7354_99_E78Grosseto-Sien28 ottobre 2014 – “La fluidità delle relazione tra la Maremma con Siena, Firenze e Arezzo ha un valore sociale ed economico straordinario. Il finanziamento dei due lotti rimanenti per il completamento del raddoppio Grosseto-Siena e dell’ulteriore finanziamento per Siena-Firenze nella prossima legge di stabilità è in tal senso una notizia straordinaria. Le buone notizie vengono sempre a coppie, finalmente”.

Così Dario Parrini, segretario del Pd toscano, e Leonardo Marras, membro della segreteria regionale Dem, commentano positivamente l’esito dell’incontro avuto oggi dal Governatore Enrico Rossi con il Vice Ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, con la previsione di  uno stanziamento di 247 milioni per completare gli ultimi due lotti della Grosseto-Siena a quattro corsie,  e le rassicurazioni del presidente di Anas Pietro Ciucci circa  un investimento di 20 milioni che verrà realizzato nel 2015 per la manutenzione della Siena-Firenze.

“Unire, collegare con rapidità e sicurezza il sud e il nord della Regione può contribuire a facilitare la ripresa, ad arricchire le offerte di tutto il sistema locale, facilitare gli spostamenti per i turisti, rendere più competitiva la parte di Toscana più distante da Firenze. Questo risultato è un riconoscimento e un obiettivo raggiunto di cui ringraziamo il presidente Enrico Rossi e il governo Renzi che lo ha reso possibile”.

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Firenze

emiliano_poliFirenze, 28 ottobre 2014 – “E’ inaccettabile che la parola mafia possa essere accostata alla parola moralità. Ed è ancora più grave se viene fatto dal leader di un movimento che rappresenta con i suoi eletti in Parlamento il 25% dei voti degli elettori”. Così il responsabile Sicurezza e Legalità del Pd della Toscana Emiliano Poli commenta le parole di Beppe Grillo dal palco M5S dello ‘Sfiducia day’ a Palermo.
“La mafia – ricorda Poli – non ebbe nessuna moralità quando assassinò politici, magistrati, giornalisti, forze dell’ordine e persone comuni. Non ci fu alcuna moralità quando fu sciolto un bambino nell’acido o quando con la strage dei Georgofili fu uccisa una neonata di 50 giorni. Qualcuno dovrebbe ricordare all’On. Sibilia che non ci fu niente di rivoluzionario nell’uccidere Falcone e Borsellino facendo esplodere centinaia di chili di esplosivo che uccisero, oltre ai 2 magistrati, 8 persone della scorta che lasciarono nella disperazione intere famiglie.
La mafia non può essere argomento sul quale fare spettacolo, speculando su centinaio di persone uccise. Non dobbiamo mai dimenticare gli insegnamenti di tante persone che hanno perso la vita lottando ogni giorno nonostante le differenze ideologiche. Giovanni Falcone, uomo di sinistra e repubblicano, lavorava fianco a fianco con Paolo Borsellino, uomo di destra e monarchico perché davanti avevano un obiettivo comune: sconfiggere la mafia.
A Sibilia e Beppe Grillo – conclude Emiliano Poli – dico che rivoluzionario sarebbe pensarci un po’ prima di parlare di certi argomenti e nominare certe persone. Fatelo per le tante persone che hanno perso i loro familiari”.

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Firenze

sst25 ottobre 2014 – “Stiamo assistendo ad un dibattito molto frammentato sul futuro della sanità toscana. Visto dall’ottica delle istituzioni il tema centrale appare quello dell’accorpamento delle Asl. Visto da quella dei cittadini, abbiamo probabilmente temi più interessanti e preoccupanti: ticket, prestazioni ospedaliere, qualità dei servizi, futuro della sanità pubblica.
Sono convinta che un’azienda sanitaria di area vasta può essere l’opportunità per quel reale coordinamento clinico che finora è rimasto sulla carta.  Possono essere evitate duplicazioni ed incertezze su prestazioni sanitarie di altissimo livello; meglio definiti i percorsi dei pazienti, limitando al minimo la mobilità delle persone, e favorendo invece il trasporto di campioni biologici per analisi e la condivisione di immagini ed informazioni. Deve essere garantito un multicentrismo basato sul merito, dove le prestazioni vengano svolte dalla struttura in grado di dimostrare maggiore competenza. E che guardi anche ad una equità distributiva delle possibilità lavorative nel territorio. Realizzare una vera governance unitaria delle aziende sanitarie territoriali e di quelle ospedaliere universitarie può avvicinare qualità e sostenibilità e limitare l’autoreferenzialità e gli sprechi di alcune strutture.
La macroorganizzazione regionale delle aziende costituisce la cornice di un sistema complesso e i risparmi che possono discendere dalla sua modifica non sono nulla se questa non diviene più efficace per agire dove la gran parte degli sprechi si annidano: macchinario inutilizzato, prestazione inappropriata o sbagliata …. E qui non c’è una bacchetta magica bensì moltissime leve, da azionare quotidianamente a tutti i livelli, dalla tecnologia digitale, alla prevenzione, alla promozione culturale che non è soltanto formazione professionale degli operatori ma anche etica diffusa.
Quanto ai ticket per i ricoveri ospedalieri, anche questa opzione deve essere attentamente valutata. La sua introduzione rappresenterebbe un’autentica novità per la storia della sanità pubblica. In un sistema sanitario universalistico, sostenuto dalla fiscalità generale progressiva, lo scopo del ticket è contenere l’uso improprio delle prestazioni sanitarie. Tirare la corda della compartecipazione alla spesa rischia di far venire meno la motivazione a sostenere la sanità pubblica, a favore di sistemi assicurativi.

Vorrei continuare a rimanere lontana dal principio del più paghi e più ricevi. Già 440.000 persone in Toscana sono assicurate privatamente. Quanto ci aspettiamo di incassare da questo ticket, e quale scenario si profila nel futuro? Siamo disposti a rischiare il sistema sanitario pubblico dei poveri ed il sistema sanitario privato dei ricchi? Obama sta cercando di superare questa dicotomia che è iniqua e costa molto di più”.

Stefania Magi,

responsabile Sanità e Welfare Pd Toscana

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stefania-magi2Firenze, 23 ottobre 2014. I comuni toscani stanno facendo la loro parte per fronteggiare l’emergenza profughi. “Purtroppo stiamo registrando procedure verticistiche che finiscono per non coinvolgere le istituzioni locali – commenta la responsabile Immigrazione di Anci Toscana  Stefania Magi, assessore del Comune di Arezzo -. Occorrono criteri e metodi che tengano conto della popolazione e dei servizi. Le concentrazioni superiori alla mezza dozzina di persone,  devono configurare una prima accoglienza, come prevede il piano nazionale”. Magi ha scritto a Piero Fassino, Presidente nazionale ANCI, in cui ricorda che “ad oggi le Prefetture sono le istituzioni competenti per la grande maggioranza delle persone accolte.  In pratica il sistema non prevede un reale coinvolgimento delle amministrazioni locali, indipendentemente dalla volontà dei Prefetti di collaborare”.
Alcuni punti critici di questa situazione possono essere affrontati con la collaborazione del Governo centrale. “La distribuzione intraregionale e intraprovinciale delle persone accolte – ricorda Magi – avviene in base al libero mercato. Se va bene abbiamo organismi no profit, talora esperti in accoglienza, in molti altri casi privati profit (albergatori o altro), che rispondono ai bandi delle prefetture. Questo crea forti squilibri tra territori che accolgono grandi numeri e territori che non accolgono, indipendentemente dalla situazione demografica e dei servizi. Ben altra cosa era la distribuzione basata sull’adesione volontaria dei comuni”. E il riferimento di Magi e è il progetto SPRAR. L’assessore del Comuen di Arezzo ricorda poi che “non viene esercitata alcuna forma di controllo sulla qualità dell’accoglienza: orientamento legale, mediazione culturale, percorsi di integrazione linguistica, sociale e lavorativa. L’interfaccia con le istituzioni locali per l’utilizzo dei servizi e delle risorse del territorio è lasciato alla buona volontà del gestore privato. Non viene operata alcuna distinzione tra prima e seconda accoglienza, con numerose strutture (alberghi) di dimensioni intermedie situate in località lontane dai servizi, dove grandi gruppi di persone risiedono anche per tempi lunghi, impossibilitate di fatto a svolgere percorsi di integrazione e autonomia”. Magi sottolinea poi che “la durata dei contratti di accoglienza è molto breve, al massimo 3 mesi. Questo richiede una costante produzione di bandi e soprattutto non consente ai soggetti gestori di impegnarsi con personale e strutture adeguati”. Auspica, quindi, “un passaggio più rapido possibile ad una gestione SPRAR della maggior parte dell’accoglienza, con contratti triennali, o almeno annuali e flessibilità per posti aggiuntivi”. La lettera si conclude con una proposta operativa: “stabilire un meccanismo di riparto intraregionale analogo a quello interregionale, con il ribaltamento del riparto del fondo sociale tra provincie e zone socio-sanitarie, da operarsi da parte delle regioni o, dove questo non fosse possibile, da parte del prefetto del comune capoluogo”.

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stefania-magi2Firenze, 23 ottobre 2014. I comuni toscani stanno facendo la loro parte per fronteggiare l’emergenza profughi. “Purtroppo stiamo registrando procedure verticistiche che finiscono per non coinvolgere le istituzioni locali – commenta la responsabile Immigrazione di Anci Toscana  Stefania Magi, assessore del Comune di Arezzo -. Occorrono criteri e metodi che tengano conto della popolazione e dei servizi. Le concentrazioni superiori alla mezza dozzina di persone,  devono configurare una prima accoglienza, come prevede il piano nazionale”. Magi ha scritto a Piero Fassino, Presidente nazionale ANCI, in cui ricorda che “ad oggi le Prefetture sono le istituzioni competenti per la grande maggioranza delle persone accolte.  In pratica il sistema non prevede un reale coinvolgimento delle amministrazioni locali, indipendentemente dalla volontà dei Prefetti di collaborare”.
Alcuni punti critici di questa situazione possono essere affrontati con la collaborazione del Governo centrale. “La distribuzione intraregionale e intraprovinciale delle persone accolte – ricorda Magi – avviene in base al libero mercato. Se va bene abbiamo organismi no profit, talora esperti in accoglienza, in molti altri casi privati profit (albergatori o altro), che rispondono ai bandi delle prefetture. Questo crea forti squilibri tra territori che accolgono grandi numeri e territori che non accolgono, indipendentemente dalla situazione demografica e dei servizi. Ben altra cosa era la distribuzione basata sull’adesione volontaria dei comuni”. E il riferimento di Magi e è il progetto SPRAR. L’assessore del Comuen di Arezzo ricorda poi che “non viene esercitata alcuna forma di controllo sulla qualità dell’accoglienza: orientamento legale, mediazione culturale, percorsi di integrazione linguistica, sociale e lavorativa. L’interfaccia con le istituzioni locali per l’utilizzo dei servizi e delle risorse del territorio è lasciato alla buona volontà del gestore privato. Non viene operata alcuna distinzione tra prima e seconda accoglienza, con numerose strutture (alberghi) di dimensioni intermedie situate in località lontane dai servizi, dove grandi gruppi di persone risiedono anche per tempi lunghi, impossibilitate di fatto a svolgere percorsi di integrazione e autonomia”. Magi sottolinea poi che “la durata dei contratti di accoglienza è molto breve, al massimo 3 mesi. Questo richiede una costante produzione di bandi e soprattutto non consente ai soggetti gestori di impegnarsi con personale e strutture adeguati”. Auspica, quindi, “un passaggio più rapido possibile ad una gestione SPRAR della maggior parte dell’accoglienza, con contratti triennali, o almeno annuali e flessibilità per posti aggiuntivi”. La lettera si conclude con una proposta operativa: “stabilire un meccanismo di riparto intraregionale analogo a quello interregionale, con il ribaltamento del riparto del fondo sociale tra provincie e zone socio-sanitarie, da operarsi da parte delle regioni o, dove questo non fosse possibile, da parte del prefetto del comune capoluogo”.

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PARRINI120 ottobre 2014 – “Trovo convincenti le dichiarazioni del presidente Enrico Rossi sulla riorganizzazione degli assetti della sanità regionale. Si possono avere meno Asl senza danni per i cittadini e senza sminuire il ruolo dei territori. Lo snellimento e il continuo aumento di efficienza e di appropriatezza della spesa pubblica, finalizzati a ridurre i costi senza ridurre i servizi e cedere ai particolarismi, sono obiettivi fondamentali di qualsiasi politica di crescita. Questa è la sfida che il governo Renzi ha lanciato al Paese con la legge di stabilità e che la Toscana intende raccogliere rispondendo positivamente all’appello per un impegno unitario di tutte le componenti della pubblica amministrazione”. Così il segretario del Pd della Toscana, Dario Parrini, commenta la proposta del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di passare da 16 a 3 aziende sanitarie-ospedaliere-universitarie.

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PARRINI120 ottobre 2014 – “Trovo convincenti le dichiarazioni del presidente Enrico Rossi sulla riorganizzazione degli assetti della sanità regionale. Si possono avere meno Asl senza danni per i cittadini e senza sminuire il ruolo dei territori. Lo snellimento e il continuo aumento di efficienza e di appropriatezza della spesa pubblica, finalizzati a ridurre i costi senza ridurre i servizi e cedere ai particolarismi, sono obiettivi fondamentali di qualsiasi politica di crescita. Questa è la sfida che il governo Renzi ha lanciato al Paese con la legge di stabilità e che la Toscana intende raccogliere rispondendo positivamente all’appello per un impegno unitario di tutte le componenti della pubblica amministrazione”. Così il segretario del Pd della Toscana, Dario Parrini, commenta la proposta del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di passare da 16 a 3 aziende sanitarie-ospedaliere-universitarie.

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parrini-logo-dietro“Nelle ultime settimane abbiamo sostenuto con forza l’estremo e purtroppo infruttuoso tentativo del sindaco Betti di ricomporre una maggioranza che potesse superare la crisi legata all’emergere di gravissimi squilibri nei conti dell’amministrazione di Viareggio.
Betti, che ringrazio per l’impegno con cui ha affrontato una situazione assai problematica, ha ereditato condizioni finanziarie che hanno reso oggettivamente inevitabile la dichiarazione dello stato di dissesto e inattuabile il programma con cui ha vinto le elezioni del 2013.
Allo stesso tempo hanno avuto un impatto destabilizzante le scelte di Sel e le profonde divisioni del centrosinistra e del Pd comunale. Ci sono state scorrettezze e slealtà inaccettabili.  
Ora però bisogna prendere atto che una fase si è definitivamente chiusa. È indispensabile che il Pd lavori da subito a ricostruire un forte legame di fiducia con la città e con le forze sociali, economiche e politiche.
In stretto raccordo col Pd territoriale della Versilia, il Pd regionale assumerà responsabilità decisionali dirette, in quanto non pensa che questo compito inedito e delicato possa essere portato avanti in solitudine dal partito comunale viareggino.
C’è uno straordinario bisogno di apertura alle migliori energie e risorse della società civile locale. Per  avanzare una nuova proposta di governo solida e credibile, il Pd di Viareggio deve dare risposte convincenti, mettere  in campo una più adeguata capacità unitaria e allargare decisamente i confini e il respiro della propria azione politica”.

Cosi’ il segretario del  Pd toscano, Dario Parrini, dopo le dimissioni oggi di 13 consiglieri di Viareggio, che portano allo scioglimento del consiglio comunale e all’arrivo del commissario prefettizio.

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parrini-logo-dietro16 ottobre 2014 – “È una legge di stabilità equa e solida, che punta a rilanciare crescita e assunzioni: sparisce una tassa odiosa (l’Irap sul costo del lavoro) che disincentiva la creazione e il mantenimento dei posti di lavoro; rendiamo finalmente più convenienti le assunzioni a tempo indeterminato facendole costare quasi un terzo di meno per i primi tre anni. Ci sono 18 miliardi di tasse in meno e crescono la pressione sulle rendite finanziarie e il recupero dell’evasione. Il deficit si mantiene sotto il 3% del pil e restiamo il Paese col più alto avanzo primario d’Europa. Basterà? Io so che meglio di così, in uno scenario globale caratterizzato da rallentamento economico e nuove gravi turbolenze, proprio non si poteva fare”. Così il deputato Dario Parrini, segretario del Pd della Toscana, commenta le misure contenute nel testo della legge di stabilità approvato ieri dal Consiglio dei ministri.

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parrini-logo-dietro16 ottobre 2014 – “È una legge di stabilità equa e solida, che punta a rilanciare crescita e assunzioni: sparisce una tassa odiosa (l’Irap sul costo del lavoro) che disincentiva la creazione e il mantenimento dei posti di lavoro; rendiamo finalmente più convenienti le assunzioni a tempo indeterminato facendole costare quasi un terzo di meno per i primi tre anni. Ci sono 18 miliardi di tasse in meno e crescono la pressione sulle rendite finanziarie e il recupero dell’evasione. Il deficit si mantiene sotto il 3% del pil e restiamo il Paese col più alto avanzo primario d’Europa. Basterà? Io so che meglio di così, in uno scenario globale caratterizzato da rallentamento economico e nuove gravi turbolenze, proprio non si poteva fare”. Così il deputato Dario Parrini, segretario del Pd della Toscana, commenta le misure contenute nel testo della legge di stabilità approvato ieri dal Consiglio dei ministri.

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