Emiliano Poli: “Mafia Capitale: corruzione, moralità e trasparenza”

emiliano poli 3L’Italia è un popolo di improvvisatori. Basta poco per diventare allenatori di calcio, criminologi, avvocati. Queste sono le settimane dove tutti diventano paladini della legalità e della moralità. Sono le settimane in cui tornano di moda le frasi di Enrico Berlinguer sulla moralità o quelle di Paolo Borsellino sull’intreccio stato-mafia.
Io, che nel mio piccolo, mi occupo di queste tematiche mi stupisco dello stupore. Non è certo mia intenzione fare del facile populismo perché quello lo lascio ai politici che non hanno altro da dire, che attaccano per guadagnare voti. Credo nella politica e conosco tanti politici che, ad ogni livello, ogni giorno con la propria onestà cercano di creare un paese migliore. A quelli che si stupiscono però rispondo che è sufficiente guardare ogni anno il CPI (Indice di Percezione della Corruzione) redatto da “Transparency International Italia”. Anche quest’anno l’Italia è al 69° posto. Se considerate che l’Italia è l’ottava potenza industriale del mondo (malgrado la crisi economica che stiamo vivendo), vi renderete conto quanto sia grave la situazione della corruzione in Italia. Quante volte ho sentito dire “chissà quanto sono corrotti i paesi dell’est o quelli africani” Niente di più falso. Noi lo siamo più di Namibia, Ghana, Turchia. Non vi faccio l’elenco.  Fate un sospirone e leggetelo con calma perché probabilmente dopo averlo letto capirete molte cose.
La corruzione italiana è stimata in 60 mld annui. Avete capito bene, 60 miliardi di euro. Una somma che da sola basterebbe in pochi anni a far crescere in modo esponenziale il nostro paese.
Continua lo stupore nel vedere chi si stupisce ascoltando le intercettazioni che testimoniano che quando c’è bisogno di fare soldi non ci si preoccupa dell’immigrato, del tossicodipendente, del disabile. Solo Beppe Grillo è convinto che la mafia abbia una sua “moralità”.
Fin qui i fatti. Troppo facile però limitarsi al racconto. Non sono un giornalista, ma una persona che rappresenta i temi della Legalità del Partito Democratico in Toscana ed è giusto non sottrarmi nel dire come penso sia possibile risolvere i problemi, anche se esponenti molto più autorevoli di me hanno fatto le proprie proposte.

  • Giovanni Giolitti diceva “Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.”. Il Partito Democratico è partito di Governo ed è dal nostro interno che dobbiamo dimostrare il valore delle regole. Le regole si applicano senza se e senza ma. Per far rispettare le leggi e le regole dobbiamo essere i primi a rispettarle. Occorre che, ad ogni livello, tutti rispettino le regole che ci sono. Non ne servono altre. Moralità significa anche rispetto dei propri iscritti, a partire dal fatto che è immorale che ci siano consiglieri e parlamentari che non versano i contributi economici dovuti al partito. Fuori dal partito chi non rispetta le regole perché non sarà mai credibile nel chiedere il rispetto delle regole agli altri. Basta doppi incarichi, deroghe e contro deroghe.
  • Chi non rispetta le leggi del Partito non venga più candidato a nessun ruolo istituzionale e politico, senza nessuna possibilità di rifugiarsi in partecipate varie.
  • Torniamo ad una selezione vera della classe dirigente. Non sono sufficienti le primarie. Chi vi partecipa deve avere quella trasparenza che i cittadini ci chiedono e pretendono. Deve esserci una selezione vera che non può limitarsi al manuale Cencelli per la suddivisione dei candidati in base alla corrente di riferimento. Democrazia diretta e scelta dei candidati non significa automaticamente scegliere bene ed il sistema della preferenze, se da una parte è positivo, può essere pericoloso se non seguito attentamente.
  • Passando dal finanziamento pubblico a quello privato è necessaria ancora più trasparenza. Nessun appello alla “privacy”. Come elettore, iscritto e dirigente di partito pretendo di sapere da chi arrivano i soldi al mio partito e pretendo di sapere chi sono gli eletti che non versano regolarmente i contributi.
  • Chiunque, nel Partito Democratico venga indagato per reati gravi come la corruzione dovrebbe avere il buon senso di sospendersi dal Partito per non intaccare la fiducia degli elettori nel nostro partito senza necessariamente aspettare la condanna definitiva.
  • Le liste del Partito devono essere pulite e sui candidati non ci deve essere nessuna “macchia”. Al Partito Democratico non devono interessare i “signori delle preferenze”. Il rinnovamento si fa anche in questo modo, partendo da persone che non hanno voti “già acquisiti” ma che li conquistano sul campo con la buona politica e la buona amministrazione.
  • Necessario che a livello nazionale sia istituito il ruolo di “Responsabile Nazionale Legalità”. Il primo partito europeo deve avere un riferimento su un tema così importante. Importante che vengano sensibilizzati i livelli locali del partito affinché questo ruolo diventi sempre più importante e che anche nelle Unioni comunali e Regionali ci siano dei riferimenti che possano contribuire a parlare e fare proposte su questi temi.
  • Elettori ed iscritti devono essere le prime “sentinelle della legalità” per evitare di candidare persone non moralmente degne di stare nel nostro partito.
  • Per la corruzione avrei preferito un Decreto che avrebbe consentito in tempi rapidi l’approvazione di nuove norme. Il disegno di legge consente comunque modifiche che possono essere ancora apportate. Entrando nel merito delle proposte:
  1. Positivo il fatto che non sarà più possibile accedere al patteggiamento se non vengono restituiti i beni ottenuti con la corruzione.
  2. Avrei preferito che la cessazione della prescrizione subentrasse subito e non fra il primo ed il secondo grado di giudizio.
  3. Improrogabile la notevole diminuzione delle stazioni appaltanti (ad oggi oltre 30.000)
  4. Occorre occuparsi non soltanto della “corruzione propria” ma anche della corruzione giudiziaria e della concussione.
  5. Bene l’aspetto della confisca dei beni ai corrotti ma ciò deve andare di pari passo con il ddl governativo sui patrimoni
  6. mafiosi, in modo da rendere più efficaci e veloci le confische.
  7. Occorre inserire tutele per chi denuncia fatti commessi nelle pubbliche amministrazioni.
  8. Il reato di prescrizione va rivisto per tutti i reati e non soltanto per quelli legati alla corruzione.

Per concludere la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, la legalità, la moralità e la trasparenza devono diventare punti fondamentali del programma del Partito Democratico. Solo in questo modo potremo diventare un paese normale, restituendo ai cittadini fiducia nella politica. Il dato dell’astensionismo non può essere sottovalutato. Spetta al Partito Democratico farsi carico del malcontento dei cittadini e dimostrare che la Politica è qualcosa di bello, lasciando l’antipolitica ai populisti, ai cabarettisti ed ai comici.

 

Emiliano Poli,

responsabile Forum Legalità e sicurezza Pd Toscana