5 Luglio 2013

Ivan Ferrucci è il nuovo segretario del Partito Democratico della Toscana

ferrucci-segretario5 luglio 2013 -Ivan Ferrucci è il nuovo segretario del Partito Democratico della Toscana. E’ stato eletto oggi dall’assemblea regionale del partito riunita a Firenze. Ferrucci, che avrà il compito di dirigere il Partito in questi mesi in vista del congresso, succede ad Andrea Manciulli, eletto deputato e recentemente nominato nella segreteria nazionale di Epifani.

Ferrucci ha 45 anni. Vive a Calcinaia, in provincia di Pisa. E’ sposato e ha due bambini. E’ stato il segretario provinciale di Pisa del Partito Democratico dalla sua fondazione e fino al 2010. Dal 2003 al 2009 è stato consigliere provinciale a Pisa. E’ consigliere regionale dal 2010, eletto dopo avere partecipato alle primarie istituzionali del 13 dicembre 2009. Fa parte della commissione lavoro e sviluppo economico e nel partito regionale negli ultimi tre anni ha ricoperto la carica di responsabile del dipartimento economia e lavoro. Un impegno che gli consente di operare nelle istituzioni mantenendo il contatto diretto con i lavoratori, gli imprenditori – sia quelli storici che i giovani fondatori di start up innovative – i precari ed il mondo della ricerca. In Consiglio regionale in questi anni ha sostenuto molte mozioni e proposte di legge in particolare su diritto al lavoro, crisi aziendali, precariato, tutela previdenziale ed esodati, tutela del territorio, sostegno all’imprenditoria, riqualificazione di aree industriali in crisi, sblocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, funzionalità del servizio postale. E’ primo firmatario di una recente proposta di legge sul sistema cooperativo.

Durante il suo intervento di oggi Ferrucci ha parlato dei prossimi mesi in cui guiderà il partito “caratterizzati da due elementi: la preparazione della fase congressuale e le scadenze del governo regionale”.
“Il governo nazionale sta prendendo alcuni provvedimenti importanti – ha detto Ferrucci – e dalla Toscana gli abbiamo presentato un quadro chiaro della situazione economica e sociale della nostra regione su cui chiediamo un intervento: maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali; scongiurare l’introduzione dei ticket sanitari nel 2014 così come erano stati previsti dalla Finanziaria Berlusconi; la situazione del gruppo Finmeccanica e della siderurgia; le risorse per l’occupazione giovanile su cui la Regione sta già intervenendo con fondi propri attraverso il pacchetto ‘Giovani sì’; i pagamenti dello Stato e della pubblica amministrazione alle imprese; provvedimenti per la piccola e media impresa”.

 

 intervista-ivan-segretario“La Toscana – ha aggiunto Ferrucci parlando poi di servizi – è da sempre un modello di stato sociale, ma oggi siamo di fronte a un bivio che mette in discussione questo modello. In particolare nelle politiche sociosanitarie e dell’istruzione dobbiamo trovare nuovi strumenti e modelli organizzativi e di governance attraverso una discussione dal basso, con l’obiettivo di confermare l’universalità di accesso a questi servizi”.
Parlando ancora di governo regionale Ferrucci ha citato “alcune scadenze ineludibili in Toscana: legge urbanistica, infrastrutture, economia e lavoro, legge elettorale”.
Ferrucci ha poi annunciato due appuntamenti di partito da tenersi nelle prossime settimane: una conferenza programmatica entro la fine di luglio e  un seminario sul riassetto delle funzioni istituzionali a settembre.
Ancora sul fronte dell’attività del partito Ferrucci ha annunciato che nominerà “una segreteria snella e unitaria: un lavoro collegiale finalizzato a un congresso unitario. Io stesso non sarò da ostacolo alla ricerca di una candidatura condivisa: proprio per questo dico fin da subito che sono disposto a fare un passo indietro e lo stesso chiedo agli altri per favorire un percorso unitario”.  
Infine il ringraziamento di Ferrucci al segretario uscente Manciulli: “Se oggi siamo il punto di riferimento in tutte le istituzioni e nella società toscana è anche merito di chi ha guidato il partito in questi anni”.   

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Ivan Ferrucci è il nuovo segretario del Partito Democratico della Toscana

ferrucci-segretario5 luglio 2013 -Ivan Ferrucci è il nuovo segretario del Partito Democratico della Toscana. E’ stato eletto oggi dall’assemblea regionale del partito riunita a Firenze. Ferrucci, che avrà il compito di dirigere il Partito in questi mesi in vista del congresso, succede ad Andrea Manciulli, eletto deputato e recentemente nominato nella segreteria nazionale di Epifani.

Ferrucci ha 45 anni. Vive a Calcinaia, in provincia di Pisa. E’ sposato e ha due bambini. E’ stato il segretario provinciale di Pisa del Partito Democratico dalla sua fondazione e fino al 2010. Dal 2003 al 2009 è stato consigliere provinciale a Pisa. E’ consigliere regionale dal 2010, eletto dopo avere partecipato alle primarie istituzionali del 13 dicembre 2009. Fa parte della commissione lavoro e sviluppo economico e nel partito regionale negli ultimi tre anni ha ricoperto la carica di responsabile del dipartimento economia e lavoro. Un impegno che gli consente di operare nelle istituzioni mantenendo il contatto diretto con i lavoratori, gli imprenditori – sia quelli storici che i giovani fondatori di start up innovative – i precari ed il mondo della ricerca. In Consiglio regionale in questi anni ha sostenuto molte mozioni e proposte di legge in particolare su diritto al lavoro, crisi aziendali, precariato, tutela previdenziale ed esodati, tutela del territorio, sostegno all’imprenditoria, riqualificazione di aree industriali in crisi, sblocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, funzionalità del servizio postale. E’ primo firmatario di una recente proposta di legge sul sistema cooperativo.

Durante il suo intervento di oggi Ferrucci ha parlato dei prossimi mesi in cui guiderà il partito “caratterizzati da due elementi: la preparazione della fase congressuale e le scadenze del governo regionale”.
“Il governo nazionale sta prendendo alcuni provvedimenti importanti – ha detto Ferrucci – e dalla Toscana gli abbiamo presentato un quadro chiaro della situazione economica e sociale della nostra regione su cui chiediamo un intervento: maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali; scongiurare l’introduzione dei ticket sanitari nel 2014 così come erano stati previsti dalla Finanziaria Berlusconi; la situazione del gruppo Finmeccanica e della siderurgia; le risorse per l’occupazione giovanile su cui la Regione sta già intervenendo con fondi propri attraverso il pacchetto ‘Giovani sì’; i pagamenti dello Stato e della pubblica amministrazione alle imprese; provvedimenti per la piccola e media impresa”.

 

 intervista-ivan-segretario“La Toscana – ha aggiunto Ferrucci parlando poi di servizi – è da sempre un modello di stato sociale, ma oggi siamo di fronte a un bivio che mette in discussione questo modello. In particolare nelle politiche sociosanitarie e dell’istruzione dobbiamo trovare nuovi strumenti e modelli organizzativi e di governance attraverso una discussione dal basso, con l’obiettivo di confermare l’universalità di accesso a questi servizi”.
Parlando ancora di governo regionale Ferrucci ha citato “alcune scadenze ineludibili in Toscana: legge urbanistica, infrastrutture, economia e lavoro, legge elettorale”.
Ferrucci ha poi annunciato due appuntamenti di partito da tenersi nelle prossime settimane: una conferenza programmatica entro la fine di luglio e  un seminario sul riassetto delle funzioni istituzionali a settembre.
Ancora sul fronte dell’attività del partito Ferrucci ha annunciato che nominerà “una segreteria snella e unitaria: un lavoro collegiale finalizzato a un congresso unitario. Io stesso non sarò da ostacolo alla ricerca di una candidatura condivisa: proprio per questo dico fin da subito che sono disposto a fare un passo indietro e lo stesso chiedo agli altri per favorire un percorso unitario”.  
Infine il ringraziamento di Ferrucci al segretario uscente Manciulli: “Se oggi siamo il punto di riferimento in tutte le istituzioni e nella società toscana è anche merito di chi ha guidato il partito in questi anni”.   

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4 Luglio 2013

NEWSLETTER PD TOSCANA N. 14/2013 – 4 luglio

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NEWSLETTER PD TOSCANA
N. 14/2013
– 4 luglio


ECONOMIA. TOSCANA. FERRUCCI: “SIA SIGLATO IL NUOVO PATTO PER LO SVILUPPO ENTRO LUGLIO” – Leggi


TNT
, FERRUCCI E BORETTI (PD): “NECESSARIA LA MASSIMA ATTENZIONE DA PARTE DELLE ISTITUZIONI, IL GOVERNO CONVOCHI AZIENDA E SINDACATI” – Leggi



MODERNA, RAPIDA, ECOLOGICA: TRAM…VIA!”: L’INTRODUZIONE
DI VALERIO VANNETTI AL CONVEGNO TENUTOSI A FIRENZE – Leggi

IL 12 LUGLIO ASSEMBLEA REGIONALE SUI TEMI SOCIO-SANITARI – Leggi

IL 13 LUGLIO A SAN MINIATO (PI) QUARTA ASSEMBLEA REGIONALE DEI SEGRETARI DI CIRCOLO E DI UNIONE COMUNALE DEL PD DELLA TOSCANA – Leggi

FESTE DEMOCRATICHE. GUARDA L’AGENDA DELL’ESTATE 2013 IN TOSCANA E SEGNALACI QUELLA DEL TUO COMUNE E DEL TUO CIRCOLO – Leggi

=====

Unione Regionale PD della Toscana
Tel 05533940
Fax 0553394030
SMS 3424155989
info@pdtoscana.it
www.pdtoscana.it
Facebook Pd Toscana
Twitter PdToscana


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ECONOMIA. TOSCANA. FERRUCCI: “SIA SIGLATO IL NUOVO PATTO PER LO SVILUPPO ENTRO LUGLIO” – Leggi


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MODERNA, RAPIDA, ECOLOGICA: TRAM…VIA!”: L’INTRODUZIONE
DI VALERIO VANNETTI AL CONVEGNO TENUTOSI A FIRENZE – Leggi

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IL 13 LUGLIO A SAN MINIATO (PI) QUARTA ASSEMBLEA REGIONALE DEI SEGRETARI DI CIRCOLO E DI UNIONE COMUNALE DEL PD DELLA TOSCANA – Leggi

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Economia. Toscana. Ferrucci: “Sia siglato il nuovo patto per lo sviluppo entro luglio”

patto-lavoratori4 luglio 2013 – “La situazione è tale che non è più rinviabile una nuova intesa tra mondo produttivo, categorie economiche e sindacati: il dialogo e il lavoro avviati su questo nei mesi scorsi vanno ora portati a compimento e occorre siglare un nuovo Patto per lo Sviluppo al più presto, entro luglio. La crisi si affronta con coesione e unità di intenti tra le forze sociali, solo così si potrà creare una capacità di rilancio della Toscana partendo dalla centralità della politica industriale e della tutela dei lavoratori”.  Questo l’appello che lancia il consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano Ivan Ferrucci, a istituzioni, rappresentanti dei lavoratori e mondo economico per ridare attualità ad un accordo che mira a rilanciare lo sviluppo in Toscana.
 
“La Regione Toscana in questi tre anni – ricorda Ferrucci – ha adottato strumenti di programmazione economica e provvedimenti concreti per il lavoro e il sociale con un impegno altissimo di energie e risorse. Cito ad esempio le politiche attive e passive per l’occupazione, con il sostegno ai lavoratori della Cassa integrazione; la battaglia per lo sblocco dei pagamenti Inps; il rafforzamento del ruolo dei centri per l’impiego; i fondi di garanzia per i lavoratori a tempo non indeterminato o di anticipo alla Cig; il fondo unico per le imprese e per la reindustrializzazione e la formazione professionale; la programmazione per le aree di attrazione degli investimenti; il lavoro sui fondi sociali europei; l’attenzione per il ‘Sistema dei poli tecnologici’ e i distretti industriali; i provvedimenti a sostegno della piccola e media impresa e per situazioni di crisi; le iniziative per il sostegno dell’emancipazione dei giovani, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di impresa. Non ultimo gli strumenti per l’accesso al credito. E per quanto riguarda il sociale penso ad esempio al fondo per la non autosufficienza, i contributi per garantire le  scuole materne e l’edilizia scolastica, con risorse proporzionalmente ben più cospicue di quelle del governo nazionale in questi anni.
In tutto questo la Regione ha posto al governo un quadro chiaro delle situazioni di criticità e degli investimenti da fare per rilanciare l’economia in Toscana. A questo punto gli elementi ci sono tutti per attivarsi a sostegno delle problematicità evidenziate e per promuovere gli investimenti individuati. Ma questa azione non può che muoversi di pari passo con la firma del nuovo patto per lo sviluppo che includa tutti i protagonisti del ‘sistema-toscana’” conclude Ferrucci.
 

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Economia. Toscana. Ferrucci: “Sia siglato il nuovo patto per lo sviluppo entro luglio”

patto-lavoratori4 luglio 2013 – “La situazione è tale che non è più rinviabile una nuova intesa tra mondo produttivo, categorie economiche e sindacati: il dialogo e il lavoro avviati su questo nei mesi scorsi vanno ora portati a compimento e occorre siglare un nuovo Patto per lo Sviluppo al più presto, entro luglio. La crisi si affronta con coesione e unità di intenti tra le forze sociali, solo così si potrà creare una capacità di rilancio della Toscana partendo dalla centralità della politica industriale e della tutela dei lavoratori”.  Questo l’appello che lancia il consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano Ivan Ferrucci, a istituzioni, rappresentanti dei lavoratori e mondo economico per ridare attualità ad un accordo che mira a rilanciare lo sviluppo in Toscana.
 
“La Regione Toscana in questi tre anni – ricorda Ferrucci – ha adottato strumenti di programmazione economica e provvedimenti concreti per il lavoro e il sociale con un impegno altissimo di energie e risorse. Cito ad esempio le politiche attive e passive per l’occupazione, con il sostegno ai lavoratori della Cassa integrazione; la battaglia per lo sblocco dei pagamenti Inps; il rafforzamento del ruolo dei centri per l’impiego; i fondi di garanzia per i lavoratori a tempo non indeterminato o di anticipo alla Cig; il fondo unico per le imprese e per la reindustrializzazione e la formazione professionale; la programmazione per le aree di attrazione degli investimenti; il lavoro sui fondi sociali europei; l’attenzione per il ‘Sistema dei poli tecnologici’ e i distretti industriali; i provvedimenti a sostegno della piccola e media impresa e per situazioni di crisi; le iniziative per il sostegno dell’emancipazione dei giovani, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di impresa. Non ultimo gli strumenti per l’accesso al credito. E per quanto riguarda il sociale penso ad esempio al fondo per la non autosufficienza, i contributi per garantire le  scuole materne e l’edilizia scolastica, con risorse proporzionalmente ben più cospicue di quelle del governo nazionale in questi anni.
In tutto questo la Regione ha posto al governo un quadro chiaro delle situazioni di criticità e degli investimenti da fare per rilanciare l’economia in Toscana. A questo punto gli elementi ci sono tutti per attivarsi a sostegno delle problematicità evidenziate e per promuovere gli investimenti individuati. Ma questa azione non può che muoversi di pari passo con la firma del nuovo patto per lo sviluppo che includa tutti i protagonisti del ‘sistema-toscana’” conclude Ferrucci.
 

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2 Luglio 2013

“Moderna, rapida, ecologica: Tram…via!”: l’introduzione di Valerio Vannetti

tramviaportamiviaLa relazione introduttiva di Valerio Vannetti, responsabile Trasporto Pubblico del Pd toscano,  alla iniziativa del PD sul sistema tranviario fiorentino del 1.7.2013

Questo appuntamento è stato pensato allo scopo di contribuire – come Pd – a ridare slancio e forza ad un progetto – quello della tramvia – che possiamo definire fra le più importanti opere infrastrutturali e di trasformazione urbana conosciute a Firenze dai tempi del Piano Poggi.
Ridare slancio e forza per avviare a conclusione una scelta che interpreta bene l’intuizione originale di dotare  quest’area centrale della Toscana di un intervento di modernizzazione in grado di rappresentare un forte salto di qualità dell’intero modello di mobilità regionale.
Pensiamo a Firenze ed alla Toscana : sotto attraversamento  AV,  rete tramviaria, gara regionale TpL, scadenza contratto del servizio ferroviario regionale, potenziamento dell’aeroporto, solo per citare i principali aspetti infrastrutturali che abbiamo davanti.
Si tratta di una fase destinata a segnare la nostra Regione per moltissimo tempo a venire e che la può mettere in grado di rinnovarsi per soddisfare le opportunità per chi ci vive e per chi viene a trovarci, ma anche per metterla in grado di essere una Regione competitiva ed attrattiva nell’ambito della riconsiderazione delle tipologie dei nuovi mercati che si configureranno dopo questo lungo periodo di crisi.

Una modernizzazione sostenibile sia da un punto di vista ambientale  che di organizzazione urbana : la scelta della mobilità su ferro è la priorità perchè si configuri una svolta al modello fin qui praticato basato sul trasporto privato e sulla gomma.

L’area metropolitana fiorentina sta in questo quadro ed è per questo che non possiamo essere preda di timidezze e di incertezze perchè rischieremmo di compromettere un quadro di interesse che riguarda l’intero territorio regionale.

Non possiamo accettare che mentre si sta lavorando per ridurre i tempi  per esempio :Roma-Firenze, Pisa-Firenze, Arezzo-Firenze ecc. poi a Firenze troviamo una insufficiente rete di mobilità di collegamento nel sistema urbano tale da far si che fra SMN e,  per esempio, Careggi si impieghi un tempo di trasferimento assolutamente incongruo.
Il sotto attraversamento AV renderà liberi almeno sei tracce di binari di superficie che -interconnessi anche con il tram – ci permettono di configurare la Metropolitana Regionale, rispondendo alle attese dell’intero bacino trasportistico toscano ed in particolare al segmento dominante del pendolarismo. Se pensiamo ai tempi di percorrenza casa-lavoro ( o studio ) questa necessità risulta ancora più evidente. Quando parliamo di Area Metropolitana Fiorentina stiamo parlando di un’ambito territoriale ampio circa 1.100 kmq dove è presente una popolazione di 1.200.000 abitanti ( + 3% rispetto al 1991) registrando una densità di abitanti per Kmq. Di circa 950 persone ( nel 1991 era di 922 ! ). Il parco auto fra il 1991 e il 2011 è aumentato del 17,5% ! con una densità di 670 auto ogni 1000 abitanti. Si sta rendendo sempre più difficile e complesso l’accesso alle aree urbane per la congestione da traffico e risulta compromessa la fruibilità a i servizi così come al sistema casa per gli aumentati costi.
Nel contempo cresce la domanda di trasporto pubblico che va assumendo sempre più caratteri strutturali e meno contingenti od occasionali. Insomma, quanto previsto dai protocolli sottoscritti da Comune di Firenze, Provincia di Firenze e Regione Toscana, ed in particolare dall’intesa del Settembre 2012 , è oggi reso più pressante proprio per il configurarsi di una crescente necessità di realizzare gli opportuni collegamenti fra le “centrali urbane” oggi rappresentate da Firenze e dai Comuni contermini che, con Prato, ma anche Pistoia configurano il modello ottimale dell’Area Metropolitana.

L’integrazione funzionale del tram con il treno ed in particolare  – come abbiamo già detto –  con il sotto attraversamento ferroviario dell’AV è la giusta soluzione per rendere l’area  capace di  rispondere alle nuove necessità.

Del resto l’esperienza della linea 1 della ci dimostra quanto la tramvia sia efficace, funzionale e flessibile.

Valgono alcuni dati:

–         7 km. di lunghezza

–         17 mezzi

–         14 fermate

–         22 minuti di percorrenza Scandicci-Firenze smn

–         3,40 minuti di frequenza

–         500 corse al giorno ( 170.000 l’anno )

–         98% di regolarità

–         45.000 passeggeri giornalieri

 

Il progetto prevedeva 10,7 ml. di passeggeri l’anno :

–         nel 2011 sono stati 12,1 ml

–         nel 2012 sono stati 12,8 ml

–         per il 2013 sono previsti 13 ml

 

Una recente stima ci dice che con la linea 1 si è registrata una riduzione di traffico privato di circa 3000 auto al giorno. Sono solo alcuni dati che ci permettono di considerare come questa scelta risponda alle attese dei cittadini ed alle molteplici esigenze che accennavamo.

E’ per questo che riteniamo venga confermato e rafforzato il patto fra le istituzioni, le forze politiche e sociali affinchè si compiano tutti gli sforzi, tutti gli atti utili  e si assumano tutti i necessari provvedimenti  perchè sia dato subito avvio ai lavori delle linee 2 e 3.

Senza guardarci indietro, senza smarrire il profilo dell’opera che riguarda Firenze e l’Area Metropolitana così come la Toscana nel suo complesso.

Sappiamo delle difficoltà derivanti da problemi di ordine economico, finanziario e produttivo di alcune società costruttrici che hanno determinato un fortissimo rallentamento dell’iter operativo anche degli enti finanziatori.
Si tratta di responsabilità gravi  unicamente imputabili a chi ha prodotto questo stato di cose creando grave danno all’intera comunità .
A quanto apprendiamo sono in corso tentativi di ricerca di soluzioni di questi aspetti che auspichiamo rapide, certe e definitive.
Le linee 2 e 3 costituiscono un fondamentale tassello di raccordo fra aree fondamentali del sistema urbano metropolitano, capaci di rispondere ad essenziali bisogni di mettere a rete una mobilità fra sistema urbano e punti di eccellenza per i servizi e la vita di tutti noi : pensiamo al Polo Tecnologico di Sesto Fiorentino, al Palazzo di Giustizia, all’Università, alla “cittadella di Careggi”, all’aereoporto del quale auspichiamo il potenziamento e quindi anche alla dotazione di una moderna infrastruttura di servizio.

Sappiamo altresì che dovremo guardare oltre i confini della 2 e della 3 se vogliamo dare completamento ai collegamenti anche verso aree di grande funzione strategica e fino ad oggi non previste, assumendo le opportune decisioni di studiare ed avviare i lavori di progettazione delle linee 4 e 5.

Dobbiamo altresì sottolineare che mentre sappiamo che le progettazioni sono anche per certi aspetti  modificabili, ciò che renderebbe tutto più complesso e difficile è la riconsiderazione delle scelte di fondo le scelte di fondo.

Nella recente Assemblea degli Industriali Fiorentini, il Sindaco di Firenze, il Presidente della Provincia di Firenze ed il Presidente della Regione Toscana hanno convenuto che occorre impedire ogni tentativo di “ rinviismo”, metodo che non appartiene al tratto distintivo di questi livelli amministrativi e che proprio per questo rappresenta una delle caratteristiche fondamentali del nostro buon governo della cosa pubblica.

Occorre sottolineare che l’avvio dei lavori porterebbe altresì significativi benefici economici anche per le imprese locali ed attiverebbe importanti  nuove opportunità occupazionali. Di questo ne parlerà la dott.ssa Patrizia Lattarulo dell’Irpet Regionale.

Non sfugge, certo, che i cantieri sono attività invasive, ma ciò non può rappresentare una remora, anzi credo che vada sottolineata il carattere di opportunità se gestito e governato attraverso le più ampie forme della partecipazione e dell’informazione e se inserito in un quadro che guardi all’efficienza ed alla bontà delle scelte.

Ecco: la riprogettazione del servizio,una rete strutturata di collegamenti, una forte azione di decongestionamento della mobilità e del traffico, una importante e funzionale risposta ai servizi, una opportunità economica ed occupazionale per l’intera area, un processo di valorizzazione del modello urbanistico ed abitativo.

Sono queste  le ragioni per le quali occorre rimboccarci tutti le maniche e lavorare per l’esclusivo bene comune che è -poi- la vocazione di fondo del PD.

Sappiamo bene che il gradimento verso le istituzioni ed i partiti che hanno compiti di amministrare la cosa pubblica è dato anche dalla capacità di essere efficaci e coerenti nel governare i processi. In Toscana si è sempre manifestato questo tratto distintivo che ne ha fatta una Regione spesso all’avanguardia in molti settori.

Oggi il terreno dell’impegno è rappresentato dalla infrastrutturazione, dalla mobilità, dalla logistica, dall’equilibrio ambientale, ambiti nei quali si ritrovano le condizioni dello sviluppo economico e delle produzioni,  dell’occupazione.

Ecco perchè questo appuntamento sul tema della tramvia : perchè si tratta di una di quelle opere attraverso le quali siamo in grado di rispondere a traguardi che vanno oltre i confini della quotidianità.

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“Moderna, rapida, ecologica: Tram…via!”: l’introduzione di Valerio Vannetti

tramviaportamiviaLa relazione introduttiva di Valerio Vannetti, responsabile Trasporto Pubblico del Pd toscano,  alla iniziativa del PD sul sistema tranviario fiorentino del 1.7.2013

Questo appuntamento è stato pensato allo scopo di contribuire – come Pd – a ridare slancio e forza ad un progetto – quello della tramvia – che possiamo definire fra le più importanti opere infrastrutturali e di trasformazione urbana conosciute a Firenze dai tempi del Piano Poggi.
Ridare slancio e forza per avviare a conclusione una scelta che interpreta bene l’intuizione originale di dotare  quest’area centrale della Toscana di un intervento di modernizzazione in grado di rappresentare un forte salto di qualità dell’intero modello di mobilità regionale.
Pensiamo a Firenze ed alla Toscana : sotto attraversamento  AV,  rete tramviaria, gara regionale TpL, scadenza contratto del servizio ferroviario regionale, potenziamento dell’aeroporto, solo per citare i principali aspetti infrastrutturali che abbiamo davanti.
Si tratta di una fase destinata a segnare la nostra Regione per moltissimo tempo a venire e che la può mettere in grado di rinnovarsi per soddisfare le opportunità per chi ci vive e per chi viene a trovarci, ma anche per metterla in grado di essere una Regione competitiva ed attrattiva nell’ambito della riconsiderazione delle tipologie dei nuovi mercati che si configureranno dopo questo lungo periodo di crisi.

Una modernizzazione sostenibile sia da un punto di vista ambientale  che di organizzazione urbana : la scelta della mobilità su ferro è la priorità perchè si configuri una svolta al modello fin qui praticato basato sul trasporto privato e sulla gomma.

L’area metropolitana fiorentina sta in questo quadro ed è per questo che non possiamo essere preda di timidezze e di incertezze perchè rischieremmo di compromettere un quadro di interesse che riguarda l’intero territorio regionale.

Non possiamo accettare che mentre si sta lavorando per ridurre i tempi  per esempio :Roma-Firenze, Pisa-Firenze, Arezzo-Firenze ecc. poi a Firenze troviamo una insufficiente rete di mobilità di collegamento nel sistema urbano tale da far si che fra SMN e,  per esempio, Careggi si impieghi un tempo di trasferimento assolutamente incongruo.
Il sotto attraversamento AV renderà liberi almeno sei tracce di binari di superficie che -interconnessi anche con il tram – ci permettono di configurare la Metropolitana Regionale, rispondendo alle attese dell’intero bacino trasportistico toscano ed in particolare al segmento dominante del pendolarismo. Se pensiamo ai tempi di percorrenza casa-lavoro ( o studio ) questa necessità risulta ancora più evidente. Quando parliamo di Area Metropolitana Fiorentina stiamo parlando di un’ambito territoriale ampio circa 1.100 kmq dove è presente una popolazione di 1.200.000 abitanti ( + 3% rispetto al 1991) registrando una densità di abitanti per Kmq. Di circa 950 persone ( nel 1991 era di 922 ! ). Il parco auto fra il 1991 e il 2011 è aumentato del 17,5% ! con una densità di 670 auto ogni 1000 abitanti. Si sta rendendo sempre più difficile e complesso l’accesso alle aree urbane per la congestione da traffico e risulta compromessa la fruibilità a i servizi così come al sistema casa per gli aumentati costi.
Nel contempo cresce la domanda di trasporto pubblico che va assumendo sempre più caratteri strutturali e meno contingenti od occasionali. Insomma, quanto previsto dai protocolli sottoscritti da Comune di Firenze, Provincia di Firenze e Regione Toscana, ed in particolare dall’intesa del Settembre 2012 , è oggi reso più pressante proprio per il configurarsi di una crescente necessità di realizzare gli opportuni collegamenti fra le “centrali urbane” oggi rappresentate da Firenze e dai Comuni contermini che, con Prato, ma anche Pistoia configurano il modello ottimale dell’Area Metropolitana.

L’integrazione funzionale del tram con il treno ed in particolare  – come abbiamo già detto –  con il sotto attraversamento ferroviario dell’AV è la giusta soluzione per rendere l’area  capace di  rispondere alle nuove necessità.

Del resto l’esperienza della linea 1 della ci dimostra quanto la tramvia sia efficace, funzionale e flessibile.

Valgono alcuni dati:

–         7 km. di lunghezza

–         17 mezzi

–         14 fermate

–         22 minuti di percorrenza Scandicci-Firenze smn

–         3,40 minuti di frequenza

–         500 corse al giorno ( 170.000 l’anno )

–         98% di regolarità

–         45.000 passeggeri giornalieri

 

Il progetto prevedeva 10,7 ml. di passeggeri l’anno :

–         nel 2011 sono stati 12,1 ml

–         nel 2012 sono stati 12,8 ml

–         per il 2013 sono previsti 13 ml

 

Una recente stima ci dice che con la linea 1 si è registrata una riduzione di traffico privato di circa 3000 auto al giorno. Sono solo alcuni dati che ci permettono di considerare come questa scelta risponda alle attese dei cittadini ed alle molteplici esigenze che accennavamo.

E’ per questo che riteniamo venga confermato e rafforzato il patto fra le istituzioni, le forze politiche e sociali affinchè si compiano tutti gli sforzi, tutti gli atti utili  e si assumano tutti i necessari provvedimenti  perchè sia dato subito avvio ai lavori delle linee 2 e 3.

Senza guardarci indietro, senza smarrire il profilo dell’opera che riguarda Firenze e l’Area Metropolitana così come la Toscana nel suo complesso.

Sappiamo delle difficoltà derivanti da problemi di ordine economico, finanziario e produttivo di alcune società costruttrici che hanno determinato un fortissimo rallentamento dell’iter operativo anche degli enti finanziatori.
Si tratta di responsabilità gravi  unicamente imputabili a chi ha prodotto questo stato di cose creando grave danno all’intera comunità .
A quanto apprendiamo sono in corso tentativi di ricerca di soluzioni di questi aspetti che auspichiamo rapide, certe e definitive.
Le linee 2 e 3 costituiscono un fondamentale tassello di raccordo fra aree fondamentali del sistema urbano metropolitano, capaci di rispondere ad essenziali bisogni di mettere a rete una mobilità fra sistema urbano e punti di eccellenza per i servizi e la vita di tutti noi : pensiamo al Polo Tecnologico di Sesto Fiorentino, al Palazzo di Giustizia, all’Università, alla “cittadella di Careggi”, all’aereoporto del quale auspichiamo il potenziamento e quindi anche alla dotazione di una moderna infrastruttura di servizio.

Sappiamo altresì che dovremo guardare oltre i confini della 2 e della 3 se vogliamo dare completamento ai collegamenti anche verso aree di grande funzione strategica e fino ad oggi non previste, assumendo le opportune decisioni di studiare ed avviare i lavori di progettazione delle linee 4 e 5.

Dobbiamo altresì sottolineare che mentre sappiamo che le progettazioni sono anche per certi aspetti  modificabili, ciò che renderebbe tutto più complesso e difficile è la riconsiderazione delle scelte di fondo le scelte di fondo.

Nella recente Assemblea degli Industriali Fiorentini, il Sindaco di Firenze, il Presidente della Provincia di Firenze ed il Presidente della Regione Toscana hanno convenuto che occorre impedire ogni tentativo di “ rinviismo”, metodo che non appartiene al tratto distintivo di questi livelli amministrativi e che proprio per questo rappresenta una delle caratteristiche fondamentali del nostro buon governo della cosa pubblica.

Occorre sottolineare che l’avvio dei lavori porterebbe altresì significativi benefici economici anche per le imprese locali ed attiverebbe importanti  nuove opportunità occupazionali. Di questo ne parlerà la dott.ssa Patrizia Lattarulo dell’Irpet Regionale.

Non sfugge, certo, che i cantieri sono attività invasive, ma ciò non può rappresentare una remora, anzi credo che vada sottolineata il carattere di opportunità se gestito e governato attraverso le più ampie forme della partecipazione e dell’informazione e se inserito in un quadro che guardi all’efficienza ed alla bontà delle scelte.

Ecco: la riprogettazione del servizio,una rete strutturata di collegamenti, una forte azione di decongestionamento della mobilità e del traffico, una importante e funzionale risposta ai servizi, una opportunità economica ed occupazionale per l’intera area, un processo di valorizzazione del modello urbanistico ed abitativo.

Sono queste  le ragioni per le quali occorre rimboccarci tutti le maniche e lavorare per l’esclusivo bene comune che è -poi- la vocazione di fondo del PD.

Sappiamo bene che il gradimento verso le istituzioni ed i partiti che hanno compiti di amministrare la cosa pubblica è dato anche dalla capacità di essere efficaci e coerenti nel governare i processi. In Toscana si è sempre manifestato questo tratto distintivo che ne ha fatta una Regione spesso all’avanguardia in molti settori.

Oggi il terreno dell’impegno è rappresentato dalla infrastrutturazione, dalla mobilità, dalla logistica, dall’equilibrio ambientale, ambiti nei quali si ritrovano le condizioni dello sviluppo economico e delle produzioni,  dell’occupazione.

Ecco perchè questo appuntamento sul tema della tramvia : perchè si tratta di una di quelle opere attraverso le quali siamo in grado di rispondere a traguardi che vanno oltre i confini della quotidianità.

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28 Giugno 2013

F35 e difesa comune: spendere meno, spendere tutti – Intervista a Andrea Manciulli su L’Unità

intervista-manciulli-F35«La mozione sugli F-35 approvata l’altro ieri dalla Camera è un primo, importante passo che deve portare alla definizione di un nuovo modello di difesa. Per questo, come Pd intendiamo impegnarci nella messa a punto di un libro bianco sulla difesa nazionale che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle spese militari. Solo così si potrà spendere meno e meglio».
Ad  affermarlo è Andrea Manciulli, vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, responsabile Europa e Difesa nella segreteria nazionale del Pd. «Le nuove esigenze di difesa – rimarca Manciulli – devono tener conto di un dato geopolitico fondamentale che ci riguarda direttamente: il Mediterraneo è oggi divenuto un’area di profonda instabilità. E l’Italia, assieme agli altri Paesi euromediterranei, è chiamata a farsene carico».
Qual è il segno politico della mozione sugli  F35  approvata l’altro ieri alla Camera?
«È quello di un’operazione politica che, sulla base della legge approvata nella scorsa legislatura, attribuisce al Parlamento un potere di indirizzo e di controllo sulle spese militari. Il segno è quello di voler riparametrare le spese e la scelta stessa degli aerei sulla base delle nuove esigenze di difesa e dei maggiori rischi per il nostro Paese. Questo è ilmodo migliore di procedere per costruire una nuova politica di difesa».

Un nuovo modello di difesa. Su quali basi dovrebbe fondarsi?
«Il Pd deve farsi promotore di un maggior rapporto, anche in sede istituzionale, fra la politica estera e la difesa, perché è impensabile comprendere le reali esigenze di difesa se non c’è un chiaro orizzonte strategico dell’Italia e dell’Europa che prenda atto dei mutamenti intervenuti in questi anni».

A cosa si riferisce in particolare?
«Se uno guarda agli ultimi trent’anni, emerge con chiarezza come si sia passati da un’Europa nella quale la frontiera Est era quella più esposta, dal punto di vista dei rischi, alla situazione attuale nella quale il Mediterraneo è diventato la nuova linea di frattura e instabilità. Dubito che si abbia la percezione esatta della portata di questa instabilità: c’è un’area di crisi che dal Medio Oriente – con ciò che accade in Siria e Libano – si estende da un lato alla fascia del Sahel, diventata la nuova area di espansione del terrorismo jihadista, e dall’altro al Maghreb, in particolare per ciò che concerne i precari equilibri nella Libia del dopo-Gheddafi. È evidente che questo scenario cambia radicalmente il nostro bisogno, qualitativo e quantitativo, di politica di difesa. Siamo entrati in una nuova fase in cui la prevenzione e la capacità d’intervento rapido sono gli elementi più importanti di una efficace politica di sicurezza. Per questo l’indagine conoscitiva che dovremo fare è importante. Perché deve preludere – come peraltro hanno fatto altri Paesi – a un progetto di difesa nazionale. In questa direzione va la proposta del Pd di mettere a punto un libro bianco sulla difesa nazionale, che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle necessarie spese militari. Non dobbiamo comprare niente di più di quello che serve, favorendo l’avanzamento tecnologico e una scelta di qualità misurata sui nuovi rischi. Per questo è importante lavorare su due obiettivi… ».

Quali?
«Agire con determinazione per dar vita a un sistema di difesa europeo. Una politica di difesa del Mediterraneo ha corto respiro ed è destinata al fallimento se non c’è un coordinamento tra gli Stati europei che in esso si affacciano. Se c’è un coordinamento, tutti possono spenderemeno e supportarsi reciprocamente per una difesa comune. Il secondo obiettivo a cui puntare è il rilancio di una politica atlantica nella quale l’Europa deve assumere un ruolo centrale, da protagonista in ambito Nato, tanto più necessario di fronte al fatto che gli Stati Uniti stanno spostando sempre più il loro interesse strategico verso il Pacifico».

Quale sarebbe questo ruolo centrale dell’Europa in termini di sicurezza e di politica di difesa?
«Il ruolo di presidio del Mediterraneo. Non è un caso che su questi temi si concentrerà il Consiglio europeo di dicembre dedicato ai temi della Difesa. Unappuntamento di straordinaria importanza a cui l’Italia deve arrivare con idee e proposte ben chiare».

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F35 e difesa comune: spendere meno, spendere tutti – Intervista a Andrea Manciulli su L’Unità

intervista-manciulli-F35«La mozione sugli F-35 approvata l’altro ieri dalla Camera è un primo, importante passo che deve portare alla definizione di un nuovo modello di difesa. Per questo, come Pd intendiamo impegnarci nella messa a punto di un libro bianco sulla difesa nazionale che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle spese militari. Solo così si potrà spendere meno e meglio».
Ad  affermarlo è Andrea Manciulli, vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, responsabile Europa e Difesa nella segreteria nazionale del Pd. «Le nuove esigenze di difesa – rimarca Manciulli – devono tener conto di un dato geopolitico fondamentale che ci riguarda direttamente: il Mediterraneo è oggi divenuto un’area di profonda instabilità. E l’Italia, assieme agli altri Paesi euromediterranei, è chiamata a farsene carico».
Qual è il segno politico della mozione sugli  F35  approvata l’altro ieri alla Camera?
«È quello di un’operazione politica che, sulla base della legge approvata nella scorsa legislatura, attribuisce al Parlamento un potere di indirizzo e di controllo sulle spese militari. Il segno è quello di voler riparametrare le spese e la scelta stessa degli aerei sulla base delle nuove esigenze di difesa e dei maggiori rischi per il nostro Paese. Questo è ilmodo migliore di procedere per costruire una nuova politica di difesa».

Un nuovo modello di difesa. Su quali basi dovrebbe fondarsi?
«Il Pd deve farsi promotore di un maggior rapporto, anche in sede istituzionale, fra la politica estera e la difesa, perché è impensabile comprendere le reali esigenze di difesa se non c’è un chiaro orizzonte strategico dell’Italia e dell’Europa che prenda atto dei mutamenti intervenuti in questi anni».

A cosa si riferisce in particolare?
«Se uno guarda agli ultimi trent’anni, emerge con chiarezza come si sia passati da un’Europa nella quale la frontiera Est era quella più esposta, dal punto di vista dei rischi, alla situazione attuale nella quale il Mediterraneo è diventato la nuova linea di frattura e instabilità. Dubito che si abbia la percezione esatta della portata di questa instabilità: c’è un’area di crisi che dal Medio Oriente – con ciò che accade in Siria e Libano – si estende da un lato alla fascia del Sahel, diventata la nuova area di espansione del terrorismo jihadista, e dall’altro al Maghreb, in particolare per ciò che concerne i precari equilibri nella Libia del dopo-Gheddafi. È evidente che questo scenario cambia radicalmente il nostro bisogno, qualitativo e quantitativo, di politica di difesa. Siamo entrati in una nuova fase in cui la prevenzione e la capacità d’intervento rapido sono gli elementi più importanti di una efficace politica di sicurezza. Per questo l’indagine conoscitiva che dovremo fare è importante. Perché deve preludere – come peraltro hanno fatto altri Paesi – a un progetto di difesa nazionale. In questa direzione va la proposta del Pd di mettere a punto un libro bianco sulla difesa nazionale, che coniughi una strategia di politica estera con la definizione delle necessarie spese militari. Non dobbiamo comprare niente di più di quello che serve, favorendo l’avanzamento tecnologico e una scelta di qualità misurata sui nuovi rischi. Per questo è importante lavorare su due obiettivi… ».

Quali?
«Agire con determinazione per dar vita a un sistema di difesa europeo. Una politica di difesa del Mediterraneo ha corto respiro ed è destinata al fallimento se non c’è un coordinamento tra gli Stati europei che in esso si affacciano. Se c’è un coordinamento, tutti possono spenderemeno e supportarsi reciprocamente per una difesa comune. Il secondo obiettivo a cui puntare è il rilancio di una politica atlantica nella quale l’Europa deve assumere un ruolo centrale, da protagonista in ambito Nato, tanto più necessario di fronte al fatto che gli Stati Uniti stanno spostando sempre più il loro interesse strategico verso il Pacifico».

Quale sarebbe questo ruolo centrale dell’Europa in termini di sicurezza e di politica di difesa?
«Il ruolo di presidio del Mediterraneo. Non è un caso che su questi temi si concentrerà il Consiglio europeo di dicembre dedicato ai temi della Difesa. Unappuntamento di straordinaria importanza a cui l’Italia deve arrivare con idee e proposte ben chiare».

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