Caso Etruria. Parrini: “100 milioni sono il massimo. Ignobile chi specula sulla vicenda”. Intervista La Nazione Empoli, 14/12/2015
di DAVID BRUSCHI
«IL FONDO da 100 milioni è una soluzione seria: ci permetterà, anche con arbitrati caso per caso, di aiutare sostanzialmente i risparmiatori bidonati dalle banche». Dario Parrini promuove l’emendamento salva-risparmiatori approdato ieri sera in Commissione Bilancio alla Camera. Con quei soldi il governo rimborserà, in parte, i 10.500 sottoscrittori delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieti. Nell’Empolese Valdelsa si parla di 14milioni andati in fumo, già 150 i risparmiatori che si sono rivolti allo sportello di Federconsumatori.
Onorevole Parrini, c’è chi dice che quei cento milioni siano pochi, quasi un’elemosina. E che comunque il governo si sia mosso tardi: tre settimane dopo l’esplodere del caso.
«Non sono d’accordo. Abbiamo fatto il massimo possibile. Proprio perché saranno usati in modo non indiscriminato, cento milioni non sono affatto un’elemosina. E sono non soldi pubblici ma del fondo interbancario».
Sarà una corsa ai ‘risarcimenti’ in cui sarà difficile capire cosa e quanto spetti a chi…
«Io credo che il regolamento, che scriverà il Mef, dovrà privilegiare i risparmiatori più deboli e possessori dei titoli a più basso rendimento. E, tra questi, coloro che hanno investito nelle obbligazioni subordinate non una piccola quota del loro patrimonio finanziario ma tutti o gran parte dei loro risparmi».
Intanto i responsabili stanno a guardare. Non sarebbe il caso di chiamarli in causa?
«È bene che, tramite le associazioni dei consumatori o per altra via, sia portato in tribunale chi ha ordito vendite di titoli subdole e improprie. Inoltre, nelle prossime settimane, bisognerà studiare come potranno fare la loro parte le nuove banche e la bad bank, se quest’ultima recuperà dai crediti deteriorati più di quanto deve restituire ai prestatori del fondo di risoluzione. Infine è una menzogna dire che col ‘decreto salva-banche’ si sono salvati i banchieri. Nessuno dei vertici della banca è stato salvato. Tutti hanno perso la poltrona. E chi di loro ha agito male pagherà. Ecco perché è una sciocchezza accusare il ministro Boschi di conflitto di interessi».
Resta il fatto che anche questa volta la politica sembra essersi mossa in ritardo. Si va a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.
«Comprendo il dramma che sta vivendo chi ha perso tutti i suoi risparmi nel fallimento di Banca Etruria. E come me lo comprendono gli altri membri della commissione bilancio che in questi giorni e in queste notti si sono battuti in prima linea per elaborare un rimedio credibile e rispettoso delle norme nazionali ed europee. È invece ignobile, non trovo una parola diversa, lo sciacallaggio dei venditori di bugie e di illusioni che cercano di speculare politicamente sulla disperazione di queste famiglie».
Insomma, lei è fermo su questa posizione: più di così era impossibile fare…
«Sì. Il decreto salva-banche ha salvato un milione di correntisti, 12 miliardi di depositi, 200 mila imprese affidate, oltre 2 miliardi di obbligazioni ordinarie, 6 mila posti di lavoro. Non ha potuto salvare i risparmi di azionisti e obbligazionisti subordinati perché lo impediscono norme definite a livello europeo ben prima che questo governo nascesse. Ora però alle autorità di vigilanza nessuno sconto. Eventuali colpe di Consob e Bankitalia devono venire a galla. Per questo dico sì alla commissione d’inchiesta».