«Pisa sarà motore dell’intera costa. E non tema Firenze», intervista a Dario Parrini sul Tirreno Pisa del 14 marzo

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Parrini: sì alla fusione dei Comuni. Il partito cittadino deve darsi presto una guida autorevole

 

Intervista di Francesco Loi su Il Tirreno cronaca di  Pisa di sabato 14 marzo 2015.

PISA «L’interesse di Pisa non si fa alzando barriere anacronistiche, ma rendendola protagonista delle politiche di sviluppo di una regione che è e resterà plurale, ricca di eccellenze e di differenze. Pisa dovrà essere un motore dell’area vasta costiera che si sviluppa da Massa a Piombino».E poi: «Occorre dare celermente una nuova e autorevole guida al Pd cittadino». A parlare è Dario Parrini, segretario regionale del Partito democratico, sostenitore e uomo di fiducia del premier Matteo Renzi, già sindaco di Vinci e deputato. Il rapporto tra Pisa e Firenze, opinioni e correnti dentro il Pd, le prospettive della città nell’ottica delle elezioni regionali: via con domande e risposte.

Parrini, dopo la “battaglia degli aeroporti” cosa è cambiato dentro il Pd pisano e nei rapporti tra questo e il livello regionale?

«I rapporti non sono cambiati. Sulla questione aeroporti si è svolta una discussione di merito, non ideologica. Con una differenza rispetto al passato: abbiamo distinto tra diritto al dissenso, sacrosanto, e diritto di veto, inopportuno. La diversità di opinioni può produrre compromessi, ma non paralisi. Dopo aver ascoltato tutti, abbiamo deciso e infine applicato la decisione presa. Che è nell’interesse sia di Pisa che di Firenze. Ma soprattutto della Toscana. Difendiamo insieme posti di lavoro, sviluppo e ambiente».

Componente storica dalemiana-cuperliana da una parte e giovani renziani in evidenza dall’altra in evidenza: come pensa di tenere compatto il partito?

«Non c’è niente di spaccato da ricostruire. C’è un dibattito, del tutto fisiologico in un grande partito. Quel che mi preme è che il confronto sia corretto e programmatico, non “organigrammatico”. Dopodiché, l’entrata sulla scena di una nuova generazione di dirigenti è solo una buona notizia. Rafforzerà e rilancerà il Pd pisano. Un partito di governo resta all’altezza della situazione solo se fa del cambiamento una scelta permanente».

Alla luce di tutto ciò, a Pisa in tanti temono la “rapacità” di Firenze (forte del premier Renzi) nei confronti degli interessi della città…

«Paure infondate, alimentate da chi pensa di fare dello scontro di campanile una fonte di rendita politica. Sono vecchi giochetti a cui sono sicuro che tutto il Pd pisano rimarrà estraneo. Si fa l’interesse di Pisa non alzando barriere anacronistiche, ma rendendola protagonista delle politiche di sviluppo di una regione che è e resterà plurale, ricca di eccellenze e di differenze. Pisa dovrà essere un motore dell’area vasta costiera che si sviluppa da Massa a Piombino».

Si metta nei panni dei pisani: grandi aiuti economici statali all’aeroporto di Firenze, medici di punta dell’azienda ospedaliera che lasciano per andare nel capoluogo…

«Sugli aeroporti abbiamo posto fine a uno stallo trentennale e avviato un percorso che farà bene al Galilei in termini di sviluppo, occupazione e competitività. La nuova sanità toscana sarà imperniata su tre poli territoriali e la centralità di Pisa in questo schema è assoluta. I medici fanno scelte che hanno motivazioni personali, non istituzionali».

Le elezioni regionali saranno un banco di prova: quali saranno, dopo, le linee di lavoro in relazione ai rapporti tra le grandi aree della regione, in particolare area metropolitana fiorentina e costa?

«Per Pisa vedo un futuro da capitale toscana dell’innovazione e un nuovo e più proficuo rapporto tra mondo della ricerca e della produzione. Su questo fronte le potenzialità della città e di tutta la provincia sono enormi. Specie se avverrà l’auspicato rafforzamento infrastrutturale: aeroportuale, viario, ferroviario, immateriale».

E il superamento in atto delle Province che ruolo potrà avere?

«Le Province attuali devono assicurare un’ordinata transizione al nuovo ordinamento che scaturirà dalla riforma costituzionale e che sarà senza l’ente Provincia. Penso che scomparendo il livello istituzionale intermedio tra Regioni e Comuni dovrà esserci una più forte unità tra i Comuni, e anche un aumento delle loro dimensioni medie attraverso le fusioni. Possono e devono esserci territori forti anche senza province. Ma questo avverrà solo con dosi massicce di modernizzazione e autoriforma istituzionale. Per la sua conformazione, Pisa può avere in questo processo un ruolo di avanguardia».

Anche in considerazione di tutto questo, come valuta la giunta pisana dopo l’uscita dell’assessore Danti (Sel)?

«Anzitutto l’uscita di Sel è stata, per forme e tempi, un atto di scorrettezza politica con pochi precedenti. Ciò detto, il Pd regionale, attraverso Carmine Zappacosta che fa parte della mia segreteria, ha dato un contributo forte e trasparente alla costruzione di un punto di equilibrio che a me pare avanzato. Filippeschi ha lavorato bene e dopo il riassetto della giunta potrà lavorare anche meglio. Il nuovo ruolo di Ferrante pone semmai un’esigenza di partito: dare celermente una nuova e autorevole guida al Pd cittadino. Su questo so che sono tutti d’accordo».