4 Giugno 2015

GLI ELETTI DEL PD IN CONSIGLIO REGIONALE

Consiglio-regionaleEcco i 24  eletti nelle fila del Partito Democratico in consiglio regionale, collegio per collegio. GUARDA TUTTI I RISULTATI

AREZZO Vincenzo Ceccarelli, Lucia De Robertis.
EMPOLESE VALDELSA Enrico Sostegni.
FIRENZE 1 Stefania Saccardi, Eugenio Giani
FIRENZE 2 Capirossi Fiammetta, Serena Spinelli
FIRENZE 4 Monia Monni, Paolo Bambagioni
GROSSETO Leonardo Marras
LIVORNO Gianni Anselmi, Francesco Gazzetti
LUCCA Stefano Baccelli, Ilaria Giovannetti
MASSA Giacomo Bugliani
PISA Antonio Mazzeo, Alessandra Nardini, Andrea Pieroni
PISTOIA Marco Niccolai, Federica Fratoni
PRATO Nicola Ciolini, Ilaria Bugetti
SIENA Stefano Scaramelli, Simone Bezzini

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1 Giugno 2015

Regionali, Parrini: “In Toscana il Pd più votato d’Italia. Siamo quelli che con più coerenza e successo abbiamo praticato la scommessa del partito a vocazione maggioritaria”

foto bruzzesi parrini rossi1 GIUGNO 2015 – Ho atteso di avere dati completi prima di fare un commento sulle elezioni in Toscana. Commento che faccio adesso molto volentieri: il risultato di Rossi e del Pd nella nostra regione è estremamente positivo. Siamo di gran lunga il Pd più votato d’Italia con il 46,4%, e quello che cresce di più rispetto alle ultime regionali (+4,2 punti %). Enrico Rossi, col 48% e 28 punti di distacco sul secondo arrivato, è il presidente Pd più votato d’Italia. Siamo quelli che con più coerenza e successo abbiamo praticato la scommessa del partito a vocazione maggioritaria. Cosa che ci permetterà di avere una maggioranza autosufficiente e ipercoesa in consiglio regionale (abbiamo visto nell’ultima legislatura quanto ciò sia importante quando si devono fare riforme incisive).
Preoccupa, e dovrà essere per tutti oggetto di seria riflessione, l’aumento dell’astensione. Tra i consiglieri regionali viene largamente premiato il rinnovamento.
Arretra sensibilmente il centrodestra, che perde 5 punti sulle regionali del 2010 (dal 33,6 al 28,6%). Al suo interno la Lega cresce in maniera forte ma non riesce a sfruttare se non in parte l’emorragia di voti dell’ex Pdl (Forza Italia e Fdi sono insieme al 12,4% contro il 27,1% del Pdl nel 2010: ciò significa che l’ex Pdl perde circa 15 punti, soltanto 10 dei quali si spostano verso la Lega Nord, mentre gli altri 5 sono ora fuori dal centrodestra tradizionale).
La Lega Nord arriva al 16,2%: un dato significativo ma sostanzialmente in linea con quello umbro e più basso di quello della Liguria e, ovviamente, di quello del Veneto.
Molto modesto il risultato del M5S. Per loro non sono possibili, a onor del vero, confronti con precedenti elezioni regionali. Paragonare un’elezione regionale con un’elezione di un altro tipo è certamente arbitrario, ma i 9 punti % in meno dei pentastellati rispetto a due anni fa salta agli occhi.
Eloquente e modestissimo il risultato dell’estrema sinistra di Fattori: puntava al 10% e, al pari di Lega e M5S, sognava di mandare il Pd al ballottaggio. Invece di arrivare al 10% si è fermata al 6% perdendo un terzo dei consensi rispetto alle regionali del 2010. Le scelte di rottura di questa sinistra velleitaria e minoritaria, acerrima avversaria della sinistra di governo, vengono come al solito sonoramente bocciate dagli elettori dove il Pd, come in Toscana, si mostra unito e presenta candidature solide e lungimiranti. Dove, come in Liguria, le divisioni lacerano il Pd, le scelte della sinistra radicale, che comunque non arriva al 10%, ottengono un solo risultato: far perdere il Pd e far vincere Forza Italia. Un capolavoro (e, immagino, una grande soddisfazione).
Grazie alle nuove regole elettorali, le donne in consiglio salgono da 5 a 9. Ancora poche, ma un passo avanti è stato fatto.
Rivolgo un ringraziamento al candidato presidente Rossi e a tutti gli 80 candidati del Pd: ai 24 che sono stati eletti come agli altri 56 che non ce l’hanno fatta. Hanno tutti lavorato con impegno e grande energia. E si è visto con che confortanti conseguenze.
A livello nazionale, dico che chi ha passato il tempo a dividere il partito e a combattere il segretario, insieme a chi gli ha teso imboscate fino all’ultimo (la Bindi in primo luogo), deve masticare amaro e fare i conti con una forte tenuta dei democratici. Vinciamo in 5 regioni e perdiamo in 2. Prima che Renzi diventasse segretario del partito i presidenti di regione del Pd erano 10. Da allora si è votato in 12 regioni e ora i presidenti di regione del Pd sono 15.

NEL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE TOSCANO IL PD È PIÙ FORTE E PORTA IL DOPPIO DI DONNE E DI RINNOVAMENTO. NE SONO ORGOGLIOSO.
Nel 2010, 23 consiglieri regionali Pd (più Rossi) su 55. Questa volta 24 (più Rossi) su 41. Grazie al risultato elettorale (dal 42,2 al 46,4% dei voti) e al no alle alleanze extralarge, il Pd passa dal 43,6 al 61% dei seggi. Le elette Pd passano al 37,5% (9 su 24), dal 21,7% del 2010 (5 su 23): molto bene ma si deve far meglio. Il rinnovamento: i neoeletti del Pd sono il 79,2% (19 su 24) rispetto al 43,5% del 2010 (10 su 23).

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ASTENSIONE. E INFINE UNA DOMANDA: COME MAI CHI OGGI PARLA SOLO DEL -12% DI AFFLUENZA NON DISSE NULLA DEL -11% DEL 2010?
Il 51,7% degli elettori toscani si è astenuto. Un dato su cui riflettere a fondo. Non credo nelle spiegazioni monocausali. Penso che i motivi siano tanti: giudizio negativo sulla politica nazionale, verso le sue azioni e omissioni, verso le sue storture e degenerazioni; sfiducia nelle istituzioni; fastidio per le liti continue tra i partiti e nei partiti; scarsa reputazione dell’istituzione Regione (purtroppo è così, anche se la Toscana non ha conosciuto gli scandali e gli sprechi che hanno colpito altre regioni ed è stata un modello di virtù). Poi c’è anche, nell’astensione, una forte componente di menefreghismo, di disinteresse, di qualunquismo. Verso questa quota di astensionisti non mi va di fare né il buonista né l’ipocrita. A tutti gli altri astenuti dobbiamo invece semplicemente dimostrare – con atti concreti, con azioni di rinnovamento vero, con meno liti e più realizzazioni nel segno dell’equità e della crescita – che non è vero che i politici sono tutti ugualmente da condannare. Su questo pronto dobbiamo semplicemente fare di più e meglio, con umiltà e maggiore capacità di ascolto e di realizzazione. Rifiuto invece le interpretazioni strumentali. Ce ne sono due in campo, in queste ore: la prima è quella di chi fa parte di un partito e usa i dati sull’astensione come un’ascia contro gli altri partiti o contro altre componenti del suo stesso partito. Questo non è accettabile. È gioco delle tre carte: non è che uno può dire “sono d’accordo con me tutti quelli che mi hanno votato più gli astenuti”, oppure “sono contro di te tutti quelli che non ti hanno votato più gli astenuti”. L’astensione è un problema che interessa tutti e su cui tutti devono interrogarsi. La seconda interpretazione strumentale dell’alta astensione è quella di chi ha fatto di tutto, in queste settimane, per trasformare le regionali nell’occasione per abbattere Renzi e il governo. Gli è andata male. E adesso fanno il giochino che consiste nel dire: “non è vero che abbiamo mancato l’obiettivo, perché le nostre posizioni hanno anche il consenso di quelli che si sono astenuti”. Non mi paiono discorsi sensati. Una domanda infine a tutti i fini e compiaciuti analisti dell’astensione che stanno come me nel Pd. Loro credo debbano rispondere a una domanda: tra le regionali del 2005 e quelle del 2010 (prendo il dato toscano ma potrei prenderne altri, la situazione non cambierebbe) l’affluenza calò dal 71 al 60%. Cioè -11%. Questa volta – 12% rispetto a cinque anni fa. Come mai io cinque anni fa dicevo sull’astensione le stesse cose di oggi mentre per loro cinque anni fa il -11% di partecipazione non rappresentava un problema? Oppure ne parlarono con la stessa accoratezza con cui ne parlano oggi, dandogli stessi significati che gli danno oggi, e io non me ne accorsi?
Ricordo anche tra il 1990 e il 2005 l’affluenza al voto regionale è calata dal 90% circa al 70% circa.

Dario Parrini

Segretario Pd toscana

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Regionali, Parrini: “In Toscana il Pd più votato d’Italia. Siamo quelli che con più coerenza e successo abbiamo praticato la scommessa del partito a vocazione maggioritaria”

foto bruzzesi parrini rossi1 GIUGNO 2015 – Ho atteso di avere dati completi prima di fare un commento sulle elezioni in Toscana. Commento che faccio adesso molto volentieri: il risultato di Rossi e del Pd nella nostra regione è estremamente positivo. Siamo di gran lunga il Pd più votato d’Italia con il 46,4%, e quello che cresce di più rispetto alle ultime regionali (+4,2 punti %). Enrico Rossi, col 48% e 28 punti di distacco sul secondo arrivato, è il presidente Pd più votato d’Italia. Siamo quelli che con più coerenza e successo abbiamo praticato la scommessa del partito a vocazione maggioritaria. Cosa che ci permetterà di avere una maggioranza autosufficiente e ipercoesa in consiglio regionale (abbiamo visto nell’ultima legislatura quanto ciò sia importante quando si devono fare riforme incisive).
Preoccupa, e dovrà essere per tutti oggetto di seria riflessione, l’aumento dell’astensione. Tra i consiglieri regionali viene largamente premiato il rinnovamento.
Arretra sensibilmente il centrodestra, che perde 5 punti sulle regionali del 2010 (dal 33,6 al 28,6%). Al suo interno la Lega cresce in maniera forte ma non riesce a sfruttare se non in parte l’emorragia di voti dell’ex Pdl (Forza Italia e Fdi sono insieme al 12,4% contro il 27,1% del Pdl nel 2010: ciò significa che l’ex Pdl perde circa 15 punti, soltanto 10 dei quali si spostano verso la Lega Nord, mentre gli altri 5 sono ora fuori dal centrodestra tradizionale).
La Lega Nord arriva al 16,2%: un dato significativo ma sostanzialmente in linea con quello umbro e più basso di quello della Liguria e, ovviamente, di quello del Veneto.
Molto modesto il risultato del M5S. Per loro non sono possibili, a onor del vero, confronti con precedenti elezioni regionali. Paragonare un’elezione regionale con un’elezione di un altro tipo è certamente arbitrario, ma i 9 punti % in meno dei pentastellati rispetto a due anni fa salta agli occhi.
Eloquente e modestissimo il risultato dell’estrema sinistra di Fattori: puntava al 10% e, al pari di Lega e M5S, sognava di mandare il Pd al ballottaggio. Invece di arrivare al 10% si è fermata al 6% perdendo un terzo dei consensi rispetto alle regionali del 2010. Le scelte di rottura di questa sinistra velleitaria e minoritaria, acerrima avversaria della sinistra di governo, vengono come al solito sonoramente bocciate dagli elettori dove il Pd, come in Toscana, si mostra unito e presenta candidature solide e lungimiranti. Dove, come in Liguria, le divisioni lacerano il Pd, le scelte della sinistra radicale, che comunque non arriva al 10%, ottengono un solo risultato: far perdere il Pd e far vincere Forza Italia. Un capolavoro (e, immagino, una grande soddisfazione).
Grazie alle nuove regole elettorali, le donne in consiglio salgono da 5 a 9. Ancora poche, ma un passo avanti è stato fatto.
Rivolgo un ringraziamento al candidato presidente Rossi e a tutti gli 80 candidati del Pd: ai 24 che sono stati eletti come agli altri 56 che non ce l’hanno fatta. Hanno tutti lavorato con impegno e grande energia. E si è visto con che confortanti conseguenze.
A livello nazionale, dico che chi ha passato il tempo a dividere il partito e a combattere il segretario, insieme a chi gli ha teso imboscate fino all’ultimo (la Bindi in primo luogo), deve masticare amaro e fare i conti con una forte tenuta dei democratici. Vinciamo in 5 regioni e perdiamo in 2. Prima che Renzi diventasse segretario del partito i presidenti di regione del Pd erano 10. Da allora si è votato in 12 regioni e ora i presidenti di regione del Pd sono 15.

NEL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE TOSCANO IL PD È PIÙ FORTE E PORTA IL DOPPIO DI DONNE E DI RINNOVAMENTO. NE SONO ORGOGLIOSO.
Nel 2010, 23 consiglieri regionali Pd (più Rossi) su 55. Questa volta 24 (più Rossi) su 41. Grazie al risultato elettorale (dal 42,2 al 46,4% dei voti) e al no alle alleanze extralarge, il Pd passa dal 43,6 al 61% dei seggi. Le elette Pd passano al 37,5% (9 su 24), dal 21,7% del 2010 (5 su 23): molto bene ma si deve far meglio. Il rinnovamento: i neoeletti del Pd sono il 79,2% (19 su 24) rispetto al 43,5% del 2010 (10 su 23).

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ASTENSIONE. E INFINE UNA DOMANDA: COME MAI CHI OGGI PARLA SOLO DEL -12% DI AFFLUENZA NON DISSE NULLA DEL -11% DEL 2010?
Il 51,7% degli elettori toscani si è astenuto. Un dato su cui riflettere a fondo. Non credo nelle spiegazioni monocausali. Penso che i motivi siano tanti: giudizio negativo sulla politica nazionale, verso le sue azioni e omissioni, verso le sue storture e degenerazioni; sfiducia nelle istituzioni; fastidio per le liti continue tra i partiti e nei partiti; scarsa reputazione dell’istituzione Regione (purtroppo è così, anche se la Toscana non ha conosciuto gli scandali e gli sprechi che hanno colpito altre regioni ed è stata un modello di virtù). Poi c’è anche, nell’astensione, una forte componente di menefreghismo, di disinteresse, di qualunquismo. Verso questa quota di astensionisti non mi va di fare né il buonista né l’ipocrita. A tutti gli altri astenuti dobbiamo invece semplicemente dimostrare – con atti concreti, con azioni di rinnovamento vero, con meno liti e più realizzazioni nel segno dell’equità e della crescita – che non è vero che i politici sono tutti ugualmente da condannare. Su questo pronto dobbiamo semplicemente fare di più e meglio, con umiltà e maggiore capacità di ascolto e di realizzazione. Rifiuto invece le interpretazioni strumentali. Ce ne sono due in campo, in queste ore: la prima è quella di chi fa parte di un partito e usa i dati sull’astensione come un’ascia contro gli altri partiti o contro altre componenti del suo stesso partito. Questo non è accettabile. È gioco delle tre carte: non è che uno può dire “sono d’accordo con me tutti quelli che mi hanno votato più gli astenuti”, oppure “sono contro di te tutti quelli che non ti hanno votato più gli astenuti”. L’astensione è un problema che interessa tutti e su cui tutti devono interrogarsi. La seconda interpretazione strumentale dell’alta astensione è quella di chi ha fatto di tutto, in queste settimane, per trasformare le regionali nell’occasione per abbattere Renzi e il governo. Gli è andata male. E adesso fanno il giochino che consiste nel dire: “non è vero che abbiamo mancato l’obiettivo, perché le nostre posizioni hanno anche il consenso di quelli che si sono astenuti”. Non mi paiono discorsi sensati. Una domanda infine a tutti i fini e compiaciuti analisti dell’astensione che stanno come me nel Pd. Loro credo debbano rispondere a una domanda: tra le regionali del 2005 e quelle del 2010 (prendo il dato toscano ma potrei prenderne altri, la situazione non cambierebbe) l’affluenza calò dal 71 al 60%. Cioè -11%. Questa volta – 12% rispetto a cinque anni fa. Come mai io cinque anni fa dicevo sull’astensione le stesse cose di oggi mentre per loro cinque anni fa il -11% di partecipazione non rappresentava un problema? Oppure ne parlarono con la stessa accoratezza con cui ne parlano oggi, dandogli stessi significati che gli danno oggi, e io non me ne accorsi?
Ricordo anche tra il 1990 e il 2005 l’affluenza al voto regionale è calata dal 90% circa al 70% circa.

Dario Parrini

Segretario Pd toscana

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29 Maggio 2015

Regionali, Parrini (PD): “Viva la legalità, abbasso la malafede della Bindi”

Firenze, 29 maggio 2015 – “Mossa da spirito di ripicca, la Bindi alimenta irresponsabilmente la confusione e fa un assist al qualunquismo” così Dario Parrini, deputato e segretario regionale del Pd della Toscana commenta sul suo profilo Facebook con un post intitolato “Viva la legalità, abbasso la malafede della Bindi”  la conferenza stampa di Rosy Bindi di oggi.

“La Commissione Antimafia – scrive Parrini –, che ha una storia gloriosa, non meritava di finire strumentalizzata da una dirigente priva ormai di qualunque credibilità. Per la difesa della legalità a nulla serve il suo teatrino narcisistico. Servono le leggi che il Pd (lo ripeto: il Pd) ha voluto: auto-riciclaggio, anti-corruzione, ripristino del reato di falso in bilancio, aumento delle pene e dei termini di prescrizione” conclude l’esponente Dem.

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Regionali, Parrini (PD): “Viva la legalità, abbasso la malafede della Bindi”

Firenze, 29 maggio 2015 – “Mossa da spirito di ripicca, la Bindi alimenta irresponsabilmente la confusione e fa un assist al qualunquismo” così Dario Parrini, deputato e segretario regionale del Pd della Toscana commenta sul suo profilo Facebook con un post intitolato “Viva la legalità, abbasso la malafede della Bindi”  la conferenza stampa di Rosy Bindi di oggi.

“La Commissione Antimafia – scrive Parrini –, che ha una storia gloriosa, non meritava di finire strumentalizzata da una dirigente priva ormai di qualunque credibilità. Per la difesa della legalità a nulla serve il suo teatrino narcisistico. Servono le leggi che il Pd (lo ripeto: il Pd) ha voluto: auto-riciclaggio, anti-corruzione, ripristino del reato di falso in bilancio, aumento delle pene e dei termini di prescrizione” conclude l’esponente Dem.

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Emiliano Poli (PD): “Discutibile e preoccupante la lista Bindi a 48 ore dal voto”

FIRENZE 29 MAGGIO – “Discutibile e preoccupante che a meno di 48 ore dal voto la Commissione antimafia annunci una lista di ‘impresentabili’. La Commissione entra a gamba tesa in campagna elettorale senza avere alcuna legittimazione costituzionale per farlo. Domani sarà il giorno del silenzio elettorale e le persone inserite in questa lista non avranno neanche il tempo di difendersi da queste affermazioni. La differenza tra potere legislativo e giudiziario deve essere ben netta e la commissione presieduta dall’Onorevole Bindi non ha alcuna titolarità nell’esprimere giudizi su chi sia presentabile o meno. I processi si fanno in Tribunale e non nelle commissioni. Saranno i cittadini a scegliere i propri eletti e sarà successivamente la magistratura a stabilirne la legittimità. Non avrei mai pensato che a poche ore dall’apertura dei seggi ci sarebbe stato un appello a non votare 17 persone da un organismo così importante. Non è questa la Democrazia di cui abbiamo bisogno.”

Lo afferma Emiliano Poli, responsabile Legalità e Sicurezza del Pd della Toscana

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Emiliano Poli (PD): “Discutibile e preoccupante la lista Bindi a 48 ore dal voto”

FIRENZE 29 MAGGIO – “Discutibile e preoccupante che a meno di 48 ore dal voto la Commissione antimafia annunci una lista di ‘impresentabili’. La Commissione entra a gamba tesa in campagna elettorale senza avere alcuna legittimazione costituzionale per farlo. Domani sarà il giorno del silenzio elettorale e le persone inserite in questa lista non avranno neanche il tempo di difendersi da queste affermazioni. La differenza tra potere legislativo e giudiziario deve essere ben netta e la commissione presieduta dall’Onorevole Bindi non ha alcuna titolarità nell’esprimere giudizi su chi sia presentabile o meno. I processi si fanno in Tribunale e non nelle commissioni. Saranno i cittadini a scegliere i propri eletti e sarà successivamente la magistratura a stabilirne la legittimità. Non avrei mai pensato che a poche ore dall’apertura dei seggi ci sarebbe stato un appello a non votare 17 persone da un organismo così importante. Non è questa la Democrazia di cui abbiamo bisogno.”

Lo afferma Emiliano Poli, responsabile Legalità e Sicurezza del Pd della Toscana

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REGIONALI, L’APPELLO AL VOTO DI PARRINI

manifesto pdQui di seguito l’appello al voto del segretario regionale del Pd della Toscana Dario Parrini inviato ad iscritti ed elettori.

Domenica si vota per il rinnovo del consiglio regionale e l’elezione del presidente della Regione. Noi chiediamo ancora una volta la fiducia ai toscani convinti di aver rappresentato un esempio di concretezza  della politica nella nostra regione con l’azione del Partito Democratico e con quella del candidato presidente Enrico Rossi. Abbiamo fatto tante cose che erano attese da tempo, siamo riusciti a costituire un punto di riferimento per  lavoratori e imprese in tante crisi industriali, abbiamo fatto riforme che hanno richiesto molto coraggio, e per queste ragioni, guardando negli occhi i nostri concittadini  diciamo che non c’è motivo per avere sfiducia nell’istituzione Regione in Toscana e ce ne sono  invece molti per dare l’appoggio al Partito Democratico e ad Enrico Rossi per governare altri 5 anni nel segno del cambiamento e dell’adeguamento della nostra regione ai tempi.

Quelle di domenica prossima non sono elezioni politiche, il loro risultato non è destinato ad avere impatti immediati sulla vita del governo. Ma non si può negare che avrà una qualche ricaduta sulla capacità del governo stesso di stroncare senza troppe battute d’arresto la perdurante volontà di ribellione dei tanti poteri di veto che in questi mesi, sentendosi a ragione messi in un angolo e sull’orlo di una sconfitta storica, non hanno mancato, fuori dal Pd e dentro il Pd, di adoperarsi al massimo per rallentare o inibire l’opera di cambiamento che l’esecutivo Renzi ha caparbiamente portato avanti. Per questo sostenere il Pd ed Enrico Rossi alla presidenza della regione è importante.
Porre un argine alle spinte astensioniste, e a quelle rozzamente populistico-protestatarie rimane una grande priorità del nostro Paese. Questo ruolo di diga, oggi come un anno fa, nel panorama politico italiano può svolgerlo un solo partito: il Pd”.

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REGIONALI, L’APPELLO AL VOTO DI PARRINI

manifesto pdQui di seguito l’appello al voto del segretario regionale del Pd della Toscana Dario Parrini inviato ad iscritti ed elettori.

Domenica si vota per il rinnovo del consiglio regionale e l’elezione del presidente della Regione. Noi chiediamo ancora una volta la fiducia ai toscani convinti di aver rappresentato un esempio di concretezza  della politica nella nostra regione con l’azione del Partito Democratico e con quella del candidato presidente Enrico Rossi. Abbiamo fatto tante cose che erano attese da tempo, siamo riusciti a costituire un punto di riferimento per  lavoratori e imprese in tante crisi industriali, abbiamo fatto riforme che hanno richiesto molto coraggio, e per queste ragioni, guardando negli occhi i nostri concittadini  diciamo che non c’è motivo per avere sfiducia nell’istituzione Regione in Toscana e ce ne sono  invece molti per dare l’appoggio al Partito Democratico e ad Enrico Rossi per governare altri 5 anni nel segno del cambiamento e dell’adeguamento della nostra regione ai tempi.

Quelle di domenica prossima non sono elezioni politiche, il loro risultato non è destinato ad avere impatti immediati sulla vita del governo. Ma non si può negare che avrà una qualche ricaduta sulla capacità del governo stesso di stroncare senza troppe battute d’arresto la perdurante volontà di ribellione dei tanti poteri di veto che in questi mesi, sentendosi a ragione messi in un angolo e sull’orlo di una sconfitta storica, non hanno mancato, fuori dal Pd e dentro il Pd, di adoperarsi al massimo per rallentare o inibire l’opera di cambiamento che l’esecutivo Renzi ha caparbiamente portato avanti. Per questo sostenere il Pd ed Enrico Rossi alla presidenza della regione è importante.
Porre un argine alle spinte astensioniste, e a quelle rozzamente populistico-protestatarie rimane una grande priorità del nostro Paese. Questo ruolo di diga, oggi come un anno fa, nel panorama politico italiano può svolgerlo un solo partito: il Pd”.

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28 Maggio 2015

DOMENICA 31 MAGGIO VOTA PD, VOTA COSì!

COME SI VOTA. Le elettrici e gli elettori possono:
– Votare un candidato Presidente ed una lista ad esso collegata.
– Votare solo per uno dei candidati Presidente.
– Votare solo una lista: in tal caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato Presidente ad essa collegato.
– Esprimere un voto disgiunto, ossia votare per un candidato Presidente e per una lista ad esso non collegata.

Presidente della Giunta regionale sarà il candidato Presidente che ha ottenuto almeno il 40 per cento dei voti validi. Se questo non accade, dopo due settimane si procederà ad un turno di ballottaggio fra i due candidati più votati.

Elezione del Consiglio regionale
Il Consiglio regionale viene eletto con la stessa scheda, dove il simbolo di ciascuna lista è affiancato dall’elenco dei candidati.

Come si vota
Le elettrici e gli elettori possono esprimere uno o due voti di preferenza, tracciando un segno sulla casella a fianco dei nomi indicati sulla scheda. Nel caso in cui l’elettrice o l’elettore esprima due voti di preferenza, i voti DEVONO essere espressi per CANDIDATI DI GENERE DIVERSO, una donna e un uomo o viceversa, pena l’annullamento della seconda preferenza in ordine di lista. Saranno eletti le candidate e i candidati che riporteranno il maggior numero di preferenze.

 

QUI SOTTO I FAC-SIMILE DEI 13 COLLEGI

COLLEGIO AREZZO

Fac_Simile Arezzo

 

COLLEGIO FIRENZE 1 (Firenze città)

Fac_Simile Firenze 1

 

COLLEGIO FIRENZE 2 (Valdarno, mugello, valdisieve, chianti)

Fac_Simile Firenze 2

 

COLLEGIO FIRENZE 3 (empolese valdelsa)

Fac_Simile Firenze 3

 

COLLEGIO FIRENZE 4 (Scandicci e piana)

REGIONALI-FIRENZE 4 facsimile

 

 

COLLEGIO LUCCA

Fac_Simile Lucca

 

COLLEGIO LIVORNO

Fac_Simile Livorno

 

COLLEGIO MASSA

Fac_Simile Massa

 

COLLEGIO PISA

FacsimilePISA

 

COLLEGIO SIENA

Fac_Simile Siena

 

COLLEGIO GROSSETO

GROSSETO Scheda Elezioni 2015 facsimile

 

COLLEGIO PISTOIA

Scheda Elezioni 2015 PISTOIA

 

COLLEGIO PRATO

Scheda Elezioni 2015 PRATO

 

 

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