28 Giugno 2013

TNT, Ferrucci e Boretti (Pd): “Preoccupati per i lavoratori, saremo al loro fianco”

furgoneTNT28 giugno 2013 –  “Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per sostenere i lavoratori coinvolti in questa vicenda. Aspettiamo di conoscere l’esito della riunione che si terrà lunedì tra la proprietà e le rappresentanze sindacali ma lo stesso intendiamo esprimere la nostra vicinanza alle preoccupazioni di tutti coloro interessati dalla vertenza e che hanno aderito in massa alla mobilitazione in corso da ieri sera – spiegano Vanessa Boretti consigliere regionale Pd e Ivan Ferrucci consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano –  Pertanto auspichiamo che a seguito della riunione della prossima settimana – durante la quale i sindacati chiederanno il ritiro della mobilità e la realizzazione di un piano industriale – sia trovata una soluzione positiva, volta a tutelare il più possibile i livelli occupazionali”. Intanto, a seguito di una richiesta presentata da Vanessa Boretti, la quale questa mattina ha partecipato al presidio davanti allo stabilimento di Calenzano –  martedì 2 luglio ci sarà un incontro tra i lavoratori e i membri dell’ufficio di presidenza della commissione emergenza occupazionale del consiglio regionale. “Un incontro che per noi rappresenta un primo passo importante, al seguito del quale continueremo a porre particolare attenzione alla vertenza”, concludono Boretti e Ferrucci.

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F35 e difesa comune: spendere meno, spendere tutti – Intervista a Andrea Manciulli su L’Unità

intervista-manciulli-F35«La mozione sugli F-35 approvata l’altro ieri dalla Camera è un primo, importante passo che deve portare alla definizione di un nuovo modello di difesa. Per questo, come Pd intendiamo impegnarci nella messa a punto di un libro bianco sulla difesa nazionale che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle spese militari. Solo così si potrà spendere meno e meglio».
Ad  affermarlo è Andrea Manciulli, vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, responsabile Europa e Difesa nella segreteria nazionale del Pd. «Le nuove esigenze di difesa – rimarca Manciulli – devono tener conto di un dato geopolitico fondamentale che ci riguarda direttamente: il Mediterraneo è oggi divenuto un’area di profonda instabilità. E l’Italia, assieme agli altri Paesi euromediterranei, è chiamata a farsene carico».
Qual è il segno politico della mozione sugli  F35  approvata l’altro ieri alla Camera?
«È quello di un’operazione politica che, sulla base della legge approvata nella scorsa legislatura, attribuisce al Parlamento un potere di indirizzo e di controllo sulle spese militari. Il segno è quello di voler riparametrare le spese e la scelta stessa degli aerei sulla base delle nuove esigenze di difesa e dei maggiori rischi per il nostro Paese. Questo è ilmodo migliore di procedere per costruire una nuova politica di difesa».

Un nuovo modello di difesa. Su quali basi dovrebbe fondarsi?
«Il Pd deve farsi promotore di un maggior rapporto, anche in sede istituzionale, fra la politica estera e la difesa, perché è impensabile comprendere le reali esigenze di difesa se non c’è un chiaro orizzonte strategico dell’Italia e dell’Europa che prenda atto dei mutamenti intervenuti in questi anni».

A cosa si riferisce in particolare?
«Se uno guarda agli ultimi trent’anni, emerge con chiarezza come si sia passati da un’Europa nella quale la frontiera Est era quella più esposta, dal punto di vista dei rischi, alla situazione attuale nella quale il Mediterraneo è diventato la nuova linea di frattura e instabilità. Dubito che si abbia la percezione esatta della portata di questa instabilità: c’è un’area di crisi che dal Medio Oriente – con ciò che accade in Siria e Libano – si estende da un lato alla fascia del Sahel, diventata la nuova area di espansione del terrorismo jihadista, e dall’altro al Maghreb, in particolare per ciò che concerne i precari equilibri nella Libia del dopo-Gheddafi. È evidente che questo scenario cambia radicalmente il nostro bisogno, qualitativo e quantitativo, di politica di difesa. Siamo entrati in una nuova fase in cui la prevenzione e la capacità d’intervento rapido sono gli elementi più importanti di una efficace politica di sicurezza. Per questo l’indagine conoscitiva che dovremo fare è importante. Perché deve preludere – come peraltro hanno fatto altri Paesi – a un progetto di difesa nazionale. In questa direzione va la proposta del Pd di mettere a punto un libro bianco sulla difesa nazionale, che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle necessarie spese militari. Non dobbiamo comprare niente di più di quello che serve, favorendo l’avanzamento tecnologico e una scelta di qualità misurata sui nuovi rischi. Per questo è importante lavorare su due obiettivi… ».

Quali?
«Agire con determinazione per dar vita a un sistema di difesa europeo. Una politica di difesa del Mediterraneo ha corto respiro ed è destinata al fallimento se non c’è un coordinamento tra gli Stati europei che in esso si affacciano. Se c’è un coordinamento, tutti possono spenderemeno e supportarsi reciprocamente per una difesa comune. Il secondo obiettivo a cui puntare è il rilancio di una politica atlantica nella quale l’Europa deve assumere un ruolo centrale, da protagonista in ambito Nato, tanto più necessario di fronte al fatto che gli Stati Uniti stanno spostando sempre più il loro interesse strategico verso il Pacifico».

Quale sarebbe questo ruolo centrale dell’Europa in termini di sicurezza e di politica di difesa?
«Il ruolo di presidio del Mediterraneo. Non è un caso che su questi temi si concentrerà il Consiglio europeo di dicembre dedicato ai temi della Difesa. Unappuntamento di straordinaria importanza a cui l’Italia deve arrivare con idee e proposte ben chiare».

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F35 e difesa comune: spendere meno, spendere tutti – Intervista a Andrea Manciulli su L’Unità

intervista-manciulli-F35«La mozione sugli F-35 approvata l’altro ieri dalla Camera è un primo, importante passo che deve portare alla definizione di un nuovo modello di difesa. Per questo, come Pd intendiamo impegnarci nella messa a punto di un libro bianco sulla difesa nazionale che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle spese militari. Solo così si potrà spendere meno e meglio».
Ad  affermarlo è Andrea Manciulli, vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, responsabile Europa e Difesa nella segreteria nazionale del Pd. «Le nuove esigenze di difesa – rimarca Manciulli – devono tener conto di un dato geopolitico fondamentale che ci riguarda direttamente: il Mediterraneo è oggi divenuto un’area di profonda instabilità. E l’Italia, assieme agli altri Paesi euromediterranei, è chiamata a farsene carico».
Qual è il segno politico della mozione sugli  F35  approvata l’altro ieri alla Camera?
«È quello di un’operazione politica che, sulla base della legge approvata nella scorsa legislatura, attribuisce al Parlamento un potere di indirizzo e di controllo sulle spese militari. Il segno è quello di voler riparametrare le spese e la scelta stessa degli aerei sulla base delle nuove esigenze di difesa e dei maggiori rischi per il nostro Paese. Questo è ilmodo migliore di procedere per costruire una nuova politica di difesa».

Un nuovo modello di difesa. Su quali basi dovrebbe fondarsi?
«Il Pd deve farsi promotore di un maggior rapporto, anche in sede istituzionale, fra la politica estera e la difesa, perché è impensabile comprendere le reali esigenze di difesa se non c’è un chiaro orizzonte strategico dell’Italia e dell’Europa che prenda atto dei mutamenti intervenuti in questi anni».

A cosa si riferisce in particolare?
«Se uno guarda agli ultimi trent’anni, emerge con chiarezza come si sia passati da un’Europa nella quale la frontiera Est era quella più esposta, dal punto di vista dei rischi, alla situazione attuale nella quale il Mediterraneo è diventato la nuova linea di frattura e instabilità. Dubito che si abbia la percezione esatta della portata di questa instabilità: c’è un’area di crisi che dal Medio Oriente – con ciò che accade in Siria e Libano – si estende da un lato alla fascia del Sahel, diventata la nuova area di espansione del terrorismo jihadista, e dall’altro al Maghreb, in particolare per ciò che concerne i precari equilibri nella Libia del dopo-Gheddafi. È evidente che questo scenario cambia radicalmente il nostro bisogno, qualitativo e quantitativo, di politica di difesa. Siamo entrati in una nuova fase in cui la prevenzione e la capacità d’intervento rapido sono gli elementi più importanti di una efficace politica di sicurezza. Per questo l’indagine conoscitiva che dovremo fare è importante. Perché deve preludere – come peraltro hanno fatto altri Paesi – a un progetto di difesa nazionale. In questa direzione va la proposta del Pd di mettere a punto un libro bianco sulla difesa nazionale, che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle necessarie spese militari. Non dobbiamo comprare niente di più di quello che serve, favorendo l’avanzamento tecnologico e una scelta di qualità misurata sui nuovi rischi. Per questo è importante lavorare su due obiettivi… ».

Quali?
«Agire con determinazione per dar vita a un sistema di difesa europeo. Una politica di difesa del Mediterraneo ha corto respiro ed è destinata al fallimento se non c’è un coordinamento tra gli Stati europei che in esso si affacciano. Se c’è un coordinamento, tutti possono spenderemeno e supportarsi reciprocamente per una difesa comune. Il secondo obiettivo a cui puntare è il rilancio di una politica atlantica nella quale l’Europa deve assumere un ruolo centrale, da protagonista in ambito Nato, tanto più necessario di fronte al fatto che gli Stati Uniti stanno spostando sempre più il loro interesse strategico verso il Pacifico».

Quale sarebbe questo ruolo centrale dell’Europa in termini di sicurezza e di politica di difesa?
«Il ruolo di presidio del Mediterraneo. Non è un caso che su questi temi si concentrerà il Consiglio europeo di dicembre dedicato ai temi della Difesa. Unappuntamento di straordinaria importanza a cui l’Italia deve arrivare con idee e proposte ben chiare».

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27 Giugno 2013

NEWSLETTER PD TOSCANA n. 13/2013 – 27 giugno

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NEWSLETTER PD TOSCANA
N. 13/2013 – 27 giugno

 

“DECLINO, LA TOSCANA DIMOSTRA DI NON VOLERSI RASSEGNARE”. INTERVENTO DI IVAN FERRUCCI SU LA REPUBBLICA – FIRENZE – Leggi

 

FESTE DEMOCRATICHE. GUARDA L’AGENDA DELL’ESTATE 2013 IN TOSCANA E SEGNALACI QUELLA DEL TUO COMUNE E DEL TUO CIRCOLOLeggi

 

INIZIATIVA PD SUL SISTEMA TRANVIARIO FIORENTINO LUNEDÌ 1 LUGLIO – Leggi

 

TERREMOTO, CDM RICONOSCE LO STATO DI EMERGENZA. FERRUCCI (PD): “SODDISFAZIONE PER LA RISPOSTA DEL GOVERNO” – Leggi

 

TERREMOTO, CDM RICONOSCE LO STATO DI EMERGENZA. ROSSETTI (PD): “BENE L’INTERVENTO TEMPESTIVO DELLA REGIONE E DEL GOVERNO. CONTINUIAMO AD INVESTIRE NELLA PREVENZIONE” – Leggi

 

MAGGIO FIORENTINO. FERRUCCI, MECACCI E GIANI (PD): “CHIEDIAMO INTERVENTO LETTA SU SISTEMA FONDAZIONI PER SCONGIURARE LIQUIDAZIONE”Leggi

 

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“Declino, La Toscana dimostra di non volersi rassegnare”. Intervento di Ivan Ferrucci su La Repubblica – Firenze

intervento-ferrucci-rep-27giugno2013agine27 giugno 2013 – Intervento del Coordinatore della segreteria regionale del Pd della Toscana e responsabile Economia e Lavoro, Ivan Ferrucci, su La Repubblica – Firenze                                                                                                                      

L’articolo di Giuseppe Ponsi, presidente Pmi di Confindustria Firenze, pubblicato giovedì scorso da La Repubblica – Firenze, che invoca una “politica economica da shock” per far tornare le imprese a respirare, merita secondo me di essere raccolto e approfondito. Molti e interessanti i punti che il presidente Ponsi tocca, ma soprattutto voglio cominciare dal fondo, dove scrive: “Noi non ci rassegnamo: il declino? Grazie, no.” Giusto, nemmeno noi ci rassegniamo al declino, nessuno può permettersi di farlo, se vogliamo invertire la tendenza e uscire dalla morsa della crisi, che non solo i dati ci rendono ogni giorno evidente.
Tutti sono chiamati a fare la propria parte, e la politica a prendere provvedimenti urgenti e concreti. Non so se è una politica da “shock” che serve per ripartire, senz’altro servirà una politica attenta ai problemi del Paese e capace di prendere misure per la crescita economica e il lavoro tempestive ed efficaci.  
Il decreto legislativo del Governo approvato nei giorni scorsi si chiama, appunto, “Fare” e contiene misure urgenti per il rilancio economico, più di 80 interventi, su infrastrutture, edilizia, impresa, semplificazione burocratica e fiscale, giustizia civile, disoccupazione giovanile. Non ci sono interventi scioccanti, ma tanti interventi sui quali poggiare le basi per ulteriori passi in avanti. Anche la Toscana non si rassegna, anzi, con le proprie politiche regionali ha dimostrato di poter anticipare gli interventi del Governo, come nel caso del progetto “GiovaniSì”, dedicato ai giovani, la fascia della società più duramente colpita e uno dei temi più caldi dell’agenda nazionale ed europea, col quale sta raggiungendo ottimi obiettivi e viene presa a modello su questioni come l’accesso alla casa, la formazione professionale, i tirocini retribuiti, l’imprenditoria giovanile. Tra gli interventi sul versante del lavoro, la Toscana, ha da poco approvato un importante provvedimento: Irap scontata per le imprese piccole, medie e micro, che nel 2013, 2014 e 2015 assumeranno con un contratto di almeno due anni, lavoratori a tempo indeterminato, o che hanno trasformato contratti a tempo determinato in indeterminato. Non meno importante, la nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020, la Giunta ha presentato a febbraio il Piano Strategico Regionale con undici importanti obiettivi da perseguire per il futuro della nostra Regione, su ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione, sostegno alle pmi, istruzione, sostenibilità, e che contengono sfide prioritarie per la Toscana: rinnovare lo sviluppo socio-economico, favorire la competitività delle imprese, sostenere l’autonomia dei giovani, rafforzare le infrastrutture e l’accessibilità della Toscana, tutelare l’ambiente.
Su altri versanti, c’è bisogno di accelerare, come per la legge sulla competitività e la semplificazione, che da oltre un anno è stata approvata dal Consiglio Regionale, ma manca ancora in gran parte dei provvedimenti attuativi. Su questi temi è importante aprire un confronto di merito, sui tempi di attuazione della legge sulla competitività e sulla definizione di provvedimenti riguardanti la semplificazione, così come sulla definizione dei progetti, che deve avvenire entro l’anno, per poter usufruire da subito delle nuove risorse dei fondi europei.                  

Ivan Ferrucci, responsabile economia lavoro e coordinatore segreteria Pd Toscana

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“Declino, La Toscana dimostra di non volersi rassegnare”. Intervento di Ivan Ferrucci su La Repubblica – Firenze

intervento-ferrucci-rep-27giugno2013agine27 giugno 2013 – Intervento del Coordinatore della segreteria regionale del Pd della Toscana e responsabile Economia e Lavoro, Ivan Ferrucci, su La Repubblica – Firenze                                                                                                                      

L’articolo di Giuseppe Ponsi, presidente Pmi di Confindustria Firenze, pubblicato giovedì scorso da La Repubblica – Firenze, che invoca una “politica economica da shock” per far tornare le imprese a respirare, merita secondo me di essere raccolto e approfondito. Molti e interessanti i punti che il presidente Ponsi tocca, ma soprattutto voglio cominciare dal fondo, dove scrive: “Noi non ci rassegnamo: il declino? Grazie, no.” Giusto, nemmeno noi ci rassegniamo al declino, nessuno può permettersi di farlo, se vogliamo invertire la tendenza e uscire dalla morsa della crisi, che non solo i dati ci rendono ogni giorno evidente.
Tutti sono chiamati a fare la propria parte, e la politica a prendere provvedimenti urgenti e concreti. Non so se è una politica da “shock” che serve per ripartire, senz’altro servirà una politica attenta ai problemi del Paese e capace di prendere misure per la crescita economica e il lavoro tempestive ed efficaci.  
Il decreto legislativo del Governo approvato nei giorni scorsi si chiama, appunto, “Fare” e contiene misure urgenti per il rilancio economico, più di 80 interventi, su infrastrutture, edilizia, impresa, semplificazione burocratica e fiscale, giustizia civile, disoccupazione giovanile. Non ci sono interventi scioccanti, ma tanti interventi sui quali poggiare le basi per ulteriori passi in avanti. Anche la Toscana non si rassegna, anzi, con le proprie politiche regionali ha dimostrato di poter anticipare gli interventi del Governo, come nel caso del progetto “GiovaniSì”, dedicato ai giovani, la fascia della società più duramente colpita e uno dei temi più caldi dell’agenda nazionale ed europea, col quale sta raggiungendo ottimi obiettivi e viene presa a modello su questioni come l’accesso alla casa, la formazione professionale, i tirocini retribuiti, l’imprenditoria giovanile. Tra gli interventi sul versante del lavoro, la Toscana, ha da poco approvato un importante provvedimento: Irap scontata per le imprese piccole, medie e micro, che nel 2013, 2014 e 2015 assumeranno con un contratto di almeno due anni, lavoratori a tempo indeterminato, o che hanno trasformato contratti a tempo determinato in indeterminato. Non meno importante, la nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020, la Giunta ha presentato a febbraio il Piano Strategico Regionale con undici importanti obiettivi da perseguire per il futuro della nostra Regione, su ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione, sostegno alle pmi, istruzione, sostenibilità, e che contengono sfide prioritarie per la Toscana: rinnovare lo sviluppo socio-economico, favorire la competitività delle imprese, sostenere l’autonomia dei giovani, rafforzare le infrastrutture e l’accessibilità della Toscana, tutelare l’ambiente.
Su altri versanti, c’è bisogno di accelerare, come per la legge sulla competitività e la semplificazione, che da oltre un anno è stata approvata dal Consiglio Regionale, ma manca ancora in gran parte dei provvedimenti attuativi. Su questi temi è importante aprire un confronto di merito, sui tempi di attuazione della legge sulla competitività e sulla definizione di provvedimenti riguardanti la semplificazione, così come sulla definizione dei progetti, che deve avvenire entro l’anno, per poter usufruire da subito delle nuove risorse dei fondi europei.                  

Ivan Ferrucci, responsabile economia lavoro e coordinatore segreteria Pd Toscana

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26 Giugno 2013

Terremoto, Cdm riconosce lo stato di emergenza. Ferrucci (Pd): “Soddisfazione per la risposta del governo”

TERREMOTO-FOTOGRAMMA226 GIUGNO 2013 – “Il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei ministri mette in condizione la nostra Regione di fare interventi necessari per la messa in sicurezza dei territori della Lunigiana e della Garfagnana, colpiti dagli eventi sismici dei giorni scorsi. Inoltre, insieme al riconoscimento dello stato di emergenza per le zone terremotate, il Cdm ha approvato anche quello per alcuni comuni della provincia di Pisa danneggiati dalle avversità atmosferiche del marzo scorso. Pertanto, intendo esprimere soddisfazione per il lavoro svolto dalla Regione nel chiedere fin da subito, e in modo efficace, l’intervento del governo. Un intervento che sarà essenziale per coprire le spese urgenti e proseguire con misure di prevenzione per la messa in sicurezza dei territori soggetti a rischio idrogeologico e sismico”.

Così Ivan Ferrucci consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano, riguardo il riconoscimento dello stato di emergenza per le zone della Lunigiana e della Garfagnana colpite dal terremoto e per quelle danneggiate dagli eventi atmosferici del marzo scorso nella provincia di Pisa.

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