27 Luglio 2012

Fabiani su Province

Il decreto del Governo in materia di Spending Review è decisamente poco chiaro e rischia di lasciare gli enti locali in una situazione di precarietà circa il proprio futuro oltreché rispetto alle risorse disponibili e questo potrebbe compromettere lo svolgimento di servizi importanti per i cittadini” così il Segretario PD Val di Cornia-Elba Valerio Fabiani interviene sulla questione della Province.

“La Pubblica Amministrazione deve essere riformata, le istituzioni riorganizzate per renderle più efficienti e metterle al passo con una società che è radicalmente cambiata in questi anni. È difficile capire cosa accadrà delle province, di fronte a tutta questa confusione ed è quantomeno legittimo domandarsi se non sarebbe stato più opportuno immaginare una riforma più coraggiosa orientata al superamento definitivo di questo livello istituzionale e al rafforzamento dei comuni spingendoli a cooperare e incoraggiando forme di accorpamento “dal basso”, per volontà dei comuni stessi e dei cittadini – Prosegue Fabiani – Penso che rifiutare l’ipotesi di riforma proposta da Rossi e dalla Regione Toscana ben prima che il Governo Monti assumesse un’iniziativa in questa direzione, sia stato un grave errore.

Se in quel momento avessimo affrontato noi per primi questa discussione andando verso una forte semplificazione, immaginando tre macro province, forse il decreto del governo oggi ci avrebbe trovati meno impreparati e quanto meno già con una proposta “toscana” concertata con i territori da portare al tavolo del confronto con il governo centrale.

Tuttavia oggi il quadro è un altro e aldilà di certe discussioni un po’ folcloristiche cui assistiamo, come quelle che riguardano Pisa e Livorno, la verità è che i territori più piccoli e periferici, come il nostro, sono quelli che rischiano di più, all’interno di accorpamenti di grandi aree.

Il nostro territorio deve restare unito e l’unico modo per aumentare il peso specifico politico e istituzionale di questa nostra area è guardarla nella sua dimensione più vasta e omogenea. Non solo la Val di Cornia ma, insieme a noi, Castagneto che con i nostri comuni già condivide molto e che, per bocca del suo sindaco, intende proseguire su questa strada mettendo sempre più servizi e funzioni in comune; l’Isola d’Elba e la costa antistante che rappresentano sempre di più le due facce di una stessa medaglia legate da medesimi problemi e comuni ambizioni – e così conclude il Segretario PD – Dobbiamo rimanere insieme per fare massa critica e scongiurare il rischio di diventare territori marginali. Sarebbe auspicabile restare insieme anche all’area delle Colline Metallifere, perché tutti insieme rappresentiamo quel bacino omogeneo entro il quale è possibile mantenere un adeguato livello di prestazioni dal punto di vista dei servizi al cittadino e per poter meglio progettar il futuro, in termini di sviluppo. Anche per questo motivo, all’interno di una discussione circa una nuova riorganizzazione delle province, dovremmo porre il tema della nostra integrazione con la Toscana meridionale. Non solo per questo, ma anche perché così saremmo più coerenti con un disegno strategico al quale stiamo lavorando da anni. Questa porzione di Toscana che insiste fra Livorno e Grosseto nell’ambito della Toscana meridionale può giocare un ruolo forte all’insegna di un nuovo protagonismo determinato dai fatti e non più da discorsi”.

E conclude “So perfettamente che esistono delle consuetudini nei legami e nei rapporti con la parte settentrionale della Provincia, ma non è questo ad essere messo in discussione. La crisi ha ridotto all’osso le risorse pubbliche, i servizi sono rischio e sappiamo bene che l’unica via d’uscita per garantire l’efficienza è che ci si rivolga ad un bacino più ampio, così come sappiamo bene che il futuro di questo territorio dipenderà in gran parte dalla nostra capacità di candidarsi come sbocco a mare della Toscana meridionale e come snodo logistico strategico dell’Italia centrale. In ogni caso, dopo aver capito cosa succederà con questo decreto, dovremo discutere per giocare tutti insieme le nostre carte”.

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Fabiani su Province

Il decreto del Governo in materia di Spending Review è decisamente poco chiaro e rischia di lasciare gli enti locali in una situazione di precarietà circa il proprio futuro oltreché rispetto alle risorse disponibili e questo potrebbe compromettere lo svolgimento di servizi importanti per i cittadini” così il Segretario PD Val di Cornia-Elba Valerio Fabiani interviene sulla questione della Province.

“La Pubblica Amministrazione deve essere riformata, le istituzioni riorganizzate per renderle più efficienti e metterle al passo con una società che è radicalmente cambiata in questi anni. È difficile capire cosa accadrà delle province, di fronte a tutta questa confusione ed è quantomeno legittimo domandarsi se non sarebbe stato più opportuno immaginare una riforma più coraggiosa orientata al superamento definitivo di questo livello istituzionale e al rafforzamento dei comuni spingendoli a cooperare e incoraggiando forme di accorpamento “dal basso”, per volontà dei comuni stessi e dei cittadini – Prosegue Fabiani – Penso che rifiutare l’ipotesi di riforma proposta da Rossi e dalla Regione Toscana ben prima che il Governo Monti assumesse un’iniziativa in questa direzione, sia stato un grave errore.

Se in quel momento avessimo affrontato noi per primi questa discussione andando verso una forte semplificazione, immaginando tre macro province, forse il decreto del governo oggi ci avrebbe trovati meno impreparati e quanto meno già con una proposta “toscana” concertata con i territori da portare al tavolo del confronto con il governo centrale.

Tuttavia oggi il quadro è un altro e aldilà di certe discussioni un po’ folcloristiche cui assistiamo, come quelle che riguardano Pisa e Livorno, la verità è che i territori più piccoli e periferici, come il nostro, sono quelli che rischiano di più, all’interno di accorpamenti di grandi aree.

Il nostro territorio deve restare unito e l’unico modo per aumentare il peso specifico politico e istituzionale di questa nostra area è guardarla nella sua dimensione più vasta e omogenea. Non solo la Val di Cornia ma, insieme a noi, Castagneto che con i nostri comuni già condivide molto e che, per bocca del suo sindaco, intende proseguire su questa strada mettendo sempre più servizi e funzioni in comune; l’Isola d’Elba e la costa antistante che rappresentano sempre di più le due facce di una stessa medaglia legate da medesimi problemi e comuni ambizioni – e così conclude il Segretario PD – Dobbiamo rimanere insieme per fare massa critica e scongiurare il rischio di diventare territori marginali. Sarebbe auspicabile restare insieme anche all’area delle Colline Metallifere, perché tutti insieme rappresentiamo quel bacino omogeneo entro il quale è possibile mantenere un adeguato livello di prestazioni dal punto di vista dei servizi al cittadino e per poter meglio progettar il futuro, in termini di sviluppo. Anche per questo motivo, all’interno di una discussione circa una nuova riorganizzazione delle province, dovremmo porre il tema della nostra integrazione con la Toscana meridionale. Non solo per questo, ma anche perché così saremmo più coerenti con un disegno strategico al quale stiamo lavorando da anni. Questa porzione di Toscana che insiste fra Livorno e Grosseto nell’ambito della Toscana meridionale può giocare un ruolo forte all’insegna di un nuovo protagonismo determinato dai fatti e non più da discorsi”.

E conclude “So perfettamente che esistono delle consuetudini nei legami e nei rapporti con la parte settentrionale della Provincia, ma non è questo ad essere messo in discussione. La crisi ha ridotto all’osso le risorse pubbliche, i servizi sono rischio e sappiamo bene che l’unica via d’uscita per garantire l’efficienza è che ci si rivolga ad un bacino più ampio, così come sappiamo bene che il futuro di questo territorio dipenderà in gran parte dalla nostra capacità di candidarsi come sbocco a mare della Toscana meridionale e come snodo logistico strategico dell’Italia centrale. In ogni caso, dopo aver capito cosa succederà con questo decreto, dovremo discutere per giocare tutti insieme le nostre carte”.

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Province, il commento di Silvia Velo

Si è aperto un dibattito in tutta Italia in generale e naturalmente in Toscana in particolare in seguito all’approvazione della cosiddetta Spending Review sul futuro delle province.

Un dibattito tipicamente italiano in cui emergono campanilismo, idee più o meno brillanti, per non dire stravaganti, per arginare gli effetti del decreto, rivalità storiche tra città e territori ecc. Il bello, ma anche il limite della cultura e della tradizione del nostro paese. Sarebbe invece importante che una misura come questa, pur inserita in un provvedimento emergenziale quale il decreto per il contenimento della spesa pubblica, fosse l’occasione per ripensare in termini di efficienza e modernizzazione la geografia istituzionale del nostro Paese.

Certo non aiuta a questo scopo il modo in cui il provvedimento è stato scritto; per la Regione Toscana questi limiti sono particolarmente evidenti: l’impossibilità di accorpare province alle città metropolitane che impedisce la costituzione dell’area metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia; il limite perentorio di 350.000 abitanti che impedisce alla provincia di Arezzo (circa 345.000 abitanti) di rimanere in vita ecc.

Occorre aver presente questo quadro anche nella discussione che si è avviata nel nostro territorio, Val di Cornia – Isola d’Elba, che coinvolge utilmente e auspicabilmente anche Castagneto Carducci. Penso anche io come il sindaco di Piombino che le prospettive del nostro territorio ci stiano spingendo sempre di più verso l’area grossetana: organizzazione di servizi, quali rifiuti, sanità e trasporti, ruolo del porto di Piombino ecc. Tuttavia non è indifferente se il quadro che si sta componendo porterà ad una provincia generata dall’accorpamento di Siena e Grosseto, con Grosseto capoluogo, o a una provincia che comprenda Arezzo, Siena e Grosseto, con Arezzo capoluogo. C’è una priorità comunque inderogabile, l’unità di tutto il territorio della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. La nostra storia, le politiche in atto, il ruolo che svolgiamo nel panorama regionale non possono prescindere da questo e nessuna decisione che prenderemo a mio avviso potrà mettere in discussione questo principio di unità territoriale.

Oltretutto la Spending Review non permette di effettuare l’accorpamento delle provincie con il contemporaneo distaccamento di comuni per aggregarli ad un’altra provincia. Per fare questo occorre attivare la procedura prevista dall’art 133 della Costituzione, una procedura non complicata ma che richiede tempi più lunghi. Tempi che dovranno da subito essere utilizzati per una riflessione approfondita che porti ad una decisione condivisa, senza rotture e contrapposizioni, sia all’interno del nostro territorio, sia nei confronti delle altre realtà provinciali e con un ruolo da protagonista di tutte le comunità locali.

On. Silvia Velo

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Province, il commento di Silvia Velo

Si è aperto un dibattito in tutta Italia in generale e naturalmente in Toscana in particolare in seguito all’approvazione della cosiddetta Spending Review sul futuro delle province.

Un dibattito tipicamente italiano in cui emergono campanilismo, idee più o meno brillanti, per non dire stravaganti, per arginare gli effetti del decreto, rivalità storiche tra città e territori ecc. Il bello, ma anche il limite della cultura e della tradizione del nostro paese. Sarebbe invece importante che una misura come questa, pur inserita in un provvedimento emergenziale quale il decreto per il contenimento della spesa pubblica, fosse l’occasione per ripensare in termini di efficienza e modernizzazione la geografia istituzionale del nostro Paese.

Certo non aiuta a questo scopo il modo in cui il provvedimento è stato scritto; per la Regione Toscana questi limiti sono particolarmente evidenti: l’impossibilità di accorpare province alle città metropolitane che impedisce la costituzione dell’area metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia; il limite perentorio di 350.000 abitanti che impedisce alla provincia di Arezzo (circa 345.000 abitanti) di rimanere in vita ecc.

Occorre aver presente questo quadro anche nella discussione che si è avviata nel nostro territorio, Val di Cornia – Isola d’Elba, che coinvolge utilmente e auspicabilmente anche Castagneto Carducci. Penso anche io come il sindaco di Piombino che le prospettive del nostro territorio ci stiano spingendo sempre di più verso l’area grossetana: organizzazione di servizi, quali rifiuti, sanità e trasporti, ruolo del porto di Piombino ecc. Tuttavia non è indifferente se il quadro che si sta componendo porterà ad una provincia generata dall’accorpamento di Siena e Grosseto, con Grosseto capoluogo, o a una provincia che comprenda Arezzo, Siena e Grosseto, con Arezzo capoluogo. C’è una priorità comunque inderogabile, l’unità di tutto il territorio della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. La nostra storia, le politiche in atto, il ruolo che svolgiamo nel panorama regionale non possono prescindere da questo e nessuna decisione che prenderemo a mio avviso potrà mettere in discussione questo principio di unità territoriale.

Oltretutto la Spending Review non permette di effettuare l’accorpamento delle provincie con il contemporaneo distaccamento di comuni per aggregarli ad un’altra provincia. Per fare questo occorre attivare la procedura prevista dall’art 133 della Costituzione, una procedura non complicata ma che richiede tempi più lunghi. Tempi che dovranno da subito essere utilizzati per una riflessione approfondita che porti ad una decisione condivisa, senza rotture e contrapposizioni, sia all’interno del nostro territorio, sia nei confronti delle altre realtà provinciali e con un ruolo da protagonista di tutte le comunità locali.

On. Silvia Velo

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Direttivo Pd Piombino su siderurgia

Il Direttivo del Circolo due Giugno del Partito Democratico partendo dall’esame della relazione del segretario Bersani all’ assemblea nazionale del PD del 14 Luglio, condividendone integralmente il contenuto, ha ritenuto di esprimere un documento politico di sintesi che accompagnasse ed integrasse la relazione stessa.

Occorre evidenziare che i lavori attorno alla posizione del Partito Democratico, posizione espressa con grande chiarezza da Bersani, hanno dimostrato come sia presente una piattaforma politica del PD che mette in fila punto per punto tutti gli aspetti che caratterizzano l’insieme di una società moderna, al passo con i tempi, che superi le attuali difficoltà attraverso un concorso di interventi basati davvero sulla equità sociale, a partire dalla salvaguardia dei diritti e delle aspettative dei giovani e delle donne fino alla concreta attuazione dei diritti civili.

Ci si è espressi anche in merito al Governo Monti: in particolare si è rilevato come con molta tempestività si siano avviate e realizzate riforme come quella sulle pensioni che vanno ad incidere seriamente e negativamente sulla popolazione più esposta e debole, così come il tentativo di eliminare totalmente l’art. 18 dallo Statuto dei lavoratori, tentativo rintuzzato e contenuto grazie all’azione del nostro Partito, che ancora una volta colpisce le fasce più deboli, mentre sulla vera ricchezza e sui grandi patrimoni non si è ancora fatto niente per l’opposizione delle  forze conservatrici come il PDL e la Lega che rappresentano ancora oggi la maggioranza in sede parlamentare.

La crisi è in pieno svolgimento ed attanaglia l’intero pianeta, in questo quadro di difficoltà generali è emersa con chiarezza la difficilissima fase che sta attraversando l’industria nel nostro territorio e conseguentemente tutto l’indotto che, oltre alle imprese orbitanti nelle fabbriche, è rappresentato dall’intera economia di Piombino e della Val di Cornia a cominciare dal commercio. Su questo aspetto la relazione è stata necessariamente molto sui titoli e non ha accentuato la necessità di avere finalmente un piano industriale basato su politiche che rappresentino un riferimento certo per l’industria nel nostro Paese e che sappia finalmente coniugare gli aspetti finanziari alla economia reale del Paese e quindi del nostro comprensorio.

In questo senso il direttivo ha espresso solidarietà e appoggio alla lotta che i Sindacati C.G.I.L. C.I.S.L. e U.I.L. stanno sostenendo da tempo per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto l’imprenditoria affinché si possa uscire da questo tunnel senza fine che vede le nostre fabbriche ed in particolare la Lucchini e la Magona d’Italia in grande pericolo di sopravvivenza e con loro tutto l’indotto diretto rappresentato da decine di imprese.

Il Direttivo ha raccolto il messaggio di fiducia e di sicurezza che la relazione intende trasmettere al suo interno ai militanti ed agli iscritti, ma soprattutto all’intera cittadinanza invitandola a farsi avanti, ad entrare da cittadini nel nostro Circolo che è sempre aperto e disponibile, a porre domande e pretendere risposte, noi ci siamo e saremo sempre presenti a fianco dei lavoratori, delle imprese e dei cittadini per la tutela dei loro diritti e della loro vita sociale in sicurezza e serenità.

Il Direttivo del Circolo due Giugno – Partito Democratico
Piombino

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Direttivo Pd Piombino su siderurgia

Il Direttivo del Circolo due Giugno del Partito Democratico partendo dall’esame della relazione del segretario Bersani all’ assemblea nazionale del PD del 14 Luglio, condividendone integralmente il contenuto, ha ritenuto di esprimere un documento politico di sintesi che accompagnasse ed integrasse la relazione stessa.

Occorre evidenziare che i lavori attorno alla posizione del Partito Democratico, posizione espressa con grande chiarezza da Bersani, hanno dimostrato come sia presente una piattaforma politica del PD che mette in fila punto per punto tutti gli aspetti che caratterizzano l’insieme di una società moderna, al passo con i tempi, che superi le attuali difficoltà attraverso un concorso di interventi basati davvero sulla equità sociale, a partire dalla salvaguardia dei diritti e delle aspettative dei giovani e delle donne fino alla concreta attuazione dei diritti civili.

Ci si è espressi anche in merito al Governo Monti: in particolare si è rilevato come con molta tempestività si siano avviate e realizzate riforme come quella sulle pensioni che vanno ad incidere seriamente e negativamente sulla popolazione più esposta e debole, così come il tentativo di eliminare totalmente l’art. 18 dallo Statuto dei lavoratori, tentativo rintuzzato e contenuto grazie all’azione del nostro Partito, che ancora una volta colpisce le fasce più deboli, mentre sulla vera ricchezza e sui grandi patrimoni non si è ancora fatto niente per l’opposizione delle  forze conservatrici come il PDL e la Lega che rappresentano ancora oggi la maggioranza in sede parlamentare.

La crisi è in pieno svolgimento ed attanaglia l’intero pianeta, in questo quadro di difficoltà generali è emersa con chiarezza la difficilissima fase che sta attraversando l’industria nel nostro territorio e conseguentemente tutto l’indotto che, oltre alle imprese orbitanti nelle fabbriche, è rappresentato dall’intera economia di Piombino e della Val di Cornia a cominciare dal commercio. Su questo aspetto la relazione è stata necessariamente molto sui titoli e non ha accentuato la necessità di avere finalmente un piano industriale basato su politiche che rappresentino un riferimento certo per l’industria nel nostro Paese e che sappia finalmente coniugare gli aspetti finanziari alla economia reale del Paese e quindi del nostro comprensorio.

In questo senso il direttivo ha espresso solidarietà e appoggio alla lotta che i Sindacati C.G.I.L. C.I.S.L. e U.I.L. stanno sostenendo da tempo per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto l’imprenditoria affinché si possa uscire da questo tunnel senza fine che vede le nostre fabbriche ed in particolare la Lucchini e la Magona d’Italia in grande pericolo di sopravvivenza e con loro tutto l’indotto diretto rappresentato da decine di imprese.

Il Direttivo ha raccolto il messaggio di fiducia e di sicurezza che la relazione intende trasmettere al suo interno ai militanti ed agli iscritti, ma soprattutto all’intera cittadinanza invitandola a farsi avanti, ad entrare da cittadini nel nostro Circolo che è sempre aperto e disponibile, a porre domande e pretendere risposte, noi ci siamo e saremo sempre presenti a fianco dei lavoratori, delle imprese e dei cittadini per la tutela dei loro diritti e della loro vita sociale in sicurezza e serenità.

Il Direttivo del Circolo due Giugno – Partito Democratico
Piombino

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Pd Certaldo su nomina Bagnoli: “Un percorso trasparente e condiviso”

«Al termine di un percorso interno approfondito e condiviso con Sindaco, Segreteria ed Assemblea del partito, il Pd Certaldo sostiene con forza la nomina di Denise Bagnoli ad assessore- così  Yuri Furiesi,  segretario Pd Certaldo-  E’ stato un percorso trasparente in cui l’umiltà e lo spirito di servizio da parte di tutti i diretti interessati sono stati i fattori principali che hanno determinato una soluzione rapida e condivisa e come Segretario non posso che esserne orgoglioso. Ringrazio Roberta Ceccherini per l’importante contributo dato all’interno della Giunta e auspico che le sue competenze continuino ad essere messe a disposizione del partito con la stessa efficacia di sempre.

Un sincero in bocca al lupo va a Denise Bagnoli che ha tutte le caratteristiche e l’esperienza politica necessarie per condurre al meglio l’impegno che è stata chiamata a ricoprire in questa decisiva fase della legislatura. Le sfide che ci stanno davanti sono molte e complesse anche a Certaldo- conclude Furiesi- vista la fase di continua emergenza con cui devono fare i conti i Comuni, ma questo Pd ha la maturità giusta per affrontarle positivamente e allo stesso tempo rilanciare un’azione incisiva di governo del territorio. Questo almeno è il messaggio che intendiamo ancora una volta inviare dal nostro territorio a tutti i livelli della politica: massima trasparenza, condivisione e coraggio in ogni singola sfida che ci troviamo a gestire».

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26 Luglio 2012

Selex Elsag e Selex Galileo, Fassina incontra i lavoratori: “Grande incertezza sul progetto Finmeccanica, solleciteremo il Governo”

Condividiamo le preoccupazioni dei lavoratori sulle prospettive occupazionali e industriali e stiamo seguendo da vicino il progetto industriale di Finmeccanica: solleciteremo il Governo sulla questione”.

Così il responsabile Economia e lavoro del Pd nazionale Stefano Fassina durante un colloquio avuto questo pomeriggio con le rappresentanze sindacali della Selex Elsag e della Selex Galileo, che hanno espresso forte preoccupazione riguardo al piano di fusione da loro prospettato da Finmeccanica e alle conseguenze occupazionali. All’incontro erano presenti anche Patrizio Mecacci, segretario del Pd metropolitano di Firenze, Stefano Righeschi, responsabile lavoro Pd metropolitano di Firenze, Giacomo Scarpelli, responsabile organizzazione Pd metropolitano di Firenze e Ivan Ferrucci, responsabile lavoro Pd regionale Toscana.

C’è incertezza rispetto al piano, soprattutto per quanto riguarda il programma Tetra, di grande valore strategico, e chiaramente su quelle che saranno le ricadute occupazionali, dato che quando si parla di razionalizzazione si sottintende sempre un ridimensionamento.- prosegue Fassina – Abbiamo già fatto interrogazioni e incontri con il ministro Passera, purtroppo però finora non abbiamo incontrato l’attenzione adeguata per quello che è uno dei pezzi più importanti e qualificati del settore manifatturiero sia a livello toscano che nazionale: nei prossimi giorni i nostri parlamentari torneranno a chiedere chiarimenti perché esigenze finanziarie di breve periodo non devono compromettere comparti industriali fondamentali”.

La questione sarà anche al centro di appuntamenti specifici in occasione della Feste democratiche: se ne parlerà il 10 settembre alla Festa democratica metropolitana e regionale delle Cascine e alla Festa regionale del lavoro di Piombino.

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Selex Elsag e Selex Galileo, Fassina incontra i lavoratori: “Grande incertezza sul progetto Finmeccanica, solleciteremo il Governo”

Condividiamo le preoccupazioni dei lavoratori sulle prospettive occupazionali e industriali e stiamo seguendo da vicino il progetto industriale di Finmeccanica: solleciteremo il Governo sulla questione”.

Così il responsabile Economia e lavoro del Pd nazionale Stefano Fassina durante un colloquio avuto questo pomeriggio con le rappresentanze sindacali della Selex Elsag e della Selex Galileo, che hanno espresso forte preoccupazione riguardo al piano di fusione da loro prospettato da Finmeccanica e alle conseguenze occupazionali. All’incontro erano presenti anche Patrizio Mecacci, segretario del Pd metropolitano di Firenze, Stefano Righeschi, responsabile lavoro Pd metropolitano di Firenze, Giacomo Scarpelli, responsabile organizzazione Pd metropolitano di Firenze e Ivan Ferrucci, responsabile lavoro Pd regionale Toscana.

C’è incertezza rispetto al piano, soprattutto per quanto riguarda il programma Tetra, di grande valore strategico, e chiaramente su quelle che saranno le ricadute occupazionali, dato che quando si parla di razionalizzazione si sottintende sempre un ridimensionamento.- prosegue Fassina – Abbiamo già fatto interrogazioni e incontri con il ministro Passera, purtroppo però finora non abbiamo incontrato l’attenzione adeguata per quello che è uno dei pezzi più importanti e qualificati del settore manifatturiero sia a livello toscano che nazionale: nei prossimi giorni i nostri parlamentari torneranno a chiedere chiarimenti perché esigenze finanziarie di breve periodo non devono compromettere comparti industriali fondamentali”.

La questione sarà anche al centro di appuntamenti specifici in occasione della Feste democratiche: se ne parlerà il 10 settembre alla Festa democratica metropolitana e regionale delle Cascine e alla Festa regionale del lavoro di Piombino.

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Sciopero dipendenti Mps, Ferrucci e Guicciardini: “Confronto Banca-sindacati per soluzione positiva per lavoratori istituto”

“La difficile fase economica che stiamo attraversando sta colpendo tutti i comparti produttivi, dall’industria al commercio, dai servizi al sistema bancario, rischiando di scaricarsi sui lavoratori e sulle loro famiglie. In questo senso anche per quanto riguarda le difficoltà di Banca Mps, è fondamentale che si apra un confronto concertato tra l’azienda e le parti sociali, affinchè si possa trovare una soluzione positiva per tutti i lavoratori.

Siamo vicini a tutti i dipendenti di Banca Mps che domani manifesteranno la loro preoccupazione con uno sciopero. Auspichiamo che quanto prima l’istituto bancario e i lavoratori si possano incontrare per definire un comune percorso e superare le attuali difficoltà”.

Così il responsabile Economia e Lavoro del Pd della Toscana Ivan Ferrucci e il segretario provinciale del Pd di Siena Niccolò Guicciardini sullo sciopero di domani dei lavoratori della Banca Monte dei Paschi di Siena.

 

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