2 Aprile 2012

Europa, Manciulli: “I progressisti possono aprire
una stagione in cui i cittadini contano di più”

“C’è da lottare per un’Europa politica. Per questo credo sia importante il manifesto firmato a Parigi dai partiti progressisti europei, perché per uscire da questa crisi c’è bisogno di prendere decisioni”.
A margine dell’incontro “L’Europa domani mattina: un’Unione senza Stati sovrani?” organizzato il 30 marzo dal coordinamento provinciale del Pd di Prato, il segretario regionale Andrea Manciulli parla al Tgr Toscana: “Il Partito Democratico e gli altri partiti progressisti d’Europa possono essere gli apripista di una nuova stagione in cui i cittadini e la politica contano di più”.

 

      

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Europa, Manciulli: “I progressisti possono aprire
una stagione in cui i cittadini contano di più”

“C’è da lottare per un’Europa politica. Per questo credo sia importante il manifesto firmato a Parigi dai partiti progressisti europei, perché per uscire da questa crisi c’è bisogno di prendere decisioni”.
A margine dell’incontro “L’Europa domani mattina: un’Unione senza Stati sovrani?” organizzato il 30 marzo dal coordinamento provinciale del Pd di Prato, il segretario regionale Andrea Manciulli parla al Tgr Toscana: “Il Partito Democratico e gli altri partiti progressisti d’Europa possono essere gli apripista di una nuova stagione in cui i cittadini e la politica contano di più”.

 

      

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Giustizia, le proposte del Pd della Toscana
sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari

Durante la Conferenza del Pd nazionale sulla Giustizia, la senatrice Silvia Della Monica ha presentato le proposte dei Democratici toscani sulla riforma della geografia giudiziaria.

        

 

Leggi l’intervento integrale della senatrice Della Monica

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Giustizia, le proposte del Pd della Toscana
sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari

Durante la Conferenza del Pd nazionale sulla Giustizia, la senatrice Silvia Della Monica ha presentato le proposte dei Democratici toscani sulla riforma della geografia giudiziaria.

        

 

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31 Marzo 2012

Lavoro, Ivan Ferrucci: “Una riforma da cambiare.
Sull’articolo 18 ci sarà da lavorare in Parlamento”

Intervento pubblicato da l’Unità-Toscana il 31 marzo 2012.

 

La riforma del mercato del lavoro è una riforma necessaria per la modernizzazione della società, perché, insieme al sistema sociosanitario e all’istruzione, è uno dei tre pilastri dello stato sociale che vogliamo sia migliorato. Uno stato sociale efficiente e inclusivo è la condizione per  una società multiculturale e per essere protagonisti dello sviluppo nella globalizzazione.  

Nell’attuale quadro economico, l’elaborazione di questa riforma ha bisogno della responsabilità e dell’impegno da parte di tutti a ricercare coesione sociale. Per questo penso che sia un fatto importante l’intesa che i sindacati avevano raggiunto sulla modifica dell’articolo 18 e con la quale si erano presentati al confronto col governo. E va inoltre riconosciuto il contributo che i sindacati e le categorie economiche hanno portato sulle politiche attive e sugli ammortizzatori sociali.

La proposta di riforma complessiva che il governo ha comunicato, in attesa dell’articolato che ad oggi ancora non abbiamo, definisce una serie di nuove norme su cui occorrerà confrontarsi per migliorarle, a partire dall’estensione della durata degli ammortizzatori sociali e delle tipologie contrattuali per le quali prevedere il nuovo sistema.
Il passaggio parlamentare dovrà servire a questo, ponendo con forza anche la questione degli ‘esodati’: occorre trovare le necessarie risorse per consentire di andare in pensione agli oltre 300mila lavoratori rimasti a casa senza stipendio.

Anche sull’articolo 18 ci sarà da lavorare in Parlamento. L’ipotesi proposta dal governo, così com’è, non va: deve essere modificata prevedendo la possibilità di reintegro del lavoratore anche per la causa economica.
Per questo condivido le motivazioni dello sciopero sulle pensioni del 13 aprile e delle manifestazioni e presidii delle tante Rsu che si sono svolti in questi giorni nella nostra Regione.

Non possiamo in questa fase ridurre il sistema dei diritti, casomai dobbiamo discutere nel merito come migliorarlo.
Ad esempio, si potrebbe pensare ad una relazione diversa azienda/sindacati come è in Germania, dove le rappresentanze sindacali sono parte della governance aziendale e in quella sede avviene la concertazione delle scelte. Se l’obiezione fosse che in Germania c’è un solo sindacato e in Italia più d’uno, propongo di cogliere l’occasione per una discussione sulle rappresentanze sociali in questo Paese. Una questione che oggi i sindacati, a prescindere dalla riforma del mercato del lavoro, si devono comunque porre per affrontare i cambiamenti della società europea. Così come se la sono posta il sistema delle piccole e medie imprese, che infatti ha dato vita a Rete Impresa Italia, e il sistema delle cooperative, con la costituzione dell’Alleanza delle cooperative.

Mi auguro che nei prossimi anni entrambe le realtà procedano con vere e proprie fusioni che definiranno nuove e autorevoli rappresentanze economiche. Il governo ha una grande responsabiltà: garantire la coesione sociale e impegnarsi perchè tutti concordino sui contenuti della riforma.

 

Ivan Ferrucci
responsabile Economia e Lavoro Pd Toscana

 

Scarica l’intervento in formato pdf

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Lavoro, Ivan Ferrucci: “Una riforma da cambiare.
Sull’articolo 18 ci sarà da lavorare in Parlamento”

Intervento pubblicato da l’Unità-Toscana il 31 marzo 2012.

 

La riforma del mercato del lavoro è una riforma necessaria per la modernizzazione della società, perché, insieme al sistema sociosanitario e all’istruzione, è uno dei tre pilastri dello stato sociale che vogliamo sia migliorato. Uno stato sociale efficiente e inclusivo è la condizione per  una società multiculturale e per essere protagonisti dello sviluppo nella globalizzazione.  

Nell’attuale quadro economico, l’elaborazione di questa riforma ha bisogno della responsabilità e dell’impegno da parte di tutti a ricercare coesione sociale. Per questo penso che sia un fatto importante l’intesa che i sindacati avevano raggiunto sulla modifica dell’articolo 18 e con la quale si erano presentati al confronto col governo. E va inoltre riconosciuto il contributo che i sindacati e le categorie economiche hanno portato sulle politiche attive e sugli ammortizzatori sociali.

La proposta di riforma complessiva che il governo ha comunicato, in attesa dell’articolato che ad oggi ancora non abbiamo, definisce una serie di nuove norme su cui occorrerà confrontarsi per migliorarle, a partire dall’estensione della durata degli ammortizzatori sociali e delle tipologie contrattuali per le quali prevedere il nuovo sistema.
Il passaggio parlamentare dovrà servire a questo, ponendo con forza anche la questione degli ‘esodati’: occorre trovare le necessarie risorse per consentire di andare in pensione agli oltre 300mila lavoratori rimasti a casa senza stipendio.

Anche sull’articolo 18 ci sarà da lavorare in Parlamento. L’ipotesi proposta dal governo, così com’è, non va: deve essere modificata prevedendo la possibilità di reintegro del lavoratore anche per la causa economica.
Per questo condivido le motivazioni dello sciopero sulle pensioni del 13 aprile e delle manifestazioni e presidii delle tante Rsu che si sono svolti in questi giorni nella nostra Regione.

Non possiamo in questa fase ridurre il sistema dei diritti, casomai dobbiamo discutere nel merito come migliorarlo.
Ad esempio, si potrebbe pensare ad una relazione diversa azienda/sindacati come è in Germania, dove le rappresentanze sindacali sono parte della governance aziendale e in quella sede avviene la concertazione delle scelte. Se l’obiezione fosse che in Germania c’è un solo sindacato e in Italia più d’uno, propongo di cogliere l’occasione per una discussione sulle rappresentanze sociali in questo Paese. Una questione che oggi i sindacati, a prescindere dalla riforma del mercato del lavoro, si devono comunque porre per affrontare i cambiamenti della società europea. Così come se la sono posta il sistema delle piccole e medie imprese, che infatti ha dato vita a Rete Impresa Italia, e il sistema delle cooperative, con la costituzione dell’Alleanza delle cooperative.

Mi auguro che nei prossimi anni entrambe le realtà procedano con vere e proprie fusioni che definiranno nuove e autorevoli rappresentanze economiche. Il governo ha una grande responsabiltà: garantire la coesione sociale e impegnarsi perchè tutti concordino sui contenuti della riforma.

 

Ivan Ferrucci
responsabile Economia e Lavoro Pd Toscana

 

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28 Marzo 2012

Legge elettorale nazionale, Manciulli:
“Bene l’ipotesi di accordo raggiunta ieri”

“E’ molto positiva l’ipotesi di accordo emersa nel vertice di ieri per la nuova legge elettorale e la riduzione del numero dei parlamentari. Cambiare la legge elettorale è fondamentale per ridare legittimità e forza alla politica nel nostro Paese“. Così il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli, esprime apprezzamento per l’ipotesi di accordo per la nuova legge elettorale discussa ieri nella riunione tra Bersani, Alfano e Casini.

“Questa nuova legittimazione – spiega Manciulli – può avvenire facendo in modo che la politica si assuma la capacità di decidere sui bisogni concreti del Paese e di superare le ambiguità programmatiche che hanno caratterizzato non poco questi anni. I principi di base per la nuova legge elettorale emersi ieri hanno il pregio di rimettere i partiti nella condizione di chiedere voti sul proprio progetto politico rafforzando l’impegno con gli elettori sulle scelte da fare. Speriamo che dall’ipotesi di accordo – continua il segretario regionale del Pd – si passi presto all’intesa vera e propria. Insieme al risanamento economico, del quale ci facciamo carico sostenendo questo governo, questa riforma elettorale sarebbe il miglior viatico per affrontare le elezioni politiche dell’anno prossimo”.

Anche in Toscana – conclude Manciulli – stiamo affrontando la discussione per cambiare la legge elettorale regionale, che vogliamo accompagnare a questa volontà di riforma della politica”.

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Legge elettorale nazionale, Manciulli:
“Bene l’ipotesi di accordo raggiunta ieri”

“E’ molto positiva l’ipotesi di accordo emersa nel vertice di ieri per la nuova legge elettorale e la riduzione del numero dei parlamentari. Cambiare la legge elettorale è fondamentale per ridare legittimità e forza alla politica nel nostro Paese“. Così il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli, esprime apprezzamento per l’ipotesi di accordo per la nuova legge elettorale discussa ieri nella riunione tra Bersani, Alfano e Casini.

“Questa nuova legittimazione – spiega Manciulli – può avvenire facendo in modo che la politica si assuma la capacità di decidere sui bisogni concreti del Paese e di superare le ambiguità programmatiche che hanno caratterizzato non poco questi anni. I principi di base per la nuova legge elettorale emersi ieri hanno il pregio di rimettere i partiti nella condizione di chiedere voti sul proprio progetto politico rafforzando l’impegno con gli elettori sulle scelte da fare. Speriamo che dall’ipotesi di accordo – continua il segretario regionale del Pd – si passi presto all’intesa vera e propria. Insieme al risanamento economico, del quale ci facciamo carico sostenendo questo governo, questa riforma elettorale sarebbe il miglior viatico per affrontare le elezioni politiche dell’anno prossimo”.

Anche in Toscana – conclude Manciulli – stiamo affrontando la discussione per cambiare la legge elettorale regionale, che vogliamo accompagnare a questa volontà di riforma della politica”.

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20 Marzo 2012

Strage di Tolosa, Manciulli: “Contro l’intolleranza
un impegno quotidiano per un’Europa di pace”

La strage davanti alla scuola ebraica di Tolosa toglie il fiato.
Annaspiamo tutti alla ricerca delle parole per rispondere ad una ferocia così grande, così definitiva da non fermarsi neanche di fronte a dei bambini che scappano impauriti.
Eppure, allo stesso tempo, non possiamo restare in silenzio.
Verrebbe da scacciare via il pensiero, ma non sarebbe giusto farlo.

Non sappiamo ancora chi abbia ucciso i bambini di Tolosa e prima ancora tre militari francesi di origine straniera.
Ma sappiamo che il suo furore omicida colpisce dopo quello che prese di mira la comunità straniera di Malmoe tra il 2009 e il 2010, dopo la strage di Oslo l’estate scorsa e dopo l’uccisione di Samb Modou e Diop Mor il 13 dicembre 2011 a Firenze. A casa nostra.

In Europa, da qualche tempo, tira un vento gelido: è silenzioso, sembra quasi non esistere, ma all’improvviso ci prende alle spalle. A spingerlo sono i rimasugli di vecchie ideologie criminali e nuovi estremismi, un mix inquietante tenuto insieme dal razzismo e dalla xenofobia.

E’ per questo che non possiamo restare in silenzio, anche se l’orrore di queste stragi ci spegne le parole in bocca.
L’Europa è nata perché non si potessero più ripetere le atrocità della Seconda Guerra Mondiale. Ma sbaglieremmo se considerassimo questo risultato come acquisito per sempre: la pace e la tolleranza, i pilastri della società libera e aperta che vogliamo, vanno costruite giorno dopo giorno.

I bambini uccisi a Tolosa, come i ragazzi ammazzati sull’isola norvegese di Utoya, potevano essere i nostri figli.
E Diop Mor e Samb Modou vivevano accanto a noi.
Ai loro bambini e alle loro vedove, ai nostri figli e alle nostre famiglie, abbiamo il dovere di lasciare l’Europa di tutti che i nostri nonni e i nostri padri hanno iniziato a costruire per noi.
Questo è l’impegno che dobbiamo mettere in campo tutti, ogni giorno.
Deve venire prima di tutto, e soprattutto prima delle naturali differenze politiche.

 

Andrea Manciulli
segretario del Pd della Toscana

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Strage di Tolosa, Manciulli: “Contro l’intolleranza
un impegno quotidiano per un’Europa di pace”

La strage davanti alla scuola ebraica di Tolosa toglie il fiato.
Annaspiamo tutti alla ricerca delle parole per rispondere ad una ferocia così grande, così definitiva da non fermarsi neanche di fronte a dei bambini che scappano impauriti.
Eppure, allo stesso tempo, non possiamo restare in silenzio.
Verrebbe da scacciare via il pensiero, ma non sarebbe giusto farlo.

Non sappiamo ancora chi abbia ucciso i bambini di Tolosa e prima ancora tre militari francesi di origine straniera.
Ma sappiamo che il suo furore omicida colpisce dopo quello che prese di mira la comunità straniera di Malmoe tra il 2009 e il 2010, dopo la strage di Oslo l’estate scorsa e dopo l’uccisione di Samb Modou e Diop Mor il 13 dicembre 2011 a Firenze. A casa nostra.

In Europa, da qualche tempo, tira un vento gelido: è silenzioso, sembra quasi non esistere, ma all’improvviso ci prende alle spalle. A spingerlo sono i rimasugli di vecchie ideologie criminali e nuovi estremismi, un mix inquietante tenuto insieme dal razzismo e dalla xenofobia.

E’ per questo che non possiamo restare in silenzio, anche se l’orrore di queste stragi ci spegne le parole in bocca.
L’Europa è nata perché non si potessero più ripetere le atrocità della Seconda Guerra Mondiale. Ma sbaglieremmo se considerassimo questo risultato come acquisito per sempre: la pace e la tolleranza, i pilastri della società libera e aperta che vogliamo, vanno costruite giorno dopo giorno.

I bambini uccisi a Tolosa, come i ragazzi ammazzati sull’isola norvegese di Utoya, potevano essere i nostri figli.
E Diop Mor e Samb Modou vivevano accanto a noi.
Ai loro bambini e alle loro vedove, ai nostri figli e alle nostre famiglie, abbiamo il dovere di lasciare l’Europa di tutti che i nostri nonni e i nostri padri hanno iniziato a costruire per noi.
Questo è l’impegno che dobbiamo mettere in campo tutti, ogni giorno.
Deve venire prima di tutto, e soprattutto prima delle naturali differenze politiche.

 

Andrea Manciulli
segretario del Pd della Toscana

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