13 Aprile 2013

Solidarietà al delegato Rsu da Cantini e Parrini «Atto incivile da non sottovalutare»

Empoli, 13 aprile 2013 – «Non si può accettare la violenza, mai, tantomeno quando si tratta di intimidazione!» così Laura Cantini e Dario Parrini, parlamentari del Pd, sull’aggressione al delegato della Rsu picchiato al’’uscita dall’azienda dopo una giornata di lavoro: «Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla persona aggredita. Si tratta di un episodio molto grave che non consente sottovalutazioni e minimizzazioni e che è tale da richiedere a tutti una risposta forte, corale e unitaria».

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Solidarietà al delegato Rsu da Cantini e Parrini «Atto incivile da non sottovalutare»

Empoli, 13 aprile 2013 – «Non si può accettare la violenza, mai, tantomeno quando si tratta di intimidazione!» così Laura Cantini e Dario Parrini, parlamentari del Pd, sull’aggressione al delegato della Rsu picchiato al’’uscita dall’azienda dopo una giornata di lavoro: «Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla persona aggredita. Si tratta di un episodio molto grave che non consente sottovalutazioni e minimizzazioni e che è tale da richiedere a tutti una risposta forte, corale e unitaria».

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12 Aprile 2013

Scuola. Lastri (Pd): “Numero giorni vacanze non cambia. non e’ apertrua 11/9 a danneggiare operatori turistici” “gli operatori del turismo si aiutano creando lavoro e sostenendo il reddito delle famiglie cosi’ da aumentare i consumi tutto l’anno”

inizio-scuola 12 aprile 2013 – “La polemica da parte di alcuni anche sul giorno del ritorno sui banchi a scuola francamente mi pare strumentale”.
Così la responsabile scuola del Pd toscano Daniela Lastri interviene nel dibattito sulla data scelta dalla Giunta Regionale per il rientro a scuola l’11 settembre in Toscana.

“La data dell’inizio dell’anno scolastico – spiega – è quasi sempre stata scelta in un giorno a metà settimana perché nei vari comuni si devono preparare le strutture e tutti quei servizi di supporto per gli alunni facendoli predisporre dal personale nei giorni feriali antecedenti. Lo ‘spezzare’ la settimana dunque è consuetudine anche per permettere un rientro meno ‘traumatico’ degli studenti che inizierebbero così con una settimana corta di lezioni e non subito con una intera. Inoltre il numero dei giorni dell’anno scolastico, è bene precisarlo, è stabilito per legge e all’autonomia delle regioni è dato solo anticipare o posticipare la chiusura tenendo inalterato il numero di giorni di lezione. Iniziare più tardi la scuola significa finire più tardi o rinunciare nel corso dell’anno a giorni di vacanza per le altre festività o ‘ponti’. Quindi l’apertura l’11 settembre non modifica il numero totale dei giorni di scuola e dunque nemmeno quelli di vacanza. Iniziare prima significa poter andare in vacanza prima l’anno prossimo, ad esempio, a giugno o durante le festività invernali.
Ci rendiamo conto – prosegue la consigliera regionale del Pd – che siamo in un periodo di crisi pesantissima, ma non credo che per rispondere ai problemi degli esercenti o degli operatori turistici ci si possa ritenere soddisfatti con 3 giorni di uno scampolo di fine estate.  Anche perché siamo in un momento dove le famiglie fanno meno vacanze a prescindere dalle date.
Io credo – conclude Lastri – che un aiuto a chi opera nel mondo del turismo deve arrivare creando lavoro, sostenendo il reddito delle famiglie, favorendo in sistema produttivo nel suo complesso in modo che aumentino i consumi tutto l’anno. È questo il modo più giusto per rispondere a queste realtà”.

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Scuola. Lastri (Pd): “Numero giorni vacanze non cambia. non e’ apertrua 11/9 a danneggiare operatori turistici” “gli operatori del turismo si aiutano creando lavoro e sostenendo il reddito delle famiglie cosi’ da aumentare i consumi tutto l’anno”

inizio-scuola 12 aprile 2013 – “La polemica da parte di alcuni anche sul giorno del ritorno sui banchi a scuola francamente mi pare strumentale”.
Così la responsabile scuola del Pd toscano Daniela Lastri interviene nel dibattito sulla data scelta dalla Giunta Regionale per il rientro a scuola l’11 settembre in Toscana.

“La data dell’inizio dell’anno scolastico – spiega – è quasi sempre stata scelta in un giorno a metà settimana perché nei vari comuni si devono preparare le strutture e tutti quei servizi di supporto per gli alunni facendoli predisporre dal personale nei giorni feriali antecedenti. Lo ‘spezzare’ la settimana dunque è consuetudine anche per permettere un rientro meno ‘traumatico’ degli studenti che inizierebbero così con una settimana corta di lezioni e non subito con una intera. Inoltre il numero dei giorni dell’anno scolastico, è bene precisarlo, è stabilito per legge e all’autonomia delle regioni è dato solo anticipare o posticipare la chiusura tenendo inalterato il numero di giorni di lezione. Iniziare più tardi la scuola significa finire più tardi o rinunciare nel corso dell’anno a giorni di vacanza per le altre festività o ‘ponti’. Quindi l’apertura l’11 settembre non modifica il numero totale dei giorni di scuola e dunque nemmeno quelli di vacanza. Iniziare prima significa poter andare in vacanza prima l’anno prossimo, ad esempio, a giugno o durante le festività invernali.
Ci rendiamo conto – prosegue la consigliera regionale del Pd – che siamo in un periodo di crisi pesantissima, ma non credo che per rispondere ai problemi degli esercenti o degli operatori turistici ci si possa ritenere soddisfatti con 3 giorni di uno scampolo di fine estate.  Anche perché siamo in un momento dove le famiglie fanno meno vacanze a prescindere dalle date.
Io credo – conclude Lastri – che un aiuto a chi opera nel mondo del turismo deve arrivare creando lavoro, sostenendo il reddito delle famiglie, favorendo in sistema produttivo nel suo complesso in modo che aumentino i consumi tutto l’anno. È questo il modo più giusto per rispondere a queste realtà”.

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10 Aprile 2013

Quirinale. Toscana. Sani: “Sarebbe stata preferibile scelta più politica nella designazione dei nomi. Ma nessun retroscena”

QUIRINALE10 aprile 2013 – “Pur nel rispetto delle prerogative del consiglio regionale, ritengo che nella delicatissima situazione che il Paese e la politica stanno vivendo sarebbe stato preferibile che dalla Toscana si fosse scelta un’opzione politicamente più caratterizzante per la designazione dei grandi elettori per l’elezione del Presidente della Repubblica. D’altronde questo è stato anche l’indirizzo, proposto dal segretario Andrea Manciulli, che ha prevalso nel confronto svolto in segretaria regionale con la convinzione che ciò avrebbe costituito un messaggio di unità forte del Partito Democratico rispetto ai compiti che è chiamato a svolgere nell’interesse del Paese. Messaggio che, dobbiamo dare atto, il Capogruppo in Consiglio regionale ha bene interpretato. Il Gruppo ha deciso autonomamente e legittimante e su questo assicuriamo che non c’è stata alcuna pressione del partito nazionale per influenzare l’esito della votazione. Per cui è bene evitare di ipotizzare retroscena inesistenti che alimentano inutili e dannose tensioni”.

Con queste parole Luca Sani, deputato e coordinatore della segreteria del Pd toscano, interviene dopo il voto dell’assemblea toscana per la scelta dei delegati regionali incaricati di partecipare alle votazioni per il nuovo Capo dello Stato.    

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Quirinale. Toscana. Sani: “Sarebbe stata preferibile scelta più politica nella designazione dei nomi. Ma nessun retroscena”

QUIRINALE10 aprile 2013 – “Pur nel rispetto delle prerogative del consiglio regionale, ritengo che nella delicatissima situazione che il Paese e la politica stanno vivendo sarebbe stato preferibile che dalla Toscana si fosse scelta un’opzione politicamente più caratterizzante per la designazione dei grandi elettori per l’elezione del Presidente della Repubblica. D’altronde questo è stato anche l’indirizzo, proposto dal segretario Andrea Manciulli, che ha prevalso nel confronto svolto in segretaria regionale con la convinzione che ciò avrebbe costituito un messaggio di unità forte del Partito Democratico rispetto ai compiti che è chiamato a svolgere nell’interesse del Paese. Messaggio che, dobbiamo dare atto, il Capogruppo in Consiglio regionale ha bene interpretato. Il Gruppo ha deciso autonomamente e legittimante e su questo assicuriamo che non c’è stata alcuna pressione del partito nazionale per influenzare l’esito della votazione. Per cui è bene evitare di ipotizzare retroscena inesistenti che alimentano inutili e dannose tensioni”.

Con queste parole Luca Sani, deputato e coordinatore della segreteria del Pd toscano, interviene dopo il voto dell’assemblea toscana per la scelta dei delegati regionali incaricati di partecipare alle votazioni per il nuovo Capo dello Stato.    

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9 Aprile 2013

‘Perchè in Toscana serve un nuovo patto per lo sviluppo’

intervento ferrucci-repfi-9aprile20139 aprile 2013 – Intervento di Ivan Ferrucci, responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana pubblicato su La repubblica – Firenze

===

 

L’intervento del Presidente della Regione Rossi sulla situazione della nostra economia merita una discussione che approfondisca i temi posti e la strada da percorrere per uscire dalla situazione che sta attraversando la Toscana.
Per dare un contributo concreto, è perciò importante sviluppare un nuovo patto dello sviluppo nella nostra Regione. E dargli contenuto con l’apporto di tutte le forze economiche, sociali ed istituzionali a partire da alcuni punti:
logo-repubblica-firenze– la definizione di un quadro di eccellenze che devono essere distintive nel panorama nazionale ed europeo: i distretti industriali che sono lo strumento di traino dell’export, insieme alle piccole e medie imprese; turismo; energia; industria; artigianato.
– la definizione di strumenti di programmazione nuovi (regionali e territoriali) che diano efficacia alle scelte fatte in questi due anni: poli e distretti tecnologici della ricerca, progetto giovani, legge sulla competitività, sistema delle aree per attrazione degli investimenti e per l’utilizzo a pieno dei fondi europei;
– il sistema infrastrutturale: mobilità (autostrada Fano-Grosseto); interporti; piccoli e grandi porti (Piombino e Livorno) con lo sviluppo della logistica; sistema ferroviario regionale e nazionale; mobilità urbana; sistema aeroportuale.
– un sistema dei servizi che arrivi ad un quadro semplificato della governance per acqua, gas, rifiuti, trasporti.
– un nuovo modello istituzionale locale, con il superamento delle Province e della grande frammentazione degli enti locali, partendo dalla riorganizzazione della pubblica amministrazione, per avere maggior produttività a minor costo.
In questo quadro i quattro punti posti dal presidente di Confindustria sono utili per definire una politica industriale che non può essere solo regionale ma soprattutto nazionale. La nostra economia, infatti, si deve basare su una presenza qualificata del settore industriale, decidendo dove investire, dalla valorizzazione delle grandi, piccole e medie imprese, a un piano infrastrutturale sostenibile caratterizzato anche dalla nostra conformazione geografica (come le autostrade del mare).
Quelli che ho elencato sono solo alcuni punti, a mio avviso determinanti per il sostegno dello stato sociale regionale (sanità e istruzione) su cui non vogliamo passi indietro, ma una nuova programmazione per mantenere il ruolo universalistico, basato sul principio che, per il suo supporto, chi ha di più deve pagare di più. Infine, non meno importante, il fattore della partecipazione, della responsabilità e dei tempi. Serve partecipazione nella stesura del patto, agire con una visione collettiva e non del singolo territorio e in tempi ragionevoli, perchè le non decisioni minano la credibilità della politica e portano nel tempo un danno incalcolabile per i cittadini.

Ivan Ferrucci, responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana

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‘Perchè in Toscana serve un nuovo patto per lo sviluppo’

intervento ferrucci-repfi-9aprile20139 aprile 2013 – Intervento di Ivan Ferrucci, responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana pubblicato su La repubblica – Firenze

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L’intervento del Presidente della Regione Rossi sulla situazione della nostra economia merita una discussione che approfondisca i temi posti e la strada da percorrere per uscire dalla situazione che sta attraversando la Toscana.
Per dare un contributo concreto, è perciò importante sviluppare un nuovo patto dello sviluppo nella nostra Regione. E dargli contenuto con l’apporto di tutte le forze economiche, sociali ed istituzionali a partire da alcuni punti:
logo-repubblica-firenze– la definizione di un quadro di eccellenze che devono essere distintive nel panorama nazionale ed europeo: i distretti industriali che sono lo strumento di traino dell’export, insieme alle piccole e medie imprese; turismo; energia; industria; artigianato.
– la definizione di strumenti di programmazione nuovi (regionali e territoriali) che diano efficacia alle scelte fatte in questi due anni: poli e distretti tecnologici della ricerca, progetto giovani, legge sulla competitività, sistema delle aree per attrazione degli investimenti e per l’utilizzo a pieno dei fondi europei;
– il sistema infrastrutturale: mobilità (autostrada Fano-Grosseto); interporti; piccoli e grandi porti (Piombino e Livorno) con lo sviluppo della logistica; sistema ferroviario regionale e nazionale; mobilità urbana; sistema aeroportuale.
– un sistema dei servizi che arrivi ad un quadro semplificato della governance per acqua, gas, rifiuti, trasporti.
– un nuovo modello istituzionale locale, con il superamento delle Province e della grande frammentazione degli enti locali, partendo dalla riorganizzazione della pubblica amministrazione, per avere maggior produttività a minor costo.
In questo quadro i quattro punti posti dal presidente di Confindustria sono utili per definire una politica industriale che non può essere solo regionale ma soprattutto nazionale. La nostra economia, infatti, si deve basare su una presenza qualificata del settore industriale, decidendo dove investire, dalla valorizzazione delle grandi, piccole e medie imprese, a un piano infrastrutturale sostenibile caratterizzato anche dalla nostra conformazione geografica (come le autostrade del mare).
Quelli che ho elencato sono solo alcuni punti, a mio avviso determinanti per il sostegno dello stato sociale regionale (sanità e istruzione) su cui non vogliamo passi indietro, ma una nuova programmazione per mantenere il ruolo universalistico, basato sul principio che, per il suo supporto, chi ha di più deve pagare di più. Infine, non meno importante, il fattore della partecipazione, della responsabilità e dei tempi. Serve partecipazione nella stesura del patto, agire con una visione collettiva e non del singolo territorio e in tempi ragionevoli, perchè le non decisioni minano la credibilità della politica e portano nel tempo un danno incalcolabile per i cittadini.

Ivan Ferrucci, responsabile Economia e Lavoro del Pd Toscana

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Trasporti. Tortolini: “Serve programmazione condivisa”

frecciabianca9 aprile 2013 – La vicenda dell’annunciato e poi sventato spostamento dell’Eurostar Frecciabianca dalla linea ferroviaria Pisa-Livorno-Grosseto alla Roma-Firenze-Pisa da parte di Trenitalia e poi scongiurato solo grazie all’intervento della Regione Toscana e delle proteste delle altre istituzioni e degli utenti, evidenzia un atteggiamento da parte della società dei trasporti dello Stato che il PD Toscano rifiuta in via di principio e di fatto. Sto parlando dell’assoluta e totale discrezionalità con la quale Trenitalia assume le decisioni (e la vicenda Frecciabianca in questione non è un caso isolato), prescindendo da un concetto che per noi rappresenta un aspetto irrinunciabile e che si chiama concertazione e programmazione condivisa. Senza la quale si nega alla radice la ragion d’essere di un sistema ferroviario regionale unitario in grado di rispondere alle necessità delle popolazioni toscane e non solo. L’atteggiamento di Trenitalia corrisponde alla più classica logica monopolista sensibile unicamente alla cosiddette regole delle convenienze di mercato facendo scempio di ogni opportunità e necessità provenienti dagli utenti. È stato infatti solo grazie al deciso impegno dell’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli che su questa tratta, molto usata dai pendolari della costa, Trenitalia ha accolto la richiesta di mantenere il treno ed ha accettato di deviare soltanto il Frecciabianca 9785, un provvedimento che non danneggia i lavoratori e gli studenti grossetani e livornesi in quanto si tratta di un treno meno utilizzato che viaggia in tarda serata. Proprio per questo il PD Toscano vuole aprire un confronto stabile per far fronte alle necessità dei cittadini ed in particolare degli oltre 200.000 pendolari che quotidianamente scelgono il treno per i propri spostamenti.

Senza l’iniziativa della Giunta sarebbe stato dato un ulteriore duro colpo ad un’area (quella della costa Tirrenica) che necessita di un potenziamento infrastrutturale, non solo per la crescita economica ma più in generale per l’accessbilità ai porti e alla costa, per potenziare e qualificare in modo sostenibile l’offerta turistico-balneare.  Senza considerare il tema della connessione con le Isole, per i turisti così come per i residenti in quelle realtà. La Toscana sente il bisogno di strutturare un sistema ferroviario regionale unitario per il quale tutti i soggetti in causa siano protagonisti attivi e solidali nell’esclusivo interesse dell’utenza che, scegliendo questa modalità contribuisce alla riduzione del traffico e dell’ inquinamento dell’aria.  

Il PD ritiene che a partire da questo specifico episodio si dia il via con urgenza ad un permanente tavolo di confronto tra Trenitalia e Regione Toscana. Su questa linea il PD si mobiliterà affinchè prevalgano le buone ragioni dell’efficienza, della funzionalità e dell’opportunità sociale sulle esclusive logiche di mercato.

Matteo Tortolini
Coordinatore Area politiche del territorio, ambiente e infrastrutture

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Trasporti. Tortolini: “Serve programmazione condivisa”

frecciabianca9 aprile 2013 – La vicenda dell’annunciato e poi sventato spostamento dell’Eurostar Frecciabianca dalla linea ferroviaria Pisa-Livorno-Grosseto alla Roma-Firenze-Pisa da parte di Trenitalia e poi scongiurato solo grazie all’intervento della Regione Toscana e delle proteste delle altre istituzioni e degli utenti, evidenzia un atteggiamento da parte della società dei trasporti dello Stato che il PD Toscano rifiuta in via di principio e di fatto. Sto parlando dell’assoluta e totale discrezionalità con la quale Trenitalia assume le decisioni (e la vicenda Frecciabianca in questione non è un caso isolato), prescindendo da un concetto che per noi rappresenta un aspetto irrinunciabile e che si chiama concertazione e programmazione condivisa. Senza la quale si nega alla radice la ragion d’essere di un sistema ferroviario regionale unitario in grado di rispondere alle necessità delle popolazioni toscane e non solo. L’atteggiamento di Trenitalia corrisponde alla più classica logica monopolista sensibile unicamente alla cosiddette regole delle convenienze di mercato facendo scempio di ogni opportunità e necessità provenienti dagli utenti. È stato infatti solo grazie al deciso impegno dell’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli che su questa tratta, molto usata dai pendolari della costa, Trenitalia ha accolto la richiesta di mantenere il treno ed ha accettato di deviare soltanto il Frecciabianca 9785, un provvedimento che non danneggia i lavoratori e gli studenti grossetani e livornesi in quanto si tratta di un treno meno utilizzato che viaggia in tarda serata. Proprio per questo il PD Toscano vuole aprire un confronto stabile per far fronte alle necessità dei cittadini ed in particolare degli oltre 200.000 pendolari che quotidianamente scelgono il treno per i propri spostamenti.

Senza l’iniziativa della Giunta sarebbe stato dato un ulteriore duro colpo ad un’area (quella della costa Tirrenica) che necessita di un potenziamento infrastrutturale, non solo per la crescita economica ma più in generale per l’accessbilità ai porti e alla costa, per potenziare e qualificare in modo sostenibile l’offerta turistico-balneare.  Senza considerare il tema della connessione con le Isole, per i turisti così come per i residenti in quelle realtà. La Toscana sente il bisogno di strutturare un sistema ferroviario regionale unitario per il quale tutti i soggetti in causa siano protagonisti attivi e solidali nell’esclusivo interesse dell’utenza che, scegliendo questa modalità contribuisce alla riduzione del traffico e dell’ inquinamento dell’aria.  

Il PD ritiene che a partire da questo specifico episodio si dia il via con urgenza ad un permanente tavolo di confronto tra Trenitalia e Regione Toscana. Su questa linea il PD si mobiliterà affinchè prevalgano le buone ragioni dell’efficienza, della funzionalità e dell’opportunità sociale sulle esclusive logiche di mercato.

Matteo Tortolini
Coordinatore Area politiche del territorio, ambiente e infrastrutture

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