28 Luglio 2014

“Nuova legge elettorale compromesso innovativo”. Intervento del segretario Dario Parrini su Repubblica Firenze

dario-parrini-328 luglio 2014 – “Nuova legge elettorale compromesso innovativo”.
Intervento del segretario Pd della Toscana Dario Parrini, oggi su Repubblica Firenze.

“La proposta di riforma elettorale regionale è frutto di un compromesso complessivamente avanzato e innovativo: garantisce la parità di genere (con l’obbligo che i candidati di ogni lista siano metà uomini e metà donne e riportati in maniera alternata sulla scheda); dà più libertà di scelta agli elettori ripristinando il voto di preferenza; favorisce la governabilità disincentivando la frammentazione. Introduce infine il ballottaggio: e come ha ben ricordato il professor D’Alimonte, è la prima volta in Italia che ciò avviene per le regionali. Come da previsioni, non sono contenti i proporzionalisti duri e puri: questa frangia del mondo accademico e politico è da sempre anti-maggioritaria e detesta qualsiasi argine al potere di veto dei micropartiti. Si tratti di cambiare il Senato, o una legge elettorale, i campioni del no a tutto ricorrono, più che alla critica di merito, legittima, alla scomunica: sistematicamente, infatti, definiscono le idee che avversano non “sbagliate”, il che in una discussione democratica può e deve starci, ma “autoritarie” o addirittura “incostituzionali”, con un modo di fare che, cito ancora D’Alimonte, oggettivamente ha molto di pretestuoso.

Ciò detto, la novità più rilevante è che i cittadini toscani conteranno più di prima nella selezione dei propri rappresentanti. Non mi pare di poco conto nemmeno l’allargamento dell’accordo alla principale forza d’opposizione, sempre da ricercare quando si riscrivono fondamentali regole del gioco istituzionali. Mi stupisce piuttosto il no di alcuni dei partiti più piccoli, dato che l’abbassamento al 3 per cento dello sbarramento interno alle coalizioni (nel testo originario era al 4 per cento e c’era chi lo chiedeva anche più alto) è stato voluto dal Pd proprio per fornire loro un elemento di garanzia. Tra le questioni oggetto di dibattito c’è il minilistino bloccato facoltativo. Esperti come Ceccanti, Vassallo e Clementi hanno sostenuto che tale meccanismo è ovviamente costituzionale e che, piaccia o non piaccia, di fatto sarà elemento di competizione virtuosa tra le forze politiche. Il Pd ha già deciso di non usarlo. Gli altri avranno altrettanto coraggio? Sarà interessante vedere se, nei partiti che in queste ore si scagliano contro il listino di tre nomi, prevarrà al momento del voto l’ipocrisia o la coerenza. La sfida è aperta”.

Dario Parrini

QUI il PDF dell’articolo

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“Nuova legge elettorale compromesso innovativo”. Intervento del segretario Dario Parrini su Repubblica Firenze

dario-parrini-328 luglio 2014 – “Nuova legge elettorale compromesso innovativo”.
Intervento del segretario Pd della Toscana Dario Parrini, oggi su Repubblica Firenze.

“La proposta di riforma elettorale regionale è frutto di un compromesso complessivamente avanzato e innovativo: garantisce la parità di genere (con l’obbligo che i candidati di ogni lista siano metà uomini e metà donne e riportati in maniera alternata sulla scheda); dà più libertà di scelta agli elettori ripristinando il voto di preferenza; favorisce la governabilità disincentivando la frammentazione. Introduce infine il ballottaggio: e come ha ben ricordato il professor D’Alimonte, è la prima volta in Italia che ciò avviene per le regionali. Come da previsioni, non sono contenti i proporzionalisti duri e puri: questa frangia del mondo accademico e politico è da sempre anti-maggioritaria e detesta qualsiasi argine al potere di veto dei micropartiti. Si tratti di cambiare il Senato, o una legge elettorale, i campioni del no a tutto ricorrono, più che alla critica di merito, legittima, alla scomunica: sistematicamente, infatti, definiscono le idee che avversano non “sbagliate”, il che in una discussione democratica può e deve starci, ma “autoritarie” o addirittura “incostituzionali”, con un modo di fare che, cito ancora D’Alimonte, oggettivamente ha molto di pretestuoso.

Ciò detto, la novità più rilevante è che i cittadini toscani conteranno più di prima nella selezione dei propri rappresentanti. Non mi pare di poco conto nemmeno l’allargamento dell’accordo alla principale forza d’opposizione, sempre da ricercare quando si riscrivono fondamentali regole del gioco istituzionali. Mi stupisce piuttosto il no di alcuni dei partiti più piccoli, dato che l’abbassamento al 3 per cento dello sbarramento interno alle coalizioni (nel testo originario era al 4 per cento e c’era chi lo chiedeva anche più alto) è stato voluto dal Pd proprio per fornire loro un elemento di garanzia. Tra le questioni oggetto di dibattito c’è il minilistino bloccato facoltativo. Esperti come Ceccanti, Vassallo e Clementi hanno sostenuto che tale meccanismo è ovviamente costituzionale e che, piaccia o non piaccia, di fatto sarà elemento di competizione virtuosa tra le forze politiche. Il Pd ha già deciso di non usarlo. Gli altri avranno altrettanto coraggio? Sarà interessante vedere se, nei partiti che in queste ore si scagliano contro il listino di tre nomi, prevarrà al momento del voto l’ipocrisia o la coerenza. La sfida è aperta”.

Dario Parrini

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24 Luglio 2014

Legge elettorale toscana. Il costituzionalista Ceccanti: “Soluzione equilibrata e innovativa”. Soddisfazione del segretario Parrini

parrini-ceccanti24 luglio 2014 -Dario Parrini commenta le parole del professor Stefano Ceccanti sull’accordo di legge elettorale toscana: “Dall’articolo di Ceccanti risulta evidente come non abbia alcun fondamento il sospetto di incostituzionalità gettato sul testo oggetto dell’intesa”

“Stefano Ceccanti è uno dei maggiori costituzionalisti italiani. Insegna diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma e in quanto costituzionalista ha fatto parte della Commissione dei 35 saggi che nel giugno 2013 fu nominata dal governo Letta per avanzare un progetto complessivo di riforma costituzionale. Ceccanti, nato a Pisa, è anche un toscano. E forse per questo ha sentito il bisogno di dire la sua autorevole opinione sull’accordo per la riforma elettorale regionale ufficializzato ieri in Toscana dalla maggioranza di centrosinistra e da Fi. Dall’articolo di Ceccanti risulta evidente come non abbia alcun fondamento il sospetto di incostituzionalità gettato sul testo oggetto dell’intesa. Spero che da domani si torni a discutere del merito della riforma, senza allarmismi ingiustificati, che somigliano a quelli messi in giro da coloro che senza senso della misura e rispetto della realtà definiscono ‘svolta autoritaria’ la riforma del Senato che si sta votando in queste ore”.

 ceccanti

Così il segretario del PD della Toscana, Dario Parrini, commenta l’articolo pubblicato oggi dal professor Stefano Ceccanti sul proprio blog in merito all’accordo di legge elettorale toscana.  Qui di seguito e a questo link  l’articolo di Stefano Ceccanti:

 

La nuova proposta di legge elettorale toscana: una soluzione innovativa ed equilibrata, senz’altro costituzionale

 

“La Toscana sembra aver trovato la quadra di una nuova legge elettorale regionale che si presenta come equilibrata, ma anche innovativa per alcuni profili significativi.
Anche se le osservazioni della Corte costituzionale nella sentenza 1/2014 per la legge elettorale nazionale non si prestano ad essere trasposte meccanicamente sul piano regionale (le esigenze di equilibrio sono maggiori sul piano del Parlamento nazionale che elegge organi di garanzia e che ha compiti di revisione costituzionale) le soluzioni adottate per la governabilità appaiono particolarmente garantiste. Infatti per la prima volta in una Regione si stabilisce un secondo turno eventuale se nessun candidato al primo turno superi il 40%. Le altre Regioni, sin qui, o hanno privilegiato la logica della governabilità dando comunque la maggioranza garantita al primo turno o, come in Sicilia, hanno ridotto il premio spingendo però il Presidente eletto, in caso di successo limitato, a governare a vista, con maggioranze incerte. Opportuno anche il dosaggio del premio: dal 57,5 al 60% dei seggi a seconda dei consensi ottenuti (60% solo in caso di successo al primo turno con più del 45% dei voti). Appezzabile anche il tetto massimo del 65% dei seggi alla lista o coalizione vincente, cosa che potrebbe persino trasformarsi in una sorta di premio alle minoranze. Ragionevole anche la differenza tra le soglie, che appare in continuità con la legislazione elettorale post 1993: 10 per le coalizioni, 5 per le liste non coalizzate e 3 per le coalizzate. La differenza è discutibile solo quando si allarga eccessivamente la forbice, col rischio di favorire coalizioni eterogenee, come oggi alla Camera dei deputati, dove troppo forte è lo scarto tra il 4 dei non coalizzati e il 2 con addirittura il recupero della prima lista sotto soglia per i coalizzati.
Ragionevole anche la soluzione flessibile adottata nel dilemma liste bloccate/preferenze, che la sentenza 1/2014 ha rinviato per intero alla responsabilità del legislatore, ponendo solo un limite alle liste bloccate eccessivamente lunghe, che spersonalizzano il rapporto tra eletti ed elettori. Il sistema prevede che ogni lista, se lo desidera, preveda un listino regionale fino a un massimo di tre nomi, che sarebbero i primi degli eletti e gli altri su base circoscrizionale provinciale con la possibilità di preferenza doppia di genere e la provincia di Firenze suddivisa in quattro circoscrizioni, in modo da evitare i problemi maggiori che pongono la preferenze quando sono applicate in circoscrizioni molto grandi. Stupisce che l’ufficio legislativo della Regione tacci di incostituzionalità quella che è peraltro una mera facoltà e non un obbligo per le liste regionali, smentendo la lettera della sentenza 1/2014 in cui si spiega che le liste bloccate lunghe erano censurate, ma che si giudica “la disciplina in esame non comparabile né con altri sistemi caratterizzati da liste bloccate solo per una parte dei seggi, né con altri caratterizzati da circoscrizioni elettorali di dimensioni territorialmente ridotte, nelle quali il numero dei candidati da eleggere sia talmente esiguo da garantire l’effettiva conoscibilità degli stessi e con essa l’effettività della scelta e la libertà del voto (al pari di quanto accade nel caso dei collegi uninominali)”

 

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Legge elettorale toscana. Il costituzionalista Ceccanti: “Soluzione equilibrata e innovativa”. Soddisfazione del segretario Parrini

parrini-ceccanti24 luglio 2014 -Dario Parrini commenta le parole del professor Stefano Ceccanti sull’accordo di legge elettorale toscana: “Dall’articolo di Ceccanti risulta evidente come non abbia alcun fondamento il sospetto di incostituzionalità gettato sul testo oggetto dell’intesa”

“Stefano Ceccanti è uno dei maggiori costituzionalisti italiani. Insegna diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma e in quanto costituzionalista ha fatto parte della Commissione dei 35 saggi che nel giugno 2013 fu nominata dal governo Letta per avanzare un progetto complessivo di riforma costituzionale. Ceccanti, nato a Pisa, è anche un toscano. E forse per questo ha sentito il bisogno di dire la sua autorevole opinione sull’accordo per la riforma elettorale regionale ufficializzato ieri in Toscana dalla maggioranza di centrosinistra e da Fi. Dall’articolo di Ceccanti risulta evidente come non abbia alcun fondamento il sospetto di incostituzionalità gettato sul testo oggetto dell’intesa. Spero che da domani si torni a discutere del merito della riforma, senza allarmismi ingiustificati, che somigliano a quelli messi in giro da coloro che senza senso della misura e rispetto della realtà definiscono ‘svolta autoritaria’ la riforma del Senato che si sta votando in queste ore”.

 ceccanti

Così il segretario del PD della Toscana, Dario Parrini, commenta l’articolo pubblicato oggi dal professor Stefano Ceccanti sul proprio blog in merito all’accordo di legge elettorale toscana.  Qui di seguito e a questo link  l’articolo di Stefano Ceccanti:

 

La nuova proposta di legge elettorale toscana: una soluzione innovativa ed equilibrata, senz’altro costituzionale

 

“La Toscana sembra aver trovato la quadra di una nuova legge elettorale regionale che si presenta come equilibrata, ma anche innovativa per alcuni profili significativi.
Anche se le osservazioni della Corte costituzionale nella sentenza 1/2014 per la legge elettorale nazionale non si prestano ad essere trasposte meccanicamente sul piano regionale (le esigenze di equilibrio sono maggiori sul piano del Parlamento nazionale che elegge organi di garanzia e che ha compiti di revisione costituzionale) le soluzioni adottate per la governabilità appaiono particolarmente garantiste. Infatti per la prima volta in una Regione si stabilisce un secondo turno eventuale se nessun candidato al primo turno superi il 40%. Le altre Regioni, sin qui, o hanno privilegiato la logica della governabilità dando comunque la maggioranza garantita al primo turno o, come in Sicilia, hanno ridotto il premio spingendo però il Presidente eletto, in caso di successo limitato, a governare a vista, con maggioranze incerte. Opportuno anche il dosaggio del premio: dal 57,5 al 60% dei seggi a seconda dei consensi ottenuti (60% solo in caso di successo al primo turno con più del 45% dei voti). Appezzabile anche il tetto massimo del 65% dei seggi alla lista o coalizione vincente, cosa che potrebbe persino trasformarsi in una sorta di premio alle minoranze. Ragionevole anche la differenza tra le soglie, che appare in continuità con la legislazione elettorale post 1993: 10 per le coalizioni, 5 per le liste non coalizzate e 3 per le coalizzate. La differenza è discutibile solo quando si allarga eccessivamente la forbice, col rischio di favorire coalizioni eterogenee, come oggi alla Camera dei deputati, dove troppo forte è lo scarto tra il 4 dei non coalizzati e il 2 con addirittura il recupero della prima lista sotto soglia per i coalizzati.
Ragionevole anche la soluzione flessibile adottata nel dilemma liste bloccate/preferenze, che la sentenza 1/2014 ha rinviato per intero alla responsabilità del legislatore, ponendo solo un limite alle liste bloccate eccessivamente lunghe, che spersonalizzano il rapporto tra eletti ed elettori. Il sistema prevede che ogni lista, se lo desidera, preveda un listino regionale fino a un massimo di tre nomi, che sarebbero i primi degli eletti e gli altri su base circoscrizionale provinciale con la possibilità di preferenza doppia di genere e la provincia di Firenze suddivisa in quattro circoscrizioni, in modo da evitare i problemi maggiori che pongono la preferenze quando sono applicate in circoscrizioni molto grandi. Stupisce che l’ufficio legislativo della Regione tacci di incostituzionalità quella che è peraltro una mera facoltà e non un obbligo per le liste regionali, smentendo la lettera della sentenza 1/2014 in cui si spiega che le liste bloccate lunghe erano censurate, ma che si giudica “la disciplina in esame non comparabile né con altri sistemi caratterizzati da liste bloccate solo per una parte dei seggi, né con altri caratterizzati da circoscrizioni elettorali di dimensioni territorialmente ridotte, nelle quali il numero dei candidati da eleggere sia talmente esiguo da garantire l’effettiva conoscibilità degli stessi e con essa l’effettività della scelta e la libertà del voto (al pari di quanto accade nel caso dei collegi uninominali)”

 

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17 Luglio 2014

Aeroporto, Parrini: “Il voto di ieri su Pit e pista di Peretola è un punto segnato contro la lentocrazia e i localismi, grandi mali italiani”

consiglio regionaleIl post del segretario regionale del Pd della Toscana Dario Parrini sul suo profiloFacebook.

“Ho appena letto un articolo in cui si raccontano sessant’anni di dibattiti sterili (60 vi rendete conto?) sull’aeroporto di Firenze.
Una ridda di ipotesi di potenziamento, spostamento, messa in sicurezza.
Chiacchiere tante, fatti pochi (salvo due allungamenti della pista origina…ria, passata da 1000 a 1700 metri).
Sessant’anni di localismi e veti incrociati, che hanno paralizzato non soltanto il Pci (e poi il Pds, i Ds, il Pd) ma tutte le principali forze politiche della regione.
Sessant’anni di mancate decisioni, costate un sacco in termini di sviluppo economico, competitività e posti di lavoro.
Sessant’anni anche di disservizi ai cittadini e alle imprese, con migliaia di voli dirottati o cancellati per problemi di sicurezza.
La prima proposta di pista parallela all’attuale autostrada è addirittura del 1955. Poi ne venne un’altra nel 1962. Poi un’altra ancora nel 1987. Eccetera eccetera.
Sono orgoglioso di aver portato il Pd toscano, a lungo silente e incapace di assumere un orientamento netto in materia a causa dei contrasti tra le sue componenti territoriali e politiche, a tracciare la rotta nel suo massimo organismo: nella direzione regionale dello scorso 31 maggio si è discusso un documento non fumoso, si è votato e si è deciso, dando alla giunta e al presidente Rossi un supporto credo fondamentale per il buon esito del percorso politico-amministrativo conclusosi ieri. Ci siamo assunti le nostre responsabilità. Si è fatto cioè quel che un partito di governo dovrebbe sempre fare e che in passato non aveva mai fatto.
Questo è un modo di affrontare le questioni controverse che riproporremo.
Le vere politiche per la crescita sono fatte anche di scelte sofferte e difficili. La cosa peggiore è aver paura di scegliere”

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Aeroporto, Parrini: “Il voto di ieri su Pit e pista di Peretola è un punto segnato contro la lentocrazia e i localismi, grandi mali italiani”

consiglio regionaleIl post del segretario regionale del Pd della Toscana Dario Parrini sul suo profiloFacebook.

“Ho appena letto un articolo in cui si raccontano sessant’anni di dibattiti sterili (60 vi rendete conto?) sull’aeroporto di Firenze.
Una ridda di ipotesi di potenziamento, spostamento, messa in sicurezza.
Chiacchiere tante, fatti pochi (salvo due allungamenti della pista origina…ria, passata da 1000 a 1700 metri).
Sessant’anni di localismi e veti incrociati, che hanno paralizzato non soltanto il Pci (e poi il Pds, i Ds, il Pd) ma tutte le principali forze politiche della regione.
Sessant’anni di mancate decisioni, costate un sacco in termini di sviluppo economico, competitività e posti di lavoro.
Sessant’anni anche di disservizi ai cittadini e alle imprese, con migliaia di voli dirottati o cancellati per problemi di sicurezza.
La prima proposta di pista parallela all’attuale autostrada è addirittura del 1955. Poi ne venne un’altra nel 1962. Poi un’altra ancora nel 1987. Eccetera eccetera.
Sono orgoglioso di aver portato il Pd toscano, a lungo silente e incapace di assumere un orientamento netto in materia a causa dei contrasti tra le sue componenti territoriali e politiche, a tracciare la rotta nel suo massimo organismo: nella direzione regionale dello scorso 31 maggio si è discusso un documento non fumoso, si è votato e si è deciso, dando alla giunta e al presidente Rossi un supporto credo fondamentale per il buon esito del percorso politico-amministrativo conclusosi ieri. Ci siamo assunti le nostre responsabilità. Si è fatto cioè quel che un partito di governo dovrebbe sempre fare e che in passato non aveva mai fatto.
Questo è un modo di affrontare le questioni controverse che riproporremo.
Le vere politiche per la crescita sono fatte anche di scelte sofferte e difficili. La cosa peggiore è aver paura di scegliere”

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5 Luglio 2014

Dario Parrini a Bersani, Cuperlo e Chiti: “Basta frenare le riforme”

dario-parrini-35 luglio 2014 – “Cinque semplici domande per Bersani, Cuperlo e Chiti che ieri sulle riforme hanno deciso di rilanciare gli attacchi a Renzi. Vi è chiara la portata vitale della partita che stiamo giocando in sede Ue? Vi è chiaro che la situazione del Paese non consente questi giochetti interni? Vi è chiaro che dobbiamo rapidamente agire per mostrarci all’altezza degli undici milioni di voti presi il 25 maggio? Vi è chiaro che il Pd ha già ottenuto molto e che se da una parte è giusto cercar di migliorare l’accordo dall’altra non è assolutamente giusto far finta che il Pd abbia i numeri per procedere da solo? Vi è chiaro che chi frena le riforme non fa un dispetto a Renzi ma un danno all’Italia?”.

Si rivolge così, con cinque domande retoriche, il deputato e segretario regionale del Pd della Toscana Dario Parrini a Pierluigi Bersani, Gianni Cuperlo e Vannino Chiti dopo le loro prese di posizioni sulle riforme.

 

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Dario Parrini a Bersani, Cuperlo e Chiti: “Basta frenare le riforme”

dario-parrini-35 luglio 2014 – “Cinque semplici domande per Bersani, Cuperlo e Chiti che ieri sulle riforme hanno deciso di rilanciare gli attacchi a Renzi. Vi è chiara la portata vitale della partita che stiamo giocando in sede Ue? Vi è chiaro che la situazione del Paese non consente questi giochetti interni? Vi è chiaro che dobbiamo rapidamente agire per mostrarci all’altezza degli undici milioni di voti presi il 25 maggio? Vi è chiaro che il Pd ha già ottenuto molto e che se da una parte è giusto cercar di migliorare l’accordo dall’altra non è assolutamente giusto far finta che il Pd abbia i numeri per procedere da solo? Vi è chiaro che chi frena le riforme non fa un dispetto a Renzi ma un danno all’Italia?”.

Si rivolge così, con cinque domande retoriche, il deputato e segretario regionale del Pd della Toscana Dario Parrini a Pierluigi Bersani, Gianni Cuperlo e Vannino Chiti dopo le loro prese di posizioni sulle riforme.

 

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4 Luglio 2014

‘Festa regionale dell’Unità’ a San Miniato. Fino al 27 luglio la festa del Pd toscano con il titolo “L’Italia apre le ali”

VOLANTINO-festa2014

Firenze, 4 luglio 2014 – Sarà San Miniato Basso, in provincia di Pisa, a ospitare nei giardini della Casa Culturale di via Pizzigoni, da oggi fino al 27 luglio la festa regionale del Partito Democratico della Toscana, che quest’anno tornerà a chiamarsi ‘Festa de l’Unità’, dando seguito così all’invito rivolto al partito da Matteo Renzi all’ultima Assemblea Nazionale del Pd del 14 giugno scorso. Il titolo è “L’Italia apre le ali” avendo come tema conduttore dei dibattiti le riforme impostate dal Governo (l’hashtag scelto è proprio #ilcoraggiodelleriforme) e che i vari relatori chiamati a confrontarsi approfondiranno.
Presenti il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, sabato 12 luglio, e il Ministro Giuliano Poletti, venerdì 11, sei sottosegretari, Ivan Scalfarotto, Roberto Reggi, Silvia Velo, Luigi Bobba, Luca Lotti, Antonello Giacomelli, il responsabile Welfare del Pd nazionale Davide Faraone, la segretaria generale dello SPI-Cgil Carla Cantone che in diversi dibattiti affronteranno i temi della nuova legge elettorale, il piano del Governo per gli interventi sull’edilizia scolastica e la ristrutturazione degli edifici pubblici puntando sul risparmio energetico, la riforma del Terzo Settore, le nuove esigenze del sistema sociale e pensionistico, una riflessione sui partiti. Il presidente della Regione Enrico Rossi presenterà il suo libro, mentre Gianni Cuperlo e Pierluigi Castagnetti interverranno per parlare dell’eredità politica di Enrico Berlinguer a trent’anni dalla scomparsa. Uno sguardo all’Europa con gli europarlamentari Simona Bonafè giovedì 10 e Nicola Danti sabato 26. I due Vice segretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani interverranno rispettivamente giovedì 24 e venerdì 25 mentre il presidente del Pd Matteo Orfini chiuderà insieme al segretario regionale Dario Parrini il 27 luglio.

 

presentazione festa“Per tutto luglio faremo di San Miniato uno dei luoghi principali della discussione politica nazionale dato che interverranno tutti i principali esponenti del partito e del governo” afferma il segretario del Pd della Toscana Dario Parrini presentando il programma insieme al segretario provinciale del Pd di Pisa Francesco Nocchi e al responsabile organizzazione del Pd toscano Antonio Mazzeo. “Intitolare la festa “L’Italia apre le ali” – continua Parrini – vuole rimarcare quanto siamo convinti che le riforme siano necessarie per la ripartenza del Paese. E a proposito di nomi – aggiunge – condivido l’invito a chiamarle ‘Feste dell’Unità’. Il cambio di nome in Festa Democratica svolse una funzione agli albori del Pd quando il nuovo partito appariva come la somma di quelli precedenti. All’epoca c’era un’esigenza di “simbolicamente corretto” ma oggi, specie dopo l’ultimo congresso e le ultime elezioni, nessuno si domanda più chi è ex Ds o ex Margherita. Proprio perché adesso siamo tutti semplicemente e solamente “democratici” ci scopriamo finalmente in grado di riconoscerci tutti in tutte le cose più belle del nostro passato, senza star lì a disquisire se sono ‘nostre’ o degli ‘altri’. È stato bravo Matteo Renzi a capirlo e a dirlo. Oltre ad essere un gesto di attenzione verso un giornale in difficoltà, la sua idea di riproporre le Feste dell’Unità, peraltro rimaste in vita con questo nome in molti comuni anche in questi anni, ha questo significato: il Pd è finalmente nato”.

 

“Siamo contenti di tornare in provincia di Pisa per la festa regionale – afferma il responsabile Organizzazione del Pd toscano Antonio Mazzeo – e sono sicuro che in questi 24 giorni chi verrà troverà più che interessanti i confronti e i dibattiti che verranno proposti. La festa di quest’anno è proiettata sul dibattito politico nazionale per andare a toccare i tanti ‘cantieri’ aperti dall’azione del governo e per parlare del ruolo dell’Italia nel proscenio europeo con l’azione riformatrice avviata. Condizione, questa, necessaria per riacquistare credibilità a livello internazionale. Mi preme rivolgere un ringraziamento a tutti i militanti che da volontari in queste settimane rendono possibile la realizzazione della festa prestando il loro servizio”

 

“Siamo orgogliosi di ospitare la Festa regionale del partito a San Miniato, punto di riferimento in una vasta area che interessa buona parte delle province di Pisa e di Firenze” afferma il segretario provinciale del Pd pisano Francesco Nocchi. “Quest’anno il programma sarà incentrato sulle politiche del cambiamento con uno sguardo non solo ai tempi stretti di realizzazione che richiede il nostro Paese quanto alla qualità e alla direzione politica che devono percorrere le riforme: istituzionali e sul piano economico e sociale. La Festa sarà “l’agorà” dove i nostri dirigenti si confronteranno con la nostra gente sul Pd e soprattutto sull’Italia, dei suoi problemi e delle ricette che il Governo Renzi sta mettendo in campo. Infine, ma non è certo la cosa meno importante, un caloroso abbraccio e un ringraziamento a tutti i volontari: senza di loro la festa non si potrebbe fare”.

 

QUI  IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO (ANCORA SUSCETTIBILE DI MODIFICHE):

Venerdì 4 luglio ore 19.30
Inaugurazione con Francesco Nocchi (Segretario Pd provinciale Pisa), Antonio Mazzeo (Responsabile Organizzazione Pd Toscana), Massimo Baldacci (Segretario Pd San Miniato), Vittorio Gabbanini (Sindaco di San Miniato)

     
Giovedì 10 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? Le politiche europee e la Toscana” con Simona Bonafé (Parlamentare europeo Pd-S&D), Stefania Saccardi (vice presidente regione toscana) Ivan Ferucci (Capogruppo Pd Consiglio Regionale Toscana).

     
Venerdì 11 ore 21
“Cambiare: verso dove? Creare posti di lavoro, dare opportunità e diritti ai lavoratori”, intervista a Giuliano Poletti (Ministro del Lavoro), introduce Andrea Biagianti (Vicesegretario Pd Toscana)

     

Sabato 12 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? Una politica meno costosa, una democrazia più efficiente”, intervista a Maria Elena Boschi (Ministro Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento), introduce Dario Parrini (segretario regionale Pd Toscana)

     

Lunedì 14 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? Parlamento, sistema di Governo, pesi e contrappesi”, con Maria Grazia Gatti (Senatrice Pd), Ivan Scalfarotto (Sottosegretario alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento), Marco Filippeschi (Sindaco di Pisa, Presidente nazionale Legautonomie), Andrea Marcucci (Presidente Commissione Cultura Senato) introduce Consuelo Arrighi (Responsabile Organizzazione Pd Provinciale)

     
Martedì 15 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? Edilizia scolastica: studiare e insegnare in luoghi sicuri ripartendo dagli investimenti pubblici” con Roberto Reggi (Sottosegretario Istruzione), Silvia Velo (Sottosegretario Ambiente), Maria Chiara Carrozza (Deputata Pd), Andrea Pieroni (Presidente Provincia di Pisa), introduce Carmine Zappacosta (Segreteria Pd Toscana)

     
Giovedì 17 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? La riforma del Terzo settore” con Federico Gelli (Deputato Pd, commissione Affari sociali), Luigi Bobba (Sottosegretario Lavoro e Politiche sociali)

     
Venerdì 18 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? I redditi, i servizi, la sicurezza” con Davide Faraone (Deputato Pd, Responsabile Welfare nazionale Pd), Carla Cantone (Segretario generale Spi Cgil)

     
Sabato 19 ore 21.30
“Enrico Berlinguer, dialogo a trent’anni dalla sua scomparsa: un’eredità politica attuale” con Gianni Cuperlo (Deputato Pd), Pierluigi Castagnetti (già Segretario Ppi, Presidente Fondazione Persona, comunità, democrazia),introduce Cristian Pardossi (Segreteria Pd Toscana)

Lunedì 21 alle ore 21,30
“L’Italia che cambia, dai comuni al Governo”  con Luca Lotti (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio), e Matteo Biffoni (sindaco di Prato). Introduce Antonio Mazzeo (responsabile Organizzazione Pd della Toscana), modera Vladimiro Frulletti dell’Unità.

     
Martedì 22 ore 21.30
“Viaggio in Toscana”, Enrico Rossi (Presidente Regione Toscana) presenta il suo libro

     
Giovedì 24 ore 21.30
“Un leader forte per un partito non personale”, con Lorenzo Guerini (Deputato, vicesegretario nazionale PD), Paolo Fontanelli (Questore Camera), Francesco Nocchi (Segretario provinciale Pd),  e Antonio Mazzeo (Responsabile Organizzazione Pd Toscana)

    
Venerdì 25 ore 21.30
“Cambiare: verso dove? Orizzonte 2018”, intervista a Debora Serracchiani (Vicesegretario Pd, Presidente Regione Friuli Venezia Giulia)

     
Sabato 26 ore 21.30
Cambiare: verso dove? Il semestre europeo dell’Italia, con Nicola Danti (Europarlamentare Pd-Pse) e Gianni Pittella (Presidente Gruppo S&D)

     
Domenica 27 ore 21.30
“Una nuova cultura politica per la sinistra in Italia e in Europa”, con Matteo Orfini (Presidente PD), Dario Parrini (Segretario PD Toscana)

 

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1 Luglio 2014

Costa Concordia a Genova. Parrini (PD): “Piombino resta al centro della nostra attenzione”

piombino-sin1 luglio 2014 – “L’azione del Pd e delle istituzioni toscane per il rilancio di Piombino non termina con l’amaro epilogo della vicenda Costa Concordia. Ci siamo battuti per un esito diverso, che ritenevamo e riteniamo preferibile sotto molti punti di vista, a partire da quello del rischio ambientale. Le autorità pubbliche coinvolte nell’esame del progetto presentato da Costa Crociere/Carnival hanno raggiunto altre convinzioni. Prendiamo atto della decisione. Ciò detto, Piombino resta al centro della nostra attenzione. Il molto che c’è da fare va fatto. Risolutamente e seriamente, rifiutando ogni strumentalizzazione politica pretestuosa e di bassa lega. Dobbiamo portare a compimento gli impegni sulle infrastrutture (Autostrada Tirrenica in primo luogo). C’è da dare pronta e piena attuazione all’accordo di programma su Piombino firmato di recente alla presenza del premier Matteo Renzi. Tra l’altro occorrono presto delle certezze sulla possibilità di radicare nel porto di Piombino l’opera di rottamazione delle navi del Ministero della Difesa. Su tutto ciò sono già in programma incontri col governo e nei  prossimi giorni faremo il punto col Pd locale, l’amministrazione e i parlamentari del territorio”.
Così il segretario del PD della Toscana, Dario Parrini, dopo la decisione dello smaltimento della Costa Concordia a Genova.

 

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