BANDIERA-PD

A questo link trovate l’elenco (in via di aggiornamento) dei banchetti

Elenco banchetti 5-6 dicembre 2015

 

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Sono più di 300 i banchetti organizzati dal Partito Democratico in Toscana domani e domenica nell’ambito della campagna nazionale “Italia Coraggio” che vedrà 2mila punti di incontro in tutta Italia dove iscritti, militanti, dirigenti e amministratori del partito incontreranno i cittadini per raccogliere idee e raccontare i risultati di governo. Sarà possibile anche aderire al tesseramento del Pd.

 

Tra gli esponenti che saranno nelle piazze, il segretario dem Dario Parrini sarà domani mattina, sabato 5 dicembre, ai banchetti del territorio empolese. Il pomeriggio sarà a Pisa con il vicesegretario Antonio Mazzeo alle 17 al circolo Pd Pisanova (via Galluzzi).

 

Mazzeo domani sarà anche alle 16 al banchetto di Corso Italia/Piazza del Carmine (Pisa) e a Livorno in Viale Italia di fronte all’acquario (ore 12.30) insieme all’eurodeputata Simona Bonafè.

 

Il capogruppo Pd in regione, Leonardo Marras, sarà domani pomeriggio a Ribolla (Grosseto).

 

L’eurodeputato e portavoce della segreteria Nicola Danti domani sarà a Pelago (via Sant’Andrea),  Pontassieve (Piazza Cairoli) e Bagno a Ripoli (Piazza della Vittoria).

 

Il presidente della Regione Enrico Rossi e il responsabile enti locali della segreteria regionale, Stefano Bruzzesi, saranno domenica mattina 6 dicembre alle 11 in Piazza Santo Spirito.

 

Siamo protagonisti di una grande fase di cambiamento sia a livello nazionale sia a livello locale e vogliamo spiegare nel dettaglio ai cittadini i risultati ottenuti,  le riforme portate a termine ma soprattutto vogliamo ascoltarli in vista del tanto lavoro che ancora dobbiamo fare. La mobilitazione che in questo fine settimana i nostri circoli hanno organizzato è andata ben oltre le aspettative e senza i nostri iscritti e militanti tutto questo non sarebbe possibile. Sono loro la nostra forza e il nostro più grande valore. Saremo in migliaia nelle piazze e nei luoghi di ritrovo e i cittadini potranno confrontarsi direttamente con amministratori locali, consiglieri e assessori regionali, parlamentari e dirigenti del partito” dicono Dario Parrini e Antonio Mazzeo.

 

Parallelamente – spiega Mazzeo – in Toscana distribuiremo i materiali per illustrare i risultati già raggiunti nei primi sei mesi di legislatura regionale: dalla legge che impedisce il cumulo dei vitalizi, all’impegno per le fusioni dei comuni, dal progetto di riorganizzazione del sistema sanitario che stiamo costruendo insieme a cittadini e operatori del settore in queste settimane, alla legge per i defibrillatori negli impianti sportivi fino agli impegni presi in bilancio per evitare l’aumento delle tasse regionali e allo stanziamento di 91 milioni di euro per l’agricoltura”.

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Firenze



“Davanti all’immondizia per le strade e alla crisi di un servizio essenziale per una città, il movimento 5 Stelle forse avrà capito negli ultimi giorni che tra il dire e il fare c’è di mezzo il governare. Protestare e fare demagogia è certamente più semplice, ma amministrare una città è un’altra cosa”.

Così il vicesegretario del PD della Toscana, Antonio Mazzeo, interviene sulla crisi dell’azienda comunale di rifiuti Aamps di Livorno dopo il consiglio comunale di ieri.

“La giunta Nogarin è allo sbando, l’approssimazione regna sovrana e i nodi delle promesse sono venuti al pettine. Cosa hanno fatto per Livorno in 18 mesi di governo? Hanno detto no all’ospedale, no alla Darsena Europa, no all’azienda unica dei rifiuti. Stiamo assistendo alla politica del caos: un assessore che insulta i lavoratori mentre uno di loro si sente male, l’assessore all’ambiente che manifesta il suo disaccordo sulla linea imposta da Grillo a Nogarin e viene cacciato, contrarietà tra gli stessi consiglieri M5S a procedere sulla strada indicata dal sindaco, la presidente del consiglio comunale che lascia. Il tutto sulla pelle di centinaia di lavoratori cui viene chiesto di fidarsi di una stretta di mano e di promesse che l’amministrazione sa di non poter mantenere. Perché se la strada scelta sarà quella del concordato, a decidere sarà il tribunale e non certo Nogarin, Beppe Grillo o il loro blog. La verità è, semplicemente, che per giustificare l’incapacità amministrativa ci si limita a dare la colpa a chi c’era prima e a delegare oggi ad altri le scelte che in un anno e mezzo non sono state mai fatte”.

Mazzeo indica infine quella che, secondo il Partito Democratico, sarebbe ora la strada da seguire prima di tutto per una maggiore tutela dei dipendenti di Aamps e delle loro famiglie: “Sull’adesione alla società unica il M5S ha fatto per mesi una battaglia ideologica ricorrendo addirittura al Tar. Ebbene, non solo i giudici hanno dato loro torto, ma hanno così dimostrato di voler andare contro quella che sarebbe l’unica strada per un vero risanamento dell’azienda in grado di garantire il futuro e lo stipendio dei lavoratori: la strada di Reti Ambiente che, ottusamente, hanno deciso di non percorrere e sulla quale non hanno mai mostrato la minima disponibilità quantomeno a dialogare. Nogarin vada pure avanti a seguire i diktat di Grillo e a fare il signor no. Sono convinto che i livornesi siano già ampiamente stufi di questo atteggiamento arrogante e dispotico che niente ha a che fare con quella democrazia partecipata che tanto sbandierano”.

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Firenze

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I segretari PD: “Governo ha fatto ciò che norme consentivano. Salvaguardati posti di lavoro, conti e obbligazioni ordinarie. Comprendiamo dramma per titoli rischiosi acquistati in buona fede. Parlamentari al lavoro per verificare margini per cambiamenti positivi”
 
 
“Riteniamo necessario portare un po’ di chiarezza e di verità in merito al decreto del 22 novembre, non a caso ridefinito “salva-banche”, relativo a quattro istituti di credito dei nostri territori.

La verità è che il governo ha fatto tutto quello che le norme italiane e europee consentivano di fare, riducendo nella massima misura possibile gli effetti negativi dello stato di insolvenza in cui versavano gli istituti bancari in questione.

Ha adottato un provvedimento per salvaguardare circa 6mila posti di lavoro e i conti correnti (di cui sono titolari oltre un milione di depositanti e circa duecentomila risparmiatori e imprese) e tutti i risparmi investiti in obbligazioni ordinarie.

Comprendiamo perfettamente lo sconcerto delle famiglie che hanno perso risparmi accumulati con anni di lavoro e di sacrifici e che oggi vivono un vero e proprio dramma.

Non possiamo invece né comprendere né accettare il capovolgimento sistematico della realtà portato avanti da più parti a fini di lotta politica o di pura disinformazione da chi ha unicamente interesse ad alzare polveroni per nascondere la verità.

Non è al governo infatti che si può imputare il fatto che tanti risparmiatori hanno acquistato titoli oggettivamente rischiosi, in buona fede, convinti che rischiosi non fossero.

Ciò doverosamente chiarito, crediamo che quella di un’azione giudiziaria, anche tramite le associazioni dei consumatori, sia una strada che deve essere percorsa. I nostri rappresentanti in Parlamento sono già al lavoro allo scopo di verificare se esistano, in sede di conversione parlamentare del decreto, margini giuridicamente sostenibili per fare dei cambiamenti positivi. Il nostro impegno su questo sarà massimo, come sempre, con la serietà e la concretezza che contraddistingue il PD e i suoi amministratori.

Chi urla e inganna le persone per ricavare un lucro politico, speculando sulla loro rabbia compie un atto ignobile e immorale, che con lo stesso impegno combatteremo, come atto di responsabilità verso i cittadini”.

DARIO PARRINI, SEGRETARIO PD TOSCANA

PAOLO CALVANO, SEGRETARIO PD EMILIA-ROMAGNA

FRANCESCO COMI, SEGRETARIO PD MARCHE

MARCO RAPINO, SEGRETARIO PD ABRUZZO

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Firenze

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I segretari PD: “Governo ha fatto ciò che norme consentivano. Salvaguardati posti di lavoro, conti e obbligazioni ordinarie. Comprendiamo dramma per titoli rischiosi acquistati in buona fede. Parlamentari al lavoro per verificare margini per cambiamenti positivi”
 
 
“Riteniamo necessario portare un po’ di chiarezza e di verità in merito al decreto del 22 novembre, non a caso ridefinito “salva-banche”, relativo a quattro istituti di credito dei nostri territori.

La verità è che il governo ha fatto tutto quello che le norme italiane e europee consentivano di fare, riducendo nella massima misura possibile gli effetti negativi dello stato di insolvenza in cui versavano gli istituti bancari in questione.

Ha adottato un provvedimento per salvaguardare circa 6mila posti di lavoro e i conti correnti (di cui sono titolari oltre un milione di depositanti e circa duecentomila risparmiatori e imprese) e tutti i risparmi investiti in obbligazioni ordinarie.

Comprendiamo perfettamente lo sconcerto delle famiglie che hanno perso risparmi accumulati con anni di lavoro e di sacrifici e che oggi vivono un vero e proprio dramma.

Non possiamo invece né comprendere né accettare il capovolgimento sistematico della realtà portato avanti da più parti a fini di lotta politica o di pura disinformazione da chi ha unicamente interesse ad alzare polveroni per nascondere la verità.

Non è al governo infatti che si può imputare il fatto che tanti risparmiatori hanno acquistato titoli oggettivamente rischiosi, in buona fede, convinti che rischiosi non fossero.

Ciò doverosamente chiarito, crediamo che quella di un’azione giudiziaria, anche tramite le associazioni dei consumatori, sia una strada che deve essere percorsa. I nostri rappresentanti in Parlamento sono già al lavoro allo scopo di verificare se esistano, in sede di conversione parlamentare del decreto, margini giuridicamente sostenibili per fare dei cambiamenti positivi. Il nostro impegno su questo sarà massimo, come sempre, con la serietà e la concretezza che contraddistingue il PD e i suoi amministratori.

Chi urla e inganna le persone per ricavare un lucro politico, speculando sulla loro rabbia compie un atto ignobile e immorale, che con lo stesso impegno combatteremo, come atto di responsabilità verso i cittadini”.

DARIO PARRINI, SEGRETARIO PD TOSCANA

PAOLO CALVANO, SEGRETARIO PD EMILIA-ROMAGNA

FRANCESCO COMI, SEGRETARIO PD MARCHE

MARCO RAPINO, SEGRETARIO PD ABRUZZO

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Firenze

ttip

Il dibattito intorno al TTIP si sta facendo sempre più intenso anche nel nostro Paese. Per questo l’eurodeputato PD-S&D Nicola Danti ha deciso di organizzare a Firenze, il prossimo venerdì 4 dicembre, un’iniziativa dal titolo “TTIP: Una nuova prospettiva transatlantica. Sfide ed opportunità per l’Europa, l’Italia e la Toscana”.

Grazie alla disponibilità del Consiglio Regionale della Toscana, l’iniziativa avrà luogo venerdì a partire dalle 9.30 nella Sala delle Feste (Via Cavour 18, Firenze).

Per ragioni di sicurezza e di limitata capienza della sala, vi ricordo che per la partecipazione è strettamente necessario registrarsi scrivendo alla mail:nicola@nicoladanti.it

 

Di seguito il programma della conferenza:

9h00 Registrazione partecipanti

9h30 Indirizzi di saluto

EUGENIO GIANI, Presidente del Consiglio regionale della Toscana;

LEONARDO MARRAS, Capogruppo PD al Consiglio regionale della Toscana;

Introduzione

NICOLA DANTI, Vicepresidente della Commissione mercato interno e membro sostituto della Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo;

Interventi

BERND LANGE, Presidente della Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo e relatore della risoluzione sul TTIP;

ALESSANDRO PETRETTO, ordinario di Economia pubblica, Università degli Studi di Firenze;

10h45 Pausa caffè 

PAOLO DE CASTRO, Coordinatore del Gruppo S&D in commissione Agricoltura del Parlamento europeo;

Dibattito

Contributi dei rappresentanti nazionali e regionali di categorie produttive e sindacati – Modera DARIO PARRINI, Deputato al Parlamento italiano e Segretario regionale PD Toscana;

– Cesare Baldrighi, Presidente Consorzio Grana Padano

– Luca Giavi, Direttore Consorzio Prosecco

– Lisa Ferrarini, Vice Presidente per l’Europa, Confindustria

– Renato Santini, Segretario FIM-CISL Toscana

– Gianluca Volpi, Responsabile Area Economica e Servizi alle Imprese, CNA TOSCANA

– Rappresentante CGIL nazionale

Conclusioni

CARLO CALENDA, Viceministro allo Sviluppo economico, Governo Italiano.

 

 

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Firenze

montecatiniAumento dei contributi regionali e corsia preferenziale per i bandi pubblici. Sono i provvedimenti che il Partito democratico toscano e la giunta regionale promuoveranno per i comuni che daranno vita a operazioni di fusione. In parallelo esprimono forte sostegno alla misura prospettata oggi dal sottosegretario Angelo Rughetti di incremento anche dei finanziamenti nazionali.

Del tema si è parlato oggi nel corso del seminario “La fusione fa la forza” a Montecatini, dedicato al riassetto degli enti locali a cui hanno partecipato oltre 250 tra sindaci, amministratori, parlamentari e dirigenti del PD toscano insieme al sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti.

In dettaglio, nel mese di dicembre, sarà presentata dal Pd in consiglio regionale una risoluzione collegata al bilancio per chiedere che sia attribuito ai comuni risultato di fusione un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per l’aggiudicazione dei bandi regionali riservati alle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento andrà ad aggiungersi all’aumento di un milione di euro dei finanziamenti contenuti nella proposta di bilancio regionale per il 2016 licenziata dalla giunta.

Si tratta di misure che andranno a sommarsi a quelle già esistenti: lo stato finanzia i comuni nati da fusione per dieci anni con una cifra pari al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia ad oggi altri 250mila euro per ogni comune per cinque anni.

La nostra discussione continua perchè le fusioni possono essere incoraggiate, ma non calate dall’alto. La decisione finale spetta ai cittadini. Al nostro partito e ai nostri amministratori il compito di favorire un dibattito documentato coinvolgendo comunità locali e parti sociali. Dove le fusioni sono avvenute i cittadini hanno visto una riduzione della pressione fiscale, servizi più efficienti, più investimenti in opere pubbliche e semplificazione burocratica” spiega il segretario regionale dem Dario Parrini – A livello legislativo siamo impegnati perchè la Regione, che ha già da anni una legge molto avanzata in materia, continui su questa linea e incentivi ancora di più le fusioni. Ma i vantaggi economici non sono tutto. Le fusioni sono strumento decisivo per far funzionare meglio i nostri comuni”.

Dopo il riordino delle funzioni provinciali, da un lato dobbiamo svolgere il nostro ruolo nel nuovo senato e lavorare per la “regione di mezzo” con Umbria e Marche. Dall’altro si deve rafforzare il territorio e ci vogliono comuni più strutturati e più grandi. Credo si debba premiare chi si fonde nei nostri bandi, modificare la distribuzione dei fondi che incentivano le fusioni in base al numero di abitanti, mettere a disposizione sistemi perché non si perda il contatto con i cittadini, rivedere le criticità delle unioni, spingere ancora per programmazioni e pianificazioni di area” ha detto a Montecatini l’assessore regionaleVittorio Bugli.

In numeri, l’obiettivo che ci diamo – spiega il vicesegretario PD Antonio Mazzeo –, nel solco del decreto Delrio, è entro la fine della legislatura nel 2020, avere completato la fusione per quei comuni sotto 5mila abitanti o sotto 3mila abitanti nel caso di territori montani. Questo riguarda i piccoli comuni, ma i processi di fusione devono partire anche nei contesti densamente urbanizzati in cui si può puntare a numeri molto alti, addirittura allargando i confini dei capoluoghi. Ogni territorio ha infatti le proprie specificità, alla luce delle quali gli amministratori locali e i cittadini sono chiamati a fare le scelte più idonee caso per caso”.

CLICCA QUI PER I QUADERNI SEMINARIALI DELL’INCONTRO DI MONTECATINI

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Firenze

montecatiniAumento dei contributi regionali e corsia preferenziale per i bandi pubblici. Sono i provvedimenti che il Partito democratico toscano e la giunta regionale promuoveranno per i comuni che daranno vita a operazioni di fusione. In parallelo esprimono forte sostegno alla misura prospettata oggi dal sottosegretario Angelo Rughetti di incremento anche dei finanziamenti nazionali.

Del tema si è parlato oggi nel corso del seminario “La fusione fa la forza” a Montecatini, dedicato al riassetto degli enti locali a cui hanno partecipato oltre 250 tra sindaci, amministratori, parlamentari e dirigenti del PD toscano insieme al sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti.

In dettaglio, nel mese di dicembre, sarà presentata dal Pd in consiglio regionale una risoluzione collegata al bilancio per chiedere che sia attribuito ai comuni risultato di fusione un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per l’aggiudicazione dei bandi regionali riservati alle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento andrà ad aggiungersi all’aumento di un milione di euro dei finanziamenti contenuti nella proposta di bilancio regionale per il 2016 licenziata dalla giunta.

Si tratta di misure che andranno a sommarsi a quelle già esistenti: lo stato finanzia i comuni nati da fusione per dieci anni con una cifra pari al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia ad oggi altri 250mila euro per ogni comune per cinque anni.

La nostra discussione continua perchè le fusioni possono essere incoraggiate, ma non calate dall’alto. La decisione finale spetta ai cittadini. Al nostro partito e ai nostri amministratori il compito di favorire un dibattito documentato coinvolgendo comunità locali e parti sociali. Dove le fusioni sono avvenute i cittadini hanno visto una riduzione della pressione fiscale, servizi più efficienti, più investimenti in opere pubbliche e semplificazione burocratica” spiega il segretario regionale dem Dario Parrini – A livello legislativo siamo impegnati perchè la Regione, che ha già da anni una legge molto avanzata in materia, continui su questa linea e incentivi ancora di più le fusioni. Ma i vantaggi economici non sono tutto. Le fusioni sono strumento decisivo per far funzionare meglio i nostri comuni”.

Dopo il riordino delle funzioni provinciali, da un lato dobbiamo svolgere il nostro ruolo nel nuovo senato e lavorare per la “regione di mezzo” con Umbria e Marche. Dall’altro si deve rafforzare il territorio e ci vogliono comuni più strutturati e più grandi. Credo si debba premiare chi si fonde nei nostri bandi, modificare la distribuzione dei fondi che incentivano le fusioni in base al numero di abitanti, mettere a disposizione sistemi perché non si perda il contatto con i cittadini, rivedere le criticità delle unioni, spingere ancora per programmazioni e pianificazioni di area” ha detto a Montecatini l’assessore regionaleVittorio Bugli.

In numeri, l’obiettivo che ci diamo – spiega il vicesegretario PD Antonio Mazzeo –, nel solco del decreto Delrio, è entro la fine della legislatura nel 2020, avere completato la fusione per quei comuni sotto 5mila abitanti o sotto 3mila abitanti nel caso di territori montani. Questo riguarda i piccoli comuni, ma i processi di fusione devono partire anche nei contesti densamente urbanizzati in cui si può puntare a numeri molto alti, addirittura allargando i confini dei capoluoghi. Ogni territorio ha infatti le proprie specificità, alla luce delle quali gli amministratori locali e i cittadini sono chiamati a fare le scelte più idonee caso per caso”.

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Firenze

l'unitaL’UNITA’ SABATO 28 NOVEMBRE 2016

“La fusione fa la forza”. La pensa così il Pd toscano che oggi a Montecatini riunisce i

suoi dirigenti e amministratori, ma anche le categorie economiche, per parlare delle

fusioni tra comuni, con l’intervento a fine mattinata del sottosegretario Angelo

Rughetti.

In Toscana, dal 2011 – data della legge regionale in materia – si contano 16 comuni in

cui le ipotesi di fusione sono state sottoposte a referendum tra i cittadini. In metà dei

casi è arrivato il via libera e sono stati istituti i nuovi municipi. Domani e domenica

tocca al referendum per la fusione di Abetone e Cutigliano, provincia di Pistoia.

Tra i nuovi nati in Toscana c’è un primato. Figline-Incisa, provincia di Firenze, è a

tutt’oggi l’unico comune italiano sopra 20mila abitanti istituito con fusione, oltre a

quello di Valsamoggia in Emilia. Riccardo Nocentini, allora sindaco di Figline, è

oggi il responsabile attuazione del programma del PD toscano: “Ci poniamo un

doppio obiettivo: quello delle fusioni, in cui, nella maggior parte dei casi, si mettono

insieme due-tre comuni limitrofi molto integrati, e quello delle unioni, che

rappresentano aree territorialmente più ampie per gestire insieme i servizi, ad

esempio quelli sociosanitari ed educativi, ma anche lavori pubblici e urbanistica”.

Le leggi nazionale e regionale prevedono deroghe e fondi per i comuni che si

“sposano”. Per cinque anni sono liberi dai vincoli del patto di stabilità e quindi hanno

risorse da spendere immediate. Roma poi li finanzia per dieci anni con una cifra pari

al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia altri

250mila euro per ogni comune per cinque anni. Milioni di euro insomma.

Ma non si tratta solo di piccoli comuni che uniscono le forze. Anche i capoluoghi

iniziano a parlare di allargare i propri confini. Antonio Mazzeo, vicesegretario dem

della Toscana, ha lanciato l’idea di un grande comune dell’area pisana: “Si tratta di

comuni che hanno già sperimentato momenti di collaborazione, come l’approvazione

del regolamento edilizio unificato, o che hanno già ottenuto risultati concreti su scala

sovra comunale, come quelli relativi alla società della salute o ai servizi all’infanzia.

Il passo successivo potrebbe essere quello relativo a un corpo unico di polizia

municipale in grado di gestire meglio e con più efficienza un tema delicato e assai

sentito dai cittadini come quello della sicurezza”.

Si è iniziato a parlare di progetti analoghi anche per Firenze, Siena, Arezzo. E lo

stesso Pd vuole andare di pari passo alla riorganizzazione istituzionale. “Stiamo

costruendo coordinamenti politici di area vasta, per costruire anche all’interno del

partito strategie che superano i confini delle federazioni” dice Mazzeo.

A coordinare la mattinata di oggi a Montecatini saranno il deputato pistoiese Edoardo

Fanucci, vicepresidente della commissione bilancio della Camera, con la responsabile

regionale del Pd per le riforme istituzionali, Maria Federica Giuliani. “È il momento

di agire con fusioni e unioni dei comuni, per migliorare l’efficacia, l’efficienza e

dotare gli enti locali degli strumenti per offrire alle persone servizi migliori a costi

ridotti. Occorre mettere da parte campanilismi e scelte anacronistiche – dice Fanucci –

I Comuni che hanno optato per le fusioni sono riusciti ad abbassare tasse e tariffe,

razionalizzando la spesa e rilanciando gli investimenti”.

“Il prossimo anno saremo chiamati ad esprimerci sulla riforma costituzionale –

ricorda Maria Federica Giuliani – e con essa dovremo confrontarci su assetti nuovi

che vedono tre livelli di amministrazione: quella centrale, quella regionale ed i

comuni. La politica è chiamata oggi ad una riflessione importante sul nuovo ruolo ad

essi attribuito in considerazione delle mutate dimensioni e condizioni dei nostri

territori in questi anni, oltre che ovviamente in un’ottica di revisione ed

ottimizzazione delle finanze”.

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INTERVISTA DARIO PARRINI, UNITA’ SABATO 28 NOVEMBRE 2016

“In tempi di risorse limitate, si può risparmiare garantendo servizi pubblici

migliori, una programmazione più efficace, un aumento degli investimenti

e una riduzione delle tasse”. Il segretario del Pd toscano, Dario Parrini,

sostiene da sempre le fusioni tra comuni ed è contento che se ne discuta

sempre di più.

Tra i sindaci che riscontri trovate?

Ci sono state prese di posizione molto coraggiose e lungimiranti. La

Toscana ha da tempo una legge che incentiva i comuni a unirsi. Nei giorni

scorsi il sottosegretario Luca Lotti proprio dalla nostra regione ha speso

parole importanti sull’argomento.

Come intendete procedere?

Immaginiamo una riorganizzazione istituzionale su più fronti, che non si

fermi ai comuni. Abbiamo già ridotto le Asl creando tre sole realtà

interprovinciali. Puntiamo ad avere soggetti industriali almeno regionali

nell’acqua e nel gas per contenere le tariffe e incrementare investimenti e

qualità dei servizi.

Quali sono i numeri ottimali di popolazione per i nuovi comuni?

Variano a seconda delle caratteristiche socio-economiche e demografiche

di ciascuna area. La soglia minima ottimale è più bassa nei comuni rurali o

montani molto estesi e poco popolati. È più alta in contesti densamente

urbanizzati. Serve un’analisi territorio per territorio. Di sicuro,

specialmente dopo l’abolizione delle province, non è ottimale averne 8000,

di comuni. Per le ragioni ben illustrate sul vostro giornale da due esperti

come Alessandro Petretto e Carlo Fusaro.

La decisione finale spetta ai cittadini con i referendum e dovrete

convincerli che mettere da parte le logiche di campanile conviene…

Le imposizioni sono sbagliate. Le fusioni non si calano dall’alto. Si fanno

se i cittadini le ritengono in linea con un bisogno vero della comunità.

Penso che il Pd, nei circoli e con i propri sindaci, debba favorire una

discussione approfondita e documentata. Un’analisi rigorosa farà

emergere, per esempio, che non ha senso l’equazione fusione uguale

mortificazione delle identità territoriali. È vero il contrario: da

un’ottimizzazione degli assetti istituzionali le identità locali possono uscire

positivamente rafforzate.

Alcuni vantaggi in concreto?

Sfruttando le economie di scala e la possibilità di usare in maniera più

efficiente il personale, si possono dare gli stessi servizi spendendo meno, o

più servizi a spesa invariata. Ci sono benefici indubbi in termini di

investimenti, di pressione fiscale, di efficacia programmatoria, di

semplificazione burocratica. Si può ristrutturare il back-office senza tagli

al front-office.

E del progetto delle macroregioni cosa pensa?

Si può discutere del come. Ma che vadano aggregate e ridotte di numero è

indubbio. Una macroregione dell’Italia centrale sarebbe un grande

beneficio per i cittadini e per le imprese di questo  pezzo d’Italia. Con

l’onorevole Morassut ho presentato un ddl in tal senso assai prima che

questa discussione cominciasse. Sono molto felice che oggi sia una

questione ampiamente dibattuta.

Un progetto così ambizioso non rischia di rimanere sulla carta?

Di ogni riforma bisogna sempre valutare l’utilità e la fattibilità. Queste

riforme sono sia utili che fattibili. Il problema è solo di volontà politica. E

già più volte abbiamo dimostrato che non ci tiriamo indietro di fronte alle

sfide.

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Firenze