Province, dal Pd Pisa pieno sostegno alla proposta di Rossi sulle aree vaste
Che la soluzione proposta dal governo sul riordino degli assetti istituzionali fosse alquanto confusa e pasticciata è stato puntualmente confermato dallo sterile dibattito che essa ha generato. Non solo in Toscana. D’altro canto si fondava più sul bisogno di rispondere alla campagna per l’abolizione delle Province che su una vera riflessione sul riordino degli assetti istituzionali.
Ciò non toglie che il processo di riforma, seppur con criteri discutibili, è comunque avviato e irreversibile. Alla base c’è un’esigenza di semplificazione molto sentita da parte dei cittadini, che non va assolutamente messa in discussione. Ogni proposta deve partire da qui: non possiamo accettare tentativi di cambiare tutto affinché non cambi nulla, o, peggio ancora, di cambiare il meno possibile perché poi tutto possa tornare come prima. Non verremmo capiti.
Per questo ribadiamo il pieno sostegno alla proposta del presidente della Regione Enrico Rossi sulle Aree vaste. Essa ha già ricevuto il sostegno del ministro Patroni Griffi ed è stata ripresa nell’Ordine del giorno presentato dai deputati pisani del Pd, accolto dal Governo, che rende questa strada percorribile. Si è espresso per due volte all’unanimità il Consiglio comunale di Pisa, indicando anche criteri razionali per la determinazione dei capoluogo su proposta del sindaco Marco Filippeschi, e c’è un Ordine del giorno dei capigruppo in Provincia.
Ci sono precise indicazioni di lavoro e di impegno politico: sulle aree vaste, sulla ridefinizione dei criteri per la scelta dei capoluoghi e sull’impegno per evitare lo smantellamento della presenza dello Stato.
Il nostro compito è discutere e decidere il ruolo di un ente, la futura Provincia, che si occuperà più di coordinamento e programmazione che di amministrazione e gestione diretta dei servizi. Per questo ha poco senso ragionare in termini di meri dati contabili, di abitanti e chilometri quadrati. Occorre invece riflettere su come sono organizzati i servizi ai cittadini e su come già oggi si strutturano le relazioni socio-economiche in relazione alle funzioni delle nuove istituzioni che la legge già assegna.
E’ un livello in cui le Aree vaste esistono già ed esiste l’Area vasta costiera (Pisa, Lucca, Massa, Livorno), che ha relazioni istituzionali già sperimentate, basti pensare alle infrastrutture e alla mobilità, al sistema socio-sanitario, ai tre poli ospedalieri universitari, alle università, i poli di eccellenza, i centri di ricerca, e che ben rispecchierebbe la vita della comunità amministrata. Per affrontare seriamente la discussione sul riordino degli enti locali occorre partire da qui.
Quando si aprirà, sulla base dei nuovi criteri, la questione dei capoluoghi, e nei termini in cui varrà il concetto di capoluogo per enti che avranno funzione di mero coordinamento, Pisa ha gli argomenti giusti per stare in questa discussione e sono stati espressi chiaramente nei documenti che abbiamo indicato.
Francesco Nocchi
Segretario provinciale Pd Pisa
Capitale europea della Cultura 2019, dalla Festa democratica regionale il sostegno del Pd alla candidatura di Siena
Il sostegno del Pd della Toscana alla candidatura di Siena come ‘Capitale europea della cultura del 2019’, è questo il messaggio che è stato lanciato ieri durante un dibattito dalla festa del Partito Democratico in corso al parco delle Cascine di Firenze, che quest’anno oltre a essere festa metropolitana del partito fiorentino è anche Festa regionale e nazionale tematica del Pd proprio sulla cultura.
L’incontro, moderato dal direttore di Toscana Tv Daniele Magrini, ha visto la partecipazione di Franco Ceccuzzi, dell’esecutivo del Pd toscano, del consigliere regionale Eugenio Giani e del professor Pierluigi Sacco, direttore del comitato Siena 2019, ed ha avuto luogo proprio nel giorno in cui è stata scongiurata la chiusura del complesso del Santa Maria della Scala, fulcro del progetto della candidatura, grazie al contributo della Regione Toscana e dell’apposito dirottamento di risorse da parte del commissario straordinario del comune di Siena Enrico Laudanna sull’antico ospedale.
Al dibattito è stata presentata la proposta della candidatura cui da circa un anno lavorano enti locali e un comitato scientifico costituito appositamente per arrivare al 2014 con un progetto che possa essere il vincitore tra tutti quelli che saranno avanzati e riportare dunque in Toscana la capitale della cultura dopo la scelta di Firenze nel 1986.
“Il progetto di candidatura – ha detto il professor Sacco spiegando l’iter che porterà alla scelta da parte della commissione europea – non è solo un esercizio di sfoggio dei ‘gioielli di famiglia’ di una città ma deve essere una articolata proposta con cui dimostrare come la cultura possa essere elemento di valorizzazione e sviluppo economico per un intero territorio”.
Altro tema che sarà giudicato in modo rilevante dalla commissione sarà anche “la capacità di coinvolgimento e partecipazione del pubblico che il progetto avrà, anche attraverso le nuove modalità di accesso ai beni culturali” ha aggiunto Sacco.
Franco Ceccuzzi ha evidenziato l’importanza che rivestirebbe l’antico ospedale del Santa Maria della Scala in questo progetto anche dopo i rilevanti lavori di ristrutturazione e gli investimenti che ne hanno fatto uno dei poli culturali della città. “Siena 2019 – ha spiegato Ceccuzzi – avrà nel percorso di rilancio del complesso museale del Santa Maria della Scala il progetto principale su cui far ruotare tutta la candidatura: un progetto, al quale ha lavorato anche l’amministrazione uscente, che dovrà essere caratterizzato, tra l’altro, dal trasferimento della Pinacoteca, dal Museo diocesano e dalla costituzione del Museo dell’Arte figurativa senese. Dovremo poi puntare sulla ripresa della costituzione dell’apposita Fondazione che, credo, possa essere una risposta per gestire il Complesso museale attraverso la partecipazione di altre istituzioni pubbliche e private, in grado di portare dall’esterno, risorse e professionalità. Altro elemento peculiare della nostra candidatura sono e saranno le Contrade, esperienze secolari di associazionismo dotate di territorio e popolo e dunque di una capacità di animare la vita della città e di contribuire al processo di partecipazione, anche alla sfida di ‘Siena capitale’, in maniera decisiva. Ci impegneremo tutti per l’ottenimento di questo risultato – ha concluso – che avrebbe ricadute positive non solo sul territorio senese” .
Dello stesso avviso il consigliere regionale Eugenio Giani che ha ricordato il convinto sostegno dello stesso Comune di Firenze in favore di Siena e ha parlato di “un titolo di merito per tutta la Toscana” in caso di vittoria. “In una regione dominata dal campanilismo assistiamo a una candidatura di un intero territorio perché Siena ha le carte in regola per sviluppare un progetto di valorizzazione degli istituti culturali sì da diventare volano per l’intera economia anche toscana. Gli investimenti in ambito culturale hanno sempre un ritorno tangibile per tutta la società, e in questo caso non è solo mecenatismo. Basta ricordare che quando Firenze nel 1986 ebbe questo importante riconoscimento il bilancio delle 184 iniziative svolte portò con successo a un incremento del turismo stimato in circa 650 mila persone. Memorabile il concerto diretto da Zubin Metha alla presenza di Francois Mitterrand”.
Il lavoro dunque ha le premesse per essere portato a termine nonostante sia stato rilevato come l’arrivo del commissario prefettizio abbia creato una situazione di empasse con del tempo perduto sulla tabella di marcia che va recuperato al più presto con l’impegno di tutti, enti locali e istituzioni.
Capitale europea della Cultura 2019, dalla Festa democratica regionale il sostegno del Pd alla candidatura di Siena
Il sostegno del Pd della Toscana alla candidatura di Siena come ‘Capitale europea della cultura del 2019’, è questo il messaggio che è stato lanciato ieri durante un dibattito dalla festa del Partito Democratico in corso al parco delle Cascine di Firenze, che quest’anno oltre a essere festa metropolitana del partito fiorentino è anche Festa regionale e nazionale tematica del Pd proprio sulla cultura.
L’incontro, moderato dal direttore di Toscana Tv Daniele Magrini, ha visto la partecipazione di Franco Ceccuzzi, dell’esecutivo del Pd toscano, del consigliere regionale Eugenio Giani e del professor Pierluigi Sacco, direttore del comitato Siena 2019, ed ha avuto luogo proprio nel giorno in cui è stata scongiurata la chiusura del complesso del Santa Maria della Scala, fulcro del progetto della candidatura, grazie al contributo della Regione Toscana e dell’apposito dirottamento di risorse da parte del commissario straordinario del comune di Siena Enrico Laudanna sull’antico ospedale.
Al dibattito è stata presentata la proposta della candidatura cui da circa un anno lavorano enti locali e un comitato scientifico costituito appositamente per arrivare al 2014 con un progetto che possa essere il vincitore tra tutti quelli che saranno avanzati e riportare dunque in Toscana la capitale della cultura dopo la scelta di Firenze nel 1986.
“Il progetto di candidatura – ha detto il professor Sacco spiegando l’iter che porterà alla scelta da parte della commissione europea – non è solo un esercizio di sfoggio dei ‘gioielli di famiglia’ di una città ma deve essere una articolata proposta con cui dimostrare come la cultura possa essere elemento di valorizzazione e sviluppo economico per un intero territorio”.
Altro tema che sarà giudicato in modo rilevante dalla commissione sarà anche “la capacità di coinvolgimento e partecipazione del pubblico che il progetto avrà, anche attraverso le nuove modalità di accesso ai beni culturali” ha aggiunto Sacco.
Franco Ceccuzzi ha evidenziato l’importanza che rivestirebbe l’antico ospedale del Santa Maria della Scala in questo progetto anche dopo i rilevanti lavori di ristrutturazione e gli investimenti che ne hanno fatto uno dei poli culturali della città. “Siena 2019 – ha spiegato Ceccuzzi – avrà nel percorso di rilancio del complesso museale del Santa Maria della Scala il progetto principale su cui far ruotare tutta la candidatura: un progetto, al quale ha lavorato anche l’amministrazione uscente, che dovrà essere caratterizzato, tra l’altro, dal trasferimento della Pinacoteca, dal Museo diocesano e dalla costituzione del Museo dell’Arte figurativa senese. Dovremo poi puntare sulla ripresa della costituzione dell’apposita Fondazione che, credo, possa essere una risposta per gestire il Complesso museale attraverso la partecipazione di altre istituzioni pubbliche e private, in grado di portare dall’esterno, risorse e professionalità. Altro elemento peculiare della nostra candidatura sono e saranno le Contrade, esperienze secolari di associazionismo dotate di territorio e popolo e dunque di una capacità di animare la vita della città e di contribuire al processo di partecipazione, anche alla sfida di ‘Siena capitale’, in maniera decisiva. Ci impegneremo tutti per l’ottenimento di questo risultato – ha concluso – che avrebbe ricadute positive non solo sul territorio senese” .
Dello stesso avviso il consigliere regionale Eugenio Giani che ha ricordato il convinto sostegno dello stesso Comune di Firenze in favore di Siena e ha parlato di “un titolo di merito per tutta la Toscana” in caso di vittoria. “In una regione dominata dal campanilismo assistiamo a una candidatura di un intero territorio perché Siena ha le carte in regola per sviluppare un progetto di valorizzazione degli istituti culturali sì da diventare volano per l’intera economia anche toscana. Gli investimenti in ambito culturale hanno sempre un ritorno tangibile per tutta la società, e in questo caso non è solo mecenatismo. Basta ricordare che quando Firenze nel 1986 ebbe questo importante riconoscimento il bilancio delle 184 iniziative svolte portò con successo a un incremento del turismo stimato in circa 650 mila persone. Memorabile il concerto diretto da Zubin Metha alla presenza di Francois Mitterrand”.
Il lavoro dunque ha le premesse per essere portato a termine nonostante sia stato rilevato come l’arrivo del commissario prefettizio abbia creato una situazione di empasse con del tempo perduto sulla tabella di marcia che va recuperato al più presto con l’impegno di tutti, enti locali e istituzioni.
Marcucci: “Santa Maria della Scala, vittoria del buon senso”
“La decisione del commissario straordinario di Siena di evitare la chiusura del Santa Maria della Scala è una vittoria del buon senso. L’intervento della Regione Toscana e la reazione di tutte le istituzioni hanno di fatto impedito uno stop che sarebbe stato deleterio anche per la candidatura della città a capitale della cultura nel 2019”.
Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci in merito alla paventata chiusura del complesso museale senese.
“La candidatura è una grande opportunità per affrontare finalmente- prosegue il parlamentare- la questione relativa alla gestione del patrimonio museale, non solo a Siena. Servono provvedimenti di defiscalizzazione e maggiori aperture verso i privati, anche con modelli diversi di governance. La Toscana, nota ovunque per il suo patrimonio culturale e paesaggistico- conclude Marcucci- deve trovare il coraggio di indicare soluzioni nuove per tenere in vita i propri monumenti”.
Marcucci: “Santa Maria della Scala, vittoria del buon senso”
“La decisione del commissario straordinario di Siena di evitare la chiusura del Santa Maria della Scala è una vittoria del buon senso. L’intervento della Regione Toscana e la reazione di tutte le istituzioni hanno di fatto impedito uno stop che sarebbe stato deleterio anche per la candidatura della città a capitale della cultura nel 2019”.
Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci in merito alla paventata chiusura del complesso museale senese.
“La candidatura è una grande opportunità per affrontare finalmente- prosegue il parlamentare- la questione relativa alla gestione del patrimonio museale, non solo a Siena. Servono provvedimenti di defiscalizzazione e maggiori aperture verso i privati, anche con modelli diversi di governance. La Toscana, nota ovunque per il suo patrimonio culturale e paesaggistico- conclude Marcucci- deve trovare il coraggio di indicare soluzioni nuove per tenere in vita i propri monumenti”.
Slow Food alla Festa Democratica Economia e Lavoro a Piombino
Grande successo per i primi giorni della Festa Democratica Nazionale Economia e Lavoro.
La Festa che quest’anno si svolge a Piombino al parco “8 marzo” fa registrare ogni sera record di presenze e molte novità.
Fra queste lo stand organizzato in collaborazione con le aziende produttrici di vino della Val di Cornia e dell’Elba e con Slow Food. Presso questo spazio è possibile degustare i migliori vini del territorio e avere informazioni direttamente dai produttori. Ogni sera sarà possibile degustare i vini di tutte le aziende presenti, e per alcune serate particolari Slow Food organizzerà degustazioni con esperti. Sarà possibile, inoltre, conoscere meglio i segreti della preparazione di vini che ormai si sono affermati all’interno del mercato internazionale direttamente dai produttori che, alternandosi, saranno presenti all’interno dello stand.
Questo il calendario delle presenze e delle serate di degustazione: 29 agosto Azienda Agricola Sant’Agnese Fratelli Gigli, 30 agosto Azienda Agricola San Giusto di Bonti Pierluigi, 31 agosto Azienda Agricola Tutti Santi di Rocchi Daniele, 1 settembre serata Slow Food con Massimo Bibbiani delegato Val di Cornia e Carlo Eugeni delegato Elba con in particolare degustazione dell’aleatico dell’Elba, 2 settembre serata con tenuta Poggio Rosso di Diego Monelli, 3 settembre serata Slow Food con Massimo Bibbiani delegato Val di Cornia, 4 settembre serata con Società semplice agricola Tua Rita, 5 settembre serata a tema “Grandi vini bianchi del territorio” con Stefano Ferrari responsabile provinciale Slow Food e produttori, 6 settembre serata con Azienda agricola Rigoli Vini di Pini Nelusco, 7 settembre serata a tema “Grandi vini rossi del territorio” con Stefano Ferrari responsabile provinciale Slow Food e produttori, 8 settembre serata con Società semplice agricola Tua Rita, 9 settembre serata con azienda agricola Pasquini e Ridulfo.
Oltre ai vini delle aziende sopraelencate presso lo stand saranno presenti anche i vini dell’ azienda agricola Podere San Michele di Socci e Sabatini e dell’azienda agricola Jacopo Banti.
Slow Food alla Festa Democratica Economia e Lavoro a Piombino
Grande successo per i primi giorni della Festa Democratica Nazionale Economia e Lavoro.
La Festa che quest’anno si svolge a Piombino al parco “8 marzo” fa registrare ogni sera record di presenze e molte novità.
Fra queste lo stand organizzato in collaborazione con le aziende produttrici di vino della Val di Cornia e dell’Elba e con Slow Food. Presso questo spazio è possibile degustare i migliori vini del territorio e avere informazioni direttamente dai produttori. Ogni sera sarà possibile degustare i vini di tutte le aziende presenti, e per alcune serate particolari Slow Food organizzerà degustazioni con esperti. Sarà possibile, inoltre, conoscere meglio i segreti della preparazione di vini che ormai si sono affermati all’interno del mercato internazionale direttamente dai produttori che, alternandosi, saranno presenti all’interno dello stand.
Questo il calendario delle presenze e delle serate di degustazione: 29 agosto Azienda Agricola Sant’Agnese Fratelli Gigli, 30 agosto Azienda Agricola San Giusto di Bonti Pierluigi, 31 agosto Azienda Agricola Tutti Santi di Rocchi Daniele, 1 settembre serata Slow Food con Massimo Bibbiani delegato Val di Cornia e Carlo Eugeni delegato Elba con in particolare degustazione dell’aleatico dell’Elba, 2 settembre serata con tenuta Poggio Rosso di Diego Monelli, 3 settembre serata Slow Food con Massimo Bibbiani delegato Val di Cornia, 4 settembre serata con Società semplice agricola Tua Rita, 5 settembre serata a tema “Grandi vini bianchi del territorio” con Stefano Ferrari responsabile provinciale Slow Food e produttori, 6 settembre serata con Azienda agricola Rigoli Vini di Pini Nelusco, 7 settembre serata a tema “Grandi vini rossi del territorio” con Stefano Ferrari responsabile provinciale Slow Food e produttori, 8 settembre serata con Società semplice agricola Tua Rita, 9 settembre serata con azienda agricola Pasquini e Ridulfo.
Oltre ai vini delle aziende sopraelencate presso lo stand saranno presenti anche i vini dell’ azienda agricola Podere San Michele di Socci e Sabatini e dell’azienda agricola Jacopo Banti.
Corsi di laurea magistrale congiunti e un sistema bibliotecario integrato: le proposte per una sinergia dei tre atenei toscani
È in attesa di formalizzazione il progetto di un sistema bibliotecario integrato, si sta puntando a creare sempre più corsi di laurea magistrale congiunti mentre già in atto sono 10 dottorati regionali e il network Tune, un consorzio strutturato nato con lo scopo di promuovere lo studiare in Toscana.
Sono i punti essenziali della sinergia messa in atto dagli atenei toscani: li hanno illustrati ieri alla Festa Democratica in corso alle Cascine durante l’incontro “Per un sistema toscano dell’alta formazione e della ricerca” i tre rettori Alberto Tesi, Mario Augello, Angelo Riccaboni, rispettivamente dell’Università di Firenze, Pisa e Siena, assieme a Alberto di Cintio, Coordinatore Forum “Università e Ricerca” Pd metropolitano Firenze, Gaetano Caravella, responsabile Università Gd Toscana e Federico Nastasi, coordinatore Rete Universitaria Nazionale.
“Implementare una politica di sistema tra le università, mantenendo ogni peculiarità ma mettendo in rete le eccellenze di ciascuno è la proposta che come Pd fiorentino pensiamo sia adatta al contesto attuale: in questo senso la Toscana, già avanti in quanto a sinergia dei tre atenei, può essere un modello da diffondere nel resto d’Italia”, spiega Di Cintio.
Nell’occasione sono stati presentati anche alcuni dati relativi alle università toscane. “Tutti e tre gli atenei si posizionano altissimi in quasi tutte le classifiche, Pisa è la prima delle università italiane in quella stilata da un gruppo di ricercatori della Jiao Tong University di Shangai, a maggior ragione è il caso di esaltare le eccellenze di ciascun ateneo mettendole a sistema”, spiega Augello.
“La Toscana è seconda in Italia quanto a brevetti, preceduta solo dalla Lombardia, è al quarto posto per spin off, con una differenza di 35 unità rispetto alla prima classificata, sempre la Lombardia.- illustra Tesi – Rispetto a una contrazione dei finanziamenti interni, sono aumentati considerevolmente i fondi privati, segno che le Università stanno imparando a reperirli. Ma non basta ancora: la difficile situazione della ricerca implica un problema profondo, cioè quello di garantire la formazione universitaria in futuro”.
“Gli iscritti in Toscana sono circa 120.000, il 7% della popolazione studentesca italiana, di questi quasi 35.000 provengono da fuori Regione: gli studenti stranieri sono il 4,5%, un dato superiore a quello nazionale che è del 3,6%: altro dato positivo è che quasi il 90% dei residenti in Toscana studiano nella nostra regione.- illustra Riccaboni – Sono dati confortanti ma la situazione generale dell’Università è sempre molto difficile: dalla politica ci aspettiamo presto risposte concrete e la scelta precisa di un modello da applicare e da portare avanti”.
“Sui 120.000 iscritti in Toscana 11.000 usufruiscono della borsa di studio e circa il 40% delle richieste di alloggio universitario viene esaudito dall’Ardsu su una media nazionale del 30%: una situazione molto buona, ma non basta, è ancora difficile per i giovani avere gli strumenti economici per emanciparsi dalla propria famiglia”, aggiunge Caravella.
Corsi di laurea magistrale congiunti e un sistema bibliotecario integrato: le proposte per una sinergia dei tre atenei toscani
È in attesa di formalizzazione il progetto di un sistema bibliotecario integrato, si sta puntando a creare sempre più corsi di laurea magistrale congiunti mentre già in atto sono 10 dottorati regionali e il network Tune, un consorzio strutturato nato con lo scopo di promuovere lo studiare in Toscana.
Sono i punti essenziali della sinergia messa in atto dagli atenei toscani: li hanno illustrati ieri alla Festa Democratica in corso alle Cascine durante l’incontro “Per un sistema toscano dell’alta formazione e della ricerca” i tre rettori Alberto Tesi, Mario Augello, Angelo Riccaboni, rispettivamente dell’Università di Firenze, Pisa e Siena, assieme a Alberto di Cintio, Coordinatore Forum “Università e Ricerca” Pd metropolitano Firenze, Gaetano Caravella, responsabile Università Gd Toscana e Federico Nastasi, coordinatore Rete Universitaria Nazionale.
“Implementare una politica di sistema tra le università, mantenendo ogni peculiarità ma mettendo in rete le eccellenze di ciascuno è la proposta che come Pd fiorentino pensiamo sia adatta al contesto attuale: in questo senso la Toscana, già avanti in quanto a sinergia dei tre atenei, può essere un modello da diffondere nel resto d’Italia”, spiega Di Cintio.
Nell’occasione sono stati presentati anche alcuni dati relativi alle università toscane. “Tutti e tre gli atenei si posizionano altissimi in quasi tutte le classifiche, Pisa è la prima delle università italiane in quella stilata da un gruppo di ricercatori della Jiao Tong University di Shangai, a maggior ragione è il caso di esaltare le eccellenze di ciascun ateneo mettendole a sistema”, spiega Augello.
“La Toscana è seconda in Italia quanto a brevetti, preceduta solo dalla Lombardia, è al quarto posto per spin off, con una differenza di 35 unità rispetto alla prima classificata, sempre la Lombardia.- illustra Tesi – Rispetto a una contrazione dei finanziamenti interni, sono aumentati considerevolmente i fondi privati, segno che le Università stanno imparando a reperirli. Ma non basta ancora: la difficile situazione della ricerca implica un problema profondo, cioè quello di garantire la formazione universitaria in futuro”.
“Gli iscritti in Toscana sono circa 120.000, il 7% della popolazione studentesca italiana, di questi quasi 35.000 provengono da fuori Regione: gli studenti stranieri sono il 4,5%, un dato superiore a quello nazionale che è del 3,6%: altro dato positivo è che quasi il 90% dei residenti in Toscana studiano nella nostra regione.- illustra Riccaboni – Sono dati confortanti ma la situazione generale dell’Università è sempre molto difficile: dalla politica ci aspettiamo presto risposte concrete e la scelta precisa di un modello da applicare e da portare avanti”.
“Sui 120.000 iscritti in Toscana 11.000 usufruiscono della borsa di studio e circa il 40% delle richieste di alloggio universitario viene esaudito dall’Ardsu su una media nazionale del 30%: una situazione molto buona, ma non basta, è ancora difficile per i giovani avere gli strumenti economici per emanciparsi dalla propria famiglia”, aggiunge Caravella.
Venturi: “Montagna, necessaria normativa specifica”. Salvadori: “Incentivare filiera energetica delle biomasse”
“La montagna non può essere terra delle deroghe, ci vuole una normativa specifica per tutelarla: bisogna trovare il modo di conciliare la giusta necessità di una razionalizzazione delle spese con l’esigenza di ripartire i sacrifici in maniera eguale tra tutti, considerando che chi abita in zone periferiche o montane non può pagare più tasse e non usufruire poi di servizi fondamentali”.
A dirlo è Gianfranco Venturi, consigliere regionale e responsabile Politiche per la montagna Pd Toscana, intervenuto alla Festa Democratica metropolitana e regionale in corso alle Cascine, nel dibattito “Quale futuro per la montagna toscana” con Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura Regione Toscana, Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana e Irma Visalli, coordinatrice tavolo programmatico “Montagna” del Forum Politiche ambientali del Pd nazionale.
“Dev’essere prerogativa del nostro partito tutelare le diversità dei territori e, proprio per questo al prossimo Consiglio regionale discuteremo una mozione, già firmata da 14 consiglieri Pd, per chiedere maggiore equità anche sotto il profilo della parità di accesso ai servizi per le aree marginali, già pesantemente penalizzate, questo con la consapevolezza di dover portare avanti adeguatamente gli impegni di risanamento finanziario richiesti dalla spending review”, aggiunge Venturi.
“La Toscana è la regione più boscata d’Italia, è importante attuare una valorizzazione energetica di queste risorse, favorendo la filiera delle biomasse, settore che porterebbe ricchezza e posti di lavoro, almeno 1000 in più, contrastando fenomeni di spopolamento di campagne e zone montane e contribuendo al miglioramento della qualità della vita di chi le abita.- spiega invece Salvadori – Far produrre ricchezza all’interno della montagna è importante a maggior ragione in un momento come questo, in cui il quadro è cambiato e ci sono meno soldi pubblici da investire”.
“Si parla della montagna solo in caso di emergenza, invece è il caso di affrontare costantemente l’argomento e come UNCEM, i rappresentanza di 168 Comuni toscani, piccoli e montani, crediamo in un piano serio per lo sviluppo dei territori da discutere e condividere.- fa presente Giurlani – La difesa del suolo deve essere una costante, non si può parlare di dissesto idrogeologico solo quando ci sono problemi. Sarebbe auspicabile, inoltre, un’indennità compensativa, ovvero un ritorno delle risorse in montagna per tutti i benefici e servizi che offre anche per la città, basti pensare all’acqua. Governance e sostenibilità sono le sfide che la montagna toscana si pone per il prossimo futuro, nella consapevolezza che le potenzialità di cui dispongono i nostri territori, dall’agricoltura all’industria, dall’energia alla cultura, rappresentano una risorsa propulsiva per una nuova fase di sviluppo dell’intero territorio regionale. In una prospettiva di questo tipo, sono ancora più necessarie strategie integrate specifiche da attuarsi sia con strumenti di programmazione regionale e locale ma anche con atti negoziali che concorrono alla creazione di condizioni favorevoli ad un complessivo sviluppo delle montagne. Diventano quindi sempre più necessarie politiche ad hoc per la montagna”.
“Da assessore provinciale a Belluno ho permesso il riconoscimento Unesco delle Dolomiti, risultato ottenuto facendo rete con altre regioni: da quest’esperienza è emerso quanto portare avanti un gruppo di lavoro interregionale sia fondamentale per il territorio montano”, conclude Visalli.
