Barluzzi: “Troppi piani strutturali” Ferruzza : “Priorità al Parco della Piana”
“La città metropolitana di fatto esiste già, manca un sistema comune di regole e infrastrutture: ci sono troppi piani strutturali diversi, uniformarli porterebbe un minore dispendio di energie e una qualità del lavoro migliore”.
Lo sostiene Fabio Barluzzi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze, intervenuto ieri alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso al Parco delle Cascine durante il dibattito “Aprire la città, guardare al futuro”, con Mariella Zoppi, professore ordinario di Urbanistica alla Facoltà di Architettura di Firenze e Fausto Ferruzza, direttore Legambiente Firenze. A coordinare Alberto di Cintio Segretario Circolo Pd Novoli-Rigacci.
““Manca una regia urbanistica che ragioni su grandi dimensioni, con progetti che coinvolgano tutto il territorio in un’ottica metropolitana, viviamo un grave ritardo infrastrutturale, come ad esempio sulla tramvia”, ha sottolineato inoltre Barluzzi.
“Il Parco della Piana è il vero progetto strategico per l’area metropolitana, non si può annullarlo, dando priorità all’aeroporto o al termovalorizzatore: bisognerà poi connetterlo agli altri grandi spazi verdi come le Cascine, il Parco fluviale dell’Arno e i giardini storici, creando un grande corridoio ecologico.– ha spiegato Ferruzza – È opportuno poi facilitare l’efficientamento energetico degli edifici e aprire un tavolo di lavoro con Soprintendenze e con tutti gli enti coinvolti per affrontare in maniera decisa la questione: si tollerano condizionatori e parabole in palazzi storici e poi si ostacolano tetti solari in periferia, a Quaracchi. La città del futuro deve inoltre ragionare sul costruito, riqualificare l’esistente, no a un ulteriore consumo di suolo quindi. E poi, è fondamentale, incentivare la mobilità su ferro: non è ammissibile impiegare 15 anni per un sistema tramviario, il successo della linea 1 dovrebbe essere la spia di un forte bisogno della città tutta”.
“Per il centro storico bisognerebbe frenare l’aggressività turistico ricettiva complessiva, facendo sì che i residenti restino: il cambiamento sociale qui è stato pesante.- ha affermato Zoppi – Un altro problema urgente da risolvere nella sua interezza è quello dei contenitori vuoti, dall’indotto della giustizia, con le caserme, agli ex ospedali, come l’ex Meyer: se abbandonati danneggiano profondamente l’intera città, ci vogliono presto delle soluzioni”.
“La città del futuro è un tema caro al Pd, vogliamo continuare ad affrontarlo in altre occasioni, anche con l’amministrazione stessa”, ha concluso Di Cintio.
Barluzzi: “Troppi piani strutturali” Ferruzza : “Priorità al Parco della Piana”
“La città metropolitana di fatto esiste già, manca un sistema comune di regole e infrastrutture: ci sono troppi piani strutturali diversi, uniformarli porterebbe un minore dispendio di energie e una qualità del lavoro migliore”.
Lo sostiene Fabio Barluzzi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze, intervenuto ieri alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso al Parco delle Cascine durante il dibattito “Aprire la città, guardare al futuro”, con Mariella Zoppi, professore ordinario di Urbanistica alla Facoltà di Architettura di Firenze e Fausto Ferruzza, direttore Legambiente Firenze. A coordinare Alberto di Cintio Segretario Circolo Pd Novoli-Rigacci.
““Manca una regia urbanistica che ragioni su grandi dimensioni, con progetti che coinvolgano tutto il territorio in un’ottica metropolitana, viviamo un grave ritardo infrastrutturale, come ad esempio sulla tramvia”, ha sottolineato inoltre Barluzzi.
“Il Parco della Piana è il vero progetto strategico per l’area metropolitana, non si può annullarlo, dando priorità all’aeroporto o al termovalorizzatore: bisognerà poi connetterlo agli altri grandi spazi verdi come le Cascine, il Parco fluviale dell’Arno e i giardini storici, creando un grande corridoio ecologico.– ha spiegato Ferruzza – È opportuno poi facilitare l’efficientamento energetico degli edifici e aprire un tavolo di lavoro con Soprintendenze e con tutti gli enti coinvolti per affrontare in maniera decisa la questione: si tollerano condizionatori e parabole in palazzi storici e poi si ostacolano tetti solari in periferia, a Quaracchi. La città del futuro deve inoltre ragionare sul costruito, riqualificare l’esistente, no a un ulteriore consumo di suolo quindi. E poi, è fondamentale, incentivare la mobilità su ferro: non è ammissibile impiegare 15 anni per un sistema tramviario, il successo della linea 1 dovrebbe essere la spia di un forte bisogno della città tutta”.
“Per il centro storico bisognerebbe frenare l’aggressività turistico ricettiva complessiva, facendo sì che i residenti restino: il cambiamento sociale qui è stato pesante.- ha affermato Zoppi – Un altro problema urgente da risolvere nella sua interezza è quello dei contenitori vuoti, dall’indotto della giustizia, con le caserme, agli ex ospedali, come l’ex Meyer: se abbandonati danneggiano profondamente l’intera città, ci vogliono presto delle soluzioni”.
“La città del futuro è un tema caro al Pd, vogliamo continuare ad affrontarlo in altre occasioni, anche con l’amministrazione stessa”, ha concluso Di Cintio.
Tpl, Ceccobao e Vannetti : “Servizio unico, azienda unica e biglietto unico”
“Un biglietto valido per l’intera rete regionale e per tutte le modalità di trasporto è uno strumento fondamentale, si inserisce nella logica della gara unica regionale: la riforma punta a rafforzare il sistema”.
Lo ha spiegato Luca Ceccobao, assessore a infrastrutture e mobilità Regione Toscana ieri alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso al Parco delle Cascine, al dibattito “La riforma del TPL toscano: una rivoluzione necessaria dei trasporti” con Massimo Roncucci presidente commissione trasporti Cispel Toscana e Valerio Vannetti, responsabile trasporti Pd Toscana, intervistati da Andrea Vignolini di Ladyradio.
Si è parlato della gara unica regionale, delle nuove tariffazioni per i biglietti e dello sciopero indetto da Uil Toscana per domani 14 settembre.
“L’aumento del costo del biglietto è la conseguenza della presenza di servizi e investimenti serve a non far pagare due volte l’inefficienza ai cittadini, con il biglietto stesso e con più tasse; la tariffazione degli abbonamenti sarà collegata all’Isee, i carnet di biglietti avranno un costo vantaggioso. – ha proseguito Ceccobao – Questa riforma è stata necessaria per evitare il tracollo. Quanto alla scelta di scioperare, è chiaramente legittima ma sarebbe stato meglio far sentire con forza la propria voce quando iniziavano i tagli lineari da parte del governo Berlusconi. Abbiamo ridisegnato il servizio sulla base delle esigenze degli enti locali, confrontandoci anche con sindacati e aziende. Una gara che muove 3 miliardi di euro, cioè quelli previsti in 9 anni di contratto, è una gara che punta a rendere le aziende efficienti nonostante la croce dei tagli che ci è stata lanciata addosso”.
“Il processo di omogeneizzazione del titolo di viaggio a livello regionale e per tutti i mezzi di trasporto, è uno strumento importante: è necessario inoltre giungere rapidamente e con i mezzi giusti a un’unica azienda per strutturare meglio il sistema e metterlo in rete.- ha sottolineato Vannetti – Bisogna diversificare l’intervento, guardare alle zone marginali delle province e nello stesso tempo garantire l’accessibilità alla città. La tramvia è un bisogno per tutti, è un’infrastruttura da implementare prima possibile. Da parte del Pd l’impegno continua a continuare questo confronto in altre occasioni”.
“Sull’aggregazione delle aziende sono d’accordo, personalmente ho già integrato 4 aziende.- ha fatto presente Roncucci – Ma la sfida dell’aggregazione va vinta sui contenuti, riorganizzando i piani d’impresa, confrontandoci con i sindacati per un patto che mantenga i diritti fondamentali dei lavoratori. Bene un aumento della produttività ma deve corrispondere a un aumento salariale”.
Tpl, Ceccobao e Vannetti : “Servizio unico, azienda unica e biglietto unico”
“Un biglietto valido per l’intera rete regionale e per tutte le modalità di trasporto è uno strumento fondamentale, si inserisce nella logica della gara unica regionale: la riforma punta a rafforzare il sistema”.
Lo ha spiegato Luca Ceccobao, assessore a infrastrutture e mobilità Regione Toscana ieri alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso al Parco delle Cascine, al dibattito “La riforma del TPL toscano: una rivoluzione necessaria dei trasporti” con Massimo Roncucci presidente commissione trasporti Cispel Toscana e Valerio Vannetti, responsabile trasporti Pd Toscana, intervistati da Andrea Vignolini di Ladyradio.
Si è parlato della gara unica regionale, delle nuove tariffazioni per i biglietti e dello sciopero indetto da Uil Toscana per domani 14 settembre.
“L’aumento del costo del biglietto è la conseguenza della presenza di servizi e investimenti serve a non far pagare due volte l’inefficienza ai cittadini, con il biglietto stesso e con più tasse; la tariffazione degli abbonamenti sarà collegata all’Isee, i carnet di biglietti avranno un costo vantaggioso. – ha proseguito Ceccobao – Questa riforma è stata necessaria per evitare il tracollo. Quanto alla scelta di scioperare, è chiaramente legittima ma sarebbe stato meglio far sentire con forza la propria voce quando iniziavano i tagli lineari da parte del governo Berlusconi. Abbiamo ridisegnato il servizio sulla base delle esigenze degli enti locali, confrontandoci anche con sindacati e aziende. Una gara che muove 3 miliardi di euro, cioè quelli previsti in 9 anni di contratto, è una gara che punta a rendere le aziende efficienti nonostante la croce dei tagli che ci è stata lanciata addosso”.
“Il processo di omogeneizzazione del titolo di viaggio a livello regionale e per tutti i mezzi di trasporto, è uno strumento importante: è necessario inoltre giungere rapidamente e con i mezzi giusti a un’unica azienda per strutturare meglio il sistema e metterlo in rete.- ha sottolineato Vannetti – Bisogna diversificare l’intervento, guardare alle zone marginali delle province e nello stesso tempo garantire l’accessibilità alla città. La tramvia è un bisogno per tutti, è un’infrastruttura da implementare prima possibile. Da parte del Pd l’impegno continua a continuare questo confronto in altre occasioni”.
“Sull’aggregazione delle aziende sono d’accordo, personalmente ho già integrato 4 aziende.- ha fatto presente Roncucci – Ma la sfida dell’aggregazione va vinta sui contenuti, riorganizzando i piani d’impresa, confrontandoci con i sindacati per un patto che mantenga i diritti fondamentali dei lavoratori. Bene un aumento della produttività ma deve corrispondere a un aumento salariale”.
Fondazioni liriche, Pd: “Una riforma complessiva che concentri l’attività sull’Opera”. Nastasi: “Il Fus deve aumentare e compito del prossimo Governo la questione del lavoro del mondo dello spettacolo”
“Occorre una riforma che riguardi tutto il sistema della musica a partire non dalle strutture che abbiamo ma dall’obiettivo che vogliamo raccogliere. L’obbiettivo è fare opera e quindi bisogna riorganizzare il sistema complessivamente intrecciando le orchestre regionali, i teatri di tradizione e le fondazioni specificando e concentrando queste ultime sul loro core business, che è produrre opera lirica, prima che svolgere attività sinfonica o danza. Pensiamo a sistemi regionali integrati con al centro le fondazioni che vanno dimensionate al reale bisogno e soprattutto alla loro attività primaria”.
Questa è la posizione del Pd sulla crisi delle fondazioni liriche e la riforma della musica in Italia espressa ieri da Maurizio Roi del Dipartimento nazionale Cultra al dibattito organizzato alla festa Democratica in corso a Firenze, a cui ha partecipato anche il Direttore Generale Spettacolo dal vivo del Ministero per i Beni e attività culturali Salvo Nastasi e il giornalista de L’Unità Luca Del Fra.
“Il Pd – ha sottolineato Roi – ha contrastato la riforma Bondi a suo tempo perché non affrontò il problema, al massimo si poteva vedere come una manutenzione, mentre occorre riforma in profondità e per di più aveva un vizio ideologico perché individuava nel lavoro e nei lavoratori il problema delle fondazioni. Per quanto riguarda la danza riteniamo che sia necessario dare tre/quattro grandi corpi da ballo a questo paese, partendo da quelli che ci sono e dividendoli per aree, ma autonomi: collocati dentro un teatro d’opera però autonomi rispetto alla fondazione”.
Salvo Nastasi ha parlato dei limiti che sono emersi della legge 367 del 1997 “nel voler considerare tutte le fondazioni uguali, creando un minimo comune denominatore dei 13 soggetti”, ha auspicato che tutte diventino autonome e che si riveda la normativa sul punto del rapporto coi privati dal momento che attualmente non li incentiva a investire nel settore. “Dal prossimo Governo ci aspettiamo una riforma ulteriore delle fondazioni perché l’attuale” riferendosi alla riforma Bondi “è una tappa ma non risolve tutti i problemi”. “I fondi della cultura – ha poi riconosciuto Nastasi – devono aumentare per forza, perché nonostante gli sforzi 400 milioni di euro non bastano. Compito del prossimo Governo deve essere anche la questione del lavoro nel mondo dello spettacolo, perché il precariato in questo settore è una questione drammatica”.
E su questo Roi ha sottolineato come “dopo che è stato firmato il contratto tra sindacati e sovrintendenti con l’ausilio del ministero, anche grazie a Nastasi, si apriranno le trattative decentrate: sarebbe bene adesso aprire un tavolo di crisi col ministero, le parti sociali e gli enti locali per vedere cosa possiamo fare per evitare di andare che la situazione vada alla deriva definitivamente”.
Fondazioni liriche, Pd: “Una riforma complessiva che concentri l’attività sull’Opera”. Nastasi: “Il Fus deve aumentare e compito del prossimo Governo la questione del lavoro del mondo dello spettacolo”
“Occorre una riforma che riguardi tutto il sistema della musica a partire non dalle strutture che abbiamo ma dall’obiettivo che vogliamo raccogliere. L’obbiettivo è fare opera e quindi bisogna riorganizzare il sistema complessivamente intrecciando le orchestre regionali, i teatri di tradizione e le fondazioni specificando e concentrando queste ultime sul loro core business, che è produrre opera lirica, prima che svolgere attività sinfonica o danza. Pensiamo a sistemi regionali integrati con al centro le fondazioni che vanno dimensionate al reale bisogno e soprattutto alla loro attività primaria”.
Questa è la posizione del Pd sulla crisi delle fondazioni liriche e la riforma della musica in Italia espressa ieri da Maurizio Roi del Dipartimento nazionale Cultra al dibattito organizzato alla festa Democratica in corso a Firenze, a cui ha partecipato anche il Direttore Generale Spettacolo dal vivo del Ministero per i Beni e attività culturali Salvo Nastasi e il giornalista de L’Unità Luca Del Fra.
“Il Pd – ha sottolineato Roi – ha contrastato la riforma Bondi a suo tempo perché non affrontò il problema, al massimo si poteva vedere come una manutenzione, mentre occorre riforma in profondità e per di più aveva un vizio ideologico perché individuava nel lavoro e nei lavoratori il problema delle fondazioni. Per quanto riguarda la danza riteniamo che sia necessario dare tre/quattro grandi corpi da ballo a questo paese, partendo da quelli che ci sono e dividendoli per aree, ma autonomi: collocati dentro un teatro d’opera però autonomi rispetto alla fondazione”.
Salvo Nastasi ha parlato dei limiti che sono emersi della legge 367 del 1997 “nel voler considerare tutte le fondazioni uguali, creando un minimo comune denominatore dei 13 soggetti”, ha auspicato che tutte diventino autonome e che si riveda la normativa sul punto del rapporto coi privati dal momento che attualmente non li incentiva a investire nel settore. “Dal prossimo Governo ci aspettiamo una riforma ulteriore delle fondazioni perché l’attuale” riferendosi alla riforma Bondi “è una tappa ma non risolve tutti i problemi”. “I fondi della cultura – ha poi riconosciuto Nastasi – devono aumentare per forza, perché nonostante gli sforzi 400 milioni di euro non bastano. Compito del prossimo Governo deve essere anche la questione del lavoro nel mondo dello spettacolo, perché il precariato in questo settore è una questione drammatica”.
E su questo Roi ha sottolineato come “dopo che è stato firmato il contratto tra sindacati e sovrintendenti con l’ausilio del ministero, anche grazie a Nastasi, si apriranno le trattative decentrate: sarebbe bene adesso aprire un tavolo di crisi col ministero, le parti sociali e gli enti locali per vedere cosa possiamo fare per evitare di andare che la situazione vada alla deriva definitivamente”.
Simoncini: “Abbattere l’Irap per le imprese virtuose”
“La nuova legge sulla competitività propone agevolazioni fiscali per le piccole medie e imprese: sarà abbattuta l’Irap per quelle che si dimostreranno virtuose, cioè operanti nel territorio, con una dirigenza femminile, giovani e che propongono politiche innovative”.
Lo ha spiegato l’assessore al lavoro Regione Toscana Gianfranco Simoncini, intervenuto alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso alle Cascine nel dibattito “Imprese e sviluppo. La nuova legge sulla competitività toscana” con Giuseppe Ponzi di Confindustria Toscana, e i presidenti regionali di Legacoop e CNA Stefano Bassi e Valter Tamburini.
“È fondamentale poi in un momento come questo creare reti d’impresa e la Regione sta lavorando proprio per incentivare le aggregazioni”, ha aggiunto Simoncini.
“Non si risana il paese solo con politiche fiscali, c’è bisogno di rilanciare i consumi interni: bisogna avere a cuore non solo lo spread ma anche lo sviluppo economico del paese, questo vale per la Toscana dove il tessuto di piccole e medie imprese è fittissimo ma anche per l’Italia”, ha sottolineato Tamburini.
“Sono tre le questioni decisive per il paese: realizzare nuove politiche fiscali, trovare risorse per la crescita e portare avanti politiche industriali. Le risposte devono arrivare dall’associazionismo e dall’investimento nell’innovazione”, ha puntualizzato Bassi.
“Considerando il tessuto dell’economia toscana, è il momento di sostenere le piccole imprese nell’innovazione e nel fare rete”, ha aggiunto Ponzi.
Simoncini: “Abbattere l’Irap per le imprese virtuose”
“La nuova legge sulla competitività propone agevolazioni fiscali per le piccole medie e imprese: sarà abbattuta l’Irap per quelle che si dimostreranno virtuose, cioè operanti nel territorio, con una dirigenza femminile, giovani e che propongono politiche innovative”.
Lo ha spiegato l’assessore al lavoro Regione Toscana Gianfranco Simoncini, intervenuto alla Festa democratica regionale e metropolitana in corso alle Cascine nel dibattito “Imprese e sviluppo. La nuova legge sulla competitività toscana” con Giuseppe Ponzi di Confindustria Toscana, e i presidenti regionali di Legacoop e CNA Stefano Bassi e Valter Tamburini.
“È fondamentale poi in un momento come questo creare reti d’impresa e la Regione sta lavorando proprio per incentivare le aggregazioni”, ha aggiunto Simoncini.
“Non si risana il paese solo con politiche fiscali, c’è bisogno di rilanciare i consumi interni: bisogna avere a cuore non solo lo spread ma anche lo sviluppo economico del paese, questo vale per la Toscana dove il tessuto di piccole e medie imprese è fittissimo ma anche per l’Italia”, ha sottolineato Tamburini.
“Sono tre le questioni decisive per il paese: realizzare nuove politiche fiscali, trovare risorse per la crescita e portare avanti politiche industriali. Le risposte devono arrivare dall’associazionismo e dall’investimento nell’innovazione”, ha puntualizzato Bassi.
“Considerando il tessuto dell’economia toscana, è il momento di sostenere le piccole imprese nell’innovazione e nel fare rete”, ha aggiunto Ponzi.
Pd toscano e mondo del Terzo settore: “Rendere stabile una collaborazione per uscire dalla crisi tutti insieme”
“Penso che questo governo sia un po’ figlio di un’idea tipicamente tecnocratica, liberale e un po’ paternalista, in cui c’è chi è ‘in grado e capace’, e quindi non ha la necessità di confronto continuo con le forze presenti nella società”.
Così alla Festa Democratica in corso al Parco delle Cascine a Firenze la deputata Pd Donata Lenzi, membro della Commissione Affari sociali della Camera, si è espressa commentando la volontà di chiusura dell’Agenzia del Terzo settore e la cancellazione, con il decreto della spendig review, di tutti “gli organismi di ascolto in cui fosse coinvolta la rappresentanza organizzata dei consumatori presso il ministero attività produttive, i tavoli che erano insediati ministero del welfare, e in particolare quelli che attengono alla funzione di osservatorio delle leggi sul terzo settore”.
Lensi era a Firenze per partecipare all’iniziativa “Cittadini senza scopo di lucro” organizzata dal Pd della Toscana per incontrare il mondo delle associazioni, del volontariato e della cooperazione sociale con il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli, il responsabile del settore associazionismo del Pd toscano Damiano Sforzi e Filippo Fossati dell’esecutivo metropolitano del Pd fiorentino.
“Sul tema del terzo settore – ha detto Lenzi – la nostra cultura è diversa, vuole valorizzare i corpi intermedi della società. E inevitabilmente il riconoscimento richiede che poi vengano ascoltati e affidato loro un ruolo con una dignità: questo è quello che intendiamo fare noi come Partito Democratico”.
“Un segnale importante di questa attenzione del Pd verso il Terzo settore – ha detto Manciulli – è stata la volontà di Pier Luigi Bersani di voler presentare al mondo dell’associazionismo la Carta d’Intenti su cui si basa il programma con cui ci candidiamo a governare il Paese, chiedendo loro un confronto e un contributo di merito”.
“Quello che ha proposto Bersani è un progetto profondo per parlare alla società e condivido molto anche la scelta di fare a breve gli stati generali dell’associazionismo tanto che a mio avviso dovremmo pensare un momento analogo a livello regionale in preparazione dell’appuntamento nazionale. Occorre ricementare i valori del Paese e la spinta ideale che muove chi fa volontariato servirà a questo”.
“Quello che vogliamo fare con voi – ha detto Damiano Sforzi parlando alla platea di rappresentanti delle varie associazioni – è rendere stabile una collaborazione per capire come fare a uscire dalla crisi tutti insieme. Perché o se ne esce tutti insieme o questa fase di difficoltà economica travolgerà tutti, e nessuno meglio di voi ne percepisce gli immediati e devastanti effetti. Il volontariato è una ricchezza e non si tratta di arruolare nessuno ma di coinvolgere sempre di più la società: le distinzioni tra partiti e associazioni ci devono essere ma non deve esserci distanza. Per questo abbiamo pensato il momento di oggi, e il percorso che con molti di voi è già avviato da tempo vuole essere continuativo e stabile in una reciproca e proficua collaborazione”.
Fossati ha ricordato i numeri importanti del volontariato in Toscana dove “ad esempio, non ci si potrebbe nemmeno immaginare il sistema sanitario”. “Il Terzo settore sta di fatto nella governance della società toscana e qui ha sviluppato una sua visione d’agire specifica: è un mondo che cerca e si rivolge all’ente pubblico per offrire una collaborazione a dare soluzioni a problemi dei cittadini. Non cerca la carità, sono uomini e donne che si mettono insieme e al servizio di tutti offrendo il loro contributo”. E nella fase che stiamo vivendo “con il Fondo sociale azzerato e i comuni che non hanno più le risorse” c’è il rischio che “il volontariato sia visto come il modo per dare un servizio al minor costo. Noi invece crediamo che non debba diminuire l’impegno dello stato nel sociale e anzi aumentarne le risorse. Anche per fare un buon volontariato occorrono investimenti”.
Pd toscano e mondo del Terzo settore: “Rendere stabile una collaborazione per uscire dalla crisi tutti insieme”
“Penso che questo governo sia un po’ figlio di un’idea tipicamente tecnocratica, liberale e un po’ paternalista, in cui c’è chi è ‘in grado e capace’, e quindi non ha la necessità di confronto continuo con le forze presenti nella società”.
Così alla Festa Democratica in corso al Parco delle Cascine a Firenze la deputata Pd Donata Lenzi, membro della Commissione Affari sociali della Camera, si è espressa commentando la volontà di chiusura dell’Agenzia del Terzo settore e la cancellazione, con il decreto della spendig review, di tutti “gli organismi di ascolto in cui fosse coinvolta la rappresentanza organizzata dei consumatori presso il ministero attività produttive, i tavoli che erano insediati ministero del welfare, e in particolare quelli che attengono alla funzione di osservatorio delle leggi sul terzo settore”.
Lensi era a Firenze per partecipare all’iniziativa “Cittadini senza scopo di lucro” organizzata dal Pd della Toscana per incontrare il mondo delle associazioni, del volontariato e della cooperazione sociale con il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli, il responsabile del settore associazionismo del Pd toscano Damiano Sforzi e Filippo Fossati dell’esecutivo metropolitano del Pd fiorentino.
“Sul tema del terzo settore – ha detto Lenzi – la nostra cultura è diversa, vuole valorizzare i corpi intermedi della società. E inevitabilmente il riconoscimento richiede che poi vengano ascoltati e affidato loro un ruolo con una dignità: questo è quello che intendiamo fare noi come Partito Democratico”.
“Un segnale importante di questa attenzione del Pd verso il Terzo settore – ha detto Manciulli – è stata la volontà di Pier Luigi Bersani di voler presentare al mondo dell’associazionismo la Carta d’Intenti su cui si basa il programma con cui ci candidiamo a governare il Paese, chiedendo loro un confronto e un contributo di merito”.
“Quello che ha proposto Bersani è un progetto profondo per parlare alla società e condivido molto anche la scelta di fare a breve gli stati generali dell’associazionismo tanto che a mio avviso dovremmo pensare un momento analogo a livello regionale in preparazione dell’appuntamento nazionale. Occorre ricementare i valori del Paese e la spinta ideale che muove chi fa volontariato servirà a questo”.
“Quello che vogliamo fare con voi – ha detto Damiano Sforzi parlando alla platea di rappresentanti delle varie associazioni – è rendere stabile una collaborazione per capire come fare a uscire dalla crisi tutti insieme. Perché o se ne esce tutti insieme o questa fase di difficoltà economica travolgerà tutti, e nessuno meglio di voi ne percepisce gli immediati e devastanti effetti. Il volontariato è una ricchezza e non si tratta di arruolare nessuno ma di coinvolgere sempre di più la società: le distinzioni tra partiti e associazioni ci devono essere ma non deve esserci distanza. Per questo abbiamo pensato il momento di oggi, e il percorso che con molti di voi è già avviato da tempo vuole essere continuativo e stabile in una reciproca e proficua collaborazione”.
Fossati ha ricordato i numeri importanti del volontariato in Toscana dove “ad esempio, non ci si potrebbe nemmeno immaginare il sistema sanitario”. “Il Terzo settore sta di fatto nella governance della società toscana e qui ha sviluppato una sua visione d’agire specifica: è un mondo che cerca e si rivolge all’ente pubblico per offrire una collaborazione a dare soluzioni a problemi dei cittadini. Non cerca la carità, sono uomini e donne che si mettono insieme e al servizio di tutti offrendo il loro contributo”. E nella fase che stiamo vivendo “con il Fondo sociale azzerato e i comuni che non hanno più le risorse” c’è il rischio che “il volontariato sia visto come il modo per dare un servizio al minor costo. Noi invece crediamo che non debba diminuire l’impegno dello stato nel sociale e anzi aumentarne le risorse. Anche per fare un buon volontariato occorrono investimenti”.
