Toscana. Primarie sindaci. Più di 118mila al voto in 64 comuni. Parrini: “Partecipazione superiore alle aspettative”



“Una grande soddisfazione. La partecipazione è stata superiore alle nostre stesse aspettative. Un prova di democrazia che ci ha dato nuovamente ragione su questo metodo di scelta dei nostri candidati. File ai seggi si sono registrate un po’ ovunque. Dai risultati prende forza con queste primarie una classe dirigente giovane ma esperta” ha commentato il segretario PD della Toscana Dario Parrini.



Prossimi appuntamenti con le primarie dei sindaci in Toscana il 16 marzo a Livorno e Piancastagnaio (Siena) e il 23 marzo a Firenze.
Toscana. Primarie sindaci. Più di 118mila al voto in 64 comuni. Parrini: “Partecipazione superiore alle aspettative”



“Una grande soddisfazione. La partecipazione è stata superiore alle nostre stesse aspettative. Un prova di democrazia che ci ha dato nuovamente ragione su questo metodo di scelta dei nostri candidati. File ai seggi si sono registrate un po’ ovunque. Dai risultati prende forza con queste primarie una classe dirigente giovane ma esperta” ha commentato il segretario PD della Toscana Dario Parrini.



Prossimi appuntamenti con le primarie dei sindaci in Toscana il 16 marzo a Livorno e Piancastagnaio (Siena) e il 23 marzo a Firenze.
Primarie sindaci Toscana. Alle 17 i votanti sono stati 81.461



Primarie sindaci Toscana. Alle 17 i votanti sono stati 81.461



Vincere le prossime elezioni europee per cambiare l’Europa. Intervento di Dario Parrini
9 marzo 2014 – Mancano due mesi e mezzo alle elezioni europee ed è evidente che i partiti di sinistra e di centrosinistra dell’Ue debbono vincerle affinché possa prodursi nel nostro continente una riscossa progressista e di conseguenza un cambiamento delle politiche economiche e sociali. Cambiamento che appare più che mai indispensabile e urgente.
Al momento ci sono capi di governo progressisti solo in 13 stati su 28 dell’Ue (corrispondenti a circa 206 mln di abitanti su 510mln di abitanti totali dell’Ue, cioè il 40,4%).
Se consideriamo i 10 Paesi più grandi, quelli con un capo di governo progressista sono 4 (Francia, Italia, Slovacchia e Belgio: per un totale di circa 159mln di abitanti, il 38%).
Quelli con un capo di governo conservatore sono invece 6 (Germania, Regno Unito, Spagna, Polonia, Paesi Bassi e Grecia: per un totale di circa 259mln di abitanti, il 62%).
Nella Commissione Europea solo 7 commissari su 28 appartengono a partiti di sinistra o di centrosinistra.
E nelle sette elezioni europee svoltesi dal 1979 (1979, 1984, 1989, 1994, 1999, 2004, 2009) i progressisti sono arrivati primi soltanto due volte (nel 1989 e nel 1994) e hanno perso nettamente le ultime tre.
Se diamo un’occhiata alle intenzioni di voto nei principali Paesi europei (come riportate negli opinion polls pubblicati settimanalmente su Policy Network), appuriamo che i partiti progressisti si attestano tra il 25 e il 30% delle intenzioni di voto in Belgio, Germania, Italia e Svezia; tra il 38 e il 43% in Portogallo, Regno Unito e Slovacchia; intorno al 22% in Francia e in Danimarca.
Ho fornito molti numeri ma sono numeri tutt’altro che aridi: fanno capire bene quanto sia alta la posta in gioco del voto europeo di fine maggio. E quanto sia ardua la sfida che le forze progressiste europee devono affrontare e cercare in ogni modo di vincere. In questa direzione debbono impegnarsi a fondo tutti coloro, e io credo che siano tanti, che auspicano l’avvio di una stagione di minore disoccupazione e di maggiore giustizia sociale in Europa.
Anche perché un grosso rischio incombe sulle nostre speranze: spinti dalla rabbia sociale generata dalla Lunga Recessione, i partiti classificabili come anti-europei o populisti fanno registrare intenzioni di voto anormalmente elevate in diversi Paesi (la fonte sono sempre gli opinion polls pubblicati da Policy Network): il 17,4% i Veri Finlandesi in Finlandia; il 22% il Fronte Nazionale in Francia; l’11% Alba Dorata in Grecia; il 10% Jobbik in Ungheria (ma nemmeno Alleanza Civica-Fidesz, partito di estrema destra del premier Orban dato al 37%, scherza in quanto ad euroscetticismo); il M5S al 22% e la Lega Nord al 4% in Italia; il Partito della Libertà al 16% nei Paesi Bassi; l’Ukip al 13% nel Regno Unito.
Il populismo appare invece sostanzialmente sotto controllo in Germania, dove il partito euroscettico Alternativa per la Germania non supera il 4% delle intenzioni di voto. Ciò non deve meravigliare: la Germania è un Paese nel quale la disoccupazione complessiva è meno della metà di quella italiana e quella giovanile è sei volte più bassa.
Dario Parrini,
segretario PD Toscana
Vincere le prossime elezioni europee per cambiare l’Europa. Intervento di Dario Parrini
9 marzo 2014 – Mancano due mesi e mezzo alle elezioni europee ed è evidente che i partiti di sinistra e di centrosinistra dell’Ue debbono vincerle affinché possa prodursi nel nostro continente una riscossa progressista e di conseguenza un cambiamento delle politiche economiche e sociali. Cambiamento che appare più che mai indispensabile e urgente.
Al momento ci sono capi di governo progressisti solo in 13 stati su 28 dell’Ue (corrispondenti a circa 206 mln di abitanti su 510mln di abitanti totali dell’Ue, cioè il 40,4%).
Se consideriamo i 10 Paesi più grandi, quelli con un capo di governo progressista sono 4 (Francia, Italia, Slovacchia e Belgio: per un totale di circa 159mln di abitanti, il 38%).
Quelli con un capo di governo conservatore sono invece 6 (Germania, Regno Unito, Spagna, Polonia, Paesi Bassi e Grecia: per un totale di circa 259mln di abitanti, il 62%).
Nella Commissione Europea solo 7 commissari su 28 appartengono a partiti di sinistra o di centrosinistra.
E nelle sette elezioni europee svoltesi dal 1979 (1979, 1984, 1989, 1994, 1999, 2004, 2009) i progressisti sono arrivati primi soltanto due volte (nel 1989 e nel 1994) e hanno perso nettamente le ultime tre.
Se diamo un’occhiata alle intenzioni di voto nei principali Paesi europei (come riportate negli opinion polls pubblicati settimanalmente su Policy Network), appuriamo che i partiti progressisti si attestano tra il 25 e il 30% delle intenzioni di voto in Belgio, Germania, Italia e Svezia; tra il 38 e il 43% in Portogallo, Regno Unito e Slovacchia; intorno al 22% in Francia e in Danimarca.
Ho fornito molti numeri ma sono numeri tutt’altro che aridi: fanno capire bene quanto sia alta la posta in gioco del voto europeo di fine maggio. E quanto sia ardua la sfida che le forze progressiste europee devono affrontare e cercare in ogni modo di vincere. In questa direzione debbono impegnarsi a fondo tutti coloro, e io credo che siano tanti, che auspicano l’avvio di una stagione di minore disoccupazione e di maggiore giustizia sociale in Europa.
Anche perché un grosso rischio incombe sulle nostre speranze: spinti dalla rabbia sociale generata dalla Lunga Recessione, i partiti classificabili come anti-europei o populisti fanno registrare intenzioni di voto anormalmente elevate in diversi Paesi (la fonte sono sempre gli opinion polls pubblicati da Policy Network): il 17,4% i Veri Finlandesi in Finlandia; il 22% il Fronte Nazionale in Francia; l’11% Alba Dorata in Grecia; il 10% Jobbik in Ungheria (ma nemmeno Alleanza Civica-Fidesz, partito di estrema destra del premier Orban dato al 37%, scherza in quanto ad euroscetticismo); il M5S al 22% e la Lega Nord al 4% in Italia; il Partito della Libertà al 16% nei Paesi Bassi; l’Ukip al 13% nel Regno Unito.
Il populismo appare invece sostanzialmente sotto controllo in Germania, dove il partito euroscettico Alternativa per la Germania non supera il 4% delle intenzioni di voto. Ciò non deve meravigliare: la Germania è un Paese nel quale la disoccupazione complessiva è meno della metà di quella italiana e quella giovanile è sei volte più bassa.
Dario Parrini,
segretario PD Toscana
Primarie sindaci Toscana. Alle 12 i votanti sono stati circa 37mila



Così il responsabile organizzazione del Pd toscano, Antonio Mazzeo, commenta l’affluenza registrata alle ore 12 nei 64 comuni toscani in cui si svolgono le primarie – del Pd o di centrosinistra, a seconda delle realtà locali – per la scelta del candidato sindaco alle amministrative di primavera.
Manca ancora il dato dell’affluenza in tre comuni, ma il quadro è praticamente completo. Alle 12, in 61 dei 64 comuni chiamati alle urne, hanno votato 36 293 persone. Alle primarie per il segretario nazionale del Pd dell’8 dicembre scorso, negli stessi comuni votarono 35 373 persone.
“Il risultato di oggi dunque è perfettamente in linea con quello dell’8 dicembre, che fu straordinario. E straordinario è il contributo dei nostri volontari, migliaia tra componenti dei seggi e rappresentanti dei candidati che voglio ringraziare fin da ora” conclude Mazzeo.
Primarie sindaci Toscana. Alle 12 i votanti sono stati circa 37mila



Così il responsabile organizzazione del Pd toscano, Antonio Mazzeo, commenta l’affluenza registrata alle ore 12 nei 64 comuni toscani in cui si svolgono le primarie – del Pd o di centrosinistra, a seconda delle realtà locali – per la scelta del candidato sindaco alle amministrative di primavera.
Manca ancora il dato dell’affluenza in tre comuni, ma il quadro è praticamente completo. Alle 12, in 61 dei 64 comuni chiamati alle urne, hanno votato 36 293 persone. Alle primarie per il segretario nazionale del Pd dell’8 dicembre scorso, negli stessi comuni votarono 35 373 persone.
“Il risultato di oggi dunque è perfettamente in linea con quello dell’8 dicembre, che fu straordinario. E straordinario è il contributo dei nostri volontari, migliaia tra componenti dei seggi e rappresentanti dei candidati che voglio ringraziare fin da ora” conclude Mazzeo.
NEWSLETTER PD TOSCANA n.9/2014 – 7 marzo
NEWSLETTER PD TOSCANA
n.9/2014 – 7 marzo
Domenica le primarie in 64 comuni toscani per scegliere il candidato sindaco – Leggi
Concordia. Pd, Piombino porto più sicuro per smaltimento. Competenza della destinazione è della Regione Toscana – Leggi
Il Portavoce della segretria Nicola Danti alla trasmissione ‘Passioni & Politica’/Video – Leggi
Rifugiati e richiedenti asilo. Rapporto SPRAR e le prospettive: verso un’accoglienza efficace – Leggi
“Glocal Culture SI.EU – Cultura come innovazione sociale”. Incontro il 15 marzo a Siena – Leggi
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