Rifugiati e richiedenti asilo. Rapporto SPRAR e le prospettive: verso un’accoglienza efficace.

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Un commento di Stefania Magi, responsabile Sanità, welfare e immigrazione del Pd della Toscana e assessore all’Integrazione di Arezzo.

 

“Abbiamo versato lacrime per le tragedie di Lampedusa, ci siamo indignati per i video sugli abusi nel centro di accoglienza. Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, dal suo osservatorio afferma a ragione che il nostro modello di accoglienza non funziona, è disumano: stesi a terra, come sardine, bambini e famiglie. Politici e commentatori lamentano in coro le carenze del sistema di accoglienza dei profughi, imputabili ai paesi di transito, all’Europa ed all’Italia. La frequenza degli arrivi, in larga misura prevedibili, sbugiarda chi ha usato l’alibi della emergenza per non costruire risposte adeguate.
Il rapporto SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) getta una luce in questo quadro oscuro. E’ quella parte di accoglienza che il Ministero dell’Interno ha affidato ai Comuni italiani, coordinati da  ANCI. Le amministrazioni comunali hanno attivato le migliori risorse per l’integrazione e l’autonomia, coinvolgendo il terzo settore, costruendo e rafforzando reti locali. Gestire bene l’accoglienza ha significato contenere i costi, rispettare la dignità delle persone accolte e le esigenze dei territori che accolgono.
La qualità di questa esperienza è stata riconosciuta come buona prassi a livello europeo. L’evidenza dei buoni risultati, e la capacità di relazione politica del nostro sistema di amministratori locali, ha convinto il Ministero dell’Interno ad estendere progressivamente questo metodo con l’obiettivo di coprire il fabbisogno: i posti sono passati da 3000 a 20.000, con un sistema flessibile in funzione della variazione della domanda. I nascenti tavoli di coordinamento regionale rafforzeranno il sistema di rete per ottimizzare i percorsi di autonomia.
La sfida successiva è il superamento dei tristemente noti Cara, che molti definiscono CIE camuffati, in favore di un sistema di accoglienza diffusa che segua il modello SPRAR fin dalla prima accoglienza. È il progetto degli “hub” regionali, lanciato dalla conferenza unificata stato regioni enti locali.
La partita dell’accoglienza quindi non si gioca solo a Lampedusa, o a Roma o in Europa. Sono in gioco tutti i nostri amministratori territoriali, che hanno leve concrete di umanizzazione ed efficientamento del sistema di accoglienza, per renderla sostenibile, politicamente oltre che economicamente.
Poi ci sono partite che si giocano su altri tavoli, dove la politica italiana e quindi il nostro partito sono attori e co-decisori fondamentali. Per citarne solo alcune: l’attivazione di canali di richiesta di asilo nelle ambasciate europee dei paesi di transito, la libera circolazione europea dei rifugiati, la rapidità del riconoscimento dello status.
Occorre cambiare prospettiva, non chiamarsi fuori dai percorsi decisionali internazionali. La capacità dimostrata con lo SPRAR, la candidatura di Lampedusa al Nobel per la pace, l’avvicinarsi del semestre di guida italiana della UE, la capacità propositiva e giuridica degli stake holder disponibili ad affiancarsi alla politica (ACNUR, IOM, ASGI, Melting Pot, EuropaAsilo ecc.), ci rendono interlocutori privilegiati per la definizione di nuove regole europee”.

Stefania Magi

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