“Offerta unica per tutti i musei della Toscana”.

 

http://provincia.firenze.waypress.eu/RassegnaStampa/LeggiArticolo.aspx?cod=232015SIG302612001&mob=2&tipo=G

 

Intervento di Corrado Besozzi, responsabile cultura e turismo del Pd toscano, sul Corriere Fiorentino del 23 gennaio 2015.

 

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Firenze

”Bersani, lo dico, col massimo rispetto nei suoi confronti, deve mettersi d’accordo con se stesso. Contesta l’Italicum perche’, a suo dire, sovrarappresenta eccessivamente il vincitore e sottorappresenta troppo gli altri partiti. Secondo me e’ un’idea sbagliata, ma legittima. Cio’ che stride e’ far seguire a questa idea l’affermazione che lui e’ per il doppio turno di collegio. Anch’io, astrattamente, sono per il doppio turno di collegio. Ma si deve sapere che mentre con l’Italicum il vincitore non puo’ mai stravincere, cioe’ andare sopra i 340 seggi, col doppio turno di collegio questa clausola di garanzia non esiste”. Cosi’il deputato e segretario del Pd toscano Dario Parrini commenta le dichiarazioni di Pierluigi Bersani.

”Se l’Italicum e’, come sostiene Bersani, ortopedico, il doppio turno di collegio e’ ortopedico due volte di piu’. Il doppio turno di collegio e’ infatti il sistema che piu’ di ogni altro puo’ generare sovrarappresentazione dei vincitori e sottorappresentazione di tutte le altre forze. E’ col doppio turno di collegio che in Francia il Fronte Nazionale ha preso solo 2 seggi su 577 pur avendo ottenuto quasi il 14 per cento dei voti – aggiunge Parrini – E’ col doppio turno di collegio che, sempre in Francia, e’ capitato, come nel 1993, di vedere il centrodestra prendere l’84 per cento dei seggi col 43 per cento dei voti, con un premio di maggioranza di fatto di 41 punti. Bersani tutto questo non puo’ non saperlo.”

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Firenze

“Diversamente da quanto ha scritto oggi il Presidente Enrico Rossi, i socialisti spagnoli non hanno tenuto e il quadro politico iberico non si è spostato a sinistra. La sinistra di governo, rappresentata dal Psoe, ha ottenuto il peggior risultato dalla fine del franchismo. Anche se meno dei popolari, i socialisti hanno perso tanto, troppo, fermandosi alla metà di quanto ottenevano con Gonzalez e Zapatero. Quanto allo spostamento a sinistra, semplicemente non c’è stato: fa  42% sia la somma tra destra e centro (Pp e Ciudadanos) che quella tra Psoe e Podemos. Abbiamo di fronte una situazione di stallo totale, prodotta dal mix tra fine del bipartitismo e legge elettorale proporzionale. Sfortunatamente non ha vinto la sinistra contro la destra ma i partiti nuovi contro quelli tradizionali: Podemos ha più che raddoppiato i voti rispetto alle ultime europee e Ciudadanos li ha più che quadruplicati. Ad uscire sconfitta è anche una visione miope dei compiti dell’Europa: è sempre più evidente che senza un’Ue diversa, più attenta alla crescita, sarà difficile arginare le forze di protesta, antipolitiche e antisistema. Per questo è intatto il bisogno di partiti a vocazione maggioritaria, capaci in pari tempo di presidiare la sinistra e il centro dello spazio politico e di rappresentare tanto chi è più debole quanto chi investe e crea posti di lavoro. Il Pd deve essere un Partito “per” la Nazione. Cioè un partito che considera suo dovere permanente guardare ai grandi problemi collettivi e farsi carico dell’interesse generale del Paese”.

Così il segretario del Pd della Toscana, Dario Parrini, commenta le dichiarazioni su Facebook del presidente della Toscana, Enrico Rossi, in merito alle elezioni spagnole di ieri.

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Qui il il link al post di Enrico Rossi:

https://www.facebook.com/enricorossipresidente/photos/a.298620676853.156109.197611081853/10153140136611854/?type=3&theater

 

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19 dicembre 2015 – “Quello che è accaduto in questi giorni in consiglio regionale ha certificato ufficialmente la nascita di una nuova santa alleanza politica che va da destra a sinistra passando per il Movimento 5 stelle. Peccato per loro che di fronte hanno trovato un PD compatto, un PD che si è dimostrato vera forza di governo e che si è assunto la responsabilità di cambiare la legge sanitaria per il bene dei cittadini e per realizzare un sistema ancora migliore e ancora più efficace. Un PD che si è dimostrato più forte di ogni forma di ostruzionismo sterile, pretestuoso e strumentale”.

Così Dario Parrini e Antonio Mazzeo, segretario e vicesegretario del PD Toscana, sulla maratona in consiglio regionale per l’approvazione della riforma del sistema sanitario regionale.

“Le forze della minoranza hanno dimostrato in questi giorni un senso di irresponsabilità e spirito anti istituzionale che mai avremmo immaginato – aggiungono –. Hanno pensato di farci paura presentando migliaia e migliaia di emendamenti, ma hanno visto che nonostante i giorni e le notti in consiglio non abbiamo ceduto di un millimetro. Hanno allora finto di voler ricercare una intesa e il Partito Democratico si è costantemente dimostrato disponibile al confronto e al dialogo costruttivo, accogliendo con quello spirito anche emendamenti di merito presentati della minoranza. Abbiamo provato per un giorno intero a costruire le condizioni per un accordo. Invano. Questo clima non era ulteriormente tollerabile. Il PD è stato legittimato dal voto popolare nelle elezioni di maggio: abbiamo preso 650mila voti per procedere alla creazione di 3 aziende sanitarie al posto delle 12 esistenti e dal  primo gennaio queste tre aziende saranno in funzione. Questo significa governare, questo significa fare quello che avevamo promesso in campagna elettorale e per il quale siamo stati scelti, dai voti dei cittadini, per governare la Toscana”.

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“A fronte di tanti che sperano di lucrare politicamente dalla vicenda di Banca Etruria, oggi abbiamo approvato in Toscana un atto concreto che va ad aggiungersi a quanto fatto dal Pd e dal governo nazionale con l’emendamento alla legge di stabilità per la creazione di un fondo da 100 milioni. Il PD della Toscana ha infatti chiesto e ottenuto di stanziare dei fondi a sostegno dei piccoli risparmiatori toscani di Banca Etruria e delle altre tre banche coinvolte. E così oggi, in Commissione regionale Bilancio, è stato dato il via libera a 200.000 euro da destinare all’assistenza legale di chi ha perso i propri soldi”.

Così il vicesegretario del Pd della Toscana, Antonio Mazzeo.

“Vogliamo infatti che la magistratura individui le responsabilita’ e con l’atto di oggi possiamo dotare i risparmiatori degli strumenti anche economici per far valere i loro diritti nel chiedere che chi ha sbagliato paghi. Noi siamo dalla loro parte”.
“Di fronte allo sciacallaggio di tanti vogliamo ricordare di nuovo come il decreto salvabanche abbia consentito di salvaguardare migliaia di posti di lavoro e un milione di clienti. Allo stesso tempo pero’ capiamo il dramma di quei risparmiatori che hanno visto svanire il loro patrimonio investito in buona fede in obbligazioni subordinate e per questo stiamo predisponendo a tutti i livelli cio’che e’possibile a partire dal fondo regionale per l’assistenza legale”.

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QUI INTERVISTA IN PDF

di DAVID BRUSCHI
«IL FONDO da 100 milioni è una soluzione seria: ci permetterà, anche con arbitrati caso per caso, di aiutare sostanzialmente i risparmiatori bidonati dalle banche». Dario Parrini promuove l’emendamento salva-risparmiatori approdato ieri sera in Commissione Bilancio alla Camera. Con quei soldi il governo rimborserà, in parte, i 10.500 sottoscrittori delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieti. Nell’Empolese Valdelsa si parla di 14milioni andati in fumo, già 150 i risparmiatori che si sono rivolti allo sportello di Federconsumatori.
Onorevole Parrini, c’è chi dice che quei cento milioni siano pochi, quasi un’elemosina. E che comunque il governo si sia mosso tardi: tre settimane dopo l’esplodere del caso.
«Non sono d’accordo. Abbiamo fatto il massimo possibile. Proprio perché saranno usati in modo non indiscriminato, cento milioni non sono affatto un’elemosina. E sono non soldi pubblici ma del fondo interbancario».
Sarà una corsa ai ‘risarcimenti’ in cui sarà difficile capire cosa e quanto spetti a chi…
«Io credo che il regolamento, che scriverà il Mef, dovrà privilegiare i risparmiatori più deboli e possessori dei titoli a più basso rendimento. E, tra questi, coloro che hanno investito nelle obbligazioni subordinate non una piccola quota del loro patrimonio finanziario ma tutti o gran parte dei loro risparmi».
Intanto i responsabili stanno a guardare. Non sarebbe il caso di chiamarli in causa?
«È bene che, tramite le associazioni dei consumatori o per altra via, sia portato in tribunale chi ha ordito vendite di titoli subdole e improprie. Inoltre, nelle prossime settimane, bisognerà studiare come potranno fare la loro parte le nuove banche e la bad bank, se quest’ultima recuperà dai crediti deteriorati più di quanto deve restituire ai prestatori del fondo di risoluzione. Infine è una menzogna dire che col ‘decreto salva-banche’ si sono salvati i banchieri. Nessuno dei vertici della banca è stato salvato. Tutti hanno perso la poltrona. E chi di loro ha agito male pagherà. Ecco perché è una sciocchezza accusare il ministro Boschi di conflitto di interessi».
Resta il fatto che anche questa volta la politica sembra essersi mossa in ritardo. Si va a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.
«Comprendo il dramma che sta vivendo chi ha perso tutti i suoi risparmi nel fallimento di Banca Etruria. E come me lo comprendono gli altri membri della commissione bilancio che in questi giorni e in queste notti si sono battuti in prima linea per elaborare un rimedio credibile e rispettoso delle norme nazionali ed europee. È invece ignobile, non trovo una parola diversa, lo sciacallaggio dei venditori di bugie e di illusioni che cercano di speculare politicamente sulla disperazione di queste famiglie».
Insomma, lei è fermo su questa posizione: più di così era impossibile fare…
«Sì. Il decreto salva-banche ha salvato un milione di correntisti, 12 miliardi di depositi, 200 mila imprese affidate, oltre 2 miliardi di obbligazioni ordinarie, 6 mila posti di lavoro. Non ha potuto salvare i risparmi di azionisti e obbligazionisti subordinati perché lo impediscono norme definite a livello europeo ben prima che questo governo nascesse. Ora però alle autorità di vigilanza nessuno sconto. Eventuali colpe di Consob e Bankitalia devono venire a galla. Per questo dico sì alla commissione d’inchiesta».

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di DAVID BRUSCHI
«IL FONDO da 100 milioni è una soluzione seria: ci permetterà, anche con arbitrati caso per caso, di aiutare sostanzialmente i risparmiatori bidonati dalle banche». Dario Parrini promuove l’emendamento salva-risparmiatori approdato ieri sera in Commissione Bilancio alla Camera. Con quei soldi il governo rimborserà, in parte, i 10.500 sottoscrittori delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieti. Nell’Empolese Valdelsa si parla di 14milioni andati in fumo, già 150 i risparmiatori che si sono rivolti allo sportello di Federconsumatori.
Onorevole Parrini, c’è chi dice che quei cento milioni siano pochi, quasi un’elemosina. E che comunque il governo si sia mosso tardi: tre settimane dopo l’esplodere del caso.
«Non sono d’accordo. Abbiamo fatto il massimo possibile. Proprio perché saranno usati in modo non indiscriminato, cento milioni non sono affatto un’elemosina. E sono non soldi pubblici ma del fondo interbancario».
Sarà una corsa ai ‘risarcimenti’ in cui sarà difficile capire cosa e quanto spetti a chi…
«Io credo che il regolamento, che scriverà il Mef, dovrà privilegiare i risparmiatori più deboli e possessori dei titoli a più basso rendimento. E, tra questi, coloro che hanno investito nelle obbligazioni subordinate non una piccola quota del loro patrimonio finanziario ma tutti o gran parte dei loro risparmi».
Intanto i responsabili stanno a guardare. Non sarebbe il caso di chiamarli in causa?
«È bene che, tramite le associazioni dei consumatori o per altra via, sia portato in tribunale chi ha ordito vendite di titoli subdole e improprie. Inoltre, nelle prossime settimane, bisognerà studiare come potranno fare la loro parte le nuove banche e la bad bank, se quest’ultima recuperà dai crediti deteriorati più di quanto deve restituire ai prestatori del fondo di risoluzione. Infine è una menzogna dire che col ‘decreto salva-banche’ si sono salvati i banchieri. Nessuno dei vertici della banca è stato salvato. Tutti hanno perso la poltrona. E chi di loro ha agito male pagherà. Ecco perché è una sciocchezza accusare il ministro Boschi di conflitto di interessi».
Resta il fatto che anche questa volta la politica sembra essersi mossa in ritardo. Si va a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.
«Comprendo il dramma che sta vivendo chi ha perso tutti i suoi risparmi nel fallimento di Banca Etruria. E come me lo comprendono gli altri membri della commissione bilancio che in questi giorni e in queste notti si sono battuti in prima linea per elaborare un rimedio credibile e rispettoso delle norme nazionali ed europee. È invece ignobile, non trovo una parola diversa, lo sciacallaggio dei venditori di bugie e di illusioni che cercano di speculare politicamente sulla disperazione di queste famiglie».
Insomma, lei è fermo su questa posizione: più di così era impossibile fare…
«Sì. Il decreto salva-banche ha salvato un milione di correntisti, 12 miliardi di depositi, 200 mila imprese affidate, oltre 2 miliardi di obbligazioni ordinarie, 6 mila posti di lavoro. Non ha potuto salvare i risparmi di azionisti e obbligazionisti subordinati perché lo impediscono norme definite a livello europeo ben prima che questo governo nascesse. Ora però alle autorità di vigilanza nessuno sconto. Eventuali colpe di Consob e Bankitalia devono venire a galla. Per questo dico sì alla commissione d’inchiesta».

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Firenze

È stato approvato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati l’emendamento 4.9 alla Legge di Stabilità, a prima firma di Edoardo Fanucci, che aumenta gli incentivi per le fusioni dei comuni.
“L’emendamento – spiegano i deputati Edoardo Fanucci e Dario Parrini – rappresenta uno stimolo in grado di imprimere un’accelerazione decisiva ai percorsi aggregativi. Al fine di incentivare il processo di fusione, la legge riconosce contributi statali per i dieci anni successivi alla fusione. Attualmente, il contributo è commisurato al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010. Con questo emendamento, approvato a larga maggioranza, con parere favorevole di relatori e governo, il contributo statale per il comune risultante a seguito di fusione raddoppierà, passando dal 20% al 40%.”
Un’altra importante novità è legata alla quota del Fondo di solidarietà comunale da destinare alle unioni e fusioni dei comuni: “Al fine di incentivare il processo di riordino e semplificazione degli enti territoriali – spiegano i deputati toscani – una quota del fondo di solidarietà comunale, non inferiore a 30 milioni di euro, era destinata, per i soli anni 2014, 2015 e 2016, ai comuni istituiti a seguito di fusione o unione. Con questo emendamento questi 30 milioni non “scadranno” più nel 2016, ma saranno resi strutturali dando un impulso certo e definito ai percorsi aggregativi dei nostri municipi. Si è preso atto della complessità dei percorsi aggregativi offrendo ai coraggiosi amministratori che stanno affrontando questa difficile sfida meccanismi incentivanti semplici, certi e definiti nel tempo. Più soldi per promuovere investimenti e per ridurre la pressione fiscale a cittadini e imprese. Una scelta strategica per un Parlamento che sta facendo delle riforme istituzionali un tratto identitario del suo agire”.
Un’ultima novità è legata al meccanismo di riparto della quota del fondo di solidarietà in caso di disponibilità eccedenti il fabbisogno: “Se – spiegano i deputati Fanucci e Parrini – dei trenta milioni se ne useranno solo una parte (come avvenuto nel 2015), l’eccedenza sarà ripartita tra i comuni oggetto di aggregazione.”
“A nostro avviso l’approvazione di questo emendamento rappresenta una spinta formidabile verso le fusioni e le unioni dei comuni. Oggi, per gli enti locali, dividersi vuol dire indebolirsi: occorre mettere da parte campanilismi e scelte anacronistiche. Il Partito Democratico può e deve porsi come protagonista del percorso associativo, con proposte riformiste e concrete come quella appena approvata.”, hanno aggiunto Fanucci e Parrini.

“Adesso occorre dar corso all’impegno di aumentare gli incentivi alle fusioni anche a livello di Regione Toscana. Sia aumentando gli incentivi economici sia prevedendo, in favore dei comuni oggetto di fusione, punteggi aggiuntivi nei bandi regionali, soprattutto quelli che veicolano le risorse della comunità europea. Ciò rappresenterà un’ulteriore svolta decisiva nella riorganizzazione del territorio imprimendo una virtuosa imitazione e contaminazione di buone pratiche, grazie ad economie di scala e di scopo che miglioreranno la qualità di investimenti opere e servizi, riducendone i costi”.

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È stato approvato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati l’emendamento 4.9 alla Legge di Stabilità, a prima firma di Edoardo Fanucci, che aumenta gli incentivi per le fusioni dei comuni.
“L’emendamento – spiegano i deputati Edoardo Fanucci e Dario Parrini – rappresenta uno stimolo in grado di imprimere un’accelerazione decisiva ai percorsi aggregativi. Al fine di incentivare il processo di fusione, la legge riconosce contributi statali per i dieci anni successivi alla fusione. Attualmente, il contributo è commisurato al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010. Con questo emendamento, approvato a larga maggioranza, con parere favorevole di relatori e governo, il contributo statale per il comune risultante a seguito di fusione raddoppierà, passando dal 20% al 40%.”
Un’altra importante novità è legata alla quota del Fondo di solidarietà comunale da destinare alle unioni e fusioni dei comuni: “Al fine di incentivare il processo di riordino e semplificazione degli enti territoriali – spiegano i deputati toscani – una quota del fondo di solidarietà comunale, non inferiore a 30 milioni di euro, era destinata, per i soli anni 2014, 2015 e 2016, ai comuni istituiti a seguito di fusione o unione. Con questo emendamento questi 30 milioni non “scadranno” più nel 2016, ma saranno resi strutturali dando un impulso certo e definito ai percorsi aggregativi dei nostri municipi. Si è preso atto della complessità dei percorsi aggregativi offrendo ai coraggiosi amministratori che stanno affrontando questa difficile sfida meccanismi incentivanti semplici, certi e definiti nel tempo. Più soldi per promuovere investimenti e per ridurre la pressione fiscale a cittadini e imprese. Una scelta strategica per un Parlamento che sta facendo delle riforme istituzionali un tratto identitario del suo agire”.
Un’ultima novità è legata al meccanismo di riparto della quota del fondo di solidarietà in caso di disponibilità eccedenti il fabbisogno: “Se – spiegano i deputati Fanucci e Parrini – dei trenta milioni se ne useranno solo una parte (come avvenuto nel 2015), l’eccedenza sarà ripartita tra i comuni oggetto di aggregazione.”
“A nostro avviso l’approvazione di questo emendamento rappresenta una spinta formidabile verso le fusioni e le unioni dei comuni. Oggi, per gli enti locali, dividersi vuol dire indebolirsi: occorre mettere da parte campanilismi e scelte anacronistiche. Il Partito Democratico può e deve porsi come protagonista del percorso associativo, con proposte riformiste e concrete come quella appena approvata.”, hanno aggiunto Fanucci e Parrini.

“Adesso occorre dar corso all’impegno di aumentare gli incentivi alle fusioni anche a livello di Regione Toscana. Sia aumentando gli incentivi economici sia prevedendo, in favore dei comuni oggetto di fusione, punteggi aggiuntivi nei bandi regionali, soprattutto quelli che veicolano le risorse della comunità europea. Ciò rappresenterà un’ulteriore svolta decisiva nella riorganizzazione del territorio imprimendo una virtuosa imitazione e contaminazione di buone pratiche, grazie ad economie di scala e di scopo che miglioreranno la qualità di investimenti opere e servizi, riducendone i costi”.

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BANDIERA-PD

A questo link trovate l’elenco (in via di aggiornamento) dei banchetti

Elenco banchetti 5-6 dicembre 2015

 

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Sono più di 300 i banchetti organizzati dal Partito Democratico in Toscana domani e domenica nell’ambito della campagna nazionale “Italia Coraggio” che vedrà 2mila punti di incontro in tutta Italia dove iscritti, militanti, dirigenti e amministratori del partito incontreranno i cittadini per raccogliere idee e raccontare i risultati di governo. Sarà possibile anche aderire al tesseramento del Pd.

 

Tra gli esponenti che saranno nelle piazze, il segretario dem Dario Parrini sarà domani mattina, sabato 5 dicembre, ai banchetti del territorio empolese. Il pomeriggio sarà a Pisa con il vicesegretario Antonio Mazzeo alle 17 al circolo Pd Pisanova (via Galluzzi).

 

Mazzeo domani sarà anche alle 16 al banchetto di Corso Italia/Piazza del Carmine (Pisa) e a Livorno in Viale Italia di fronte all’acquario (ore 12.30) insieme all’eurodeputata Simona Bonafè.

 

Il capogruppo Pd in regione, Leonardo Marras, sarà domani pomeriggio a Ribolla (Grosseto).

 

L’eurodeputato e portavoce della segreteria Nicola Danti domani sarà a Pelago (via Sant’Andrea),  Pontassieve (Piazza Cairoli) e Bagno a Ripoli (Piazza della Vittoria).

 

Il presidente della Regione Enrico Rossi e il responsabile enti locali della segreteria regionale, Stefano Bruzzesi, saranno domenica mattina 6 dicembre alle 11 in Piazza Santo Spirito.

 

Siamo protagonisti di una grande fase di cambiamento sia a livello nazionale sia a livello locale e vogliamo spiegare nel dettaglio ai cittadini i risultati ottenuti,  le riforme portate a termine ma soprattutto vogliamo ascoltarli in vista del tanto lavoro che ancora dobbiamo fare. La mobilitazione che in questo fine settimana i nostri circoli hanno organizzato è andata ben oltre le aspettative e senza i nostri iscritti e militanti tutto questo non sarebbe possibile. Sono loro la nostra forza e il nostro più grande valore. Saremo in migliaia nelle piazze e nei luoghi di ritrovo e i cittadini potranno confrontarsi direttamente con amministratori locali, consiglieri e assessori regionali, parlamentari e dirigenti del partito” dicono Dario Parrini e Antonio Mazzeo.

 

Parallelamente – spiega Mazzeo – in Toscana distribuiremo i materiali per illustrare i risultati già raggiunti nei primi sei mesi di legislatura regionale: dalla legge che impedisce il cumulo dei vitalizi, all’impegno per le fusioni dei comuni, dal progetto di riorganizzazione del sistema sanitario che stiamo costruendo insieme a cittadini e operatori del settore in queste settimane, alla legge per i defibrillatori negli impianti sportivi fino agli impegni presi in bilancio per evitare l’aumento delle tasse regionali e allo stanziamento di 91 milioni di euro per l’agricoltura”.

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