4 Luglio 2013

Tnt, Ferrucci e Boretti (Pd): “Necessaria la massima attenzione da parte delle istituzioni, il governo convochi azienda e sindacati”

furgoneTNT4 luglio 2013 –  “Continuiamo ad esprimere forte preoccupazione per la situazione dei lavoratori della Tnt Express, per i quali ieri, dopo l’incontro a Roma tra sindacati e azienda, si è giunti a un nulla di fatto. A questo punto chiediamo che sia il governo a convocare le parti, il prima possibile; proprio perché questo piano di riorganizzazione, che interessa circa 50 lavoratori degli stabilimenti toscani e oltre 800 addetti in tutta Italia, rappresenta una condizione di emergenza per un settore strategico che interessa tutto il territorio, con gravi conseguenze che potrebbero ripercuotersi sul trasporto delle merci. La riduzione del personale negli stabilimenti toscani della Tnt sarebbe, infatti, un duro colpo anche per l’intero indotto che si occupa della logistica e delle consegne. Siamo di fronte all’ennesima riorganizzazione che invece di puntare su una strategia di rilancio, mette in campo un piano che prevede tagli occupazionali. Per questo il nostro appello è rivolto ai lavoratori, ai quali esprimiamo tutta la nostra vicinanza e assicuriamo il massimo impegno come rappresentanti delle istituzioni regionali; un’attenzione che si è manifestata anche a seguito dell’audizione di martedì scorso presso la commissione emergenza occupazionale del consiglio regionale”.

Così Ivan Ferrucci consigliere regionale – coordinatore della segreteria del Pd toscano e Vanessa Boretti consigliere regionale Pd, in merito al piano di riorganizzazione della Tnt.

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Economia. Toscana. Ferrucci: “Sia siglato il nuovo patto per lo sviluppo entro luglio”

patto-lavoratori4 luglio 2013 – “La situazione è tale che non è più rinviabile una nuova intesa tra mondo produttivo, categorie economiche e sindacati: il dialogo e il lavoro avviati su questo nei mesi scorsi vanno ora portati a compimento e occorre siglare un nuovo Patto per lo Sviluppo al più presto, entro luglio. La crisi si affronta con coesione e unità di intenti tra le forze sociali, solo così si potrà creare una capacità di rilancio della Toscana partendo dalla centralità della politica industriale e della tutela dei lavoratori”.  Questo l’appello che lancia il consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano Ivan Ferrucci, a istituzioni, rappresentanti dei lavoratori e mondo economico per ridare attualità ad un accordo che mira a rilanciare lo sviluppo in Toscana.
 
“La Regione Toscana in questi tre anni – ricorda Ferrucci – ha adottato strumenti di programmazione economica e provvedimenti concreti per il lavoro e il sociale con un impegno altissimo di energie e risorse. Cito ad esempio le politiche attive e passive per l’occupazione, con il sostegno ai lavoratori della Cassa integrazione; la battaglia per lo sblocco dei pagamenti Inps; il rafforzamento del ruolo dei centri per l’impiego; i fondi di garanzia per i lavoratori a tempo non indeterminato o di anticipo alla Cig; il fondo unico per le imprese e per la reindustrializzazione e la formazione professionale; la programmazione per le aree di attrazione degli investimenti; il lavoro sui fondi sociali europei; l’attenzione per il ‘Sistema dei poli tecnologici’ e i distretti industriali; i provvedimenti a sostegno della piccola e media impresa e per situazioni di crisi; le iniziative per il sostegno dell’emancipazione dei giovani, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di impresa. Non ultimo gli strumenti per l’accesso al credito. E per quanto riguarda il sociale penso ad esempio al fondo per la non autosufficienza, i contributi per garantire le  scuole materne e l’edilizia scolastica, con risorse proporzionalmente ben più cospicue di quelle del governo nazionale in questi anni.
In tutto questo la Regione ha posto al governo un quadro chiaro delle situazioni di criticità e degli investimenti da fare per rilanciare l’economia in Toscana. A questo punto gli elementi ci sono tutti per attivarsi a sostegno delle problematicità evidenziate e per promuovere gli investimenti individuati. Ma questa azione non può che muoversi di pari passo con la firma del nuovo patto per lo sviluppo che includa tutti i protagonisti del ‘sistema-toscana’” conclude Ferrucci.
 

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Economia. Toscana. Ferrucci: “Sia siglato il nuovo patto per lo sviluppo entro luglio”

patto-lavoratori4 luglio 2013 – “La situazione è tale che non è più rinviabile una nuova intesa tra mondo produttivo, categorie economiche e sindacati: il dialogo e il lavoro avviati su questo nei mesi scorsi vanno ora portati a compimento e occorre siglare un nuovo Patto per lo Sviluppo al più presto, entro luglio. La crisi si affronta con coesione e unità di intenti tra le forze sociali, solo così si potrà creare una capacità di rilancio della Toscana partendo dalla centralità della politica industriale e della tutela dei lavoratori”.  Questo l’appello che lancia il consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano Ivan Ferrucci, a istituzioni, rappresentanti dei lavoratori e mondo economico per ridare attualità ad un accordo che mira a rilanciare lo sviluppo in Toscana.
 
“La Regione Toscana in questi tre anni – ricorda Ferrucci – ha adottato strumenti di programmazione economica e provvedimenti concreti per il lavoro e il sociale con un impegno altissimo di energie e risorse. Cito ad esempio le politiche attive e passive per l’occupazione, con il sostegno ai lavoratori della Cassa integrazione; la battaglia per lo sblocco dei pagamenti Inps; il rafforzamento del ruolo dei centri per l’impiego; i fondi di garanzia per i lavoratori a tempo non indeterminato o di anticipo alla Cig; il fondo unico per le imprese e per la reindustrializzazione e la formazione professionale; la programmazione per le aree di attrazione degli investimenti; il lavoro sui fondi sociali europei; l’attenzione per il ‘Sistema dei poli tecnologici’ e i distretti industriali; i provvedimenti a sostegno della piccola e media impresa e per situazioni di crisi; le iniziative per il sostegno dell’emancipazione dei giovani, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di impresa. Non ultimo gli strumenti per l’accesso al credito. E per quanto riguarda il sociale penso ad esempio al fondo per la non autosufficienza, i contributi per garantire le  scuole materne e l’edilizia scolastica, con risorse proporzionalmente ben più cospicue di quelle del governo nazionale in questi anni.
In tutto questo la Regione ha posto al governo un quadro chiaro delle situazioni di criticità e degli investimenti da fare per rilanciare l’economia in Toscana. A questo punto gli elementi ci sono tutti per attivarsi a sostegno delle problematicità evidenziate e per promuovere gli investimenti individuati. Ma questa azione non può che muoversi di pari passo con la firma del nuovo patto per lo sviluppo che includa tutti i protagonisti del ‘sistema-toscana’” conclude Ferrucci.
 

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1 Luglio 2013

Scomparso Gino Nunes. Il cordoglio del Pd toscano

gino-nunes1 luglio 2013 – “Con Gino se ne va un protagonista della vita pubblica e politica pisana e toscana, un uomo delle istituzioni che guardava avanti e ha sempre saputo essere al passo con i cambiamenti della società. Una persona capace e appassionata di cui sentiremo la mancanza. A nome mio e del Pd della Toscana voglio esprimere con affetto la vicinanza alla famiglia per questa dolorosissima perdita”.
Così il segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli manifesta il cordoglio per la scomparsa di Gino Nunes.

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Scomparso Gino Nunes. Il cordoglio del Pd toscano

gino-nunes1 luglio 2013 – “Con Gino se ne va un protagonista della vita pubblica e politica pisana e toscana, un uomo delle istituzioni che guardava avanti e ha sempre saputo essere al passo con i cambiamenti della società. Una persona capace e appassionata di cui sentiremo la mancanza. A nome mio e del Pd della Toscana voglio esprimere con affetto la vicinanza alla famiglia per questa dolorosissima perdita”.
Così il segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli manifesta il cordoglio per la scomparsa di Gino Nunes.

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28 Giugno 2013

TNT, Ferrucci e Boretti (Pd): “Preoccupati per i lavoratori, saremo al loro fianco”

furgoneTNT28 giugno 2013 –  “Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per sostenere i lavoratori coinvolti in questa vicenda. Aspettiamo di conoscere l’esito della riunione che si terrà lunedì tra la proprietà e le rappresentanze sindacali ma lo stesso intendiamo esprimere la nostra vicinanza alle preoccupazioni di tutti coloro interessati dalla vertenza e che hanno aderito in massa alla mobilitazione in corso da ieri sera – spiegano Vanessa Boretti consigliere regionale Pd e Ivan Ferrucci consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano –  Pertanto auspichiamo che a seguito della riunione della prossima settimana – durante la quale i sindacati chiederanno il ritiro della mobilità e la realizzazione di un piano industriale – sia trovata una soluzione positiva, volta a tutelare il più possibile i livelli occupazionali”. Intanto, a seguito di una richiesta presentata da Vanessa Boretti, la quale questa mattina ha partecipato al presidio davanti allo stabilimento di Calenzano –  martedì 2 luglio ci sarà un incontro tra i lavoratori e i membri dell’ufficio di presidenza della commissione emergenza occupazionale del consiglio regionale. “Un incontro che per noi rappresenta un primo passo importante, al seguito del quale continueremo a porre particolare attenzione alla vertenza”, concludono Boretti e Ferrucci.

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TNT, Ferrucci e Boretti (Pd): “Preoccupati per i lavoratori, saremo al loro fianco”

furgoneTNT28 giugno 2013 –  “Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per sostenere i lavoratori coinvolti in questa vicenda. Aspettiamo di conoscere l’esito della riunione che si terrà lunedì tra la proprietà e le rappresentanze sindacali ma lo stesso intendiamo esprimere la nostra vicinanza alle preoccupazioni di tutti coloro interessati dalla vertenza e che hanno aderito in massa alla mobilitazione in corso da ieri sera – spiegano Vanessa Boretti consigliere regionale Pd e Ivan Ferrucci consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano –  Pertanto auspichiamo che a seguito della riunione della prossima settimana – durante la quale i sindacati chiederanno il ritiro della mobilità e la realizzazione di un piano industriale – sia trovata una soluzione positiva, volta a tutelare il più possibile i livelli occupazionali”. Intanto, a seguito di una richiesta presentata da Vanessa Boretti, la quale questa mattina ha partecipato al presidio davanti allo stabilimento di Calenzano –  martedì 2 luglio ci sarà un incontro tra i lavoratori e i membri dell’ufficio di presidenza della commissione emergenza occupazionale del consiglio regionale. “Un incontro che per noi rappresenta un primo passo importante, al seguito del quale continueremo a porre particolare attenzione alla vertenza”, concludono Boretti e Ferrucci.

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F35 e difesa comune: spendere meno, spendere tutti – Intervista a Andrea Manciulli su L’Unità

intervista-manciulli-F35«La mozione sugli F-35 approvata l’altro ieri dalla Camera è un primo, importante passo che deve portare alla definizione di un nuovo modello di difesa. Per questo, come Pd intendiamo impegnarci nella messa a punto di un libro bianco sulla difesa nazionale che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle spese militari. Solo così si potrà spendere meno e meglio».
Ad  affermarlo è Andrea Manciulli, vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, responsabile Europa e Difesa nella segreteria nazionale del Pd. «Le nuove esigenze di difesa – rimarca Manciulli – devono tener conto di un dato geopolitico fondamentale che ci riguarda direttamente: il Mediterraneo è oggi divenuto un’area di profonda instabilità. E l’Italia, assieme agli altri Paesi euromediterranei, è chiamata a farsene carico».
Qual è il segno politico della mozione sugli  F35  approvata l’altro ieri alla Camera?
«È quello di un’operazione politica che, sulla base della legge approvata nella scorsa legislatura, attribuisce al Parlamento un potere di indirizzo e di controllo sulle spese militari. Il segno è quello di voler riparametrare le spese e la scelta stessa degli aerei sulla base delle nuove esigenze di difesa e dei maggiori rischi per il nostro Paese. Questo è ilmodo migliore di procedere per costruire una nuova politica di difesa».

Un nuovo modello di difesa. Su quali basi dovrebbe fondarsi?
«Il Pd deve farsi promotore di un maggior rapporto, anche in sede istituzionale, fra la politica estera e la difesa, perché è impensabile comprendere le reali esigenze di difesa se non c’è un chiaro orizzonte strategico dell’Italia e dell’Europa che prenda atto dei mutamenti intervenuti in questi anni».

A cosa si riferisce in particolare?
«Se uno guarda agli ultimi trent’anni, emerge con chiarezza come si sia passati da un’Europa nella quale la frontiera Est era quella più esposta, dal punto di vista dei rischi, alla situazione attuale nella quale il Mediterraneo è diventato la nuova linea di frattura e instabilità. Dubito che si abbia la percezione esatta della portata di questa instabilità: c’è un’area di crisi che dal Medio Oriente – con ciò che accade in Siria e Libano – si estende da un lato alla fascia del Sahel, diventata la nuova area di espansione del terrorismo jihadista, e dall’altro al Maghreb, in particolare per ciò che concerne i precari equilibri nella Libia del dopo-Gheddafi. È evidente che questo scenario cambia radicalmente il nostro bisogno, qualitativo e quantitativo, di politica di difesa. Siamo entrati in una nuova fase in cui la prevenzione e la capacità d’intervento rapido sono gli elementi più importanti di una efficace politica di sicurezza. Per questo l’indagine conoscitiva che dovremo fare è importante. Perché deve preludere – come peraltro hanno fatto altri Paesi – a un progetto di difesa nazionale. In questa direzione va la proposta del Pd di mettere a punto un libro bianco sulla difesa nazionale, che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle necessarie spese militari. Non dobbiamo comprare niente di più di quello che serve, favorendo l’avanzamento tecnologico e una scelta di qualità misurata sui nuovi rischi. Per questo è importante lavorare su due obiettivi… ».

Quali?
«Agire con determinazione per dar vita a un sistema di difesa europeo. Una politica di difesa del Mediterraneo ha corto respiro ed è destinata al fallimento se non c’è un coordinamento tra gli Stati europei che in esso si affacciano. Se c’è un coordinamento, tutti possono spenderemeno e supportarsi reciprocamente per una difesa comune. Il secondo obiettivo a cui puntare è il rilancio di una politica atlantica nella quale l’Europa deve assumere un ruolo centrale, da protagonista in ambito Nato, tanto più necessario di fronte al fatto che gli Stati Uniti stanno spostando sempre più il loro interesse strategico verso il Pacifico».

Quale sarebbe questo ruolo centrale dell’Europa in termini di sicurezza e di politica di difesa?
«Il ruolo di presidio del Mediterraneo. Non è un caso che su questi temi si concentrerà il Consiglio europeo di dicembre dedicato ai temi della Difesa. Unappuntamento di straordinaria importanza a cui l’Italia deve arrivare con idee e proposte ben chiare».

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F35 e difesa comune: spendere meno, spendere tutti – Intervista a Andrea Manciulli su L’Unità

intervista-manciulli-F35«La mozione sugli F-35 approvata l’altro ieri dalla Camera è un primo, importante passo che deve portare alla definizione di un nuovo modello di difesa. Per questo, come Pd intendiamo impegnarci nella messa a punto di un libro bianco sulla difesa nazionale che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle spese militari. Solo così si potrà spendere meno e meglio».
Ad  affermarlo è Andrea Manciulli, vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, responsabile Europa e Difesa nella segreteria nazionale del Pd. «Le nuove esigenze di difesa – rimarca Manciulli – devono tener conto di un dato geopolitico fondamentale che ci riguarda direttamente: il Mediterraneo è oggi divenuto un’area di profonda instabilità. E l’Italia, assieme agli altri Paesi euromediterranei, è chiamata a farsene carico».
Qual è il segno politico della mozione sugli  F35  approvata l’altro ieri alla Camera?
«È quello di un’operazione politica che, sulla base della legge approvata nella scorsa legislatura, attribuisce al Parlamento un potere di indirizzo e di controllo sulle spese militari. Il segno è quello di voler riparametrare le spese e la scelta stessa degli aerei sulla base delle nuove esigenze di difesa e dei maggiori rischi per il nostro Paese. Questo è ilmodo migliore di procedere per costruire una nuova politica di difesa».

Un nuovo modello di difesa. Su quali basi dovrebbe fondarsi?
«Il Pd deve farsi promotore di un maggior rapporto, anche in sede istituzionale, fra la politica estera e la difesa, perché è impensabile comprendere le reali esigenze di difesa se non c’è un chiaro orizzonte strategico dell’Italia e dell’Europa che prenda atto dei mutamenti intervenuti in questi anni».

A cosa si riferisce in particolare?
«Se uno guarda agli ultimi trent’anni, emerge con chiarezza come si sia passati da un’Europa nella quale la frontiera Est era quella più esposta, dal punto di vista dei rischi, alla situazione attuale nella quale il Mediterraneo è diventato la nuova linea di frattura e instabilità. Dubito che si abbia la percezione esatta della portata di questa instabilità: c’è un’area di crisi che dal Medio Oriente – con ciò che accade in Siria e Libano – si estende da un lato alla fascia del Sahel, diventata la nuova area di espansione del terrorismo jihadista, e dall’altro al Maghreb, in particolare per ciò che concerne i precari equilibri nella Libia del dopo-Gheddafi. È evidente che questo scenario cambia radicalmente il nostro bisogno, qualitativo e quantitativo, di politica di difesa. Siamo entrati in una nuova fase in cui la prevenzione e la capacità d’intervento rapido sono gli elementi più importanti di una efficace politica di sicurezza. Per questo l’indagine conoscitiva che dovremo fare è importante. Perché deve preludere – come peraltro hanno fatto altri Paesi – a un progetto di difesa nazionale. In questa direzione va la proposta del Pd di mettere a punto un libro bianco sulla difesa nazionale, che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle necessarie spese militari. Non dobbiamo comprare niente di più di quello che serve, favorendo l’avanzamento tecnologico e una scelta di qualità misurata sui nuovi rischi. Per questo è importante lavorare su due obiettivi… ».

Quali?
«Agire con determinazione per dar vita a un sistema di difesa europeo. Una politica di difesa del Mediterraneo ha corto respiro ed è destinata al fallimento se non c’è un coordinamento tra gli Stati europei che in esso si affacciano. Se c’è un coordinamento, tutti possono spenderemeno e supportarsi reciprocamente per una difesa comune. Il secondo obiettivo a cui puntare è il rilancio di una politica atlantica nella quale l’Europa deve assumere un ruolo centrale, da protagonista in ambito Nato, tanto più necessario di fronte al fatto che gli Stati Uniti stanno spostando sempre più il loro interesse strategico verso il Pacifico».

Quale sarebbe questo ruolo centrale dell’Europa in termini di sicurezza e di politica di difesa?
«Il ruolo di presidio del Mediterraneo. Non è un caso che su questi temi si concentrerà il Consiglio europeo di dicembre dedicato ai temi della Difesa. Unappuntamento di straordinaria importanza a cui l’Italia deve arrivare con idee e proposte ben chiare».

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26 Giugno 2013

Terremoto, Cdm riconosce lo stato di emergenza. Ferrucci (Pd): “Soddisfazione per la risposta del governo”

TERREMOTO-FOTOGRAMMA226 GIUGNO 2013 – “Il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei ministri mette in condizione la nostra Regione di fare interventi necessari per la messa in sicurezza dei territori della Lunigiana e della Garfagnana, colpiti dagli eventi sismici dei giorni scorsi. Inoltre, insieme al riconoscimento dello stato di emergenza per le zone terremotate, il Cdm ha approvato anche quello per alcuni comuni della provincia di Pisa danneggiati dalle avversità atmosferiche del marzo scorso. Pertanto, intendo esprimere soddisfazione per il lavoro svolto dalla Regione nel chiedere fin da subito, e in modo efficace, l’intervento del governo. Un intervento che sarà essenziale per coprire le spese urgenti e proseguire con misure di prevenzione per la messa in sicurezza dei territori soggetti a rischio idrogeologico e sismico”.

Così Ivan Ferrucci consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano, riguardo il riconoscimento dello stato di emergenza per le zone della Lunigiana e della Garfagnana colpite dal terremoto e per quelle danneggiate dagli eventi atmosferici del marzo scorso nella provincia di Pisa.

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