1 Dicembre 2015

Venerdì 4 dicembre a Firenze iniziativa sul Trattato transatlantico per commercio e investimenti

ttip

Il dibattito intorno al TTIP si sta facendo sempre più intenso anche nel nostro Paese. Per questo l’eurodeputato PD-S&D Nicola Danti ha deciso di organizzare a Firenze, il prossimo venerdì 4 dicembre, un’iniziativa dal titolo “TTIP: Una nuova prospettiva transatlantica. Sfide ed opportunità per l’Europa, l’Italia e la Toscana”.

Grazie alla disponibilità del Consiglio Regionale della Toscana, l’iniziativa avrà luogo venerdì a partire dalle 9.30 nella Sala delle Feste (Via Cavour 18, Firenze).

Per ragioni di sicurezza e di limitata capienza della sala, vi ricordo che per la partecipazione è strettamente necessario registrarsi scrivendo alla mail:nicola@nicoladanti.it

 

Di seguito il programma della conferenza:

9h00 Registrazione partecipanti

9h30 Indirizzi di saluto

EUGENIO GIANI, Presidente del Consiglio regionale della Toscana;

LEONARDO MARRAS, Capogruppo PD al Consiglio regionale della Toscana;

Introduzione

NICOLA DANTI, Vicepresidente della Commissione mercato interno e membro sostituto della Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo;

Interventi

BERND LANGE, Presidente della Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo e relatore della risoluzione sul TTIP;

ALESSANDRO PETRETTO, ordinario di Economia pubblica, Università degli Studi di Firenze;

10h45 Pausa caffè 

PAOLO DE CASTRO, Coordinatore del Gruppo S&D in commissione Agricoltura del Parlamento europeo;

Dibattito

Contributi dei rappresentanti nazionali e regionali di categorie produttive e sindacati – Modera DARIO PARRINI, Deputato al Parlamento italiano e Segretario regionale PD Toscana;

– Cesare Baldrighi, Presidente Consorzio Grana Padano

– Luca Giavi, Direttore Consorzio Prosecco

– Lisa Ferrarini, Vice Presidente per l’Europa, Confindustria

– Renato Santini, Segretario FIM-CISL Toscana

– Gianluca Volpi, Responsabile Area Economica e Servizi alle Imprese, CNA TOSCANA

– Rappresentante CGIL nazionale

Conclusioni

CARLO CALENDA, Viceministro allo Sviluppo economico, Governo Italiano.

 

 

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28 Novembre 2015

Fusioni “Più soldi ai comuni che si ‘sposano’ e corsia preferenziali per i bandi”

montecatiniAumento dei contributi regionali e corsia preferenziale per i bandi pubblici. Sono i provvedimenti che il Partito democratico toscano e la giunta regionale promuoveranno per i comuni che daranno vita a operazioni di fusione. In parallelo esprimono forte sostegno alla misura prospettata oggi dal sottosegretario Angelo Rughetti di incremento anche dei finanziamenti nazionali.

Del tema si è parlato oggi nel corso del seminario “La fusione fa la forza” a Montecatini, dedicato al riassetto degli enti locali a cui hanno partecipato oltre 250 tra sindaci, amministratori, parlamentari e dirigenti del PD toscano insieme al sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti.

In dettaglio, nel mese di dicembre, sarà presentata dal Pd in consiglio regionale una risoluzione collegata al bilancio per chiedere che sia attribuito ai comuni risultato di fusione un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per l’aggiudicazione dei bandi regionali riservati alle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento andrà ad aggiungersi all’aumento di un milione di euro dei finanziamenti contenuti nella proposta di bilancio regionale per il 2016 licenziata dalla giunta.

Si tratta di misure che andranno a sommarsi a quelle già esistenti: lo stato finanzia i comuni nati da fusione per dieci anni con una cifra pari al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia ad oggi altri 250mila euro per ogni comune per cinque anni.

La nostra discussione continua perchè le fusioni possono essere incoraggiate, ma non calate dall’alto. La decisione finale spetta ai cittadini. Al nostro partito e ai nostri amministratori il compito di favorire un dibattito documentato coinvolgendo comunità locali e parti sociali. Dove le fusioni sono avvenute i cittadini hanno visto una riduzione della pressione fiscale, servizi più efficienti, più investimenti in opere pubbliche e semplificazione burocratica” spiega il segretario regionale dem Dario Parrini – A livello legislativo siamo impegnati perchè la Regione, che ha già da anni una legge molto avanzata in materia, continui su questa linea e incentivi ancora di più le fusioni. Ma i vantaggi economici non sono tutto. Le fusioni sono strumento decisivo per far funzionare meglio i nostri comuni”.

Dopo il riordino delle funzioni provinciali, da un lato dobbiamo svolgere il nostro ruolo nel nuovo senato e lavorare per la “regione di mezzo” con Umbria e Marche. Dall’altro si deve rafforzare il territorio e ci vogliono comuni più strutturati e più grandi. Credo si debba premiare chi si fonde nei nostri bandi, modificare la distribuzione dei fondi che incentivano le fusioni in base al numero di abitanti, mettere a disposizione sistemi perché non si perda il contatto con i cittadini, rivedere le criticità delle unioni, spingere ancora per programmazioni e pianificazioni di area” ha detto a Montecatini l’assessore regionaleVittorio Bugli.

In numeri, l’obiettivo che ci diamo – spiega il vicesegretario PD Antonio Mazzeo –, nel solco del decreto Delrio, è entro la fine della legislatura nel 2020, avere completato la fusione per quei comuni sotto 5mila abitanti o sotto 3mila abitanti nel caso di territori montani. Questo riguarda i piccoli comuni, ma i processi di fusione devono partire anche nei contesti densamente urbanizzati in cui si può puntare a numeri molto alti, addirittura allargando i confini dei capoluoghi. Ogni territorio ha infatti le proprie specificità, alla luce delle quali gli amministratori locali e i cittadini sono chiamati a fare le scelte più idonee caso per caso”.

CLICCA QUI PER I QUADERNI SEMINARIALI DELL’INCONTRO DI MONTECATINI

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Fusioni “Più soldi ai comuni che si ‘sposano’ e corsia preferenziali per i bandi”

montecatiniAumento dei contributi regionali e corsia preferenziale per i bandi pubblici. Sono i provvedimenti che il Partito democratico toscano e la giunta regionale promuoveranno per i comuni che daranno vita a operazioni di fusione. In parallelo esprimono forte sostegno alla misura prospettata oggi dal sottosegretario Angelo Rughetti di incremento anche dei finanziamenti nazionali.

Del tema si è parlato oggi nel corso del seminario “La fusione fa la forza” a Montecatini, dedicato al riassetto degli enti locali a cui hanno partecipato oltre 250 tra sindaci, amministratori, parlamentari e dirigenti del PD toscano insieme al sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti.

In dettaglio, nel mese di dicembre, sarà presentata dal Pd in consiglio regionale una risoluzione collegata al bilancio per chiedere che sia attribuito ai comuni risultato di fusione un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per l’aggiudicazione dei bandi regionali riservati alle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento andrà ad aggiungersi all’aumento di un milione di euro dei finanziamenti contenuti nella proposta di bilancio regionale per il 2016 licenziata dalla giunta.

Si tratta di misure che andranno a sommarsi a quelle già esistenti: lo stato finanzia i comuni nati da fusione per dieci anni con una cifra pari al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia ad oggi altri 250mila euro per ogni comune per cinque anni.

La nostra discussione continua perchè le fusioni possono essere incoraggiate, ma non calate dall’alto. La decisione finale spetta ai cittadini. Al nostro partito e ai nostri amministratori il compito di favorire un dibattito documentato coinvolgendo comunità locali e parti sociali. Dove le fusioni sono avvenute i cittadini hanno visto una riduzione della pressione fiscale, servizi più efficienti, più investimenti in opere pubbliche e semplificazione burocratica” spiega il segretario regionale dem Dario Parrini – A livello legislativo siamo impegnati perchè la Regione, che ha già da anni una legge molto avanzata in materia, continui su questa linea e incentivi ancora di più le fusioni. Ma i vantaggi economici non sono tutto. Le fusioni sono strumento decisivo per far funzionare meglio i nostri comuni”.

Dopo il riordino delle funzioni provinciali, da un lato dobbiamo svolgere il nostro ruolo nel nuovo senato e lavorare per la “regione di mezzo” con Umbria e Marche. Dall’altro si deve rafforzare il territorio e ci vogliono comuni più strutturati e più grandi. Credo si debba premiare chi si fonde nei nostri bandi, modificare la distribuzione dei fondi che incentivano le fusioni in base al numero di abitanti, mettere a disposizione sistemi perché non si perda il contatto con i cittadini, rivedere le criticità delle unioni, spingere ancora per programmazioni e pianificazioni di area” ha detto a Montecatini l’assessore regionaleVittorio Bugli.

In numeri, l’obiettivo che ci diamo – spiega il vicesegretario PD Antonio Mazzeo –, nel solco del decreto Delrio, è entro la fine della legislatura nel 2020, avere completato la fusione per quei comuni sotto 5mila abitanti o sotto 3mila abitanti nel caso di territori montani. Questo riguarda i piccoli comuni, ma i processi di fusione devono partire anche nei contesti densamente urbanizzati in cui si può puntare a numeri molto alti, addirittura allargando i confini dei capoluoghi. Ogni territorio ha infatti le proprie specificità, alla luce delle quali gli amministratori locali e i cittadini sono chiamati a fare le scelte più idonee caso per caso”.

CLICCA QUI PER I QUADERNI SEMINARIALI DELL’INCONTRO DI MONTECATINI

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L’Unità parla delle fusioni di comuni in Toscana, articolo e intervista a Dario Parrini

l'unitaL’UNITA’ SABATO 28 NOVEMBRE 2016

“La fusione fa la forza”. La pensa così il Pd toscano che oggi a Montecatini riunisce i

suoi dirigenti e amministratori, ma anche le categorie economiche, per parlare delle

fusioni tra comuni, con l’intervento a fine mattinata del sottosegretario Angelo

Rughetti.

In Toscana, dal 2011 – data della legge regionale in materia – si contano 16 comuni in

cui le ipotesi di fusione sono state sottoposte a referendum tra i cittadini. In metà dei

casi è arrivato il via libera e sono stati istituti i nuovi municipi. Domani e domenica

tocca al referendum per la fusione di Abetone e Cutigliano, provincia di Pistoia.

Tra i nuovi nati in Toscana c’è un primato. Figline-Incisa, provincia di Firenze, è a

tutt’oggi l’unico comune italiano sopra 20mila abitanti istituito con fusione, oltre a

quello di Valsamoggia in Emilia. Riccardo Nocentini, allora sindaco di Figline, è

oggi il responsabile attuazione del programma del PD toscano: “Ci poniamo un

doppio obiettivo: quello delle fusioni, in cui, nella maggior parte dei casi, si mettono

insieme due-tre comuni limitrofi molto integrati, e quello delle unioni, che

rappresentano aree territorialmente più ampie per gestire insieme i servizi, ad

esempio quelli sociosanitari ed educativi, ma anche lavori pubblici e urbanistica”.

Le leggi nazionale e regionale prevedono deroghe e fondi per i comuni che si

“sposano”. Per cinque anni sono liberi dai vincoli del patto di stabilità e quindi hanno

risorse da spendere immediate. Roma poi li finanzia per dieci anni con una cifra pari

al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia altri

250mila euro per ogni comune per cinque anni. Milioni di euro insomma.

Ma non si tratta solo di piccoli comuni che uniscono le forze. Anche i capoluoghi

iniziano a parlare di allargare i propri confini. Antonio Mazzeo, vicesegretario dem

della Toscana, ha lanciato l’idea di un grande comune dell’area pisana: “Si tratta di

comuni che hanno già sperimentato momenti di collaborazione, come l’approvazione

del regolamento edilizio unificato, o che hanno già ottenuto risultati concreti su scala

sovra comunale, come quelli relativi alla società della salute o ai servizi all’infanzia.

Il passo successivo potrebbe essere quello relativo a un corpo unico di polizia

municipale in grado di gestire meglio e con più efficienza un tema delicato e assai

sentito dai cittadini come quello della sicurezza”.

Si è iniziato a parlare di progetti analoghi anche per Firenze, Siena, Arezzo. E lo

stesso Pd vuole andare di pari passo alla riorganizzazione istituzionale. “Stiamo

costruendo coordinamenti politici di area vasta, per costruire anche all’interno del

partito strategie che superano i confini delle federazioni” dice Mazzeo.

A coordinare la mattinata di oggi a Montecatini saranno il deputato pistoiese Edoardo

Fanucci, vicepresidente della commissione bilancio della Camera, con la responsabile

regionale del Pd per le riforme istituzionali, Maria Federica Giuliani. “È il momento

di agire con fusioni e unioni dei comuni, per migliorare l’efficacia, l’efficienza e

dotare gli enti locali degli strumenti per offrire alle persone servizi migliori a costi

ridotti. Occorre mettere da parte campanilismi e scelte anacronistiche – dice Fanucci –

I Comuni che hanno optato per le fusioni sono riusciti ad abbassare tasse e tariffe,

razionalizzando la spesa e rilanciando gli investimenti”.

“Il prossimo anno saremo chiamati ad esprimerci sulla riforma costituzionale –

ricorda Maria Federica Giuliani – e con essa dovremo confrontarci su assetti nuovi

che vedono tre livelli di amministrazione: quella centrale, quella regionale ed i

comuni. La politica è chiamata oggi ad una riflessione importante sul nuovo ruolo ad

essi attribuito in considerazione delle mutate dimensioni e condizioni dei nostri

territori in questi anni, oltre che ovviamente in un’ottica di revisione ed

ottimizzazione delle finanze”.

———————-

INTERVISTA DARIO PARRINI, UNITA’ SABATO 28 NOVEMBRE 2016

“In tempi di risorse limitate, si può risparmiare garantendo servizi pubblici

migliori, una programmazione più efficace, un aumento degli investimenti

e una riduzione delle tasse”. Il segretario del Pd toscano, Dario Parrini,

sostiene da sempre le fusioni tra comuni ed è contento che se ne discuta

sempre di più.

Tra i sindaci che riscontri trovate?

Ci sono state prese di posizione molto coraggiose e lungimiranti. La

Toscana ha da tempo una legge che incentiva i comuni a unirsi. Nei giorni

scorsi il sottosegretario Luca Lotti proprio dalla nostra regione ha speso

parole importanti sull’argomento.

Come intendete procedere?

Immaginiamo una riorganizzazione istituzionale su più fronti, che non si

fermi ai comuni. Abbiamo già ridotto le Asl creando tre sole realtà

interprovinciali. Puntiamo ad avere soggetti industriali almeno regionali

nell’acqua e nel gas per contenere le tariffe e incrementare investimenti e

qualità dei servizi.

Quali sono i numeri ottimali di popolazione per i nuovi comuni?

Variano a seconda delle caratteristiche socio-economiche e demografiche

di ciascuna area. La soglia minima ottimale è più bassa nei comuni rurali o

montani molto estesi e poco popolati. È più alta in contesti densamente

urbanizzati. Serve un’analisi territorio per territorio. Di sicuro,

specialmente dopo l’abolizione delle province, non è ottimale averne 8000,

di comuni. Per le ragioni ben illustrate sul vostro giornale da due esperti

come Alessandro Petretto e Carlo Fusaro.

La decisione finale spetta ai cittadini con i referendum e dovrete

convincerli che mettere da parte le logiche di campanile conviene…

Le imposizioni sono sbagliate. Le fusioni non si calano dall’alto. Si fanno

se i cittadini le ritengono in linea con un bisogno vero della comunità.

Penso che il Pd, nei circoli e con i propri sindaci, debba favorire una

discussione approfondita e documentata. Un’analisi rigorosa farà

emergere, per esempio, che non ha senso l’equazione fusione uguale

mortificazione delle identità territoriali. È vero il contrario: da

un’ottimizzazione degli assetti istituzionali le identità locali possono uscire

positivamente rafforzate.

Alcuni vantaggi in concreto?

Sfruttando le economie di scala e la possibilità di usare in maniera più

efficiente il personale, si possono dare gli stessi servizi spendendo meno, o

più servizi a spesa invariata. Ci sono benefici indubbi in termini di

investimenti, di pressione fiscale, di efficacia programmatoria, di

semplificazione burocratica. Si può ristrutturare il back-office senza tagli

al front-office.

E del progetto delle macroregioni cosa pensa?

Si può discutere del come. Ma che vadano aggregate e ridotte di numero è

indubbio. Una macroregione dell’Italia centrale sarebbe un grande

beneficio per i cittadini e per le imprese di questo  pezzo d’Italia. Con

l’onorevole Morassut ho presentato un ddl in tal senso assai prima che

questa discussione cominciasse. Sono molto felice che oggi sia una

questione ampiamente dibattuta.

Un progetto così ambizioso non rischia di rimanere sulla carta?

Di ogni riforma bisogna sempre valutare l’utilità e la fattibilità. Queste

riforme sono sia utili che fattibili. Il problema è solo di volontà politica. E

già più volte abbiamo dimostrato che non ci tiriamo indietro di fronte alle

sfide.

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L’Unità parla delle fusioni di comuni in Toscana, articolo e intervista a Dario Parrini

l'unitaL’UNITA’ SABATO 28 NOVEMBRE 2016

“La fusione fa la forza”. La pensa così il Pd toscano che oggi a Montecatini riunisce i

suoi dirigenti e amministratori, ma anche le categorie economiche, per parlare delle

fusioni tra comuni, con l’intervento a fine mattinata del sottosegretario Angelo

Rughetti.

In Toscana, dal 2011 – data della legge regionale in materia – si contano 16 comuni in

cui le ipotesi di fusione sono state sottoposte a referendum tra i cittadini. In metà dei

casi è arrivato il via libera e sono stati istituti i nuovi municipi. Domani e domenica

tocca al referendum per la fusione di Abetone e Cutigliano, provincia di Pistoia.

Tra i nuovi nati in Toscana c’è un primato. Figline-Incisa, provincia di Firenze, è a

tutt’oggi l’unico comune italiano sopra 20mila abitanti istituito con fusione, oltre a

quello di Valsamoggia in Emilia. Riccardo Nocentini, allora sindaco di Figline, è

oggi il responsabile attuazione del programma del PD toscano: “Ci poniamo un

doppio obiettivo: quello delle fusioni, in cui, nella maggior parte dei casi, si mettono

insieme due-tre comuni limitrofi molto integrati, e quello delle unioni, che

rappresentano aree territorialmente più ampie per gestire insieme i servizi, ad

esempio quelli sociosanitari ed educativi, ma anche lavori pubblici e urbanistica”.

Le leggi nazionale e regionale prevedono deroghe e fondi per i comuni che si

“sposano”. Per cinque anni sono liberi dai vincoli del patto di stabilità e quindi hanno

risorse da spendere immediate. Roma poi li finanzia per dieci anni con una cifra pari

al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia altri

250mila euro per ogni comune per cinque anni. Milioni di euro insomma.

Ma non si tratta solo di piccoli comuni che uniscono le forze. Anche i capoluoghi

iniziano a parlare di allargare i propri confini. Antonio Mazzeo, vicesegretario dem

della Toscana, ha lanciato l’idea di un grande comune dell’area pisana: “Si tratta di

comuni che hanno già sperimentato momenti di collaborazione, come l’approvazione

del regolamento edilizio unificato, o che hanno già ottenuto risultati concreti su scala

sovra comunale, come quelli relativi alla società della salute o ai servizi all’infanzia.

Il passo successivo potrebbe essere quello relativo a un corpo unico di polizia

municipale in grado di gestire meglio e con più efficienza un tema delicato e assai

sentito dai cittadini come quello della sicurezza”.

Si è iniziato a parlare di progetti analoghi anche per Firenze, Siena, Arezzo. E lo

stesso Pd vuole andare di pari passo alla riorganizzazione istituzionale. “Stiamo

costruendo coordinamenti politici di area vasta, per costruire anche all’interno del

partito strategie che superano i confini delle federazioni” dice Mazzeo.

A coordinare la mattinata di oggi a Montecatini saranno il deputato pistoiese Edoardo

Fanucci, vicepresidente della commissione bilancio della Camera, con la responsabile

regionale del Pd per le riforme istituzionali, Maria Federica Giuliani. “È il momento

di agire con fusioni e unioni dei comuni, per migliorare l’efficacia, l’efficienza e

dotare gli enti locali degli strumenti per offrire alle persone servizi migliori a costi

ridotti. Occorre mettere da parte campanilismi e scelte anacronistiche – dice Fanucci –

I Comuni che hanno optato per le fusioni sono riusciti ad abbassare tasse e tariffe,

razionalizzando la spesa e rilanciando gli investimenti”.

“Il prossimo anno saremo chiamati ad esprimerci sulla riforma costituzionale –

ricorda Maria Federica Giuliani – e con essa dovremo confrontarci su assetti nuovi

che vedono tre livelli di amministrazione: quella centrale, quella regionale ed i

comuni. La politica è chiamata oggi ad una riflessione importante sul nuovo ruolo ad

essi attribuito in considerazione delle mutate dimensioni e condizioni dei nostri

territori in questi anni, oltre che ovviamente in un’ottica di revisione ed

ottimizzazione delle finanze”.

———————-

INTERVISTA DARIO PARRINI, UNITA’ SABATO 28 NOVEMBRE 2016

“In tempi di risorse limitate, si può risparmiare garantendo servizi pubblici

migliori, una programmazione più efficace, un aumento degli investimenti

e una riduzione delle tasse”. Il segretario del Pd toscano, Dario Parrini,

sostiene da sempre le fusioni tra comuni ed è contento che se ne discuta

sempre di più.

Tra i sindaci che riscontri trovate?

Ci sono state prese di posizione molto coraggiose e lungimiranti. La

Toscana ha da tempo una legge che incentiva i comuni a unirsi. Nei giorni

scorsi il sottosegretario Luca Lotti proprio dalla nostra regione ha speso

parole importanti sull’argomento.

Come intendete procedere?

Immaginiamo una riorganizzazione istituzionale su più fronti, che non si

fermi ai comuni. Abbiamo già ridotto le Asl creando tre sole realtà

interprovinciali. Puntiamo ad avere soggetti industriali almeno regionali

nell’acqua e nel gas per contenere le tariffe e incrementare investimenti e

qualità dei servizi.

Quali sono i numeri ottimali di popolazione per i nuovi comuni?

Variano a seconda delle caratteristiche socio-economiche e demografiche

di ciascuna area. La soglia minima ottimale è più bassa nei comuni rurali o

montani molto estesi e poco popolati. È più alta in contesti densamente

urbanizzati. Serve un’analisi territorio per territorio. Di sicuro,

specialmente dopo l’abolizione delle province, non è ottimale averne 8000,

di comuni. Per le ragioni ben illustrate sul vostro giornale da due esperti

come Alessandro Petretto e Carlo Fusaro.

La decisione finale spetta ai cittadini con i referendum e dovrete

convincerli che mettere da parte le logiche di campanile conviene…

Le imposizioni sono sbagliate. Le fusioni non si calano dall’alto. Si fanno

se i cittadini le ritengono in linea con un bisogno vero della comunità.

Penso che il Pd, nei circoli e con i propri sindaci, debba favorire una

discussione approfondita e documentata. Un’analisi rigorosa farà

emergere, per esempio, che non ha senso l’equazione fusione uguale

mortificazione delle identità territoriali. È vero il contrario: da

un’ottimizzazione degli assetti istituzionali le identità locali possono uscire

positivamente rafforzate.

Alcuni vantaggi in concreto?

Sfruttando le economie di scala e la possibilità di usare in maniera più

efficiente il personale, si possono dare gli stessi servizi spendendo meno, o

più servizi a spesa invariata. Ci sono benefici indubbi in termini di

investimenti, di pressione fiscale, di efficacia programmatoria, di

semplificazione burocratica. Si può ristrutturare il back-office senza tagli

al front-office.

E del progetto delle macroregioni cosa pensa?

Si può discutere del come. Ma che vadano aggregate e ridotte di numero è

indubbio. Una macroregione dell’Italia centrale sarebbe un grande

beneficio per i cittadini e per le imprese di questo  pezzo d’Italia. Con

l’onorevole Morassut ho presentato un ddl in tal senso assai prima che

questa discussione cominciasse. Sono molto felice che oggi sia una

questione ampiamente dibattuta.

Un progetto così ambizioso non rischia di rimanere sulla carta?

Di ogni riforma bisogna sempre valutare l’utilità e la fattibilità. Queste

riforme sono sia utili che fattibili. Il problema è solo di volontà politica. E

già più volte abbiamo dimostrato che non ci tiriamo indietro di fronte alle

sfide.

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“Futuro degli aeroporti, il Pd ha un’anima sola”. Di Antonio Mazzeo, Repubblica Firenze 29 novembre 2015

mazzeo-assreg
L’INTERVENTO
Futuro degli aeroporti il Pd ha un’anima sola
ANTONIO MAZZEO
IL PIANO di sviluppo del sistema aeroportuale toscano, con la realizzazione della nuova pista di Peretola, è tornato a essere discusso in Consiglio regionale. Non è una novità. La novità è che per la prima volta il gruppo del Pd ha votato, in maniera unanime, il sostegno a un progetto che deve inserirsi all’interno di un ragionamento e di un intervento più ampio. L’ha fatto con una risoluzione che conferma, e rilancia con ulteriore forza, la piena integrazione dello scalo di Firenze con il Galilei di Pisa risottolineandone le specificità previste dal Masterplan di Toscana Aeroporti: orientato ai voli business il primo, al traffico turistico, ai voli internazionali e delle compagnie low cost il secondo. Per molti versi, almeno per il Pd in Toscana, questo è un fatto storico dopo anni in cui si sono create e consumate pesanti fratture. E su una questione così importante per lo sviluppo infrastrutturale toscano, il voto può rappresentare un salto di qualità decisivo. Niente di tutto questo era scontato. Anche pensando al fatto che sulla comunicazione tecnica, ricevuta dal presidente Rossi, il gruppo consiliare ha portato avanti, a partire dal capogruppo Marras e dal presidente della IV commissione Stefano Baccelli, un grande lavoro di integrazione e sintesi tra le diverse posizioni legittimamente emerse all’interno del gruppo. Un lavoro che ha portato a un risultato condiviso e a un testo che fosse in grado di conciliare le richieste e le esigenze di tutti i territori coinvolti. Questo è anche il segno di un Pd nuovo, un partito a vocazione maggioritaria al quale non interessano battaglie di campanile e di retroguardia, che mette al primo posto gli interessi dei cittadini e di tutta la regione, della sua area centrale così come di quella costiera. Un partito che guarda avanti, raccogliendo la sfida di obiettivi ambiziosi: dare finalmente alla Toscana un sistema aeroportuale di primo livello, competitivo con i principali scali europei, è uno di questi. Vogliamo farlo,e bene, tenendo ferma e irremovibile la necessità di coniugare nel modo corretto lo sviluppo dei due scali coi fattori ambientali, urbanistici e di sicurezza. Ecco perché abbiamo messo tre punti fermi a tracciare il percorso: la monodirezionalità della nuova pista e la chiusura contemporanea di quella esistente; la definizione di un Osservatorio, del quale faranno parte tutti i livelli istituzionali, per il rispetto delle norme ambientali e di sicurezza; un accordo di programma da proporre al governo con tutti i soggetti interessati che va oltre la questione della lunghezza della pista e lega all’aeroporto la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche per fronteggiare la concorrenza degli altri scali italiani: dal people mover a Pisa alla tramvia a Firenze dalla definizione del Parco della Piana alla velocizzazione dei collegamenti ferroviari sull’asse Firenze-Pisa-Livorno. Tutto insieme, questo rappresenta una grande opportunità per la nostra regione. E il Pd toscano di oggi, che ha un’anima sola, lavora unito per coglierla.
L’autore è vicesegretario regionale Pd
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“Futuro degli aeroporti, il Pd ha un’anima sola”. Di Antonio Mazzeo, Repubblica Firenze 29 novembre 2015

mazzeo-assreg
L’INTERVENTO
Futuro degli aeroporti il Pd ha un’anima sola
ANTONIO MAZZEO
IL PIANO di sviluppo del sistema aeroportuale toscano, con la realizzazione della nuova pista di Peretola, è tornato a essere discusso in Consiglio regionale. Non è una novità. La novità è che per la prima volta il gruppo del Pd ha votato, in maniera unanime, il sostegno a un progetto che deve inserirsi all’interno di un ragionamento e di un intervento più ampio. L’ha fatto con una risoluzione che conferma, e rilancia con ulteriore forza, la piena integrazione dello scalo di Firenze con il Galilei di Pisa risottolineandone le specificità previste dal Masterplan di Toscana Aeroporti: orientato ai voli business il primo, al traffico turistico, ai voli internazionali e delle compagnie low cost il secondo. Per molti versi, almeno per il Pd in Toscana, questo è un fatto storico dopo anni in cui si sono create e consumate pesanti fratture. E su una questione così importante per lo sviluppo infrastrutturale toscano, il voto può rappresentare un salto di qualità decisivo. Niente di tutto questo era scontato. Anche pensando al fatto che sulla comunicazione tecnica, ricevuta dal presidente Rossi, il gruppo consiliare ha portato avanti, a partire dal capogruppo Marras e dal presidente della IV commissione Stefano Baccelli, un grande lavoro di integrazione e sintesi tra le diverse posizioni legittimamente emerse all’interno del gruppo. Un lavoro che ha portato a un risultato condiviso e a un testo che fosse in grado di conciliare le richieste e le esigenze di tutti i territori coinvolti. Questo è anche il segno di un Pd nuovo, un partito a vocazione maggioritaria al quale non interessano battaglie di campanile e di retroguardia, che mette al primo posto gli interessi dei cittadini e di tutta la regione, della sua area centrale così come di quella costiera. Un partito che guarda avanti, raccogliendo la sfida di obiettivi ambiziosi: dare finalmente alla Toscana un sistema aeroportuale di primo livello, competitivo con i principali scali europei, è uno di questi. Vogliamo farlo,e bene, tenendo ferma e irremovibile la necessità di coniugare nel modo corretto lo sviluppo dei due scali coi fattori ambientali, urbanistici e di sicurezza. Ecco perché abbiamo messo tre punti fermi a tracciare il percorso: la monodirezionalità della nuova pista e la chiusura contemporanea di quella esistente; la definizione di un Osservatorio, del quale faranno parte tutti i livelli istituzionali, per il rispetto delle norme ambientali e di sicurezza; un accordo di programma da proporre al governo con tutti i soggetti interessati che va oltre la questione della lunghezza della pista e lega all’aeroporto la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche per fronteggiare la concorrenza degli altri scali italiani: dal people mover a Pisa alla tramvia a Firenze dalla definizione del Parco della Piana alla velocizzazione dei collegamenti ferroviari sull’asse Firenze-Pisa-Livorno. Tutto insieme, questo rappresenta una grande opportunità per la nostra regione. E il Pd toscano di oggi, che ha un’anima sola, lavora unito per coglierla.
L’autore è vicesegretario regionale Pd
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25 Novembre 2015

Sabato a Montecatini iniziativa del Pd sulle unioni dei comuni

logo fusioni“La fusione fa la forza”, è il titolo della giornata di approfondimento sui processi di unione e fusione dei comuni organizzata per sabato 28 novembre dal Pd toscano. Il dibattito è aperto a sindaci, dirigenti, tecnici e categorie economiche e si terrà dalle 10 alle 17  presso le terme “Excelsior” in viale Verdi a Montecatini Terme (PT).

Dopo i saluti del segretario del PD di Pistoia, Marco Niccolai, la mattina interverranno: Sabrina Iommi, dell’Irpet, sui vantaggi economici delle fusioni per i comuni piccoli e medi e per le grandi città; Simone Gheri, direttore di ANCI Toscana, sullo stato dell’arte delle unioni e delle fusioni in Toscana; Riccardo Nocentini, responsabile attuazione del programma del Pd toscano, sul caso di Figline e Incisa; Federico Ignesti su quello di San Piero e Scarperia, Antonio Mazzeo, vicesegretario del Pd toscano, su fusione dei comuni e municipi nell’area pisana e Giacomo Mangoni, coordinatore ANCI giovani Toscana.

Coordinano Maria Federica Giuliani, responsabile riforme istituzionali del PD toscano ed Edoardo Fanucci, deputato vicepresidente della commissione bilancio della Camera.

Conclude la mattinata Angelo Rughetti, sottosegretario alla pubblica amministrazione.

Alle 14.30, dopo i saluti di Giuseppe Bellandi, sindaco di Montecatini Terme, tavola rotonda con  Dario Parrini, segretario regionale PD Toscana, Vittorio Bugli, assessore regionale, Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale e Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente dell’ANCI Toscana.

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Sabato a Montecatini iniziativa del Pd sulle unioni dei comuni

logo fusioni“La fusione fa la forza”, è il titolo della giornata di approfondimento sui processi di unione e fusione dei comuni organizzata per sabato 28 novembre dal Pd toscano. Il dibattito è aperto a sindaci, dirigenti, tecnici e categorie economiche e si terrà dalle 10 alle 17  presso le terme “Excelsior” in viale Verdi a Montecatini Terme (PT).

Dopo i saluti del segretario del PD di Pistoia, Marco Niccolai, la mattina interverranno: Sabrina Iommi, dell’Irpet, sui vantaggi economici delle fusioni per i comuni piccoli e medi e per le grandi città; Simone Gheri, direttore di ANCI Toscana, sullo stato dell’arte delle unioni e delle fusioni in Toscana; Riccardo Nocentini, responsabile attuazione del programma del Pd toscano, sul caso di Figline e Incisa; Federico Ignesti su quello di San Piero e Scarperia, Antonio Mazzeo, vicesegretario del Pd toscano, su fusione dei comuni e municipi nell’area pisana e Giacomo Mangoni, coordinatore ANCI giovani Toscana.

Coordinano Maria Federica Giuliani, responsabile riforme istituzionali del PD toscano ed Edoardo Fanucci, deputato vicepresidente della commissione bilancio della Camera.

Conclude la mattinata Angelo Rughetti, sottosegretario alla pubblica amministrazione.

Alle 14.30, dopo i saluti di Giuseppe Bellandi, sindaco di Montecatini Terme, tavola rotonda con  Dario Parrini, segretario regionale PD Toscana, Vittorio Bugli, assessore regionale, Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale e Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente dell’ANCI Toscana.

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25 novembre. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Intervento di Carla Maestrini

violenza donne

Nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 in ricordo delle tre sorelle Mirabal uccise nel 1960 nella Repubblica Domenicana, le istituzioni di tutto il mondo organizzano iniziative ed attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo fenomeno ancora troppo drammaticamente diffuso.

Occorre ribadire con forza la centralità del tema dei diritti e rilanciare una decisa lotta alla violenza sulle donne, che si presenta prevalentemente in ambito familiare, in ogni sua manifestazione, sia essa fisica, psicologica, economica o sessuale.
Una grande battaglia culturale che miri a mettere in campo politiche di prevenzione, di punizione e di sostegno alle vittime, ma che promuova allo tempo stesso un percorso di rimozione dei pregiudizi e degli stereotipi, un cambiamento di mentalità, attraverso azioni di sensibilizzazione che passano necessariamente dal rafforzamento del ruolo della scuola e dal suo coinvolgimento attivo.
L’educazione al rispetto e alla qualità delle relazioni deve assumere un ruolo centrale nel contrasto alla violenza di genere con un lavoro di sinergia tra le istituzioni, le associazioni, le forze politiche e sociali.
Attraverso una conoscenza approfondita e puntuale del fenomeno, sarà possibile mettere in atto adeguate scelte politiche per affrontarlo, come dimostra il settimo Rapporto sulla violenza di genere della Toscana, presentato ieri dall’assessore regionale al diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi.
Carla Maestrini, responsabile pari opportunità PD Toscana.
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