Rapporto Ocse 2014 su flussi migratori e politiche di settore nei 34 paesi membri. Intervento di Massimiliano Vrenna e Stefania Magi

logo ocsePochi giorni fa è stato diffuso l’International Migration Outlook 2014, un rapporto attraverso il quale ogni anno l’OCSE  delinea il quadro dei flussi migratori e delle politiche attuate nel settore nei Paesi aderenti all’organizzazione. L’OCSE conta 34 paesi membri. Dallo studio emerge che la Germania è diventata la principale destinazione europea mentre l’ Italia registra una forte flessione degli ingressi.  Il numero di nuovi immigrati permanenti è sceso da 572mila del 2007 a 258mila del 2012.  Tuttavia il dato che deve farci riflettere tutti è che in Italia c’è un grave problema di qualità e non di quantità. L’Italia ha infatti una popolazione immigrata con un  livello di istruzione troppo basso che potrà causare problemi seri in un  futuro molto prossimo.
Già adesso la cronaca  e il tam tam mediatico spesso portano ad associare anche nella nostra regione l’immigrazione alla marginalità sociale e al bisogno. Si tratta di un aspetto che è certamente presente e non si possono negare i molti problemi ancora irrisolti  ma dobbiamo anche far emergere con forza una migrazione che pure esiste e che non trova spazio sui mezzi di comunicazione. Non va dimenticato che  tutte le indagini statistiche puntualmente  fotografano un dinamismo imprenditoriale dei migranti che arricchisce il tessuto imprenditoriale regionale sotto diversi punti di vista,  nonostante la negatività dell’attuale congiuntura economica.  Alcuni di loro già in patria hanno lavorato come artigiani, piccoli imprenditori o liberi professionisti e possono così valorizzare in Toscana  le competenze acquisite, inoltre sebbene siamo in presenza spesso di piccole aziende dove lavora in maniera continuativa solo il titolare  diventano sempre più numerose anche quelle che occupano altre persone, tra le quali gli stessi lavoratori italiani.  I benefici  che gli immigrati imprenditori con il loro lavoro assicurano alla Regione sono di dunque di natura occupazionale, economica e finanziaria.
Fin qui la buona immigrazione che già risiede nel nostro territorio e lo arricchisce. Tuttavia dobbiamo riuscire a guardare oltre, verso un orizzonte temporale più lungo per la nostra regione cercando di capire anche che tipo di immigrazione vogliamo attirare nei prossimi anni. Se pensiamo ai distretti industriali avanzati di molte aree europee o degli Stati Uniti le ricolleghiamo subito al benessere, agli stipendi elevati, all’innovazione, a settori industriali in prorompente sviluppo: la Silicon Valley, Toronto, Londra,  Hannover, Singapore ecc. Si tratta di aree urbane che sono un potente polo di attrazione anche per i nostri migliori talenti. La vera differenza che ha fatto e continua a fare di questi distretti dei luoghi  all’avanguardia è la capacità di attrarre percentuali elevate di migranti altamente qualificati, in primis italiani,  in territori che sono certamente già predisposti.

La sfida della Toscana è proprio questa: diventare una terra di attrazione per un’immigrazione qualificata.  Bisogna essere consapevoli che da molti anni è in atto una vera e propria sfida internazionale tra aree urbane e distretti industriali non solo per attrarre investimenti ma soprattutto per attrarre i migliori talenti. Si tratta di studenti, Phd, ricercatori, imprenditori e altri  innovatori che cercano dei territori in cui proseguire i propri studi, effettuare  ricerche, brevettare invenzioni, fare imprese innovative  e cosi via. Si tratta di fisici, ingegneri, imprenditori, informatici provenienti soprattutto da paesi in forte sviluppo economico e tecnologico. L’economia della conoscenza ha bisogno di giovani talenti così come i settori tecnologicamente più avanzati dell’industria regionale necessitano di ricercatori che provengano da paesi in forte sviluppo industriale.  Il nostro Paese è molto indietro in questo campo.

E’ pur che vero sotto la spinta della  normativa europea negli  ultimi anni sono stati introdotti dei permessi di soggiorno nuovi come quello per ricerca scientifica oppure per lavori altamente qualificati. Da ultimo il piano “Destinazione Italia” ha anche  introdotto una procedura speciale chiamata Italia Startup Visa per gli stranieri che vogliano avviare nel nostro Paese delle start up innovative. Tuttavia i numeri degli stranieri che hanno utilizzato questi permessi sono davvero risicati e talora praticamente inesistenti. Non basta prevedere una tipologia nuova di permesso. Occorre che tutto il sistema territoriale sia attraente. Occorre creare un mix di qualità della vita, attenzione sanitaria, istruzione, facilità di collegamenti, presenza di centri di ricerca, possibilità di finanziamento ecc.  

La Toscana è un territorio davvero speciale perché è una straordinaria combinazione di molti di  questi elementi. Occorre creare un ambiente urbano e produttivo accogliente per questa immigrazione qualificata e governare tale fenomeno con la  collaborazione, le risorse, l’apporto di ciascun livello istituzionale e pensando ad una vera e propria rete regionale di supporto.  Utilizzando alcune ricerche Ocse sappiamo che sono molti i fattori che sono suscettibili di disincentivare i flussi di stranieri altamente qualificati verso i distretti italiani, tra questi: la limitata diffusione della lingua inglese nei servizi, la relativa difficoltà di trovare alloggi, l’assenza di informazione e di orientamento della domanda, l’assenza di politiche di incentivazione di  borse di studio, la scarsa valorizzazione degli studenti stranieri al termine del loro corso di studi,  il loro limitato coinvolgimento nelle iniziative di cooperazione interuniversitaria,  le limitazioni imposte dalla normativa sui permessi di soggiorno ma anche la burocrazia che pervade ogni aspetto della vita quotidiana cosi come la scarsa trasparenza e meritocrazia nei percorsi di carriera.  Certo si tratta di questioni che vanno affrontate con decisione e coraggio a livello nazionale ma il nostro territorio deve essere di esempio e tracciare la strada cosi come è riuscito a fare altre volte.  Pensiamo che la legge regionale sull’immigrazione del 2009 ha previsto, prima in Italia, una previsione specifica per stimolare l’ingresso e il soggiorno in regione dei migranti altamente qualificati che potessero  essere volano di sviluppo sia locale che nei paesi di origine, anticipando,  la legislazione statale. Tuttavia non sono ancora seguite azioni specifiche orientate a configurare la Toscana come una meta territoriale attraente per l’immigrazione altamente qualificata.

Occorre fare molto di più e costruire  in sinergia con i Comuni e le Università una vera e propria rete regionale a sostegno all’ingresso dei ricercatori stranieri e degli stranieri altamente qualificati.  In generale tutte le università toscane  coltivano una forte proiezione internazionale che ha portato negli ultimi anni a numerosi accordi con università straniere tra cui si segnalano alcune della Cina e dell’India. Occorre porre in atto ogni azione volta ad accrescere l’attrattività dei distretti toscani della conoscenza come le città di Pisa, Firenze, Siena  nei confronti dei ricercatori stranieri e renderli competitivi rispetto alla media internazionale. Va utilizzato più a fondo e occorre trasformare in sistema anche il lavoro di rete che pure è stato compiuto negli ultimi anni, si pensi per es. alla Fondazione Toscana Life Sciences.   La Toscana ha molte città con una fortissima vocazione internazionale, rappresenta un ambiente unico per studiare, fare ricerca e lavorare tuttavia dobbiamo lavorare affinché, compatibilmente con le necessarie formalità, il soggiorno legale sul territorio per motivi legati allo studio, alla ricerca, e ai lavori qualificati così come il diritto a ricevere prestazioni da parte delle strutture pubbliche, siano il più possibile alleggeriti da ogni ostacolo burocratico.  

Dunque oltre a stimolare il legislatore nazionale verso un  alleggerimento dei vincoli burocratici imposti dalla normativa statale occorre anche creare dei percorsi chiari e semplici per coloro che vogliano trasferirsi in Toscana con un punto di riferimento istituzionale unico sul modello delle agenzie specializzate. Occorre orientare gli ingressi per formazione professionale dall’estero verso i settori manifatturieri a più alta necessità di innovazione e sostenere un quadro regionale che supporti  gli incubatori nelle procedure legate all’ingresso e al soggiorno dei talenti stranieri.  

Dobbiamo convincerci che non esiste una “immigrazione” unica ma tante immigrazioni diverse a seconda del territorio che le riceve. Allo stesso modo a fianco di flussi migratori che dipendono da tragici fattori geopolitici e che ci chiamano alla solidarietà a alla responsabilità, esistono ingenti flussi migratori legati più propriamente alle aspirazioni professionali, alle innovazioni industriali e tecnologiche che sono un asset  imprescindibile nella competizione globale. Ecco perché dobbiamo continuare a costruire  le condizioni perché l’immigrazione che riceve la nostra regione sia più qualificata,  più produttiva e  innovativa.  Come sottolineato  recentemente  da alcuni economisti, l’afflusso di alcuni tipi di manodopera straniera non ha ripercussioni esclusivamente sul salario ma può anche influenzare le scelte in termini di intensità di capitale umano e fisico, livelli di automazione e specializzazione delle imprese manifatturiere.  Dunque la qualità dei lavoratori e il livello di conoscenza degli stessi è in grado di indirizzare in modo più deciso verso la produzione di beni più  sofisticati con importanti conseguenze in termini di prospettive di crescita di lungo periodo della Toscana.  

Come ha dimostrato agli Stati Uniti recentemente un “nostro” talento che ha trovato fortuna a Berkeley, l’economista Enrico Moretti,  l’economia postindustriale, basata sul sapere e sull’innovazione, sta cambiando profondamente il mercato del lavoro, sia per la tipologia dei beni prodotti sia per le modalità e, soprattutto, le località in cui vengono realizzati, creando enormi disparità geografiche in termini di istruzione, aspettativa di vita e stabilità famigliare ecc. La Toscana sarà investita da questi profondi cambiamenti come tutto il “vecchio continente”. L’economista italiano ha dimostrato, dati alla mano, che  il modo più efficace per creare posti anche per  lavoratori meno qualificati è attrarre imprese hi-tech con dipendenti altamente qualificati e potenziare i distretti della conoscenza. Ogni lavoratore altamente qualificato che decide di restare o di arrivare in Toscana ha un effetto moltiplicatore su tutte le tipologie di impieghi. Quindi solo una gestione attenta, coordinata, di sistema della mobilità internazionale potrà offrire uno degli assi principali di cui necessita il sistema economico e produttivo toscano per vincere le sfide del prossimo futuro.

 

Intervento di

Stefania Magi, responsabile Sanità, Welfare e Immigrazione Pd Toscana e

Massimiliano Vrenna, responsabile Forum Immigrazione Pd Toscana