“Province, no al campanilismo. Sì all’area vasta costiera Pisa – Lucca – Massa – Livorno”
La soluzione indicata dai vari provvedimenti del Governo sul riordino delle Province appare pasticciata e non del tutto razionale. Fatta più sulla necessità di rispondere alla campagna per l’abolizione delle Province, considerate enti inutili, che sulla base di una vera riflessione sul riordino degli assetti istituzionali (assolutamente indispensabile alla luce dei provvedimenti che colpiscono i comuni e l’obbligo di associazione delle funzioni) e sulla necessità di un ente intermedio tra regioni e comuni, per giunta non più eletto direttamente dai cittadini.
Il processo di riforma, seppur con criteri discutibili, è in ogni caso avviato ed irreversibile, e la politica non può dare il senso di ingegnarsi per elaborare soluzioni in cui si cambi tutto per non cambiare nulla.
Occorre invece studiare bene, anche se i tempi pensati dal Governo sono davvero strettissimi, quali funzioni possono essere utilmente destinate ad un ente, la futura Provincia, che avrà una funzione più di coordinamento e di programmazione, che di amministrazione diretta e di gestione dei servizi. Proprio per questo non possiamo pensare ad accorpamenti fatti solo sulla base di dati contabili, di parametri come il numero degli abitanti, i chilometri quadrati e il numero dei comuni.
Occorre guardare ai livelli ottimali dei servizi ai cittadini, e a come sono effettivamente intrecciate le relazioni socio economiche sul territorio: la compenetrazione dei sistemi economici locali, la rete delle infrastrutture e della mobilità, il sistema sociosanitario strutturato intorno ai tre poli ospedalieri universitari, le infrastrutture della conoscenza costituite dalle tre università regionali, dai politi di eccellenza e dai vari centri di ricerca.
E’ su questa rete di relazioni esistente che si è strutturata nel tempo l’area vasta costiera tra Pisa, Lucca, Massa e Livorno. E da qui occorre partire per affrontare seriamente questa discussione sul riordino degli enti locali, perchè quella è una dimensione di relazioni istituzionali già sperimentata, e che si potrebbe ben adattare al nascituro ente di secondo livello tra Province e comuni, dando alla rete delle autonomie locali una dimensione unitaria e coerente con la vita delle comunità amministrate. Nessuno ha ancora deciso che la soluzione al riordino delle Province sia, nel nostro caso, l’unione tra Pisa e Livorno, e anzi occorre affrontare questo dibattito coinvolgendo fin da subito Massa Carrara e Lucca. Il resto lo farà il confronto in Parlamento, in Consiglio Regionale e nel Consiglio delle Autonomie Locali, e anche il lavoro che il Pd saprà fare nelle Camere sulla spending review e i tagli alle Province definiti già per il bilancio in corso, che mettono a repentaglio servizi fondamentali.
Prefigurare forzature fatte sulla logica del campanilismo, pensare a scorciatoie basate su interpretazioni parziali dei nuovi decreti, cominciare adesso la “disputa sui capoluoghi” ci pare sbagliato e davvero poco utile, soprattutto se si vogliono trovare soluzioni di alto profilo e non di retroguardia.
Samuele Lippi
Segretario provinciale Pd Livorno
Francesco Nocchi
Segretario provinciale Pd Pisa
Alberto Corsetti
Segretario territoriale Pd Versilia