Emiliano Poli scrive al sostituto procuratore di Palermo Nino di Matteo
Qui il testo della lettera di solidarietà che Emiliano Poli ha inviato a Nino Di Matteo, Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo.
Badia Prataglia. “100 arrivi un numero oggettivamente alto per un piccolo paese. No a strumentalizzazioni: provincia Arezzo seconda in Toscana per accoglienza, a conferma della volontà di solidarietà”
“La reazione del Sindaco di Poppi in merito al possibile arrivo di 100 immigrati nel paese di Badia Prataglia non è assolutamente alimentata da forme di razzismo, ma dal fatto che si tratta di un numero oggettivamente alto in proporzione al numero di residenti del paese stesso. La Provincia di Arezzo è la seconda provincia toscana per l’accoglienza di persone richiedenti asilo politico. Tale circostanza conferma la volontà di solidarietà ed accoglienza nei confronti di persone che nel tempo si sono integrate nel tessuto economico e sociale della Provincia. Chi paragona la situazione di Badia Prataglia a quanto si sta verificando nel comune di Roma, vuole soltanto strumentalizzare un argomento serio e delicato a fini politici. Siamo fiduciosi che il Prefetto prenderà decisioni che tuteleranno, da una parte la richiesta di sicurezza da parte dei residenti di Badia Prataglia, dall’altra la volontà di integrazione di persone che, ricordiamo, non sono clandestini ma persone titolari di permesso di soggiorno per richiedenti protezione internazionale”. Così la responsabile immigrazione e il responsabile sicurezza e legalità del Pd toscano, Stefania Magi e Emiliano Poli, commentano l’ipotesi di un possibile arrivo di 100 immigrati nel paese di Badia Prataglia (AR).
Parrini: “Per me Rossi merita ricandidatura. Ma sua disponibilità a primarie gli fa onore. Se candidati alternativi avranno firme le faremo”


Tuttavia le dichiarazioni con cui domenica il nostro Presidente si è detto disponibile a sottoporsi alle primarie rappresentano un gesto nobile e un atto di generosità politica il cui valore è da sottolineare con forza.
Rossi non era tenuto a dare tale disponibilità e ciò nonostante l’ha data. Questo gli fa onore e cambia la situazione.
Se eventuali candidati alternativi al presidente uscente raggiungeranno il quorum di adesioni previsto dall’articolo 18.5 del nostro Statuto, il Pd toscano organizzerà a inizio 2015 le primarie di partito per scegliere il suo candidato a presidente nelle prossime elezioni regionali.
L’assemblea regionale del Pd del 12 e 13 dicembre avvierà la riflessione sul programma coinvolgendo tutti i nostri sindaci e segretari di circolo e voterà su tempi e modi della raccolta firme e delle eventuali primarie”.
Lo dice il segretario del PD toscano, Dario Parrini, in merito al percorso del PD per il candidato presidente della Regione Toscana alle elezioni 2015.
Parrini: “Per me Rossi merita ricandidatura. Ma sua disponibilità a primarie gli fa onore. Se candidati alternativi avranno firme le faremo”


Tuttavia le dichiarazioni con cui domenica il nostro Presidente si è detto disponibile a sottoporsi alle primarie rappresentano un gesto nobile e un atto di generosità politica il cui valore è da sottolineare con forza.
Rossi non era tenuto a dare tale disponibilità e ciò nonostante l’ha data. Questo gli fa onore e cambia la situazione.
Se eventuali candidati alternativi al presidente uscente raggiungeranno il quorum di adesioni previsto dall’articolo 18.5 del nostro Statuto, il Pd toscano organizzerà a inizio 2015 le primarie di partito per scegliere il suo candidato a presidente nelle prossime elezioni regionali.
L’assemblea regionale del Pd del 12 e 13 dicembre avvierà la riflessione sul programma coinvolgendo tutti i nostri sindaci e segretari di circolo e voterà su tempi e modi della raccolta firme e delle eventuali primarie”.
Lo dice il segretario del PD toscano, Dario Parrini, in merito al percorso del PD per il candidato presidente della Regione Toscana alle elezioni 2015.
Legge elettorale. Intervento di Dario Parrini alla direzione nazionale del PD
14 novembre 2014 – Qui il video dell’intervento di Dario Parrini, segretario regionale del Pd della Toscana, alla direzione nazionale del partito di ieri, dedicato alla riforma elettorale:
“Ieri sera – spiega Parrini – sono intervenuto in Direzione Nazionale per spiegare le tre ragioni per le quali l’intesa raggiunta tra forze di maggioranza e Fi rappresenta a mio avviso un compromesso avanzato:
1. Siamo il primo Paese ad introdurre un modello – il ballottaggio nazionale, non di collegio – che ci darà maggioranze al contempo rappresentative, legittimate e solide. Un modello destinato a diventare un riferimento a livello internazionale in un periodo che vede i tradizionali meccanismi elettorali sempre meno capaci di produrre governi omogenei e stabili nel Regno Unito, in Spagna, in Canada, in Germania e altrove.
2. La scelta degli eletti avviene in modo trasparente. Liste corte, in media di sei candidati, tutti sottoposti a preferenze tranne il capolista (ho ricordato che con l’Italicum2 avremo liste più corte di quelli esistenti in Spagna e Portogallo, dove vigono sistemi a liste corte e tutte bloccate ritenuti conformi alla Costituzione dalla Corte Costituzionale nella sua sentenza 1/2014 proprio in virtù del numero ridotto, 7/10 nomi in media, dei candidati che ogni partito schiera nelle singole circoscrizioni)
Per la parte bloccata, il collegio plurinominale dell’Italicum2 funzionerà con la logica di un sistema uninominale. Il collegamento tra primo eletto e territorio del collegio (un collegio piccolo, in media di 600 mila abitanti, poco più della metà della provincia di Firenze) è massimo perché massima è la riconoscibilità e valutabilità del capolista. Con le preferenze sarà selezionata un’ampia maggioranza di eletti, secondo i miei calcoli da 370 a 410 in tutto: 240 deputati della maggioranza che prenderà il premio e da 130 a 170 delle altre forze politiche, a seconda di come si distribuirà il voto tra le minoranze e a seconda di quanto sarà ampio l’effetto delle pluricandidature.
3. Se il premio di maggioranza va alla lista, abbassare lo sbarramento al 3% ha un senso: significa concedere ai partiti più piccoli, ma non ai micropartiti, un diritto di tribuna. Che non è, evidentemente, un potere di veto.
In generale: considerati anche i progressi importantissimi sulla parità di genere (60% a 40% obbligatorio sia su capilista che sugli altri candidati), siamo di fronte a un’intesa ampia in cui le cose che corrispondono in pieno ai nostri valori sono assai più delle poche concessioni che abbiamo dovuto fare. È sì un punto di equilibrio. Ma è un punto di equilibrio molto positivo. Di fronte a un risultato del genere, non si può più temporeggiare. Si deve concludere.Perché la riforma elettorale dobbiamo farla non per andare a votare, ma per andare a testa alta in un Paese la cui credibilità e le cui possibilità di ripresa dipendono dal buon esito delle riforme istituzionali tanto quanto dal buon esito delle riforme economiche” conclude Parrini.
Legge elettorale. Intervento di Dario Parrini alla direzione nazionale del PD
14 novembre 2014 – Qui il video dell’intervento di Dario Parrini, segretario regionale del Pd della Toscana, alla direzione nazionale del partito di ieri, dedicato alla riforma elettorale:
“Ieri sera – spiega Parrini – sono intervenuto in Direzione Nazionale per spiegare le tre ragioni per le quali l’intesa raggiunta tra forze di maggioranza e Fi rappresenta a mio avviso un compromesso avanzato:
1. Siamo il primo Paese ad introdurre un modello – il ballottaggio nazionale, non di collegio – che ci darà maggioranze al contempo rappresentative, legittimate e solide. Un modello destinato a diventare un riferimento a livello internazionale in un periodo che vede i tradizionali meccanismi elettorali sempre meno capaci di produrre governi omogenei e stabili nel Regno Unito, in Spagna, in Canada, in Germania e altrove.
2. La scelta degli eletti avviene in modo trasparente. Liste corte, in media di sei candidati, tutti sottoposti a preferenze tranne il capolista (ho ricordato che con l’Italicum2 avremo liste più corte di quelli esistenti in Spagna e Portogallo, dove vigono sistemi a liste corte e tutte bloccate ritenuti conformi alla Costituzione dalla Corte Costituzionale nella sua sentenza 1/2014 proprio in virtù del numero ridotto, 7/10 nomi in media, dei candidati che ogni partito schiera nelle singole circoscrizioni)
Per la parte bloccata, il collegio plurinominale dell’Italicum2 funzionerà con la logica di un sistema uninominale. Il collegamento tra primo eletto e territorio del collegio (un collegio piccolo, in media di 600 mila abitanti, poco più della metà della provincia di Firenze) è massimo perché massima è la riconoscibilità e valutabilità del capolista. Con le preferenze sarà selezionata un’ampia maggioranza di eletti, secondo i miei calcoli da 370 a 410 in tutto: 240 deputati della maggioranza che prenderà il premio e da 130 a 170 delle altre forze politiche, a seconda di come si distribuirà il voto tra le minoranze e a seconda di quanto sarà ampio l’effetto delle pluricandidature.
3. Se il premio di maggioranza va alla lista, abbassare lo sbarramento al 3% ha un senso: significa concedere ai partiti più piccoli, ma non ai micropartiti, un diritto di tribuna. Che non è, evidentemente, un potere di veto.
In generale: considerati anche i progressi importantissimi sulla parità di genere (60% a 40% obbligatorio sia su capilista che sugli altri candidati), siamo di fronte a un’intesa ampia in cui le cose che corrispondono in pieno ai nostri valori sono assai più delle poche concessioni che abbiamo dovuto fare. È sì un punto di equilibrio. Ma è un punto di equilibrio molto positivo. Di fronte a un risultato del genere, non si può più temporeggiare. Si deve concludere.Perché la riforma elettorale dobbiamo farla non per andare a votare, ma per andare a testa alta in un Paese la cui credibilità e le cui possibilità di ripresa dipendono dal buon esito delle riforme istituzionali tanto quanto dal buon esito delle riforme economiche” conclude Parrini.
25 novembre. Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Intervento di Carla Maestrini



L’Unione Europea e il Consiglio d’Europa hanno approvato nel 2011 uno strumento giuridico che vincola gli Stati in materia di prevenzione e lotta contro la violenza sulle donne, la Convenzione di Istanbul, entrata in vigore in Italia il 1 agosto 2014.
L’attuazione della Convenzione di Istanbul è l’occasione per il nostro Paese di agire contro la violenza di genere non soltanto con azioni di prevenzione, punizione e sostegno alle vittime ma, soprattutto, cominciando un percorso di cambiamento culturale e di rimozione di stereotipi e pregiudizi.
Nessuna azione di contrasto, infatti, sarà mai efficace se non sarà sostenuta da un cambiamento di mentalità, nella consapevolezza che la violenza nasce in una situazione di disuguaglianza, che è necessario affrontare il tema della parità fra uomini e donne e rafforzare la rete territoriale tra le istituzioni e le associazioni.
Questa è la sfida che attende il Partito Democratico. L’occasione è l’approvazione di un piano nazionale antiviolenza, previsto dagli articoli 5 e 5bis della legge 119 del 2013, in collaborazione con le amministrazioni, i centri antiviolenza e le associazioni. Dovranno essere definite le linee guida in relazione alle politiche di accoglienza, formazione, supporto, prevenzione e contrasto alla violenza, valide per tutto il territorio nazionale.
I dati sui casi di violenza sulle donne sono drammatici e impongono un impegno serio e responsabile della politica che passa dal necessario cambiamento di mentalità, linguaggio e modo di concepire le relazioni fra gli uomini e le donne nella società.
Carla Maestrini, responsabile pari opportunità Pd Toscana
25 novembre. Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Intervento di Carla Maestrini



L’Unione Europea e il Consiglio d’Europa hanno approvato nel 2011 uno strumento giuridico che vincola gli Stati in materia di prevenzione e lotta contro la violenza sulle donne, la Convenzione di Istanbul, entrata in vigore in Italia il 1 agosto 2014.
L’attuazione della Convenzione di Istanbul è l’occasione per il nostro Paese di agire contro la violenza di genere non soltanto con azioni di prevenzione, punizione e sostegno alle vittime ma, soprattutto, cominciando un percorso di cambiamento culturale e di rimozione di stereotipi e pregiudizi.
Nessuna azione di contrasto, infatti, sarà mai efficace se non sarà sostenuta da un cambiamento di mentalità, nella consapevolezza che la violenza nasce in una situazione di disuguaglianza, che è necessario affrontare il tema della parità fra uomini e donne e rafforzare la rete territoriale tra le istituzioni e le associazioni.
Questa è la sfida che attende il Partito Democratico. L’occasione è l’approvazione di un piano nazionale antiviolenza, previsto dagli articoli 5 e 5bis della legge 119 del 2013, in collaborazione con le amministrazioni, i centri antiviolenza e le associazioni. Dovranno essere definite le linee guida in relazione alle politiche di accoglienza, formazione, supporto, prevenzione e contrasto alla violenza, valide per tutto il territorio nazionale.
I dati sui casi di violenza sulle donne sono drammatici e impongono un impegno serio e responsabile della politica che passa dal necessario cambiamento di mentalità, linguaggio e modo di concepire le relazioni fra gli uomini e le donne nella società.
Carla Maestrini, responsabile pari opportunità Pd Toscana
Primarie regionali. Zappacosta risponde a Fontanelli
11 novembre 2014 – “Leggiamo sulla stampa le dichiarazioni dell’onorevole Fontanelli che polemizza sulle decisioni della segreteria regionale in merito al percorso per le candidature regionali. Come Pd regionale abbiamo deciso di seguire le norme dello statuto e dare dignità agli organismi dirigenti. Il primo passo è l’assemblea regionale di dicembre che farà un’ampia discussione di contenuto sull’attuale legislatura regionale e sulle prospettive della prossima per poi esprimersi sulla ricandidatura di Enrico Rossi, su cui in tanti si sono pronunciati e su cui qualcuno nicchia celandosi dietro la necessità di primarie a prescindere dalla valutazione del lavoro fatto.
Per quanto riguarda la selezione dei consiglieri regionali, risulta paradossale la richiesta delle primarie. Con la nuova legge, i posti in lista sottoposti a preferenza sono addirittura superiori a quanti furono i candidati alle primarie del Pd delle scorse regionali. E per di più il voto di preferenza a cui i candidati si sottopongono è quello di tutto l’elettorato, quindi più ampio della platea delle primarie. La modalità di candidature rimarrà la stessa, con una raccolta di firme di un certo numero di iscritti a sostegno e un ruolo da protagonisti dei territori su cui si misureranno anche la responsabilità e la capacità politica dei dirigenti locali. Nella stesura del programma abbiamo previsto innovazioni importanti, ovvero, sia il coinvolgimento dei segretari di circolo e quindi dei rappresentanti degli iscritti, sia la consultazione degli elettori delle primarie”.
Così Carmine Zappacosta, membro pisano della segreteria regionale del Pd ribatte alle dichiarazioni di questa mattina di Paolo Fontanelli sul “Tirreno”.
“Risulta incomprensibile come, di fronte agli attuali percorsi ben più collettivi e partecipativi del passato, persone che hanno oltre 35 anni di dirigenza politica alle spalle e ricoprono ruoli di rappresentanza, li contestino, mostrando anche una certa incoerenza rispetto ad altre situazioni in cui loro stessi sono stati rappresentanti del centralismo democratico e di decisioni di pochi, metodo che noi da tempo abbiamo deciso di abbandonare. Non comprendo se sul piano politico, in questo periodo, l’onorevole Fontanelli parli come fondatore di una nuova minoranza. Se così fosse è bene farlo in maniera diretta e in campo aperto, per rispetto delle sensibilità politiche del PD, di minoranza e maggioranza, e tenendo conto del suo ruolo istituzionale di rappresentanza di un territorio che non merita di essere relegato a uno strumentale gioco delle parti” conclude Zappacosta.
Il percorso del PD toscano verso le elezioni regionali. Intervista al segretario Dario Parrini
10 novembre 2014 – Il segretario regionale del Pd toscano Dario Parrini, con Stefano Bruzzesi e Antonio Mazzeo, spiega in conferenza stampa il percorso del Pd toscano verso le elezioni regionali.
A dicembre l’assemblea regionale, allargata agli 850 segretari di circolo per approntare una prima bozza di programma; questa sarà poi sottoposta alla discussione pubblica aperta ai quasi 400mila elettori delle ultime primarie; a gennaio una nuyova assemblea per il programma definitivo.


