16 Dicembre 2011

GD Toscana, ora nuova legge cittadinanza,
consulte stranieri e partecipazione a referendum consultivi

I Giovani Democratici della Toscana aderiscono alla manifestazione di sabato 17 dicembre promossa dalla comunità senegalese dopo i terribili fatti avvenuti martedì scorso a Firenze.

“Partecipiamo convintamente – dice il segretario regionale Andrea Giorgio – per manifestare solidarietà verso la comunità e le famiglie delle vittime. E lo faremo con una precisa piattaforma politica che parte dalle parole di Pape Diaw dette ieri: per anni in Italia la destra ed i suoi rappresentanti istituzionali hanno avvelenato il clima ed esasperato i toni portando sempre più all’intolleranza. Oggi in questa situazione di crisi economica rischiamo che le tensioni si acuiscano ancora di più col rischio di una guerra tra poveri. Dobbiamo ripartire da quello che è successo con tre proposte concrete: subito una nuova legge sulla cittadinanza, per dare diritti a chi oggi ha solo doveri; istituire in tutte le città consulte degli stranieri, per incentivare la partecipazione delle varie comunità alla vita cittadina e coinvolgerle nelle scelte che riguardano anche loro; e, terzo – elenca Giorgio – , consentire anche agli immigrati la partecipazione ai referendum consultivi a livello comunale e provinciale, sempre nella stessa ottica di inclusione alla vita sociale.

Sarà questo il nostro impegno per ricordare i ragazzi uccisi, per provare ad andare oltre la retorica delle parole e praticare antirazzismo e inclusione. Da gennaio i Giovani Democratici si faranno promotori della presentazione nei consigli comunali e provinciali della Toscana della proposta di istituzione di questi organismi e di modifica ai regolamenti per i referendum consultivi. E in questo stesso spirito ci impegneremo ancora di più nella raccolta firme per le proposte di legge della campagna “Italia sono anch’io”.

Tutto questo – conclude il segretario regionale dell’organizzazione giovanile del Pd – senza dimenticare un’attenzione forte al sociale, per evitare la marginalità, ed al mondo della formazione e delle scuole dove diffondere i valori di rispetto e tolleranza. La politica abbia una funzione pedagogica e recuperi gli errori degli ultimi anni”.

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Strage Firenze, il Pd metropolitano
in piazza con la comunità senegalese

“Abbiamo liberato Firenze dal fascismo e dall’odio razziale nel 1944, molti di noi non erano nemmeno nati. Abbiamo reso Frenze una città aperta, luogo di incontro e di scambio tra culture, religioni, storie diverse: quello che è successo martedì scorso è inaccettabile, non può essere tollerato né deve essere dimenticato, perchè non fa parte del DNA dei fiorentini.”

Con queste parole Patrizio Mecacci, segretario metropolitano del Partito Democratico fiorentino, annuncia l’adesione del partito alla manifestazione indetta dalla comunità senegalese toscana per sabato prossimo, 17 dicembre. “In segno di solidarietà verso la comunità senegalese e verso tutta la cittadinanza fiorentina, entrambe oltraggiate dalla violenza di piazza Dalmazia e del mercato di San Lorenzo, sabato saremo in piazza. Mi auguro che saranno tante le persone a sfilare con noi, per gridare ancora una volta fuori il razzismo dal nostro Paese.”

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Strage Firenze, il Pd metropolitano
in piazza con la comunità senegalese

“Abbiamo liberato Firenze dal fascismo e dall’odio razziale nel 1944, molti di noi non erano nemmeno nati. Abbiamo reso Frenze una città aperta, luogo di incontro e di scambio tra culture, religioni, storie diverse: quello che è successo martedì scorso è inaccettabile, non può essere tollerato né deve essere dimenticato, perchè non fa parte del DNA dei fiorentini.”

Con queste parole Patrizio Mecacci, segretario metropolitano del Partito Democratico fiorentino, annuncia l’adesione del partito alla manifestazione indetta dalla comunità senegalese toscana per sabato prossimo, 17 dicembre. “In segno di solidarietà verso la comunità senegalese e verso tutta la cittadinanza fiorentina, entrambe oltraggiate dalla violenza di piazza Dalmazia e del mercato di San Lorenzo, sabato saremo in piazza. Mi auguro che saranno tante le persone a sfilare con noi, per gridare ancora una volta fuori il razzismo dal nostro Paese.”

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15 Dicembre 2011

Una scuola di formazione sulla legalità: costituito il comitato organizzatore

Nella riunione del Forum Legalità e Sicurezza del PD che si è svolta ieri mercoledì 14 dicembre, nella sede regionale del partito a Firenze, è stata decisa la costituzione del comitato organizzatore per la scuola di formazione sulla legalità per amministratori e quadri del Partito Democratico che si svolgerà nel corso del 2012.
Il comitato è composto da:

Federico Gelli, responsabile Forum Legalità e Sicurezza del Pd
Giulia Biagetti, GD Cecina
Fernando Mellea, assessore legalità Comune di Cascina
Giulia Ercolini, responsabile regionale legalità GD
Marco Seniga, ex comandante Polizia Municipale di Firenze
Franco Pessutti, dirigente PD Pistoia
Giorgio Banditelli, GD Firenze
Maurizio Pascucci, Arci
Marco Capaccioli, assessore alla cultura Comune di Lastra a Signa
Adalgisa Mazza, esecutivo PD Toscana
Domenico Billotta, Fondazione Caponnetto
Maria Elena Boschi, avvocato, PD Firenze
Cosetta Bindi, PD Pisa

L’obiettivo della scuola di formazione, che si svolgerà in cinque appuntamenti tra febbraio e maggio 2012, è quello di divulgare lo stato di legalità e promuovere la cultura della legalità per gli amministratori che si richiamano agli ideali della sinistra democratica.
Il percorso formativo proposto ha principalmente l’obiettivo di dotare i nostri amministratori di tutti gli strumenti conoscitivi e operativi per mettere in atto delle prassi di buona amministrazione in grado di opporsi alla criminalità organizzata, alla illegalità diffusa e favorire una convivenza civile solidale.

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Valdelsa, una nuova spinta allo sviluppo grazie a nanotecnologia e domotica

Si è svolta lunedì 12 dicembre a Castelfiorentino una riunione congiunta delle assemblee comunali del Partito Democratico dei cinque Comuni della Valdelsa, Gambassi Terme, Montaione, Certaldo, Castelfiorentino e Montespertoli, con all’ordine del giorno una riflessione sullo sviluppo del territorio.
Dopo l’introduzione di Brenda Barnini, segretario territoriale, si sono susseguiti interventi di amministratori e componenti dei gruppi dirigenti dei cinque comuni coinvolti, che hanno focalizzato l’attenzione su innovazione, infrastrutture e governo del territorio.

Rafforzare la rete di imprese, con progetti che mettano in relazione il tessuto economico della Valdelsa con nanotecnologie e domotica, dare una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile all’indotto di imprese cresciuto in questi anni attorno al settore dell’edilizia, completare le infrastrutture viarie e su ferro, promuovere l’industria del turismo valorizzando il patrimonio naturale.
Questi alcuni degli argomenti emersi nel corso della serata, a fianco ad un impegno da realizzare nel breve periodo sulle aree produttive: un governo del territorio che riesca a superare i confini comunali e mettere a sistema attraverso la perequazione territoriale le aree produttive, consentendo un abbattimento dei costi e aumentandone la competitività.

La Valdelsa può contare su diversi volani di sviluppo dall’agricoltura, al turismo, ma non rinuncia alla sua vocazione produttiva-manifatturiera e per questo sceglie di mettere a fattor comune le aree produttive localizzate nei diversi territori e di programmarne insieme le necessità di urbanizzazione. Nell’ambito delle strategie comuni del governo del territorio e dell’innovazione istituzionale, che riguardano tutto il territorio degli undici comuni dell’Empolese Valdelsa, questo focus coglie l’obiettivo di farsi carico di una debolezza, testimoniata dall’andamento della crisi e del mercato del lavoro nei cinque comuni interessati, con la volontà di recuperare competitività e prepararsi a cogliere le trasformazioni della crisi epocale che sta investendo questo territorio al pari del resto del Paese.

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Camorra, Gelli: “La Toscana
non diventi terra di conquista”

“Lo avevamo detto e denunciato più volte ma purtroppo la nuova inchiesta sulla camorra che ha portato a sette arresti e 31 indagati, dimostra come la Toscana sia nel mirino delle mafie che minacciano e aggrediscono il nostro tessuto sociale e produttivo”.

E’ questo il commento di Federico Gelli, responsabile Legalità e Sicurezza del PD Toscana, in merito all’operazione di Polizia di Stato e della Guardia di Finanzia, coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, che martedì 13 dicembre ha stroncato un gruppo criminale legato ai clan camorristici. Questo gruppo operava da diversi anni in particolare contro le imprese in difficoltà intimidendo tramite sistematiche aggressioni mafiose gli imprenditori con problemi economici fino a prendere il controllo delle loro aziende e sottraendo al fisco di milioni di euro che poi venivano investiti in Toscana e altre regioni.

“Non bisogna abbassare la guardia – aggiunge Gelli – ed è necessaria una forte mobilitazione da parte di tutti contro l’infiltrazione mafiosa. Vogliamo poi ringraziare le Forze dell’Ordine e la Magistratura per l’ottimo lavoro svolto e per gli importanti risultati ottenuti nelle ultime settimane contro il crimine organizzato, mentre alle istituzioni chiediamo di essere vigili soprattutto in una fase di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo, in particolare nella lotta all’evasione fiscale e il mantenimento della legalità”.

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12 Dicembre 2011

Pagliai: “Rafforzare il dibattito di idee
sulla riforma della Giustiza”

“Nell’ambito dell’ultima riunione del Forum Giustizia del PD Toscana sono stati affrontati, con la partecipazione, tra gli altri, dei presidenti degli ordini degli avvocati della Toscana, i temi della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, della riforma della professione forense, della riforma dei riti civili nonché la cruciale e drammatica questione dell’emergenza carceri. Tutti questi temi, come promesso in quella sede, ed a conferma che è su queste questioni che si gioca il futuro di una Giustizia efficiente, veramente giusta, a garanzia dei diritti dei cittadini, sono stati oggetto della relazione tenutasi lo scorso 29.11.2011 in Commissione Giustizia del Senato dal nuovo ministro della Giustizia Paola Severino.

Riassumendo quanto è stato dichiarato in quella sede il ministro ha, comprensibilmente, affermato che per quanto concerne le prospettive di riforma dei codici penale e di procedura penale, pur essendo obiettivi condivisibili e apprezzabili, essi risultino difficilmente attuabili, tenuto conto che i tempi necessari per attuare tali riforme mal si conciliano con quelli di durata della legislatura. L’oggettiva impraticabilità di riforme organiche non esclude l’esigenza di un intervento limitato a singoli aspetti, maggiormente funzionali all’attuazione del programma del Governo di risparmio e di contenimento della spesa per il rilancio dell’economia.

 

Venendo agli argomenti centrali toccati nella propria relazione il Ministro ha ribadito:

1) Risulta prioritario in primo luogo un intervento in materia carceraria. Al fine di affrontare la questione del sovraffollamento, più che il ricorso all’istituto dell’amnistia l’Esecutivo intende valutare il rafforzamento di altri strumenti deflativi. In tale contesto è stata ritenuta però non opportuna l’adozione di provvedimenti “svuota carceri” in ragione del carattere provvisorio e quindi dell’impatto temporalmente circoscritto di tale provvedimento sulla riduzione della popolazione carceraria.

Gli interventi in materia carceraria devono poi essere volti ad un generale rafforzamento dei diritti dei detenuti. Tali diritti risultano a ben vedere fortemente limitati in primo luogo dalla insufficienza e inadeguatezza delle strutture carcerarie. La realizzazione di nuove strutture detentive seppure avviabile richiede tempi lunghi per il completamento. Per fare fronte quindi alla situazione emergenziale attuale appare più opportuno l’implementazione di misure alternative alla detenzione, valutando in primo luogo l’ampliamento dell’ambito applicativo dell’istituto della detenzione domiciliare. Analogamente percorribile appare la via del rafforzamento dell’istituto della messa in prova il quale ha già dato, peraltro nell’ottica del reinserimento sociale, ottimi risultati nella giustizia minorili.

Al fine di alleviare la condizione dei ristretti ritiene necessario istituire una carta dei diritti e dei doveri, da tradursi anche in lingue diverse da quella italiana. Tale piccolo catalogo potrebbe alleviare la sensazione di smarrimento di coloro che entrano in carcere e che, anche per ragioni linguistiche, spesso non sanno cosa sia o meno consentito. Si potrebbe valutare poi prevedere analogo strumento anche per i familiari dei reclusi.

Particolare rilievo sia in termini deflattivi che dei risparmi di spesa potrebbe poi essere svolto dal cosiddetto braccialetto elettronico, il cui uso ad oggi risulta ancora limitato. L’assenso preventivo ad uso del braccialetto potrebbe rappresentare una misure alternativa alla detenzione particolarmente positiva, soprattutto se si considerano i positivi effetti registrati nei paesi in cui esso trova già applicazione.

2) Nella prospettiva del risparmio e dell’efficienza un ruolo centrale deve essere riconosciuto alla giustizia civile, assolutamente funzionale anche al rilancio economico del Paese. Nel riconoscere i positivi interventi posti in essere dal precedente esecutivo sul processo civile, è stato ritenuto necessario un ulteriore rafforzamento dell’efficienza del sistema, anche attraverso il completamento dell’informatizzazione.

3) Un importante fattore per il recupero dell’efficienza e del risparmio è rappresentato poi dalla ridefinizione delle circoscrizioni giudiziarie. Al di là di possibili divergenze sul numero e sulla localizzazione delle circoscrizioni, ritiene che sia esigenza unanimemente condivisibile quella di una riduzione delle stesse. Sul punto è stato ricordato che le premesse per una riforma sono state già dettate dal precedente Esecutivo e che quindi spetta al Governo in carica, nel massimo rispetto di criteri oggettivi, dare attuazione alla delega.

4) Sul tema delle liberalizzazioni è stato sottolineato come esso si inserisca in una chiara cornice normativa in primo luogo comunitaria. Gli interventi posti in essere fino a d oggi rispondevano fra l’altro all’esigenza di dare adeguata attuazione a criteri comunitari. Smentendo i timori palesati dal presidente Berselli è stato osservato come non sia prospettabile nessuna abolizione degli ordini professionali o degli esami di abilitazione. La liberalizzazione implica unicamente l’eliminazione degli ostacoli eccessivi all’accesso e all’esercizio delle professioni. Essa deve essere inoltre accompagnata da un incremento della qualità delle prestazioni professionali rese.

5) E’ stata, altresì, affrontata poi la questione della riforma della magistratura onoraria. Pur riconoscendo l’importante ruolo svolto da essa, risulta condivisibile l’esigenza di una riforma complessiva.

Tali prospettive di riforma ed intervento, per quanto limitate dalla prospettiva temporale che il nuovo Governo si è necessariamente posto – soprattutto a fronte di una troppo lunga stagione nella quale si è parlato solo di leggi ad personam -, hanno trovato il pieno apprezzamento e la disponibilità ad impegnarsi concretamente con proposte precise nel merito da parte della Capogruppo in commissione Giustizia del PD, nonché presidente del Forum PD Toscana, Silvia Della Monica.

In  tale direzione, ed anche nella prospettiva delle assemblee programmatiche future sui temi – fra i quali, immancabilmente, la Giustizia, che diverranno oggetto di discussione in vista della costruzione del programma del Partito Democratico per il Governo del Paese riteniamo opportuno che già sui temi indicati dal Ministro, sui quali avevamo già iniziato una discussione a livello regionale, prosegua e si rafforzi quel dibattito di idee e contributi avviato con la riunione del 14.11.2011.

 

Un caro saluto a tutti

Stefano Pagliai
coordinatore Forum regionale Giustizia

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Pagliai: “Rafforzare il dibattito di idee
sulla riforma della Giustiza”

“Nell’ambito dell’ultima riunione del Forum Giustizia del PD Toscana sono stati affrontati, con la partecipazione, tra gli altri, dei presidenti degli ordini degli avvocati della Toscana, i temi della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, della riforma della professione forense, della riforma dei riti civili nonché la cruciale e drammatica questione dell’emergenza carceri. Tutti questi temi, come promesso in quella sede, ed a conferma che è su queste questioni che si gioca il futuro di una Giustizia efficiente, veramente giusta, a garanzia dei diritti dei cittadini, sono stati oggetto della relazione tenutasi lo scorso 29.11.2011 in Commissione Giustizia del Senato dal nuovo ministro della Giustizia Paola Severino.

Riassumendo quanto è stato dichiarato in quella sede il ministro ha, comprensibilmente, affermato che per quanto concerne le prospettive di riforma dei codici penale e di procedura penale, pur essendo obiettivi condivisibili e apprezzabili, essi risultino difficilmente attuabili, tenuto conto che i tempi necessari per attuare tali riforme mal si conciliano con quelli di durata della legislatura. L’oggettiva impraticabilità di riforme organiche non esclude l’esigenza di un intervento limitato a singoli aspetti, maggiormente funzionali all’attuazione del programma del Governo di risparmio e di contenimento della spesa per il rilancio dell’economia.

 

Venendo agli argomenti centrali toccati nella propria relazione il Ministro ha ribadito:

1) Risulta prioritario in primo luogo un intervento in materia carceraria. Al fine di affrontare la questione del sovraffollamento, più che il ricorso all’istituto dell’amnistia l’Esecutivo intende valutare il rafforzamento di altri strumenti deflativi. In tale contesto è stata ritenuta però non opportuna l’adozione di provvedimenti “svuota carceri” in ragione del carattere provvisorio e quindi dell’impatto temporalmente circoscritto di tale provvedimento sulla riduzione della popolazione carceraria.

Gli interventi in materia carceraria devono poi essere volti ad un generale rafforzamento dei diritti dei detenuti. Tali diritti risultano a ben vedere fortemente limitati in primo luogo dalla insufficienza e inadeguatezza delle strutture carcerarie. La realizzazione di nuove strutture detentive seppure avviabile richiede tempi lunghi per il completamento. Per fare fronte quindi alla situazione emergenziale attuale appare più opportuno l’implementazione di misure alternative alla detenzione, valutando in primo luogo l’ampliamento dell’ambito applicativo dell’istituto della detenzione domiciliare. Analogamente percorribile appare la via del rafforzamento dell’istituto della messa in prova il quale ha già dato, peraltro nell’ottica del reinserimento sociale, ottimi risultati nella giustizia minorili.

Al fine di alleviare la condizione dei ristretti ritiene necessario istituire una carta dei diritti e dei doveri, da tradursi anche in lingue diverse da quella italiana. Tale piccolo catalogo potrebbe alleviare la sensazione di smarrimento di coloro che entrano in carcere e che, anche per ragioni linguistiche, spesso non sanno cosa sia o meno consentito. Si potrebbe valutare poi prevedere analogo strumento anche per i familiari dei reclusi.

Particolare rilievo sia in termini deflattivi che dei risparmi di spesa potrebbe poi essere svolto dal cosiddetto braccialetto elettronico, il cui uso ad oggi risulta ancora limitato. L’assenso preventivo ad uso del braccialetto potrebbe rappresentare una misure alternativa alla detenzione particolarmente positiva, soprattutto se si considerano i positivi effetti registrati nei paesi in cui esso trova già applicazione.

2) Nella prospettiva del risparmio e dell’efficienza un ruolo centrale deve essere riconosciuto alla giustizia civile, assolutamente funzionale anche al rilancio economico del Paese. Nel riconoscere i positivi interventi posti in essere dal precedente esecutivo sul processo civile, è stato ritenuto necessario un ulteriore rafforzamento dell’efficienza del sistema, anche attraverso il completamento dell’informatizzazione.

3) Un importante fattore per il recupero dell’efficienza e del risparmio è rappresentato poi dalla ridefinizione delle circoscrizioni giudiziarie. Al di là di possibili divergenze sul numero e sulla localizzazione delle circoscrizioni, ritiene che sia esigenza unanimemente condivisibile quella di una riduzione delle stesse. Sul punto è stato ricordato che le premesse per una riforma sono state già dettate dal precedente Esecutivo e che quindi spetta al Governo in carica, nel massimo rispetto di criteri oggettivi, dare attuazione alla delega.

4) Sul tema delle liberalizzazioni è stato sottolineato come esso si inserisca in una chiara cornice normativa in primo luogo comunitaria. Gli interventi posti in essere fino a d oggi rispondevano fra l’altro all’esigenza di dare adeguata attuazione a criteri comunitari. Smentendo i timori palesati dal presidente Berselli è stato osservato come non sia prospettabile nessuna abolizione degli ordini professionali o degli esami di abilitazione. La liberalizzazione implica unicamente l’eliminazione degli ostacoli eccessivi all’accesso e all’esercizio delle professioni. Essa deve essere inoltre accompagnata da un incremento della qualità delle prestazioni professionali rese.

5) E’ stata, altresì, affrontata poi la questione della riforma della magistratura onoraria. Pur riconoscendo l’importante ruolo svolto da essa, risulta condivisibile l’esigenza di una riforma complessiva.

Tali prospettive di riforma ed intervento, per quanto limitate dalla prospettiva temporale che il nuovo Governo si è necessariamente posto – soprattutto a fronte di una troppo lunga stagione nella quale si è parlato solo di leggi ad personam -, hanno trovato il pieno apprezzamento e la disponibilità ad impegnarsi concretamente con proposte precise nel merito da parte della Capogruppo in commissione Giustizia del PD, nonché presidente del Forum PD Toscana, Silvia Della Monica.

In  tale direzione, ed anche nella prospettiva delle assemblee programmatiche future sui temi – fra i quali, immancabilmente, la Giustizia, che diverranno oggetto di discussione in vista della costruzione del programma del Partito Democratico per il Governo del Paese riteniamo opportuno che già sui temi indicati dal Ministro, sui quali avevamo già iniziato una discussione a livello regionale, prosegua e si rafforzi quel dibattito di idee e contributi avviato con la riunione del 14.11.2011.

 

Un caro saluto a tutti

Stefano Pagliai
coordinatore Forum regionale Giustizia

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Manovra, Barnini: “Sì taglio stipendi parlamentari. Sacrifici uguali per tutti”

Il segretario del Pd Empolese Valdelsa, Brenda Barnini, interviene sulla finanziaria proposta dal governo:

«La manovra Monti è necessaria, ma è possibile concordare alcune importanti modifiche, anche se i saldi devono rimanere invariati. Da un lato il recupero dell’inflazione da estendere a tutte le pensioni almeno tre volte la minima, fino alle pensioni di 1500 euro. Per quanto riguarda l’Ici/Imu la franchigia deve salire , devono essere esentati coloro che hanno solo la casa di proprietà come bene, una casa di dimensioni normali, su cui non si può pagare un salasso. Per reperire risorse è possibile alzare il tasso sui capitali scudati , che si può portare al 2,5% o anche la 3%, e non sarebbe certo uno scandalo. O ancora trovando un accordo per tassare i capitali custoditi nei cosiddetti “paradisi fiscali”. Se gli aumenti della benzina vanno realmente a finanziare il trasporto pubblico locale, che sta chiudendo in molte città, per evitare che aumenti il biglietto dei mezzi pubblici, allora i cittadini potranno digerirli meglio.

Per tutte queste ragioni capiamo le ragioni dei sindacati che hanno indetto per oggi uno sciopero unitario, dobbiamo prestare attenzione alle richieste delle parti sociali.

Ma la politica deve fare la sua parte e quindi i tagli agli stipendi dei parlamentari devono essere, come afferma anche il presidente Rossi, una conditio sine qua non per l’approvazione della manovra.

 I sacrifici devono essere uguali per tutti ».

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10 Dicembre 2011

Morte Furio Diaz, il cordoglio di Manciulli

“Voglio esprimere il cordoglio mio personale e di tutto il Partito Democratico della Toscana per la scomparsa di Furio Diaz, primo sindaco di Livorno dopo la liberazione e grande storico toscano. Nella sua opera illuminata di studioso, che per una fase si prestò al rilancio del Paese e delle istituzioni, è stato un esempio di impegno positivo per la nostra regione e per l’Italia. Ricordare figure come la sua ci serve anche come sprone in un momento difficile per il Paese come quello che stiamo attraversando”. Così il segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli manifesta il cordoglio del Partito Democratico alla notizia della morte di Furio Diaz, sindaco di Livorno dal 1944 al 1954.

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