22 Giugno 2012

Manciulli, solidarietà a Napolitano: “Mettere a repentaglio la credibilità della più alta carica dello Stato può avere conseguenze destabilizzanti”

“In un momento così cruciale per le sorti del Paese non si possono usare con leggerezza atteggiamenti e parole che screditano l’istituzione e la figura del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Mettere a repentaglio la credibilità della più alta carica dello Stato può avere conseguenze destabilizzanti sui cittadini. Non è con accuse, teorie o supposizioni più o meno parziali che si otterrà la verità su quanto possa essere successo negli anni delle stragi di Mafia. Occorre che tutti abbiano il senso di responsabilità che questo momento di crisi economica e sociale impone. Se ci sono aspetti da accertare su quegli anni drammatici dell’Italia saranno accertati, quello che bisogna evitare è innescare una spirale di sospetti e discredito che alzerebbe il livello della tensione sociale, cosa di cui questo Paese non ha certo bisogno. Per questo esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Napolitano, persona in cui gli italiani si riconoscono e che ha dimostrato di essere guida saggia e sicura di questo paese in momenti difficili come quelli che stiamo attraversando”

Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli interviene sulle polemiche e gli attacchi a Giorgio Napolitano di questi giorni.

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Scuola Pontremoli, Lastri: “Gravissima conferma bocciatura. Triste che una scuola non riesca a svolgere suo compito formativo”

“È gravissima la conferma delle bocciature dei cinque bambini della scuola “Giulio Tifoni” di Pontremoli. Non so se è chiaro a chi di dovere , ma agli occhi di tutti, questa scelta è una sconfitta per quella scuola e per chi la dirige”.

È quanto afferma Daniela Lastri, responsabile scuola del Pd Toscana dopo l’esito degli scrutini alla scuola Tifoni di Pontremoli che hanno decretato nuovamente la bocciatura dei cinque alunni già respinti due settimane fa.

“Purtroppo adesso rimane, se lo vorranno i genitori, solo il ricorso al Tar. È triste che una scuola non riesca a svolgere fino in fondo il proprio compito formativo, in particolare che non dia sostegni necessari a bambini così piccoli e con disagi, che hanno quindi maggior bisogno di essere seguiti. Don Milani – conclude Lastri – diceva ‘Non vogliamo una scuola che curi i sani e respinga i malati’, bisognerebbe che queste parole fossero ricordate più spesso ”.

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Pisa, ordinanza antiprostituzione: “Quanti atteggiamenti strumentali e ipocriti”

“La polemica che alcuni stanno cercando di montare sulla cosiddetta ordinanza antiprostituzione si basa su una deformazione caricaturale del senso e degli obiettivi del provvedimento. Per questo riteniamo che siano dovuti dei chiarimenti sul merito più autentico della questione.

Un’azione di contenimento della prostituzione su strada è stata richiesta con forza da un considerevole numero di cittadini, che sentono questo fenomeno come elemento di degrado e marginalizzazione del luogo in cui vivono. È una richiesta fondata, che non viene da persone bigotte, classiste o razziste.

Sappiamo che un problema così complesso, al quale sono collegati episodi criminali di autentica sopraffazione le cui vittime sono innanzitutto le prostitute, può essere combattuto solo con un impegno dello Stato in tutte le sue articolazioni.

I comuni, pur avendo poche risorse e pochi strumenti a disposizione, cercano di fare col massimo impegno la loro parte, anche se è ovvio che un’azione di contrasto più incisiva spetta alle forze dell’ordine (peraltro anche loro, e lo denunciamo da tempo insieme ai sindacati di categoria, alle prese con problemi di organico e risorse).

La prima ordinanza, siglata due anni fa, aveva dato risultati positivi e anche allora era stata presa d’intesa con i comuni di San Giuliano e Vecchiano, sui cui territori grava la maggior parte del problema.

Giova ricordare che nei vari paesi europei vigono norme anche molto differenti, a testimonianza di quanto l’argomento sia culturalmente oltre che politicamente impegnativo e richieda, quindi, non un atteggiamento propagandistico e polemico, ma disponibilità al confronto.

Quello che va sottolineato con forza è che l’ordinanza non mira certo a colpire le prostitute, ma il loro sfruttamento. Lo dimostra il fatto che la gran parte delle multe è elevata ai clienti. Si tratta ovviamente e dichiaratamente di un’azione di dissuasione nei loro confronti: viene fatto divieto, anche per ragioni di sicurezza stradale, di fermarsi a contrattare le prestazioni. Riteniamo questo approccio tutt’altro che ipocrita o sessista o bacchettone. Non è un caso, anzi, che la filosofia della sanzione contro quello che a destra verrebbe definito “l’utilizzatore finale” si sia affermata a livello legislativo proprio nel civile nord Europa; in Svezia, Norvegia, Islanda, dove la prostituzione è considerata una violenza dell’uomo sulla donna che può essere punita anche penalmente.

Per questo sorprendono le critiche e i toni gratuiti di chi davvero dimostra di essere molto lontano da una realtà fatta di schiavitù e di sofferenza e non di liberazione dei costumi. Parlare di difesa del diritto all’autodeterminazione e proporre carnevalate, come fanno alcuni, è grottescamente fuori luogo. Sono atteggiamenti strumentali e ipocriti di chi, tra l’altro, continua a usare due pesi e due misure contestando a Pisa quello che non viene contestato in molti altri comuni (come le stesse San Giuliano e Vecchiano) dove sono in maggioranza e in giunta anche le forze della sinistra più radicale.

I segretari di circolo Pd

Paola Balestri (Putignano, Coltano, Ospedaletto, Sant’Ermete)

Rocco Gangemi (Porta a Mare, San Piero a Grado)

Vladimiro Basta (Cep, Barbaricina)

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Pisa, ordinanza antiprostituzione: “Quanti atteggiamenti strumentali e ipocriti”

“La polemica che alcuni stanno cercando di montare sulla cosiddetta ordinanza antiprostituzione si basa su una deformazione caricaturale del senso e degli obiettivi del provvedimento. Per questo riteniamo che siano dovuti dei chiarimenti sul merito più autentico della questione.

Un’azione di contenimento della prostituzione su strada è stata richiesta con forza da un considerevole numero di cittadini, che sentono questo fenomeno come elemento di degrado e marginalizzazione del luogo in cui vivono. È una richiesta fondata, che non viene da persone bigotte, classiste o razziste.

Sappiamo che un problema così complesso, al quale sono collegati episodi criminali di autentica sopraffazione le cui vittime sono innanzitutto le prostitute, può essere combattuto solo con un impegno dello Stato in tutte le sue articolazioni.

I comuni, pur avendo poche risorse e pochi strumenti a disposizione, cercano di fare col massimo impegno la loro parte, anche se è ovvio che un’azione di contrasto più incisiva spetta alle forze dell’ordine (peraltro anche loro, e lo denunciamo da tempo insieme ai sindacati di categoria, alle prese con problemi di organico e risorse).

La prima ordinanza, siglata due anni fa, aveva dato risultati positivi e anche allora era stata presa d’intesa con i comuni di San Giuliano e Vecchiano, sui cui territori grava la maggior parte del problema.

Giova ricordare che nei vari paesi europei vigono norme anche molto differenti, a testimonianza di quanto l’argomento sia culturalmente oltre che politicamente impegnativo e richieda, quindi, non un atteggiamento propagandistico e polemico, ma disponibilità al confronto.

Quello che va sottolineato con forza è che l’ordinanza non mira certo a colpire le prostitute, ma il loro sfruttamento. Lo dimostra il fatto che la gran parte delle multe è elevata ai clienti. Si tratta ovviamente e dichiaratamente di un’azione di dissuasione nei loro confronti: viene fatto divieto, anche per ragioni di sicurezza stradale, di fermarsi a contrattare le prestazioni. Riteniamo questo approccio tutt’altro che ipocrita o sessista o bacchettone. Non è un caso, anzi, che la filosofia della sanzione contro quello che a destra verrebbe definito “l’utilizzatore finale” si sia affermata a livello legislativo proprio nel civile nord Europa; in Svezia, Norvegia, Islanda, dove la prostituzione è considerata una violenza dell’uomo sulla donna che può essere punita anche penalmente.

Per questo sorprendono le critiche e i toni gratuiti di chi davvero dimostra di essere molto lontano da una realtà fatta di schiavitù e di sofferenza e non di liberazione dei costumi. Parlare di difesa del diritto all’autodeterminazione e proporre carnevalate, come fanno alcuni, è grottescamente fuori luogo. Sono atteggiamenti strumentali e ipocriti di chi, tra l’altro, continua a usare due pesi e due misure contestando a Pisa quello che non viene contestato in molti altri comuni (come le stesse San Giuliano e Vecchiano) dove sono in maggioranza e in giunta anche le forze della sinistra più radicale.

I segretari di circolo Pd

Paola Balestri (Putignano, Coltano, Ospedaletto, Sant’Ermete)

Rocco Gangemi (Porta a Mare, San Piero a Grado)

Vladimiro Basta (Cep, Barbaricina)

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“Diritti al sapere”, appuntamento alle Feste Democratiche

“Diritti al sapere” è lo slogan con cui i Giovani democratici invaderanno le Feste democratiche del  Circondario Empolese Valdelsa. Obiettivo parlare della scuola, di come riformarla, come renderla migliore. Per aprire una discussione seria e aperta, sono stati organizzati una serie di incontri a cui parteciperanno politici, insegnanti e studenti. E’ stata creata una brochure che verrà diffusa in tutti i luoghi e i momenti di incontro organizzati dal Pd.

 «Quest’anno abbiamo pensato di offrire con questa brochure un panorama completo delle iniziative sulla scuola che si terranno nelle nostre feste democratiche. Con il forum scuola dell’empolese valdelsa, abbiamo sempre sostenuto  il concetto che la scuola che vogliamo è innanzitutto la scuola di tutti, in cui tutti abbiano le stesse possibilità. Purtroppo il nostro Paese viaggia ancora a velocità diverse, ma ci sono livelli essenziali delle prestazioni che dovrebbero essere garantiti a tutti da Nord a Sud, dal figlio del notaio a quello dell’operaio. Da anni infatti chiediamo a gran voce che venga emanata una legge quadro nazionale per il diritto allo studio, perché le disparità territoriali sono molto profonde e in alcuni casi, sono state le stesse leggi regionali a generare gravi squilibri» così Silvia Vannelli, segretaria Giovani democratici Empolese Valdelsa.

 
I primi due appuntamenti con Diritti al sapere

giovedì 28 giugno alle 21,30 alla Festa democratica di Montespertoli( parco Urbano) con Daniela Lastri, responsabile Scuola Pd Toscana; Alessandro Rapezzi, segretario regionale Flc Cgil; Isabella Gagliardi, PhD Università Firenze e Lorenzo Cei, Responsabile scuola Gd Toscana.

venerdì 6 luglio alle 21,30  alla Festa democratica di Castelfiorentino (zona sportiva)  incontro con Giovanni Bachelet, presidente del Forum Scuola nazionale, l’incontro sarà coordinato da Laura Rimi, Forum Scuola:  «Durante l’iniziativa programmata alla Festa democratica di Castelfiorentino inaugureremo il Forum Scuola dell’Empolese Valdelsa, insieme al Giovanni Bachelet. Il Forum vuole essere un tavolo e un’opportunità di discussione, di confronto e di approfondimento fra gli amministratori, gli insegnanti, le varie associazioni e anche tutti i cittadini. Il Partito Democratico ha una proposta forte sulla scuola del futuro ma è necessario che queste proposte siano conosciute e fatte proprie anche a livello territoriale, per dare risposte ai problemi più urgenti ma anche per avere una visione globale della scuola della nostra comunità. I temi sono tanti e anche molto caldi. La nostra zona si è sempre distinta per il buon governo della scuola ed è per questo che dobbiamo avere un ruolo in primo piano nella discussione nazionale».

 Altri appuntamenti il 19 luglio a Marcignana; il 2 agosto a Fucecchio e il 24 agosto a Certaldo.
 

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Pisa, Ferrante: “Inaccettabile interruzione del Consiglio comunale. Sfruttamento prostituzione reato grave trasformato in barzelleta”

Quello che è successo in Consiglio comunale è inaccettabile. Il diritto al dissenso non può arrivare al punto di impedire lo svolgimento dei lavori di un’assemblea democraticamente eletta. Tanto più che il senso dell’ordinanza anti-prostituzione, adottata dai comuni di Pisa, San Giuliano e Vecchiano, è stato completamente stravolto: non si tratta certo di un atto discriminatorio nei confronti delle prostitute, ma del tentativo di contrastare un fenomeno contrassegnato in primo luogo dallo sfruttamento. Un crimine grave che non si può trasformare in barzelletta. I cittadini che ci hanno chiesto questa azione non sono bigotti o razzisti, ma persone che sanno che la prostituzione su strada porta il segno del degrado, della marginalità e della sopraffazione. Appare evidente la finalità strumentale di chi a Pisa non perde occasione per attaccare la giunta di centrosinistra, anche dimenticando che analoghe ordinanze sono state prese in molti altri comuni, anche dell’area pisana, che hanno maggioranze estese anche alla sinistra più radicale.

Andrea Ferrante
segretario comunale Pd Pisa

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Pisa, Ferrante: “Inaccettabile interruzione del Consiglio comunale. Sfruttamento prostituzione reato grave trasformato in barzelleta”

Quello che è successo in Consiglio comunale è inaccettabile. Il diritto al dissenso non può arrivare al punto di impedire lo svolgimento dei lavori di un’assemblea democraticamente eletta. Tanto più che il senso dell’ordinanza anti-prostituzione, adottata dai comuni di Pisa, San Giuliano e Vecchiano, è stato completamente stravolto: non si tratta certo di un atto discriminatorio nei confronti delle prostitute, ma del tentativo di contrastare un fenomeno contrassegnato in primo luogo dallo sfruttamento. Un crimine grave che non si può trasformare in barzelletta. I cittadini che ci hanno chiesto questa azione non sono bigotti o razzisti, ma persone che sanno che la prostituzione su strada porta il segno del degrado, della marginalità e della sopraffazione. Appare evidente la finalità strumentale di chi a Pisa non perde occasione per attaccare la giunta di centrosinistra, anche dimenticando che analoghe ordinanze sono state prese in molti altri comuni, anche dell’area pisana, che hanno maggioranze estese anche alla sinistra più radicale.

Andrea Ferrante
segretario comunale Pd Pisa

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21 Giugno 2012

Ansaldo Breda, Ferrucci: “Sviluppo industria ferroviaria fondamentale per Toscana”

“Il mantenimento e lo sviluppo del comparto ferrotranviario nell’industria toscana è fondamentale per la crescita di questa regione. Le positive parole dell’amministratore delegato di AnsaldoBreda Maurizio Manfellotto sul ruolo dell’azienda nel Polo tecnologico ferroviario toscano confermano che bisogna credere e investire sul sito produttivo di Pistoia e l’auspicio è che il nuovo piano industriale porti la Breda ad essere officina di innovazione e leader nel settore che riesce a stare sul mercato per qualità del prodotto e redditività per l’azionista”.

Così il responsabile Economia e Lavoro del Pd della Toscana Ivan Ferrucci torna sull’importanza della valorizzazione del patrimonio industriale e di competenze in ambito ferroviario presente a Pistoia, dopo che si è svolto nei giorni scorsi il Forum ‘Distretto per le tecnologie ferroviarie, l’Alta velocita’ e la sicurezza delle reti’ alla presenza, tra gli altri, dell’ad di AnsaldoBreda e del presidente della Regione Enrico Rossi.

“Questo paese – sostiene Ferrucci – ha il bisogno di una politica industriale che guardi al futuro partendo da quello che già c’è, dalle eccellenze sul territorio che sono state di grado di affermarsi in campo internazionale ma che ora risentono della crisi come tutti e dunque necessitano che il sistema-paese nel suo complesso crei le condizioni per favorirne la ripresa. La Regione Toscana per quanto le è possibile – conclude l’esponete Pd – lo sta già sta facendo puntando ad un rilancio del comparto ferroviario regionale, adesso occorre un’azione di più ampio respiro. Prima riusciremo a farlo meglio sarà per la nostra tenuta economica di fronte a questa crisi”.

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Licenziamenti Camp Darby, interpellanza urgente dei deputati Pd al ministro della Difesa

E’ stata depositata l’interpellanza urgente promossa dai parlamentari pisani Maria Grazia Gatti e Paolo Fontanelli, e sottoscritta da più di 30 deputati del Pd, sulla vicenda dei licenziamenti alla base di Camp Darby. L’interpellanza è centrata sulla preoccupazione per i lavoratori civili della base, richiama anche la denuncia dei sindacati sulla scorrettezza nelle procedure seguite e chiede al governo italiano di intervenire per favorire una soluzione che salvaguardi i lavoratori di un confronto reale con i sindacati e le istituzioni.

Di seguito il testo:

Al Ministro della difesa – per sapere – premesso che:

il 15 febbraio scorso gli interroganti hanno presentato un atto di sindacato ispettivo, n. 5-06165, con il quale richiamavano l’attenzione del Ministro sulla difficile situazione dei 67 dipendenti civili italiani impiegati nella base militare statunitense di Camp Darby (Pisa);

a inizio anno, infatti, a seguito della ridefinizione dell’organico delle installazioni militari statunitensi dislocate in Italia, è stato deciso il “declassamento” della struttura pisana, da comando autonomo a guarnigione “satellite”, con conseguente taglio del personale; i rappresentanti militari statunitensi della base di Camp Darby, avevano affermato che il personale civile italiano sarebbe stato dichiarato in esubero ma avrebbe potuto messere ricollocato nella nuova base di Dal Molin, a Vicenza;

tale scelta era stata contestata dai lavoratori, dalle rappresentanze sindacali e dalle istituzioni locali che, al fine di evitare lo sconvolgimento della vita professionale e familiare dei 67 lavoratori italiani, hanno immediatamente sollecitato: adeguati incentivi all’esodo sull’esempio di procedure già utilizzate negli anni precedenti nelle basi militari di Sigonella; il reimpiego delle posizioni in esubero per attività logistico/manutentive date in appalto esterno; la possibilità di rendere volontario e favorito da incentivi il ricollocamento presso la base militare di Dal Molin;

attualmente, la situazione è ancora più grave di quella descritta alcuni mesi fa, poiché i contatti con i rappresentanti civili e militari statunitensi non hanno, purtroppo, dato alcun frutto e, a quanto risulta agli interroganti, la procedura di riduzione del personale si sta compiendo mediante l’inoltro, per alcuni, delle comunicazioni di trasferimento e, per altri, delle lettere di licenziamento (la cessazione del rapporto è previsto per il 30 settembre prossimo);

la procedura è considerata scorretta dalle OO.SS. in quanto ha scavalcato l’obbligo di un loro coinvolgimento come previsto dalla legge 223/91, ignorando quindi la normativa italiana, che, tra l’altro, anche l’ambasciatore USA Thorne aveva dichiarato di voler considerare in una sua lettera alle istituzioni pisane.

il futuro dei 67 lavoratori (ora 55 dopo la ricollocazione di 12 unità) e delle rispettive famiglie sembra dunque più fosco che mai, dato che l’alternativa cui sono sottoposti è tra il licenziamento – tra l’altro, a causa della particolare natura del rapporto di lavoro, non supportato dalle classiche forme di ammortizzatori sociali spettanti ai dipendenti, ma dall’indennità di mobilità in deroga – e un trasferimento che per molti di essi rappresenta un’ipotesi quasi impossibile da realizzarsi a causa delle situazioni familiari che vedono, in molti casi, figli che frequentano le scuole del territorio pisano e coniugi con impieghi stabili nella medesima area;

gli interroganti si chiedono se sia stato fatto tutto il possibile per tentare di attenuare la portata delle conseguenze dovute alla ristrutturazione delle basi militari statunitensi in Italia, che comporterà dannose ripercussioni su un territorio, come quello pisano, segnato da una serie di crisi aziendali di rilevante portata e condizionato da un contesto nazionale caratterizzato da una congiuntura economica fortemente recessiva:

se non intenda adoperarsi con la massima sollecitudine, vista la delicatezza della vicenda sommariamente descritta in premessa e le drammatiche conseguenze che essa può generare, al fine di porre in essere tutte le iniziative necessarie ad avviare un reale e corretto confronto, con i sindacati e le Istituzioni Locali, che permetta di valutare soluzioni alternative a quelle sin qui prospettate, evitando ai lavoratori coinvolti di subire la perdita del posto del lavoro o un oneroso trasferimento, non sopportabile in termini umani e professionali.

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Scuola Pontremoli, Lastri: “Giusto esito delle indagini. Ora aiutare i bambini”

Giustissime le risultanze dell’indagine ispettiva promossa dall’Ufficio Scolastico regionale toscano, che ha bloccato il provvedimento di bocciatura dei cinque alunni della “Giulio Tifoni” perché, come riconosciuto dallo stesso ufficio, ‘non sussistono le motivazioni di eccezionalità previste dalle norme di riferimento’. Le famiglie coinvolte e la mobilitazione di questi giorni hanno messo in evidenza la gravità del provvedimento di bocciatura. Colpire dei bambini in prima elementare per inefficienze organizzative e sovraffollamento delle classi è una sconfitta della scuola medesima e di chi ne ha la responsabilità. E’ bene che adesso dopo questo provvedimento si ristabiliscano i necessari equilibri aiutando i bambini nel loro percorso scolastico senza procurare ulteriori sofferenze e sostenendoli in questa importante fase dell’apprendimento”.

Così il consigliere regionale Daniela Lastri, responsabile Scuola del Pd della Toscana, commenta gli sviluppi della vicenda dei cinque bambini bocciati in prima elementare in una classe dell’istituto “Giulio Tifoni” di Pontremoli.

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