PIT, Marras: «Agricoltura non è minaccia per il paesaggio toscano. PIT da rivedere, Regione disponibile. Ci sono le condizioni per presentare osservazioni di sostanza»

Leonardo Marras211 settembre 2014 – “L’agricoltura non è una minaccia per il paesaggio della Toscana, ma lo strumento che lo ha modellato. Solo a partire da questa consapevolezza, con il recepimento di osservazioni di sostanza, il nuovo Pit-Piano paesaggistico potrà ritrovare un equilibrio accettabile tra tutela pesistica ed esigenze dei produttori. Viticoltori o altro che siano: non mancano infatti situazioni puntuali che vanno profondamente riviste”.
Così interviene Leonardo Marras, responsabile Attività produttive e Agricoltura della Segreteria regionale del PD della Toscana e presidente della Provincia di Grosseto, sul Pit.
 
“L’approccio accademico del Piano – continua Marras -, d’altra parte, ha messo in evidenza un pregiudizio culturale che si è tradotto nella logica dei divieti a discapito di quella degli incentivi, relegando in secondo piano le politiche per l’agricoltura. Rovesciando il punto di vista, potremmo semplificare dicendo che il vero strumento di tutela del paesaggio agricolo toscano, è senz’ombra di dubbio il Piano di sviluppo rurale (Psr). Naturalmente le cose sono un po’ più complicate, per cui Pit e Psr sono due facce di una stessa medaglia. Anche se, a proposito di complicazioni, una delle promesse mancate del Pit è certamente quella della semplificazione procedimentale e della riduzione dei tempi di autorizzazione. Il Piano paesaggistico, infatti, sarà immediatamente prevalente sulle previsioni dei Piani territoriali e urbanistici, obbligando i Comuni a trasmettere sia al Ministero che alla Regione i propri Piani strutturali e Regolamenti urbanistici (sia all’adozione che dopo l’approvazione delle controdeduzioni) per sancirne la coerenza con il Pit. Dilatando oltremodo i tempi già lunghi e complessi di approvazione degli strumenti urbanistici, vista l’attuale inadeguatezza delle Soprintendenze a fronteggiare le nuove competenze.
Come se non bastasse, il Pit-Piano paesaggistico reintroduce un’ulteriore Conferenza di servizi per i Piani attuativi che investono beni paesaggistici.
Infine, ma non ultima per importanza, l’Autorizzazione paesaggistica per i beni che ricadono in zona di vincolo (sia diretto che indiretto) prevede due pareri sullo stesso vincolo da parte della competente Commissione comunale e del Soprintendente, rimanendo atto autonomo e presupposto per ottenere il successivo permesso di realizzare (o Scia, ecc) l’intervento urbanistico-edilizio. Mentre si estende il vincolo ex Galasso a tutti i corsi d’acqua, a fronte di limitarlo a quelli pubblici, complicando oltremodo le pratiche agricole e moltiplicando i procedimenti.
Insomma, detta così” conclude Marras “appare un Leviatano burocratico amministrativo che rischia di aggravare enormemente il carico degli adempimenti a carico di imprese e Autonomie locali. È troppo importante quindi affrontare questa fase con grande concretezza sapendo di trovare la Regione disponibile a cambiare e a dotarsi di uno strumento davvero utile per tutela e sviluppo.
Per tutti questi motivi è bene che tutti presentino le proprie osservazioni al Pit, nella convinzione che la Regione le vaglierà restituendo un atto molto più chiaro e snello, capace di proteggere e tutelare ma anche di garantire lo sviluppo di tutta la Toscana”.