pistoia

2 febbraio 2016 – “Al di là della soddisfazione, più che legittima, di cittadini e amministratori pistoiesi, tutta la Toscana condivide il risultato raggiunto e, soprattutto,  le prospettive in termini di attrazione di flussi turistici che si aprono per il territorio. Questo ennesimo riconoscimento deve costituire uno stimolo per sviluppare politiche culturali e turistiche che mettano in rete le nostre città d’arte, sempre più caratterizzate come principale attrattore, con le altre realtà territoriali, dal Tirreno all’Appennino”.

Così il segretario del Pd della Toscana, Dario Parrini, e il responsabile cultura e turismo, Corrado Besozzi, commentano la designazione di Pistoia a capitale italiana della cultura 2017, dopo che nel 2015, sempre in Toscana, era stata Siena ad ottenere il riconoscimento.

La Toscana compete sui mercati turistici internazionali e può dimostrarsi ancora una volta all’altezza della sfida, facendo leva proprio sull’integrazione dell’offerta. In questo quadro il Partito democratico continuerà ad accompagnare l’amministrazione regionale e quelle comunali nel percorso di valorizzazione della nostra terra fornendo idee e contributi, a cominciare dal convegno ‘Cultura e turismo tra riforme e innovazione’ in programma a Lucca il 12 febbraio” dicono i due dirigenti dem.

Il convegno si terrà a Lucca a Palazzo Ducale il 12 febbraio alle 15 e vedrà ospite la responsabile cultura e turismo del PD nazionale Lorenza Bonaccorsi, oltre agli assessori regionali competenti e ad altri qualificati ospiti.

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2 febbraio 2016 – “Al di là della soddisfazione, più che legittima, di cittadini e amministratori pistoiesi, tutta la Toscana condivide il risultato raggiunto e, soprattutto,  le prospettive in termini di attrazione di flussi turistici che si aprono per il territorio. Questo ennesimo riconoscimento deve costituire uno stimolo per sviluppare politiche culturali e turistiche che mettano in rete le nostre città d’arte, sempre più caratterizzate come principale attrattore, con le altre realtà territoriali, dal Tirreno all’Appennino”.

Così il segretario del Pd della Toscana, Dario Parrini, e il responsabile cultura e turismo, Corrado Besozzi, commentano la designazione di Pistoia a capitale italiana della cultura 2017, dopo che nel 2015, sempre in Toscana, era stata Siena ad ottenere il riconoscimento.

La Toscana compete sui mercati turistici internazionali e può dimostrarsi ancora una volta all’altezza della sfida, facendo leva proprio sull’integrazione dell’offerta. In questo quadro il Partito democratico continuerà ad accompagnare l’amministrazione regionale e quelle comunali nel percorso di valorizzazione della nostra terra fornendo idee e contributi, a cominciare dal convegno ‘Cultura e turismo tra riforme e innovazione’ in programma a Lucca il 12 febbraio” dicono i due dirigenti dem.

Il convegno si terrà a Lucca a Palazzo Ducale il 12 febbraio alle 15 e vedrà ospite la responsabile cultura e turismo del PD nazionale Lorenza Bonaccorsi, oltre agli assessori regionali competenti e ad altri qualificati ospiti.

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Su l’Unità del 29 gennaio 2016 un articolo di Dario Parrini, in risposta a Gianni Cuperlo, su cosa fa e cosa farà il PD.

A questo link l’articolo

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“L’immagine del PD che emerge dalle accuse incrociate di questi giorni a Massa è quanto di più lontano dalla nostra idea di Partito Democratico. Un partito plurale, aperto, che si confronta sui temi e si pone come primo obiettivo il rilancio dell’economia e del lavoro e l’uscita dalla pesante crisi economica che ha colpito in particolare proprio quel territorio. Un conto sono le critiche politiche, che comunque sarebbe bene fossero fatte nelle sedi politiche opportune, altra cosa sono gli insulti personali, le insinuazioni e i toni provocatori usati dal segretario Tongiani. Adesso si è superato il limite ed è il momento di un chiarimento vero per il bene della città”.

Così Antonio Mazzeo, vicesegretario del Pd toscano, risponde alle polemiche apparse in questi giorni sulla stampa locale di Massa.

“Vogliamo rassicurare Adriano Tongiani che nessuno nel Pd vuole costruire il Partito della Nazione che lui dipinge – aggiunge Mazzeo -. Proprio sabato scorso, come Tongiani saprà, abbiamo presentato pubblicamente al Pd nazionale il manifesto ‘Per il Partito Democratico che vogliamo’ dopo averlo discusso nei circoli di tutta la Toscana. Un partito in cui è importante il contributo di tutti e dunque un partito inclusivo e non esclusivo che è tutt’altro rispetto a quella somma di comitati elettorali permanenti senza partecipazione democratica che Tongiani prospetta. Invece di continuare a fare polemiche si pensi adesso a far funzionare i circoli, ad aumentare il radicamento sul territorio a partire dal tesseramento e a promuovere occasioni di incontro e di confronto in grado di mantenere vivo il rapporto tra cittadini, iscritti e rappresentanti del partito”.

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19 gennaio 2016 – “Lo scorso 28 novembre, a Montecatini, abbiamo espresso, come PD Toscana, un concetto molto chiaro: il nostro obiettivo è promuovere la fusione dei comuni per migliorare i servizi ed offrire risposte sempre migliori ai cittadini. Perché questo processo avvenga nel modo migliore c’è però una precondizione da rispettare: il percorso deve partire dal basso ed essere condiviso con le comunità interessate. Ogni decisione che sembrerà ‘calata dall’alto’ non potrà per questo avere la stessa efficacia e non va nella direzione che, come partito, abbiamo fortemente auspicato e sulla quale massimo sarà il nostro impegno. Su questo, come gruppo PD in consiglio regionale, terremo altissima l’attenzione e non voteremo atti che non siano prima stati pienamente condivisi anche dalla cittadinanza”.

Così Leonardo Marras, capogruppo PD in Consiglio Regionale, Antonio Mazzeo, vicesegretario PD Toscana e Maria Federica Giuliani, responsabilie riforme istituzionali PD Toscana, commentano la delibera approvata dalla giunta regionale che ha recepito le delibere dei consigli comunali relative alla ipotesi di fusione dei Comuni di Chiusi della Verna, Chitignano e Castel Focognano in provincia di Arezzo.

“Sappiamo che i cittadini di quell’area hanno dato una indicazione diversa sui comuni da fondere – proseguono Marras, Mazzeo e Giuliani – raccogliendo oltre 2mila firme per chiedere che a unirsi siano Chiusi della Verna, Bibbiena e Ortignano. La scelta della delibera di giunta era un atto dovuto ma ora aspettiamo il completamento dell’iter di verifica delle firme raccolte dalla cittadinanza. Una volta che la proposta di legge popolare arriverà in commissione decideremo poi la strada migliore da seguire ma, come detto, per quello che ci riguarda riteniamo che il percorso da privilegiare sia quello che parte dal basso”.

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Firenze

image16 gennaio 2016 – La Toscana lancia al Pd nazionale una proposta per la nuova forma organizzativa del partito. Il manifesto “Per costruire il Partito Democratico che vogliamo” è stato presentato oggi nel corso dell’assemblea regionale del PD al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini. Un tema, quello della forma organizzativa del Pd, rilanciato recentemente da Matteo Renzi e su cui il Pd toscano, primo in Italia, formula una propria proposta dopo la discussione avvenuta negli ultimi quattro mesi in circoli e federazioni.

CLICCA QUI PER SCARICARE IL MANIFESTO “PER COSTRUIRE IL PD CHE VOGLIAMO”

Intorno al documento c’è stata una partecipazione ampia e approfondita. Il partito che oggi disegniamo è un partito aperto al capitale di idee che risiede nella società, un partito che fa formazione, che prepara la propria classe dirigente” sintetizza il segretario toscano PD Dario Parrini. “A questo proposito promuoveremo da subito tre appuntamenti sul referendum costituzionale con docenti della materia perché i nostri dirigenti e amministratori abbiano tutti gli strumenti per andare a spiegare le ragioni del sì punto per punto”.

Gli appuntamenti si terranno il 19 febbraio a Firenze con Carlo Fusaro, il 26 a Pisa con Stefano Ceccanti, il 5 marzo a Siena con Massimo Rubechi.

Nel documento, sottolineata “la vocazione maggioritaria del PD, dove coincidano leadership politica e premiership”, si propone“un deciso cambio di paradigma: da partito tradizionale basato sulla militanza attiva e di massa, a partito aperto che valorizza iscritti e simpatizzanti, potenziando quel capitale di relazioni rappresentato dall’albo degli elettori delle primarie. Questo non avviene ancora, nonostante le primarie e i tentativi di apertura all’esterno. E’ necessario attivare nuove modalità partecipative”. In questo modello “il ruolo degli iscritti rimane certamente essenziale rispetto alle attività di organizzazione e tesseramento, ma dovranno anche fungere da elementi di sintesi politica rispetto alle idee e proposte affiorate”.

In un’organizzazione di questo tipo, iscritti ed elettori si integrano. I cittadini che ci votano sono un capitale di competenza. Possono non essere interessati alla militanza attiva, ma sono in grado di apportare un contributo fondamentale con idee e proposte anche innovative” dice il responsabile organizzazione e vicesegretario toscano Antonio Mazzeo.

“Un modello a matrice dinamica, meno autoreferenziale, dove a fianco delle funzioni tradizionali del partito vengono avviati processi di ascolto. Pensiamo a focus group gestiti con metodi partecipativi, dove si discute di un progetto preciso e con un limite temporale definito in particolare sulle scelte dell’amministrazione a livello locale” spiega Riccardo Nocentini, responsabile dell’attuazione del programma per il Pd toscano.

Tra gli altri punti il documento ribadisce la necessità di un’organizzazione territoriale del partito con due nuovi livelli previsti: i coordinamenti di area vasta, dove discutere le politiche di sviluppo di livello regionale, e i livelli sovracomunali per i servizi. “Gli incontri tra i segretari delle federazioni sono già iniziati. Entro la fine di gennaio saremo pronti per dare vita ai tre coordinamenti della Toscana” spiega Mazzeo.

Nel documento viene ribadita la regola “che nessun incarico politico può durare più di due mandati pieni, o tre parziali, senza eccezioni”. Tra le proposte arrivate dai territori, la riduzione dei componenti degli organismi dirigenti affinché “non siano solo deiconsessi di ratifica”, meccanismi di valutazione dei risultati dei circoli, il “crowdfunding”, forma di finanziamento che sfrutta le potenzialità del web per promuovere progetti a cui più persone possono contribuire con somme di varia entità.

 

Il servizio del TG3 Rai Toscana – Guarda

Le interviste dell’agenzia ToscanaMedia – Guarda

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image16 gennaio 2016 – La Toscana lancia al Pd nazionale una proposta per la nuova forma organizzativa del partito. Il manifesto “Per costruire il Partito Democratico che vogliamo” è stato presentato oggi nel corso dell’assemblea regionale del PD al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini. Un tema, quello della forma organizzativa del Pd, rilanciato recentemente da Matteo Renzi e su cui il Pd toscano, primo in Italia, formula una propria proposta dopo la discussione avvenuta negli ultimi quattro mesi in circoli e federazioni.

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Intorno al documento c’è stata una partecipazione ampia e approfondita. Il partito che oggi disegniamo è un partito aperto al capitale di idee che risiede nella società, un partito che fa formazione, che prepara la propria classe dirigente” sintetizza il segretario toscano PD Dario Parrini. “A questo proposito promuoveremo da subito tre appuntamenti sul referendum costituzionale con docenti della materia perché i nostri dirigenti e amministratori abbiano tutti gli strumenti per andare a spiegare le ragioni del sì punto per punto”.

Gli appuntamenti si terranno il 19 febbraio a Firenze con Carlo Fusaro, il 26 a Pisa con Stefano Ceccanti, il 5 marzo a Siena con Massimo Rubechi.

Nel documento, sottolineata “la vocazione maggioritaria del PD, dove coincidano leadership politica e premiership”, si propone“un deciso cambio di paradigma: da partito tradizionale basato sulla militanza attiva e di massa, a partito aperto che valorizza iscritti e simpatizzanti, potenziando quel capitale di relazioni rappresentato dall’albo degli elettori delle primarie. Questo non avviene ancora, nonostante le primarie e i tentativi di apertura all’esterno. E’ necessario attivare nuove modalità partecipative”. In questo modello “il ruolo degli iscritti rimane certamente essenziale rispetto alle attività di organizzazione e tesseramento, ma dovranno anche fungere da elementi di sintesi politica rispetto alle idee e proposte affiorate”.

In un’organizzazione di questo tipo, iscritti ed elettori si integrano. I cittadini che ci votano sono un capitale di competenza. Possono non essere interessati alla militanza attiva, ma sono in grado di apportare un contributo fondamentale con idee e proposte anche innovative” dice il responsabile organizzazione e vicesegretario toscano Antonio Mazzeo.

“Un modello a matrice dinamica, meno autoreferenziale, dove a fianco delle funzioni tradizionali del partito vengono avviati processi di ascolto. Pensiamo a focus group gestiti con metodi partecipativi, dove si discute di un progetto preciso e con un limite temporale definito in particolare sulle scelte dell’amministrazione a livello locale” spiega Riccardo Nocentini, responsabile dell’attuazione del programma per il Pd toscano.

Tra gli altri punti il documento ribadisce la necessità di un’organizzazione territoriale del partito con due nuovi livelli previsti: i coordinamenti di area vasta, dove discutere le politiche di sviluppo di livello regionale, e i livelli sovracomunali per i servizi. “Gli incontri tra i segretari delle federazioni sono già iniziati. Entro la fine di gennaio saremo pronti per dare vita ai tre coordinamenti della Toscana” spiega Mazzeo.

Nel documento viene ribadita la regola “che nessun incarico politico può durare più di due mandati pieni, o tre parziali, senza eccezioni”. Tra le proposte arrivate dai territori, la riduzione dei componenti degli organismi dirigenti affinché “non siano solo deiconsessi di ratifica”, meccanismi di valutazione dei risultati dei circoli, il “crowdfunding”, forma di finanziamento che sfrutta le potenzialità del web per promuovere progetti a cui più persone possono contribuire con somme di varia entità.

 

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”Quelle che arriveranno a Pisa e in Toscana dal ministero dei Beni culturali sono risorse importanti per la valorizzazione del patrimonio artistico culturale della Toscana, che la rendono unica al mondo, e sono il segno di un altro bel cambio di verso per il nostro Paese. Finalmente dopo anni si torna ad investire in cultura”. Cosi’ in una nota Antonio Mazzeo, consigliere regionale Pd e vicesegretario del Pd toscano in merito al programma triennale degli interventi del fondo per la tutela del patrimonio culturale che assegna alla Toscana 20,5 milioni di euro. ”Per quanto riguarda la provincia di Pisa – aggiunge Mazzeo – gli investimenti Mibact ammontano a 4 milioni di euro, di cui 2,1 per il restauro complessivo della Certosa di Calci e 1,9 per la ristrutturazione della Biblioteca universitaria di Pisa all’interno della struttura della Sapienza. Un grande contributo alla crescita economica del nostro Paese e dei nostri territori. Certo in provincia di Pisa tante sono le opere ancora da finanziare nei prossimi anni. Penso, per esempio, al rifacimento del camminamento che collega la Torre del Soccorso alla Rocca del Brunelleschi a Vicopisano, alla necessita’ di completare il Museo delle Navi romane a Pisa, e agli scavi dell’Anfiteatro Romano a Volterra. Per proseguire su questo percorso, questa e’ la direzione giusta”.

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3 gennaio 2016 – “Promemoria per gli amici Stumpo, Zoggia e Speranza e in generale per gli esponenti della sinistra Pd che sui giornali già si lanciano in distinguo sul referendum costituzionale del prossimo autunno: il referendum non serve come banco di prova di future coalizioni ma per decidere se la riforma costituzionale è buona. Secondo me è molto buona. E conforta che i primi sondaggi (Cise e Ipr) diano i sì largamente avanti. Quanto alle altre forze politiche, gli amici della sinistra Pd dovrebbero preoccuparsi  non tanto perché l’Ncd lotterà per il sì a fianco del Pd, ma del fatto che Sel lotterà per il no spalla a spalla con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Se c’è una ferita da sanare, è questa”.

Così il segretario del Pd della Toscana e deputato, Dario Parrini, interviene in merito al referendum costituzionale e alle dichiarazioni degli esponenti della sinistra Pd.
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3 gennaio 2016 – “Promemoria per gli amici Stumpo, Zoggia e Speranza e in generale per gli esponenti della sinistra Pd che sui giornali già si lanciano in distinguo sul referendum costituzionale del prossimo autunno: il referendum non serve come banco di prova di future coalizioni ma per decidere se la riforma costituzionale è buona. Secondo me è molto buona. E conforta che i primi sondaggi (Cise e Ipr) diano i sì largamente avanti. Quanto alle altre forze politiche, gli amici della sinistra Pd dovrebbero preoccuparsi  non tanto perché l’Ncd lotterà per il sì a fianco del Pd, ma del fatto che Sel lotterà per il no spalla a spalla con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Se c’è una ferita da sanare, è questa”.

Così il segretario del Pd della Toscana e deputato, Dario Parrini, interviene in merito al referendum costituzionale e alle dichiarazioni degli esponenti della sinistra Pd.
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