PARRINI DEF
20 marzo 2016 – “Entro la prossima settimana depositerò una proposta di legge sulla regolamentazione pubblica delle primarie alla quale ho lavorato con i colleghi Edoardo Fanucci e Andrea Marcucci. Il momento di fare una legge nazionale sulle primarie è adesso. Bisogna rompere gli indugi. La proposta che offriamo alla discussione del Pd e degli altri partiti interessati al tema ruota attorno a questi principi-cardine: le primarie pubbliche saranno utilizzabili per scegliere candidati a cariche monocratiche come sindaco, presidente di regione, presidente del consiglio dei ministri; saranno facoltative ma vincolanti per chi sceglie di tenerle; gli organi dello Stato le organizzeranno e ne verificheranno lo svolgimento anche tramite un apposito collegio di garanzia; no alla preregistrazione obbligatoria e sì alla trasparenza sui partecipanti; attribuzione ai singoli partiti di normare con proprio regolamento l’elettorato attivo; concentrazione delle primarie di tutti i partiti per una stessa carica in un solo election day; incentivo forte a servirsi delle primarie prevedendo l’esclusione dal due per mille di chi sceglie di non utilizzarle; obbligo, per vincitori e sconfitti, di rispettarne il risultato, pena sanzioni pecuniarie. Spero che la proposta contribuisca ad aprire un dibattito. Perché le primarie pubbliche non sono un costo, ma un grande investimento in democrazia.”
Cosi’ il deputato e segretario del Partito Democratico della Toscana, Dario Parrini, annuncia una proposta di legge nazionale per regolamentare le elezioni primarie per le cariche monocratiche.
Al Senato il Ddl sarà presentato da Andrea Marcucci: “Presentero’ in Senato nei prossimi giorni il disegno di legge sulle primarie pubbliche che il collega Dario Parrini ha annunciato alla Camera. È la naturale conseguenza della riforma dell’articolo 49 della Costituzione. La gestione sara’ del Viminale. Ci sara’ l’obbligo di rispettare il risultato, la facolta’ dei partiti di convocarle ma chi non lo fara’ non potra’ accedere al due per mille, nessun albo degli elettori ma massima garanzia di trasparenza”.
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Firenze

PARRINI DEF
20 marzo 2016 – “Entro la prossima settimana depositerò una proposta di legge sulla regolamentazione pubblica delle primarie alla quale ho lavorato con i colleghi Edoardo Fanucci e Andrea Marcucci. Il momento di fare una legge nazionale sulle primarie è adesso. Bisogna rompere gli indugi. La proposta che offriamo alla discussione del Pd e degli altri partiti interessati al tema ruota attorno a questi principi-cardine: le primarie pubbliche saranno utilizzabili per scegliere candidati a cariche monocratiche come sindaco, presidente di regione, presidente del consiglio dei ministri; saranno facoltative ma vincolanti per chi sceglie di tenerle; gli organi dello Stato le organizzeranno e ne verificheranno lo svolgimento anche tramite un apposito collegio di garanzia; no alla preregistrazione obbligatoria e sì alla trasparenza sui partecipanti; attribuzione ai singoli partiti di normare con proprio regolamento l’elettorato attivo; concentrazione delle primarie di tutti i partiti per una stessa carica in un solo election day; incentivo forte a servirsi delle primarie prevedendo l’esclusione dal due per mille di chi sceglie di non utilizzarle; obbligo, per vincitori e sconfitti, di rispettarne il risultato, pena sanzioni pecuniarie. Spero che la proposta contribuisca ad aprire un dibattito. Perché le primarie pubbliche non sono un costo, ma un grande investimento in democrazia.”
Cosi’ il deputato e segretario del Partito Democratico della Toscana, Dario Parrini, annuncia una proposta di legge nazionale per regolamentare le elezioni primarie per le cariche monocratiche.
Al Senato il Ddl sarà presentato da Andrea Marcucci: “Presentero’ in Senato nei prossimi giorni il disegno di legge sulle primarie pubbliche che il collega Dario Parrini ha annunciato alla Camera. È la naturale conseguenza della riforma dell’articolo 49 della Costituzione. La gestione sara’ del Viminale. Ci sara’ l’obbligo di rispettare il risultato, la facolta’ dei partiti di convocarle ma chi non lo fara’ non potra’ accedere al due per mille, nessun albo degli elettori ma massima garanzia di trasparenza”.
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Firenze


11 marzo 2016 – Domenica scorsa decine di candidati sindaco scelti con le primarie e migliaia di cittadini al voto, anche in Toscana.
Eppure tengono banco solo le polemiche su alcuni episodi contestati a Napoli.
Affinché il poco che non funziona non screditi tutto ciò che funziona, serve una legge nazionale sulle primarie una volta per tutte, sul modello di quella Toscana del 2004.

Il segretario del PD della Toscana, Dario Parrini, ne parla oggi su “Repubblica”.

primarie

 

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bandiere-giovani-democratici1
E’ Raffaele Marras il nuovo segretario dei Giovani Democratici della Toscana. Candidato unitario, è stato eletto ieri a Pistoia e succede all’uscente Andrea Giorgio.

Marras, 25 anni, è stato rappresentante degli studenti nel cda dell’università di Firenze e segretario dei Giovani Democratici dell’area metropolitana di Firenze.

“Ci candidiamo per essere non solo i giovani del Pd, ma per avvicinare e appassionare una generazione alla politica, parlando meno di giovani e di più con i giovani. Siamo tanti, siamo nelle scuole, nelle università, nelle amministrazioni. Vogliamo provare con passione, coraggio e responsabilità a dare risposte ai problemi e ai bisogni dei giovani e dei nostri territori” è il commento di Marras neoeletto.

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Firenze

 

bandiere-pd-tre7 marzo 2016 – “Deve ancora una volta masticare amaro chi aveva scommesso su un flop di affluenza alle primarie del centrosinistra. Più di 6.500 votanti a Grosseto, circa 3 mila a Cascina, oltre mille a Vecchiano”.

Così il segretario del PD della Toscana, Dario Parrini, commenta le elezioni primarie per la scelta dei candidati sindaco del centrosinistra che si sono svolte ieri in tre comuni della Toscana. A Grosseto ha vinto Lorenzo Mascagni, e, nel pisano, Alessio Antonelli a Cascina e Massimiliano Angori a Vecchiano.

“Come sempre, le primarie sono state una grande prova di democrazia e di apertura, una festa di popolo, una lezione per gli scettici di professione e gli antipolitici in servizio permanente effettivo. In questo momento ciò che conta non è l’identità dei candidati vincitori perché a vincere sono stati soprattutto il Pd e il centrosinistra, la politica bella che sa dar voce ai cittadini, che non sceglie barricandosi in qualche stanza e non si accontenta di qualche asfittico clic.
La bella politica che ha saputo coinvolgere le persone che ritengono giusto e utile dire la loro nella selezione dei candidati a sindaco chiamati a rendersi degni di governare le proprie città.
L’importante adesso è che i candidati che hanno vinto dimostrino di saper rappresentare da subito anche le ragioni di chi ha perso. E che i candidati che non hanno vinto da subito si mettano al fianco dei vincitori per far sì che ci sia un risultato positivo alle elezioni amministrative. Unità, responsabilità, competenza, entusiasmo, passione civile. Questo ci serve. In Toscana il livello di partecipazione alle primarie è stato molto al di sopra della media nazionale. E questo è un buon segno. Anzi un ottimo segno.
E ovviamente congratulazioni a Lorenzo Mascagni, Alessio Antonelli e Massimiliano Angori e un grazie di cuore a Paolo Borghi, Andrea Paganelli e Cristiano Meciani. Tutti insieme hanno scritto una pagina nettamente positiva per la politica della nostra regione” conclude Parrini.

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bandiere-pd-tre7 marzo 2016 – “Deve ancora una volta masticare amaro chi aveva scommesso su un flop di affluenza alle primarie del centrosinistra. Più di 6.500 votanti a Grosseto, circa 3 mila a Cascina, oltre mille a Vecchiano”.

Così il segretario del PD della Toscana, Dario Parrini, commenta le elezioni primarie per la scelta dei candidati sindaco del centrosinistra che si sono svolte ieri in tre comuni della Toscana. A Grosseto ha vinto Lorenzo Mascagni, e, nel pisano, Alessio Antonelli a Cascina e Massimiliano Angori a Vecchiano.

“Come sempre, le primarie sono state una grande prova di democrazia e di apertura, una festa di popolo, una lezione per gli scettici di professione e gli antipolitici in servizio permanente effettivo. In questo momento ciò che conta non è l’identità dei candidati vincitori perché a vincere sono stati soprattutto il Pd e il centrosinistra, la politica bella che sa dar voce ai cittadini, che non sceglie barricandosi in qualche stanza e non si accontenta di qualche asfittico clic.
La bella politica che ha saputo coinvolgere le persone che ritengono giusto e utile dire la loro nella selezione dei candidati a sindaco chiamati a rendersi degni di governare le proprie città.
L’importante adesso è che i candidati che hanno vinto dimostrino di saper rappresentare da subito anche le ragioni di chi ha perso. E che i candidati che non hanno vinto da subito si mettano al fianco dei vincitori per far sì che ci sia un risultato positivo alle elezioni amministrative. Unità, responsabilità, competenza, entusiasmo, passione civile. Questo ci serve. In Toscana il livello di partecipazione alle primarie è stato molto al di sopra della media nazionale. E questo è un buon segno. Anzi un ottimo segno.
E ovviamente congratulazioni a Lorenzo Mascagni, Alessio Antonelli e Massimiliano Angori e un grazie di cuore a Paolo Borghi, Andrea Paganelli e Cristiano Meciani. Tutti insieme hanno scritto una pagina nettamente positiva per la politica della nostra regione” conclude Parrini.

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5 marzo 2016 – Terza ed ultima tappa della campagna formativa del PD toscano in vista del prossimo referendum costituzionale.
Dopo i seminari di Firenze e Pisa, dirigenti e amministratori dell’area vasta sudest della Toscana – dai sindaci ai consiglieri comunali e regionali – si sono ritrovati a Siena per ascoltare il professor Massimo Rubechi, docente di diritto costituzionale all’Università di Urbino, allievo di Augusto Barbera, stretto collaboratore del ministro Boschi.
Rubechi prima di spiegarne i punti salienti alla platea, ha ricordato come la riforma tocchi la seconda parte della costituzione, quella organizzativa, e che numerosissimi sono stati nei decenni i tentativi di modifica. Rubechi ha ricordato che gia’ nel 1951 il costituente Giuseppe Dossetti disse che la configurazione costituzionale non funzionava e che avrebbe funzionato bene solo per uno stato che dovesse prendere poche decisioni.
Conclusioni del segretario regionale Pd Dario Parrini che ha parlato della costituzione dei comitati referendari.
“Battiamoci per il referendum mantenendo vivo il senso della nostra storia migliore, senza sbandamenti minoritari – ha detto Parrini -. I referendum che hanno cambiato la storia d’Italia, quelli sui diritti civili del 1974 e del 1981 e quelli elettorali del 1991 e del 1993,  hanno sempre visto affermarsi maggioranze referendarie trasversali agli schieramenti politici: in questi casi votarono nello stesso modo al referendum persone che venivano da scelte politiche diverse e che dopo il referendum continuarono a fare scelte politiche diverse. Per questo noi dobbiamo fare Comitati per il Sì più che Comitati del Pd. Promuovere Comitati in cui il Pd sia protagonista ma non in solitudine. Nei Comitati facciamo largo alla società civile che condivide la riforma. I Comitati siano il simbolo del Pd che si apre, non di un Pd che si  chiude in se stesso. E no alle strumentalizzazioni: apprezzo ad esempio molto i rappresentanti di associazioni come Anpi e Arci che hanno sentito il bisogno di esprimere in vario modo riserve sulla scelta dei gruppi dirigenti nazionali delle due associazioni di aderire ai Comitati per il No. Che c’entrano le finalità istituzionali di Anpi e Arci, a cui mi onoro di essere iscritto, con il No e anche con il Sì al referendum? Queste associazioni devono a mio modesto avviso restare autonome dai partiti e continuare a portare avanti obiettivi naturalmente unificanti come la difesa dei valori antifascisti e del ruolo sociale e culturale dei circoli, non possono diventare lo strumento della lotta di uno o più partiti contro un altro partito.” conclude Parrini.
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5 marzo 2016 – Terza ed ultima tappa della campagna formativa del PD toscano in vista del prossimo referendum costituzionale.
Dopo i seminari di Firenze e Pisa, dirigenti e amministratori dell’area vasta sudest della Toscana – dai sindaci ai consiglieri comunali e regionali – si sono ritrovati a Siena per ascoltare il professor Massimo Rubechi, docente di diritto costituzionale all’Università di Urbino, allievo di Augusto Barbera, stretto collaboratore del ministro Boschi.
Rubechi prima di spiegarne i punti salienti alla platea, ha ricordato come la riforma tocchi la seconda parte della costituzione, quella organizzativa, e che numerosissimi sono stati nei decenni i tentativi di modifica. Rubechi ha ricordato che gia’ nel 1951 il costituente Giuseppe Dossetti disse che la configurazione costituzionale non funzionava e che avrebbe funzionato bene solo per uno stato che dovesse prendere poche decisioni.
Conclusioni del segretario regionale Pd Dario Parrini che ha parlato della costituzione dei comitati referendari.
“Battiamoci per il referendum mantenendo vivo il senso della nostra storia migliore, senza sbandamenti minoritari – ha detto Parrini -. I referendum che hanno cambiato la storia d’Italia, quelli sui diritti civili del 1974 e del 1981 e quelli elettorali del 1991 e del 1993,  hanno sempre visto affermarsi maggioranze referendarie trasversali agli schieramenti politici: in questi casi votarono nello stesso modo al referendum persone che venivano da scelte politiche diverse e che dopo il referendum continuarono a fare scelte politiche diverse. Per questo noi dobbiamo fare Comitati per il Sì più che Comitati del Pd. Promuovere Comitati in cui il Pd sia protagonista ma non in solitudine. Nei Comitati facciamo largo alla società civile che condivide la riforma. I Comitati siano il simbolo del Pd che si apre, non di un Pd che si  chiude in se stesso. E no alle strumentalizzazioni: apprezzo ad esempio molto i rappresentanti di associazioni come Anpi e Arci che hanno sentito il bisogno di esprimere in vario modo riserve sulla scelta dei gruppi dirigenti nazionali delle due associazioni di aderire ai Comitati per il No. Che c’entrano le finalità istituzionali di Anpi e Arci, a cui mi onoro di essere iscritto, con il No e anche con il Sì al referendum? Queste associazioni devono a mio modesto avviso restare autonome dai partiti e continuare a portare avanti obiettivi naturalmente unificanti come la difesa dei valori antifascisti e del ruolo sociale e culturale dei circoli, non possono diventare lo strumento della lotta di uno o più partiti contro un altro partito.” conclude Parrini.
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SEMINARIO DI FIRENZE, 19 FEBBRAIO 2016

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SEMINARIO DI PISA, 26 FEBBRAIO 2016

 

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SEMINARIO DI SIENA 5 MARZO 2016

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