Politiche sociali

Questo governo vede le Politiche sociali come costo e non come fattore di sviluppo, di coesione sociale e redistribuzione del reddito.

Il governo di destra pensa che non esistano diritti sociali da garantire e per questo ha tagliato il Fondo Politiche sociali che finanzia l’assistenza domiciliare, gli asili nido, il fondo famiglia che aiutava le famiglie numerose, i consultori, la formazione delle badanti, gli affitti delle case, il fondo per aiutare i non autosufficienti. Adesso vogliono tagliare la pensione e l’assegno di accompagnamento agli invalidi: la chiamano riforma. In realtà voglio fare cassa sulla parte più debole della società Quando parlano di assistenza intendono solo l’elemosina della social card. Vogliono tornare allo stato sociale ottocentesco, uno stato caritatevole che lascia le famiglie sole di fronte alla necessità di conciliare maternità e lavoro, sole di fronte al problema della disabilità e della non autosufficienza, ma sole anche di fronte alle conseguenze della crisi economica che produce impoverimento e incertezza sul lavoro. Inoltre i pesanti tagli imposti agli Enti Locali stanno producendo danni irreparabili cancellando servizi essenziali per disabili, bambini e famiglie in stato di povertà. Il Governo fa propaganda evocando la sussidiarietà ed il ruolo del terzo settore, in verità hanno tradotto la sussidiarietà nella cancellazione delle politiche pubbliche. Mentre il principio di sussidiarietà ha bisogno di uno stato centrale che definisca i livelli essenziali delle prestazioni e stabilisca obiettivi di servizio verso i quali orientare le risorse. Noi riteniamo centrale la valorizzazione delle energie presenti nella società civile, in tutte le sue forme e pensiamo ad un welfare universale, inclusivo, promozionale che passa per un patto intergenerazionale, in cui tutte le componenti della società possano riconoscersi: un welfare che accompagni le persone in tutte le fasi della vita e risponda ai diversi bisogni che sorgono nei vari momenti delle vicende personali e familiari, così da rinsaldare i legami fra le generazioni.

 

Le politiche pubbliche devono:

  • Definire i livelli essenziali delle prestazioni
  • Governare l’allocazione delle risorse
  • Disegnare le regole e garantire omogenei livelli di intervento in modo da includere nel sistema tutti i cittadini

 

Le nostre proposte:

Riconoscere il diritto ad una assistenza minima garantita in caso di disabilità e disagio socio-economico.
Predisporre una rete integrata dei servizi sociali come condizione fondamentale per realizzare il welfare locale e comunitario che costruisce un contesto di vita sociale e civile più avanzato e, insieme al lavoro, consente l’inserimento attivo, combatte l’assistenzialismo e le disuguaglianze, è di sostegno ai compiti di cura svolti dalle persone e dalle famiglie, prende in carico le fragilità, sostiene il reinserimento sociale dei cittadini disabili con percorsi personalizzati.

 

IN PARTICOLARE CONSIDERIAMO PRIORITARIO:

  • aiutare le famiglie con disabili e non autosufficienti
  • garantire la rete dei servizi per l’infanzia a partire dal potenziamento degli asili nido
  • sostenere l’integrazione scolastica e lavorativa dei disabili
  • assicurare ai giovani le condizioni per acquisire autonomia dalla famiglia di origine e la costruzione di un proprio progetto familiare
  • concepire la maternità come diritto universale, indipendente dalla condizione lavorativa e sostenuto dalla fiscalità generale
  • realizzare misure di conciliazione tra vita familiare e lavorativa e costruendo le condizioni per una più equilibrata partecipazione di uomini e donne alla vita familiare (a cominciare dal congedo obbligatorio per i padri alla nascita dei figli)
  • contrastare la povertà, che ormai interessa non solo le persone e le famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa (nell’insieme circa un quinto della popolazione italiana), ma anche fasce di ceto medio produttivo che risentono della stagnazione dell’economia italiana e dell’accresciuta precarietà del lavoro, aggravate dalla crisi

 

NOI VOGLIAMO PROMUOVERE L’ISTITUZIONE
DI UN REDDITO DI SOLIDARIETÀ ATTIVA
RIVOLTO ALLE PERSONE CHE PER
QUALUNQUE RAGIONE SI TROVANO
IN CONDIZIONI DI POVERTÀ.