“Parrini: il piano sarà approvato. Il tira e molla? Non c’è stato”, Intervista al segretario regionale sul Corriere fiorentino del 17 marzo
Intervista di Mauro Bonciani sul Corriere fiorentino del 17 marzo 2015
Piano del paesaggio. Segretario Parrini, perché questo tira e molla nel partito tra presidente Rossi e consiglieri, dopo quello in giunta tra Marson e Salvadori?
«Nessun tira e molla. C’è una discussione di merito e di sostanza, approfondita e seria. Che coinvolge giunta, consiglieri del Pd e presidente. Tutti accomunati dalla volontà di conciliare salvaguardia del paesaggio e tutela dei posti di lavoro. Una discussione fisiologica, che può apparire strana solo ai professionisti della scomunica esperti nell’arte di demonizzare le posizioni altrui senza nessun rispetto per i fatti e gli atti. Nei giorni scorsi ci sono state troppe parodie e caricature. Sarà tutto più chiaro quando alla fase degli anatemi seguirà la fase dell’analisi dettagliata delle norme».
Qual è la linea del Pd, visto che Rossi è dovuto intervenire pubblicamente già due volte per correggere il Pit, gli emendamenti presentati anche dai vostri consiglieri Pellegrinotti e Tortolini?
«L’obiettivo è dare concretezza alla volontà di tenere insieme difesa dell’ambiente e dello sviluppo. Alla necessità di tutelare senza ingessare, di impedire che venga costruito un castello di vincoli che blocchi tutto: tanto gli interventi dannosi (che giustamente vanno vietati) quanto quelli virtuosi (che non vanno né fermati né ostacolati). La differenza tra ideologismo e ríformismo è tutta qua. In queste materie un partito non si esprime per battute. La posizione ufficiale del Pd sarà quella portata in Consiglio regionale. Ai contestatori in servizio permanente effettivo chiedo solo lo sforzo di leggere prima di giudicare».
Pagate la fase pre elettorale, la ricerca del consenso sul territorio, magari anche dovuta alla nuova legge elettorale che reintroduce le preferenze?
«Queste sono ipotesi prive di fondamento. E tutto molto semplice. A ognuno il suo compito. L’assessore Marson, per il cui lavoro provo profondo rispetto, aveva il dovere di presentare le proposte. I gruppi consiliari quello di esaminarle e se del caso correggerle. E correggere non è stravolgere. Correzioni si sono avute – grazie al Pd, agli amministratori locali e a una consultazione corretta delle parti sociali – anche su altre scelte di pianificazione: penso alla legge urbanistica. Penso alle iniziali norme del Pit sull’agricoltura, che il Pd è fiero di aver contribuito a correggere. Il capogruppo Ivan Ferrucci e il presidente della commissione competente Venturi hanno svolto un’opera preziosa. Loro e tutti i membri Pd della commissione meritano un grazie sentito».
Qualunque sia l’equilibrio trovato, anche con gli alleati e le istanze di Marson, teme di aver contro gli ambientalisti e gli intellettuali?
«Ho grande considerazione del ruolo degli intellettuali nel dibattito pubblico. E non temo nessun confronto, se si basa sui fatti. Se invece si lanciano campagne “contro” basate su pregiudizi e strumentalizzazioni politiche, quelle non vanno temute per definizione: di fronte a ciò serve la fermezza, non il timore. Ma sono convinto che chi ha strumentalizzato si convincerà che non c’è ragione di continuare a farlo».
La mediazione in corso avrà l’ok di Roma?
«Mancherei di rispetto al ministro se dicessi io quale penso che sarà il pronunciamento che spetta a lui. Dico solo che ho grande fiducia nel ministro e grande fiducia nella capacità del presidente Rossi di costruire punti di equilibrio molto avanzati. Sono convinto che abbia agito così anche questa volta».
E il Pit del paesaggio sarà approvato o slitterà alla prossima legislatura?
«Sarà approvato».