Fusioni “Più soldi ai comuni che si ‘sposano’ e corsia preferenziali per i bandi”
Aumento dei contributi regionali e corsia preferenziale per i bandi pubblici. Sono i provvedimenti che il Partito democratico toscano e la giunta regionale promuoveranno per i comuni che daranno vita a operazioni di fusione. In parallelo esprimono forte sostegno alla misura prospettata oggi dal sottosegretario Angelo Rughetti di incremento anche dei finanziamenti nazionali.
Del tema si è parlato oggi nel corso del seminario “La fusione fa la forza” a Montecatini, dedicato al riassetto degli enti locali a cui hanno partecipato oltre 250 tra sindaci, amministratori, parlamentari e dirigenti del PD toscano insieme al sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti.
In dettaglio, nel mese di dicembre, sarà presentata dal Pd in consiglio regionale una risoluzione collegata al bilancio per chiedere che sia attribuito ai comuni risultato di fusione un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per l’aggiudicazione dei bandi regionali riservati alle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento andrà ad aggiungersi all’aumento di un milione di euro dei finanziamenti contenuti nella proposta di bilancio regionale per il 2016 licenziata dalla giunta.
Si tratta di misure che andranno a sommarsi a quelle già esistenti: lo stato finanzia i comuni nati da fusione per dieci anni con una cifra pari al 20 percento dei trasferimenti avuti nel 2010. La regione Toscana stanzia ad oggi altri 250mila euro per ogni comune per cinque anni.
“La nostra discussione continua perchè le fusioni possono essere incoraggiate, ma non calate dall’alto. La decisione finale spetta ai cittadini. Al nostro partito e ai nostri amministratori il compito di favorire un dibattito documentato coinvolgendo comunità locali e parti sociali. Dove le fusioni sono avvenute i cittadini hanno visto una riduzione della pressione fiscale, servizi più efficienti, più investimenti in opere pubbliche e semplificazione burocratica” spiega il segretario regionale dem Dario Parrini – A livello legislativo siamo impegnati perchè la Regione, che ha già da anni una legge molto avanzata in materia, continui su questa linea e incentivi ancora di più le fusioni. Ma i vantaggi economici non sono tutto. Le fusioni sono strumento decisivo per far funzionare meglio i nostri comuni”.
“Dopo il riordino delle funzioni provinciali, da un lato dobbiamo svolgere il nostro ruolo nel nuovo senato e lavorare per la “regione di mezzo” con Umbria e Marche. Dall’altro si deve rafforzare il territorio e ci vogliono comuni più strutturati e più grandi. Credo si debba premiare chi si fonde nei nostri bandi, modificare la distribuzione dei fondi che incentivano le fusioni in base al numero di abitanti, mettere a disposizione sistemi perché non si perda il contatto con i cittadini, rivedere le criticità delle unioni, spingere ancora per programmazioni e pianificazioni di area” ha detto a Montecatini l’assessore regionaleVittorio Bugli.
“In numeri, l’obiettivo che ci diamo – spiega il vicesegretario PD Antonio Mazzeo –, nel solco del decreto Delrio, è entro la fine della legislatura nel 2020, avere completato la fusione per quei comuni sotto 5mila abitanti o sotto 3mila abitanti nel caso di territori montani. Questo riguarda i piccoli comuni, ma i processi di fusione devono partire anche nei contesti densamente urbanizzati in cui si può puntare a numeri molto alti, addirittura allargando i confini dei capoluoghi. Ogni territorio ha infatti le proprie specificità, alla luce delle quali gli amministratori locali e i cittadini sono chiamati a fare le scelte più idonee caso per caso”.
CLICCA QUI PER I QUADERNI SEMINARIALI DELL’INCONTRO DI MONTECATINI