Scritte ingiuriose alla sede del Pd di Empoli. «Gesti intollerabili da condannare senza esitazioni»
2 giugno 2014 – Ieri notte la sede del Partito democratico di Empoli è stata pesantemente imbrattata con scritte ingiuriose: «Quelle scritte scellerate e vili insultano profondamente il nostro partito e i nostri iscritti. Tale episodio rappresenta l’ennesimo, intollerabile ed arrogante gesto di oltraggio, ingiuria e imbarbarimento della lotta politica. Ancora una volta attraverso un uso spregiudicato e oltraggioso di parole e comportamenti indegni di un Paese civile si colpiscono le istituzioni. La politica non può e non deve mai prescindere dal rispetto della libertà di espressione, ma quando si assaltano le sedi di un partito non ci può che essere preoccupazione, ma non si possono tollerare questi tipi di comportamenti e questi assalti violenti» così Enrico Sostegni, segretario Pd Empolese Valdelsa, e Jacopo Mazzantini, segretario Pd Empoli, commentano l’episodio.
«Atto vile. Come hanno dimostrato le ultime elezioni, Renzi e il Pd sono la maggior speranza dell’Italia. Proseguiamo il nostro lavoro con il massimo impegno. Non ci lasciamo intimidire» è il commento di Dario Parrini, segretario regionale Pd Toscana.
Ferma condanna anche da parte di Vittorio Bugli, assessore regionale alla presidenza.
Il Pd dei record. Il 56,35% dei voti in Toscana alle europee e la riconquista di Prato



E nella stessa giornata per il voto nei 204 comuni chiamati a rieleggere il sindaco, il centrosinistra ha vinto nella stragrande maggioranza con l’importante risultato della riconquista del comune di Prato con Matteo Biffoni.
Rimanendo in attesa del voto di ballottaggio degli 8 comuni andati al secondo turno, se riusciremo a prevalere in tutti e 8 avremo un quadro definitivo che vedrà la totalità dei comuni capoluogo e la totalità dei comuni sopra i 15mila abitanti amministrati dal centrosinistra. Un risultato storico.
TUTTI I RISULTATI: EUROPEE – AMMINISTRATIVE
- Circ. ITALIA CENTRALE 2.652.510 voti 46,58%
- Regione TOSCANA 1.069.179 voti 56,35%
- Provincia di MASSA-CARRARA 43.052 voti 47,29%
- Provincia di LUCCA 90.011 voti 48,98%
- Provincia di PISTOIA 81.796 voti 55,90%
- Provincia di PRATO 70.061 voti 57,43%
- Provincia di FIRENZE 324.962 voti 61,83%
- Provincia di AREZZO 101.676 voti 57,31%
- Provincia di SIENA 87.667 voti 61,04%
- Provincia di GROSSETO 55.436 voti 50,16%
- Provincia di PISA 117.036 voti 54,56%
- Provincia di LIVORNO 97.482 voti 53,38%
Il Pd dei record. Il 56,35% dei voti in Toscana alle europee e la riconquista di Prato



E nella stessa giornata per il voto nei 204 comuni chiamati a rieleggere il sindaco, il centrosinistra ha vinto nella stragrande maggioranza con l’importante risultato della riconquista del comune di Prato con Matteo Biffoni.
Rimanendo in attesa del voto di ballottaggio degli 8 comuni andati al secondo turno, se riusciremo a prevalere in tutti e 8 avremo un quadro definitivo che vedrà la totalità dei comuni capoluogo e la totalità dei comuni sopra i 15mila abitanti amministrati dal centrosinistra. Un risultato storico.
TUTTI I RISULTATI: EUROPEE – AMMINISTRATIVE
- Circ. ITALIA CENTRALE 2.652.510 voti 46,58%
- Regione TOSCANA 1.069.179 voti 56,35%
- Provincia di MASSA-CARRARA 43.052 voti 47,29%
- Provincia di LUCCA 90.011 voti 48,98%
- Provincia di PISTOIA 81.796 voti 55,90%
- Provincia di PRATO 70.061 voti 57,43%
- Provincia di FIRENZE 324.962 voti 61,83%
- Provincia di AREZZO 101.676 voti 57,31%
- Provincia di SIENA 87.667 voti 61,04%
- Provincia di GROSSETO 55.436 voti 50,16%
- Provincia di PISA 117.036 voti 54,56%
- Provincia di LIVORNO 97.482 voti 53,38%
“Prima le riforme e gli aeroporti. Poi si decide il futuro di Rossi”. Intervista al segretario regionale Parrini sulla Nazione del 28 maggio


DARIO PARRINI, cosa si prova ad essere il segretario di un partito che ha battuto tutti i record?
«Eravamo già il Pd più forte nel 2008 e nel 2013, alla pari dell’Emilia. Stavolta il primato è più eclatante e, soprattutto, solitario. Aver conquistato il 56% dei voti in una regione significa aver fatto qualcosa che nessuna forza di centrosinistra era mai riuscita a fare. Sono numeri che aveva la Dc nel Veneto, forse».
Alle amministrative non c’è stato il trionfo delle Europee…
«Le elezioni comunali sono andate benissimo, ci saranno i ballottaggi solo in 8 Comuni su 204. Abbiamo riconquistato Prato, Pescia, Montale. E possiamo vincere in tutti i Comuni al secondo turno, da Certaldo a Follonica, da Montecatini a San Giovanni».
Perché non ha citato Livorno? La batosta storica brucia?
«L’esistenza di liste civiche dell’area di centrosinistra ha generato una frammentazione e ha impedito al Pd di replicare il risultato delle Europee. Interpreto questo voto come una richiesta forte degli elettori di cambiamento e di accelerazione delle riforme. Cosa che Marco Ruggeri è in grado di garantire alla città. Lo dimostrerà in queste due settimane e facendo poi il sindaco».
Non le può sfuggire il fatto che i candidati al ballottaggio sono quasi tutti ‘non renziani’. Renzi ha vinto anche dove avete perso, come a Fiesole…
«E’ innegabile l’effetto Renzi in questo voto, che si è poi trasmesso al partito e in particolare ai candidati che l’hanno sostenuto. Penso a Dario Nardella, a Matteo Biffoni, a Sara Biagiotti, a Brenda Barnini. Ma non si può ragionare in termini di renziani o non renziani. I candidati a sindaco, anche nei Comuni che vanno al ballottaggio e a Fiesole, hanno conquistato la candidatura nelle primarie con competizioni aperte. E chi vince le primarie è il candidato migliore possibile, quello che unisce tutti».
Il Pd toscano è la «falange» del premier. Che conseguenze ci saranno per la candidatura a presidente della Regione?
«Apriremo la discussione sui nomi per la Regione soltanto dopo aver portato a casa cose importanti come la riforma elettorale, la legge urbanistica, il confronto sulle riforme istituzionali e sui servizi pubblici locali, dall’acqua al gas, ai rifiuti. Intanto condivido pienamente la strategia del governatore Rossi sul dossier degli aeroporti toscani. Il voto di domenica consegna al Pd una larghissima maggioranza e ci impone di essere mooperativi sul piano delle riforme. Il dibattito sui nomi è prematuro».
Pensa che le primarie siano un passaggio ineludibile, come ha richiesto lo stesso presidente Rossi, che vorrebbe farle?
«Vedremo al momento opportuno. Nella stragrande maggioranza dei Comuni con il sindaco al primo mandato, la segreteria comunale ha ricandidato l’uscente senza bisogno di primarie. L’assemblea regionale del Pd potrebbe anche chiedere a Enrico Rossi di accettare la riconferma senza passare dalle primarie».
Ma con un Pd al 56% perché gli altri partiti dovrebbero cambiare la legge elettorale? Per consegnarvi tutto il consiglio regionale?
«A tutte le forze politiche presenteremo una proposta equilibrata che tenga conto delle esigenze dei partiti. Nessuno si assumerà la responsabilità di mantenere l’attuale sistema elettorale. Sono convinto che i pilastri della riforma, le preferenze in circoscrizioni piccole, il premio di maggioranza legato alla soglia attorno al 40%, la riduzione a 40 consiglieri, le soglie di sbarramento sia per i partiti non coalizzati che per le coalizioni, registreranno un ampio consenso. Presenteremo la proposta di riforma della legge elettorale subito dopo i ballottaggi».
“Prima le riforme e gli aeroporti. Poi si decide il futuro di Rossi”. Intervista al segretario regionale Parrini sulla Nazione del 28 maggio


DARIO PARRINI, cosa si prova ad essere il segretario di un partito che ha battuto tutti i record?
«Eravamo già il Pd più forte nel 2008 e nel 2013, alla pari dell’Emilia. Stavolta il primato è più eclatante e, soprattutto, solitario. Aver conquistato il 56% dei voti in una regione significa aver fatto qualcosa che nessuna forza di centrosinistra era mai riuscita a fare. Sono numeri che aveva la Dc nel Veneto, forse».
Alle amministrative non c’è stato il trionfo delle Europee…
«Le elezioni comunali sono andate benissimo, ci saranno i ballottaggi solo in 8 Comuni su 204. Abbiamo riconquistato Prato, Pescia, Montale. E possiamo vincere in tutti i Comuni al secondo turno, da Certaldo a Follonica, da Montecatini a San Giovanni».
Perché non ha citato Livorno? La batosta storica brucia?
«L’esistenza di liste civiche dell’area di centrosinistra ha generato una frammentazione e ha impedito al Pd di replicare il risultato delle Europee. Interpreto questo voto come una richiesta forte degli elettori di cambiamento e di accelerazione delle riforme. Cosa che Marco Ruggeri è in grado di garantire alla città. Lo dimostrerà in queste due settimane e facendo poi il sindaco».
Non le può sfuggire il fatto che i candidati al ballottaggio sono quasi tutti ‘non renziani’. Renzi ha vinto anche dove avete perso, come a Fiesole…
«E’ innegabile l’effetto Renzi in questo voto, che si è poi trasmesso al partito e in particolare ai candidati che l’hanno sostenuto. Penso a Dario Nardella, a Matteo Biffoni, a Sara Biagiotti, a Brenda Barnini. Ma non si può ragionare in termini di renziani o non renziani. I candidati a sindaco, anche nei Comuni che vanno al ballottaggio e a Fiesole, hanno conquistato la candidatura nelle primarie con competizioni aperte. E chi vince le primarie è il candidato migliore possibile, quello che unisce tutti».
Il Pd toscano è la «falange» del premier. Che conseguenze ci saranno per la candidatura a presidente della Regione?
«Apriremo la discussione sui nomi per la Regione soltanto dopo aver portato a casa cose importanti come la riforma elettorale, la legge urbanistica, il confronto sulle riforme istituzionali e sui servizi pubblici locali, dall’acqua al gas, ai rifiuti. Intanto condivido pienamente la strategia del governatore Rossi sul dossier degli aeroporti toscani. Il voto di domenica consegna al Pd una larghissima maggioranza e ci impone di essere mooperativi sul piano delle riforme. Il dibattito sui nomi è prematuro».
Pensa che le primarie siano un passaggio ineludibile, come ha richiesto lo stesso presidente Rossi, che vorrebbe farle?
«Vedremo al momento opportuno. Nella stragrande maggioranza dei Comuni con il sindaco al primo mandato, la segreteria comunale ha ricandidato l’uscente senza bisogno di primarie. L’assemblea regionale del Pd potrebbe anche chiedere a Enrico Rossi di accettare la riconferma senza passare dalle primarie».
Ma con un Pd al 56% perché gli altri partiti dovrebbero cambiare la legge elettorale? Per consegnarvi tutto il consiglio regionale?
«A tutte le forze politiche presenteremo una proposta equilibrata che tenga conto delle esigenze dei partiti. Nessuno si assumerà la responsabilità di mantenere l’attuale sistema elettorale. Sono convinto che i pilastri della riforma, le preferenze in circoscrizioni piccole, il premio di maggioranza legato alla soglia attorno al 40%, la riduzione a 40 consiglieri, le soglie di sbarramento sia per i partiti non coalizzati che per le coalizioni, registreranno un ampio consenso. Presenteremo la proposta di riforma della legge elettorale subito dopo i ballottaggi».
Dario Parrini: “Il voto al Pd per dare sostegno alle prospettive dell’Italia. Venerdì tutti a Firenze con Matteo Renzi”



La Toscana ha bisogno di una classe di amministratori come quella democratica: appassionata, giovane, competente ed esperta.
Donne e uomini che conoscono il territorio e sono continuamente in contatto coi cittadini.
Da questo voto deve arrivare una spinta in favore delle riforme a livello nazionale.
Per questo è essenziale dare più forza al Governo di Matteo Renzi: l’importante lavoro iniziato in queste settimane deve andare avanti.
In questi giorni che ci separano dal voto occorre quindi ch


Mai come questa volta è necessario un Pd più forte per un’Italia più forte e più giusta.
Venerdì in Piazza della Signoria a Firenze ci sarà la chiusura della campagna elettorale nazionale del Pd, alla presenza di Matteo Renzi.
Ascoltare il nostro segretario e Presidente del consiglio sarà un’occasione preziosa per tutti.
Invito tutti a venire. Dobbiamo essere tanti.
Ci vediamo in Piazza della Signoria!”
Dario Parrini
Segretario regionale Pd Toscana
Dario Parrini: “Il voto al Pd per dare sostegno alle prospettive dell’Italia. Venerdì tutti a Firenze con Matteo Renzi”



La Toscana ha bisogno di una classe di amministratori come quella democratica: appassionata, giovane, competente ed esperta.
Donne e uomini che conoscono il territorio e sono continuamente in contatto coi cittadini.
Da questo voto deve arrivare una spinta in favore delle riforme a livello nazionale.
Per questo è essenziale dare più forza al Governo di Matteo Renzi: l’importante lavoro iniziato in queste settimane deve andare avanti.
In questi giorni che ci separano dal voto occorre quindi ch


Mai come questa volta è necessario un Pd più forte per un’Italia più forte e più giusta.
Venerdì in Piazza della Signoria a Firenze ci sarà la chiusura della campagna elettorale nazionale del Pd, alla presenza di Matteo Renzi.
Ascoltare il nostro segretario e Presidente del consiglio sarà un’occasione preziosa per tutti.
Invito tutti a venire. Dobbiamo essere tanti.
Ci vediamo in Piazza della Signoria!”
Dario Parrini
Segretario regionale Pd Toscana
Intervista al segretario Dario Parrini sul Corriere Fiorentino del 17 maggio, sul sistema aeroportuale toscano



«Ogni civile protesta è legittima. E quando si fanno scelte nette le critiche sono fisiologiche. Ma non cambio idea. Tra Pisa e Firenze è possibile e necessaria una stagione di integrazione e complementarietà».
Dario Parrini, deputato e segretario toscano Pd. A sentire i vostri dirigenti e eletti nelle istituzioni oggi in manifestazione, il Pd di Pisa vede solo rischi nella vendita della azioni Sat da parte della Regione e nella pista da 2.400 metri a Peretola.
«I rischi veri per Pisa ci sono se si isola, non se fa sinergia. Chi racconta che l’ampliamento e la messa in sicurezza dell’aeroporto di Firenze portano a fare un doppione di Pisa dice una cosa non vera. Chi dice che si punta a fare dello scalo di Firenze un soggetto concorrente e un potenziale fagocitatore di Pisa dice una cosa non vera: è allarmismo poco utile. I due aeroporti possono crescere entrambi. Se la smettiamo di guardarci l’ombelico e guardiamo al mondo, capiremo che in entrambe le strutture possono aumentare passeggeri, posti di lavoro e investimenti. Con le polemiche non si costruisce niente. Giuste le scelte del presidente Rossi».
Lei accusa di fatto i dirigenti del suo partito di dire cose false.
«No, dico che non è vero per me. In questo dibattito se manca la tolleranza manca tutto. L’idea che si vogliano fare doppioni e che Firenze faccia concorrenza è sbagliata. Sappiamo che nessuno immagina per Firenze un ruolo diverso da city airport e nessuno mette in discussione il ruolo di Pisa come aeroporto internazionale a forte presenza di low cost. Faccio un appello al sindaco di Pisa: si impieghino tutte le energie di cui disponiamo non per coltivare le divisioni ma per costruire insieme un serio e dinamico piano di integrazione tra i due aeroporti. Non si deve perdere l’opportunità di fare del sistema aeroportuale toscano un polo in grado di stare nella “serie A” delle aviostazioni italiane e di ricevere adeguati finanziamenti pubblici. Da questo punto di vista la volontà di un operatore industriale di rilievo internazionale di scommettere sulla Toscana è una preziosa occasione non un pericolo. Oppure l’attrazione degli investimenti dall’estero è importante solo nei convegni? Bando ai localismi».
L’accusa che arriva da Pisa è esattamente l’opposto: è Firenze (e ora la Regione) che pensa solo al capoluogo toscano.
«Pensiamo all’interesse della Toscana con una visione europea e non provinciale delle grandi questioni infrastrutturali. Dico ancora a Filippeschi: gioca la carta della collaborazione invece che quella della contrapposizione, aiutaci a non dare argomenti ai sostenitori di una “Toscanina autarchica” che sono da sempre i veri avversari del Pd toscano. Il Pd è per tutt’altro: per una grande Toscana, dinamica, moderna, innovativa, equa, che affrontale sfide. E consapevole che la sfida degli aeroporti non è spostare passeggeri da una nostra città all’altra bensì attrarne tutti insieme molti di più nella nostra Regione.
Un tempo, quando una federazione di qualunque partito smentiva così platealmente scelte dei partito regionale finiva commissariata: finirà così?
«Noi ci chiamiamo partito democratico, siamo certi che discutendo troveremo una soluzione. I commissariamenti li fa il M5S».
Siete sicuri che la scelta di Rossi verrà confermata dal Consiglio regionale?
«Il presidente ha sempre fatto proposte che hanno avuto il consenso del consiglio regionale e anche questa volta le avrà».
Intervista al segretario Dario Parrini sul Corriere Fiorentino del 17 maggio, sul sistema aeroportuale toscano



«Ogni civile protesta è legittima. E quando si fanno scelte nette le critiche sono fisiologiche. Ma non cambio idea. Tra Pisa e Firenze è possibile e necessaria una stagione di integrazione e complementarietà».
Dario Parrini, deputato e segretario toscano Pd. A sentire i vostri dirigenti e eletti nelle istituzioni oggi in manifestazione, il Pd di Pisa vede solo rischi nella vendita della azioni Sat da parte della Regione e nella pista da 2.400 metri a Peretola.
«I rischi veri per Pisa ci sono se si isola, non se fa sinergia. Chi racconta che l’ampliamento e la messa in sicurezza dell’aeroporto di Firenze portano a fare un doppione di Pisa dice una cosa non vera. Chi dice che si punta a fare dello scalo di Firenze un soggetto concorrente e un potenziale fagocitatore di Pisa dice una cosa non vera: è allarmismo poco utile. I due aeroporti possono crescere entrambi. Se la smettiamo di guardarci l’ombelico e guardiamo al mondo, capiremo che in entrambe le strutture possono aumentare passeggeri, posti di lavoro e investimenti. Con le polemiche non si costruisce niente. Giuste le scelte del presidente Rossi».
Lei accusa di fatto i dirigenti del suo partito di dire cose false.
«No, dico che non è vero per me. In questo dibattito se manca la tolleranza manca tutto. L’idea che si vogliano fare doppioni e che Firenze faccia concorrenza è sbagliata. Sappiamo che nessuno immagina per Firenze un ruolo diverso da city airport e nessuno mette in discussione il ruolo di Pisa come aeroporto internazionale a forte presenza di low cost. Faccio un appello al sindaco di Pisa: si impieghino tutte le energie di cui disponiamo non per coltivare le divisioni ma per costruire insieme un serio e dinamico piano di integrazione tra i due aeroporti. Non si deve perdere l’opportunità di fare del sistema aeroportuale toscano un polo in grado di stare nella “serie A” delle aviostazioni italiane e di ricevere adeguati finanziamenti pubblici. Da questo punto di vista la volontà di un operatore industriale di rilievo internazionale di scommettere sulla Toscana è una preziosa occasione non un pericolo. Oppure l’attrazione degli investimenti dall’estero è importante solo nei convegni? Bando ai localismi».
L’accusa che arriva da Pisa è esattamente l’opposto: è Firenze (e ora la Regione) che pensa solo al capoluogo toscano.
«Pensiamo all’interesse della Toscana con una visione europea e non provinciale delle grandi questioni infrastrutturali. Dico ancora a Filippeschi: gioca la carta della collaborazione invece che quella della contrapposizione, aiutaci a non dare argomenti ai sostenitori di una “Toscanina autarchica” che sono da sempre i veri avversari del Pd toscano. Il Pd è per tutt’altro: per una grande Toscana, dinamica, moderna, innovativa, equa, che affrontale sfide. E consapevole che la sfida degli aeroporti non è spostare passeggeri da una nostra città all’altra bensì attrarne tutti insieme molti di più nella nostra Regione.
Un tempo, quando una federazione di qualunque partito smentiva così platealmente scelte dei partito regionale finiva commissariata: finirà così?
«Noi ci chiamiamo partito democratico, siamo certi che discutendo troveremo una soluzione. I commissariamenti li fa il M5S».
Siete sicuri che la scelta di Rossi verrà confermata dal Consiglio regionale?
«Il presidente ha sempre fatto proposte che hanno avuto il consenso del consiglio regionale e anche questa volta le avrà».
“Aeroporti, basta con le dispute di campanile” – Intervista a Dario Parrini su Repubblica Firenze del 9 maggio 2014


Cari pisani, basta con la difesa del proprio orto: «Non è un derby Firenze-Pisa», quella sullo sviluppo aeroportuale. E’ piuttosto una partita fondamentale per la nostra regione: «E la Toscana non può essere teatro di una anacronistica disputa di campanile ». Battaglia degli scali, ultimo atto. Il Pd toscano richiama ufficialmente il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. E lo fa con un affondo firmato dal segretario Dario Parrini, deputato e renziano
della prima ora.
Appena lunedì scorso aveva promosso un «vertice di partito » con il governatore toscano Enrico Rossi e lo stesso Filippeschi nel tentativo di trovare un’intesa. Poi però il sindaco della torre pendente si è messo di traverso alla stessa Opa lanciata da Corporation America attaccando anche la Regione: «L’integrazione si fa rispettando con coerenza i contenuti, che prevedono una nuova pista di 2.000 metri e non di 2.400», sono state le parole di Filippeschi. Della serie, il governatore non mantiene i patti. E Parrini parte in quarta: «A tutti i dirigenti del Pd impegnati in questa discussione mi sento di chiedere senso di responsabilità e pensiero lungo». Una ‘lezione’ che la dice lunga sullo stato dei rapporti e sull’esiguità degli spazi di mediazione: da asse portante del potere interno, Pisa la dalemiana è oggi costretta all’angolo.
Segretario Parrini, il Pd toscano si schiera contro Pisa?
«Ci schieriamo con l’interesse della Toscana e quindi con il presidente Enrico Rossi. Sugli aeroporti non si gioca un derby Firenze-Pisa. Si gioca una partita fondamentale per lo sviluppo economico della nostra regione. Il problema non è se vince Pisa o Firenze. Ma se vince la Toscana. E la Toscana vince se nasce un sistema aeroportuale solido, con due scali non in competizione e capaci di operare uniti sulla scena nazionale».
Diversamente da Firenze, a Pisa lo scalo è governato da una maggioranza pubblica. Riconoscerà che è più difficile ribaltare la governance.
«La serietà e la validità del progetto contano più degli assetti proprietari delle società. L’interesse della Toscana è soddisfatto se la mèta verso la quale tendiamo è avere due scali attivi in settori di mercato diversi e complementari, entrambi in grado di generare nei prossimi anni un sensibile aumento dei posti dei lavoro e del numero di passeggeri trasportati. Inoltre è apprezzabile che la Regione intenda collegare la cessione delle quote all’ottenimento di garanzie, occupazionali e non solo, sulle modalità del percorso d’integrazione».
Il sindaco di Pisa e il capo della commissione infrastrutture in Regione Mattei, pratese e anche lui Pd, dicono che così a Firenze si farebbe un doppione.
«Nessuno vuole doppioni: i due aeroporti debbono svolgere funzioni diverse e crescere entrambi»
Quali garanzie offrite a Pisa?
«Né la Regione né il Pd che è forza maggioritaria in Consiglio regionale vogliono un sistema aeroportuale toscano che danneggi il Galilei, che anzi va valorizzato».
Pisa teme però che con una pista da 2.400 metri Firenze finisca per dominare. In fondo, più che i piani industriali è il mercato a decidere.
«Questo rischio non esiste se i due scali fanno parte di un’unica società e si rafforzano secondo un piano di sviluppo unitario. La delibera della Regione è di grande buonsenso perché guarda avanti e sta ai fatti. Invece in giro vedo troppe reazioni pregiudiziali. I processi alle intenzioni non ci portano da nessuna parte. In un mondo che corre e cambia sempre più velocemente, la Toscana non può essere teatro di un’anacronistica disputa di campanile. A tutti i dirigenti del Pd impegnati in questa discussione mi sento di chiedere in primo luogo senso di responsabilità e pensiero lungo. Bisogna allargare lo sguardo ed evitare di appiattirsi sui localismi. È realmente a portata di mano la possibilità di compiere tutti insieme un passo avanti: non farlo sarebbe imperdonabile».
Ma il Pd dov’è stato fino ad oggi?
«L’importante è dove il Pd starà da oggi in poi ed è chiaro che siamo in favore di tutto ciò che fa progredire la Toscana. Nella consapevolezza che non si parte da zero bensì da un atto importante come la variante al Pit adottata nel luglio scorso».
E come pensa di convincere Filippeschi?
«Marco è una persona che stimo molto, sono convinto che comprenderà le buone ragioni della posizione della giunta regionale»
