Fondazioni liriche, Pd: “Una riforma complessiva che concentri l’attività sull’Opera”. Nastasi: “Il Fus deve aumentare e compito del prossimo Governo la questione del lavoro del mondo dello spettacolo”

Occorre una riforma che riguardi tutto il sistema della musica a partire non dalle strutture che abbiamo ma dall’obiettivo che vogliamo raccogliere. L’obbiettivo è fare opera e quindi bisogna riorganizzare il sistema complessivamente intrecciando le orchestre regionali, i teatri di tradizione e le fondazioni specificando e concentrando queste ultime sul loro core business, che è produrre opera lirica, prima che svolgere attività sinfonica o danza. Pensiamo a sistemi regionali integrati con al centro le fondazioni che vanno dimensionate al reale bisogno e soprattutto alla loro attività primaria”. 

Questa è la posizione del Pd sulla crisi delle fondazioni liriche e la riforma della musica in Italia espressa ieri da Maurizio Roi del Dipartimento nazionale Cultra al dibattito organizzato alla festa Democratica in corso a Firenze, a cui ha partecipato anche il Direttore Generale Spettacolo dal vivo del Ministero per i Beni e attività culturali Salvo Nastasi e il giornalista de L’Unità Luca Del Fra.

“Il Pd – ha sottolineato Roi – ha contrastato la riforma Bondi a suo tempo perché non affrontò il problema, al massimo si poteva vedere come una manutenzione, mentre occorre riforma in profondità e per di più aveva un vizio ideologico perché individuava nel lavoro e nei lavoratori il problema delle fondazioni. Per quanto riguarda la danza riteniamo che sia necessario dare tre/quattro grandi corpi da ballo a questo paese, partendo da quelli che ci sono e dividendoli per aree, ma autonomi:  collocati dentro un teatro d’opera però autonomi rispetto alla fondazione”.

Salvo Nastasi ha parlato dei limiti che sono emersi della legge 367 del 1997 “nel voler considerare tutte le fondazioni uguali, creando un minimo comune denominatore dei 13 soggetti”,  ha auspicato che tutte diventino autonome e che si riveda la normativa sul punto del rapporto coi privati dal momento che attualmente non li incentiva a investire nel settore. “Dal prossimo Governo ci aspettiamo una riforma ulteriore delle fondazioni perché l’attuale” riferendosi alla riforma Bondi “è una tappa ma non risolve tutti i problemi”. “I fondi della cultura – ha poi riconosciuto Nastasi – devono aumentare per forza, perché nonostante gli sforzi 400 milioni di euro non bastano. Compito del prossimo Governo deve essere anche la questione del lavoro nel mondo dello spettacolo, perché il precariato in questo settore è una questione drammatica”.

E su questo Roi ha sottolineato come “dopo che è stato firmato il contratto tra sindacati e sovrintendenti con l’ausilio del ministero, anche grazie a Nastasi, si apriranno le trattative decentrate: sarebbe bene adesso aprire un tavolo di crisi col ministero, le parti sociali e gli enti locali per vedere cosa possiamo fare per evitare di andare che la situazione vada alla deriva  definitivamente”.