio per favorirle: sappiamo infatti che il rilancio dell’economia o passa dal sistema delle piccole-medie imprese o non c’è” ha detto Vittorio Bugli. “Abbiamo messo in campo normative – ha continuato – per sveltire tutti gli investimenti e anche sbloccare le opere ferme, cerchiamo di rimettere in moto le infrastrutture con project financing, si tratta di fare quelle cose che servono con decisione perché non possiamo rimanere fermi e l’impegno del Pd e in regione in questo senso è massimo”.
“Questo territorio – ha detto il segretario del Pd dell’empolese-valdelsa Brenda Barnini – ha da dire molto, sia in termini di storia , tradizione, ma anche in termini di sviluppo industriale. L’empolese valdelsa è da sempre uno dei luoghi a maggior densità di piccole e medie imprese e negli ultimi anni penso abbiano saputo fare un salto di qualità dal punto di vista dell’innovazione. E abbiamo deciso di ospitare la conferenza dentro la sede dell’Agenzia per lo sviluppo perché è uno strumento particolare del nostro territorio che tiene insieme tutte le categorie, tutta la parte privata ma anche i comuni dell’empolese valdelsa: è un po’ il luogo in cui le politiche pubbliche cercano di incontrare le esigenze delle imprese”.
Pmi, un nuovo Patto sociale dell’economia toscana
Le piccole e medie imprese sono state al centro della Conferenza regionale del Pd “Lavoro autonomo, micro e piccola impresa”, che si è svolta a Empoli venerdì 18 novembre, e a cui ha preso parte anche il responsabile nazionale Economia e Lavoro del Partito Democratico Stefano Fassina.
Oltre cento i presenti e quasi trenta gli interventi dei tanti imprenditori, commercianti e rappresentanti di categorie che hanno portato al confronto di tutti problematiche e proposte da mettere sul piatto per sostenere le pmi, la vera ossatura del nostro sistema produttivo.
Oltre a Fassina, hanno preso parte all’iniziativa il segretario e il responsabile Economia regionale del Pd Andrea Manciulli e Ivan Ferrucci, il capogruppo in consiglio regionale Vittorio Bugli, l’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, il senatore Achille Passoni, la segretaria empolese del Pd Brenda Barnini e il sindaco Luciana Cappelli, che ha fatto i saluti iniziali.
“Con questa conferenza sul lavoro autonomo, micro e piccola impresa continuiamo il nostro percorso nel mondo economico toscano – ha detto Ivan Ferrucci introducendo l’iniziativa – e lo facciamo con la consapevolezza che di Pmi è fatto il 98% del nostro tessuto produttivo. La forza della nostra economia è nei distretti, nelle eccellenze e nelle esperienze, che hanno fatto crescere il Paese. Il Pd vuole impegnarsi su questo sempre di più favorendo politiche in loro sostegno, ed è un nuovo patto sociale con tutte le forze economiche e produttive che sia punto di riferimento per uscire dalla crisi quello che proponiamo a tutto il sistema-toscana”.
“L’impresa toscana deve crescere per superare la crisi e affrontare la concorrenza globale. È con questo obiettivo – ha iniziato il suo intervento Andrea Manciulli – che sono stati pensati gli ultimi tre Piani Regionali di Sviluppo, perché occorre favorire l’investimento e chi ha investito in passato, per aiutare chi è in mezzo al guado a superare la fase critica e risalire la china. Ci confrontiamo con chi produce e investe perché vogliamo interpretare al meglio questa nuova fase di concretezza e di rilancio del paese di cui c’è bisogno”.
“Il Pd – ha detto Stefano Fassina – è impegnato per una svolta in questo paese, per una ricostruzione economica, morale e sociale. Il lavoro autonomo, la piccola e la micro impresa sono il cuore di questa ricostruzione e quindi il nostro impegno è per approvare rapidamente una riforma del fisco, della pubblica amministrazione, misure di sostegno al credito per i più piccoli. Sappiamo bene che la pmi e i lavoratori autonomi sono in grandissima sofferenza, e soltanto se loro ripartono l’Italia ce la farà”.
“L’impegno che la regione porta avanti nei confronti della piccola impresa – ha ricordato l’assessore Gianfranco Simoncini – sostanzialmente persegue tre obiettivi. Uno è quello di favorire processi di aggregazione perchè abbiamo consapevolezza che con la dimensione attuale che hanno le imprese toscane, se non trovano sinergie rischiano di essere spazzate via nella competizione globale. Inoltre stiamo lavorando molto per valorizzare lo strumento delle reti d’imprese e stiamo cercando di mettere a disposizione delle aziende un sistema di trasferimento tecnologico che permetta loro di fare un salto di qualità. E, da ultimo, forte è l’impegno sul fronte del credito. Come Regione Toscana abbiamo il fondo rotativo che va avanti e stiamo lavorando per garantire l’accesso ai fondi di liquidità e investimenti: dall’inizio del prossimo anno il fondo rotativo verrà finanziato con altri 60 milioni di euro. Crediti, quindi, a tassi vicini allo zero, per imprese che fanno investimenti per aiutare il rilancio”.
“In Toscana abbiamo un impianto di norme su innovazione, competitività, internazionalizzazione e sostegno nei momenti difficoltà alle imprese che è stato realizzato proprio per favorirle: sappiamo infatti che il rilancio dell’economia o passa dal sistema delle piccole-medie imprese o non c’è” ha detto Vittorio Bugli. “Abbiamo messo in campo normative – ha continuato – per sveltire tutti gli investimenti e anche sbloccare le opere ferme, cerchiamo di rimettere in moto le infrastrutture con project financing, si tratta di fare quelle cose che servono con decisione perché non possiamo rimanere fermi e l’impegno del Pd e in regione in questo senso è massimo”.
“Questo territorio – ha detto il segretario del Pd dell’empolese-valdelsa Brenda Barnini – ha da dire molto, sia in termini di storia , tradizione, ma anche in termini di sviluppo industriale. L’empolese valdelsa è da sempre uno dei luoghi a maggior densità di piccole e medie imprese e negli ultimi anni penso abbiano saputo fare un salto di qualità dal punto di vista dell’innovazione. E abbiamo deciso di ospitare la conferenza dentro la sede dell’Agenzia per lo sviluppo perché è uno strumento particolare del nostro territorio che tiene insieme tutte le categorie, tutta la parte privata ma anche i comuni dell’empolese valdelsa: è un po’ il luogo in cui le politiche pubbliche cercano di incontrare le esigenze delle imprese”.
