“Finanziamento pubblico: trasparenza e meno soldi ma senza partiti non c’è democrazia”
Intervista di Vladimiro Frulletti pubblicata da l’Unità il 13 aprile 2012



Il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli, ritiene che il finanziamento pubblico della politica vada sì ridotto, ma non abolito. Ricorda che i bilanci del Pd toscano sono consultabili da tutti online e chiede massima trasparenza sui soldi che i privati danno a politici e partiti, invitando i colleghi della sua generazione a non «surfare» sull’onda dell’antipolitica, ma a impegnarsi in una battaglia anche culturale che risollevi il Paese dal degrado prodotto da 15 anni di berlusconismo.
Dopo Lusi, la Lega. Che idea s’è fatto di queste vicende?
La vicenda Lega in profondità appare ancora più grave.
Perché?
Perché la Lega in questi anni non è stato un partito qualunque, ma un partito che si è fondato più di altri sulla contestazione alla politica e all’establishment, sulla protesta del nord operoso contro Roma ladrona. E stato cioè il partito che più di altri ha accarezzato l’ondata anti-politica. E proprio in virtù di questo ha acquisito consenso ed è diventata una forza nazionale. Vederli che usavano i soldi pubblici per finalità personali mette a nudo le contraddizioni di questo Paese e rende urgente la necessità di ridefinire la democrazia e la politica.
In che senso?
La Lega era uno dei tentativi più chiari di governare facendo esprimere la “pancia” del Paese. Il loro fallimento morale non può essere considerato solo come l’episodio di due o tre familiari disinvolti. Ma è la prova che la “pancia” non può governare niente.
II fango della Lega però finisce per colpire tutta la politica.
Infatti il vero problema è ridare prestigio e legittimità alle istituzioni e alla politica. In questo senso il governo Monti potrà aiutare. Perché il professore ha sostituito i politici?
No, perché sia il Presidente del Consiglio sia i partiti che lo sostengono stanno cercando di interpretare una nuova stagione di sobrietà e serietà. C’è da tornare a una politica che s’assuma anche il compito di indirizzare il futuro e la vita dei cittadini. Così facevano grandi partiti come Pci e Dc che mai hanno assecondato acriticamente la “pancia” del Paese.
È nostalgico?
No, ma penso che serva un profondo lavoro anche culturale perché il tarlo che s’è diffuso in questi anni non si cancellerà rapidamente. Il berlusconismo l’abbiamo chiuso pochi mesi fa e oggi pare che nessuno si ricordi delle Ruby o delle corna nelle foto o del degrado etico sparso a piene mani fuori e dentro le istituzioni. Ma quella stagione è durata 15 anni e col consenso di tantissimi italiani. S’è diffuso il decadimento della legalità, la tendenza a trovare scorciatoie a far prevalere l’interesse privato sul bene comune. Finché non rilanceremo una diversa idea dello Stato e dell’etica pubblica che superi questo decadimento non usciremo dalla palude.
Sono troppi i soldi che finiscono ai partiti?
Vanno ridotti e equiparati, così come i costi della politica, agli standard europei. Servono regole precise sulla trasparenza, sui controlli. Come mi pare stiano decidendo in Parlamento. Noi come Pd della Toscana del resto i bilanci li abbiamo online sul nostro sito: tutti li possono vedere e controllare. La metà di quel che abbiamo la giriamo ai territori per far vivere i circoli. Ecco, penso la riforma dovrà rendere obbligatorio che gran parte delle risorse siano destinate ai territori, perché politica vera e più sana sta nell’attività quotidiana fatta fra la gente. Ma il problema non è solo il finanziamento pubblico.
E quale sarebbe l’altro?
Il finanziamento privato. Il Consiglio d’Europa ha analizzato le diverse forme di finanziamento ai vari partiti europei. Il nostro sistema è quello meno trasparente. Siamo uno dei pochi Paesi che non prevede l’obbligo di pubblicità sotto i 50mila euro. Invece i finanziatori privati, anche per lottare contro la corruzione e l’invasione dell’interesse privato nella cosa pubblica, devono essere sempre noti e devono essere persone fisiche, non più società. Perché la gente quando elegge qualcuno deve sapere chi lo ha finanziato e per quanto.
È contrario all’abolizione del finanziamento pubblico?
Si, va rivisto e ridotto, ma va mantenuto. E va legato alla democrazia interna dei partiti. Perché i partiti del Capo che non fanno mai congressi, i cui dirigenti sono nominati dall’alto e non scelti dalla base, non sono veri partiti.
Difendere i partiti non è di moda.
Dove non ci sono partiti non c’è democrazia e questa oramai esplicita volontà di superare la politica sostituendola con l’oligarchia dei salotti non mi piace. Il figlio di un lavoratore delle acciaierie, come me, solo se esistono i partiti e la politica può avere la possibilità di ricoprire incarichi pubblici. La politica non può essere fatta solo da chi è ricco o sostenuto dai ricchi. È così in tutti i paesi democratici. La nostra generazione ha su di se’ la grande responsabilità di ridare nobiltà e legittimità alla politica e non credo che lo possa fare “surfando” sull’onda emotiva anti-politica.
Ma la sfiducia verso la politica è in costante aumento.
E lo sarà finché la politica non tornerà a incidere sul futuro delle persone. Quando sono stato in Usa ho visitato un importante centro di broker dove tre giovani a compravano e vendevano titoli di Stato. Il loro dito che batte sulla tastiera oggi è più influente sul nostro destino di qualsiasi decisione che può prendere un politico. Ecco perché il vero tema non è togliere di mezzo la politica, ma fare in modo che incida sulla vita reale delle persone e sul loro lavoro.
Scarica l’intervista in pdf
“Finanziamento pubblico: trasparenza e meno soldi ma senza partiti non c’è democrazia”
Intervista di Vladimiro Frulletti pubblicata da l’Unità il 13 aprile 2012



Il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli, ritiene che il finanziamento pubblico della politica vada sì ridotto, ma non abolito. Ricorda che i bilanci del Pd toscano sono consultabili da tutti online e chiede massima trasparenza sui soldi che i privati danno a politici e partiti, invitando i colleghi della sua generazione a non «surfare» sull’onda dell’antipolitica, ma a impegnarsi in una battaglia anche culturale che risollevi il Paese dal degrado prodotto da 15 anni di berlusconismo.
Dopo Lusi, la Lega. Che idea s’è fatto di queste vicende?
La vicenda Lega in profondità appare ancora più grave.
Perché?
Perché la Lega in questi anni non è stato un partito qualunque, ma un partito che si è fondato più di altri sulla contestazione alla politica e all’establishment, sulla protesta del nord operoso contro Roma ladrona. E stato cioè il partito che più di altri ha accarezzato l’ondata anti-politica. E proprio in virtù di questo ha acquisito consenso ed è diventata una forza nazionale. Vederli che usavano i soldi pubblici per finalità personali mette a nudo le contraddizioni di questo Paese e rende urgente la necessità di ridefinire la democrazia e la politica.
In che senso?
La Lega era uno dei tentativi più chiari di governare facendo esprimere la “pancia” del Paese. Il loro fallimento morale non può essere considerato solo come l’episodio di due o tre familiari disinvolti. Ma è la prova che la “pancia” non può governare niente.
II fango della Lega però finisce per colpire tutta la politica.
Infatti il vero problema è ridare prestigio e legittimità alle istituzioni e alla politica. In questo senso il governo Monti potrà aiutare. Perché il professore ha sostituito i politici?
No, perché sia il Presidente del Consiglio sia i partiti che lo sostengono stanno cercando di interpretare una nuova stagione di sobrietà e serietà. C’è da tornare a una politica che s’assuma anche il compito di indirizzare il futuro e la vita dei cittadini. Così facevano grandi partiti come Pci e Dc che mai hanno assecondato acriticamente la “pancia” del Paese.
È nostalgico?
No, ma penso che serva un profondo lavoro anche culturale perché il tarlo che s’è diffuso in questi anni non si cancellerà rapidamente. Il berlusconismo l’abbiamo chiuso pochi mesi fa e oggi pare che nessuno si ricordi delle Ruby o delle corna nelle foto o del degrado etico sparso a piene mani fuori e dentro le istituzioni. Ma quella stagione è durata 15 anni e col consenso di tantissimi italiani. S’è diffuso il decadimento della legalità, la tendenza a trovare scorciatoie a far prevalere l’interesse privato sul bene comune. Finché non rilanceremo una diversa idea dello Stato e dell’etica pubblica che superi questo decadimento non usciremo dalla palude.
Sono troppi i soldi che finiscono ai partiti?
Vanno ridotti e equiparati, così come i costi della politica, agli standard europei. Servono regole precise sulla trasparenza, sui controlli. Come mi pare stiano decidendo in Parlamento. Noi come Pd della Toscana del resto i bilanci li abbiamo online sul nostro sito: tutti li possono vedere e controllare. La metà di quel che abbiamo la giriamo ai territori per far vivere i circoli. Ecco, penso la riforma dovrà rendere obbligatorio che gran parte delle risorse siano destinate ai territori, perché politica vera e più sana sta nell’attività quotidiana fatta fra la gente. Ma il problema non è solo il finanziamento pubblico.
E quale sarebbe l’altro?
Il finanziamento privato. Il Consiglio d’Europa ha analizzato le diverse forme di finanziamento ai vari partiti europei. Il nostro sistema è quello meno trasparente. Siamo uno dei pochi Paesi che non prevede l’obbligo di pubblicità sotto i 50mila euro. Invece i finanziatori privati, anche per lottare contro la corruzione e l’invasione dell’interesse privato nella cosa pubblica, devono essere sempre noti e devono essere persone fisiche, non più società. Perché la gente quando elegge qualcuno deve sapere chi lo ha finanziato e per quanto.
È contrario all’abolizione del finanziamento pubblico?
Si, va rivisto e ridotto, ma va mantenuto. E va legato alla democrazia interna dei partiti. Perché i partiti del Capo che non fanno mai congressi, i cui dirigenti sono nominati dall’alto e non scelti dalla base, non sono veri partiti.
Difendere i partiti non è di moda.
Dove non ci sono partiti non c’è democrazia e questa oramai esplicita volontà di superare la politica sostituendola con l’oligarchia dei salotti non mi piace. Il figlio di un lavoratore delle acciaierie, come me, solo se esistono i partiti e la politica può avere la possibilità di ricoprire incarichi pubblici. La politica non può essere fatta solo da chi è ricco o sostenuto dai ricchi. È così in tutti i paesi democratici. La nostra generazione ha su di se’ la grande responsabilità di ridare nobiltà e legittimità alla politica e non credo che lo possa fare “surfando” sull’onda emotiva anti-politica.
Ma la sfiducia verso la politica è in costante aumento.
E lo sarà finché la politica non tornerà a incidere sul futuro delle persone. Quando sono stato in Usa ho visitato un importante centro di broker dove tre giovani a compravano e vendevano titoli di Stato. Il loro dito che batte sulla tastiera oggi è più influente sul nostro destino di qualsiasi decisione che può prendere un politico. Ecco perché il vero tema non è togliere di mezzo la politica, ma fare in modo che incida sulla vita reale delle persone e sul loro lavoro.
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Pd Pistoia, 139 lasciano partito. Manciulli: “Scelta sbagliata”
“Ritengo sbagliata la scelta di quei 139 nostri iscritti che hanno deciso di lasciare il Partito di Pistoia”. Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli si esprime al riguardo del gruppo di iscritti che oggi hanno annunciato di non voler rinnovare la tessera al Pd di Pistoia polemizzando con i vertici del partito.
“È sbagliato – dice Manciulli – in primo luogo perché avviene nel pieno della campagna elettorale, che dovrebbe vedere tutti, non soltanto gli iscritti ma anche i simpatizzanti, protesi e concentrati a vincere le elezioni del 6 e 7 maggio prossimi. Elezioni che sono importanti non solo per Pistoia ma per tutto il Paese. In secondo luogo perché lasciare un partito è un gesto estremo che non mi pare giustificato in questa circostanza: qualsiasi siano le ragioni che si portano, anche quando ve ne sono, vanno poste nei termini e nei momenti opportuni. È più giusto aprire una discussione all’interno del partito in una fase successiva al voto nelle sedi e negli organismi preposti. Decidere da subito di non affrontare questa discussione interna è sbagliato e invito quindi tutti quegli iscritti a ripensarci e impegnarsi in questa campagna elettorale per riservare le loro riflessioni alla fase che si aprirà in seguito, come si fa in tutti i partiti che si rispettino”.
“Io – conclude Manciulli – sono sempre stato convinto che bisogna ascoltare le ragioni di tutti, ma questo è il momento dell’unità e non della divisione. Adesso c’è la campagna elettorale e occorre ritrovare l’impegno di tutti a partire da domani con la venuta del nostro segretario Bersani proprio a Pistoia”.
Amministrative, Bersani arriva in Toscana
Il 13 aprile farà tappa a Lucca e a Pistoia


Alle 17 Bersani sarà al cinema Astra di Lucca, in piazza del Giglio, con il candidato sindaco Alessandro Tanbellini.
Due ore e mezzo più tardi, alle 19.30, il segretario sarà invece al circolo dei lavoratori della Breda di Pistoia (via Ciliegiole) con il candidato sindaco Samuele Bertinelli: Bersani incontrerà una delegazione di operai e Rsu dell’azienda.
La chiusura della giornata sarà alla Casa del popolo di Ponte alle Tavole (via Gora e Barbatole a Pistoia), dove a partire dalle 20.30 Bersani parteciperà a una cena elettorale di raccolta fondi. Con lui ci saranno i candidati sindaco di tutta la provincia pistoiese: oltre a Bertinelli, la candidata primo cittadino a San Marcello Pistoiese Silvia Maria Cormio, Marco Mazzanti a Quarrata, Eugenio Patrizio Mugnai a Serravalle Pistoiese e Piera Gonfiantini a Marliana.
Amministrative, Bersani arriva in Toscana
Il 13 aprile farà tappa a Lucca e a Pistoia


Alle 17 Bersani sarà al cinema Astra di Lucca, in piazza del Giglio, con il candidato sindaco Alessandro Tanbellini.
Due ore e mezzo più tardi, alle 19.30, il segretario sarà invece al circolo dei lavoratori della Breda di Pistoia (via Ciliegiole) con il candidato sindaco Samuele Bertinelli: Bersani incontrerà una delegazione di operai e Rsu dell’azienda.
La chiusura della giornata sarà alla Casa del popolo di Ponte alle Tavole (via Gora e Barbatole a Pistoia), dove a partire dalle 20.30 Bersani parteciperà a una cena elettorale di raccolta fondi. Con lui ci saranno i candidati sindaco di tutta la provincia pistoiese: oltre a Bertinelli, la candidata primo cittadino a San Marcello Pistoiese Silvia Maria Cormio, Marco Mazzanti a Quarrata, Eugenio Patrizio Mugnai a Serravalle Pistoiese e Piera Gonfiantini a Marliana.
Lavoro, Manciulli: “Bene riformulazione articolo 18. Raccolte istanze lavoratori di cui Bersani e il Pd si sono fatti carico”
“La riformulazione dell’articolo 18 annunciata ieri è l’esito dell’impegno del Partito Democratico e il risultato del lavoro serio e costruttivo portato avanti dal segretario Bersani. Questa modifica sulla riforma del mercato del lavoro risponde positivamente alle preoccupazioni di milioni di lavoratori e alle istanze che il Pd, compatto, ha giustamente raccolto. L’impianto di questa nuova riforma per il Paese accoglie molte proposte del nostro partito che bene ha fatto a sostenere l’imprescindibilità di punti cruciali come la tutela dei diritti del lavoratore. Ma adesso al Pd spetterà anche il compito di vigilare affinchè non avvengano passi indietro nell’iter parlamentare, dove dobbiamo anzi contribuire a migliorare il testo in alcune sue parti dove le tutele e i diritti necessitano di essere rafforzati”. Così il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli, esprime soddisfazione per la nuova proposta per l’articolo 18 annunciata ieri.
Articolo 18, torna il reintegro
“E’ il frutto del lavoro di Bersani”



“La riformulazione dell’articolo 18 annunciata ieri è l’esito dell’impegno del Partito Democratico e il risultato del lavoro serio e costruttivo portato avanti dal segretario Bersani“, dice il segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli. “Questa modifica sulla riforma del mercato del lavoro risponde positivamente alle preoccupazioni di milioni di lavoratori e alle istanze che il Pd, compatto, ha giustamente raccolto. L’impianto di questa nuova riforma per il Paese accoglie molte proposte del nostro partito che bene ha fatto a sostenere l’imprescindibilità di punti cruciali come la tutela dei diritti del lavoratore”.
“Ma adesso – continua Manciulli – al Pd spetterà anche il compito di vigilare affinchè non avvengano passi indietro nell’iter parlamentare, dove dobbiamo anzi contribuire a migliorare il testo in alcune sue parti dove le tutele e i diritti necessitano di essere rafforzati”.



Articolo 18, torna il reintegro
“E’ il frutto del lavoro di Bersani”



“La riformulazione dell’articolo 18 annunciata ieri è l’esito dell’impegno del Partito Democratico e il risultato del lavoro serio e costruttivo portato avanti dal segretario Bersani“, dice il segretario del Pd della Toscana Andrea Manciulli. “Questa modifica sulla riforma del mercato del lavoro risponde positivamente alle preoccupazioni di milioni di lavoratori e alle istanze che il Pd, compatto, ha giustamente raccolto. L’impianto di questa nuova riforma per il Paese accoglie molte proposte del nostro partito che bene ha fatto a sostenere l’imprescindibilità di punti cruciali come la tutela dei diritti del lavoratore”.
“Ma adesso – continua Manciulli – al Pd spetterà anche il compito di vigilare affinchè non avvengano passi indietro nell’iter parlamentare, dove dobbiamo anzi contribuire a migliorare il testo in alcune sue parti dove le tutele e i diritti necessitano di essere rafforzati”.



Manciulli (Pd Toscana) su novità riforma mercato del lavoro
“Da quanto abbiamo ascoltato nella conferenza stampa del Presidente Mario Monti e del Ministro Fornero, e in attesa di leggere l’articolato della riforma nel suo complesso, ci sembra che si possa dire che sull’articolo 18 siano state tenute in considerazione le posizioni portate avanti dal Pd e si stia venendo incontro ai lavoratori. È quindi un dato positivo quello che registriamo stasera, che è frutto di queste settimane di trattativa a cui ha contribuito con un lavoro serio e importante il nostro segretario Bersani. Auspichiamo che la riforma mantenga tutti quegli aspetti che avevamo già giudicato in modo favorevole nella sua prima stesura e che la discussione parlamentare possa trovare un clima di dialogo costruttivo e di intesa per perfezionare le norme su questioni cruciali come i diritti e le tutele”. Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli commenta a caldo le nuove proposte sulla riforma del mercato del lavoro illustrate oggi dal Governo.
Amministrative 2012, il Pd toscano lancia la sfida
Il 13 aprile Pierluigi Bersani sarà a Pistoia e Lucca


Al fianco suo e del responsabile Enti locali del partito Stefano Bruzzesi, c’erano i candidati sindaco del Pd e del centrosinistra a Pistoia e a Lucca, Samuele Bertinelli e Alessandro Tambellini. Per sostenerli, il 13 aprile arriverà in Toscana anche il segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani, che farà tappa nelle due città.
Nella nostra regione si voterà in 30 Comuni, di cui 5 sopra i 15mila abitanti: Lucca, Pistoia, Carrara, Quarrata e Camaiore. “Il centrosinistra – ha detto Manciulli in conferenza stampa – si presenta ovunque con una certa compattezza e noi lavoriamo per il più ampio schieramento possibile. Si dice che è cresciuta la frammentazione, ma questo riguarda soprattutto il centrodestra: c’è la novità del distacco del terzo polo a cui si aggiunge un aumento consistente delle liste e del ‘civismo’”.
A Carrara, ad esempio, per la prima volta in Toscana c’è un’alleanza di centrosinistra che va dall’Udc a Rifondazione Comunista.
Gli schieramenti ampi sono possibili perché, ha spiegato il segretario regionale del Pd, “noi anteponiamo la sfida del governo delle città e del destino delle popolazioni locali a qualsiasi considerazione politica”. D’altra parte, “il tempo è cambiato: è stata messa da parte la politica fondata sulla comunicazione e si è cominciato a discutere del merito. Questo è sempre stato il nostro modo di fare politica, specie a livello locale”.
Il servizio del Tgr della Toscana con le dichiarazioni del segretario Manciulli
Il responsabile Enti locali del Pd Toscana Stefano Bruzzesi
Il candidato sindaco alle elezioni di Pistoia Samuele Bertinelli
Il candidato sindaco alle elezioni di Lucca Alessandro Tambellini
